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Document 52022AE6006

    Parere del Comitato economico e sociale europeo sul tema «Edilizia in legno per la riduzione di CO2 nel settore edile» (parere esplorativo richiesto dalla presidenza svedese)

    EESC 2022/06006

    GU C 184 del 25.5.2023, p. 18–27 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, GA, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

    25.5.2023   

    IT

    Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

    C 184/18


    Parere del Comitato economico e sociale europeo sul tema «Edilizia in legno per la riduzione di CO2 nel settore edile»

    (parere esplorativo richiesto dalla presidenza svedese)

    (2023/C 184/04)

    Relatore:

    Rudolf KOLBE

    Correlatore:

    Sam HÄGGLUND

    Consultazione

    Presidenza svedese del Consiglio dell’UE, 14.11.2022

    Base giuridica

    Articolo 304 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea

    Decisione dell’Assemblea plenaria

    14.12.2022

    Sezione competente

    Trasporti, energia, infrastrutture e società dell’informazione

    Adozione in sezione

    7.3.2023

    Adozione in sessione plenaria

    22.3.2023

    Sessione plenaria n.

    577

    Esito della votazione

    (favorevoli/contrari/astenuti)

    153/2/4

    1.   Conclusioni e raccomandazioni

    1.1.

    Il Comitato economico e sociale europeo (CESE) ritiene che i biomateriali da costruzione siano uno strumento importante per la transizione verde. È necessario incoraggiare un maggiore utilizzo del legno nell’edilizia al fine di ridurre le emissioni di carbonio attraverso una gestione forestale attiva e sostenibile nell’UE, e non ostacolarlo applicando restrizioni politiche.

    1.2.

    In virtù del ruolo esemplare svolto dal settore pubblico, il CESE invita gli Stati membri ad aumentare l’utilizzo del legno negli edifici pubblici, che attualmente è inferiore alla media complessiva.

    1.3.

    Il CESE ritiene altresì che misure di sostegno alla ricerca, allo sviluppo e all’innovazione nel settore dei materiali da costruzione alternativi, accessibili anche alle PMI, siano uno strumento importante per sfruttare il potenziale del legno nell’edilizia.

    1.4.

    Il CESE invita a esaminare in modo critico gli ostacoli all’utilizzo del legno in edilizia derivanti da requisiti formali, giuridici e tecnici per stabilire se questi siano necessari per la qualità della pianificazione, e osserva che l’innovazione deve essere in grado di riflettere lo stato dell’arte non solo rispettando le norme, ma anche ricorrendo a «soluzioni alternative equivalenti».

    1.5.

    Poiché l’eterogeneità delle normative edilizie relative ai materiali da costruzione rinnovabili crea anche ostacoli al loro uso, il CESE invita ad adottare misure di armonizzazione e considera il nuovo Bauhaus europeo un motore importante in tal senso.

    1.6.

    Il CESE raccomanda un uso coerente della contabilità ambientale per la valutazione qualificata della sostenibilità lungo l’intero ciclo di vita degli edifici e il confronto degli impatti ambientali.

    1.7.

    Il CESE sottolinea l’importanza di norme minime per le emissioni di carbonio prodotte dagli edifici durante l’intero ciclo di vita e la relativa comunicazione obbligatoria in tutto il settore edilizio.

    1.8.

    Il CESE ritiene che la direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia costituisca il principale strumento politico per stabilire i requisiti di riduzione delle emissioni di carbonio nel corso del ciclo di vita degli edifici. Il CESE invita la Commissione europea a elaborare un sistema di certificazione delle emissioni di carbonio che tenga pienamente conto del ruolo dei prodotti in legno nella compensazione delle emissioni.

    1.9.

    Il CESE ritiene essenziali il trasferimento di know-how, come previsto dall’Accademia del nuovo Bauhaus europeo, e l’offerta di corrispondenti attività di istruzione e formazione continua a livello nazionale. I corsi di formazione e perfezionamento per l’uso di nuovi metodi e materiali per l’edilizia sostenibile sono necessari per tutti i soggetti coinvolti nel processo costruttivo: progettisti, architetti, ingegneri, tecnici, specialisti informatici e lavoratori edili.

    1.10.

    Il CESE è dell’avviso che le procedure di appalto basate sulla qualità, che tengano conto di criteri relativi alla sostenibilità e al ciclo di vita, nonché la scelta di procedure di appalto adeguate che consentano soluzioni innovative, costituiscano dei requisiti essenziali per conseguire gli obiettivi climatici e promuovere l’uso del legno nell’edilizia. Il CESE chiede pertanto di rafforzare l’obbligo giuridico in materia di concorrenza di qualità e di appalti pubblici rispettosi del clima, nonché di adottare misure per la formazione delle amministrazioni aggiudicatrici in tal senso.

    1.11.

    Il CESE invita gli Stati membri a partecipare all’iniziativa «Wood POP» lanciata dai governi austriaco e finlandese che è finalizzata a mobilitare gli attori pubblici e privati nel settore del legno a livello nazionale e regionale e a sostenere il riorientamento degli investimenti verso biosoluzioni sostenibili e catene del valore basate sul legno.

    2.   Osservazioni generali

    2.1.

    La tradizione delle costruzioni in legno affonda le proprie radici in una storia secolare di innovazione. L’utilizzo di materiali sostenibili è stato fra l’altro incluso nella strategia del nuovo Bauhaus europeo (1).

    2.2.

