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Document 52015IP0470

    Risoluzione del Parlamento europeo del 17 dicembre 2015 sulla relazione annuale sui diritti umani e la democrazia nel mondo nel 2014 e sulla politica dell'Unione europea in materia (2015/2229(INI))

    GU C 399 del 24.11.2017, p. 151–175 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

    24.11.2017   

    IT

    Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

    C 399/151


    P8_TA(2015)0470

    Relazione annuale sui diritti umani e la democrazia nel mondo nel 2014 e sulla politica dell'Unione europea in materia

    Risoluzione del Parlamento europeo del 17 dicembre 2015 sulla relazione annuale sui diritti umani e la democrazia nel mondo nel 2014 e sulla politica dell'Unione europea in materia (2015/2229(INI))

    (2017/C 399/19)

    Il Parlamento europeo,

    visti la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo (UDHR) e gli altri trattati e strumenti delle Nazioni Unite in materia di diritti umani, in particolare il Patto internazionale sui diritti civili e politici e il Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali adottati a New York il 16 dicembre 1966,

    viste la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell'infanzia e la risoluzione del Parlamento europeo del 27 novembre 2014 sul 25o anniversario della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell'infanzia (1),

    vista la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea,

    vista la Convenzione europea dei diritti dell'uomo,

    visti gli articoli 2, 3, 8, 21 e 23 del trattato sull'Unione europea (TUE),

    visti il quadro strategico e il piano d'azione dell'UE sui diritti umani e la democrazia, quali adottati dal Consiglio «Affari esteri» il 25 giugno 2012 (2),

    visti gli orientamenti dell'Unione europea in materia di diritti umani,

    visti gli orientamenti dell'UE in materia di diritti umani per la libertà di espressione online e offline, adottati dal Consiglio «Affari esteri» il 12 maggio 2014 (3),

    visti gli orientamenti dell'UE sulla promozione e la tutela della libertà di religione o di credo (4),

    visti gli orientamenti destinati alle delegazioni interparlamentari del Parlamento europeo sulla promozione dei diritti umani e della democrazia nell'ambito delle visite nei paesi terzi (5),

    vista la relazione annuale dell'Unione europea sui diritti umani e la democrazia nel mondo nel 2014, adottata dal Consiglio il 22 giugno 2015 (6),

    visto il piano d'azione sui diritti umani e la democrazia 2015-2019, adottato dal Consiglio il 20 luglio 2015 (7),

    visto il piano di azione dell'UE sulla parità tra donne e uomini e sull'emancipazione femminile: trasformare la vita delle ragazze e delle donne mediante le relazioni esterne dell'Unione europea 2016-2020 (GAPII), adottato dal Consiglio il 26 ottobre 2015 (8),

    viste le conclusioni del Consiglio, del 14 maggio 2012, dal titolo «Potenziare l'impatto della politica di sviluppo dell'UE: un programma di cambiamento» (9),

    viste le conclusioni del Consiglio, del 5 dicembre 2014, sulla promozione e tutela dei diritti dei minori (10),

    vista la decisione 2015/260/PESC del Consiglio, del 17 febbraio 2015, che proroga il mandato del rappresentante speciale dell'Unione europea per i diritti umani (11),

    viste le conclusioni del Consiglio, del 26 maggio 2015, sulle questioni di genere nel contesto dello sviluppo (12),

    vista la risoluzione 1325 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, del 31 ottobre 2000, sulle donne, la pace e la sicurezza (13),

    viste le sue risoluzioni d'urgenza su casi di violazione dei diritti umani, della democrazia e dello Stato di diritto,

    vista la sua risoluzione del 17 giugno 2010 sulla politica dell'Unione europea a favore dei difensori dei diritti umani (14),

    vista la sua risoluzione del 7 luglio 2011 sulle politiche esterne dell'UE a favore della democratizzazione (15),

    vista la sua risoluzione dell'11 dicembre 2012 su «Una strategia di libertà digitale nella politica estera dell'UE» (16),

    vista la sua risoluzione del 13 giugno 2013 sulla libertà della stampa e dei media nel mondo (17),

    vista la sua risoluzione dell'8 ottobre 2013 sulla corruzione nei settori pubblico e privato: l'impatto sui diritti umani nei paesi terzi (18),

    vista la sua risoluzione del 10 ottobre 2013 sulla discriminazione di casta (19),

    vista la sua risoluzione del 13 marzo 2014 sulle priorità dell'UE per la 25a sessione del Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani (UNHRC) (20),

    vista la sua risoluzione del 12 marzo 2015 sulle priorità dell'UE all'UNHRC nel 2015 (21),

    vista la sua raccomandazione al Consiglio del 2 aprile 2014 sulla 69a sessione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite (UNGA) (22),

    vista la sua risoluzione dell'11 marzo 2014 sull'eliminazione della tortura nel mondo (23),

    vista la sua risoluzione del 12 marzo 2015 sulla relazione annuale sui diritti umani e la democrazia nel mondo nel 2013 e sulla politica dell'Unione europea in materia (24),

    vista la sua risoluzione del 9 luglio 2015 sulla revisione della politica europea di vicinato (25),

    vista la sua risoluzione dell'8 settembre 2015 su «Diritti umani e tecnologia: impatto dei sistemi di sorveglianza e di individuazione delle intrusioni sui diritti umani nei paesi terzi» (26),

    vista la sua risoluzione del 10 settembre 2015 sulla migrazione e i rifugiati in Europa (27),

    vista la sua risoluzione dell'8 ottobre 2015 sul rinnovo del piano di azione dell'UE sulla parità di genere e l'emancipazione femminile nella cooperazione allo sviluppo (28),

    vista la sua risoluzione dell'8 ottobre 2015 sulla pena di morte (29),

    vista la comunicazione, dell'8 ottobre 2014, della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni, intitolata «Strategia di allargamento e sfide principali per il periodo 2014-2015» (30),

    vista la comunicazione congiunta, dell'8 marzo 2011, dell'Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza e della Commissione al Consiglio europeo, al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni su un partenariato per la democrazia e la prosperità condivisa con il Mediterraneo meridionale (31),

    vista la comunicazione congiunta, del 25 maggio 2011, dell'Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza e della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni su una risposta nuova ad un vicinato in mutamento (32),

    visto il documento di lavoro dei servizi della Commissione, del 30 aprile 2014, concernente un approccio basato sui diritti che copra tutti i diritti umani per la cooperazione allo sviluppo dell'UE (SWD(2014)0152),

    vista la risoluzione del Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani, del 26 giugno 2014, che invita a creare un gruppo di lavoro intergovernativo aperto con il mandato di elaborare uno strumento internazionale giuridicamente vincolante per regolamentare le attività delle società transnazionali e di altre imprese in materia di diritti umani (33),

    vista la sua risoluzione del 9 luglio 2015 sul nuovo approccio dell'UE nei confronti dei diritti umani e della democrazia — valutazione delle attività svolte dal Fondo europeo per la democrazia (EED) fin dalla sua istituzione (34),

    vista la relazione annuale 2014 dell'UNFPA — UNICEF relativa al programma congiunto sulle mutilazioni genitali femminili (35),

    visto l'articolo 52 del suo regolamento,

    visti la relazione della commissione per gli affari esteri e i pareri della commissione per lo sviluppo e della commissione per i diritti della donna e l'uguaglianza di genere (A8-0344/2015),

