COMMISSIONE EUROPEA
Strasburgo,13.3.2018
SWD(2018) 79 final
DOCUMENTO DI LAVORO DEI SERVIZI DELLA COMMISSIONE
CONSULTAZIONE DEI PORTATORI DI INTERESSI - RELAZIONE RIEPILOGATIVA
che accompagna il documento
Proposta di raccomandazione del Consiglio
sull'accesso alla protezione sociale per i lavoratori subordinati e autonomi
{COM(2018) 132 final}
Consultazione dei portatori di interessi - Relazione riepilogativa
Contesto - Il pilastro europeo dei diritti sociali
L'8 marzo 2016 la Commissione europea ha adottato una comunicazione che presentava una prima stesura di massima di quello che sarebbe dovuto diventare il pilastro europeo dei diritti sociali
. Tale comunicazione esponeva le motivazioni dell'iniziativa e ne illustrava il ruolo, la portata e la natura
.
Su tali basi la Commissione ha avviato un'ampia consultazione pubblica, tenutasi dal marzo al 31 dicembre 2016, al fine di raccogliere osservazioni sulla prima stesura e incorporarle nella proposta definitiva. L'obiettivo della consultazione era intavolare una discussione sui diritti sociali esistenti, sulle trasformazioni in atto nel mondo del lavoro e nelle società, nonché sul ruolo del pilastro come parte della dimensione sociale dell'Unione economica e monetaria. Il 23 gennaio 2017 si è svolta una conferenza europea per concludere il processo di consultazione
. Uno dei temi principali della procedura di consultazione è stato come garantire la protezione sociale alle persone in tutte le forme di occupazione.
I portatori di interessi hanno dichiarato che una protezione sociale adeguata e sostenibile dovrebbe garantire copertura a tutte le persone, indipendentemente dalla loro situazione occupazionale, tenendo in debita considerazione i più vulnerabili, sulla base di un approccio integrato per la fornitura di servizi e prestazioni, e comprendere un'assistenza sanitaria sostenibile e accessibile che tenga presenti le circostanze nazionali, e un'assistenza a lungo termine di qualità, basata in particolare sui servizi di assistenza a domicilio e sui servizi locali, nonché alloggi adeguati e sostegno alle persone senza fissa dimora per il loro reinserimento sociale. Prestazioni di disoccupazione adeguate e di durata ragionevole, nonché regimi di reddito minimo adeguati dovrebbero fornire un sistema di protezione sociale di base resiliente in grado di favorire la reintegrazione nel mercato del lavoro. I regimi pensionistici dovrebbero offrire adeguata protezione contro la povertà in età avanzata garantendo nel contempo la sostenibilità al fine di tutelare le future generazioni e fornire le risorse necessarie per un'infanzia senza povertà
.
Anche altre istituzioni dell'UE hanno contribuito al dibattito, che è stato arricchito di elementi pertinenti dal Comitato economico e sociale europeo
("ritiene che, nel quadro dei dibattiti avviati dalla Commissione europea sulla definizione del pilastro europeo dei diritti sociali, si debba obbligatoriamente prendere in considerazione anche la situazione dei lavoratori riconducibili alle nuove forme di occupazione e, in particolare, il modo per riconoscere il loro status, oltre che le modalità per disciplinare il loro accesso ai regimi di sicurezza e protezione sociale") e dal Comitato delle regioni
("è del parere che le nuove forme di occupazione o la definizione di nuovi standard minimi europei comuni debbano tenere in considerazione sempre un adeguato livello di protezione sociale"). Il Parlamento europeo
è andato oltre e ha chiesto una raccomandazione per tutte le persone in tutte le forme di impiego.
L'iniziativa sull'accesso alla protezione sociale
Per orientare la presente iniziativa sono state condotte numerose consultazioni dei portatori di interessi, tra cui una procedura di consultazione in due fasi delle parti sociali europee come stabilito all'articolo 154 del TFUE e una consultazione pubblica aperta.
