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Document 52017DC0815

RELAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO E AL CONSIGLIO Prima relazione nell'ambito del meccanismo di sospensione dei visti

COM/2017/0815 final

Bruxelles, 20.12.2017

COM(2017) 815 final

RELAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO E AL CONSIGLIO

Prima relazione nell'ambito del meccanismo di sospensione dei visti

{SWD(2017) 480 final}


I. Introduzione

La liberalizzazione dei visti costituisce uno degli strumenti più efficaci ideati dall'Unione per agevolare i contatti interpersonali e rafforzare i legami tra i cittadini di paesi terzi e l'UE. La presente relazione scaturisce dall'obbligo della Commissione di monitorare il rispetto costante dei requisiti per la liberalizzazione dei visti da parte dei paesi terzi e di riferire in merito al Parlamento europeo e al Consiglio almeno una volta l'anno, ai sensi dell'articolo 1 bis, paragrafo 2 ter, del regolamento (CE) n. 539/2001 1  e conformemente alla dichiarazione della stessa Commissione del 17 febbraio 2017 2 .

La valutazione dei parametri di riferimento per la liberalizzazione dei visti si applica ai paesi che hanno concluso con esito positivo i dialoghi per la liberalizzazione dei visti secondo i corrispondenti piani d'azione e tabelle di marcia, vale a dire i paesi dei Balcani occidentali e i paesi del partenariato orientale. La relazione si occupa dei settori specifici 3 individuati per ciascun paese che richiedono ulteriori interventi e monitoraggio al fine di garantire la continuità e la sostenibilità dei progressi compiuti nel quadro del processo di liberalizzazione dei visti. Pertanto, essa non prende in esame parametri e impegni la cui attuazione risulta stabile. La Commissione fornisce un rapporto dettagliato sulla situazione generale nel settore degli affari interni e della giustizia, anch'esso rilevante ai fini della realizzazione degli impegni in materia di liberalizzazione dei visti, nel quadro del pacchetto allargamento per i paesi dei Balcani occidentali 4 e nell'ambito dell'attuazione dei rispettivi accordi di associazione per i paesi del partenariato orientale. La presente relazione valuta il periodo successivo alla data di adozione delle ultime relazioni pertinenti, vale a dire, per i paesi dei Balcani occidentali, la quinta relazione sul controllo successivo alla liberalizzazione dei visti adottata nel febbraio 2015 5 e, per il partenariato orientale, le relazioni finali sui progressi compiuti in materia di liberalizzazione dei visti adottate rispettivamente, per la Repubblica di Moldova 6 nel dicembre 2013, per l'Ucraina e la Georgia nel dicembre 2015.

La parte statistica della relazione si occupa degli Stati membri e dei paesi associati, segnatamente i 26 Stati membri che applicano il regolamento (CE) n. 539/2001 e i quattro paesi associati Schengen (in appresso denominati "lo spazio Schengen+") 7 . La valutazione dei settori specifici si basa principalmente su informazioni fornite a Eurostat dallo spazio Schengen+ e dalle agenzie dell'UE (Europol, eu-LISA, Ufficio europeo di sostegno per l’asilo (EASO), Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera) e sullo scambio di informazioni tra la Commissione, il servizio europeo per l'azione esterna (SEAE) e i paesi esenti da visto.

La relazione è accompagnata da un documento di lavoro dei servizi della Commissione che delinea con informazioni più dettagliate il contesto degli sviluppi individuati per i settori specifici.

II. Valutazione dei settori specifici in linea con i parametri per la liberalizzazione dei visti

II.1 Balcani occidentali

Albania

Migrazione irregolare, compresa la riammissione

Per quanto concerne le sfide connesse alla migrazione irregolare, tra la seconda metà del 2016 e la prima metà del 2017 i respingimenti hanno registrato un notevole aumento e i soggiorni irregolari una leggera flessione. Sebbene il numero delle domande di asilo presentate da cittadini albanesi nell'UE sia ancora il più elevato in assoluto tra gli Stati esenti da visto, nella prima metà del 2017 esso è sceso del 28 % rispetto alla seconda metà dell'anno precedente (da 17 165 a 12 440). Tra il 2015 e il 2016 i respingimenti sono aumentati del 91 % (da 15 835 a 30 305) e i soggiorni irregolari sono diminuiti del 30 % (da 47 755 a 33 445), mentre le domande di asilo si sono ridotte del 54 % (da 66 715 a 30 840). Il tasso di riconoscimento del diritto d'asilo è basso (1,84 % nel 2015 e 2,61 % nel 2016). Tra il 2015 e il 2016 il numero di decisioni di rimpatrio è sceso del 19 %, da 39 310 a 31 975. La riammissione funziona in maniera corretta: il paese evade rapidamente le domande di riammissione presentate dagli Stati membri e il tasso di rimpatrio mostra un aumento sostanziale, dall'86 % del 2015 al 129 % del 2016.

Negli ultimi mesi l'Albania ha adottato una serie di iniziative per risolvere il problema delle domande d'asilo infondate presentate da cittadini albanesi, ma l'attuazione delle misure deve proseguire senza interruzioni. L'Albania ha conseguito i primi risultati nell'attuazione di un piano di azione contro la migrazione irregolare che verte sulla cooperazione operativa nei seguenti settori: gestione della migrazione irregolare, identificazione e tutela dei minori non accompagnati e lotta contro il falso documentale. Il paese ha intensificato lo scambio di informazioni con gli Stati membri in merito ai divieti d'ingresso nello spazio Schengen. Ha inoltre potenziato i controlli dei documenti presso alcuni valichi di frontiera, tra cui l'aeroporto di Rinas, ma dovrebbe migliorare il controllo frontaliero presso la totalità dei valichi di frontiera.

L'Albania ha altresì incrementato la cooperazione operativa con gli Stati membri più colpiti dalla migrazione irregolare. La recente prassi di effettuare "colloqui in uscita" con i viaggiatori ai valichi di frontiera è una misura efficace ma temporanea, che dovrebbe essere attuata nel rispetto dei diritti fondamentali dei viaggiatori. Il paese si è inoltre adoperato per aumentare la propria capacità ricettiva nei confronti dei richiedenti asilo costruendo un nuovo centro a Babrru, e per migliorare le condizioni di accoglienza al confine con la Grecia.

 

Ordine pubblico e sicurezza

I gruppi della criminalità organizzata di lingua albanese sono particolarmente attivi in diverse attività illecite nell'UE. Generalmente, questi gruppi si dedicano a più attività criminali: traffico di stupefacenti (segnatamente cannabis, cocaina ed eroina), traffico di migranti e tratta di esseri umani, reati contro il patrimonio, racket ed estorsione.

L'Albania si è sforzata di migliorare l'efficacia delle attività di contrasto finalizzate a combattere la criminalità organizzata e le forme gravi di criminalità. I sequestri di stupefacenti, cannabis in particolare, sono aumentati in misura sostanziale dal 2015 al 2017, e per tutta l'annata 2017 si è osservata una riduzione significativa delle relative coltivazioni. 