    A.

    considerando che, a norma dell'articolo 21 TUE, l'UE è tenuta a sviluppare una politica estera e di sicurezza comune (PESC) fondata sui principi di democrazia, Stato di diritto, universalità e indivisibilità dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, rispetto della dignità umana, sui principi di uguaglianza e di solidarietà e sul rispetto dei principi della Carta delle Nazioni Unite, della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea e del diritto internazionale;

    B.

    considerando che, a norma dell'articolo 6, paragrafo 2 TUE, «l'Unione aderisce alla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali»;

    C.

    considerando che il rispetto, la promozione, l'indivisibilità e la tutela dell'universalità dei diritti umani devono essere le pietre miliari dell'azione esterna dell'UE;

    D.

    considerando che una maggiore coerenza tra le politiche interne ed esterne dell'UE, come pure tra queste ultime, si pone come un requisito indispensabile per una politica dell'UE in materia di diritti umani positiva ed efficace; che una maggiore coerenza dovrebbe consentire all'UE di rispondere in modo più rapido e precoce alle violazioni dei diritti umani;

    E.

    considerando che l'impegno dell'UE a favore di un multilateralismo efficace incentrato sulle Nazioni Unite è parte integrante della politica esterna dell'Unione ed è fondato sulla convinzione che un sistema multilaterale basato su norme e valori universali sia lo strumento più adatto per affrontare le crisi, le sfide e le minacce globali;

    F.

    considerando che il rispetto dei diritti umani è minacciato e messo a repentaglio in tutto il mondo; considerando che l'universalità dei diritti umani è messa seriamente in discussione da numerosi regimi autoritari, in particolare in consessi multilaterali;

    G.

    considerando che oltre la metà della popolazione mondiale vive ancora in regimi non democratici e repressivi e che negli ultimi anni la libertà a livello globale ha subito un declino costante; che il mancato rispetto dei diritti umani ha un costo sociale e umano;

    H.

    considerando i numerosi tentativi in tutto il mondo di diminuire lo spazio della società civile, anche in seno al Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani;

    I.

    considerando che per definire un regime democratico non è sufficiente l'organizzazione di elezioni libere, ma sono altresì necessari un'amministrazione trasparente, il rispetto dello Stato di diritto, la libertà di espressione, il rispetto dei diritti umani, l'esistenza di un sistema giudiziario indipendente e il rispetto del diritto internazionale e degli accordi e orientamenti internazionali relativi al rispetto dei diritti umani;

    J.

    considerando che, quando è stato proposto il nuovo piano d'azione comune sui diritti umani e la democrazia, il Vicepresidente della Commissione/Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza (VP/AR) ha dichiarato che i diritti umani avrebbero costituito una delle priorità assolute del suo mandato, da utilizzare come mezzo di orientamento in tutte le relazioni con le istituzioni dell'UE e con i paesi terzi, le organizzazioni internazionali e la società civile; che nel 2017 sarà condotta una revisione intermedia del piano d'azione sui diritti umani e la democrazia, che coinciderà con la valutazione intermedia degli strumenti di finanziamento esterni, il che dovrebbe contribuire a rafforzare la coerenza dell'azione esterna dell'UE;

    K.

    considerando che il Servizio europeo per l'azione esterna (SEAE), la Commissione, il Consiglio e gli Stati membri sono responsabili dell'attuazione del nuovo piano d'azione; che le missioni e le rappresentanze dell'UE nei paesi terzi possono svolgere un ruolo importante e complementare ai fini del successo del piano d'azione;

    L.

    considerando che occorre garantire risorse adeguate e l'utilizzo ottimale delle stesse, al fine di rafforzare la promozione dei diritti umani e della democrazia nei paesi terzi;

    M.

    considerando che l'Unione europea dovrebbe adoperarsi maggiormente per valutare l'impatto delle proprie politiche sui diritti umani, ottimizzare gli impatti positivi, prevenire e attenuare gli impatti negativi e rafforzare l'accesso delle popolazioni colpite ai mezzi di ricorso;

    N.

    considerando che il rafforzamento del dialogo con i leader e le autorità responsabili dei paesi terzi in tutte le sedi bilaterali e multilaterali rappresenta uno degli strumenti più efficaci per affrontare le questioni dei diritti umani nei paesi terzi; che le organizzazioni della società civile nei paesi terzi sono un interlocutore chiave nella definizione e nell'attuazione della politica dell'UE in materia di diritti umani;

    O.

    considerando che l'UE ritiene che una stretta cooperazione con la società civile e i difensori dei diritti umani nei paesi terzi rappresenti una delle sue principali priorità nella lotta alle violazioni dei diritti umani;

    P.

    considerando che la cooperazione internazionale dovrebbe svolgere un ruolo più incisivo nel rafforzamento del rispetto dei diritti fondamentali e nell'efficace controllo parlamentare dei servizi di intelligence che utilizzano la tecnologia di sorveglianza digitale;

    Q.

    considerando che l'UE e i suoi Stati membri sono fedeli alleati della Corte penale internazionale sin dalla sua istituzione, offrendole sostegno finanziario, politico, diplomatico e logistico, nonché promuovendo l'universalità dello Statuto di Roma e difendendone l'integrità, al fine di potenziare l'indipendenza della Corte;

    R.

    considerando che la politica di sostegno ai diritti umani e alla democrazia dovrebbe essere integrata in tutte le politiche dell'UE aventi una dimensione esterna, tra cui quelle in materia di sviluppo, migrazione, sicurezza, lotta al terrorismo, allargamento e commercio, al fine di continuare a promuovere il rispetto dei diritti umani;

    S.

    considerando che, a norma dell'articolo 207 TFUE, la politica commerciale comune è condotta nel quadro dei principi e obiettivi dell'azione esterna dell'Unione europea;

    T.

    considerando che le diverse forme di migrazione rappresentano un'importante sfida per la politica esterna dell'UE e richiedono soluzioni immediate, efficaci e durature per garantire il rispetto dei diritti umani delle persone in stato di bisogno, come quelle che fuggono dalla guerra e dalla violenza, in linea con i valori europei e con le norme internazionali in materia di diritti umani;

    U.

    considerando che l'economia mondiale ha attraversato un periodo di crisi che potrebbe avere un impatto sui diritti economici e sociali, sulle condizioni di vita delle popolazioni (aumento della disoccupazione e della povertà, delle disuguaglianze e delle condizioni di lavoro precarie, riduzione della qualità dei servizi e limitazione dell'accesso a questi ultimi) e di conseguenza sul loro benessere;

    V.

    considerando che, sulla base dei valori universali e indivisibili, la libertà di pensiero, di coscienza, di religione e di credo dovrebbe diventare una delle priorità dell'UE e deve essere sostenuta incondizionatamente; che tali diritti continuano a essere ampiamente minacciati visto che il numero delle loro violazioni è sensibilmente aumentato;

    W.

    considerando che l'abolizione universale della pena di morte rimane una delle priorità dell'UE nella sua politica esterna in materia di diritti umani; che nel giugno 2016 a Oslo, in Norvegia, si terrà il sesto Congresso mondiale contro la pena di morte;

    X.

    considerando che i bambini, le donne e le persone appartenenti a minoranze sono confrontati a crescenti minacce specifiche, ad atti di violenza e a violenza sessuale, in particolare nelle zone di conflitto;

