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Document 52019IP0031(01)

Risoluzione del Parlamento europeo del 10 ottobre 2019 sulle ingerenze elettorali straniere e la disinformazione nei processi democratici nazionali ed europei (2019/2810(RSP))

GU C 202 del 28.5.2021, p. 25–30 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

28.5.2021   

IT

Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

C 202/25


P9_TA(2019)0031

Interferenze elettorali straniere e disinformazione nei processi democratici nazionali ed europei

Risoluzione del Parlamento europeo del 10 ottobre 2019 sulle ingerenze elettorali straniere e la disinformazione nei processi democratici nazionali ed europei (2019/2810(RSP))

(2021/C 202/06)

Il Parlamento europeo,

visti il trattato sull'Unione europea (TUE), il trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE), la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, in particolare gli articoli 7, 8, 11, 12, 39, 40, 47 e 52, la Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, in particolare gli articoli 8, 9, 10, 11, 13, 16 e 17, e il protocollo della Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, in particolare l'articolo 3,

visto il patto internazionale sui diritti civili e politici (ICCPR), del 16 dicembre 1966, in particolare gli articoli 2, 17, 19, 20 e 25,

vista la comunicazione della Commissione del 26 aprile 2018 dal titolo «Contrastare la disinformazione online: un approccio europeo» (COM(2018)0236),

visti il piano d'azione congiunto della Commissione e della VP/AR, del 5 dicembre 2018, contro la disinformazione (JOIN (2018) 0036) e la relazione congiunta della Commissione e della VP/AR, del 14 giugno 2019, sull'attuazione del piano d'azione contro la disinformazione (JOIN(2019)0012),

viste le conclusioni del Consiglio europeo del 18 ottobre 2018,

visto lo studio dal titolo «Automated tackling of disinformation» (Lotta automatizzata alla disinformazione), pubblicato dalla Direzione generale dei Servizi di ricerca parlamentare del Parlamento europeo il 15 marzo 2019 (1),

vista la sua risoluzione del 12 marzo 2019 sulle minacce per la sicurezza connesse all'aumento della presenza tecnologica cinese nell'Unione e sulla possibile azione a livello di Unione per ridurre tali minacce (2),

vista la sua risoluzione del 23 novembre 2016 sulla comunicazione strategica dell'UE per contrastare la propaganda nei suoi confronti da parte di terzi (3),

vista la sua raccomandazione al Consiglio e alla vicepresidente della Commissione/alta rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, del 13 marzo 2019, sul bilancio del seguito dato dal SEAE a due anni dalla relazione del PE sulla comunicazione strategica dell'UE per contrastare la propaganda nei suoi confronti da parte di terzi (4),

viste la direttiva 2002/58/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 12 luglio 2002, relativa al trattamento dei dati personali e alla tutela della vita privata nel settore delle comunicazioni elettroniche (direttiva relativa alla vita privata e alle comunicazioni elettroniche) (5) e la sua riforma attualmente in corso,

vista la sua risoluzione del 25 ottobre 2018 sull'utilizzo dei dati degli utenti Facebook da parte di Cambridge Analytica e l'impatto sulla protezione dei dati (6),

vista la sua risoluzione del 12 dicembre 2018 sulla relazione annuale sull'attuazione della politica di sicurezza e di difesa comune (7),

vista la comunicazione della Commissione, del 24 luglio 2019, intitolata «Diciannovesima relazione sui progressi compiuti verso un'autentica ed efficace Unione della sicurezza» (COM(2019)0353),

visto il regolamento (UE) 2016/679 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 27 aprile 2016, relativo alla protezione delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali, nonché alla libera circolazione di tali dati, e che abroga la direttiva 95/46/CE (regolamento generale sulla protezione dei dati) (8),

vista la proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce il programma Europa digitale per il periodo 2021-2027, presentata dalla Commissione il 6 giugno 2018 (COM(2018)0434),

visto l'articolo 132, paragrafo 2, del suo regolamento,

A.

considerando che i tentativi da parte di attori statali e non statali di paesi terzi di influire sui processi decisionali nell'UE e nei suoi Stati membri, nonché di esercitare pressioni sui valori sanciti dall'articolo 2 TUE mediante ingerenze intenzionali, fanno parte di una tendenza più ampia osservata nelle democrazie di tutto il mondo;

B.