1. Risultati della valutazione d'impatto iniziale
La Commissione ha ricevuto nove riscontri in merito alla valutazione d'impatto iniziale, inviati da privati e organizzazioni di Paesi Bassi (6), Belgio, Germania e Regno Unito. I riscontri inviati da individui/associazioni dei Paesi Bassi pongono l'accento sulla sussidiarietà e sul fatto che i lavoratori autonomi desiderano essere responsabili delle proprie decisioni, anche in merito all'assicurazione dei rischi. Secondo il contributo di un'organizzazione imprenditoriale del Regno Unito, i regimi facoltativi sono più facilmente attuabili negli Stati membri a breve-medio termine (2-5 anni), ma richiedono che l'attuazione avvenga a livello nazionale e potrebbe essere difficile per i governi trovare un accordo. La risposta di EuroHealthNet si concentra sull'importante ruolo svolto dalla protezione sociale verso il raggiungimento dell'obiettivo di riduzione delle disuguaglianze in ambito sanitario e le associazioni di coordinamento della previdenza sociale tedesca (DSV) sostengono il dibattito relativo all'accesso alla protezione sociale e alla preparazione dei sistemi di protezione sociale alle esigenze future in un mondo del lavoro in evoluzione.
2. Risultati della prima fase della consultazione delle parti sociali
La prima fase della consultazione delle parti sociali si è svolta tra il 29 aprile e il 23 giugno 2017.
I sindacati che hanno risposto alla consultazione sono: la Confederazione europea dei sindacati (CES), Eurocadres e la Confederazione europea dei quadri (CEC), la Confederazione europea dei sindacati indipendenti (CESI), la European Arts and Entertainment Alliance (EAEA) e la Federazione europea dei giornalisti (EFJ). È importante sottolineare che la risposta della CES ha tenuto conto anche dei pareri delle sue 10 organizzazioni sindacali settoriali.
Per conto dei datori di lavoro hanno inviato risposte alla consultazione: BusinessEurope, il Centro Europeo dei datori di lavoro e delle imprese o organizzazioni che offrono servizi di interesse generale (CEEP), l'Unione europea dell'artigianato e delle piccole e medie imprese (UEAPME), il Consiglio dei datori di lavoro europei dell'industria metallurgica, ingegneristica e tecnologica (CEEMET), il Consiglio dei comuni e delle regioni d'Europa (CCRE), lo European Chemical Employers Group (ECEG), la Confederazione europea degli hotel, dei ristoranti e dei bar (HOTREC), l'associazione di rappresentanza del commercio al dettaglio, all'ingrosso e internazionale nell'UE (EuroCommerce), il gruppo Datori di lavoro del Comitato delle organizzazioni professionali agricole dell'Unione europea (GEOPA-COPA) e la Confederazione mondiale dell'occupazione (WEC).
Individuazione di problemi relativi all'accesso alla protezione sociale
Tutte le parti sociali hanno largamente convenuto sul fatto che esistono problemi relativi all'accesso alla protezione sociale per i lavoratori atipici e autonomi.
I datori di lavoro hanno tuttavia sottolineato che usare il termine generale "atipiche" per definire forme di occupazione molto diverse tra loro non è opportuno, poiché ciò non tiene conto delle differenze esistenti tra di esse e delle necessità e dei desideri dei rispettivi lavoratori, anche in termini di accesso alla protezione sociale (BusinessEurope). La WEC ha inoltre sottolineato l'eterogeneità all'interno della categoria "lavoratori autonomi". L'UEAPME ha chiesto un solido esercizio di mappatura delle politiche nazionali, della disponibilità e dell'offerta di sistemi di protezione sociale personalizzati e della rispettiva diffusione, ripartita per i diversi gruppi. Il CEEP ha sottolineato la diversità dei modelli sociali e dei mercati del lavoro, che spiega i diversi livelli di protezione.