    Y.

    considerando che il Premio Sacharov 2014 è stato conferito al dottor Denis Mukwege per il suo costante impegno, in qualità di medico e difensore dei diritti umani, a favore delle vittime della violenza sessuale e della mutilazione genitale; che la mutilazione genitale femminile rappresenta una violazione fondamentale dei diritti delle donne e delle bambine e che è assolutamente necessario porre la lotta contro la mutilazione genitale e la violenza sessuale al centro della politica esterna e della politica in materia di diritti umani dell'UE;

    Z.

    considerando che, secondo le stime, nel 2014 230 milioni di bambini che vivono attualmente in paesi e in regioni in cui sono in corso conflitti armati sono stati esposti a forme estreme di violenza e a traumi, essendo stati arruolati con la forza e deliberatamente presi di mira da gruppi violenti;

    AA.

    considerando che l'articolo 25 della UDHR riconosce il diritto di ogni individuo ad «un tenore di vita sufficiente a garantire la salute e il benessere proprio e della sua famiglia», in cui la maternità e l'infanzia hanno diritto a speciali cure e assistenza, comprese le cure mediche; che la risoluzione 26/28 (36) del Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani (UNHRC) chiede che il prossimo forum sociale dell'UNHRC sia incentrato sull'accesso ai farmaci nel contesto del diritto di ciascuno di godere del miglior stato di salute fisica e mentale possibile; che la Costituzione dell'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) prevede che il godimento del miglior stato di salute possibile costituisce un diritto fondamentale di ogni essere umano, senza distinzione di razza, religione, opinioni politiche e condizione economica o sociale;

    AB.

    considerando che i cambiamenti climatici hanno un impatto sull'accesso all'acqua, sulle risorse naturali e sull''alimentazione;

    AC.

    considerando che la distruzione intenzionale e sistematica da parte di organizzazioni terroristiche e gruppi belligeranti di siti archeologici di grande valore che fanno parte del patrimonio mondiale è volta a destabilizzare le popolazioni e a privarle della loro identità culturale e non dovrebbe essere considerata soltanto un crimine di guerra ma anche un crimine contro l'umanità;

    Osservazioni generali

    1.

    esprime profonda preoccupazione per il fatto che i diritti umani e i valori democratici, come la libertà di espressione, di pensiero, di coscienza e di religione e la libertà di riunione e di associazione, sono sempre più minacciati in molte parti del mondo, in particolare sotto i regimi autoritari; esprime altresì profonda preoccupazione per il fatto che lo spazio pubblico per la società civile si sta restringendo e che un numero crescente di difensori dei diritti umani subiscono attacchi in tutto il mondo;

    2.

    invita l'UE e i suoi Stati membri a intensificare i propri sforzi volti a porre effettivamente i valori democratici e i diritti umani al centro delle loro relazioni con il resto del mondo, rispettando l'impegno assunto nel TUE; osserva che l'UE dovrebbe adottare misure adeguate per far fronte alle gravi violazioni dei diritti umani nei paesi terzi, in particolare nel caso di regimi autoritari, anche avvalendosi delle relazioni nel settore commerciale, dell'energia o della sicurezza;

    3.

    ribadisce la cruciale importanza di garantire una maggiore coerenza tra le politiche interne ed esterne dell'UE per quanto concerne il rispetto dei diritti umani e dei valori democratici; sottolinea a tale proposito che, mentre la presente relazione riguarda le politiche esterne dell'UE volte a promuovere i diritti umani, il Parlamento adotta anche una relazione annuale sulla situazione dei diritti fondamentali nell'Unione europea, elaborata dalla commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni; sottolinea altresì l'importanza di una maggiore uniformità e coerenza e di evitare disparità di trattamento nelle politiche esterne dell'UE e in tutti i suoi strumenti;

    4.

    invita l'UE e i suoi Stati membri ad affrontare in modo efficace le sfide interne in materia di diritti umani, per esempio la situazione dei rom, il trattamento dei rifugiati e dei migranti, la discriminazione delle persone LGBTI, il razzismo, la violenza contro le donne, le condizioni di detenzione e la libertà dei mezzi di comunicazione negli Stati membri, così da mantenere credibilità e coerenza nella politica esterna in materia di diritti umani;

    5.

    insiste sull'importanza di garantire la coerenza della politica dell'UE nei confronti delle situazioni di occupazione o annessione del territorio; ricorda che il diritto internazionale umanitario dovrebbe orientare la politica dell'UE verso tutte le suddette situazioni;

    6.

    esprime la sua ferma opposizione all'annessione, all'occupazione e alla colonizzazione di territori e ribadisce il diritto inalienabile dei popoli all'autodeterminazione;

    7.

    ritiene che, per tenere fede al loro impegno di promuovere i diritti umani e la democrazia nel mondo, l'UE e i suoi Stati membri devono esprimersi con una voce unica e coerente, affinché il loro messaggio venga ascoltato;

    8.

    sottolinea altresì l'importanza di una cooperazione rafforzata tra la Commissione, il Consiglio, il SEAE, il Parlamento e le delegazioni dell'UE al fine di migliorare la coerenza globale della politica dell'UE in materia di diritti umani e di democrazia e la sua centralità rispetto a tutte le politiche dell'Unione aventi una dimensione esterna, in particolare in materia di sviluppo, sicurezza, occupazione, migrazione, commercio e tecnologia;

    9.

    chiede all'UE di migliorare e rendere sistematica l'intera dimensione dell'impatto delle sue politiche sui diritti umani e di garantire che queste analisi contribuiscano a riformulare le sue politiche in modo conseguente; invita l'UE a mettere a punto meccanismi più efficienti per ottimizzare gli impatti positivi delle sue politiche sui diritti umani, prevenire e attenuare gli impatti negativi e rafforzare l'accesso delle popolazioni colpite ai mezzi di ricorso;

    10.

    richiama l'attenzione sul suo impegno a lungo termine per la promozione dei diritti umani e dei valori democratici, come dimostrato, tra l'altro, dall'attribuzione annuale del Premio Sacharov per la libertà di pensiero, dai lavori della sottocommissione per i diritti dell'uomo e dai dibattiti mensili in plenaria, nonché dalle risoluzioni su casi di violazione dei diritti umani, della democrazia e dello Stato di diritto;

    11.

    esprime profonda preoccupazione per la distruzione e il saccheggio intenzionali e sistematici di siti archeologici di grande valore che fanno parte del patrimonio mondiale da parte di organizzazioni terroristiche e gruppi belligeranti che mirano a destabilizzare le popolazioni e a minarne l'identità culturale e che finanziano le loro attività violente mediante la vendita illecita del patrimonio artistico sottratto; invita pertanto la Commissione, in collaborazione con le Nazioni Unite e l'UNESCO, a contrastare il commercio illecito di tesori artistici provenienti dalle zone di conflitto e a intraprendere iniziative per la protezione del patrimonio culturale in queste zone; invita la Commissione a considerare la distruzione intenzionale del patrimonio dell'umanità come un crimine contro l'umanità e ad adottare di conseguenza i necessari provvedimenti giuridici;

    Strumenti politici dell'UE per promuovere i diritti umani e la democrazia nel mondo

    Relazione annuale dell'UE sui diritti umani e la democrazia nel mondo

    12.

