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Document 52015IR5066

Parere del Comitato europeo delle regioni — Lavorare insieme per l’occupazione e la crescita: il ruolo delle banche nazionali e regionali di promozione nel piano di investimenti per l’Europa

GU C 240 del 1.7.2016, p. 6–8 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

1.7.2016   

IT

Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

C 240/6


Parere del Comitato europeo delle regioni — Lavorare insieme per l’occupazione e la crescita: il ruolo delle banche nazionali e regionali di promozione nel piano di investimenti per l’Europa

(2016/C 240/02)

Relatore:

Adam BANASZAK (PL/ECR), vicepresidente del consiglio regionale della Cuiavia-Pomerania

Testo di riferimento:

Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio Lavorare insieme per la crescita e l’occupazione: il ruolo delle banche nazionali di promozione a sostegno del piano di investimenti per l’Europa

COM(2015) 361 final

RACCOMANDAZIONI POLITICHE

IL COMITATO EUROPEO DELLE REGIONI

1.

accoglie con favore l’iniziativa della Commissione a sostegno delle banche di promozione, nonché della creazione di piattaforme di investimento, in quanto si tratta di un elemento importante del piano di investimenti per l’Europa; nel contempo, però, critica il fatto che, benché la definizione formale di «banche di promozione» comprenda in linea di principio anche banche regionali, in pratica la Commissione si concentri soltanto sul ruolo del livello nazionale e incoraggi la creazione di nuove banche di promozione soltanto nazionali, mentre invece, ai fini del piano di investimento, merita di essere riconosciuto e considerato anche il ruolo delle banche di promozione che operano a livello locale e regionale;

2.

richiama la definizione di banche o istituti di promozione contenuta nel regolamento sul Fondo europeo per gli investimenti strategici, vale a dire «entità giuridiche che espletano attività finanziarie su base professionale, cui è stato conferito un mandato da uno Stato membro o da un’entità di uno Stato membro, a livello centrale, regionale o locale, per svolgere attività di sviluppo o di promozione»;

3.

fa osservare che le banche di promozione, costruite sulla base di diversi modelli, svolgono un ruolo importante nel contrastare gli effetti della crisi economica e finanziaria, in particolare in termini di riduzione degli investimenti pubblici a livello locale e regionale - riduzione, questa, confermata dalla recente relazione congiunta del Comitato europeo delle regioni e dell’OCSE;

4.

fa notare, in tale contesto, che in alcuni paesi (ad esempio Francia e Polonia) il sostegno agli investimenti rilevanti per gli enti regionali e locali è fornito da banche di promozione nazionali, i cui comproprietari sono talora (come nei paesi scandinavi e nei Paesi Bassi) gli enti locali e regionali, ma anche (come nel caso del modello tedesco), oltre che da quelle nazionali, da banche di promozione regionali che appartengono (per intero o in parte) ai Länder pertinenti e svolgono funzioni di promozione specificamente connesse al Land di appartenenza. La natura stessa delle banche di promozione varia in funzione delle esperienze storiche e delle condizioni economiche di un dato paese o di una data regione;

5.

fa notare che non sempre gli enti di promozione assumono forma bancaria - in alcuni paesi, infatti, operano come agenzie, società o fondi di investimento, spesso sul modello dei fondi di capitale di rischio, e anche siffatti operatori non bancari potrebbero svolgere un ruolo essenziale nel piano di investimenti per l’Europa;

6.

richiama l’attenzione sul fatto che gli strumenti finanziari a livello locale e regionale non sono ancora disponibili in tutti gli Stati membri e in tutte le regioni, che gli strumenti e le esperienze disponibili non sono utilizzabili in maniera ottimale, e che in molti casi il coinvolgimento del settore privato si limita esclusivamente all’esecuzione di contratti - il che acuisce la necessità di un sostegno allo sviluppo di istituti finanziari di promozione locali;

7.