Nel complesso, i parametri per la liberalizzazione dei visti continuano a essere soddisfatti. Si attende un ulteriore miglioramento dell’attuazione, in particolare per affrontare le sfide legate alla migrazione irregolare. Vanno considerati i seguenti piani di intervento:

·migliorare i controlli alle frontiere, anche attraverso i "colloqui in uscita" presso i valichi di frontiera, che dovranno essere condotti nel pieno rispetto dei diritti fondamentali dei viaggiatori;

·continuare ad attuare in modo efficace l'accordo di riammissione, se necessario concludendo protocolli di attuazione con altri Stati membri;

·continuare a realizzare le azioni concordate a livello bilaterale con gli Stati membri per ridurre i flussi migratori irregolari;

·organizzare una campagna d'informazione di alto profilo sui diritti e i doveri derivanti dall'abolizione del visto, puntando l'attenzione sui settori particolarmente colpiti dalla migrazione irregolare;

·intensificare l'assistenza alle popolazioni vulnerabili più inclini a emigrare in modo irregolare, nell'intento di migliorarne l'integrazione socioeconomica a lungo termine, anche prevedendo un sostegno alla reintegrazione dei rimpatriati albanesi;

·migliorare ulteriormente l'efficacia delle attività di contrasto dirette a combattere la tratta di esseri umani, il traffico di migranti, il traffico di stupefacenti e i reati contro il patrimonio da parte della criminalità organizzata;

·intensificare le indagini e le azioni penali nei confronti dei gruppi della criminalità organizzata, in particolare quelli impegnati nel traffico di stupefacenti e nel traffico di migranti;

·inviare un ufficiale di collegamento di Europol, che contribuirà ulteriormente a potenziare la cooperazione nella lotta contro la criminalità organizzata.

Εx Repubblica jugoslava di Macedonia

Migrazione irregolare, compresa la riammissione

Per quanto concerne le sfide connesse alla migrazione irregolare, tra la seconda metà del 2016 e la prima metà del 2017 i respingimenti sono rimasti stabili mentre è aumentato il numero dei soggiorni irregolari. Nello stesso periodo, il numero di domande di asilo da parte di cittadini dell'ex Repubblica jugoslava di Macedonia nell'UE è diminuito del 28 % (da 5 240 a 3 755). Tra il 2015 e il 2016 i respingimenti hanno registrato una contrazione del 2 % (da 2 555 a 2 495); i soggiorni irregolari sono diminuiti del 13 % (da 5 265 a 4 595); e le domande di asilo hanno subito un calo del 44 % (da 16 110 a 9 100). Il tasso di riconoscimento del diritto d'asilo è basso (1,34% nel 2015 e 0,80% nel 2016). Tra il 2015 e il 2016 il numero di decisioni di rimpatrio è aumentato del 6,8 %, da 5 700 a 6 085.

La riammissione funziona correttamente: il paese evade rapidamente le domande di riammissione presentate dagli Stati membri e nel 2016 ha raggiunto un tasso di rimpatrio eccellente, pari al 127 %. Sono in vigore protocolli di attuazione con cinque Stati membri e altri sei strumenti analoghi saranno presto messi in atto. Il paese ha intavolato trattative con la Commissione che permettono l'invio sul suo territorio di membri delle squadre dell'Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera. Ha altresì modificato la legge nazionale sugli stranieri in modo da allinearla alle normative dell'UE in materia di migrazione regolare.

Ordine pubblico e sicurezza

Per quanto concerne la criminalità organizzata, i gruppi di criminalità organizzata dell'ex Repubblica jugoslava di Macedonia sono attivi nel traffico e nella distribuzione di stupefacenti, in particolare eroina. Il paese continua a essere un punto di partenza per il traffico di reperti archeologici, articoli religiosi e beni culturali destinati all'UE. Alcuni gruppi criminali sono anche dediti a forme di corruzione in ambito sportivo, segnatamente alle frodi legate alle scommesse. Un ulteriore rischio è costituito dai combattenti terroristi stranieri di ritorno nel paese d'origine che attraversano il territorio dell'ex Repubblica jugoslava di Macedonia.

Il paese ha sviluppato la propria valutazione della minaccia rappresentata dalla criminalità organizzata e dalle forme gravi di criminalità, elaborandone anche una versione regionale insieme alla Serbia e al Montenegro. Per quanto concerne le attività di contrasto, gli sforzi per combattere il traffico di stupefacenti si sono tradotti in un aumento dei sequestri di partite di droga, in particolare di cannabis e droghe sintetiche, e nello smantellamento di diverse reti del narcotraffico. È stato nominato un coordinatore nazionale che dirigerà gli interventi antiterrorismo. La cooperazione con i partner dei Balcani occidentali, l'Italia e la Slovenia nell'attività di contrasto è migliorata, così come la cooperazione operativa con Europol. Con Eurojust è in vigore un accordo di cooperazione, ma la collaborazione è molto limitata e non è stato nominato un nuovo punto di contatto.

Nel complesso, i parametri per la liberalizzazione dei visti continuano a essere soddisfatti. Si attendono ulteriori miglioramenti dell’attuazione. Vanno considerati i seguenti piani di intervento:

·continuare ad attuare in modo efficace l'accordo di riammissione tra l'UE e l'ex Repubblica jugoslava di Macedonia, se necessario concludendo protocolli di attuazione con altri Stati membri dell'UE;

·rafforzare i controlli alle frontiere nel pieno rispetto dei diritti fondamentali dei viaggiatori;

·organizzare una campagna d'informazione di alto profilo sui diritti e i doveri derivanti dall'abolizione del visto, puntando l'attenzione sui settori particolarmente colpiti dalla migrazione irregolare;

·intensificare l'assistenza alle popolazioni vulnerabili nell'intento di migliorarne l'integrazione socioeconomica a lungo termine;

·migliorare l'efficacia delle attività di contrasto dirette a combattere il traffico di stupefacenti, in particolare dell'eroina, il traffico di reperti archeologici e la corruzione nello sport, nonché altre attività illecite;

·intensificare le indagini e le azioni penali nei confronti dei gruppi della criminalità organizzata, in particolare quelli impegnati nel traffico di stupefacenti;

·nominare in tempi brevi un punto di contatto per Eurojust e garantire la piena attuazione del vigente accordo di cooperazione.