D'altro canto, i sindacati hanno rilevato che l'individuazione dei problemi va nella giusta direzione ma potrebbe essere migliorata specificando che le nuove forme di lavoro implicano una scarsa qualità del lavoro e condizioni precarie, il che porta a una mancanza di protezione dai rischi della vita piuttosto che a reali opportunità di impiego (CES, Eurocadres). La discussione potrebbe estendersi a temi quali il diritto alla contrattazione collettiva, un'equa retribuzione per tutti e il diritto alla libertà di associazione per tutti i lavoratori (EFJ). I sindacati hanno inoltre sottolineato la necessità di garantire la coerenza con le proposte relative all'informazione sui sistemi di sicurezza sociale contenute nella direttiva sulle dichiarazioni scritte (CES, Eurocadres).
Settori più importanti dei servizi di protezione sociale e per l'occupazione
I sindacati ritengono che tutti i settori rivestano uguale importanza e promuovono un approccio integrato e olistico alla protezione sociale, fermi restando i punti di cui sopra in merito alla distinzione tra gli ambiti strategici, compresi tutti i settori che rientrano nella convenzione 102 dell'ILO (e nel regolamento sul coordinamento dei sistemi di sicurezza sociale). Se fosse necessario definire priorità, la CEC la attribuirebbe ai settori che non offrono copertura universale. L'accesso ai relativi servizi per l'occupazione dovrebbe essere garantito a tutti.
Le opinioni dei datori di lavoro sono eterogenee. Secondo BusinessEurope, porre la domanda presuppone che ci sarà un'iniziativa dell'UE in questo ambito (alla quale l'organizzazione si oppone). EuroCommerce esprime dubbi sulla possibilità di classificare i settori della protezione sociale, mentre il COPA attribuisce la priorità agli infortuni sul lavoro e alle malattie professionali. La HOTREC ritiene che la protezione sociale sia di competenza nazionale ma sottolinea che l'acquisizione di abilità, l'istruzione e la formazione dovrebbero essere facilmente accessibili a tutti i cittadini.
Ambito di applicazione personale di un'iniziativa dell'UE
I sindacati sono generalmente a favore di un ampio ambito di applicazione personale e dell'inclusione di tutti i lavoratori atipici e autonomi in un'iniziativa dell'UE. Alcuni chiedono tuttavia che in primo luogo vengano definiti i principi per stabilire un'intesa comune a livello di UE in merito alla natura giuridica delle diverse forme di occupazione (CEC, CESI).
I datori di lavoro sono abbastanza riluttanti a rispondere alla domanda relativa all'ambito di applicazione personale dell'iniziativa dell'UE perché sono contrari a tale iniziativa (BusinessEurope), o rimandano al principio di sussidiarietà (HOTREC), o ritengono che l'ambito di applicazione personale dipenderebbe dalla natura della rispettiva iniziativa (EuroCommerce). Il CCRE sottolinea la necessità di maggiore chiarezza nella definizione della natura giuridica delle diverse forme di occupazione mentre il COPA includerebbe tutti i lavoratori atipici in un'iniziativa giuridica dell'UE, ma includerebbe i lavoratori autonomi solo in una raccomandazione.
Legislazione dell'UE e strumenti a livello dell'UE
BusinessEurope, l'UEAPME e EuroCommerce non ritengono necessario o opportuno modificare la legislazione dell'UE in questo ambito. Il metodo aperto di coordinamento e il processo del semestre europeo, compresi i parametri di riferimento, costituirebbero gli strumenti adatti per l'apprendimento reciproco e lo scambio di buone pratiche. L'obiettivo dovrebbe essere un miglioramento delle risposte politiche a livello nazionale, imparando da altre pratiche nazionali pertinenti. Altre organizzazioni dei datori di lavoro richiamano l'attenzione sul dialogo sociale settoriale (COPA), sulle competenze degli Stati membri e sui principi di sussidiarietà e proporzionalità (CEEMET, ECEG, EuroCommerce, WEC e CEEP).
