EUR-Lex Access to European Union law

Back to EUR-Lex homepage

This document is an excerpt from the EUR-Lex website

Document 52018DC0856

RELAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO E AL CONSIGLIO SECONDA RELAZIONE NELL'AMBITO DEL MECCANISMO DI SOSPENSIONE DEI VISTI

COM/2018/856 final

Bruxelles, 19.12.2018

COM(2018) 856 final

RELAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO E AL CONSIGLIO

SECONDA RELAZIONE NELL'AMBITO DEL MECCANISMO DI SOSPENSIONE DEI VISTI

{SWD(2018) 496 final}


I.    Introduzione

Il regime di esenzione dal visto comporta importanti vantaggi per i cittadini e rafforza i legami sociali, culturali ed economici tra l'UE e i suoi partner. Al contempo, comporta anche responsabilità connesse alla necessità di sostenere i progressi realizzati nell'ambito dei dialoghi per la liberalizzazione dei visti e di garantire una migrazione ben gestita e un contesto di sicurezza, anche mediante l'adozione di una politica di visti allineata con l'acquis dell'UE.

Questa seconda relazione nell'ambito del meccanismo di sospensione dei visti scaturisce dall'obbligo della Commissione di monitorare il rispetto costante dei requisiti per la liberalizzazione dei visti da parte dei paesi terzi e di riferire in merito al Parlamento europeo e al Consiglio almeno una volta l'anno 1 . La presente relazione valuta il periodo successivo alla data di adozione della prima relazione nell'ambito del meccanismo di sospensione dei visti 2 nel dicembre 2017. A livello geografico, la relazione continua a riguardare i paesi che hanno concluso con esito positivo i dialoghi per la liberalizzazione dei visti nonché a occuparsi di settori specifici 3 che richiedono ulteriori interventi, al fine di garantire la sostenibilità dei progressi compiuti. Pertanto, come nella prima relazione nell'ambito del meccanismo di sospensione dei visti, non sono esaminati i parametri la cui attuazione risulta stabile.

La parte statistica della relazione interessa i 26 Stati membri dell'UE che applicano il regolamento (CE) n. 2018/1806 e i quattro paesi associati Schengen (in appresso denominati "lo spazio Schengen+") 4 . La valutazione dei settori specifici si basa principalmente sulle informazioni fornite a Eurostat 5 dai paesi dello spazio Schengen+ e dalle agenzie dell'UE (Europol, eu-LISA, Ufficio europeo di sostegno per l'asilo (EASO), Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera nonché Eurojust) e sullo scambio di informazioni tra la Commissione, il servizio europeo per l'azione esterna (SEAE) e le autorità dei paesi esenti da visto. La presente relazione è accompagnata da un documento di lavoro dei servizi della Commissione che fornisce informazioni contestuali più precise sugli sviluppi identificati per gli specifici settori. 

II.    Valutazione dei settori specifici in linea con i parametri per la liberalizzazione dei visti

II.1    Balcani occidentali

Albania

Migrazione irregolare, compresa la riammissione

Per quanto concerne le sfide connesse alla migrazione irregolare, tra il 2016 e il 2017, il numero totale di respingimenti è aumentato del 13 % (da 30 305 a 34 310). Anche i soggiorni irregolari hanno registrato un aumento di circa l'11 % (da 33 445 nel 2016 a 37 325 nel 2017). Secondo i dati dell'Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera, l'andamento relativo alle sfide connesse alla migrazione irregolare tra la prima metà del 2017 e la prima metà del 2018 indica un calo nel numero di respingimenti e di soggiorni irregolari 6 . Per quanto concerne le domande di asilo, nella prima metà del 2018 si è registrato un calo del 32 % rispetto alla prima metà del 2017 (da 12 635 a 8 525). Il tasso di riconoscimento del diritto di asilo nel 2017 è del 5,19 % (in aumento rispetto al 2016, anno in cui era pari al 2,12 %) 7 . La riammissione e i rimpatri funzionano in maniera adeguata: il paese evade rapidamente le domande di riammissione presentate dagli Stati membri sia per i propri cittadini che per quelli di paesi terzi. Il tasso di rimpatrio (superiore al 100 % 8 nel 2017) mostra che i cittadini albanesi cui è stato intimato di lasciare un territorio nazionale sono stati effettivamente rimpatriati (29 850 nel 2017), il che rappresenta un buon risultato che deve essere mantenuto.

L'Albania ha adottato le misure indicate nella prima relazione nell'ambito del meccanismo di sospensione dei visti per affrontare le sfide relative alla migrazione irregolare, in particolare per risolvere il problema delle domande di asilo infondate presentate da cittadini albanesi. Il paese ha conseguito buoni risultati nell'attuazione del piano di azione contro la migrazione irregolare, che verte sulla cooperazione operativa per la gestione della migrazione irregolare, l'identificazione e la tutela dei minori non accompagnati e la lotta contro il falso documentale. Ha altresì continuato a incrementare la cooperazione operativa con gli Stati membri più colpiti dalla migrazione irregolare. Per sensibilizzare ai diritti e doveri derivanti dal regime di abolizione del visto, le autorità albanesi hanno condotto campagne di sensibilizzazione, mandate in onda su tutti i canali televisivi nazionali.

Ordine pubblico e sicurezza

I gruppi della criminalità organizzata di lingua albanese si dedicano generalmente a più attività criminali e continuano a essere particolarmente attivi in diverse attività illecite nell'UE. Operano nel traffico di ingenti quantità di eroina, in cooperazione con i gruppi della criminalità organizzata turchi e di lingua albanese attivi lungo le rotte del traffico. Diverse località chiave in Albania sono stati centri di radicalizzazione e reclutamento. Tuttavia, si è registrato un calo nelle partenze dei combattenti terroristi stranieri nelle zone di conflitto in Siria e in Iraq.

L'Albania ha preso altre iniziative per migliorare l'efficacia delle attività di contrasto dirette a combattere la criminalità organizzata e le forme gravi di criminalità, come precisato nelle azioni da intraprendere indicate nella prima relazione nell'ambito del meccanismo di sospensione dei visti. Il piano di azione di lotta alla cannabis è stato adottato alla fine di maggio 2018. L'accordo di lavoro tra l'Albania e l'Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze è stato siglato il 5 ottobre 2018. Grazie a tale accordo sarà possibile mettere a disposizione delle autorità albanesi competenze essenziali nella lotta contro le droghe. L'Albania ha in atto un accordo di lavoro con l'Agenzia dell'Unione europea per la formazione delle autorità di contrasto e partecipa al programma dell'UE "Giustizia" dal febbraio 2018. Il 1° novembre 2018 il Parlamento albanese ha ratificato l'accordo in materia di collegamento con Europol, che consentirà l'invio di un ufficiale di collegamento Europol in Albania agli inizi del 2019. Eurojust e l'Albania hanno firmato un accordo di cooperazione nell'ottobre 2018. 