Bosnia-Erzegovina 

Migrazione irregolare, compresa la riammissione



Per quanto concerne le sfide connesse alla migrazione irregolare, tra la seconda metà del 2016 e la prima metà del 2017 i respingimenti e i soggiorni irregolari hanno continuato a registrare un andamento stabile. La tendenza relativa alle domande d'asilo da parte di cittadini della Bosnia-Erzegovina nell'UE tra la seconda metà del 2016 e la prima metà del 2017 indica una riduzione del 38 % (da 2 340 a 1 440). Le cifre relative ai respingimenti erano già stabili tra il 2015 e il 2016 (5 185 casi nel 2015 contro 5 150 nel 2016), così come quelle relative ai soggiorni irregolari (3 585 casi nel 2015 contro 3 645 nel 2016). Le domande d'asilo erano già diminuite del 51 % tra il 2015 e il 2016 (da 9 100 a 4 495). Il tasso di riconoscimento del diritto d'asilo si attestava al 3,50 % nel 2015 e al 4,20 % nel 2016. Tra il 2015 e il 2016 il numero di decisioni di rimpatrio è sceso del 10 % (da 5 675 a 5 080). In questo stesso periodo si è registrato un tasso di rimpatrio stabile pari al 73 % circa. La cooperazione con gli Stati membri in materia di riammissione è regolare e soddisfacente, ma occorre mantenere vivi gli sforzi.

Nel marzo 2016 la Bosnia-Erzegovina ha adottato una strategia e un piano di azione sulla migrazione e l'asilo per il periodo 2016-2020, allo scopo di migliorare il proprio quadro strategico in materia di gestione della migrazione. Nel febbraio 2016 è entrata in vigore una nuova legge sull'asilo tesa a favorire una ulteriore armonizzazione della relativa politica nazionale con le norme internazionali e l'acquis dell'UE, in particolare per quanto riguarda il principio di non respingimento e il diritto al lavoro, all'istruzione, all'assistenza socio-sanitaria e al ricongiungimento famigliare per i richiedenti asilo e i beneficiari di protezione internazionale.

Ordine pubblico e sicurezza



Per quanto concerne la criminalità organizzata, i cittadini della Bosnia-Erzegovina sono tra quelli più frequentemente associati ai reati contro il patrimonio nell'UE. I gruppi della criminalità organizzata sono coinvolti in attività quali furti in abitazioni, furti con scasso violenti, truffe, tratta di esseri umani e traffico di stupefacenti attraverso la rotta dei Balcani occidentali. La Bosnia-Erzegovina è anche un paese di destinazione dei veicoli rubati in diversi Stati membri. Sul territorio rimangono ingenti scorte di armi, che rappresentano un rischio nel contesto del traffico di armi da fuoco.

Nell'agosto 2016 è stato firmato un accordo di cooperazione operativa con Europol volto ad assistere il paese nella prevenzione e nella lotta contro la criminalità organizzata, il terrorismo e altre forme di criminalità internazionale. Nel maggio 2017 ha fatto seguito un accordo per il distacco di un ufficiale di collegamento presso la sede centrale di Europol. Sono attualmente in corso i lavori per la nomina di un punto di contatto nazionale Europol. Le misure volte a combattere la tratta di esseri umani devono essere intensificate. Su questo fronte non è ancora stato elaborato un approccio globale, multidisciplinare e orientato alle vittime ed è necessario migliorare l'identificazione di queste ultime.

Nel complesso, i parametri per la liberalizzazione dei visti continuano a essere soddisfatti. Si attendono ulteriori miglioramenti dell’attuazione. Vanno considerati i seguenti piani di intervento:

·continuare ad attuare in modo efficace l'accordo di riammissione tra l'UE e la Bosnia-Erzegovina, se necessario concludendo protocolli di attuazione con i rimanenti Stati membri dell'UE; accrescere gli sforzi volti al rispetto delle scadenze e al miglioramento dei processi di identificazione;

·rafforzare i controlli di frontiera nel pieno rispetto dei diritti fondamentali dei viaggiatori;

·organizzare una campagna d'informazione di alto profilo sui diritti e i doveri derivanti dall'abolizione del visto, puntando l'attenzione sui settori particolarmente colpiti dalla migrazione irregolare;

·intensificare l'assistenza alle popolazioni vulnerabili nell'ottica di migliorarne l'integrazione socioeconomica a lungo termine;

·impegnarsi maggiormente per combattere la tratta di esseri umani;

·intensificare l'uso delle indagini finanziarie nei casi di corruzione e criminalità organizzata.

Montenegro 

Migrazione irregolare, compresa la riammissione

Per quanto concerne le sfide connesse alla migrazione irregolare, tra la seconda metà del 2016 e la prima metà del 2017 le tendenze indicano un leggero aumento dei respingimenti e un aumento considerevole dei soggiorni irregolari. In termini assoluti, le cifre rimangono tuttavia modeste. L'andamento delle domande d'asilo da parte di cittadini montenegrini nell'UE indica un calo del 36 % tra la seconda metà del 2016 e la prima metà del 2017 (da 795 a 510). Tra il 2015 e il 2016 i respingimenti si erano ridotti del 13 %, da 385 a 335, e i soggiorni irregolari sono diminuiti del 26 %, da 770 a 570. Il numero complessivo delle domande d'asilo ha subito un notevole calo tra il 2015 e il 2016 (da 4 115 a 1 830, pari a una flessione del 56 %). Il tasso di riconoscimento del diritto d'asilo è basso (1,63% nel 2015 e 1,75% nel 2016). Tra il 2015 e il 2016 il numero delle decisioni di rimpatrio riguardanti cittadini montenegrini è rimasto stabile (1 565 nel 2015 e 1 500 nel 2016). Secondo quanto riferito dagli Stati membri dell'UE, la cooperazione in materia di riammissione è di ottimo livello e il tasso di rimpatrio del 160 % registrato nel 2016 è il più alto di tutti i paesi terzi che usufruiscono di un regime di esenzione dal visto a seguito del soddisfacimento dei parametri fissati per la liberalizzazione dei visti. Rimane tuttavia modesto il tasso di accettazione delle richieste di riammissione di cittadini di paesi terzi presentate dagli Stati membri dell'UE.

Nel 2016 è stata adottata, per il periodo 2016-2020, una strategia per la reintegrazione delle persone rimpatriate sulla base di accordi di riammissione. Con l'adozione della strategia per la gestione integrata della migrazione per il periodo 2017-2020 ha preso forma il quadro strategico complessivo ed è migliorato l'allineamento con l'acquis dell'UE in materia. Un gruppo di lavoro interministeriale istituito nell'agosto 2017 sorveglia l'attuazione di tale strategia.

Ordine pubblico e sicurezza



Per quanto riguarda la criminalità organizzata, il Montenegro è stato uno snodo importante del traffico illecito di prodotti del tabacco verso l'UE. I gruppi della criminalità organizzata del paese sono attivi in particolare nel traffico di cocaina; sono inoltre noti per le attività di riciclaggio e reinvestimento dei proventi della criminalità organizzata e di altre forme gravi di criminalità.