I sindacati ritengono che dovrebbero essere apportati miglioramenti alla legislazione dell'UE. La CES e la CESI rilevano la necessità di una migliore applicazione della legislazione vigente, in particolare a livello nazionale. La CEC indica che è necessario ridurre gli oneri amministrativi che possono essere associati alla fornitura di informazioni relative alla situazione occupazionale di una persona e garantire l'effettiva trasferibilità di tutti i diritti a prestazioni.
Volontà di partecipare a negoziati
Tutti i sindacati hanno espresso la loro volontà di partecipare a negoziati. Tuttavia, nel caso in cui le parti sociali dell'UE non accettino i negoziati o nel caso questi non abbiano un esito positivo i sindacati esortano la Commissione a presentare una proposta legislativa.
I datori di lavoro non prevedono di avviare un dialogo a norma dell'articolo 155 del TFUE perché non vedono la necessità di un'azione a livello dell'UE che vada oltre l'apprendimento tra pari e lo scambio di pratiche (BusinessEurope) o perché in questo ambito dovrebbe prevalere la sussidiarietà (HOTREC, UAPME) e la questione potrebbe essere gestita meglio dai governi nazionali (EuroCommerce) o con un dialogo sociale settoriale (COPA). Il CEEP sottolinea che è innanzitutto necessario definire validi indicatori.
Portata della consultazione
La CES ha rilevato la mancanza di proposte chiare sulla creazione di posti di lavoro di qualità, con indicatori concordati per consentirne la tracciabilità, anche per quanto riguarda l'accesso alla protezione sociale. Per questo motivo la CES ritiene che gli aspetti fondamentali individuati relativi all'accesso insufficiente (lacune nell'accesso alla protezione sociale, impossibilità di trasferire i diritti e mancanza di trasparenza in merito ai diritti a prestazioni di protezione sociale) costituiscano importanti sfide da affrontare, ma metterebbe l'accento sulla lotta alla divergenza dei diritti sociali tra le persone in materia di protezione sociale e servizi per l'occupazione.
Consultazione supplementare delle parti sociali
La DG Occupazione e affari sociali ha condotto riunioni bilaterali con tutte le 16 parti sociali che hanno presentato un contributo durante la prima fase della consultazione delle parti sociali. Tali riunioni si sono svolte tra il 14 luglio e il 5 settembre e si prefiggevano di concentrarsi sui chiarimenti tecnici e raccogliere ulteriori informazioni laddove possibile. Le informazioni ricevute sono presentate nei pertinenti capitoli del presente documento.
3. Risultati della seconda fase della consultazione delle parti sociali
La seconda fase della consultazione delle parti sociali si è svolta tra il 20 novembre 2017 e il 5 gennaio 2018.
I sindacati che hanno risposto alla consultazione sono: la Confederazione europea dei sindacati (CES), Eurocadres e la Confederazione europea dei quadri (CEC), la Confederazione europea dei sindacati indipendenti (CESI), la European Arts and Entertainment Alliance (EAEA), UNI Global Union-UNI Europa e la Confederazione mondiale dell'occupazione (WEC).
Per conto dei datori di lavoro hanno inviato risposte alla consultazione: BusinessEurope, il Centro Europeo dei datori di lavoro e delle imprese o organizzazioni che offrono servizi di interesse generale (CEEP), EuroCommerce, l'Unione europea dell'artigianato e delle piccole e medie imprese (UEAPME), il Consiglio dei datori di lavoro europei dell'industria metallurgica, ingegneristica e tecnologica (CEEMET), lo European Chemical Employers Group (ECEG) e la Confederazione europea degli hotel, dei ristoranti e dei bar (HOTREC).