Sebbene una nuova legge sulla prevenzione del riciclaggio di denaro e del finanziamento del terrorismo, adottata nel 2017, abbia rafforzato il quadro legislativo generale, dall'adozione della relazione del comitato Moneyval l'Albania è oggetto di un controllo potenziato 9 . Nel settembre 2018 il governo ha adottato un piano di azione per dare seguito alle raccomandazioni del comitato Moneyval.

Nel complesso, i parametri per la liberalizzazione dei visti continuano a essere soddisfatti. Tuttavia, nonostante i buoni progressi realizzati nell'attuazione delle azioni per affrontare le sfide relative alla migrazione irregolare, occorrono ulteriori iniziative per garantire il miglioramento e la sostenibilità dei risultati. Occorre affrontare i seguenti settori di intervento:

·rafforzare i controlli alle frontiere, nel pieno rispetto dei diritti fondamentali;

·continuare a organizzare campagne di informazione sui diritti e i doveri derivanti dall'abolizione del visto;

·migliorare ulteriormente l'efficacia dell'azione penale e delle attività di contrasto finalizzate a combattere la criminalità organizzata;

·mettere rapidamente in atto le raccomandazioni della relazione Moneyval sulla lotta al riciclaggio di denaro e al finanziamento del terrorismo.

Ex Repubblica jugoslava di Macedonia

Migrazione irregolare, compresa la riammissione

Per quanto concerne le sfide connesse alla migrazione irregolare, tra il 2016 e il 2017, i respingimenti sono aumentati del 28 % (passando da 2 495 nel 2016 a 3 200 nel 2017). Anche il numero di soggiorni illegali è aumentato del 43 % nel 2017 (6 555) rispetto al 2016 (4 595). Per quanto riguarda l'andamento tra la prima metà del 2017 e la prima metà del 2018, secondo i dati dell'Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera il numero dei respingimenti è aumentato, mentre è rimasto stabile il numero di soggiorni irregolari. Per quanto riguarda le domande di asilo, nella prima metà del 2018 sono state presentate 2 360 domande di asilo, con un calo del 39 % rispetto alla prima metà del 2017, anno in cui sono state presentate in totale 3 860 domande di asilo. Il tasso di riconoscimento del diritto di asilo è rimasto basso (0,81 % nel 2016 e 1,45 % nel 2017). La riammissione e il rimpatrio funzionano in maniera adeguata e dovrebbero essere mantenute in futuro. Il tasso di rimpatrio (che ha raggiunto il 130 % nel 2017) mostra che i cittadini macedoni cui è stato intimato di lasciare un territorio nazionale sono stati effettivamente rimpatriati (5 580 nel 2017).

L'ex Repubblica jugoslava di Macedonia ha continuato ad adottare le misure indicate nella prima relazione nell'ambito del meccanismo di sospensione dei visti, in particolare per quanto riguarda le sfide relativa alla migrazione irregolare. I controlli alle frontiere sono stati rafforzati, così come quelli dei documenti, resi più severi. Il ministero dell'Interno ha organizzato formazioni in materia di diritti umani destinate alla polizia di frontiera. L'attuazione di piani di azione intesi a migliorare l'assistenza alle popolazioni vulnerabili è stata rafforzata, ma saranno necessari ulteriori sforzi per mantenere le misure in atto. 

Ordine pubblico e sicurezza

Per quanto concerne la criminalità organizzata, i gruppi della criminalità organizzata dell'ex Repubblica jugoslava di Macedonia sono attivi nel traffico e nella distribuzione di sostanze stupefacenti. Alcuni sono gruppi criminali dediti a più attività criminali, coinvolti in altre forme di traffico (merci, sigarette). Il paese continua a essere un punto di partenza per il traffico di reperti archeologici, articoli religiosi e beni culturali destinati all'UE. Le reti del traffico di migranti sono attive nelle zone frontaliere, in particolare con la Grecia e la Serbia, nonostante diversi arresti nel corso dell'anno.

Il ministero dell'Interno ha condotto operazioni per combattere il traffico di stupefacenti e continuato le attività di lotta contro la criminalità organizzata. Per combattere la tratta di esseri umani e contribuire a un'identificazione rapida delle vittime potenziali sono stati creati una task force nazionale e gruppi di lavoro mobili. L'ex Repubblica jugoslava di Macedonia e il Montenegro hanno firmato un accordo sulla cooperazione nell'ambito della lotta alla tratta di esseri umani. Il paese ha sviluppato la propria valutazione della minaccia rappresentata dalla criminalità organizzata e dalle forme gravi di criminalità, elaborandone anche una versione regionale insieme alla Serbia e al Montenegro. La cooperazione con i partner dei Balcani occidentali, l'Italia e la Slovenia nell'attività di contrasto è migliorata, così come la cooperazione operativa con Europol. L'ex Repubblica jugoslava di Macedonia ha nominato un procuratore di collegamento, distaccato presso Eurojust da novembre 2018.

Nel complesso, i parametri per la liberalizzazione dei visti continuano a essere soddisfatti. Si attendono ulteriori miglioramenti a livello di attuazione. Occorre affrontare i seguenti settori di intervento:

·rafforzare i controlli alle frontiere, nel pieno rispetto dei diritti fondamentali;

·continuare a organizzare campagne di informazione sui diritti e i doveri derivanti dall'abolizione del visto;

·migliorare l'efficacia delle attività di contrasto dirette a combattere le reti della criminalità organizzata coinvolte in particolare nel traffico di stupefacenti e ottenere risultati credibili;

·intensificare le indagini e le azioni penali nei confronti dei gruppi della criminalità organizzata, anche quelli coinvolti nel traffico di migranti.

Bosnia-Erzegovina 

Migrazione irregolare, compresa la riammissione



Per quanto concerne le sfide connesse alla migrazione irregolare, tra il 2016 e il 2017, i respingimenti non hanno subito aumenti (da 5 150 a 5 145), mentre il numero di soggiorni illegali ha registrato un leggero incremento di circa il 13 % (da 3 654 a 4 135). Per quanto riguarda l'andamento tra la prima metà del 2017 e la prima metà del 2018, secondo i dati dell'Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera, vi è stato un aumento nel numero di respingimenti, mentre è rimasto stabile il numero di soggiorni irregolari. Nella prima metà del 2018 sono state presentate 1 080 domande di asilo da parte di cittadini della Bosnia-Erzegovina, un calo del 27 % rispetto alla prima metà del 2017, periodo in cui sono state presentate in totale 1 485 domande di asilo. Il tasso di riconoscimento del diritto di asilo si è attestato al 3,10 % nel 2016 ed è aumentato fino al 5,66 % nel 2017. La decisione della Bosnia-Erzegovina di concedere l'esenzione dal visto ai cittadini cinesi (in vigore da maggio 2018) impone un attento monitoraggio. Per quanto concerne la riammissione e il rimpatrio, la cooperazione è buona. Il tasso di rimpatrio si conferma positivo, ma dovrebbe essere migliorato ulteriormente (nel 2017 si è attestato al 72 %, con il rimpatrio effettivo di 2 680 cittadini bosniaci).

