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Document 52015IR4872

Parere del Comitato europeo delle regioni — Cooperazione europea in materia di gioventù (2010-2018)

GU C 120 del 5.4.2016, p. 22–26 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

5.4.2016   

IT

Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

C 120/22


Parere del Comitato europeo delle regioni — Cooperazione europea in materia di gioventù (2010-2018)

(2016/C 120/06)

Relatore:

Csaba BORBOLY (RO/PPE), presidente del Consiglio distrettuale di Hargita

Testo di riferimento:

Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni — Progetto di relazione congiunta del Consiglio e della Commissione sull’attuazione di un quadro rinnovato di cooperazione europea in materia di gioventù per il 2015 (2010-2018)

COM(2015) 429 final

RACCOMANDAZIONI POLITICHE

IL COMITATO EUROPEO DELLE REGIONI,

1.

constata con soddisfazione che la Commissione ha riconosciuto l’importanza di migliorare l’elaborazione delle politiche per la gioventù sulla base di dati e di elementi di fatto, e di coordinare in modo quanto più possibile efficace le risorse e gli sforzi europei, regionali e nazionali per realizzare gli obiettivi di tali politiche;

2.

apprezza in particolare che la Commissione, nel campo della cooperazione europea in materia di gioventù per il periodo 2016-2018, stimi necessario rispondere quanto più rapidamente possibile, e mediante un adeguamento delle politiche, a nuove sfide quali l’inserimento dei giovani rifugiati o la diffusione dell’estremismo tra i giovani;

3.

in questo contesto, esprime il proprio compiacimento riguardo all’utilità del quadro di cooperazione europea in materia di gioventù (2010-2018), in quanto esso migliora la cooperazione tra gli Stati membri dell’Unione europea e i loro enti locali e regionali ed apre e sviluppa le opportunità e i vantaggi offerti ai giovani dal progetto europeo d’integrazione; invita pertanto la Commissione ad estendere e sviluppare ulteriormente tale quadro oltre il 2018;

4.

ribadisce che in futuro la politica per la gioventù dovrà mirare innanzi tutto a garantire le pari opportunità, a promuovere l’inclusione sociale, ad accrescere la competitività dei giovani sul mercato del lavoro, a incoraggiare la cittadinanza attiva (partecipazione dei giovani), a rafforzare le attività di animazione socioeducativa, a perseguire la non discriminazione e la comprensione interculturale;

5.

esprime tuttavia preoccupazione per il fatto che la Commissione non menziona il ruolo degli enti locali e regionali nel contesto della politica per la gioventù, sebbene sia del tutto evidente che nella maggior parte degli Stati membri, dove esistono politiche nazionali in materia, queste rientrano in misura determinante tra i compiti degli enti locali e regionali, sia pure in misura differente a seconda dei casi;

6.

valuta positivamente il lavoro condotto da Eurostat per produrre e coordinare gruppi di dati relativi a un insieme di fattori connessi al tema della gioventù;

7.

invita la Commissione a esaminare sistematicamente l’impatto territoriale della politica per la gioventù a livello subnazionale, quanto meno fino al livello NUTS 2. Per rafforzare il ruolo delle regioni nell’attuazione della strategia dell’UE per la gioventù, considera necessario sviluppare, nel quadro del metodo di coordinamento aperto tra Stati membri, indicatori misurabili, piani d’azione concreti relativi alla gioventù che coinvolgano tutti i livelli di governo, e solidi partenariati tra organizzazioni giovanili e organismi pubblici;

8.