considerando che le ingerenze straniere possono assumere le forme più disparate, tra cui campagne di disinformazione sui media sociali finalizzate a plasmare l'opinione pubblica, attacchi informatici contro infrastrutture elettorali critiche nonché sostegno finanziario diretto e indiretto ad attori politici;

C.

considerando che le ingerenze elettorali straniere costituiscono una sfida importante poiché comportano gravi rischi per le società e le istituzioni democratiche europee, i diritti e le libertà fondamentali, lo Stato di diritto, la sicurezza, il benessere economico e, in ultima analisi, la sovranità dell'Europa;

D.

considerando che l'interconnessione globale delle persone e delle economie creata dai mezzi digitali e dalle nuove tecnologie è stata altresì utilizzata, anche impropriamente, dagli Stati che operano ingerenze all'estero; che i media, in particolare le piattaforme sociali, possono essere facilmente sfruttati per diffondere false informazioni;

E.

considerando che è necessario rendere note le campagne di disinformazione condotte dalla Russia, in quanto costituiscono la fonte principale di disinformazione in Europa;

F.

considerando che, al di là della Russia, attori statali e non statali di altri paesi terzi sono coinvolti in ingerenze intenzionali nei dibattiti pubblici europei;

G.

considerando che da un'analisi preliminare condotta dalla Commissione nel giugno 2019 è emerso che le misure poste in atto per proteggere l'integrità delle elezioni europee hanno contribuito a limitare le ingerenze di attori stranieri, statali e non, nelle elezioni del Parlamento europeo del maggio 2019;

H.

considerando che l'UE ha attuato efficacemente una serie di misure per mitigare le influenze estere sulle elezioni del Parlamento europeo del 2019 e per preservarne l'integrità, in particolare un codice di buone pratiche contro la disinformazione, un sistema di allarme rapido e una rete europea di cooperazione in materia elettorale; che la Commissione ha dichiarato l'intenzione di adottare ulteriori provvedimenti in tal senso;

I.

considerando che l'UE dipende fortemente da tecnologie, software e infrastrutture straniere, il che può renderla più vulnerabile alle ingerenze elettorali straniere;

J.

considerando che, data l'entità degli atti di ingerenza intenzionale, è necessaria una risposta coordinata a livello europeo, che comprenda diversi elementi complementari;

K.

considerando che la responsabilità di contrastare la disinformazione e le ingerenze elettorali straniere non spetta esclusivamente alle autorità pubbliche, ma anche alle società di Internet e dei media sociali, che dovrebbero pertanto cooperare per conseguire tale obiettivo, senza però compromettere la libertà di espressione né divenire organi di censura privatizzati;

L.

considerando che diverse indagini hanno attestato che sono state violate o eluse norme elettorali fondamentali, in particolare le disposizioni vigenti in materia di trasparenza del finanziamento delle campagne elettorali, con presunte spese politiche effettuate da organizzazioni senza scopo di lucro di paesi terzi, segnatamente la Russia;

M.

considerando che tutti i casi noti di ingerenze elettorali straniere denotano una tendenza che si è ripresentata in maniera sistematica negli ultimi anni;

N.

considerando che entro la fine del 2020 sono previste oltre 50 elezioni presidenziali, nazionali, amministrative o regionali negli Stati membri;

1.

sottolinea che la libertà di parola e di espressione, la tutela della vita privata e dei dati personali e il pluralismo dei media rivestono un'importanza fondamentale in società democratiche resilienti e offrono le migliori difese contro le campagne di disinformazione e la propaganda ostile;

2.

sottolinea che, nonostante la natura multiforme delle interferenze ostili e della disinformazione provenienti dall'estero, l'ingerenza nelle elezioni fa parte di una strategia più ampia di guerra ibrida e che rispondervi continua quindi a essere una questione fondamentale di sicurezza e di politica estera;

3.

ribadisce che le ingerenze straniere nelle elezioni compromettono il diritto dei cittadini di prender parte alla governance del proprio paese, direttamente o attraverso rappresentanti scelti liberamente, come sancito dalla dichiarazione universale dei diritti umani, e che tali ingerenze da parte di altri Stati costituiscono una violazione del diritto internazionale anche nei casi in cui non vi è ricorso alla forza militare e non sussistono minacce all'integrità territoriale o all'indipendenza politica;

4.

ritiene che lo svolgimento di elezioni libere ed eque sia fondamentale nel processo democratico e invita quindi le istituzioni dell'UE e gli Stati membri ad agire con risolutezza in questo ambito, anche nel contesto del prossimo processo di riflessione sul futuro dell'UE;