    accoglie con favore l'approvazione della relazione annuale dell'Unione europea sui diritti umani e la democrazia nel mondo nel 2014; ritiene che la relazione annuale rappresenti uno strumento indispensabile di controllo, comunicazione e discussione sulla politica dell'UE in materia di diritti umani, democrazia e Stato di diritto nel mondo; invita il SEAE e la Commissione a garantire che venga dato un seguito coerente alle questioni sollevate nella relazione annuale, incluse proposte specifiche mirate a risolvere tali problemi, nonché a garantire una maggiore coerenza tra le varie relazioni sulla politica esterna dell'UE in materia di diritti umani e democrazia;

    13.

    ribadisce il suo invito al VP/AR a discutere con i deputati al Parlamento europeo in due sessioni plenarie all'anno, una al momento della presentazione della relazione annuale dell'UE e l'altra in risposta alla relazione del Parlamento; sottolinea che le risposte scritte della Commissione e del SEAE alla risoluzione del Parlamento sulla relazione annuale sui diritti umani e la democrazia svolgono un ruolo importante nelle relazioni interistituzionali, in quanto consentono un monitoraggio sistematico e approfondito di tutti i punti sollevati dal Parlamento;

    14.

    elogia il SEAE e la Commissione per la loro comunicazione esaustiva sulle attività svolte dall'UE in materia di diritti umani e democrazia nel 2014; considera, tuttavia, che l'attuale formato della relazione annuale sui diritti umani e la democrazia potrebbe essere migliorato fornendo una migliore visione d'insieme dell'impatto concreto delle azioni dell'UE sui diritti umani e la democrazia nei paesi terzi e dei progressi realizzati, e utilizzando un formato di più facile lettura; chiede inoltre che si riferisca sulle azioni intraprese in risposta alle risoluzioni del Parlamento su casi di violazione dei diritti umani, della democrazia e dello Stato di diritto;

    15.

    raccomanda, a tale riguardo, che il SEAE adotti un approccio più analitico nell'elaborazione della relazione annuale, pur continuando a riferire in merito all'attuazione del quadro strategico e del piano d'azione dell'UE; ritiene che la relazione annuale debba non solo sottolineare i successi e le migliori prassi dell'UE nel settore, ma anche indicare le sfide e i limiti incontrati dall'UE nei suoi sforzi volti a promuovere i diritti umani e la democrazia nei paesi terzi, nonché gli insegnamenti che si possono trarre per una futura azione concreta;

    16.

    ribadisce che le relazioni per paese presentate nella relazione annuale dovrebbero essere meno descrittive e statiche e dovrebbero invece rispecchiare maggiormente l'attuazione delle strategie nazionali in materia di diritti umani e fornire un quadro dell'impatto dell'azione dell'UE sul terreno;

    Quadro strategico dell'UE e (nuovo) piano d'azione sui diritti umani e la democrazia

    17.

    ribadisce la propria opinione che l'adozione del quadro strategico dell'UE e del primo piano d'azione dell'UE sui diritti umani e la democrazia nel 2012 hanno rappresentato una tappa importante per l'UE, integrando senza eccezioni i diritti umani e la democrazia nelle sue relazioni con il resto del mondo;

    18.

    accoglie con favore l'adozione da parte del Consiglio, nel luglio 2015, di un nuovo piano d'azione sui diritti umani e la democrazia per il periodo 2015-2019; si congratula con il SEAE per aver consultato la Commissione, il Parlamento, gli Stati membri, la società civile e le organizzazioni regionali e internazionali nel corso della valutazione del primo piano d'azione e nell'elaborazione di quello nuovo;

    19.

    plaude al rinnovato impegno dell'UE a promuovere e tutelare i diritti umani e a sostenere la democrazia su scala mondiale; rileva che il piano d'azione ha l'obiettivo di consentire all'UE di intervenire in modo più mirato, sistematico e coordinato in materia di diritti umani e democrazia, nonché di potenziare l'impatto delle sue politiche e dei suoi strumenti in loco; sostiene, a tale proposito, l'attribuzione di priorità a cinque settori d'intervento strategici;

    20.

    invita il VP/AR, il SEAE, la Commissione, il Consiglio e gli Stati membri a garantire un'attuazione coerente ed efficace del nuovo piano d'azione; richiama l'attenzione, in particolare, sull'importanza di aumentare l'efficacia e massimizzare l'impatto locale degli strumenti utilizzati dall'UE per promuovere il rispetto dei diritti umani e della democrazia nel mondo; sottolinea la necessità di reagire in modo rapido e adeguato alle violazioni dei diritti umani; ribadisce l'importanza di intensificare gli sforzi per integrare i diritti umani e la democrazia in tutte le azioni esterne dell'UE, anche ad alto livello politico;

    21.

    sottolinea che, al fine di soddisfare gli ambiziosi obiettivi definiti nel nuovo piano d'azione, l'UE deve destinare adeguate risorse e competenze, sia in termini di risorse umane specifiche presso le delegazioni e la sede centrale sia in termini di fondi disponibili per i progetti;

    22.

    ribadisce la propria convinzione che, per portare avanti in maniera coerente l'agenda in materia di diritti umani e democrazia, occorrano un solido consenso e un coordinamento rafforzato tra Stati membri e istituzioni dell'UE; ricorda che il piano d'azione riguarda sia l'UE sia gli Stati membri; sottolinea pertanto con forza che gli Stati membri dovrebbero, senza eccezioni, acquisire una maggiore titolarità dell'attuazione del piano d'azione e del quadro strategico dell'UE, utilizzandoli come loro modello per promuovere la democrazia e i diritti umani a livello sia bilaterale che multilaterale; prende atto con soddisfazione della prevista valutazione intermedia del nuovo piano d'azione ed evidenzia l'importanza di consultazioni inclusive al fine di tener conto in modo coerente dei risultati conseguiti nell'integrazione della dimensione dei diritti umani;

    23.

    esorta, a tale riguardo, il Consiglio «Affari esteri» a discutere regolarmente le questioni riguardanti i diritti umani e la democrazia; ribadisce il suo invito al Consiglio «Affari esteri» a tenere un dibattito pubblico annuale sull'azione dell'UE in materia di diritti umani e democrazia;

    24.

    elogia l'opera di comunicazione del SEAE e della Commissione sull'attuazione del primo piano d'azione e si aspetta che tale informazione continui nell'ambito del nuovo piano d'azione; ricorda, inoltre, la sua determinazione ad essere strettamente associato e consultato in merito all'attuazione del nuovo piano d'azione;

    25.

    invita il VP/AR, in coordinamento con tutti gli altri Commissari, a elaborare un programma che integri i diritti umani in varie attività dell'UE, in particolare nei settori dello sviluppo, della migrazione, dell'ambiente, dell'occupazione, della protezione dei dati in Internet, del commercio, degli investimenti, della tecnologia e delle imprese;

    Panoramica degli altri strumenti politici dell'UE

    Mandato del rappresentante speciale dell'Unione europea per i diritti umani

    26.

    ricorda l'importanza del mandato del Rappresentante speciale dell'UE (RSUE) per i diritti umani ai fini del rafforzamento dell'efficacia e della visibilità delle azioni dell'UE per la tutela e la promozione dei diritti umani e dei principi democratici a livello mondiale; si congratula con l'attuale titolare del mandato per il conseguimento di risultati significativi e per aver partecipato a scambi periodici con il Parlamento e con la società civile;