sulla base delle consultazioni delle parti interessate ritiene che, sebbene il programma Erasmus+ e la garanzia per i giovani siano effettivamente strumenti molto importanti per realizzare gli obiettivi delle politiche, le questioni siano comunque molto più complesse, e che già adesso le realizzazioni dell’Unione nel settore della gioventù vadano ben oltre i due suddetti strumenti, che pur sembrando validi a priori si rivelano insufficienti, poiché nel caso della garanzia per i giovani l’attuazione continua a essere molto carente. In particolare per quanto riguarda i giovani vulnerabili, si evidenzia la necessità di sviluppare iniziative di supporto per i giovani che provengono dai sistemi assistenziali e che rischiano a 18 anni di ritrovarsi senza alcun tipo di tutela guidando, in questo modo, la loro transizione verso l’età adulta. Osserva pertanto che occorrerebbe rendere disponibili, nella forma appropriata, le rimanenti informazioni sui risultati delle politiche per la gioventù, in particolare per quanto riguarda ad esempio temi quali l’occupazione giovanile e l’inclusione sociale. Ciò contribuirebbe inoltre a determinare se non sia opportuno individuare linee di intervento dedicate nei fondi strutturali e di investimento europei, già nel quadro dell’attuale periodo di programmazione. Data la complessità e la vastità delle sfide in gioco, una strategia per i giovani dovrebbe essere integrata in tutte le politiche dell’UE, adottando un approccio orizzontale, poiché tali politiche sono in grado non solo di ricercare soluzioni per le pressanti problematiche del mondo giovanile, ma anche di porsi come punto di partenza per generare una nuova crescita economica. Inoltre la riscoperta dei valori di tradizioni e mestieri che si tramandano da lungo tempo può offrire nuove opportunità professionali. Occorre dedicare uno sforzo particolare alla promozione di scambi di buone pratiche tra Stati membri ed enti locali e regionali in materia di coinvolgimento dei giovani e di animazione socioeducativa. Inoltre le ragioni economiche dell’istruzione e della formazione — uno dei temi discussi alla riunione del Consiglio Istruzione, gioventù, cultura e sport del 12 dicembre 2014 (1) nel contesto della revisione intermedia della strategia Europa 2020 — dovrebbero ora tradursi in investimenti concreti nell’istruzione quale parte integrante delle agende a lungo termine per la gioventù e la crescita;

9.

constata con soddisfazione che la Commissione ha migliorato le informazioni fornite ai giovani in cerca di lavoro mediante il sistema EURES di scambio di informazioni sulle offerte di lavoro, e ha lanciato l’iniziativa Il tuo primo lavoro EURES per aiutare i giovani a trovare un lavoro all’estero, adottando inoltre misure concrete per attuare l’obiettivo di integrare i tirocini nel portale Eures previsto nella raccomandazione del Consiglio relativa a un quadro di qualità per i tirocini; invita gli Stati membri a fare maggior ricorso alle possibilità offerte da tali strumenti;

10.

rileva con preoccupazione che l’attività politica diretta (soprattutto sotto forma di partecipazione elettorale) dei giovani diminuisce ed è minore rispetto a quella delle generazioni precedenti; plaude invece all’interesse che molti giovani mostrano impegnandosi attivamente nelle loro comunità locali tramite l’adesione ad organizzazioni, l’utilizzo di strumenti online (social media) o l’esercizio del volontariato; a tale riguardo si compiace del fatto che la Commissione e gli Stati membri intendano ricorrere a nuove forme di partecipazione ai processi democratici nonché di accesso alle decisioni politiche nel quadro della strategia dell’UE per la gioventù; si dovrebbero inoltre fornire ai giovani maggiori informazioni riguardo al loro diritto di lanciare e sostenere un’iniziativa dei cittadini europei;

11.

raccomanda alla Commissione, nel pieno rispetto della responsabilità degli Stati membri per quanto riguarda il contenuto dell’insegnamento e l’organizzazione del sistema di istruzione, di esaminare le buone pratiche degli Stati membri e delle regioni riguardo all’alfabetizzazione politica e alla riduzione dell’età minima per votare, con particolare attenzione per gli effetti diretti o indiretti di questi due elementi sul coinvolgimento politico dei giovani e sulla loro disponibilità alla partecipazione; invita la Commissione a condividere i risultati dell’indagine con gli Stati membri e le regioni;

12.

sottolinea in particolare l’importanza delle organizzazioni giovanili, anche sportive, che operano nell’ambito di un quadro formale e nell’ambito di percorsi extra scolastici di educazione non formale e informale per la cittadinanza attiva, che contribuiscono considerevolmente allo sviluppo delle capacità di partecipazione dei giovani e al miglioramento della qualità delle procedure decisionali; ritiene pertanto importante un sostegno a favore di tali organizzazioni;

13.

