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Document 52019IR0644

    Parere del Comitato europeo delle regioni — Raccomandazioni per elaborare strategie efficaci di sviluppo regionale dopo il 2020

    GU C 39 del 5.2.2020, p. 11–15 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

    5.2.2020   

    IT

    Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

    C 39/11


    Parere del Comitato europeo delle regioni — Raccomandazioni per elaborare strategie efficaci di sviluppo regionale dopo il 2020

    (2020/C 39/03)

    Relatore

    :

    Adam Struzik (PL/PPE), presidente della regione Masovia

    RACCOMANDAZIONI POLITICHE

    IL COMITATO EUROPEO DELLE REGIONI

    Osservazioni generali

    1.

    formula una serie di raccomandazioni per elaborare efficacemente strategie di sviluppo regionale per il periodo successivo al 2020, basandosi a tal fine sulle analisi dei fattori determinanti per la posizione strategica delle regioni, tenendo conto delle sfide con cui devono confrontarsi queste ultime e avvalendosi delle esperienze finora maturate nell’ambito della politica di coesione;

    2.

    sottolinea che le presenti raccomandazioni riguardano solamente i settori di investimento prioritari, nonché le condizioni quadro per strategie efficaci di sviluppo regionale;

    3.

    osserva che gli enti locali e regionali necessitano di strategie di sviluppo ben definite a medio e a lungo termine per quanto concerne le esigenze effettive, che si fondino sia sulle tendenze previste e sulle sfide, sia sulle realtà specifiche presenti nelle singole aree;

    4.

    rammenta che l’ottimizzazione del funzionamento degli enti locali (regioni, province e comuni) e il relativo sviluppo mediante un utilizzo equilibrato delle risorse e dei fattori regionali per la produzione di merci e l’erogazione di servizi costituiscono l’aspetto più importante della pianificazione strategica territoriale;

    5.

    precisa che le strategie di sviluppo rappresentano uno dei principali strumenti per l’amministrazione locale e regionale in quanto, in stretta correlazione con la visione dello sviluppo futuro dell’Europa, esse forniscono un orientamento per le decisioni e le misure volte a definire obiettivi e priorità;

    6.

    rileva che le strategie di sviluppo regionale e di specializzazione intelligente costituiscono in tal senso strumenti importanti per realizzare sinergie e complementarità tra i singoli strumenti settoriali e assicurano altresì un coinvolgimento adeguato delle parti interessate, in linea con il rispettivo approccio nei confronti dello sviluppo economico, sociale e territoriale di ciascuna area;

    7.

    evidenzia la discrepanza esistente tra il semestre europeo e gli obiettivi della politica di coesione; quest’ultima è una politica a sé stante, e l’obiettivo del trattato (la coesione economica, sociale e territoriale) deve essere sempre mantenuto. Ciò impone di prestare attenzione al grado di pertinenza delle raccomandazioni specifiche per paese e dei programmi di coesione, nonché alla rilevanza della collaborazione tra le autorità nazionali, regionali e locali, per quanto riguarda sia i programmi nazionali di riforma (PNR) sia i programmi di coesione.

    Raccomandazione 1: la pianificazione regionale strategica come punto di partenza per uno sviluppo efficace

    8.

    osserva che il rafforzamento della coesione economica, sociale e territoriale dell’Unione europea, conformemente alle disposizioni del trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE), costituisce uno degli obiettivi principali dell’UE;

    9.

    sottolinea che la politica di coesione dovrebbe mettere in relazione gli obiettivi strategici riguardo alla gestione delle sfide sul piano europeo e internazionale con le strategie di sviluppo a lungo termine a livello locale e regionale degli Stati membri e la relativa attuazione in loco;

    10.

    ricorda inoltre che le numerose sfide con cui devono confrontarsi le città e le regioni presentano una forte dimensione territoriale, poiché la loro efficacia va oltre le singole aree e i rispettivi confini amministrativi; precisa, tuttavia, che le sfide relative allo sviluppo non possono essere affrontate individualmente dai singoli territori, ma che a ciascuno di loro compete in piena autonomia l’espressione degli indirizzi politici di sviluppo e di visione per la propria comunità, nel rispetto del principio di sussidiarietà di cui all’articolo 5, paragrafo 3, del trattato sull’Unione europea (TUE);

    11.

    evidenzia l’importanza assunta dalle strategie territoriali per la gestione integrata e coordinata degli investimenti, laddove «integrata» significa che tutti i livelli amministrativi, da quello locale a quello europeo, si adoperano congiuntamente al fine di realizzare gli obiettivi della rispettiva area, e «coordinata» indica che le singole fonti di finanziamento si integrano a vicenda e contribuiscono al conseguimento degli stessi obiettivi territoriali concordati;