Il Montenegro aveva già rafforzato il proprio quadro istituzionale nella lotta alla criminalità organizzata. Le 20 cariche previste per l'unità speciale di polizia sono oggi ricoperte; occorre tuttavia aumentare ulteriormente l'organico per soddisfare le esigenze. Negli ultimi anni il Montenegro ha adottato la propria valutazione della minaccia rappresentata dalla criminalità organizzata e dalle forme gravi di criminalità, sulla base della quale vengono determinate le priorità del paese in materia di sicurezza. Sono state adottate modifiche al codice penale che consentono di attuare il protocollo della convenzione delle Nazioni Unite contro la criminalità organizzata transnazionale per combattere il traffico di migranti. L'accordo operativo con Eurojust è entrato in vigore a giugno e a settembre è stato nominato il procuratore di collegamento Eurojust.

Nel complesso, i parametri per la liberalizzazione dei visti continuano a essere soddisfatti. Si attendono ulteriori miglioramenti dell’attuazione. Vanno considerati i seguenti piani di intervento:

·continuare ad attuare in modo efficace l'accordo di riammissione tra l'UE e il Montenegro, se necessario concludendo protocolli di attuazione con gli Stati membri dell'UE;

·organizzare una campagna d'informazione di alto profilo sui diritti e i doveri derivanti dall'abolizione del visto, puntando l'attenzione sui settori particolarmente colpiti dalla migrazione irregolare;

·migliorare il bilancio montenegrino in materia di lotta alla criminalità organizzata e alla corruzione;

·intensificare l'assistenza alle popolazioni vulnerabili nell'ottica di migliorarne l'integrazione socioeconomica a lungo termine.

Serbia 

Migrazione irregolare, compresa la riammissione

Per quanto concerne le sfide connesse alla migrazione irregolare, tra la seconda metà del 2016 e la prima metà del 2017 l'andamento indica un leggero aumento dei respingimenti e dei soggiorni irregolari. Il dato relativo alle domande d'asilo presentate nell'UE mostra un calo del 41 % tra la seconda metà del 2016 e la prima metà del 2017 (da 7 140 a 4 225). Il numero di cittadini serbi cui è stato negato l'ingresso nel 2016 è di 7 910, analogo a quello del 2015, quando furono riportati 7 850 casi. Il numero dei soggiorni irregolari è diminuito del 19 % tra il 2015 e il 2016 (da 13 785 a 11 180). Quanto alle domande d'asilo, si era già registrato un calo del 55 % tra il 2015 e il 2016 (da più di 30 325 a 13 515). Il tasso di riconoscimento del diritto d'asilo è basso (1,86% nel 2015 e 1,95% nel 2016). Il numero delle decisioni di rimpatrio riguardanti cittadini serbi è sceso del 7 %, da 14 985 nel 2015 a 13 870 nel 2016. La Serbia coopera ottimamente nella riammissione dei propri cittadini, con un tasso di rimpatrio dell'86,65 % nel 2015 e dell'89,04 % nel 2016. La riammissione di cittadini di paesi terzi è problematica (soprattutto per quanto riguarda le riammissioni dalla Bulgaria, dall'Ungheria e dalla Romania). Il 3 ottobre 2017, in sede di comitato misto per la riammissione, la Serbia si è impegnata ad attuare in toto le disposizioni sui cittadini di paesi terzi contenute nell'accordo di riammissione tra UE e Serbia. Nei prossimi mesi sarà effettuato un attento monitoraggio. La recente decisione della Serbia di concedere l'esenzione dal visto ai cittadini iraniani solleva preoccupazioni e impone un attento monitoraggio.

Alla fine del 2016 la Serbia ha rivisto il proprio piano d'intervento per un numero più elevato di migranti, coprendo l'intero periodo fino a dicembre 2017. Nel febbraio 2017 la Serbia ha iniziato a lavorare a una nuova strategia e un nuovo piano di azione contro la migrazione irregolare per il periodo 2017-2020. L'adozione della nuova legge in materia di asilo sta subendo ritardi e non è ancora stata adottata una nuova legge sugli stranieri. La Serbia tiene costantemente monitorato il numero di richiedenti asilo e il numero di rimpatriati in base agli accordi di riammissione, anche aggiornando i dati statistici e creando profili migratori. Il paese ha realizzato interventi a sostegno della reintegrazione dei rimpatriati, anche a livello delle comunità locali. Inoltre assiste finanziariamente le organizzazioni della società civile per realizzare campagne d'informazione sulle procedure di riammissione e sui rischi di abuso del regime di esenzione dai visti, anche dirette a segmenti specifici della popolazione più inclini a emigrare in modo irregolare.

Ordine pubblico e sicurezza

Per quanto concerne la criminalità organizzata, i cittadini serbi sono tra quelli più frequentemente associati ai reati contro il patrimonio nell'UE, specialmente in Belgio, Francia, Germania e Italia. I cittadini serbi figurano tra le vittime più frequenti della tratta di esseri umani in provenienza dalla regione dei Balcani occidentali. Si riferisce inoltre che criminali serbi sono coinvolti nel traffico di cocaina attraverso la rotta dei Balcani occidentali e spesso la Serbia funge da snodo per il contrabbando di prodotti illeciti del tabacco destinati all'UE. Sul territorio rimangono ingenti scorte di armi, che rappresentano un rischio nel contesto del traffico di armi da fuoco.

Per intensificare la lotta contro la criminalità organizzata, la legge in materia di organizzazione e giurisdizione delle autorità governative ai fini del repressione della criminalità organizzata, del terrorismo e della corruzione (che entrerà in vigore nel marzo 2018) prevede la creazione di autorità specializzate per l'azione investigativa e giudiziaria e l'emanazione di sentenze definitive nei suddetti settori. La Serbia ha potenziato la collaborazione con Europol; un ufficiale di collegamento serbo è stato inviato presso la sede centrale dell'agenzia nel marzo 2017. Un ufficiale di collegamento regionale dell'Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera è stato inviato a Belgrado nel settembre 2017. Lo stesso mese, la Serbia ha firmato un accordo di lavoro con l'Agenzia dell'Unione europea per la formazione delle autorità di contrasto (CEPOL). Non è stata ancora adottata una nuova strategia per le indagini finanziarie e in questo ambito si riscontra in generale una mancanza di proattività. Nel 2016 è stata istituita una task force permanente sul traffico di persone. Nell'agosto 2017 è stata adottata una nuova strategia per la prevenzione e la repressione della tratta di esseri umani per il periodo 2017-2022, assieme al relativo piano di azione. Sulla scorta di questa strategia, la Serbia dovrà adottare provvedimenti volti all'identificazione proattiva e alla debita protezione delle vittime della tratta di esseri umani. La Serbia non ha ancora avviato i negoziati per un accordo operativo con Eurojust, poiché non ha ancora adottato una nuova legge sulla protezione dei dati in linea con l'acquis dell'UE.    