    27.

    accoglie con favore la proroga del mandato dell'RSUE fino al febbraio 2017 e ribadisce la sua richiesta che questo mandato assuma carattere permanente; chiede, pertanto, la revisione del mandato in modo da concedere all'RSUE poteri d'iniziativa, personale e risorse finanziarie sufficienti, nonché la capacità di esprimersi pubblicamente, di riferire in merito ai risultati delle missioni in paesi terzi e di comunicare la posizione dell'UE sulle questioni concernenti i diritti umani, al fine di rafforzare il ruolo dell'RSUE rendendolo più visibile ed efficace;

    28.

    ribadisce la sua richiesta al Consiglio di inserire nel mandato dei rappresentanti speciali geografici l'obbligo di collaborare strettamente con l'RSUE per i diritti umani;

    Strategie nazionali in materia di diritti umani e ruolo delle delegazioni dell'UE

    29.

    osserva che 132 strategie nazionali in materia di diritti umani (HRCS) sono state approvate dal Comitato politico e di sicurezza, a seguito di sforzi concertati da parte delle delegazioni e istituzioni dell'UE e degli Stati membri; ribadisce il proprio sostegno all'obiettivo delle HRCS, che consiste nell'adattare l'azione dell'UE alla situazione e alle esigenze specifiche proprie di ciascun paese; evidenzia la necessità di valutare costantemente le HRCS e, se del caso, di adeguarle, e chiede un ulteriore rafforzamento della cooperazione, della comunicazione e dello scambio di dati tra le delegazioni dell'UE, le ambasciate degli Stati membri e le istituzioni dell'UE nell'elaborazione e attuazione delle HRCS;

    30.

    ribadisce il suo appello affinché i deputati al Parlamento europeo abbiano accesso ai contenuti delle strategie in un formato adeguato, in modo da svolgere le proprie funzioni in maniera corretta e trasparente; raccomanda che il SEAE e la Commissione comunichino all'esterno l'obiettivo di ciascuna strategia in modo da aumentare la trasparenza delle HRCS; insiste sulla necessità che il SEAE includa indicatori di progresso chiari e misurabili in ogni singola strategia;

    31.

    sottolinea con forza l'importanza di tenere conto delle HRCS a tutti i livelli del processo di formulazione delle politiche nei confronti di singoli paesi terzi, anche durante la preparazione dei dialoghi politici ad alto livello, dei dialoghi sui diritti umani, dei documenti strategici nazionali e dei programmi d'azione annuali;

    32.

    accoglie con favore la designazione di punti focali per i diritti umani e/o la dimensione di genere da parte di tutte le delegazioni e missioni della politica di sicurezza e di difesa comune (PSDC); rileva, tuttavia, che le informazioni pubblicate online sono in molti casi obsolete e ne chiede pertanto una tempestiva revisione;

    33.

    ribadisce la propria raccomandazione al VP/AR e al SEAE di elaborare chiari orientamenti operativi riguardo al ruolo dei punti focali in seno alle delegazioni, per consentire loro di fungere da veri e propri consulenti per i diritti umani e di svolgere il loro lavoro in modo coerente e inclusivo, al fine di ottimizzare il lavoro delle delegazioni; ritiene che l'attività dei punti focali per i diritti umani dovrebbe essere sostenuta anche dal personale diplomatico degli Stati membri; ritiene che l'attività dei punti focali per i diritti umani dovrebbe essere pienamente indipendente e immune da interferenze politiche e vessazioni da parte delle autorità nazionali dei paesi terzi, in particolare nei loro contatti con gli attivisti dei diritti umani e la società civile;

    Dialoghi e consultazioni in materia di diritti umani

    34.

    riconosce che i dialoghi sui diritti umani con i paesi terzi possono rappresentare uno strumento efficace di coinvolgimento e cooperazione bilaterale nella promozione e nella tutela dei diritti umani, a condizione che non costituiscano un fine in sé, ma che siano un mezzo per garantire impegni e risultati specifici delle controparti; accoglie con favore e incoraggia, pertanto, l'avvio di dialoghi sui diritti umani con un numero crescente di paesi, come il Myanmar/Birmania; accoglie positivamente, a tale riguardo, il dialogo UE-Moldova sui diritti umani;

    35.

    sollecita il VP/AR e il SEAE a condurre i loro dialoghi sui diritti umani e i relativi seminari della società civile con un impegno chiaro e orientato ai risultati, che tenga conto delle HRCS; esorta il SEAE a includere sistematicamente un dialogo preparatorio con le organizzazioni della società civile, che confluisca automaticamente nel dialogo vero e proprio; insiste altresì sulla necessità che il VP/AR, l'RSUE per i diritti umani e il SEAE sollevino in modo sistematico i singoli casi concernenti i difensori dei diritti umani a rischio di incarcerazione o già detenuti, i prigionieri politici e le violazioni dei diritti umani in modo responsabile e trasparente nel corso dei dialoghi sui diritti umani; ritiene essenziale che il SEAE assicuri in modo sistematico che tutti gli impegni assunti nel corso di ciascuno dei dialoghi sui diritti umani siano rispettati;

    36.

    ribadisce il suo invito al SEAE a sviluppare un meccanismo globale per il monitoraggio e il riesame del funzionamento dei dialoghi sui diritti umani, in cooperazione con la società civile e le organizzazioni per i diritti umani, al fine di migliorare il loro impatto; ritiene che, qualora tali dialoghi dovessero registrare fallimenti ripetuti, si dovrebbero trarre conclusioni politiche e si dovrebbe ricorrere a strumenti alternativi per favorire il progresso dei diritti umani nel paese in questione; rileva, a questo proposito, che il dialogo sui diritti umani con la Russia è stato sospeso nel 2014 e rileva altresì la mancanza di risultati nei dialoghi sui diritti umani con la Cina e la Bielorussia; esorta pertanto il SEAE a rivedere radicalmente la sua strategia in materia di diritti umani nei confronti della Russia e della Cina;

    37.

    invita l'UE e le sue delegazioni a potenziare il loro dialogo politico con i governi che violano i diritti umani, la democrazia e lo Stato di diritto, insieme alla società civile, e insiste sul fatto che il dialogo politico sui diritti umani fra l'UE e i paesi terzi deve comprendere una definizione più inclusiva e globale di non discriminazione, tra l'altro nei confronti delle persone LGBTI, fondata sulla religione o le convinzioni personali, il sesso, la razza o l'origine etnica, l'età, la disabilità e l'orientamento sessuale; sottolinea che, in particolare nei paesi che registrano scarsi risultati in termini di sviluppo e rispetto dei diritti umani, gli aiuti allo sviluppo dovrebbero essere mantenuti e addirittura rafforzati, ma dovrebbero essere preferibilmente erogati per il tramite delle organizzazioni della società civile e dei partner locali non governativi, e dovrebbero essere monitorati in modo sistematico e accompagnati da impegni di governo volti a migliorare la situazione dei diritti umani in loco;

    38.

    riconosce l'importanza di adottare ulteriori misure nei confronti di individui (sanzioni mirate come il congelamento dei beni o i divieti di viaggio) nel caso di regimi autoritari, qualora i dialoghi dovessero registrare fallimenti ripetuti;

    Orientamenti dell'UE in materia di diritti umani

    39.