    12.

    sottolinea che è fondamentale basare le decisioni finanziarie e strategiche sugli indicatori di sviluppo socioeconomici attuali. Le proposte per le prospettive finanziarie 2021-2027 si basano sui dati per il periodo 2014-2016, il che distorce notevolmente la rappresentazione della situazione socioeconomica attuale nelle regioni. Ai fini dell’analisi si dovrebbero utilizzare solo indicatori riferiti a un lasso di tempo che precede di non oltre tre anni il periodo di finanziamento: nel caso attuale andrebbero utilizzati gli indicatori relativi agli anni 2017-2019;

    13.

    mette in evidenza che, per la formulazione della futura politica di sviluppo e in particolare, in relazione al quadro finanziario pluriennale (QFP) dell’UE, per le prospettive finanziarie relative al periodo 2021-2027 e oltre, occorre tenere conto delle distribuzioni statistiche attuali; esorta pertanto la Commissione europea a riconsiderare radicalmente il proprio approccio al suddetto settore nell’ambito della definizione del QFP;

    14.

    sottolinea che occorre coinvolgere Eurostat nella ridefinizione dell’approccio e nell’attuazione delle raccomandazioni. Eurostat dovrebbe inoltre occuparsi in misura maggiore dell’ottimizzazione del sistema per il rilevamento e il trattamento dei dati che contribuiscono all’adeguamento alle nuove esigenze e migliorano la cooperazione, e dovrebbe adoperarsi per rendere la raccolta dei dati più efficiente;

    15.

    rammenta che il PIL costituisce un parametro per la produzione e non è adatto a misurare la sostenibilità ecologica, l’utilizzo efficiente delle risorse, l’integrazione sociale e il progresso sociale in generale; rileva, in tale contesto, la necessità di adottare altri indicatori che consentano di misurare la qualità della vita in modo più equo e con maggiore precisione e che siano complementari al PIL;

    16.

    esorta a sviluppare indicatori univoci e misurabili che consentano di tenere conto dei cambiamenti climatici, della biodiversità, dell’efficienza nell’utilizzo delle risorse e dell’inclusione sociale; auspica inoltre che vengano messi a punto indicatori che siano maggiormente focalizzati sulla situazione delle famiglie e ne riflettano il reddito, i consumi e la ricchezza.

    Raccomandazione 2: gli obiettivi di sviluppo sostenibile come base per le strategie a lungo termine delle città e delle regioni

    17.

    sottolinea che sia la strategia Europa 2020 sia il quadro strategico comune hanno offerto una cornice e orientamenti per l’elaborazione di accordi di partenariato e programmi nell’ambito della politica di coesione 2014-2020 e, in particolare, hanno reso possibile un coordinamento tra i fondi strutturali e d’investimento europei (fondi SIE) e altri strumenti;

    18.

    rileva la necessità di definire un quadro atto a orientare a lungo termine le politiche dell’UE successivamente alla strategia Europa 2020 e che consenta l’elaborazione di strategie nazionali, regionali e locali che contribuiscono alla realizzazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile, tenendo conto dei vantaggi derivanti anche dall’istituzione di un partenariato transfrontaliero per affrontare le sfide comuni;

    19.

    accoglie con favore il fatto che con il documento di riflessione dell’UE Verso un’Europa sostenibile entro il 2030 sia stato avviato un dibattito al riguardo, ed esorta la Commissione e il Consiglio europeo a riconoscere l’attuazione dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e i suoi 17 obiettivi come priorità politica e obiettivo generale della prossima agenda strategica dell’Unione europea per il periodo 2019-2024 e oltre;

    20.

    ritiene che l’attuazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile e delle relative strategie politiche dovrebbe essere definita in conformità con il principio di governance multilivello, con il coinvolgimento di tutti i livelli amministrativi e tutte le parti interessate e consentendo di individuare obiettivi differenziati a livello nazionale, regionale e locale;

    21.

    precisa che i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile non includono alcun obiettivo specificamente regionale che riprenda gli obiettivi sanciti nel TFUE volti a garantire uno sviluppo regionale equilibrato nell’UE e a ridurre le disparità di sviluppo tra le singole regioni e che assicuri che nessun territorio venga lasciato indietro;

    22.

    raccomanda alle città e alle regioni di utilizzare gli obiettivi di sviluppo sostenibile come principi guida su cui basare l’elaborazione delle loro strategie di sviluppo locale e regionale, soprattutto in considerazione del fatto che l’Agenda 2030 per un’Europa sostenibile non è ancora definita. A tal fine, è necessario che le città e le regioni, che costituiscono i livelli decisionali più prossimi ai cittadini, alle imprese e alle comunità locali, adeguino gli obiettivi di sviluppo sostenibile alle realtà locali.