La Bosnia-Erzegovina ha messo in atto le misure indicate nella prima relazione nell'ambito del meccanismo di sospensione dei visti. La strategia e il piano di azione sulla migrazione e l'asilo (2016-2020) sono stati attuati e sono state organizzate campagne di informazione sui diritti e i doveri derivanti dal sistema di abolizione del visto. Il 15 maggio 2018 il Consiglio dei ministri ha adottato un piano di azione per l'adozione di misure urgenti. L'attuazione del piano di azione è stata inficiata dalla mancanza di coordinamento tra i livelli di governo competenti. Nello specifico, la polizia di frontiera, interessata dalla questione, non dispone tutt'oggi di personale sufficiente.

Ordine pubblico e sicurezza



Per quanto concerne la criminalità organizzata, i gruppi della criminalità organizzata provenienti dalla Bosnia-Erzegovina sono tra quelli più frequentemente associati ai reati contro il patrimonio nell'UE, nonché alla tratta di esseri umani e al traffico di stupefacenti. La Bosnia-Erzegovina è anche un paese di destinazione dei veicoli rubati negli Stati membri. Sul territorio rimangono ingenti scorte di armi, che rappresentano un rischio nel quadro del traffico di armi da fuoco. La Bosnia-Erzegovina ha adottato una nuova strategia per la lotta alla criminalità organizzata e sta mettendo in atto un piano di azione sul riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo.

Le autorità hanno continuato ad aumentare la capacità delle autorità di contrasto nelle indagini e nella lotta alla criminalità organizzata. Occorre tuttavia apportare miglioramenti che assicurino un seguito giudiziario più efficace. L'attuazione del piano di azione 2016-2019 sulla lotta alla tratta di esseri umani è in corso. Nel maggio 2017 è stato firmato un accordo per il distacco di un ufficiale di collegamento presso Europol. A oggi la Bosnia-Erzegovina non ha ancora designato il punto di contatto nazionale previsto nell'accordo di cooperazione operativa con Europol. La Bosnia-Erzegovina non può inviare l'ufficiale di collegamento presso Europol sinché non sarà istituito un punto di contatto nazionale.

Nel complesso, i parametri per la liberalizzazione dei visti continuano a essere soddisfatti. Si attende un ulteriore miglioramento dell'attuazione, in particolare per quanto concerne la migrazione irregolare. Occorre affrontare i seguenti settori di intervento:

·potenziare lo stanziamento efficace e sostenibile di risorse sufficienti alla gestione delle frontiere e rafforzare ulteriormente i controlli alle frontiere, anche nel contesto delle misure di identificazione e di registrazione, nel pieno rispetto dei diritti fondamentali;

·continuare a organizzare campagne di informazione sui diritti e i doveri derivanti dall'abolizione del visto;

·designare un punto di contatto nazionale, come previsto dall'accordo di cooperazione in vigore con Europol;

·occorre intensificare gli sforzi per prevenire e lottare efficacemente contro la criminalità organizzata e il riciclaggio di denaro, mediante un'azione coordinata delle autorità di contrasto.

Montenegro 

Migrazione irregolare, compresa la riammissione

Per quanto riguarda le sfide poste dalla migrazione irregolare, tra il 2016 e il 2017, il numero di respingimenti è aumentato di circa il 63 % (da 335 a 545), come quello di soggiorni irregolari, anch'esso aumentato del 42 % nel 2017 (810 nel 2017 rispetto a 570 nel 2016). In termini assoluti, le cifre rimangono tuttavia modeste. Secondo i dati dell'Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera, l'andamento tra la prima metà del 2017 e la prima metà del 2018 indica un leggero incremento del numero di respingimenti e di soggiorni irregolari. Nella prima metà del 2018 sono state presentate 330 domande di asilo da parte di cittadini montenegrini, in calo del 38 % rispetto alla prima metà del 2017, periodo in cui erano state presentate in totale 530 domande di asilo. Complessivamente nel 2017 sono state presentate 970 domande, rispetto alle 1 830 del 2016 (una diminuzione del 47 %). Il tasso di riconoscimento del diritto di asilo è basso (0,96 % nel 2016 e 2,10 % nel 2017). La riammissione e i rimpatri funzionano in maniera adeguata: il paese evade rapidamente le domande di riammissione presentate dagli Stati membri sia per i propri cittadini che per quelli di paesi terzi. Il tasso di rimpatrio (oltre il 100 % nel 2017) mostra che i cittadini montenegrini cui è stato intimato di lasciare un territorio nazionale sono stati effettivamente rimpatriati (820 nel 2017), una tendenza che occorre mantenere.

 

Il Montenegro ha preso le misure indicate nella prima relazione nell'ambito del meccanismo di sospensione dei visti. Nel 2018 il paese non ha organizzato campagne mediatiche sui diritti e i doveri derivanti dall'abolizione del visto, ma ne è prevista una per il 2019. Nel marzo 2018 il governo ha adottato un nuovo piano d'azione nell'ambito della strategia per la reintegrazione delle persone rimpatriate sulla base di accordi di riammissione, volto a migliorare la reintegrazione dei cittadini rimpatriati. Il quadro giuridico sulla migrazione legale e irregolare è stato allineato a quello dell'UE con l'adozione, nel febbraio 2018, della nuova legge sugli stranieri. La legge sulla protezione internazionale e temporanea dei cittadini stranieri è entrata in vigore il 1°gennaio 2018.

Il 22 novembre 2018 il Montenegro ha adottato un programma di cittadinanza per gli investitori, che deve essere monitorato attentamente, considerati i rischi che potrebbe comportare in termini di migrazione e di sicurezza. Dovrebbero essere pertanto applicati un'adeguata diligenza e controlli di sicurezza.

Ordine pubblico e sicurezza



Per quanto riguarda la criminalità organizzata, il transito di stupefacenti attraverso il Montenegro verso l'UE continua a rappresentare una fonte di preoccupazione. I gruppi della criminalità organizzata del paese sono attivi nel traffico di cannabis e cocaina (con connessioni dirette a gruppi criminali sudamericani). Nonostante il successo di numerose iniziative condotte dalle autorità montenegrine per ridurre la diffusione delle armi di fuoco, queste ultime continuano a essere ampiamente disponibili. Il Montenegro è uno dei principali paesi di transito e una potenziale fonte di merci contraffatte e sigarette di contrabbando.

La cooperazione del paese con Europol e Interpol è buona e la cooperazione di polizia con gli Stati membri dell'UE è oggetto di un costante rafforzamento, come dimostrato da recenti operazioni di polizia congiunte. Anche la cooperazione con Eurojust prosegue senza ostacoli e nel 2018 il Montenegro è stato coinvolto in 16 casi registrati Eurojust. Dal 2017 sono in corso indagini su casi di reati di alto profilo, in cui il riciclaggio di denaro è perseguito quale reato a sé stante. Nel luglio 2018 il Montenegro ha adottato diverse modifiche alla legge sul riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo, nonché alla legge sulle misure restrittive internazionali. Per rafforzare la lotta contro la tratta di esseri umani e il traffico di migranti è stato creato un dipartimento specifico in seno ai servizi di polizia. Il 20 luglio 2018 il Montenegro e l'ex Repubblica jugoslava di Macedonia hanno firmato un accordo sulla cooperazione nell'ambito della lotta alla tratta di esseri umani. Il numero di casi di tratta di esseri umani oggetto di inchieste e azioni legali resta basso.