    Il CESE condivide il parere della Commissione secondo cui i materiali (da costruzione) innovativi, a base biologica, e prodotti in maniera sostenibile e con processi a basse emissioni di carbonio rivestono un ruolo della massima importanza per la transizione verde. Secondo la relazione sugli edifici pubblicata dall’Agenzia internazionale per l’energia (AIE) (2), gli edifici contribuiscono attualmente al 33 % delle emissioni globali di CO2 (2021). Queste ultime provengono per lo più, direttamente e indirettamente, dal funzionamento degli edifici, ma il 6,4 % è associato alla costruzione e alla produzione dei materiali da costruzione (2021). I trasporti, la demolizione e la costruzione di infrastrutture non sono considerati nel calcolo. Le emissioni dovute al trasporto sono attribuite al settore dei trasporti. Si può presumere che le emissioni effettive derivanti dalla costruzione siano più elevate. Secondo i dati della Commissione, gli edifici sono responsabili di circa il 40 % del consumo energetico e di circa un terzo delle emissioni di gas a effetto serra nell’Unione. La riduzione delle emissioni di gas a effetto serra è attribuibile principalmente alle misure di riqualificazione termica, all’aumento delle quote di fonti energetiche rinnovabili e al rinnovo degli impianti di riscaldamento. A tale riduzione fanno tuttavia da contraltare il numero crescente di abitazioni principali e la maggiore superficie abitabile per abitazione.

    2.3.

    Il CESE sottolinea la fondamentale importanza del patrimonio forestale per la vita delle persone in tutto il mondo. I 400 miliardi di alberi presenti in Europa, ad esempio, assorbono quasi il 9 % delle emissioni europee di gas a effetto serra. Il CESE è consapevole che la deforestazione rappresenta un problema enorme a livello globale, per quanto le risorse forestali siano in aumento all’interno dell’UE. Tra il 1990 e il 2020 la superficie forestale è aumentata del 9 % e il volume del legname nelle foreste europee è cresciuto del 50 % (3). Il CESE sostiene pienamente tutti gli sforzi della Commissione europea volti ad affrontare questo problema a livello globale e sottolinea la necessità di continuare a promuovere la crescita di foreste sane nell’Unione. È opportuno incoraggiare un maggiore utilizzo del legno nell’edilizia al fine di ridurre le emissioni di carbonio attraverso una gestione forestale attiva e sostenibile in tutta l’UE, e non ostacolarlo applicando restrizioni politiche.

    2.4.

    Il CESE osserva pertanto che lo sfruttamento del potenziale della costruzione in legno (sia massiccio che non massiccio) per la protezione del clima deve essere indissolubilmente legato alla gestione sostenibile delle foreste. Il progetto austriaco «CareforParis» (4), che ha visto la collaborazione del Centro federale austriaco di ricerca sulle foreste (Bundesforschungszentrum für Wald — BFW), dell’Università delle risorse naturali e delle scienze della vita (BOKU) di Vienna, di Wood K Plus e dell’Agenzia federale austriaca per l’ambiente, ha elaborato e analizzato diversi scenari di gestione forestale. Tali scenari ipotizzano diversi cambiamenti climatici e strategie di adattamento per le foreste austriache e illustrano i possibili sviluppi fino al 2150. L’impronta di carbonio delle foreste e dei prodotti in legno e la prevenzione delle emissioni di CO2 attraverso l’uso di prodotti in legno sono state esaminate nel dettaglio. La combinazione tra crescita delle foreste, uso del legname e prevenzione delle emissioni di gas a effetto serra attraverso l’utilizzo di prodotti in legno consente di ottenere un impatto positivo in termini di gas a effetto serra. Le foreste europee rappresentano un importante pozzo di assorbimento del carbonio. Tra il 2010 e il 2020, il sequestro medio annuo di carbonio nella biomassa forestale ha raggiunto 155 milioni di tonnellate nella regione europea. Nell’UE-28 il sequestro corrisponde al 10 % delle emissioni lorde di gas a effetto serra (5). La principale leva per la protezione del clima consiste nella sostituzione delle materie prime e delle fonti energetiche fossili con il legno (come materiale ed energia) e nella conseguente riduzione delle emissioni. La disponibilità del legno quale alternativa a materiali con emissioni più elevate durante il ciclo di vita è pertanto una misura importante nella lotta contro i cambiamenti climatici.

    2.5.

    Per energia grigia si intende l’energia necessaria per la produzione, lo stoccaggio, il trasporto, l’installazione e infine lo smaltimento di materiali o di elementi costruttivi ed edifici. Rispetto ad altri materiali da costruzione convenzionali, il legno sequestra il carbonio prima ancora di essere utilizzato come materiale da costruzione (un albero è costituito per circa il 50 % da carbonio puro). Nell’esaminare il bilancio delle emissioni del legno, fattori quali l’origine, la distanza di trasporto e il tipo di lavorazione, nonché la riutilizzabilità, assumono un’importanza fondamentale. Il confronto tra edifici equivalenti — considerati nell’intero ciclo di vita — evidenzia che il legno, a differenza di altri materiali da costruzione, produce valori migliori in termini di energia grigia, emissioni di gas a effetto serra, inquinamento dell’aria e dell’acqua e altri indicatori di impatto. Attualmente, i prodotti in legno fabbricati ogni anno (ossia il legno utilizzato come materiale) permettono di evitare circa il 10 % delle emissioni annue totali di gas a effetto serra solo grazie all’effetto di sostituzione.

    2.6.