    Raccomandazione 3: le città e le regioni dovrebbero basare le loro strategie di sviluppo regionale su un’accurata analisi del futuro

    23.

    sottolinea che per elaborare strategie efficaci di sviluppo regionale si deve tenere conto delle tendenze future. La pianificazione a lungo termine, le proiezioni e altri metodi di previsione strategica costituiscono dunque strumenti importanti per la formulazione della futura politica regionale;

    24.

    rileva che, per poter conseguire risultati positivi in tutta l’UE, le strategie di sviluppo regionale oltre il 2020 devono essere collegate alla nuova agenda territoriale;

    25.

    osserva che le principali sfide future in materia di sviluppo che occorre considerare nelle strategie regionali sono collegate alle macrotendenze o ai cambiamenti ambientali e, pertanto, avranno un impatto significativo sull’economia e sulla popolazione in tutte le regioni dell’UE;

    26.

    sottolinea che i cambiamenti tecnologici avranno un impatto sullo sviluppo socioeconomico, dato che le tecnologie di automazione e di apprendimento automatico possono avere conseguenze considerevoli sui mercati del lavoro. A prescindere da ciò, molte nuove tecnologie possono apportare vantaggi alle aree rurali, poiché alleviano i problemi legati alla bassa densità demografica e alle lunghe distanze;

    27.

    rammenta che per utilizzare le nuove tecnologie è indispensabile creare le infrastrutture tecniche di base. Molti vantaggi delle nuove tecnologie non si concretizzano semplicemente da soli, ma richiedono misure politiche complementari per garantire, ad esempio, che le persone dispongano delle competenze necessarie all’utilizzo di tali tecnologie;

    28.

    sottolinea che il pilastro europeo dei diritti sociali deve essere pienamente attuato. Sebbene nell’UE i progressi sociali siano visibili, i principi di tale pilastro devono trovare una migliore attuazione a tutti i livelli amministrativi. In tale contesto, il Fondo sociale funge da collegamento tra le ambizioni del pilastro sociale e le esigenze regionali in materia di misure e investimenti per lo sviluppo di una determinata regione, come ad esempio l’offerta delle necessarie competenze;

    29.

    osserva che la digitalizzazione comporta cambiamenti sui mercati del lavoro; esorta pertanto a garantire che i nuovi modelli di impresa rispettino i diritti dei lavoratori e che le nuove forme di occupazione assicurino una retribuzione adeguata, sicurezza sociale e protezione dalla discriminazione;

    30.

    rileva la necessità di una pianificazione territoriale più coerente che tenga conto dell’adattamento ai cambiamenti climatici; ricorda inoltre che la pianificazione territoriale svolge un ruolo fondamentale nella riduzione dei rischi dovuti all’aumento dei fenomeni meteorologici estremi e delle calamità naturali;

    31.

    sottolinea l’importante ruolo svolto dalle infrastrutture verdi e blu nella mitigazione degli effetti dei cambiamenti climatici e nell’adattamento ad essi, nonché nel contrasto alla perdita di biodiversità; esorta inoltre gli Stati membri e gli enti locali e regionali a tenere conto della biodiversità nell’adozione di decisioni e nell’elaborazione di documenti di strategia;

    32.

    deplora che il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) non sia più contemplato nel regolamento sulle disposizioni comuni. Insieme a disposizioni divergenti contenute nei regolamenti settoriali, ciò rende più difficile il coordinamento delle risorse destinate agli ambiti dei cambiamenti climatici e della biodiversità, nonché le strategie globali tra i diversi fondi e le strutture di cooperazione a livello regionale;

    33.

    sottolinea la necessità di tenere conto dell’impatto ambientale fin dall’inizio del processo di pianificazione strategica delle infrastrutture, nonché di svolgere correttamente le pertinenti valutazioni strategiche dell’impatto ambientale e della sostenibilità ambientale, che consentiranno successivamente di avere meno problemi per quanto riguarda l’autorizzazione e l’attuazione dei progetti;

    34.