sottolinea anche la necessità di individuare e far emergere quelle realtà giovanili non strutturate che raccolgono sempre più giovani, grazie anche all’utilizzo, responsabile, dei social media. Tali realtà rappresentano spesso quei giovani che hanno difficoltà ad accedere alle opportunità e che non hanno gli strumenti per confrontarsi con le istituzioni;

14.

concorda nel riconoscere l’importanza di un’animazione socio-educativa di qualità e sulla necessità di svilupparne la capacità di rispondere ai cambiamenti sociali, comportamentali e tecnologici; in questo contesto bisogna anche promuovere ulteriormente il riconoscimento e la visibilità dell’apprendimento non formale e informale nell’animazione socioeducativa;

15.

esprime preoccupazione per il fatto che l’animazione socio-educativa, anch’essa generalmente di competenza, in vari Stati membri, degli enti locali, abbia subìto tagli di bilancio in tutta Europa, mentre la crescente percentuale di giovani a rischio povertà ed esclusione, la diffusione tra i giovani di abitudini nocive per la salute e le cifre della mortalità giovanile a ciò legate richiederebbero un incremento di tale attività; si rende in particolare necessario promuovere stili di vita positivi che consentano di arginare l’uso di sostanze stupefacenti, l’abuso di bevande alcoliche, il tabagismo, l’obesità, anche attraverso la promozione dell’attività fisica. Allo stesso tempo è importante proporre politiche attive per offrire ai giovani, riuniti in associazione o singoli, opportunità di sviluppo personale e professionale affinché siano messi nella condizione di «inventare altre forme di relazioni sociali» (Libro bianco 2001 sulla Gioventù europea);

16.

in risposta all’attuale crisi dei migranti e nel contesto dell’agenda europea sulla migrazione, sollecita risorse finanziarie accessibili agli enti locali e regionali in via diretta per consentir loro di adempiere ai loro obblighi in materia di migrazione e integrazione;

17.

ritiene che la migrazione di giovani provenienti dalle regioni europee più svantaggiate o maggiormente colpite dalla crisi economica metta a repentaglio la coesione territoriale e sociale e comporti gravi sfide demografiche. Al fine di promuovere la crescita e la creazione di posti di lavoro in tali regioni, il che è essenziale per evitare l’esodo dei giovani e la conseguente fuga dei cervelli, sottolinea la necessità di sostenere, tra l’altro, partenariati interregionali e condurre azioni a livello regionale e locale mediante misure specifiche finanziate dai fondi SIE;

18.

ritiene che la condivisione delle migliori pratiche rappresenti un importante strumento nella cooperazione intersettoriale a sostegno dei giovani, in quanto consente agli Stati membri, agli enti locali e regionali e ai rappresentanti dei giovani di imparare gli uni dagli altri. Inoltre, iniziative quali la piattaforma euromediterranea della gioventù ed il Forum europeo della gioventù, favoriscono il dialogo su questioni quali la promozione dell’apprendimento permanente e la mobilità in Europa, le politiche in materia di istruzione e di occupazione, le pari opportunità tra uomini e donne;

19.

raccomanda di sviluppare un pacchetto di base che ogni Stato membro, se possibile, dovrebbe garantire ai giovani. Tale pacchetto potrebbe comprendere in particolare l’accesso a Internet a banda larga, l’opzione di apprendere una seconda lingua straniera almeno al livello B 2 nel quadro del sistema nazionale di istruzione, l’orientamento professionale e il tutoraggio continuo, la possibilità di un’adeguata partecipazione al volontariato, la promozione della preparazione al primo lavoro, le forme flessibili e accessibili di finanziamento per eseguire studi che offrano opportunità di carriera. Invita inoltre la Commissione a far sì che nell’UE tutti i giovani interessati alla formazione professionale possano prendervi parte e conseguire qualifiche e competenze minime garantite, riconosciute e convalidate in tutti gli Stati membri e utili per eccedere all’istruzione e a titolo di studio minimo, accompagnato dal relativo livello di competenze appropriate, supportate da un’apposita convalida che riconosca il valore aggiunto delle attività che i giovani svolgono in ambito non formale;

20.