Nel complesso, i parametri per la liberalizzazione dei visti continuano a essere soddisfatti. Si attendono ulteriori miglioramenti a livello di attuazione. Occorre affrontare i seguenti settori di intervento:

·continuare a organizzare campagne di informazione sui diritti e i doveri derivanti dall'abolizione del visto;

·consolidare i risultati ottenuti in materia di lotta alla criminalità organizzata, tra cui la tratta di esseri umani, il traffico di stupefacenti, il riciclaggio di denaro e la corruzione ad alto livello.

Serbia

Migrazione irregolare, compresa la riammissione

Per quanto concerne le sfide connesse alla migrazione irregolare, tra il 2016 e il 2017, non si è registrato un aumento dei respingimenti (da 8 070 a 7 910), mentre il numero di soggiorni illegali da parte dei cittadini serbi è aumentato di circa il 31 % tra il 2016 e il 2017 (da 11 180 a 14 665 nel 2017). Secondo i dati dell'Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera, l'andamento tra la prima metà del 2017 e la prima metà del 2018 indica un aumento nel numero di respingimenti e di soggiorni irregolari. Nella prima metà del 2018 i cittadini serbi hanno presentato 3 460 domande di asilo, in calo del 20 % rispetto allo stesso periodo del 2017, quando sono state presentate in totale 4 375 domande di asilo. Il numero totale di domande di asilo nell'intero 2017 è stato di 8 325, con una riduzione del 38 % rispetto al 2016, anno in cui sono state presentate 13 515 domande di asilo. Il tasso di riconoscimento del diritto di asilo è rimasto basso (1,57 % nel 2016 e 3,23 % nel 2017). Il tasso di rimpatrio (oltre il 100 % nel 2017) mostra che i cittadini serbi cui è stato intimato di lasciare il territorio dell'UE sono stati effettivamente rimpatriati (7 920 nel 2017). La cooperazione con la Serbia in materia di riammissione e rimpatrio è buona e deve essere proseguita. Tuttavia, la continua mancata attuazione delle disposizioni relative ai cittadini di paesi terzi dell'accordo di riammissione UE-Serbia continua a destare preoccupazioni, in particolare per la Romania e la Bulgaria.

La Serbia ha intrapreso le azioni indicate nella prima relazione nell'ambito del meccanismo di sospensione dei visti. Un ufficiale di collegamento regionale dell'Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera è stato inviato a Belgrado nel settembre 2017.

Nella prima relazione nell'ambito del meccanismo di sospensione dei visti, la Commissione aveva sollevato le proprie preoccupazioni riguardo all'esenzione dal visto concessa dalla Serbia ai cittadini iraniani. Considerato l'elevato numero di cittadini iraniani che sfruttano illegalmente l'abolizione del visto in Serbia con l'intento di procedere verso l'UE, la decisione è particolarmente pregiudizievole per una gestione sicura della migrazione. In base alle statistiche disponibili, dal 2 settembre 2017 al 16 ottobre 2018, sono stati registrati 46 493 cittadini iraniani in ingresso e 33 568 in uscita. In tale contesto, la Commissione accoglie con favore l'annuncio della Serbia di porre fine all'esenzione dal visto per i cittadini iraniani a partire dal 17 ottobre 2018. L'esenzione dal visto concessa dalla Serbia ad altri paesi figuranti nell'elenco dei paesi i cui cittadini devono essere in possesso del visto continua a destare preoccupazione per i possibili rischi in termini di migrazione e di sicurezza e impone un attento monitoraggio. Tali rischi sono stati osservati di recente per cittadini indiani, che sfruttano in modo analogo ai cittadini iraniani il regime di esenzione dal visto previsto dalla Serbia. In aggiunta, la procedura di rilascio del visto dovrebbe essere allineata con le norme della politica dell'UE in materia di visti, in particolare per quanto riguarda i controlli dei richiedenti asilo, considerati i rischi in termini di migrazione e di sicurezza.

Ordine pubblico e sicurezza

Per quanto concerne la criminalità organizzata, i cittadini serbi sono tra quelli più frequentemente associati ai reati contro il patrimonio nell'UE, specialmente in Belgio, Francia, Germania e Italia. I cittadini serbi figurano tra le vittime più frequenti della tratta di esseri umani in provenienza dalla regione dei Balcani occidentali. I gruppi della criminalità organizzata composti da cittadini iraniani sono coinvolti nel traffico di eroina lungo questa rotta e di quella del Caucaso meridionale. Sul territorio rimangono ingenti scorte di armi, che rappresentano un rischio nel contesto del traffico di armi da fuoco.

Per intensificare la lotta contro la criminalità organizzata, nel marzo 2018 è entrata in vigore la legge in materia di organizzazione e giurisdizione delle autorità governative ai fini della repressione della criminalità organizzata, del terrorismo e della corruzione. Al fine di rafforzare la sua capacità amministrativa nel giugno 2018 la Serbia ha creato un nuovo organo di coordinamento per la prevenzione del riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo. L'accordo di lavoro tra il ministero dell'Interno e l'accademia europea di polizia è stato ratificato nel marzo 2018 ed è entrato in vigore nell'aprile 2018. Sono in corso i preparativi per il distacco in Serbia di un ufficiale di collegamento Europol.

 

Nel complesso, i parametri per la liberalizzazione dei visti continuano a essere soddisfatti. Si attende un ulteriore miglioramento dell'attuazione, in particolare per ridurre, come necessario, la migrazione irregolare. Occorre affrontare i seguenti settori di intervento:

·potenziare l'allineamento alla politica dell'UE in materia di visti, presupposto essenziale per continuare a soddisfare il parametro relativo alla gestione della migrazione;

·rafforzare i controlli alle frontiere, nel pieno rispetto dei diritti fondamentali;

·intensificare l'effettiva attuazione dell'accordo di riammissione UE-Serbia per la riammissione dei cittadini di paesi terzi;

·continuare a organizzare campagne di informazione sui diritti e i doveri derivanti dall'abolizione del visto;

·ratificare il prima possibile l'accordo di collegamento con Europol, in modo da garantire il rapido distaccamento dell'ufficiale di collegamento;

·continuare a intensificare le indagini condotte con metodi di intelligence per ottenere risultati sostenibili sul piano delle condanne definitive e per smantellare le reti della criminalità organizzata.