    Concretamente, il legno da costruzione consente di ridurre fino al 40 % delle emissioni di CO2 rispetto al calcestruzzo. Se si applica la conversione da volume a peso raccomandata da Hagauer e al. (2009) (6), il peso secco di un metro cubo solido (mcs) di legno (misto di legno tenero e legno duro) è di 417 kg. Supponendo che il contenuto di carbonio sia del 50 %, si ottiene un equivalente di CO2 di 0,765 t per metro cubo solido. Ciò significa che su un milione di metri cubi solidi di legno pronto per l’uso tagliato in più, 0,765 milioni di tonnellate di CO2 si fissano in prodotti durevoli.

    2.7.

    Negli ultimi anni la percentuale di costruzioni in legno è aumentata. In Austria, ad esempio, la percentuale di costruzioni in legno (7) è cresciuta di oltre il 70 % nell’arco di 20 anni, raggiungendo il 24 % della superficie utile nel 2018. Il 53 % di tali costruzioni era costituito da edifici residenziali, l’11 % da edifici commerciali e industriali e il 29 % da edifici agricoli. In confronto, la quota rappresentata dal settore degli edifici pubblici era solo del 7 %. In Svezia e Finlandia, il 90 % di tutte le nuove case unifamiliari è realizzato con il legno e circa il 20 % delle case multifamiliari di nuova costruzione ha una struttura in legno.

    2.8.

    La densificazione delle aree urbane è uno strumento importante nella lotta contro i cambiamenti climatici e va inevitabilmente di pari passo con un aumento dell’altezza degli edifici. I progetti attuali dimostrano che il legno consente di costruire edifici di notevole altezza. Ne sono un esempio il centro culturale Sara in Svezia, di 20 piani e con un’altezza di 75 m (8), o la torre Ascent a Milwaukee, di 18 piani in legno (9).

    2.9.

    Gli attuali sistemi di costruzione in legno possono essere facilmente adattati per fornire soluzioni globali per la ristrutturazione degli edifici, creando abitazioni di qualità e realizzando un significativo risparmio energetico. I progetti di ristrutturazione sfruttano non solo le infrastrutture urbane facilmente accessibili, ma anche l’energia grigia già presente nel parco immobiliare esistente.

    2.10.

    Utilizzare le riserve esistenti invece di costruire edifici nuovi significa usare in modo più efficiente le risorse offerte dalla città, per cui si deve, in linea di principio, dare la priorità a questo approccio. Tra i vantaggi offerti figurano la velocità di montaggio e di assemblaggio dei componenti, un rapporto migliore tra resistenza strutturale e peso rispetto ad altri materiali e un peso proprio relativamente basso che incide sulla struttura esistente.

    2.11.

    Inoltre, il legno è adatto nell’utilizzo a cascata. L’utilizzo in più fasi aumenta la creazione di valore, riduce il consumo di risorse e sequestra la CO2 per un periodo prolungato.

    2.12.

    I requisiti formali, giuridici e tecnici per la qualità della progettazione nella costruzione in legno sono relativamente più elevati e più ampi rispetto a quelli stabiliti per altri tipi di costruzione. Tale livello di complessità costituisce un ostacolo all’aumento delle quote di mercato delle costruzioni in legno. La standardizzazione dei componenti, dei collegamenti e degli assemblaggi può facilitare la realizzazione delle costruzioni e garantirne l’efficacia in termini di costi e la qualità. Un’iniziativa in tal senso è costituita dalla banca dati dataholz.eu, che mette a disposizione online strutture e giunti testati per Germania e Austria. In linea di principio, il CESE osserva che, anche nella costruzione in legno, l’innovazione deve essere in grado di riflettere lo stato dell’arte in tutti i settori, non solo attraverso le norme esistenti, ma anche ricorrendo a «soluzioni alternative equivalenti».

    3.   Osservazioni particolari

    3.1.

    Il CESE osserva che, grazie alla standardizzazione, alla precisione e alla qualità, i sistemi di costruzione in legno sono adatti sia alla costruzione di nuovi edifici sia alla ristrutturazione degli edifici esistenti e alla ridensificazione urbana. Tra i numerosi vantaggi figurano l’adattabilità, l’elevato grado di prefabbricazione, la riduzione dei tempi di costruzione e il peso inferiore rispetto ad altri materiali.

    3.2.

    Un criterio fondamentale per la valutazione degli edifici è l’impatto ambientale lungo l’intero ciclo di vita. Gli impatti ambientali derivano dalla costruzione (produzione e trasporto dei prodotti da costruzione utilizzati), dall’uso e dallo smantellamento (compreso il riciclaggio o lo smaltimento dei prodotti da costruzione). Gli impatti ambientali vengono determinati mediante l’analisi del ciclo di vita (EN 15804: 15.2.2022).

    3.3.

    L’analisi del ciclo di vita costituisce uno strumento utile per valutare la sostenibilità dei prodotti da costruzione. Il CESE raccomanda un uso coerente della contabilità ambientale ai fini della valutazione qualificata della sostenibilità lungo l’intero ciclo di vita degli edifici per la rappresentazione e il confronto degli impatti ambientali.

    3.4.

    Negli ultimi anni i regolamenti edilizi hanno evidenziato un’apertura rispetto all’uso di materiali da costruzione rinnovabili. Le possibilità di utilizzare il legno in edilizia sono state ampliate, soprattutto per quanto riguarda la protezione antincendio. Tale aspetto è al centro anche di diversi progetti in corso.

    3.5.

    Il progetto di ricerca «TIMpuls» (10), diretto dall’Università tecnica di Monaco di Baviera (TUM), sta attualmente analizzando gli incendi in edifici multipiano in legno con l’obiettivo di creare una base valida per un insieme uniforme di regole per la costruzione di edifici multipiano in legno.

    3.6.