constata che occorre realizzare degli studi nelle diverse regioni d’Europa per disporre di una migliore visione d’insieme riguardo alla situazione dei giovani in materia di alloggi e di abitabilità degli stessi. In questo settore è infatti particolarmente necessario scambiare buone pratiche ed elaborare piani di azione a livello locale, dato che in numerose regioni si registra un’eccedenza di alloggi, mentre in diverse altre la qualità del patrimonio abitativo non garantisce condizioni adeguate ai giovani e in altre ancora i prezzi estremamente elevati tagliano fuori questa parte della popolazione. È opportuno dunque elaborare, sulla base di dati appropriati, dei piani di azione idonei volti a incrementare l’accessibilità di alloggi a buone condizioni per i giovani; In particolare si suggerisce di riservare ai giovani una quota degli alloggi pubblici, di incentivare forme di vicinato solidale e di coabitazione tra anziani autosufficienti e giovani (cohousing), di sostenere l’acquisto di abitazioni con mutui a tasso agevolato per i giovani;

21.

sottolinea la necessità di valutare come si possano affrontare, nel settore della politica della gioventù, sfide quali la corrispondenza delle competenze con le esigenze dei datori di lavoro e del contesto produttivo e territoriale, anche nel quadro della riduzione dell’elevato tasso di disoccupazione giovanile, o delle pari opportunità per i giovani che vivono in piccoli centri, in regioni periferiche, ultraperiferiche, insulari o rurali, caratterizzate da sfide demografiche, nonché la promozione di iniziative di formazione adeguate alle caratteristiche regionali e alle capacità specifiche, e la condivisione di buone prassi in tale campo anche grazie alla rivalutazione dei mestieri manuali; sottolinea che la corrispondenza tra le competenze acquisite e le esigenze dei datori di lavoro costituisce un importante fattore nel caso della disoccupazione giovanile e nello sviluppo ulteriore delle prospettive di carriera dei giovani; chiede che vengano introdotte procedure atte a garantire la convalida e la certificazione delle competenze acquisite dai giovani nei percorsi di educazione non formale e di volontariato, affinché possano avvalersene nell’inserimento lavorativo; invita pertanto a dedicare ulteriore attenzione a tali questioni e a fare appello alla responsabilità sociale delle imprese affinché solidarizzino con una gioventù che non è solo la forza lavoro di oggi e di domani, ma anche il potenziale cliente dei loro prodotti o servizi;

22.

ritiene che nell’ambito della politica per la gioventù occorra continuare a dedicare grande attenzione, a livello sia degli Stati membri che degli enti locali e regionali, a settori d’intervento quali la promozione dei valori fondanti dell’Europa di cultura cristiana, la discriminazione dei giovani fondata sul sesso, il genere, la razza o l’origine etnica, la religione o le convinzioni personali, la disabilità, l’età o l’orientamento sessuale, e i relativi interventi, tenendo conto anche dei problemi propri dei giovani appartenenti a minoranze nazionali ed etniche;

23.

esorta gli enti locali e regionali interessati affinché, conformemente alla legislazione nazionale e ai principi europei, facciano tutto il necessario per mantenere gli istituti di insegnamento nella lingua materna delle minoranze linguistiche o nazionali e la creazione di nuovi istituti, e chiede agli Stati membri di garantire ai giovani delle minoranze linguistiche e nazionali, tenendo conto della loro situazione particolare nel settore dell’istruzione, soluzioni di insegnamento per un efficace apprendimento della lingua nazionale, conformemente ai principi di multilinguismo e di non discriminazione;

24.

ritiene prioritario avviare urgentemente un piano d’azione contro la crescente incidenza della violenza di genere tra i giovani, che tenga conto dell’importanza di un’efficace istruzione mista in tutti i paesi dell’UE;

25.

osserva che i giovani dispongono soltanto di un accesso limitato alle fonti di finanziamento necessarie allo sviluppo delle loro imprese, per il loro alloggio o anche per il proseguimento dei loro studi; ritiene quindi estremamente importante che gli enti territoriali cerchino delle soluzioni locali capaci di contribuire, da un lato, ad accrescere la competitività della regione in questione e, dall’altro, a rafforzare in maniera chiara le pari opportunità tra i giovani;