5.

esprime profonda preoccupazione di fronte al continuo emergere di prove di ingerenze, spesso con indizi di influenza straniera, nel periodo precedente a tutte le principali elezioni nazionali ed europee, ingerenze che in gran parte dei casi favoriscono candidati anti-UE ed estremisti e populisti di estrema destra e sono destinate a specifici gruppi vulnerabili e minoranze, tra cui i migranti, le persone LGBTI e i gruppi religiosi, persone di origine rom, musulmani o persone ritenute musulmane, con l'obiettivo più ampio di minare l'attrattiva delle società democratiche ed eque;

6.

constata la preoccupante tendenza dei gruppi di estrema destra a livello globale, che si servono della disinformazione diffusa su larga scala mediante le piattaforme dei media sociali; esprime preoccupazione in merito alla possibilità che detta disinformazione abbia contribuito al regresso in materia di parità di genere e diritti della comunità LGBTI;

7.

riconosce che la stragrande maggioranza degli Stati membri ha vietato, in tutto o in parte, le donazioni estere ai partiti politici e ai candidati; rammenta con preoccupazione che, anche in presenza di leggi che impongono restrizioni alle fonti di finanziamento politico, esse sono state eluse da attori stranieri che hanno trovato il modo di offrire sostegno ai propri alleati contraendo prestiti presso banche estere, come nel caso del Front National nel 2016, sottoscrivendo contratti commerciali e di acquisto, come denotano le accuse pubblicate da Der Spiegel e Süddeutsche Zeitung il 17 maggio 2019 nei confronti del Partito della libertà austriaco e da Buzzfeed e L'Espresso il 10 luglio 2019 nei confronti della Lega per Salvini Premier, nonché facilitando attività finanziarie, come denunciato dalla stampa britannica a proposito della campagna Leave.EU;

8.

esprime profonda preoccupazione per il carattere altamente pericoloso della propaganda russa in particolare, e invita la Commissione e il Consiglio a porre in atto una strategia efficace e dettagliata per contrastare le strategie di disinformazione russe in maniera rapida e determinata;

9.

osserva con preoccupazione che il numero di casi di disinformazione attribuiti a fonti russe e documentati dalla task force di comunicazione strategica per l'Est (East StratCom) dal gennaio 2019 (998 casi) è più che raddoppiato rispetto allo stesso arco di tempo nel 2018 (434 casi);

10.

condanna altresì fermamente le azioni sempre più aggressive compiute da attori statali e non statali di paesi terzi che cercano di compromettere o sospendere i fondamenti e i principi normativi delle democrazie europee e la sovranità di tutti i paesi candidati all'adesione all'UE nei Balcani occidentali e nei paesi del partenariato orientale, nonché volte a influenzare le elezioni e sostenere i movimenti estremisti, considerando che la portata degli attacchi informatici è in costante crescita;

11.

riconosce gli effetti positivi delle azioni volontarie intraprese dai fornitori di servizi e dalle piattaforme per contrastare la disinformazione, tra cui figurano le nuove norme del codice di condotta volte a incrementare la trasparenza della propaganda elettorale sui media sociali, nonché delle misure attuate dalla Commissione e dagli Stati membri nell'ultimo anno e ricorda a questi ultimi la loro responsabilità condivisa in materia di lotta alla disinformazione;

12.

ricorda la sua risoluzione del 25 ottobre 2018, in cui ha esortato Facebook, a seguito dello scandalo Cambridge Analytica, ad attuare diverse misure per impedire che la piattaforma sociale sia impiegata per esercitare ingerenze elettorali; osserva che Facebook non ha dato seguito alla maggior parte di tali richieste;

13.

ritiene che le ingerenze elettorali che si verificano in uno Stato membro incidano sull'UE nel suo complesso nella misura in cui esse comportano effetti sulla composizione delle istituzioni dell'Unione; è dell'avviso che tali minacce non possano essere affrontate né esclusivamente da autorità nazionali che operano in modo isolato né mediante una pura autoregolamentazione del settore privato, ma necessitano di un approccio coordinato multipartecipativo e su più livelli; ritiene opportuno che sia elaborato un quadro giuridico per far fronte alle minacce ibride, tra cui gli attacchi informatici e la disinformazione, al fine di consentire all'UE di rispondere in maniera incisiva;

14.