Nel complesso, i parametri per la liberalizzazione dei visti continuano a essere soddisfatti. Si attendono ulteriori miglioramenti dell’attuazione. Vanno considerati i seguenti piani di intervento:

·continuare ad attuare in modo efficace l'accordo di riammissione tra l'UE e la Serbia, se necessario concludendo protocolli di attuazione con gli Stati membri dell'UE; è necessario rivolgere maggiore attenzione alla riammissione dei cittadini di paesi terzi;

·organizzare una campagna d'informazione di alto profilo sui diritti e i doveri derivanti dall'abolizione del visto, puntando l'attenzione sui settori particolarmente colpiti dalla migrazione irregolare;

·continuare a intensificare le indagini condotte con metodi di intelligence per ottenere risultati sostenibili sul piano delle condanne definitive e per smantellare le reti della criminalità organizzata, del riciclaggio di denaro, del traffico di persone e della tratta di esseri umani;

·intensificare l'assistenza alle popolazioni vulnerabili nell'ottica di migliorarne l'integrazione socioeconomica a lungo termine.

II.2 Partenariato orientale

Moldova

Migrazione irregolare, compresa la riammissione

Per quanto concerne le sfide connesse alla migrazione irregolare, tra la seconda metà del 2016 e la prima metà del 2017 il numero dei respingimenti è salito leggermente, mentre è diminuito il dato relativo ai soggiorni irregolari. Il picco delle domande d'asilo presentate da cittadini moldovi nell'UE è stato raggiunto della primavera del 2016, mentre l'andamento delle domande d'asilo tra la seconda metà del 2016 e la prima metà del 2017 indica una netta riduzione del 58 % (da 1 730 a 720). I respingimenti alle frontiere avevano mostrato un aumento del 71 % tra il 2015 e il 2016 (da 2 725 a 4 660), mentre nello stesso periodo anche il numero dei soggiorni irregolari aveva subito un drastico aumento dell'89% (da 4 050 a 7 660). Tra il 2015 e il 2016 il numero delle domande d'asilo ha registrato un netto aumento del 99 % (da 1 850 a 3 675). Nel 2015 il tasso di riconoscimento del diritto d'asilo si attestava al 10,81 %, per poi scendere al 2,07 % nel 2016. Il numero di decisioni di rimpatrio riguardanti cittadini moldovi è aumentato notevolmente, del 178 %, tra il 2015 e il 2016 (da 1 810 a 5 035). Il tasso di rimpatrio è sceso dal 67,13 % nel 2015 al 48,16 % nel 2016. La qualità della cooperazione in materia di riammissione è altamente apprezzata dagli Stati membri dell'UE ed è anche comprovata dall'elevata percentuale di risposte positive alle domande di riammissione. L'ultimo comitato misto per la riammissione del 6 ottobre 2017 in generale ha valutato positivamente la cooperazione con la Moldova.

Nel settore della gestione della migrazione la Moldova sta mettendo in atto il piano di azione 2016-2020 per l'applicazione della strategia nazionale sulla migrazione e l'asilo 2011-2020. Attraverso progetti quali la piattaforma d'informazione NEXUS, disponibile online e con uffici in varie città della Moldova e a Parigi, i cittadini moldovi vengono informati in merito ai vantaggi e ai rischi connessi a diversi aspetti della migrazione.

Ordine pubblico e sicurezza

I gruppi della criminalità organizzata moldovi sono particolarmente attivi in Austria, Francia, Germania, Lettonia e Polonia e rimangono principalmente coinvolti in diverse forme di crimine organizzato come i reati contro il patrimonio, il commercio illegale di tabacco, il traffico di stupefacenti (l'eroina rappresenta un punto problematico), le frodi relative alle accise, le frodi con carte di pagamento e il riciclaggio di denaro. La Moldova viene sfruttata in particolare da gruppi della criminalità organizzata russofoni come paese di transito per riciclare denaro e introdurlo nell'UE. La Moldova rimane un paese di origine per la tratta di esseri umani. Per migliorare la cooperazione giudiziaria, a metà del 2014 il paese ha firmato un accordo con Europol che è entrato in vigore nell'ottobre 2016. La cooperazione nell'attività di contrasto è stata rafforzata attraverso la firma di un accordo con Europol nel dicembre 2014.

Dopo la relazione finale sulla liberalizzazione dei visti, la Moldova ha adottato leggi volte a potenziare il quadro istituzionale per la lotta contro la corruzione (in particolare la corruzione ad alto livello) e il riciclaggio di denaro. Tuttavia, sul piano attuativo si registrano gravi ritardi. Permangono preoccupazioni in merito alle ingerenze della politica nella lotta contro la corruzione e il riciclaggio di denaro. I tentativi diretti a indebolire il quadro anticorruzione (come la cosiddetta "legge sulla liberalizzazione dei capitali" e il cosiddetto "pacchetto imprese", che mirano tra l'altro a modificare la struttura istituzionale degli organismi anticorruzione) danneggiano la credibilità della volontà politica di combattere questo fenomeno. Nell'ultima relazione sulla liberalizzazione dei visti era stata prefigurata la creazione di un ufficio per il recupero dei beni. Tale ufficio, tuttavia, è stato istituito solo nel 2017 e il suo campo d'azione rimane limitato ai casi di corruzione e riciclaggio di denaro. Dall’agosto 2016, i ritardi verificatisi nell'attuazione della legge sull'autorità nazionale per l'integrità hanno portato al blocco delle verifiche sulle dichiarazioni patrimoniali e sui conflitti di interesse. I progressi sul fronte della normativa antiriciclaggio (ai fini dell'allineamento alla 4a direttiva antiriciclaggio dell'UE) sono a un punto di stallo. 

Nel complesso, i parametri per la liberalizzazione dei visti continuano a essere soddisfatti. Tuttavia, il rispetto dei parametri relativi alla lotta contro la corruzione e il riciclaggio di denaro potrebbe essere messo in pericolo qualora non fossero adottati provvedimenti immediati volti a garantire un'attuazione continua e sostenibile. Vanno considerati i seguenti piani di intervento:

·intensificare la lotta contro la criminalità organizzata adottando una nuova normativa antiriciclaggio;

·garantire la piena indipendenza, efficienza ed efficacia delle istituzioni specializzate nella lotta alla corruzione; fare in modo che il futuro quadro giuridico del cosiddetto "pacchetto imprese" non influisca negativamente sulla lotta alla corruzione e sulle indagini relative alle frodi bancarie;

·garantire in via prioritaria il funzionamento dell'autorità nazionale per l'integrità nominando i quadri dirigenti e gli ispettori;

·assicurare il corretto funzionamento dell'Agenzia per il recupero dei proventi illeciti, garantendole l'accesso a tutte le informazioni necessarie (comprese le banche dati), dotandola di risorse umane e finanziarie sufficienti e ampliandone il campo di azione ai proventi derivanti da qualsiasi tipo di reato;

·intensificare gli sforzi per costruire una buona reputazione nel campo della lotta alla corruzione di alto livello;

·intensificare le campagne d'informazione volte a chiarire i diritti e i doveri derivanti dall'abolizione del visto.