II.2    Partenariato orientale

Moldova

Migrazione irregolare, compresa la riammissione

Per quanto concerne le sfide connesse alla migrazione irregolare, tra il 2016 e il 2017, il numero di respingimenti è aumentato del 56 % (da 4 660 a 7 270). Il numero di soggiorni irregolari rilevati è leggermente aumentato da 7 660 nel 2006 a 8 785 nel 2017 (un aumento del 15 %). Secondo i dati dell'Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera, l'andamento tra la prima metà del 2017 e la prima metà del 2018 indica un aumento del numero di respingimenti e un aumento notevole di soggiorni irregolari. Per quanto riguarda le domande di asilo, dopo un notevole calo, di oltre il 50 % tra il 2016 e il 2017 (da 3 675 a 1 610), nella prima metà del 2018 sono state registrate in totale 1 665 domande, pari al 128 % in più rispetto allo stesso periodo del 2017 (730 domande). Il tasso di riconoscimento del diritto di asilo è basso (1,48 % nel 2016 e 1,35 % nel 2017). Il tasso di rimpatrio (circa l'83 % nel 2017) è aumentato significativamente rispetto al 2016 (circa il 48 %), con il rimpatrio effettivo di 3 835 cittadini moldovi nel 2017. La cooperazione in materia di riammissione e rimpatrio con la Moldova è buona e deve essere proseguita.

La Moldova sta attuando il piano di azione 2016-2020 nel quadro della strategia nazionale sulla migrazione e l'asilo 2011-2020. Il paese ha intensificato gli sforzi per elaborare campagne di informazione mirate, finalizzate a spiegare i diritti e gli obblighi connessi all'abolizione del visto. Alle categorie vulnerabili sono state destinate campagne di informazione specifiche, anche riguardanti i rischi comportati dal trattenersi nello spazio Schengen+ oltre i limiti legali e le relative sanzioni. Nel novembre 2018 la Moldova ha avviato un programma di cittadinanza per gli investitori che deve essere monitorato attentamente, tenuto conto dei rischi che potrebbe comportare in termini di migrazione e di sicurezza. Dovrebbero essere pertanto applicati un'adeguata diligenza e controlli di sicurezza.

Ordine pubblico e sicurezza

I gruppi della criminalità organizzata moldovi continuano a rappresentare un'importante minaccia per la sicurezza e sono particolarmente attivi in Austria, Francia, Germania, Lettonia e Polonia. I loro principali settori di attività sono i reati contro il patrimonio, il commercio illegale di tabacco, il traffico di stupefacenti (eroina), le frodi relative alle accise, le frodi con carte di pagamento e il riciclaggio di denaro. La Moldova viene sfruttata in particolare da gruppi della criminalità organizzata russofoni come paese di transito per riciclare denaro e introdurlo nell'UE. I principali fattori di rischio connessi al terrorismo sono rappresentati dall'uso del territorio moldovo quale paese di transito verso le zone di conflitto in Medio Oriente, dalla radicalizzazione e dalle attività mercenarie nell'Ucraina orientale. È aumentato il numero di attività di criminalità cibernetica condotte in Moldova, nonché quello di attacchi contro gli sportelli automatici, come per esempio gli attacchi tramite "black box" (scatola nera).

La Moldova ha adottato alcune delle misure indicate nella prima relazione nell'ambito del meccanismo di sospensione dei visti, tra cui l'adozione di una nuova normativa in materia di lotta al riciclaggio di denaro, la creazione di istituzioni operative per la lotta contro la corruzione, l'ampliamento del mandato dell'Agenzia per il recupero dei proventi illeciti e la messa in atto di campagne di informazione connesse all'abolizione del visto. Restano tuttavia lacune significative da colmare per garantire il rispetto del parametro relativo alla lotta contro la corruzione. L'adozione del pacchetto di leggi sulle riforme di bilancio del luglio 2018 desta preoccupazioni per quanto riguarda la volontà politica di combattere la corruzione. Le iniziative giuridiche del pacchetto includono un condono fiscale e di capitale, che in passato era stato ritirato dal programma legislativo in seguito alle critiche ricevute anche dall'UE. Include inoltre un cosiddetto "pacchetto business", che reintroduce la depenalizzazione di diversi reati economici.

Nel complesso, i parametri per la liberalizzazione dei visti continuano a essere soddisfatti. Nella prima relazione nell'ambito del meccanismo di sospensione dei visti, la Commissione ha osservato che il rispetto dei parametri relativi alla lotta contro la corruzione e il riciclaggio di denaro potrebbe essere messo in pericolo qualora non fossero adottati provvedimenti immediati volti a garantire un'attuazione continua e sostenibile. Ciononostante, alcuni provvedimenti raccomandati non sono stati attuati. Occorrono misure immediate per affrontare le sfide della migrazione irregolare, anche per quanto riguarda le domande di asilo infondate presentate da cittadini moldovi. La Moldova deve in via prioritaria prendere provvedimenti immediati per garantire che il parametro della lotta alla corruzione sia soddisfatto. Occorre affrontare i seguenti settori di intervento:

·rafforzare i controlli alle frontiere, nel pieno rispetto dei diritti fondamentali;

·continuare a organizzare campagne di informazione sui diritti e i doveri derivanti dall'abolizione del visto;

·rafforzare la cooperazione operativa ai fini di una rapida diminuzione del numero di domande di asilo infondate presentate da cittadini moldovi nello spazio Schengen+;

·allineare le leggi sulle riforme finanziarie alle norme dell'UE;

·rafforzare l'autorità nazionale per l'integrità designando il numero necessario di ispettori; garantire un'efficace attuazione del sistema di dichiarazioni patrimoniali per tutti gli attori di alto livello;

·intensificare gli sforzi per conseguire buoni risultati nel campo della lotta contro la corruzione di alto livello, attuare la strategia per il recupero dei beni e garantire azioni penali approfondite e imparziali sulle frodi bancarie, il recupero di capitali oggetto di appropriazione indebita e l'immediata consegna alla giustizia di tutti i responsabili.

Georgia

Gestione integrata delle frontiere, gestione della migrazione, asilo

Per quanto riguarda le sfide poste dalla migrazione irregolare, tra il 2016 e il 2017, il numero di respingimenti è aumentato di circa il 200 % (da 810 a 2 655), mentre per i soggiorni irregolari è stato riscontrato un lieve incremento tra il 2016 (5 240) e il 2017 (5 860). Secondo i dati dell'Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera, l'andamento tra la prima metà del 2017 e la prima metà del 2018 indica un aumento considerevole del numero di respingimenti, nonché un incremento dei soggiorni irregolari. Nella prima metà del 2018 il numero di domande di asilo è raddoppiato rispetto allo stesso periodo del 2017, con la presentazione di 9 680 domande di asilo nella prima metà del 2018 rispetto alle 4 770 dello stesso periodo del 2017. La Germania e la Francia sono i paesi più colpiti da questo incremento. Il tasso di riconoscimento del diritto di asilo si è attestato al 14,09 % nel 2016 e al 5,48 % nel 2017, registrando un notevole calo. La cooperazione della Georgia in materia di riammissione e rimpatrio è buona e deve essere proseguita. Il tasso di rimpatrio (di circa il 63 % nel 2017) è aumentato rispetto al 2016 (circa il 56 %), con 4 560 cittadini georgiani effettivamente rimpatriati nel 2017.