    Ricerche e progetti condotti di recente dimostrano che la costruzione in legno non è più problematica rispetto ad altri metodi di progettazione per quanto riguarda la sicurezza antincendio e presenta ulteriori benefici in termini di sicurezza sismica (11).

    3.7.

    Le diverse disposizioni giuridiche, anche all’interno degli Stati membri, spesso creano inutili ostacoli. Il CESE chiede pertanto un’ulteriore armonizzazione delle norme edilizie al fine di equiparare il legno agli altri materiali da costruzione.

    3.8.

    Il CESE invita gli Stati membri a ricorrere maggiormente al legno negli edifici pubblici, il cui utilizzo attualmente è inferiore alla media complessiva. Il settore pubblico svolge un ruolo esemplare nello sfruttamento del potenziale del legno in edilizia per conseguire gli obiettivi climatici. In particolare, degli edifici in legno innovativi e di pregio possono contribuire a creare un’identità e a promuovere un maggiore utilizzo del legno.

    3.9.

    Spesso nelle procedure di appalto, criteri quali la bioeconomia, la sostenibilità, i costi del ciclo di vita, l’impatto sul clima ecc. non vengono presi in considerazione o non lo sono a sufficienza per determinare il miglior offerente, a scapito delle soluzioni costruttive in legno. Il CESE chiede pertanto un maggiore impegno a includere criteri volti al conseguimento degli obiettivi climatici negli appalti pubblici.

    3.10.

    Nel caso della prefabbricazione in legno, la pianificazione deve praticamente riguardare la fase esecutiva, al fine di evitare qualsiasi rischio di interpretazione e garantire una chiara comparabilità. Per ottenere vantaggi in termini di ottimizzazione tecnico-economica e di tempi di attuazione (12), occorre prendere in considerazione l’ampia gamma di prodotti e l’influenza dei processi di fabbricazione, logistica e assemblaggio in una fase più precoce rispetto alle costruzioni con un basso grado di prefabbricazione. A tal fine, è possibile inserire tempestivamente le informazioni degli offerenti scegliendo la procedura di aggiudicazione appropriata, come i concorsi di architettura o il dialogo competitivo, o il coinvolgimento di progettisti specializzati da parte dell’autorità aggiudicatrice.

    3.11.

    Il CESE sottolinea l’importanza del nuovo Bauhaus europeo nel promuovere l’utilizzo di materiali da costruzione di alta qualità rispettosi del clima e quindi l’uso del legno nell’edilizia. Attualmente la quota di legno utilizzato come materiale da costruzione nell’UE è solo del 3 %, pertanto il potenziale dell’edilizia in legno per la mitigazione dei cambiamenti climatici è lungi dall’essere sfruttato. Il CESE ritiene quindi che il sostegno alla ricerca, allo sviluppo e all’innovazione riguardante i materiali da costruzione alternativi nell’ambito del nuovo Bauhaus europeo sia un elemento importante per sfruttare tale potenziale.

    3.12.

    In molti casi, le possibilità di utilizzo nel settore edile non sono ancora sufficientemente conosciute da parte degli utenti. La mancanza di conoscenza si traduce spesso in un uso limitato del legno. Il CESE ritiene pertanto molto importante il trasferimento di know-how all’interno dell’Europa, come previsto dall’Accademia del nuovo Bauhaus europeo, e al tempo stesso sottolinea la necessità di fornire moduli di istruzione e formazione continua adeguati anche a livello nazionale. Corsi di formazione e perfezionamento per l’uso di nuovi metodi e materiali per l’edilizia sostenibile sono necessari per tutte le categorie coinvolte nel processo costruttivo: progettisti, architetti, ingegneri, tecnici, specialisti informatici e lavoratori edili. La transizione verde può essere realizzata soltanto con il contributo di personale adeguatamente formato.

    3.13.

    Il CESE accoglie con favore il progetto sociale europeo congiunto «Resilientwood», diretto dalla Confederazione europea per le industrie della lavorazione del legno (CEI-Bois) e dalla Federazione europea dei lavoratori edili e del legno (FELEDL), che mira a elaborare raccomandazioni e orientamenti per le imprese, per la formazione professionale e per le autorità pubbliche al fine di attrarre i giovani nell’industria del legno dell’UE, di adattarsi ai cambiamenti tecnologici e di formare ulteriormente i lavoratori.

    3.14.

    Il CESE considera importante pubblicare informazioni tecniche al fine di presentare a tutte le parti interessate lo stato dell’arte delle costruzioni in legno e di definire norme di progettazione e strutturali per semplificare l’utilizzo del legno nell’edilizia.

    3.15.

    La direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia è il principale atto legislativo dell’UE nel settore edile. Essa impone agli Stati membri dell’UE di fissare livelli di prestazione degli edifici, di pianificare strategicamente la decarbonizzazione del parco immobiliare attraverso strategie di ristrutturazione a lungo termine e di attuare ulteriori misure. La direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia è pertanto lo strumento politico naturale per stabilire requisiti e incentivi chiari per la riduzione delle emissioni di carbonio durante l’intero ciclo di vita degli edifici.

    3.16.

    Le disposizioni della direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia devono essere allineate agli obiettivi di neutralità climatica e indicare le misure più importanti e urgenti da adottare entro il 2050. Sebbene sia importante migliorare la prestazione energetica degli edifici, senza una chiara comprensione dell’impronta di carbonio integrata degli edifici sussiste il rischio che le misure non siano adeguate.

    3.17.