    accoglie con favore l'adozione da parte del Consiglio, nel maggio 2014, degli orientamenti dell'UE in materia di diritti umani per la libertà di espressione online e offline; rammenta tuttavia la sua richiesta al SEAE di fornire chiarimenti circa il processo di selezione delle tematiche oggetto degli orientamenti dell'UE e di consultare in merito anche il Parlamento e la società civile prima della selezione dei temi;

    40.

    ribadisce il suo invito al VP/HR e al SEAE ad attuare in modo efficace e coerente gli orientamenti dell'UE sul diritto internazionale umanitario (DIU), (37) anche in relazione ai conflitti e alle crisi umanitarie in paesi come la Siria, l'Iraq, la Libia e l'Ucraina; raccomanda, a questo proposito, che il SEAE sostenga le organizzazioni della società civile che promuovono il rispetto del diritto internazionale umanitario da parte di attori statali e non statali; esorta inoltre l'UE ad avvalersi di tutti gli strumenti a sua disposizione per migliorare il rispetto del diritto internazionale umanitario da parte degli attori statali e non statali; chiede che l'UE e gli Stati membri contribuiscano all'iniziativa in corso della Svizzera e del comitato internazionale della Croce Rossa sul rafforzamento del rispetto del diritto internazionale umanitario;

    41.

    sottolinea con forza l'importanza di valutare sistematicamente l'attuazione degli orientamenti dell'UE in materia di diritti umani, ivi compresa l'attuazione degli orientamenti dell'UE per promuovere e tutelare i diritti dell'infanzia, utilizzando parametri di riferimento ben definiti; ritiene che, al fine di garantire una corretta attuazione degli orientamenti, sia necessario adottare ulteriori misure di sensibilizzazione sul loro contenuto presso il personale del SEAE e delle delegazioni dell'UE nonché delle rappresentanze estere degli Stati membri; ribadisce l'invito a coinvolgere più attivamente gli attori della società civile e i difensori dei diritti umani nella scelta, attuazione, valutazione e revisione degli orientamenti;

    Diritti umani e democrazia nelle politiche e negli strumenti dell'azione esterna dell'UE

    42.

    ricorda che l'UE si è impegnata a porre i diritti umani e la democrazia al centro delle sue relazioni con i paesi terzi; sottolinea pertanto che la promozione dei diritti umani e dei principi democratici deve essere sostenuta attraverso tutte le politiche dell'UE e adeguati strumenti finanziari aventi una dimensione esterna, come la politica di allargamento e la politica di vicinato, la politica di sicurezza e di difesa comune nonché le politiche in materia di sviluppo, scambi commerciali, migrazione e giustizia e affari interni; evidenzia, a tale proposito, i recenti sforzi dell'UE finalizzati a includere le violazioni dei diritti umani nel suo quadro di allarme rapido legato alla prevenzione delle crisi;

    43.

    sottolinea l'obbligo dell'UE basato sui trattati di garantire che tutte le sue politiche e attività esterne siano pensate e attuate in modo tale da consolidare e sostenere i diritti umani e lo Stato di diritto;

    44.

    ritiene che gli strumenti finanziari esterni dell'UE siano un mezzo importante per promuovere e difendere i valori della democrazia e dei diritti umani all'estero; ribadisce il suo appello a migliorare la coerenza di diversi strumenti tematici e geografici;

    45.

    prende atto degli sforzi profusi dalla Commissione per onorare il suo impegno di includere disposizioni concernenti i diritti umani nelle sue valutazioni d'impatto delle proposte legislative e non legislative, delle misure di attuazione e degli accordi commerciali; esorta la Commissione a migliorare la qualità, la portata e il seguito delle valutazioni d'impatto, in modo da garantire l'inclusione sistematica delle questioni concernenti i diritti umani; sottolinea il ruolo che la società civile potrebbe svolgere in questo processo;

    Politica di allargamento e politica di vicinato

    46.

    ricorda che la politica di allargamento dell'UE costituisce uno degli strumenti più efficaci per rafforzare il rispetto dei diritti umani e dei principi democratici; osserva che il processo di allargamento verrà portato avanti nonostante il fatto che non vi potranno essere nuove adesioni fino al 2019, in considerazione dello stato dei negoziati e della situazione nei paesi interessati, e accoglie con favore la messa in atto, nei negoziati di adesione, del nuovo approccio ai capitoli riguardanti il sistema giudiziario e i diritti fondamentali nonché la giustizia, la libertà e la sicurezza, che tiene debitamente conto del tempo necessario per la corretta attuazione delle riforme in questione;

    47.

    esprime preoccupazione per il deterioramento della libertà di espressione e dei media in alcuni paesi dell'allargamento e in diversi paesi del vicinato europeo; sottolinea l'urgente necessità di migliorare l'indipendenza e la trasparenza della titolarità dei media in tali paesi e di affrontare il problema delle pressioni politiche ed economiche nei confronti dei giornalisti, che spesso conducono alla censura e all'autocensura; invita la Commissione a continuare a monitorare e mantenere prioritario il rispetto della libertà di espressione e dei media nei negoziati di adesione;

    48.

    deplora che la corretta attuazione dei quadri giuridici per la tutela delle minoranze permanga problematica, come indicato nella strategia di allargamento della Commissione per il periodo 2014-2015 (38); invita i paesi dell'allargamento a intensificare gli sforzi per creare una cultura di accettazione delle minoranze rafforzando la partecipazione di queste al processo decisionale e migliorandone l'integrazione nel sistema scolastico, prestando particolare attenzione ai bambini rom; esorta l'UE a seguire da vicino, nel corso dell'intero processo di allargamento, l'attuazione delle disposizioni a tutela dei diritti umani, ivi comprese la difesa dei diritti delle persone appartenenti a minoranze e la lotta contro tutte le forme di discriminazione, tra cui i reati generati dall'odio fondato sull'orientamento sessuale;

    49.

    osserva con preoccupazione il deterioramento delle culture politiche democratiche in alcuni paesi candidati e potenzialmente candidati e in diversi paesi del vicinato europeo; ricorda che il buon governo, il rispetto dello Stato di diritto, il diritto alla libertà di espressione, il rispetto dei diritti umani, il dialogo politico, il raggiungimento di un compromesso e l'inclusione di tutte le parti interessate nel processo decisionale sono centrali nei regimi democratici; constata con pari preoccupazione gli scarsi progressi compiuti dai paesi dell'allargamento al fine di potenziare l'indipendenza del sistema giudiziario e la lotta alla corruzione; si unisce alla Commissione nell'esortare i paesi dell'allargamento a sviluppare una casistica credibile di indagini, azioni penali e condanne definitive;

    50.

    ricorda che, nell'ambito dell'attuale revisione della politica europea di vicinato, il TUE precisa che l'UE deve sviluppare con i paesi limitrofi relazioni privilegiate fondate sui valori dell'UE, tra cui il rispetto dei diritti umani e la democrazia (39); ricorda che, a seguito della Primavera araba del 2011, l'Unione europea ha ridefinito la propria politica di vicinato sulla base del principio del «more for more» (maggiori aiuti a fronte di un maggiore impegno), al fine di rafforzare le istituzioni democratiche e promuovere i diritti umani; sottolinea che le considerevoli sfide affrontate dal vicinato dell'Unione europea negli ultimi anni, come la propagazione dell'instabilità e del conflitto in Medio Oriente e Nord Africa, con gruppi estremisti e jihadisti che sfruttano tali situazioni, nonché la sofferenza umana causata dalle azioni della Russia, hanno minato in particolare il rispetto dei diritti umani e dei principi democratici;