La Georgia ha adottato le misure indicate nella prima relazione nell'ambito del meccanismo di sospensione dei visti e ha continuato ad affrontare la sfida delle domande di asilo infondate nonché ad aumentare la cooperazione operativa con gli Stati membri più colpiti dalla migrazione irregolare.

La Georgia ha introdotto importanti modifiche legislative per affrontare l'incremento delle domande di asilo e per prevenire la migrazione irregolare, tra cui una modifica alla legge sugli atti civili (che ha ristretto i termini e le condizioni per cambiare cognome) nell'aprile 2018. Il paese ha compiuto progressi nell'attuazione della strategia per la migrazione relativa al 2016-2020 e del relativo piano di azione . La terza fase della campagna d'informazione intensiva finanziata dall'UE sui diritti e sugli obblighi connessi al regime di abolizione del visto, incentrata in particolare sulla prevenzione degli abusi delle procedure di asilo dell'UE, è stata avviata a ottobre 2018. Le autorità georgiane hanno pubblicato un opuscolo bilingue sulla migrazione legale e elaborato un'applicazione mobile Schengen/UE che consente ai cittadini georgiani di calcolare il periodo trascorso nello spazio Schengen+ e i giorni rimasti per evitare di superare il periodo di soggiorno consentito.

Ordine pubblico e sicurezza

I gruppi della criminalità organizzata della Georgia continuano a essere considerati tra i gruppi di nazionalità extra-UE più frequentemente associati al crimine organizzato e a forme gravi di criminalità nell'UE, soprattutto in Francia, Grecia, Germania, Italia, Spagna e Svezia. I reati contro il patrimonio restano il primo reato in cui sono coinvolti i gruppi della criminalità organizzata georgiani, attivi altresì nel riciclaggio di proventi illeciti. Il traffico di stupefacenti continua a imporre un attento monitoraggio. Negli ultimi anni le autorità georgiane hanno ottenuto buoni risultati nello smantellamento dei gruppi della criminalità organizzata con sede in Georgia.

La Georgia ha adottato le misure indicate nella prima relazione nell'ambito del meccanismo di sospensione dei visti potenziando la cooperazione a livello internazionale per la lotta contro la criminalità organizzata e la sua prevenzione. La nuova strategia nazionale 2017-2020 per la lotta contro la criminalità organizzata e il relativo piano d'azione 2017-2018 dovranno essere attuati in maniera tempestiva ed efficace. In seguito alle raccomandazioni degli scorsi anni, le riforme della polizia riguardanti le attività di polizia basate sull'intelligence e la polizia di prossimità, nonché la creazione del sistema unificato di analisi della criminalità, continuano a registrare progressi. Vi sono funzionari di polizia distaccati presso i principali Stati membri e sono in via di conclusione nuovi accordi in materia di attività di contrasto. È necessario migliorare la cooperazione di polizia con gli Stati membri più colpiti, per ridurre l'impatto dei gruppi della criminalità organizzata georgiana sull'UE. Nel marzo 2018 il paese ha firmato con Europol il memorandum d'intesa riguardante una linea di comunicazione sicura e l'accordo di collegamento. Un ufficiale di collegamento è stato distaccato presso Europol nel settembre 2018. Le negoziazioni sull'accordo di cooperazione con Eurojust sono state finalizzate.

In generale la Georgia ha realizzato buoni risultati nell'attuazione delle riforme anticorruzione, benché restino margini di miglioramento per quanto riguarda l'elevato livello di corruzione e l'ulteriore coinvolgimento della società civile. Il meccanismo di verifica delle dichiarazioni patrimoniali, introdotto nel gennaio 2017, è stato attuato con efficacia e sarà sostenuto ulteriormente dall'UE. Nel luglio 2018 la Georgia ha designato l'unità di interazione e cooperazione europea con le organizzazioni internazionali della Procura generale quale ufficio nazionale per il recupero dei beni. Resta tuttavia da istituire un ufficio indipendente di recupero dei beni.

Nel complesso, i parametri per la liberalizzazione dei visti continuano a essere soddisfatti. Nonostante le misure concrete messe in atto per affrontare le sfide connesse alla migrazione irregolare, occorrono ulteriori provvedimenti immediati per vincere tali sfide, ivi compreso l'aumento del numero di domande di asilo infondate. Occorre affrontare i seguenti settori di intervento:

·rafforzare la cooperazione operativa con i paesi interessati ai fini di una rapida diminuzione del numero di domande di asilo infondate presentate da cittadini georgiani nello spazio Schengen+;

·rafforzare i controlli alle frontiere, nel pieno rispetto dei diritti fondamentali;

·continuare a organizzare campagne di informazione sui diritti e i doveri derivanti dall'abolizione del visto;

·continuare a rafforzare la cooperazione transfrontaliera tra autorità di contrasto per la lotta contro i gruppi della criminalità organizzata georgiani;

·portare a termine in via prioritaria le attività di polizia basate sull'intelligence nonché la creazione di un sistema unificato di analisi della criminalità;

·continuare a rafforzare il quadro anticorruzione, ivi compreso mediante l'istituzione di un ufficio nazionale indipendente per il recupero dei beni.

Ucraina

Gestione integrata delle frontiere, gestione della migrazione, asilo

Per quanto concerne le sfide connesse alla migrazione irregolare, tra il 2016 e il 2017 i respingimenti sono aumentati del 47 % (da 22 495 respingimenti a 33 105). Il numero di cittadini ucraini trovati in situazione di soggiorno irregolare ha registrato un lieve incremento (del 13 %) nel 2017 (33 485) rispetto al 2016 (29 570). Secondo i dati dell'Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera, l'andamento tra la prima metà del 2017 e la prima metà del 2018 indica un aumento considerevole del numero di respingimenti, ma nessun incremento dei soggiorni irregolari. Nella prima metà del 2018 il numero di domande di asilo presentate dai cittadini ucraini è diminuito del 9 % rispetto allo stesso periodo del 2017, passando da 5 280 domande a 4 710. Il numero totale di domande di asilo presentate in tutto il 2017 è stato di 10 075 domande, in calo del 19 % rispetto al 2016, anno in cui sono state presentate 12 460 domande di asilo. Il tasso di riconoscimento del diritto di asilo si è attestato al 20,41 % nel 2016 e al 16,24 % nel 2017. La cooperazione in materia di riammissione e di rimpatri è buona e deve essere proseguita. Il tasso di rimpatrio rimane stabile (circa 79 % nel 2018), con il rimpatrio effettivo di 25 330 cittadini ucraini nel 2017.

La gestione integrata delle frontiere continua a rappresentare una sfida e la cooperazione tra agenzie è ancora insufficiente. È stata conclusa una valutazione intermedia dell'attuale strategia per la gestione integrata delle frontiere mentre l'elaborazione di una nuova strategia per il 2020-2025 e di un piano di azione è prevista entro la primavera del 2019. L'Ucraina ha messo in atto una campagna di informazione nazionale volta a spiegare i diritti e i doveri connessi al regime di esenzione dall'obbligo di visto.