26.

sottolinea quindi la necessità di incentivare forme e spazi di aggregazione giovanile promosse da attori locali in partnership anche con soggetti privati che sappiano cogliere i bisogni del target giovanile di riferimento e trasformarlo in opportunità di occupabilità futura, di sperimentazione di skill imprenditoriali e di sviluppo di partecipazione attiva;

27.

invita la Commissione e gli Stati membri a verificare se i giovani usufruiscono di un’adeguata informazione e protezione, per quanto riguarda il diritto e la tutela del lavoro e le disposizioni in materia di volontariato, quando entrano in rapporti di lavoro o di volontariato o quando intraprendono una formazione o un tirocinio nel loro paese di residenza o in uno Stato membro diverso da quello dove risiedono abitualmente; a tal fine propone di appoggiarsi alle reti già consolidate come Europe Direct, Eurodesk o Eures e agli enti locali in quanto principali promotori delle politiche per la gioventù nel territorio;

28.

sottolinea che la tutela dei giovani per quanto riguarda il volontariato e il mercato del lavoro dovrebbero essere oggetto di grande cautela, e invita le regioni a esaminare, in tale contesto, le possibilità di cooperazione attraverso l’apprendimento tra pari e lo scambio delle migliori prassi. Inoltre si sottolinea la necessità di rinforzare il valore sociale e civile del volontariato come nel caso del servizio civile per i giovani;

29.

considera utile esaminare, da un lato, il modo in cui i nuovi valori sociali e comunitari, come la consapevolezza ambientale di una produzione sostenibile ed a basso consumo energetico, l’impegno nella comunità, il sostegno degli indigenti, la rivalutazione delle attività artigianali, possano favorire la partecipazione dei giovani alla società e la loro efficace integrazione in quest’ultima, e, dall’altro, le possibili soluzioni per promuovere e sostenere il ruolo fondamentale della famiglia quale primo sostegno per la crescita sociale ed economica della persona. Raccomanda un legame e una menzione della famiglia all’interno dei nuovi obiettivi per lo sviluppo sostenibile (ONU). Le misure di supporto si riferiscono sia alle famiglie di origine, che alle nuove famiglie che a quelle in formazione. Le misure riguardano la protezione della famiglia, il sostegno alla fondazione di una famiglia e alla genitorialità, in particolare nelle regioni che si trovano di fronte a sfide demografiche;

30.

le regioni prevalentemente rurali devono prestare un’attenzione particolare alla loro popolazione giovanile, che in questi territori rappresenta una vera risorsa strategica, facilitare il radicamento di tale componente nell’ambiente rurale, darle maggiori possibilità di continuare a risiedere in questi insediamenti, che sono a volte molto modesti, assicurare per quanto possibile la continuità del lavoro agricolo in tali aree, utilizzando, grazie a un’adeguata formazione, tecniche di gestione tradizionali che rispettino l’ambiente e i principi dell’economia sostenibile, senza pregiudizio della sostenibilità finanziaria e della redditività economica di tali pratiche;

31.

ritiene che le misure isolate di politiche per i giovani adottate da alcuni Stati membri non siano sempre sufficienti, e che il loro coordinamento sia spesso incerto. Concorda con la proposta secondo cui, ai fini di un migliore coordinamento, di uno sviluppo dell’armonizzazione e dello sfruttamento delle possibili sinergie, nel campo delle politiche per la gioventù servono a livello europeo un maggiore coinvolgimento e misure più efficaci, soprattutto in considerazione del fatto che i giovani sono più aperti alla mobilità e alla migrazione, senza dimenticare che nelle politiche rinnovate dovrebbe essere indicato chiaramente anche il ruolo chiave degli enti locali e regionali;

32.