    51.

    si dichiara pertanto convinto che la politica europea di vicinato riveduta dovrebbe continuare a essere incentrata sulla promozione dei diritti umani e dei principi democratici; ribadisce che la promozione dei diritti umani e della democrazia è nell'interesse sia dei paesi partner che dell'UE;

    52.

    sottolinea che l'UE dovrebbe continuare a sostenere attivamente istituzioni democratiche e favorevoli ai diritti umani nonché la società civile e i media liberi dei paesi vicini; prende atto con soddisfazione, a tale proposito, dell'ampio e costante sostegno nell'ambito dello strumento europeo per la democrazia e i diritti umani e dello strumento per la società civile; apprezza parimenti l'impegno coerente ed efficace del Fondo europeo per la democrazia (EED) nel vicinato orientale e meridionale a favore della promozione della democrazia e del rispetto dei diritti e delle libertà fondamentali, come indicato nella prima relazione di valutazione del Parlamento su detto fondo (40); incoraggia vivamente l'UE e i suoi Stati membri a continuare a offrire forti incentivi e conoscenze tecniche dei propri processi di transizione per sostenere i processi di riforma democratica nel suo vicinato;

    53.

    ritiene assolutamente essenziale porre fine all'aggressione russa in Ucraina e assicurare la stabilità e il rispetto dei diritti umani;

    Diritti umani attraverso gli scambi commerciali

    54.

    ribadisce il suo sostegno all'introduzione sistematica di clausole sui diritti umani negli accordi internazionali tra l'UE e i paesi terzi, che tengano conto tra l'altro del dialogo sociale europeo e delle norme dell'Organizzazione internazionale del lavoro; invita la Commissione a monitorare e valutare in modo efficace e sistematico l'applicazione delle clausole relative ai diritti umani e a riferire periodicamente al Parlamento in merito al rispetto dei diritti umani da parte dei paesi partner; plaude all'utilizzo sempre più sistematico da parte del Consiglio di misure restrittive nei confronti dei paesi terzi che violano deliberatamente i loro impegni in materia di diritti umani; raccomanda all'UE a tal proposito, ogniqualvolta si verifichi una grave violazione dei diritti umani in un paese terzo con cui è stato concluso un accordo, di adottare provvedimenti concreti per mettere in atto le idonee misure previste dalle clausole sui diritti umani;

    55.

    accoglie con favore l'entrata in vigore, il 1o gennaio 2014, del nuovo sistema di preferenze generalizzate (SPG) (regolamento (UE) n. 978/2012); rileva con soddisfazione che, entro il 2014, sono state accordate preferenze SPG+ a 14 paesi e ricorda che i paesi sono tenuti a mantenere la ratifica delle 27 principali convenzioni internazionali nonché a monitorare la loro effettiva applicazione, conformemente ai criteri stabiliti da dette convenzioni nonché dall'UE; si attende che la Commissione conduca le sue valutazioni con rigore e traasparaenza e riferisca al Parlamento europeo e al Consiglio sullo stato di avanzamento della ratifica e dell'effettiva applicazione delle convenzioni da parte dei beneficiari delle preferenze SPG + entro la fine del 2015; ribadisce la sua raccomandazione di inserire lo Statuto di Roma in un futuro elenco delle convenzioni;

    Imprese e diritti umani

    56.

    ritiene che il commercio e i diritti umani possano avanzare di pari passo e che la comunità imprenditoriale abbia un ruolo importante da svolgere nella promozione dei diritti umani e della democrazia; ritiene che la promozione dei diritti umani debba fondarsi sulla cooperazione tra il settore pubblico e quello privato; ribadisce in questo contesto che le imprese europee dovrebbero adottare misure atte a garantire che le loro operazioni nei paesi terzi rispettino le norme in materia di diritti umani; rammenta, inoltre, che è importante che l'UE promuova la responsabilità sociale delle imprese e che le imprese europee svolgano un ruolo di primo piano nella promozione di norme internazionali su attività economiche e diritti umani; invita inoltre l'UE ad assumere un ruolo attivo in occasione della 12a sessione del gruppo di lavoro delle Nazioni Unite sul tema dei diritti umani e delle società transnazionali e altre imprese commerciali, nonché a sostenere gli sforzi tesi ad allineare le rispettive politiche alle linee guida dell'OCSE destinate alle imprese multinazionali; raccomanda che l'UE e i suoi Stati membri si impegnino nel dibattito su uno strumento internazionale giuridicamente vincolante in materia di imprese e diritti umani nell'ambito del sistema delle Nazioni Unite;

    57.

    ritiene, visto quanto sopra, che il SEAE dovrebbe esigere che le delegazioni dell'UE collaborino con le imprese dell'UE che operano nei paesi terzi affinché assicurino il rispetto dei diritti umani nelle loro attività; reitera inoltre la propria richiesta che le delegazioni dell'UE includano il rispetto dei diritti umani nelle operazioni commerciali come priorità negli inviti a presentare proposte a livello locale nel quadro dello strumento europeo per la democrazia e i diritti umani (EIDHR) e che le delegazioni dell'UE intraprendano tutte le iniziative necessarie, in conformità con gli orientamenti dell'UE sui difensori dei diritti umani;

    58.

    ribadisce la sua richiesta alla Commissione affinché questa presenti, entro la fine del 2015, una relazione sull'attuazione dei principi guida delle Nazioni Unite su imprese e diritti umani (41) da parte degli Stati membri dell'UE;

    59.

    chiede un'azione concertata dell'UE per affrontare il problema dell'accaparramento di terre, attraverso la promozione di garanzie adeguate per prevenire questo fenomeno nei paesi interessati e presso le imprese dell'UE e di altri Stati europei presenti in tali paesi;

    60.

    invita l'UE a elaborare un progetto pilota sull'indivisibilità dei diritti umani, sulla questione fondiaria (accaparramento di terre e sgomberi forzati) e sulla coerenza delle politiche dell'UE al riguardo; invita l'UE a riferire in merito al suo esame dell'adesione al Protocollo opzionale al Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali, in linea con l'impegno assunto nel piano d'azione dell'UE sui diritti umani e la democrazia 2015-2019;

    Diritti umani e sviluppo

    61.

    ritiene che la cooperazione allo sviluppo e la promozione dei diritti umani e dei principi democratici debbano andare di pari passo; ricorda a tale proposito che l'ONU ha dichiarato che, in assenza di un approccio basato sui diritti umani, non è possibile realizzare interamente gli obiettivi di sviluppo; rammenta altresì che l'UE si è impegnata a sostenere i paesi partner, tenendo conto della loro situazione in termini di sviluppo e dei loro progressi per quanto riguarda i diritti umani e la democrazia; incoraggia l'inserimento di quadri di risultati chiaramente definiti in tutti gli strumenti al fine di garantire l'inclusione dei gruppi emarginati e vulnerabili nonché di integrare un approccio basato sui diritti umani;

    62.