Georgia

 

Gestione integrata delle frontiere, gestione della migrazione e asilo

Per quanto concerne le sfide connesse alla migrazione irregolare, tra la seconda metà del 2016 e la prima metà del 2017 l'andamento dei soggiorni irregolari e dei respingimenti è rimasto stabile. Il dato relativo alle domande d'asilo presentate da cittadini georgiani nell'UE a partire dalla seconda metà del 2016 (4 750) e fino a metà del 2017 (4 630) non indica un ulteriore aumento. I respingimenti sono diminuiti del 39 %, da 1 330 nel 2015 a 810 nel 2016, e i soggiorni irregolari del 3 %, da 5 405 nel 2015 a 5 240 nel 2016; le domande d'asilo sono aumentate del 7,2 % (da 8 110 nel 2015 a 8 700 nel 2016). Tra la prima e la seconda metà del 2016 si è registrato un aumento del 22 % (da 3 905 a 4 750). Il tasso di riconoscimento del diritto d'asilo è rimasto pressoché inalterato (6,62 % nel 2015 e 6,48 % nel 2016). Il numero di cittadini georgiani a cui è stato intimato di lasciare un territorio nazionale è diminuito del 12 %, da 6 415 nel 2015 a 5 635 nel 2016, mentre il tasso di rimpatrio è aumentato dal 45,13 % nel 2015 al 55,90 % nel 2016. Sebbene il tasso di rimpatrio rimanga relativamente modesto, gli Stati membri giudicano eccellente la cooperazione in materia di riammissione e le autorità georgiane hanno approvato la maggior parte delle richieste di riammissione presentate nel 2016.

La Georgia ha compiuto ulteriori progressi nell'attuazione della strategia per la migrazione relativa al 2016-2020 e del relativo piano di azione , anche attraverso la creazione del sistema analitico unificato sulle migrazioni (la cui verifica è iniziata nell'ottobre 2016), del sistema unificato di analisi dei rischi e delle minacce alle frontiere, della metodologia di analisi dei rischi della migrazione nonché attraverso l'aggiornamento del profilo migratorio relativo al 2015; in questo modo ha continuato a rispettare in modo sostenibile i parametri per la liberalizzazione dei visti. La Georgia ha realizzato tre fasi di attività formative e campagne nazionali sulle norme relative all'esenzione dal visto e monitora gli spostamenti verso lo spazio Schengen.

Per quanto riguarda le procedure d'asilo, un problema da affrontare è il significativo numero di domande respinte nel paese sulla base di considerazioni relative alla sicurezza nazionale nella prima metà del 2017 8 , un problema peraltro già emerso nella terza e nella quarta relazione sui progressi compiuti dalla Georgia nell'attuazione del piano d'azione sulla liberalizzazione dei visti 9 .

Ordine pubblico e sicurezza

Le segnalazioni pervenute dopo l'ultima relazione sulla liberalizzazione dei visti indicano ancora che i gruppi della criminalità organizzata della Georgia sono tra quelli più frequentemente associati al crimine organizzato e a forme gravi di criminalità nell'UE, se si considerano solo le nazionalità extra UE. I gruppi della criminalità organizzata georgiani sono molto mobili, sono coinvolti principalmente nei reati contro il patrimonio (in particolare furti e furti con scasso) e sono attivi soprattutto in Francia, Grecia, Germania, Italia e Spagna. Questi gruppi sono particolarmente pericolosi per l'UE dato che le loro attività sono spesso derubricate a crimini a bassa intensità, il loro controllo dei mercati criminali si sta gradualmente rafforzando ed essi cooperano con altri gruppi della criminalità organizzata di paesi terzi. La Georgia rimane un paese di transito per il traffico di diverse tipologie di merci illecite destinate all'UE, in particolare gli stupefacenti. La Georgia è stata utilizzata sempre più di frequente per riciclare i proventi illeciti generati da diversi gruppi della criminalità organizzata nell'UE e fuori dall'UE e ha acquisito una crescente importanza come paese di transito per i proventi di attività criminose oggetto di riciclaggio.

Il paese ha garantito un'attività costante e ha dimostrato un serio impegno nella prevenzione e nella lotta contro la criminalità organizzata. Ha intensificato la cooperazione a livello internazionale. Gli sforzi compiuti devono essere sostenuti e consolidati, in particolare sul versante delle attività di contrasto. Le strategie e i piani d'azione nazionali, così come la legislazione, vengono regolarmente aggiornati. La nuova strategia nazionale 2017-2020 per la lotta contro la criminalità organizzata e il relativo piano d'azione 2017-2018 si concentrano sui seguenti settori chiave: gruppi della criminalità organizzata ("thieves-in-law"), stupefacenti, criminalità informatica, polizia moderna e cooperazione internazionale. Nei prossimi mesi occorrerà garantire che tali strumenti vengano attuati in maniera tempestiva ed efficace. Si registrano progressi sul fronte delle riforme della polizia iniziate nel 2015 riguardanti le attività di polizia basate sull'intelligence e la polizia di prossimità e della creazione del sistema unificato di analisi della criminalità. Esse rivestono un’importanza cruciale ai fini della comprensione e dell'analisi delle attività criminali e delle azioni mirate di contrasto e di giustizia penale. Vi sono funzionari di polizia distaccati presso i principali Stati membri e sono in via di conclusione nuovi accordi in materia di attività di contrasto. Nell'aprile 2017 la Georgia ha firmato con Europol un accordo operativo e strategico che è entrato in vigore nel luglio 2017. Si sta avanzando verso la negoziazione dell'accordo di cooperazione con Eurojust. L'avvio della fase negoziale è programmato per gennaio 2018.

In generale l'attuazione delle riforme anticorruzione mostra buoni risultati, ma occorre prestare particolare attenzione all'efficace attuazione dei meccanismi di verifica delle dichiarazioni patrimoniali introdotti nel gennaio 2017.

Nel complesso, i parametri per la liberalizzazione dei visti continuano a essere soddisfatti. Si attendono ulteriori miglioramenti dell’attuazione. Vanno considerati i seguenti piani di intervento:

·proseguire le campagne dedicate alle norme relative all'esenzione dal visto, ultimare i sistemi di analisi analitica e dei rischi della migrazione e intensificare gli sforzi volti a risolvere le cause di fondo della migrazione;

·rendere operativo in via prioritaria l'accordo di cooperazione concluso con Europol e concludere l'accordo di cooperazione con Eurojust;

·portare a termine in via prioritaria la riforma relativa alle attività di polizia basate sull'intelligence e la creazione di un sistema unificato di analisi della criminalità;

·portare avanti e rafforzare ulteriormente la cooperazione transfrontaliera tra autorità di polizia e giudiziarie;

·intensificare gli sforzi volti ad applicare la normativa sul riciclaggio di denaro, rintracciando, sequestrando e confiscando i proventi illeciti anche a livello transfrontaliero; designare un ufficio nazionale per il recupero dei beni; allineare la normativa alla quarta direttiva antiriciclaggio dell'UE;

·adottare gli emendamenti necessari per rendere efficace l'attuazione della legge contro la discriminazione.