    Il CESE accoglie con favore il regolamento sulla progettazione ecocompatibile dei prodotti sostenibili, proposto nella primavera del 2022, quale passo importante verso prodotti maggiormente ecologici e circolari. La definizione di criteri minimi, come la riduzione dell’impronta ambientale e climatica dei prodotti, può essere applicata in modo ottimale anche all’edilizia in legno e creare opportunità di innovazione economica, sebbene questo tipo di costruzione non sia attualmente contemplato nel regolamento.

    3.18.

    La comunicazione obbligatoria relativa alle emissioni di carbonio durante il ciclo di vita per l’industria edilizia faciliterà la raccolta e l’analisi comparativa dei dati e consentirà al settore edile di sviluppare le competenze e le capacità necessarie. È necessario introdurre e rafforzare nel tempo norme minime vincolanti per le emissioni di carbonio durante l’intero ciclo di vita. Il CESE invita la Commissione europea a elaborare un sistema di certificazione delle emissioni di carbonio che tenga pienamente conto del ruolo dei prodotti in legno nella compensazione delle emissioni.

    3.19.

    Il CESE invita gli Stati membri a partecipare attivamente alla nuova iniziativa «Wood POP» lanciata dai governi austriaco e finlandese, ossia una piattaforma dedicata alla promozione di un dialogo strategico sul tema del legno, volta a mobilitare importanti attori pubblici e privati del settore a livello sia nazionale che regionale, e a sostenere nel contempo il riorientamento degli investimenti verso soluzioni sostenibili e a base biologica e catene del valore basate sul legno.

    3.20.

    Nel suo parere complementare CCMI/205 sul tema Industria 5.0 nel settore dell’edilizia in legno, il CESE sottolinea che il legno come materiale da costruzione offre una grande opportunità in quanto costituisce un’alternativa sostenibile ed efficace sotto il profilo dei costi ai materiali da costruzione tradizionali come il calcestruzzo e l’acciaio. Un altro vantaggio è rappresentato dall’elevata produttività della manodopera di questo settore, la quale consente una costruzione più rapida ed efficiente degli edifici. L’edilizia in legno crea inoltre opportunità di lavoro nelle zone rurali. Questo tipo di costruzione offre vantaggi ambientali, dal momento che il legno è una risorsa rinnovabile e produce emissioni di carbonio inferiori a quelle di altri materiali sia nella fase di produzione che durante il suo ciclo di vita. L’edilizia in legno promuove inoltre la conservazione e la manutenzione delle foreste e contribuisce in tal modo alla riduzione dei gas a effetto serra.

    Bruxelles, 22 marzo 2023

    La presidente del Comitato economico e sociale europeo

    Christa SCHWENG


    (1)  GU C 275 del 18.7.2022, pag. 73; GU C 155 del 30.4.2021, pag. 73.

    (2)  Agenzia internazionale per l’energia (AIE), 2022, Relazione sugli edifici (https://www.iea.org/reports/buildings).

    (3)  https://foresteurope.org/wp-content/uploads/2016/08/SoEF_2020.pdf

    (4)  Weiss P., Braun M., Fritz D., Gschwantner T., Hesser F., Jandl R., Kindermann G., Koller T., Ledermann T., Ludvig A., Pölz W., Schadauer K., Schmid B.F., Schmid C., Schwarzbauer P., Weiss G., 2020, Endbericht zum Projekt CareforParis [Relazione finale sul progetto «CareforParis»]. Klima- und Energiefonds, Vienna.

    (5)  https://foresteurope.org/wp-content/uploads/2016/08/SoEF_2020.pdf

    (6)  Hagauer, D., B. Lang, C. Pasteiner e K. Nemesthoty, 2009, Empfohlene Umrechnungsfaktoren für Energieholzsortimente bei Holz- bzw. Energiebilanzberechnungen [Fattori di conversione raccomandati per i prodotti del legno a fini energetici nei calcoli dei bilanci energetici e del legno], ministero federale dell’Agricoltura e delle foreste, dell’ambiente e delle risorse idriche, divisione V/10 — Energia ed economia ambientale, edizione propria, Vienna.

    (7)  Robert Stingl, Gabriel Oliver Praxmarer, Alfred Teischinger, 2018, Holzbauanteil in Österreich. Eine statistische Erhebung aller Hochbauvorhaben in den Jahren 1998 — 2008 [Quota della costruzione in legno in Austria. Uno studio statistico di tutti i progetti di costruzione di edifici nel periodo 1998-2008], Università delle risorse naturali e delle scienze della vita di Vienna per conto di proHolz Austria.

    (8)  Centro culturale Sara, Skellefteå, Svezia, White Arkitekter, 2021.

    (9)  Torre Ascent, Milwaukee, WIEHAG Austria, 2021.

    (10)  www.cee.ed.tum.de/hbb/forschung/laufende-forschungsprojekte/timpuls (consultato il 23.1.2023).

    (11)  Cfr. il progetto di ricerca sulla sicurezza sismica degli edifici in legno, Università di scienze applicate di Berna, 2020, www.bfh.ch/de/forschung/referenzprojekte/erdbebensicherheit-holzgebaeude (consultato il 23.1.2023).

    (12)  Cfr. il progetto di ricerca «leanWOOD» — Neue Kooperations- und Prozessmodelle für das vorgefertigte Bauen mit Holz [Nuovi modelli di cooperazione e processi per la costruzione prefabbricata in legno], HSLU Università di Lucerna, 2017.