Obiettivi di copertura, trasferibilità e trasparenza
I sindacati condividono gli obiettivi di copertura, trasferibilità e trasparenza dell'iniziativa. Per il CES la copertura formale ed effettiva riveste la massima importanza, e ad essa bisognerebbe aggiungere l'accesso a una protezione sociale adeguata. I contributi e le prestazioni (per i lavoratori autonomi e atipici) dovrebbero avvicinarsi il più possibile a quelli per i contratti di lavoro standard (CESI). Abbinare i diritti di protezione sociale alle persone non dovrebbe condurre a un'individualizzazione della protezione sociale, che dovrebbe mantenere la sua dimensione collettiva (EAEA). La piena trasferibilità e l'accumulo di tali diritti, prestazioni e diritti a prestazioni dovrebbero essere garantiti indipendentemente dalla forma e dalla durata dell'occupazione (UNI Europa). È stata anche sottolineata l'importanza dell'accesso alla formazione e ai servizi per l'occupazione (Eurocadres). Tutti i sindacati hanno convenuto sulla necessità di una maggiore trasparenza.
Le opinioni dei datori di lavoro sono piuttosto eterogenee. La maggior parte delle loro organizzazioni concordano in gran parte con i tre obiettivi ma sottolineano la competenza degli Stati membri in questo settore (BusinessEurope, EuroCommerce, CEEMET, CEEP e UAPME).
L'ECEG non condivide il parere secondo cui i lavoratori atipici e autonomi hanno un accesso limitato alla protezione sociale e non vede la necessità di sperimentare una definizione comune di lavoratore a livello di UE.
L'HOTREC concorda sulla necessità di una maggiore trasparenza, ma sostiene che sia prevalente il principio di sussidiarietà ed è quindi a favore di una mappatura dei sistemi di trasferibilità a livello nazionale.
Copertura formale obbligatoria o facoltativa
Tutti i sindacati sono a favore di una copertura formale obbligatoria, equivalente a quella dei lavoratori tipici (CES, EAEA), ma tenendo conto delle tradizioni nazionali (CEC).
I datori di lavoro hanno espresso opinioni differenti in merito alle opzioni. L'ECEG conviene che la protezione sociale dovrebbe essere obbligatoria, ma ritiene che i lavoratori dovrebbero avere il diritto di scegliere il tipo di copertura (pubblica o privata). BusinessEurope sottolinea la libertà di scelta per i lavoratori autonomi. Il CEEP e EuroCommerce sostengono la copertura formale facoltativa per tenere conto della diversità delle forme di occupazione e dell'eterogeneità presente tra i lavoratori autonomi. Secondo l'HOTREC, il CEEMET e la UAPME la sussidiarietà dovrebbe prevalere.
Azione idonea a garantire la copertura effettiva
I sindacati e i datori di lavoro hanno opinioni divergenti in merito all'azione più appropriata da adottare. I sindacati preferiscono estendere e adattare i sistemi esistenti alle persone in tutte le forme di occupazione (CES) facendo tutto il possibile nel rispetto dei trattati (CESI). Alcuni propongono una direttiva dell'UE con principi e prescrizioni minimi vincolanti (UNI Europa, EAEA), ma ciò non dovrebbe pregiudicare l'attuale acquis dell'UE né abbassare gli standard nazionali esistenti o portare a un'armonizzazione al ribasso dei diritti.
D'altro canto, le organizzazioni dei datori di lavoro si oppongono ad azioni giuridicamente vincolanti in questo ambito e sostengono che il principio di sussidiarietà debba prevalere (ECEG, HOTREC). Sarebbero tuttavia a favore dell'uso del metodo aperto di coordinamento, del semestre europeo, di uno scambio di migliori pratiche, dell'analisi comparativa e del quadro di valutazione della situazione sociale (BusinessEurope). Alcune organizzazioni dei datori di lavoro (CEEP e EuroCommerce) ritengono che una raccomandazione del Consiglio sarebbe adatta.