Ucraina

Gestione integrata delle frontiere, gestione della migrazione e asilo

Per quanto concerne le sfide connesse alla migrazione irregolare, l'andamento dei soggiorni irregolari e dei respingimenti tra la seconda metà del 2016 e la prima metà del 2017 indica una leggera contrazione. Il numero delle domande d'asilo presentate da cittadini ucraini nell'UE tra la seconda metà del 2016 e la prima metà del 2017 mostra un andamento stabile (da 5 435 a 5 380). I respingimenti sono diminuiti del 5 %, da 23 795 nel 2015 a 22 495 nel 2016, mentre i soggiorni irregolari sono aumentati del 26 %, da 23 480 nel 2015 a 29 565 nel 2016. Le domande d'asilo sono passate da 22 100 nel 2015 a 12 460 nel 2016, registrando una forte contrazione pari al 44 %. Il tasso di riconoscimento del diritto d'asilo si attestava al 30,12 % nel 2015 e al 24,61 % nel 2016. Il numero di cittadini ucraini cui è stato intimato di lasciare un territorio nazionale è aumentato da 19 200 nel 2015 a 26 865 nel 2016, mentre il tasso di rimpatrio è aumentato dal 76,41 % nel 2015 all'82,58 % nel 2016. La cooperazione con l'Ucraina in materia di riammissione continua a essere ottimale, e ciò è comprovato dalle valutazioni qualitative sia dell'UE che degli Stati membri.

Per quanto riguarda la gestione della migrazione, il 12 luglio 2017 è stata adottata la politica statale in materia di migrazione fino al 2025. Nel periodo 2015-2017 sono state condotte operazioni preventive mirate a livello nazionale per monitorare l'attuazione della legislazione in materia di migrazione. Nel maggio 2017 l'Ucraina ha avviato una campagna di informazione nazionale volta a spiegare i diritti e i doveri connessi al regime di esenzione dall'obbligo di visto.

Ordine pubblico e sicurezza

Per quanto riguarda la criminalità organizzata, l'Ucraina rimane tuttora un paese di transito per il traffico di diversi prodotti illeciti destinati all'UE. Grandi quantitativi di eroina vengono trasportati sulla rotta caucasica e prima di arrivare nell'UE attraversano altri paesi del partenariato orientale tra cui l'Ucraina. I gruppi della criminalità organizzata provenienti dall'Ucraina sono coinvolti nelle frodi relative alle accise, in particolare nella produzione e nel contrabbando di prodotti illeciti del tabacco destinati all'UE. Le attività di criminalità informatica con sede in Ucraina sono altamente sofisticate. L'Ucraina è inoltre un potenziale paese di origine per il traffico illecito di armi da fuoco verso l'UE, anche se al momento il livello di attività sembra alquanto modesto. L'ex unità della polizia nazionale preposta a condurre le indagini sulla criminalità organizzata è stata sciolta nel 2015 e non ne è stato previsto il rimpiazzo.

L'Ucraina ha ratificato un accordo con Europol sulla cooperazione operativa e strategica. Nel settembre 2017 è entrato in vigore l'accordo di cooperazione con Eurojust per la lotta contro la criminalità transfrontaliera e il terrorismo. Come primo passo verso la creazione di un sistema di sicurezza informatica, nell'ottobre 2017 il parlamento ha adottato una legge in materia per dare il via all'elaborazione di una politica statale in questo ambito e creare le condizioni per garantire la protezione informatica dell'infrastruttura informatica del paese. 

Dalla relazione finale sulla liberalizzazione dei visti a oggi si sono registrati progressi sul fronte dell'attuazione della riforma anticorruzione, in particolare per quanto riguarda l'efficace funzionamento del neonato Ufficio nazionale anticorruzione (NABU) e della Procura specializzata anticorruzione (SAP), ma la sostenibilità delle riforme rimane un problema. Le priorità principali dovrebbero essere il mantenimento e il rafforzamento dell'indipendenza e l'efficace funzionamento del NABU, del SAP e dell'Agenzia nazionale per la prevenzione della corruzione (NAPC). I recenti sviluppi, come l'introduzione di tempi ristretti per le indagini preliminari e la divulgazione a fine novembre delle indagini sotto copertura del NABU da parte della procura generale, compromettono gravemente sia la capacità del NABU di condurre le indagini in maniera efficace, sia la fiducia dei cittadini nei confronti delle istituzioni che dovrebbero combattere la corruzione. All'inizio di dicembre del 2017 è stato presentato in parlamento un progetto di legge che favorirebbe indebitamente il licenziamento dei dirigenti delle istituzioni anticorruzione. Anche se attualmente depennato dall'ordine del giorno, il progetto di legge rimane tuttora registrato a protocollo. Desta inoltre preoccupazione l'assenza di condanne nei casi di competenza del NABU e del SAP. Un tribunale anticorruzione indipendente specializzato, istituito conformemente al parere della Commissione di Venezia, contribuirebbe a porre rimedio a queste lacune.

Per quanto riguarda il NAPC, dopo il riuscito lancio del sistema di dichiarazioni elettroniche nel settembre 2016 sono emerse problematiche che ostacolano seriamente l'effettiva verifica delle dichiarazioni. Le preoccupazioni riguardano la gestione dell'agenzia, il complicato quadro normativo, la mancata installazione del software per la verifica automatica, l'assenza di un accesso diretto e automatico alle banche dati e ai registri pertinenti nonché la persistente mancanza di cooperazione da parte delle altre istituzioni statali. Il recente caso delle denunce nei confronti della leadership del NAPC solleva ulteriori preoccupazioni circa la credibilità dell'istituzione e la sua capacità di ottenere risultati.

Un altro sviluppo preoccupante è rappresentato dal fatto che la società civile è messa sempre più a dura prova, anche a causa di indagini penali e aggressioni fisiche. Le modifiche legislative introdotte nel marzo 2017, che obbligano alla presentazione della dichiarazione patrimoniale gli attivisti impegnati nella lotta alla corruzione, destano anch'esse serie preoccupazioni.

Nel complesso, i parametri per la liberalizzazione dei visti continuano a essere soddisfatti. Tuttavia, alla luce dei recenti sviluppi, servono azioni immediate per garantire la piena attuazione e sostenibilità delle riforme adottate in passato, in particolare per quanto riguarda il parametro relativo alla lotta contro la corruzione. Vanno considerati i seguenti piani di intervento:

·migliorare la cooperazione con le agenzie pertinenti dell'UE per prevenire i rischi derivanti dalla migrazione irregolare;

·intensificare le campagne d'informazione volte a chiarire i diritti e i doveri derivanti dall'abolizione del visto;

·garantire l'indipendenza, l'efficacia e la sostenibilità del quadro istituzionale per la lotta alla corruzione, in particolare istituendo un tribunale anticorruzione indipendente specializzato nel rispetto del parere della Commissione di Venezia e della legislazione ucraina; allo stesso tempo, garantire e rafforzare l'indipendenza e la capacità del NABU e del SAP, invertendo le attuali tendenze che ne compromettono il lavoro;

·ripristinare urgentemente la credibilità del NAPC e introdurre un efficace sistema di verifica delle dichiarazioni patrimoniali, anche tramite l'installazione del software di verifica automatica con accesso diretto e automatico alle banche dati e ai registri statali;

·abrogare gli emendamenti che estendono l'obbligo di presentazione della dichiarazione patrimoniale agli attivisti della società civile e fare in modo che quest'ultima possa svolgere il proprio ruolo senza essere frenata da ostacoli e interferenze ingiustificati;

·intensificare gli sforzi per combattere la criminalità organizzata, anche dedicando a tale obiettivo un sufficiente livello di risorse e competenze della polizia nazionale, introducendo una chiara definizione delle competenze e migliorando la cooperazione tra le agenzie di contrasto.