    ALLEGATO

    Il parere complementare della commissione consultiva per le trasformazioni industriali — «Industria 5.0 nel settore dell’edilizia in legno» si trova alle pagine seguenti

    Parere della commissione consultiva per le trasformazioni industriali sul tema «Industria 5.0 nel settore dell’edilizia in legno»

    (parere complementare al parere TEN/794)

    Relatore:

    Martin BÖHME

    Correlatore:

    Rolf GEHRING

    Decisione dell’Assemblea plenaria

    15.11.2022

    Base giuridica

    Articolo 56, paragrafo 1, del regolamento interno

     

    Parere complementare

    Organo competente

    Commissione consultiva per le trasformazioni industriali (CCMI)

    Adozione in CCMI

    27.2.2023

    Esito della votazione

    (favorevoli/contrari/astenuti)

    29/0/3

    1.   Conclusioni e raccomandazioni

    1.1.

    Il Comitato economico e sociale europeo (CESE) sottolinea che l’utilizzo del legno come materiale da costruzione rappresenta una grande opportunità, in quanto costituisce un’integrazione e un’alternativa sostenibile ed efficace sotto il profilo dei costi ai materiali da costruzione tradizionali come il calcestruzzo e l’acciaio. Un altro vantaggio è l’elevata produttività della manodopera nel settore dell’edilizia in legno, che consente una costruzione più rapida ed efficiente degli edifici. La possibilità di prefabbricare i componenti riduce inoltre i costi e aumenta la sicurezza durante le fasi di costruzione.

    1.2.

    L’istruzione, la formazione e l’apprendimento permanente della forza lavoro nel settore dell’edilizia in legno sono più importanti che mai. L’istruzione e la formazione devono essere il risultato del dialogo sociale con il coinvolgimento di tutte le parti sociali.

    1.3.

    Il CESE ravvisa nello sviluppo del settore dell’edilizia in legno notevoli opportunità per i lavoratori, soprattutto nelle zone rurali. La creazione di posti di lavoro dignitosi nell’industria del legno e nell’edilizia in legno può contribuire a migliorare la situazione economica nelle zone rurali in cui il settore del legno svolge un ruolo importante.

    1.4.

    Il CESE sottolinea i numerosi vantaggi che le costruzioni in legno presentano per l’ambiente, tra cui, in particolare, il fatto che il legno è una materia prima rinnovabile che, rispetto ad altri materiali da costruzione, produce meno emissioni di CO2 nella realizzazione di componenti ed edifici e durante il loro ciclo di vita. Inoltre, l’uso del legno nel settore edile favorisce la cura e la preservazione delle foreste, in quanto ne incentiva la gestione sostenibile. Gli alberi, durante la loro crescita, assorbono CO2 dall’atmosfera che poi immagazzinano. Se utilizzato in edilizia, il legno diventa quindi un materiale ecologico che contribuisce alla riduzione complessiva dei gas a effetto serra.

    1.5.

    Il CESE rimanda ai suoi recenti lavori sull’edilizia e sui prodotti da costruzione, in particolare ai pareri Condizioni armonizzate per la commercializzazione dei prodotti da costruzione (1) e Edilizia in legno per la riduzione di CO2 nel settore edile (2).

    1.6.

    L’uso del legno nel settore dell’edilizia conferma il comportamento antisismico del legno, apparso evidente in alcuni casi, ad esempio in occasione del terremoto in Alaska del 1964. Il CESE ritiene che le popolazioni che vivono in zone a rischio sismico dovrebbero essere incoraggiate a utilizzare il legno come materiale da costruzione.

    2.   Osservazioni generali

    2.1.

    Il presente parere fa seguito alle osservazioni generali formulate nel parere TEN/794 Edilizia in legno per la riduzione di CO2 nel settore edile.

    2.2.

    Tale settore contribuisce in maniera significativa alle emissioni di gas a effetto serra e rappresenta quindi un fattore importante in termini di effetti dannosi per il clima. Tali emissioni provengono per lo più dall’utilizzo di combustibili fossili per la produzione di calore ed elettricità negli edifici e dalla produzione di materiali da costruzione. Vi è una forte necessità di misure volte a ridurre le emissioni di gas a effetto serra nel settore delle costruzioni, tramite ad esempio l’utilizzo di energie rinnovabili, il miglioramento della prestazione energetica degli edifici e l’impiego di materiali da costruzione sostenibili (3).

    2.3.

    Il CESE sottolinea che al fine di aumentare la diffusione, nell’industria edilizia, di legname da costruzione prodotto in maniera sostenibile, è opportuno sottolineare la necessità di una gestione sostenibile delle foreste per la produzione di materie prime legnose. Per gestione forestale sostenibile si intende la gestione e l’uso delle foreste in maniera sostenibile, dal punto di vista non solo ambientale ma anche economico e sociale. Ciò significa preservare le foreste sia per le generazioni attuali che per quelle future e utilizzare le risorse naturali in modo responsabile. Un elemento importante nella gestione sostenibile delle foreste consiste nella conservazione della biodiversità e dei loro servizi ecosistemici. È inoltre importante ridurre la vulnerabilità delle foreste a perturbazioni naturali quali gli incendi boschivi e le infestazioni da insetti.

    2.4.

    Da un punto di vista tecnico, rispetto ad altri materiali da costruzione come il calcestruzzo, l’edilizia in legno richiede un consumo nettamente inferiore dell’energia cosiddetta «grigia», ossia di energia utilizzata per la produzione, il trasporto, lo stoccaggio e il riciclaggio di prodotti. Ridurre tale energia significa utilizzare meno energia per questi processi, con una conseguente riduzione delle emissioni di CO2 e un consumo energetico più sostenibile, e può anche contribuire a migliorare la competitività delle imprese.

    2.5.