    ritiene che l’approccio territoriale debba riflettere l’identità regionale e/o locale e ricorda che le singole comunità hanno una diretta responsabilità e competenza nella definizione delle politiche, in coerenza con le proprie specificità territoriali, sociali e culturali; evidenzia, a tale proposito, che ciascuna regione è contraddistinta da caratteristiche specifiche che costituiscono un importante fattore di crescita e contribuiscono a gestire le situazioni di crisi;

    35.

    si rammarica che nella strategia Europa 2020 per il futuro sviluppo dell’Unione europea non sia stato tenuto conto della cultura; chiede pertanto che questa risorsa, insieme alle sue istituzioni e ai suoi luoghi, venga riconosciuta come settore strategico nella prossima strategia e pianificazione politica; esorta, in tale contesto, le regioni che considerano il proprio patrimonio culturale come uno dei loro principali punti di forza a tenere conto di tale componente nelle strategie di specializzazione intelligente.

    Raccomandazione 4: investire nella creazione di capacità istituzionali e amministrative come premessa per un utilizzo efficiente dei fondi pubblici

    36.

    sottolinea che il buon esito della definizione integrata delle politiche dipende in forte misura dalla qualità delle amministrazioni nazionali e regionali ed evidenzia che le capacità istituzionali e amministrative rappresentano un fattore determinante per la corretta gestione dei programmi nell’ambito dei fondi SIE, ma che esse svolgono un ruolo importante anche per migliorare la prosperità economica nel suo complesso;

    37.

    mette in rilievo che, in base a numerosi studi, l’efficacia della spesa pubblica è maggiormente legata a una buona amministrazione e all’efficienza delle istituzioni piuttosto che ai fattori macroeconomici; pertanto la redditività del capitale investito è direttamente legata al livello di investimenti, ma anche alla qualità dell’amministrazione;

    38.

    ritiene che una buona governance (e in generale un’amministrazione efficiente) rappresenti un elemento fondamentale per un’attuazione efficace delle strategie di sviluppo locale e regionale; precisa, in tale contesto, che l’UE così come le città e le regioni necessitano di leader che non abbiano timore di concepire visioni per il futuro dei loro territori e di farle confluire nelle strategie di sviluppo. L’attività degli enti regionali è un presupposto indispensabile per lo sviluppo di una determinata regione;

    39.

    esorta a promuovere in modo adeguato lo sviluppo di competenze e qualifiche digitali da parte dei cittadini a tutti i livelli di istruzione; ritiene che lo sviluppo delle competenze digitali da parte dei lavoratori nell’UE costituisca un requisito indispensabile per gestire i mutamenti del mercato del lavoro e per evitare la carenza di personale qualificato e lacune in termini di qualifiche.

    Raccomandazione 5: promuovere le sinergie tra i fondi e gli altri attori

    40.

    rammenta che la politica di coesione, come tutte le altre politiche dell’UE, deve contribuire all’attuazione degli obiettivi fondamentali sanciti nei Trattati. Nel contempo, tuttavia, le altre politiche dell’UE devono apportare a loro volta un contributo alla realizzazione degli obiettivi della politica di coesione definiti nei Trattati;

    41.

    rileva inoltre che i singoli fondi SIE adempiono compiti specifici contemplati nel trattato, che sono tuttora attuali, ma nel loro complesso possono apportare altresì un contributo all’attuazione degli obiettivi della politica di coesione, sebbene ciascuno di questi fondi contribuisca anche all’assolvimento dei compiti degli altri fondi;

    42.

    evidenzia che, al fine di realizzare sinergie e rafforzare l’impatto e l’efficacia dei singoli strumenti, è fondamentale adeguare le strategie e le tipologie di misure, nonché la collaborazione tra i singoli attori fin dalle prime fasi del processo di programmazione;

    43.

    rileva l’importanza della trasparenza e dell’impiego strategico degli appalti pubblici a tutti i livelli amministrativi, in particolare in termini di principi chiari e univoci. In tale contesto occorre evitare disparità tra i singoli Stati membri, tra i singoli livelli amministrativi e di governo ovvero tra gli Stati membri e la Commissione europea, ed è necessario ridurre al minimo gli oneri amministrativi;

    44.

    reputa che le iniziative, le strategie, i piani d’azione e i partenariati pubblico-privato nell’ambito delle discipline STEAM (scienza, tecnologia, ingegneria, arte e matematica), attuati a livello locale e regionale, possano apportare un importante contributo alla riduzione delle disparità di sviluppo in tutta Europa; ritiene inoltre che, classificando l’insegnamento delle discipline STEAM come priorità a livello locale e regionale e considerando prioritarie le iniziative per la collaborazione e gli investimenti che puntano allo sviluppo di tali discipline, si possa contribuire notevolmente ad attenuare gli effetti negativi della «fuga dei cervelli».