ritiene necessario rafforzare il ruolo dei giovani nei processi democratici, per far sentire la loro voce. Per raggiungere questo obiettivo è necessario promuovere il dialogo tra i giovani partendo dal coinvolgimento della società civile e, in particolare, delle associazioni giovanili, degli enti locali, sia individualmente che come associazioni, dei gruppi informali, dei centri d’informazione Europe Direct, che possono contribuire al feed-back tra giovani e istituzioni, e delle ONG che da sempre rappresentano il settore della popolazione più aperto al cambiamento, all’innovazione sociale e in grado di stimolare il rinnovamento di un’intera società. Proprio per questo sottolinea l’importanza di estendere il dialogo strutturato ed esprime il proprio sostegno alla nuove iniziative previste dalla Commissione in questo settore, per quanto riguarda il rafforzamento delle possibilità di partecipazione dei giovani in generale e delle organizzazioni che li rappresentano. Sottolinea infine che per raggiungere questi obiettivi possa essere utile prevedere linee di intervento strutturate, come è stato previsto per la garanzia per i giovani attraverso l’YEI;

33.

sottolinea l’importanza di estendere il dialogo strutturato ed esprime il proprio sostegno alla nuove iniziative previste dalla Commissione in questo settore, per quanto riguarda il rafforzamento delle possibilità di partecipazione dei giovani in generale e delle organizzazioni che li rappresentano; rileva che, nella concezione del dialogo strutturato, i giovani in particolare esigono criteri di qualità, di cui tener conto per quanto possibile nel corso del dialogo. Tra questi figurano un dialogo tra partner su un piano di parità e risorse sufficienti in termini di tempo. I giovani dovrebbero essere coinvolti, ai diversi livelli politici, nel processo di formazione delle opinioni, coprendo il maggior numero possibile di temi politici; per quanto riguarda in particolare l’iniziativa a favore dell’occupazione giovanile, potrebbe essere rafforzata la prospettiva regionale della partecipazione dei giovani sotto forma di dialogo strutturato;

34.

ritiene importante promuovere l’inclusione dei giovani con disabilità e la costruzione di una reale parità di accesso dei giovani con disabilità alle opportunità promosse dagli Stati membri e dalle regioni;

35.

sottolinea la necessità di dare priorità, nelle politiche della UE e degli Stati membri, all’inclusione dei giovani a rischio quali i NEET (giovani né occupati né iscritti a corsi di istruzione o formazione) e ai giovani provenienti da un contesto migratorio, che hanno più probabilità di diventarlo;

36.

ritiene che, in considerazione della gravissima minaccia terroristica cui l’Europa fa fronte in questo momento e della radicalizzazione politica e religiosa che si sta purtroppo diffondendo tra i giovani, al fine di prevenire violenze, radicalizzazione ed estremismi sia prioritario, come prevede l’Agenda di sicurezza dell’UE, rafforzare la partecipazione e la fiducia nelle istituzioni, e garantire il diritto dei giovani a vivere in comunità pluraliste, fondate sui valori democratici europei, lo Stato di diritto e i diritti fondamentali;

37.

raccomanda che gli enti regionali e locali elaborino, tenendo conto anche delle politiche per la gioventù dell’UE e degli Stati membri, strategie locali e regionali riferite chiaramente ai problemi e alle possibilità specifiche dei giovani. Nel quadro dell’elaborazione di tali piani, occorre rafforzare le possibilità di apprendimento reciproco, avendo cura al tempo stesso di garantire la massima partecipazione possibile del pubblico destinatario, vale a dire i giovani, alla concezione, attuazione e valutazione delle strategie, favorendo nel contempo l’apprendimento reciproco. Sottolinea inoltre che tutte le strategie e le politiche per la gioventù dovrebbero includere misure orizzontali volte a contrastare il fenomeno della discriminazione fondata sul sesso, il genere, la razza o l’origine etnica, la religione o le convinzioni personali, la disabilità o l’orientamento sessuale.

38.

invita la Commissione europea a promuovere e sostenere politiche per lo sviluppo dell’imprenditorialità giovanile in ambito culturale e creativo, per la creazione di posti di lavoro e per dare una risposta efficace a tutti quei giovani desiderosi di trasformare le proprie passioni in professioni del settore culturale.

Bruxelles, 11 febbraio 2016.

Il presidente del Comitato europeo delle regioni

Markku MARKKULA


(1)  Comunicato stampa della 3358a riunione del Consiglio Istruzione, gioventù, cultura e sport

http://www.consilium.europa.eu/en/workarea/downloadAsset.aspx?id=40802190967


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