Ordine pubblico e sicurezza

Per quanto riguarda la criminalità organizzata, l'Ucraina rimane tuttora un paese di transito per il traffico di diversi prodotti illeciti destinati all'UE. I gruppi della criminalità organizzata ucraini sono coinvolti nelle frodi relative alle accise, in particolare nella produzione e nel contrabbando di prodotti illeciti del tabacco destinati all'UE. Deve essere prestata attenzione ai gruppi attivi in attività di contrabbando di cittadini ucraini dalla Turchia e dalla Grecia attraverso la rotta dei Balcani occidentali. I criminali informatici di cittadinanza ucraina, in particolare i russofoni, sono sempre più coinvolti in operazioni altamente sofisticate nell'ambito dell'economia digitale sommersa.

L'Ucraina ha adottato alcune misure indicate nella prima relazione nell'ambito del meccanismo di sospensione dei visti. È stato istituito un tribunale anticorruzione, che però non è ancora pienamente operativo. La procedura di selezione dei giudici competenti nel settore della lotta contro la corruzione è stata avviata e dovrebbe concludersi agli inizi del 2019. È stato designato un gruppo di esperti internazionali (Consiglio pubblico di esperti internazionali) per selezionare i giudici responsabili in materia di anticorruzione, che tuttavia non ha un accesso sufficiente alle informazioni. Il sistema di verifica automatico delle dichiarazioni patrimoniali elettroniche da parte dei funzionari pubblici è stato messo in atto e il software per le verifiche è operativo e connesso alla maggior parte dei registri statali. Nonostante tali progressi occorrono nuove misure per istituire un sistema di verifiche funzionante e per affrontare efficacemente l'arretrato nelle dichiarazioni patrimoniali. Sono stati intensificati gli sforzi per la lotta alla criminalità organizzata, con la recente istituzione di un nuovo dipartimento ad hoc della polizia nazionale ucraina.

Vi sono ancora azioni indicate nella prima relazione nell'ambito del meccanismo di sospensione dei visti che restano da attuare. L'Ucraina non ha revocato gli emendamenti legislativi del marzo 2017 che estendevano agli attivisti impegnati nella lotta contro la corruzione l'obbligo di presentazione della dichiarazione patrimoniale. Le continue aggressioni degli ultimi anni contro la società civile che denuncia casi di corruzione sono fonte di preoccupazione. Le inchieste al riguardo progrediscono a rilento. Le istituzioni di lotta contro la corruzione, l'Ufficio nazionale anticorruzione (NABU) e la Procura specializzata anticorruzione (SAP), continuano a essere operative, ma le inquietudini riguardo alla loro efficacia e indipendenza non sono state affrontate. Gli accertamenti del NABU in corso sollevano preoccupazioni per le nomine degli ispettori, orientate politicamente, che rischiano di minare la gestione dell'Ufficio. All'Ufficio non è ancora stato garantito un accesso indipendente alle intercettazioni telefoniche. La capacità dell'Ufficio di condurre indagini efficaci in casi di corruzione complessi è ostacolata dal fatto che l'Agenzia nazionale per la prevenzione della corruzione non fornisce un accesso diretto e automatico alla banca dati delle dichiarazioni patrimoniali, nonché dalla restrizione dei tempi per le indagini penali (introdotta nel 2017 e rafforzata nel settembre 2018). 

Nel complesso, i parametri per la liberalizzazione dei visti continuano a essere soddisfatti. Nella prima relazione nell'ambito del meccanismo di sospensione dei visti, la Commissione aveva osservato che, alla luce dei recenti sviluppi, sarebbero servite azioni immediate per garantire la piena attuazione e sostenibilità delle riforme adottate in passato, in particolare per quanto riguarda il parametro relativo alla lotta contro la corruzione. Alcune raccomandazioni della prima relazione nell'ambito del meccanismo di sospensione dei visti non sono state tuttavia attuate e occorrono quindi azioni immediate per garantire che il parametro relativo alla lotta contro la corruzione continui a essere soddisfatto. Servono inoltre azioni immediate per garantire che vengano affrontate le sfide relative alla migrazione irregolare. Occorre affrontare i seguenti settori di intervento:

·rafforzare la cooperazione operativa con i paesi interessati ai fini di una rapida diminuzione della migrazione irregolare di cittadini ucraini verso lo spazio Schengen+;

·continuare a organizzare campagne di informazione sui diritti e i doveri derivanti dall'abolizione del visto;

·abrogare urgentemente gli emendamenti che estendono alla società civile l'obbligo di presentazione della dichiarazione patrimoniale e fare sì che quest'ultima possa svolgere il proprio ruolo senza interferenze ingiustificate;

·garantire l'indipendenza, l'efficacia e la sostenibilità del quadro istituzionale per la lotta contro la corruzione, in particolare facendo in modo che il tribunale anticorruzione indipendente divenga pienamente operativo in tempi brevi e che il consiglio pubblico di esperti internazionali possa svolgere adeguatamente il proprio ruolo nella procedura di selezione;

·ristabilire l'indipendenza e la credibilità della Procura specializzata anticorruzione (SAP);

·istituire un sistema del tutto efficace per le verifiche sulle dichiarazioni patrimoniali, segnatamente garantendo un accesso automatico a tutti i registri e le banche dati restanti, al fine di produrre risultati convincenti per le dichiarazioni correttamente sottoposte a verifiche;

·rafforzare le capacità della polizia nazionale e migliorare la cooperazione tra le autorità di contrasto per potenziare la lotta alla criminalità organizzata, in particolare quella cibernetica.

III.    Conclusioni

Ai sensi dell'articolo 8, paragrafo 4, del regolamento (UE) n. 2018/1806, che impone alla Commissione di monitorare il rispetto costante dei requisiti per la liberalizzazione dei visti da parte dei paesi terzi e di riferire in merito, come nella prima relazione, la Commissione ritiene, sulla base dell'analisi di cui alla presente relazione e del documento di lavoro dei servizi della Commissione allegato, che i requisiti per la liberalizzazione dei visti per i paesi interessati continuino a essere soddisfatti. La presente relazione individua gli ulteriori interventi – in alcuni casi azioni immediate – che determinati paesi devono realizzare in alcuni settori specifici onde garantire il rispetto continuo dei parametri. Laddove uno dei requisiti non sia più soddisfatto, il regolamento prevede le procedure per la sospensione temporanea dell'esenzione dall'obbligo del visto per i cittadini del paese terzo in questione. È necessario inoltre garantire la continua attuazione di tutti gli altri parametri.