    Il CESE osserva che la legislazione talvolta ostacola lo sviluppo dell’edilizia in legno limitando l’impiego del legno come materiale da costruzione o imponendo determinate regole e norme, la cui applicazione in questo settore risulta complessa o costosa. Basti pensare al limite di altezza introdotto in alcuni paesi per gli edifici in legno. Tali disposizioni possono limitare le possibilità offerte dalle costruzioni in legno e ostacolare lo sviluppo di edifici in legno innovativi. Per quanto riguarda la protezione antincendio degli edifici, è inaccettabile che il legno debba soddisfare criteri di prestazione diversi da quelli previsti per altri materiali. Il CESE raccomanda un’omogeneizzazione delle norme a livello europeo, indipendentemente dal tipo di materiale.

    2.6.

    L’edilizia in legno può contribuire in maniera significativa a rendere l’economia più circolare e in particolare a favorire il raggiungimento dell’obiettivo di rafforzamento della bioeconomia, come stabilito dalle politiche dell’UE in materia. A questo proposito, vanno ulteriormente sviluppati gli ambiti di applicazione e le proprietà dei materiali in legno e dei prodotti a base di legno. In particolare, la riciclabilità dei prodotti legnosi svolge un ruolo essenziale in questo processo, ma anche la combinazione del legno con altri materiali acquisterà un’importanza sempre crescente. La promozione, coordinata e sostenuta a livello europeo, della cooperazione in materia di ricerca nei settori delle proprietà dei materiali e dei materiali compositi può svolgere un ruolo importante a tale riguardo e stimolare l’innovazione.

    2.7.

    La trasformazione delle nostre industrie verso il concetto, anche basato sul sociale, di industria 5.0 presenta una spiccata natura tecnica. La digitalizzazione (Building-Information-Modeling), la robotizzazione e l’utilizzo di programmi di apprendimento (intelligenza artificiale) trasformeranno l’intera catena del valore, dalla silvicoltura all’edilizia, compresi la conservazione e il riciclaggio. Si renderanno quindi necessari un quadro giuridico per i requisiti generali dei prodotti, i requisiti per i prodotti da costruzione e la standardizzazione, nonché un coordinamento di tali elementi nel settore dell’edilizia in legno. In linea con gli obiettivi sociali delineati per l’industria 5.0, gli sviluppi tecnologici e i concetti di organizzazione del lavoro dovrebbero seguire un approccio alla progettazione tecnologica basato sull’essere umano. Sarà inoltre importante riflettere sistematicamente sui potenziali effetti positivi o negativi per un ambiente di lavoro e di vita sano, fin dalla prima fase dello sviluppo tecnologico.

    2.8.

    Il CESE osserva che i cambiamenti tecnologici e l’evoluzione delle tecnologie dei materiali nell’edilizia in legno modificheranno anche l’organizzazione del lavoro e i requisiti in materia di qualifiche. Sorgono qui delle sovrapposizioni tra i settori dell’edilizia e del legname e più in particolare tra le professioni tradizionali di questi due settori economici. Si rendono a questo punto indispensabili un adeguamento dei programmi di studio esistenti per le singole professioni o anche la ridefinizione delle professioni da coordinare a livello europeo. L’obiettivo di prevedere professioni attraenti con un’ampia gamma di compiti e una conseguente organizzazione del lavoro contribuiranno altresì a rendere più attraenti i settori dell’edilizia e del legname.

    2.9.

    Il CESE ritiene che, a causa dei rapidi cambiamenti nei metodi di lavoro (digitalizzazione, robotica, intelligenza artificiale, nuovi macchinari), l’istruzione, la formazione, la riqualificazione e l’apprendimento permanente della forza lavoro nel settore dell’edilizia in legno siano più importanti che mai. L’istruzione e la formazione devono essere il risultato del dialogo sociale con il coinvolgimento di tutte le parti sociali.

    3.   Osservazioni particolari

    3.1.

    L’aumento dei tassi di diffusione delle costruzioni in legno potrebbe contribuire in modo significativo a rafforzare le catene del valore regionali e a ridurre l’impronta ambientale. Sul piano dei materiali, l’edilizia in legno offre un contributo molto efficace alla bioeconomia, in particolare se, durante l’intero ciclo di vita della costruzione in legno, compresa la progettazione, si pone maggiormente l’accento sulla manutenzione e la conservazione. Inoltre, al fine di evitare effetti di spostamento ecologico, il legno dovrebbe provenire solo da luoghi con zone forestali certificate (sistemi di certificazione forestale FSC e PEFC) e con un potenziale di produzione di legname superiore al proprio fabbisogno.

    3.2.

    Il CESE ritiene che la definizione dei requisiti dei terreni utilizzati per la produzione di legname e le relative modalità di gestione (intensiva, estensiva, monocoltura, biologica) e di approvvigionamento (convenzionale o sostenibile) siano fondamentali per la sostenibilità globale delle costruzioni in legno. Nella prospettiva di un auspicato aumento della quota di legno utilizzato nell’edilizia, è fondamentale non perdere di vista gli obiettivi di sostenibilità e biodiversità quando si tratta di aumentare le superfici utilizzate e riconvertire i terreni alla produzione di legname.

    3.3.

    Le prove condotte sul campo dimostrano che, dal punto di vista della valutazione del ciclo di vita, l’edilizia in legno, nel suo complesso, si rivela più vantaggiosa di altre tecniche di costruzione, che utilizzano ad esempio il cemento armato. In particolare, l’indicatore di impatto per la valutazione del potenziale di riscaldamento globale mostra risultati decisamente migliori e presenta solo il 57 % del potenziale del cemento armato (4).

    3.4.