III. Conclusioni

Ai sensi dell'articolo 1 bis, paragrafo 2 ter, del regolamento (CE) n. 539/2001 che obbliga la Commissione a monitorare il rispetto costante dei requisiti per la liberalizzazione dei visti da parte dei paesi terzi e di riferire in merito, la Commissione, sulla base dell'analisi di cui alla presente relazione e del documento di lavoro dei servizi della Commissione allegato, ritiene che i requisiti per la liberalizzazione dei visti per i paesi interessati continuino a essere soddisfatti. La relazione individua gli ulteriori interventi da realizzare in alcuni settori specifici onde mantenere costante e sostenibile il rispetto di tali requisiti. È necessario inoltre garantire la continua attuazione di tutti gli altri parametri.

I paesi dei Balcani occidentali e del partenariato orientale hanno continuato ad adottare misure per affrontare le sfide che tuttora persistono nel campo della migrazione irregolare, in particolare l'Albania. Le misure stanno già dando risultati. La cooperazione in materia di riammissione prosegue senza ostacoli per tutti i paesi dei Balcani occidentali e del partenariato orientale esenti dall'obbligo del visto, con tassi di rimpatrio complessivamente alti.

Per quanto concerne la lotta contro la criminalità organizzata e la sua prevenzione, nonostante i continui sforzi i gruppi della criminalità organizzata dei paesi interessati sono sempre attivi negli Stati membri dell'UE nel traffico di armi da fuoco illegali, nei reati contro il patrimonio e nel traffico di merci illecite (in particolare stupefacenti e tabacco), nel riciclaggio di denaro, nella tratta di esseri umani, nel traffico di migranti e nella criminalità informatica. Occorre moltiplicare gli sforzi al riguardo.

Per quanto riguarda la prevenzione e la lotta contro la corruzione e il riciclaggio di denaro, la Moldova deve agire immediatamente per garantire la continua attuazione del parametro e la sostenibilità delle riforme. Alla luce dei recenti sviluppi, anche l'Ucraina deve adottare provvedimenti immediati per salvaguardare le misure anticorruzione introdotte con le precedenti riforme e per consentire la realizzazione di ulteriori progressi.

L'attuazione dei parametri per la liberalizzazione dei visti è un processo continuo e in divenire. Le sedi più appropriate per discutere e approfondire gli argomenti in questione sono le riunioni periodiche a livello di sottocomitato per la giustizia, la libertà e la sicurezza e i dialoghi tra l'UE e i paesi interessati dalla liberalizzazione dei visti, ivi compresi, per i paesi dei Balcani occidentali, i negoziati di adesione all'UE, nonché le riunioni degli alti funzionari. La Commissione riferirà nuovamente al Parlamento europeo e al Consiglio in merito al rispetto costante dei requisiti per la liberalizzazione dei visti da parte dei paesi terzi nel 2018.

(1)

     Regolamento (CE) n. 539/2001 del Consiglio, del 15 marzo 2001, che adotta l'elenco dei paesi terzi i cui cittadini devono essere in possesso del visto all'atto dell'attraversamento delle frontiere esterne e l'elenco dei paesi terzi i cui cittadini sono esenti da tale obbligo (GU L 81 del 21.3.2001, pag. 1) come modificato dal regolamento (UE) 2017/371 del Parlamento europeo e del Consiglio del 1° marzo 2017 (GU L 61 dell'8.3.2017, pag. 1).

(2)

      http://data.consilium.europa.eu/doc/document/ST-6290-2017-ADD-1/it/pdf .

(3)

   L'individuazione dei settori specifici è in linea con i rispettivi piani di azione per la liberalizzazione dei visti stabiliti per ciascun paese. I parametri sono suddivisi in quattro "blocchi" di tematiche tecnicamente rilevanti: 1) sicurezza dei documenti, ivi inclusi gli elementi biometrici; 2) gestione integrata delle frontiere, gestione della migrazione e asilo; 3) ordine pubblico e sicurezza; 4) relazioni esterne e diritti fondamentali. La presente relazione verte sui seguenti settori specifici (correlati ai blocchi 2 e 3): Albania (migrazione irregolare, attività di contrasto), ex Repubblica jugoslava di Macedonia (criminalità organizzata, attività di contrasto), Bosnia-Erzegovina (migrazione irregolare, criminalità organizzata), Montenegro (migrazione irregolare, criminalità organizzata), Serbia (migrazione irregolare, criminalità organizzata), Moldova (migrazione irregolare, lotta alla corruzione, riciclaggio di denaro), Georgia (migrazione irregolare, asilo, criminalità organizzata, lotta alla corruzione, lotta alla discriminazione), Ucraina (migrazione irregolare, lotta alla corruzione, criminalità organizzata). La Commissione continua inoltre a monitorare attentamente l'attuazione dei parametri relativi in particolare al blocco 1) e al blocco 4), per quanto riguarda la lotta alla discriminazione e la situazione dei gruppi vulnerabili della popolazione, segnatamente le misure di inclusione dei rom.

(4)

     Ultima versione adottata nel novembre 2016.

(5)

     Secondo la dichiarazione della Commissione dell'8 novembre 2010: http://www.europarl.europa.eu/meetdocs/2009_2014/documents/d-mk/dv/1027_12/1027_12en.pdf  

(6)

     In appresso denominata Moldova.

(7)

     Belgio, Bulgaria, Croazia, Cipro, Repubblica ceca, Danimarca, Germania, Estonia, Grecia, Spagna, Francia, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Ungheria, Malta, Olanda, Austria, Polonia, Portogallo, Romania, Slovenia, Slovacchia, Finlandia e Svezia, nonché Svizzera, Norvegia, Liechtenstein e Islanda.

(8)

     Da gennaio a giugno del 2017 il 26 % delle decisioni è stato rappresentato da rifiuti basati su motivi di sicurezza nazionale. Nel 2016 e nel 2015 le percentuali sono state rispettivamente del 5% e del 4 % (fonte: UNHCR).

(9)

     COM (2015) 199/SWD(2015) 103 final, adottata il 8.5.2015 e COM(2015)684/SWD(2015) 299 final, adottata il 18.12.2015.

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