I paesi dei Balcani occidentali e del partenariato orientale hanno continuato ad adottare misure per affrontare le sfide nel campo della migrazione irregolare. Occorrono ulteriori iniziative per garantire il miglioramento e la sostenibilità dei risultati. Il crescente numero di domande di asilo infondate nel caso della Moldova e della Georgia desta preoccupazione. È stato osservato un aumento della migrazione irregolare dall'Ucraina, dalla Serbia e dalla Bosnia-Erzegovina. L'Albania ha preso provvedimenti efficaci, ma sono necessari sforzi continui per garantire il miglioramento e la sostenibilità dei risultati. La cooperazione in materia di riammissione e rimpatrio prosegue senza ostacoli per tutti i paesi dei Balcani occidentali e del partenariato orientale, con tassi di rimpatrio complessivamente alti, e dovrà essere mantenuta in futuro. Resta tuttavia un margine di miglioramento, in particolare per quanto riguarda la riammissione dei cittadini di paesi terzi nel caso della Serbia. 

La rapida conclusione degli accordi sullo status dell'Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera contribuirà altresì a un maggiore sostegno per la gestione della migrazione irregolare, benché la responsabilità principale della gestione delle frontiere resti di competenza dei partner dei Balcani occidentali. L'Albania è stato il primo paese a firmare l'accordo sullo status; gli accordi con la Serbia e l'ex Repubblica jugoslava di Macedonia sono stati siglati. Devono ancora essere finalizzate le procedure con il Montenegro e la Bosnia-Erzegovina, in modo che gli accordi possano esser siglati rapidamente.

Al fine di garantire una migrazione gestita correttamente e un ambiente di sicurezza quali presupposti per continuare a garantire il rispetto dei parametri, la Commissione invita caldamente a garantire l'allineamento alla politica dell'UE in materia di visti, in particolare nel caso della Serbia.

I paesi dei Balcani occidentali e del partenariato orientale hanno continuato ad adottare misure per la prevenzione e la lotta contro la criminalità organizzata. Occorre tuttavia moltiplicare gli sforzi al riguardo. I gruppi della criminalità organizzata dei paesi interessati sono sempre attivi nel traffico di armi da fuoco illegali e di diverse merci illecite (in particolare stupefacenti e tabacco), nei reati contro il patrimonio, nel riciclaggio di denaro, nella tratta di esseri umani, nel traffico di migranti e nella criminalità informatica.

Nella prima relazione si indicava alla Moldova di prendere provvedimenti immediati per garantire la continua attuazione dei parametri riguardanti la lotta contro la corruzione e il riciclaggio di denaro nonché la sostenibilità delle riforme. Nonostante le azioni intraprese contro il riciclaggio di denaro, la Moldova deve prendere provvedimenti immediati per garantire che il parametro relativo alla lotta alla corruzione sia soddisfatto con urgenza. La prima relazione indicava altresì i provvedimenti immediati che l'Ucraina avrebbe dovuto adottare per salvaguardare le misure anticorruzione introdotte con le precedenti riforme e per consentire la realizzazione di ulteriori progressi. Nonostante le azioni intraprese sarà necessario intensificare gli sforzi per garantire una piena attuazione e sostenibilità delle riforme passate e per dare seguito alle raccomandazioni non ancora attuate.

L'attuazione dei parametri per la liberalizzazione dei visti è un processo continuo e in divenire. Il monitoraggio continuerà, anche con le riunioni degli alti funzionari, così come nell'ambito delle riunioni periodiche a livello di sottocomitato per la giustizia, la libertà e la sicurezza e dei dialoghi tra l'UE e i paesi esenti dall'obbligo del visto – e per i paesi dei Balcani occidentali, dei negoziati di adesione all'UE, ove opportuno.

(1)

   Conformemente all'articolo 8, paragrafo 4, del regolamento (UE) n. 2018/1806 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 14 novembre 2018, che adotta l'elenco dei paesi terzi i cui cittadini devono essere in possesso del visto all'atto dell'attraversamento delle frontiere esterne e l'elenco dei paesi terzi i cui cittadini sono esenti da tale obbligo, GU L 303, del 28.11.2018, pag. 39.

(2)

   COM(2017) 815 final.

(3)

   Come lo scorso anno, l'individuazione di settori specifici è in linea con i rispettivi piani di azione per la liberalizzazione dei visti stabiliti per ciascun paese. La presente relazione verte sui seguenti settori specifici: Albania (migrazione irregolare, attività di contrasto, riciclaggio di denaro), ex Repubblica jugoslava di Macedonia (migrazione irregolare, criminalità organizzata), Bosnia-Erzegovina (migrazione irregolare, criminalità organizzata, riciclaggio di denaro), Montenegro (migrazione irregolare, criminalità organizzata), Serbia (migrazione irregolare, politica dei visti, criminalità organizzata, riciclaggio di denaro), Moldova (migrazione irregolare, lotta contro la corruzione), Georgia (migrazione irregolare, criminalità organizzata, lotta contro la corruzione) e Ucraina (migrazione irregolare, criminalità organizzata, lotta contro la corruzione). La Commissione continua inoltre a monitorare attentamente l'attuazione dei parametri relativi alla sicurezza dei documenti, nonché la lotta alla discriminazione e la situazione delle categorie vulnerabili della popolazione. Per quanto concerne la situazione generale nel settore degli affari interni e della giustizia, anch'esso rilevante ai fini della realizzazione degli impegni in materia di liberalizzazione dei visti, la Commissione continua a monitorare e a riferire nel quadro del pacchetto in materia di allargamento per i paesi dei Balcani occidentali esenti dall'obbligo del visto e, per i paesi del partenariato orientale, nell'ambito dell'attuazione dei rispettivi accordi di associazione.

(4)

   Belgio, Bulgaria, Croazia, Cipro, Repubblica ceca, Danimarca, Germania, Estonia, Grecia, Spagna, Francia, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Ungheria, Malta, Paesi Bassi, Austria, Polonia, Portogallo, Slovenia, Slovacchia, Finlandia e Svezia, insieme a Svizzera, Norvegia, Liechtenstein e Islanda.

(5)

   Le statistiche di Eurostat sono aggiornate regolarmente con i dati più accurati inviati costantemente dalle autorità dei paesi dello spazio Schengen+. Di conseguenza, le statistiche degli anni precedenti (anche del periodo oggetto della prima relazione nell'ambito del meccanismo di sospensione dei visti) sono state aggiornate in modo retroattivo con le ultime informazioni disponibili al momento della redazione della presente relazione.

(6)

       In base ai dati dell'Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera disponibili fino alla metà del 2018. Le statistiche Eurostat sono disponibili soltanto su base annuale (ad eccezione dei dati sull'asilo)

(7)

   In altri termini, le autorità competenti responsabili dell'asilo hanno formulato una decisione negativa per il 93,78 % delle domande di asilo presentate, il che equivale a 24 603 delle 26 235 domande di asilo presentate dai cittadini albanesi nello spazio Schengen+ nel 2017.

(8)

   Il numero di rimpatriati di un determinato anno è raffrontato al numero di decreti di rimpatrio dello stesso anno. Un tasso di rimpatrio superiore al 100 % indica che il paese si sta occupando in modo adeguato dell'arretrato degli anni precedenti.

(9)

   https://rm.coe.int/moneyval-56th-plenary-report-august-2018-eng-fin/16808d593a.

Top