ribadisce, tuttavia, la necessità di elaborare una forte politica comune europea onde affrontare in modo efficace sia le ingerenze estere che le campagne di disinformazione attraverso una solida comunicazione tra l'UE e le piattaforme online e i fornitori di servizi;

15.

invita tutti gli attori coinvolti a proseguire i loro sforzi per garantire che il processo democratico, così come le elezioni, siano protetti da ingerenze e manipolazioni da parte di attori statali e non statali; sottolinea, in particolare, la necessità di potenziare l'alfabetizzazione mediatica e l'educazione civica fin dalla più giovane età attraverso la cultura e l'istruzione scolastica, al fine di consentire a coloro che sono bersaglio di campagne di disinformazione di individuare le informazioni distorte che ricevono; incoraggia pertanto gli Stati membri a includere nei programmi didattici corsi di alfabetizzazione mediatica, nonché a sviluppare campagne di informazione mirate ai segmenti della popolazione maggiormente esposti alla disinformazione;

16.

è preoccupato per la dipendenza dell'UE da tecnologie e materiale informatico provenienti dall'estero; sottolinea che l'UE deve cercare di aumentare le proprie capacità, in quanto ciò può limitare le possibilità di ingerenze elettorali intenzionali da parte di attori esteri;

17.

ribadisce il suo invito rivolto alla Commissione e agli Stati membri a creare un ambiente favorevole all'innovazione, basato sui principi dell'economia di mercato e sulla tutela dei diritti fondamentali, al fine di consentire alle imprese europee di realizzare appieno il loro potenziale e impiegare la tutela di detti diritti come un vantaggio competitivo;

18.

chiede finanziamenti nazionali ed europei al fine di consolidare le capacità di contrasto della comunicazione strategica di terze parti ostili e rafforzare lo scambio di informazioni e di migliori prassi in questo settore, sia nell'attuale quadro finanziario pluriennale che in quello post 2020, attraverso programmi quali, tra gli altri, Orizzonte Europa ed Europa digitale; sottolinea che tali programmi dovrebbero prevedere garanzie adeguate per assicurare un rigoroso rispetto del diritto internazionale e dei diritti umani, in particolar modo nel finanziare paesi terzi;

19.

sottolinea la necessità di continuare a sostenere e promuovere il giornalismo responsabile e la responsabilità editoriale nei media sia tradizionali che nuovi, dinanzi alle sfide delle informazioni tendenziose non verificate o di parte che minano la fiducia dei cittadini nei confronti dei media indipendenti;

20.

pone l'accento sulla cruciale necessità di sostenere i media di servizio pubblico che non dipendono economicamente da fonti di finanziamento private e possono pertanto fornire al grande pubblico informazioni imparziali e di elevata qualità garantendo e mantenendo al contempo la loro indipendenza rispetto alle ingerenze politiche;

21.

ribadisce il suo appoggio al prezioso lavoro svolto dal Fondo europeo per la democrazia nel sostenere le organizzazioni che lottano contro la disinformazione e le notizie false;

22.

ritiene opportuno che l'UE si adoperi per trovare soluzioni pratiche per sostenere e rafforzare i media democratici, indipendenti e diversificati nei paesi del vicinato dell'UE e nei paesi dei Balcani occidentali candidati all'adesione all'Unione;

23.

chiede che la task force East StratCom sia potenziata, divenga una struttura permanente nell'ambito del Servizio europeo per l'azione esterna, riceva una maggiore dotazione finanziaria e sia dotata di un numero di effettivi più elevato rispetto al passato;

24.

sottolinea che, vista la complessità dei rischi posti dalle ingerenze elettorali e dalle campagne di disinformazione online, l'individuazione e la gestione di tali rischi necessita di una cooperazione intersettoriale che coinvolga le autorità competenti e le parti interessate;

25.

invita la Commissione a classificare le attrezzature elettorali come infrastrutture critiche di modo da garantire che, in caso di violazioni, si possano applicare le risposte previste dalla direttiva NIS (9);

26.

ricorda che una quota significativa di tali atti intenzionali di ingerenza costituisce una violazione delle norme europee in materia di privacy e protezione dei dati; invita le autorità nazionali competenti per la protezione dei dati ad avvalersi appieno dei loro poteri per indagare sulle violazioni in materia di protezione dei dati e imporre penali e sanzioni dissuasive;

27.

ribadisce il suo invito rivolto agli Stati membri a indagare, con il sostegno di Eurojust, sul presunto uso illecito dello spazio politico online da parte di forze straniere;