    Raccomandazione 6: cooperazione territoriale nelle aree funzionali

    45.

    sottolinea che i confini amministrativi spesso non corrispondono ai legami esistenti tra le economie di un intero territorio. In tal senso, ad esempio, possono sussistere importanti collegamenti tra le città e i bacini di utenza circostanti, tra le aree rurali e quelle urbane, nonché tra le regioni limitrofe di paesi diversi;

    46.

    sottolinea che, in quasi tutte le questioni inerenti allo sviluppo, l’impatto territoriale va oltre il livello locale e i confini amministrativi, per cui le decisioni devono essere adottate congiuntamente ai diversi livelli. L’adozione delle decisioni deve essere preceduta da un dialogo congiunto fin dalle primissime fasi della ricerca di una risposta a queste questioni;

    47.

    ritiene che occorra prestare particolare attenzione alla situazione delle regioni remote, di quelle (ultra)periferiche, di quelle scarsamente popolate o frontaliere, di quelle che devono far fronte a sfide particolari — in particolare montane, insulari — e di quelle che, in alcuni casi, presentano ritardi di sviluppo, soprattutto per quanto riguarda il miglioramento della connettività e dei collegamenti tra di esse;

    48.

    raccomanda di elaborare strategie comuni per le aree funzionali e di adattare, per quanto possibile, le strategie e i programmi pertinenti.

    Raccomandazione 7: progetti comuni tra paesi vicini in materia di programmi nazionali e regionali nell’ambito dei fondi SIE

    49.

    raccomanda alle autorità di gestione di avvalersi appieno delle possibilità offerte dal regolamento recante disposizioni comuni applicabili ai fondi della politica di coesione (articolo 57, paragrafo 4, della proposta della Commissione europea) al fine di programmare progetti di cooperazione interregionale o transfrontaliera con i programmi regionali nell’ambito dei fondi SIE onde coprire le aree funzionali transfrontaliere. Nell’elaborazione di tali progetti è altresì necessario uno stretto coordinamento tra i programmi Interreg pertinenti per assicurarne la complementarità ed evitare duplicazioni;

    50.

    rinnova il suo sostegno al proposto meccanismo dell’UE di cooperazione transfrontaliera, il quale sarebbe di enorme importanza per eliminare gli ostacoli e le strozzature nell’ambito di tale cooperazione;

    51.

    sottolinea l’importanza che l’UE avvii una vera e propria strategia di diplomazia culturale. A tale fine, occorre rafforzare la comunicazione e gli scambi culturali e artistici tra le regioni dell’UE, in particolare quelle ultraperiferiche, e i paesi terzi, tra l’altro mediante strumenti che consentano agli artisti di recarsi e/o presentare le loro opere in paesi terzi e viceversa.

    Raccomandazione 8: promuovere l’approccio territoriale sfruttando tutte le potenzialità offerte dagli strumenti integrati [ad esempio sviluppo locale di tipo partecipativo (CLLD) e investimenti territoriali integrati (ITI)]

    52.

    sottolinea che il rafforzamento della coesione a livello regionale e locale, anche in una dimensione transfrontaliera, richiede un approccio che parta dal basso e sia incentrato sul territorio, al fine di sviluppare soluzioni idonee in loco;

    53.

    raccomanda lo sviluppo di strategie territoriali in tutti i programmi; sottolinea, in tale contesto, il valore aggiunto offerto dai programmi plurifondo e incoraggia un maggiore ricorso agli strumenti territoriali nelle aree funzionali;

    54.

    sottolinea il ruolo dello sviluppo locale di tipo partecipativo (CLLD) quale strumento specifico per il livello subregionale che va a integrare le altre forme di sostegno a livello locale;

    55.

    ritiene che il CLLD offra un particolare valore aggiunto attraverso la partecipazione, la consultazione e la collaborazione della popolazione locale e di tutti gli attori pubblici e privati, garantisca l’impiego delle competenze presenti in loco e consenta di tenere conto delle esigenze specifiche dei singoli territori;

    56.

    sottolinea l’importante ruolo svolto dalla specializzazione intelligente, in particolare grazie ai finanziamenti europei per la ricerca, nel potenziamento dei sistemi regionali di innovazione, nello scambio di conoscenze tra le regioni e nel rafforzamento delle sinergie.

    Bruxelles, 8 ottobre 2019

    Il presidente

    del Comitato europeo delle regioni

    Karl-Heinz LAMBERTZ


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