sottolinea che possono esservi diversi modi di giungere a istituire nuove banche di promozione, così come diversa è stata la genesi di quelle già esistenti - create inizialmente come istituti indipendenti o sviluppatesi a partire da dipartimenti di banche pubbliche;

8.

sottolinea la necessità che siano istituite ed operino banche di promozione, in quanto validi strumenti di politica economica, strutturale e sociale per supplire, tra l’altro, alle debolezze strutturali o alle insufficienze dei mercati (compresi quelli regionali), ma è anche consapevole della difficoltà di adottare un approccio univoco alla definizione e valutazione dei fallimenti del mercato; e chiede pertanto che il concetto di «fallimento del mercato» sia interpretato costantemente in senso ampio;

9.

richiama l’attenzione della Commissione europea sulla notevole importanza di accrescere l’impatto degli enti locali e regionali sulla scelta delle soluzioni finanziarie funzionali agli interessi del livello subnazionale. In molti casi, infatti, la mancata considerazione della posizione degli enti locali e regionali porta a sostenere investimenti in progetti non compatibili con i programmi operativi regionali e le strategie locali;

10.

fa presente che esistono disparità significative tra i livelli di sviluppo dei diversi sistemi nazionali che presiedono all’attività di promozione economica, il che fa sì che si registrino carenze di natura sistemica nei paesi e nelle regioni dove la cultura di questo tipo di attività bancaria è meno sviluppata. Il risultato di tutto ciò potrebbe essere che non sempre le banche di promozione nazionali forniscano un sostegno sufficiente agli enti locali e alle imprese. Tali banche dovrebbero quindi decentrare maggiormente i servizi da loro offerti;

11.

esprime preoccupazione per il fatto che i modelli di sostegno allo sviluppo centralizzati, basati esclusivamente su una banca nazionale con una serie di filiali locali non autonome, non sempre corrispondano pienamente alle esigenze delle comunità locali, in particolare nelle regioni meno sviluppate e là dove gli enti locali e regionali hanno un’influenza molto limitata sulle banche di promozione nazionali;

12.

condivide la convinzione secondo cui, nella scelta del modello di sviluppo dell’attività bancaria di promozione, gli enti locali e regionali devono orientare la loro azione ai seguenti obiettivi generali, nonché soli criteri di valutazione dell’efficacia a ciascun livello: il superamento dei fallimenti del mercato, l’aumento duraturo dei posti di lavoro, la cura degli interessi delle comunità locali e dunque il perseguimento degli obiettivi pubblici di sviluppo economico;

13.

esprime preoccupazione per il fatto che la valutazione ex ante, proposta dalla Commissione europea, delle nuove banche di promozione e dei nuovi prodotti finanziari da esse offerti possa rallentare in modo significativo la capacità operativa di tali istituti, nonché complicare il processo di creazione delle banche stesse, a livello sia nazionale che regionale. Inoltre, in relazione ai requisiti di un’analisi di questo tipo val la pena di notare che, in una regione meno sviluppata, i fallimenti del mercato sono spesso difficili da individuare perché le condizioni socioeconomiche della regione nel suo insieme possono essere indicative di tali fallimenti se confrontate con quelle di zone più sviluppate;

14.

auspica una cooperazione più approfondita tra il Comitato delle regioni e la Banca europea per gli investimenti; invoca la creazione di una rete complementare di banche di promozione pubbliche che rispetti il principio di sussidiarietà (contribuendo così alla realizzazione di sinergie economiche e sociali), ed auspica che tale sistema diventi un polo di scambio interregionale e internazionale di esperienze e conoscenze, e al tempo stesso consenta di evitare il rischio di un’eccessiva centralizzazione dei processi;

Proposte

15.

chiede, nel caso delle regioni che non dispongono ancora di propri strumenti di sostegno, di rafforzare in misura significativa il ruolo degli enti locali nel processo di creazione delle banche di promozione, nonché in quello di gestione e valutazione della loro attività. Un risultato, questo, al quale si può giungere rafforzando il ruolo degli enti locali e regionali in relazione all’orientamento strategico e alla governance delle banche di promozione nazionali oppure integrando i servizi offerti da queste ultime grazie alla creazione di banche di promozione regionali o locali, le quali collaborerebbero strettamente con la rispettiva banca nazionale;