28.

invita la Commissione a continuare a monitorare l'impatto delle ingerenze estere in tutta Europa e a rispettare l'impegno solennemente assunto dalla sua Presidente neoeletta Ursula von der Leyen di «far fronte alle minacce di intervento esterno nelle nostre elezioni europee» (10);

29.

invita il prossimo vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza a rendere la lotta alla disinformazione un obiettivo prioritario della politica estera;

30.

invita la Commissione a valutare le possibili misure legislative e non legislative che possano condurre le piattaforme dei social media a intervenire al fine di contrassegnare in maniera sistematica i contenuti condivisi da sistemi automatici (bot), rivedere gli algoritmi per renderli il più imparziali possibile e chiudere i profili di coloro che intraprendono attività illecite per destabilizzare i processi democratici o incitare alla retorica dell'odio, senza compromettere la libertà di espressione;

31.

invita la Commissione e gli Stati membri a sostenere le istituzioni pubbliche, i gruppi di riflessione, le ONG e i cyberattivisti di base che si occupano di questioni legate alla propaganda e alla disinformazione, nonché a mettere a disposizione finanziamenti e sostegno per campagne di sensibilizzazione volte ad accrescere la resilienza dei cittadini dell'UE alla disinformazione;

32.

ricorda che gli informatori svolgono un ruolo cruciale nel salvaguardare la democrazia e la governance quando divulgano informazioni nell'interesse pubblico; invita le autorità degli Stati membri del Consiglio d'Europa a definire e diffondere una politica relativa agli informatori, basata sui 20 principi fissati dalla raccomandazione CM/Rec(2014)6; ricorda la recente adozione della direttiva sulla protezione degli informatori;

33.

rammenta che l'UE ha stanziato 4 175 milioni di EUR a favore delle azioni volte a sostenere la libertà dei media e il giornalismo investigativo, tra cui un meccanismo di risposta alle violazioni della libertà di stampa e dei media e la protezione concreta dei giornalisti;

34.

ritiene che solo una riflessione d'insieme sulle ingerenze estere e autoritarie e una ricerca delle soluzioni alle vulnerabilità di tutti gli aspetti della governance e delle istituzioni democratiche, compresi i partiti politici europei, possano consentire all'UE di tutelare i propri processi democratici;

35.

invita la Commissione e gli Stati membri ad avviare discussioni con le parti interessate e con i partner internazionali, anche nei consessi internazionali pertinenti, al fine di intensificare le loro azioni per contrastare le minacce ibride;

36.

sottolinea che la NATO e i suoi centri di eccellenza costituiscono uno strumento essenziale per consentire all'Europa di consolidare il legame transatlantico e accrescere la resistenza dell'Europa e dell'America settentrionale alla disinformazione;

37.

invita la Commissione ad affrontare la questione dei finanziamenti esteri alle fondazioni politiche e ai partiti politici europei, senza ostacolare la creazione di uno spazio pubblico che vada oltre l'Unione europea, nonché ad avviare una discussione con gli Stati membri al fine di affrontare tali questioni in relazione ai partiti politici e alle fondazioni politiche a livello nazionale;

38.

incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione alla Commissione e al Consiglio nonché ai governi e ai parlamenti degli Stati membri.

(1)  Direzione generale dei Servizi di ricerca parlamentare, Unità Prospettiva scientifica, 15 marzo 2019.

(2)  Testi approvati, P8_TA(2019)0156.

(3)  GU C 224 del 27.6.2018, pag. 58.

(4)  Testi approvati, P8_TA(2019)0187.

(5)  GU L 201 del 31.7.2002, pag. 37.

(6)  Testi approvati, P8_TA(2018)0433.

(7)  Testi approvati, P8_TA(2018)0514.

(8)  GU L 119 del 4.5.2016, pag. 1.

(9)  Direttiva (UE) 2016/1148 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 6 luglio 2016, recante misure per un livello comune elevato di sicurezza delle reti e dei sistemi informativi nell'Unione (GU L 194 del 19.7.2016, pag. 1).

(10)  «Un'Unione più ambiziosa: il mio programma per l'Europa», di Ursula von der Leyen — Orientamenti politici per la prossima Commissione europea 2019-2024 (2019), https://ec.europa.eu/commission/sites/beta-political/files/political-guidelines-next-commission_it.pdf — pag. 21.


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