Prescrizioni minime idonee a garantire la trasferibilità e la trasparenza.
Secondo i sindacati le tendenze del mercato del lavoro richiedono standard minimi comuni nel settore della protezione sociale (CESI). La piena trasferibilità dovrebbe essere garantita abbinando i diritti a prestazioni di protezione sociale alle persone mediante un calcolo unificato e la totalizzazione, ma senza che ciò porti all'individualizzazione della protezione sociale (CES).
Alcuni datori di lavoro concordano con il principio della trasferibilità dei diritti ma chiedono una valutazione d'impatto prima della creazione di realtà giuridicamente vincolanti (ECEG) o sostengono che la sussidiarietà debba prevalere e che sarebbe opportuno privilegiare la mappatura dei sistemi trasferibili già esistenti (HOTREC).
Altri raccomandano all'UE di limitarsi a disposizioni generali (UAPME) o vorrebbero limitare la trasferibilità ai diritti minimi di protezione sociale (EuroCommerce). I costi amministrativi della trasferibilità dovrebbero essere mantenuti al minimo e per il nuovo datore di lavoro non dovrebbero sussistere costi aggiuntivi per garantire la prestazione dei diritti trasferiti (CEEP).
Volontà di partecipare a negoziati
Tutti i sindacati hanno espresso la loro volontà di partecipare a negoziati. La CES è tuttavia convinta che non sussistano più le condizioni per negoziati formali e gli altri sindacati esortano la Commissione a presentare una proposta legislativa prima delle elezioni europee del 2019. I datori di lavoro non prevedono di avviare un dialogo a norma dell'articolo 155 del TFUE perché non vedono la necessità di un'azione a livello di UE.
4. Risultati della consultazione pubblica
La consultazione pubblica aperta si è tenuta dal 20 novembre 2017 al 15 gennaio 2018. Hanno partecipato 119 rispondenti, di cui 62 organizzazioni, 7 amministrazioni, 37 cittadini e 13 altri (ad esempio istituti di ricerca, reti, ecc.). La maggior parte delle risposte è pervenuta da paesi con sistemi di protezione sociale ben sviluppati come Germania (18), Belgio (16), Francia (15) e Svezia (14). Sono stati ricevuti 15 documenti di posizione, provenienti da Germania (5), Belgio (4), Francia (4) e Regno Unito (2) e redatti da governi regionali e centrali, fornitori di protezione sociale, cooperative, organizzazioni di lavoratori autonomi, un sindacato, una ONG e un'impresa.
Sfide
"È d'accordo con l'individuazione delle sfide descritte nel documento di riferimento?"
Circa i due terzi dei rispondenti si sono dichiarati d'accordo con le sfide individuate dalla Commissione. La sfida che ha ottenuto il maggior consenso è rappresentata dalle lacune nella copertura formale, seguita dalla complessità della regolamentazione.
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Sono d'accordo (su 119 risposte)
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Lacune nella copertura formale
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66
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Lacune nella copertura effettiva
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78
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Insufficiente trasferibilità
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65
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Insufficiente trasparenza
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69
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Complessità della regolamentazione
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75
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Vi sono altri problemi
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62
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Principi
"Ritiene che i seguenti principi politici generali dovrebbero essere perseguiti da una possibile iniziativa dell'UE?"
La grande maggioranza dei rispondenti ha largamente concordato sul fatto che i principi da perseguire mediante una possibile azione dell'UE comprendono la fornitura di adeguata protezione sociale a tutti i lavoratori indipendentemente dal loro rapporto di lavoro, l'abbinamento dei diritti ai lavoratori, la trasferibilità dei diritti, la trasparenza delle informazioni e la semplificazione dei requisiti amministrativi. Solo 14 rispondenti hanno concordato con l'opzione "non occorre adottare alcun provvedimento".