    Il CESE sottolinea che dall’analisi degli studi che confrontano le costruzioni in legno con quelle in materiali ad elevato peso specifico, emerge che, in quasi tutti i casi, le costruzioni in legno hanno un impatto ambientale ridotto in termini di indicatori di valutazione del ciclo di vita, ovverosia di a) domanda di energia primaria (totale e non rinnovabile) e b) potenziale di riscaldamento globale (GWP). Tali risultati non dipendono dai materiali da costruzione scelti per gli edifici in materiali ad elevato peso specifico né dalla tecnica di costruzione utilizzata all’interno della struttura in legno (5).

    3.5.

    Il livello di prefabbricazione nell’edilizia in legno è molto più elevato rispetto all’edilizia in materiali ad elevato peso specifico. Di conseguenza, i lavori sul cantiere dipendono in misura minore dalle condizioni meteorologiche e una percentuale maggiore delle attività di fabbricazione avviene in condizioni di lavoro ottimali in officina. Tuttavia, il livello più elevato di produzione verticale richiede un maggiore sforzo di pianificazione e quindi un ciclo di pianificazione più lungo.

    3.6.

    Il CESE osserva che il minor tempo necessario per la realizzazione di strutture in legno comporta una riduzione delle spese generali relative ai cantieri e della loro durata. La prefabbricazione consente di ridurre il numero di trasporti verso il sito. In particolare nelle aree urbane che presentano potenzialità, l’edilizia in legno consente di creare rapidamente nuove abitazioni, ad esempio aggiungendo piani e aumentando la superficie degli edifici.

    3.7.

    L’edilizia in legno consente di disporre di superfici interne più ampie, a parità di dimensioni esterne, poiché l’isolamento è spesso integrato nella struttura portante, a differenza di quanto avviene nell’edilizia con materiali ad elevato peso specifico, che prevede una struttura separata. Di conseguenza, nelle costruzioni in legno è possibile una parete esterna più sottile, mentre resta invariato lo spessore dell’isolamento.

    3.8.

    Il CESE si attende ulteriori potenzialità dall’edilizia in legno: non solo alloggi, quindi, ma anche edifici non residenziali destinati ad altri usi (ad esempio uffici, magazzini e laboratori).

    3.9.

    Il CESE osserva che, come avviene in tutti i tipi di costruzione, una progettazione e un’esecuzione di elevata qualità sono di grande importanza per il ciclo di vita di un edificio. Ciò richiede soprattutto architetti e ingegneri dotati di una buona formazione e una direttiva europea sulla pianificazione che sostenga queste professioni con un quadro normativo adeguato. Nel settore della pianificazione, in particolare, occorre garantire, tramite adeguamenti della normativa e un’adeguata formazione dei committenti, che i contratti di servizi siano aggiudicati obbligatoriamente secondo criteri di concorrenza basati sulla qualità (6).

    3.10.

    Tenuto conto delle conseguenze dei recenti terremoti in Turchia, ma anche dei terremoti precedenti, nonché delle previsioni degli esperti per i prossimi eventi, il CESE ritiene che le popolazioni che vivono in zone a rischio sismico dovrebbero essere incoraggiate a costruire edifici e abitazioni in legno.

    3.11.

    Nelle aziende manifatturiere, i processi di produzione possono essere ottimizzati e semplificati attraverso l’uso di tecnologie dell’industria 5.0, in modo da consentire una riduzione dell’uso di energia e quindi delle emissioni di CO2 nel processo di produzione. Inoltre, la prefabbricazione dei componenti in officina consente di rendere il cantiere più efficiente e di ridurre gli sprechi, in quanto i componenti devono solo essere assemblati sul posto. Ne consegue una riduzione del consumo di energia per i trasporti e una minore produzione di rifiuti (7).

    Bruxelles, 27 febbraio 2023

    Il presidente della commissione consultiva per le trasformazioni industriali

    Pietro Francesco DE LOTTO


    (1)  GU C 75 del 28.2.2023, pag. 159.

    (2)  Parere del CESE sul tema «Edilizia in legno per la riduzione di CO2 nel settore edile»(cfr. GU, p.18).

    (3)  Cfr. Kreislaufwirtschaft für die Dekarbonisierung des EU-Bausektors — Modellierung ausgewählter Stoffströme und Treibhausgasemissionen [L’economia circolare per la decarbonizzazione dell’industria edile dell’UE — modellizzazione di flussi di materiali selezionati e di emissioni di gas serra], Meta Thurid Lotz, Andrea Herbst, Matthias Rehfeldt.

    (4)  https://www.berlin.de/nachhaltige-beschaffung/studien/holz-versus-stahlbetonbauweise/

    (5)  Potenziale von Bauen mit Holz [Potenzialità dell’edilizia in legno], Agenzia federale tedesca per l’ambiente, pag. 25.

    (6)  Cfr. Holzbau vs. Massivbau — ein umfassender Vergleich zweier Bauweisen im Zusammenhang mit dem SNBS Standard [Edilizia in legno e edilizia in muratura — confronto approfondito tra due tecniche di costruzione in base alla norma SNBS], Daniel Müller.

    (7)  Cfr. Koppelhuber, J., Bok, M. (2019). «Paradigmenwechsel im Hochbau» [Cambiamento di paradigma in edilizia], in Hofstadler, C. (cur.) Aktuelle Entwicklungen in Baubetrieb, Bauwirtschaft und Bauvertragsrecht [Recenti sviluppi in materia di imprese di costruzione, industria edilizia e diritto contrattuale nel settore dell’edilizia]. Springer Vieweg, Wiesbaden. (https://doi.org/10.1007/978-3-658-27431-3_19).


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