16.

reputa che la scelta del percorso concreto di sviluppo di un modello bancario di promozione in una regione - la questione, cioè, se sia sufficiente il modello in cui domina una banca di promozione nazionale o sia invece preferibile un modello decentrato, che assegni un ruolo più incisivo alle banche e agli altri istituti finanziari di promozione locali o regionali - dovrebbe essere demandata - a seconda dell’ordinamento giuridico dello Stato membro in questione - agli enti locali o regionali, previa consultazione con le autorità nazionali, oppure alle sole autorità nazionali;

17.

è del parere che, prima di decidere in merito alla creazione di un nuovo istituto finanziario, sia necessario valutare in maniera approfondita se sia opportuno creare nuove strutture, in modo da evitare un inutile aumento di adempimenti burocratici e uno spreco di risorse;

18.

ritiene che, qualora la Commissione europea e la BEI intendano creare un quadro sistematico che sostenga lo sviluppo anche di nuove banche di promozione regionali, tenendo conto delle caratteristiche specifiche dei singoli paesi e delle singole regioni e attingendo alle migliori pratiche e ai sistemi di promozione di provata efficacia in questo campo, occorrerebbe coinvolgere anche le banche istituite negli ultimi tempi. In proposito, sarebbe opportuno anche promuovere l’introduzione dei migliori assetti istituzionali nelle regioni meno sviluppate, tenendo conto delle specificità locali;

19.

fa notare che la valutazione ex post dell’efficacia dell’operato delle banche di promozione regionali già esistenti e di nuova istituzione dovrebbe essere orientata al lungo termine, ossia ad una prospettiva di 10-15 anni, dato che in genere i progetti di investimento finanziati hanno un orizzonte temporale pluriennale;

20.

osserva che è necessario creare un quadro di cooperazione tra i fondi di investimento europei a lungo termine (ELTIF) recentemente istituiti e le banche di promozione regionali e gli altri istituti finanziari locali - i quali dovrebbero essere complementari, e non in concorrenza tra loro, nell’offrire finanziamenti a lungo termine per gli investimenti a livello locale e regionale;

21.

condivide l’idea di promuovere la creazione di piattaforme di investimento in quanto strumenti per l’attuazione del piano di investimenti per l’Europa; sottolinea, nel contempo, che un elemento importante di tale attuazione è la qualificazione del contributo delle risorse pubbliche nazionali, locali o regionali alle piattaforme d’investimento: si tratta infatti di un contributo che non può rientrare nei calcoli previsti nel Patto di stabilità e crescita;

22.

sottolinea che la Commissione europea e la Banca europea per gli investimenti dovrebbero precisare il ruolo delle banche di promozione regionali e degli altri istituti finanziari nel sistema che porta alla creazione di piattaforme di investimento in quanto strumenti per attuare il piano di investimenti per l’Europa. Le banche di promozione regionali dovrebbero collaborare con il Fondo europeo per gli investimenti strategici su base settoriale, ma soprattutto geografica - di piattaforme d’investimento;

23.

ritiene che sarebbe opportuno precisare e rafforzare il principio della cooperazione delle banche di promozione regionali o locali, nonché degli altri istituti finanziari, con il Polo europeo di consulenza sugli investimenti (European Investment Advisory Hub). Quest’ultimo dovrebbe sostenere in particolare gli enti locali e le banche di promozione locali nella preparazione dei progetti, fornire consulenza in materia di ingegneria finanziaria e sostenere il trasferimento di conoscenze; e dovrebbe inoltre avere la possibilità di firmare accordi di partenariato anche con banche regionali, e non soltanto con quelle nazionali.

Bruxelles, 7 aprile 2016

Il presidente del Comitato europeo delle regioni

Markku MARKKULA


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