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Sono d'accordo (su 119 risposte)
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Indipendentemente dal tipo e dalla durata del rapporto di lavoro, i lavoratori e, a condizioni comparabili, i lavoratori autonomi hanno diritto a un'adeguata protezione sociale
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85
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Abbinare i diritti ai lavoratori (e non al contratto) e rendere trasferibili i diritti
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72
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Rendere i diritti e le relative informazioni trasparenti
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86
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Semplificare i requisiti amministrativi
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82
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Non occorre adottare alcun provvedimento
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14
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Opzioni
Per quanto riguarda le opzioni elencate, secondo il 69,7 % dei rispondenti i diritti e gli obblighi in materia di protezione sociale dovrebbero essere obbligatori per ogni tipo di lavoro, a prescindere dal tipo di contratto, e secondo il 56,3 % dei rispondenti la protezione e i contributi obbligatori dei lavoratori atipici dovrebbero essere allineati al livello dei lavoratori standard.
Il 64,7 % dei rispondenti ritiene che i diritti e gli obblighi in materia di protezione sociale dovrebbero essere obbligatori per tutti i lavoratori autonomi e il 47,1 % dei rispondenti pensa che la protezione e i contributi obbligatori dei lavoratori autonomi dovrebbero essere allineati al livello dei lavoratori standard.
Infine, il 52,94 % dei rispondenti è dell'avviso che un sistema unico di protezione sociale che garantisca la copertura a tutti i lavoratori sarebbe il modo più opportuno per garantire la copertura effettiva. Perfino il 54,6 % dei rispondenti ritiene che un sistema unico di protezione sociale sia adeguato per i lavoratori autonomi.
Strumenti
Quasi tre quarti dei rispondenti (72,3 %) sottolineano la necessità di un'azione a livello dell'UE. Il 54,6 % dei rispondenti ritiene che l'introduzione di nuova legislazione dell'UE (ad esempio una direttiva) sarebbe molto efficace. Solo il 4,2 % dei rispondenti ritiene che un provvedimento dell'UE non vincolante (ad esempio una raccomandazione del Consiglio) sarebbe molto efficace.
Impatti
Secondo la grande maggioranza dei rispondenti, rendere obbligatori i diritti di protezione sociale per tutte le forme di occupazione avrebbe un impatto positivo per la società europea, il mercato del lavoro, i lavoratori, le finanze pubbliche e l'economia
"A suo avviso, rendere obbligatori i diritti di protezione sociale per tutte le forme di occupazione avrebbe un impatto positivo, neutro o negativo per: l'economia"
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Positivo (su 119 risposte)
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Competitività
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73
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Resilienza e adattabilità
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72
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Crescita economica
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72
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ma piuttosto neutro per le piccole e medie imprese (PMI)
"A suo avviso, rendere obbligatori i diritti di protezione sociale per tutte le forme di occupazione avrebbe un impatto positivo, neutro o negativo per: le piccole e medie imprese"
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Neutro (su 119 risposte)
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Costi
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51
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Concorrenza
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45
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D'altro canto, rendere i diritti di protezione sociale facoltativi laddove attualmente esistono lacune avrebbe un impatto neutro/negativo per la società europea, il mercato del lavoro, i lavoratori, le finanze pubbliche e l'economia
"A suo avviso, l'impatto che avrebbe rendere i diritti di protezione sociale facoltativi laddove attualmente esistono lacune sarebbe positivo, neutro o negativo per: l'economia"
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Negativo (su 119 risposte)
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Neutro (su 119 risposte)
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Competitività
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45
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43
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Resilienza e adattabilità
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49
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40
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Crescita economica
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49
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41
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ma piuttosto neutro per le piccole e medie imprese (PMI)
"A suo avviso, l'impatto che avrebbe rendere i diritti di protezione sociale facoltativi laddove attualmente esistono lacune sarebbe positivo, neutro o negativo per: le piccole e medie imprese"
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Neutro (su 119 risposte)
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Costi
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55
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Concorrenza
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62
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