    si compiace del documento di lavoro dei servizi della Commissione concernente un approccio basato sui diritti che copra tutti i diritti umani, ivi compresi i diritti delle donne e delle ragazze, per la cooperazione allo sviluppo dell'UE, pubblicato ad aprile 2014 e accolto con favore dal Consiglio; incoraggia la Commissione a monitorare l'attuazione dell'approccio basato sui diritti e a garantire che i diritti umani e la cooperazione allo sviluppo si rafforzino reciprocamente sul terreno; invita la Commissione a fornire una valutazione trasparente e pubblica dell'attuazione dello strumentario UE per un approccio basato sui diritti; esorta l'Unione europea a rafforzare il suo ruolo di strenuo promotore dei diritti umani nel mondo, tramite un utilizzo efficace, coerente e ragionato di tutti gli strumenti disponibili per la promozione e la protezione dei diritti umani e dei loro difensori e per mezzo dell'efficacia della nostra politica di aiuti allo sviluppo, in linea con l'Obiettivo di sviluppo sostenibile (SDG) 16;

    63.

    accoglie con favore l'adozione dell'ambiziosa agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile in occasione del vertice straordinario delle Nazioni Unite a New York, nonché il ruolo di primo piano svolto dall'UE in questo processo, e in particolare per l'integrazione dei valori fondamentali dell'Unione europea quali i diritti umani e il buon governo; rileva positivamente che la nuova agenda è chiaramente ancorata agli impegni in materia di diritti umani e che i suoi 17 obiettivi e 169 traguardi mirano a realizzare i diritti umani per tutti; condivide la visione alla base di questo documento di un mondo incentrato sul rispetto universale dei diritti umani e della dignità umana, dello Stato di diritto, della giustizia, dell'uguaglianza e della non discriminazione, nonché sul rispetto della diversità razziale, etnica e culturale e delle pari opportunità, che consentano la piena realizzazione del potenziale umano e contribuiscano alla prosperità condivisa; evidenzia la necessità di garantire che l'agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, le sue misure di monitoraggio e la sua futura attuazione da parte di tutti gli attori interessati, compresa la società civile e il settore privato, siano sostenute da approcci basati sui diritti umani e sull'uguaglianza di genere nonché dagli obiettivi di eliminazione della povertà, di riduzione delle disuguaglianze e dell'esclusione sociale e di democratizzazione dell'economia;

    64.

    sottolinea l'importanza della coerenza delle politiche per lo sviluppo (CPS) nel conseguire la nuova agenda per lo sviluppo sostenibile; rileva che l'approccio basato sui diritti umani dovrebbe consentire di comprendere meglio la coerenza delle politiche per lo sviluppo, dal momento che senza affrontare gli ostacoli posti alla realizzazione dei diritti non ci può essere alcun progresso verso lo sviluppo sostenibile e l'eliminazione della povertà;

    65.

    ribadisce l'urgente necessità di affrontare il problema globale delle malattie legate alla povertà e delle malattie dimenticate; chiede una strategia politica ambiziosa a lungo termine e un piano d'azione in materia di salute globale, innovazione e accesso ai farmaci che preveda, tra l'altro, investimenti nella ricerca e nello sviluppo per salvaguardare il diritto a un tenore di vita adeguato per la salute e il benessere di ogni persona senza distinzione di razza, religione, credo politico, condizione economica o sociale, identità di genere o orientamento sessuale;

    66.

    ribadisce che il programma d'azione di Addis Abeba significa impegno a fornire una piattaforma universale in materia di protezione sociale, copertura sanitaria universale e servizi pubblici di base per tutti, comprese la sanità e l'istruzione;

    67.

    prende atto con soddisfazione del documento d'orientamento per la lotta al terrorismo elaborato dal SEAE e dalla Commissione e approvato dal Consiglio allo scopo di garantire il rispetto dei diritti umani nella programmazione e nell'attuazione dei progetti di assistenza ai paesi terzi nella lotta al terrorismo; invita il SEAE e la Commissione a garantire l'effettiva attuazione del documento, a iniziare da un'ampia diffusione del medesimo; ricorda a tale proposito che il rispetto dei diritti e delle libertà fondamentali è cruciale per la riuscita delle politiche di lotta al terrorismo, ivi compreso l'utilizzo delle tecnologie di sorveglianza digitale; sostiene gli sforzi internazionali per porre fine alle violazioni dei diritti umani perpetrate dall'ISIS/Da'esh;

    Diritti dei popoli indigeni

    68.

    invita il SEAE, la Commissione e gli Stati membri a sostenere la revisione del mandato del meccanismo di esperti sui diritti dei popoli indigeni, in linea con il documento finale della conferenza mondiale sui popoli indigeni (risoluzione 69/2 dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite (42)), al fine di monitorare, valutare e migliorare l'attuazione della dichiarazione sui diritti dei popoli indigeni; esorta gli Stati membri a chiedere che tutti i titolari di mandato per le procedure speciali accordino particolare attenzione alle questioni che riguardano le donne e le ragazze indigene e riferiscano sistematicamente in merito al Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani; esorta il SEAE e gli Stati membri a sostenere attivamente lo sviluppo del piano d'azione sui popoli indigeni a livello dell'intero sistema, come richiesto dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite nella sua risoluzione del settembre 2014, in particolare per quanto riguarda l'organizzazione di consultazioni periodiche dei popoli indigeni nell'ambito di tale processo; deplora profondamente che in alcune zone dell'Africa occidentale individui affetti da disturbi mentali siano incatenati agli alberi nelle foreste o abbandonati per le strade, come pratiche diffuse approvate dalle comunità locali

    L'azione dell'UE in materia di migrazione e rifugiati

    69.

    esprime profonda preoccupazione e solidarietà per quanto riguarda l'elevato numero di rifugiati e di migranti che subiscono gravi violazioni dei diritti umani in quanto vittime di conflitti, persecuzioni, carenze a livello di governance, nonché vittime di reti di immigrazione clandestina, tratta, traffico di migranti, gruppi estremisti e bande criminali; esprime inoltre il suo profondo rammarico per le tragiche perdite di vite umane tra quanti tentano di raggiungere le frontiere dell'UE;

    70.

    pone in evidenza l'urgente necessità di affrontare le cause profonde dei flussi migratori e, di conseguenza, di affrontare la dimensione esterna della crisi dei rifugiati, anche attraverso la ricerca di soluzioni durature per i conflitti nel nostro vicinato, mediante l'istituzione di una cooperazione e di partenariati con i paesi terzi interessati e attraverso le politiche esterne dell'UE; sottolinea la necessità di un approccio globale in materia di migrazione che sia basato sui diritti umani e invita l'UE a rafforzare la sua collaborazione con l'ONU, incluse le sue agenzie, nonché con le organizzazioni regionali, i governi e le ONG, al fine di affrontare le cause profonde dei flussi migratori e migliorare la situazione nei campi profughi ubicati vicino alle zone di conflitto; ribadisce la sua richiesta all'UE di garantire che tutti gli accordi di cooperazione in tema di migrazione e di riammissione con gli Stati non UE siano conformi al diritto internazionale; ricorda che una strategia globale in materia di migrazione è strettamente collegata con le politiche di sviluppo e umanitarie, tra cui la creazione di corridoi umanitari e il rilascio di visti umanitari, nonché con altre politiche esterne; prende atto dell'operazione della forza navale dell'Unione europea-Mediterraneo (EUNAVFOR Med) contro i passatori e i trafficanti di esseri umani nel Mediterraneo; sottolinea l'urgente necessità di sviluppare politiche più incisive a livello di Unione, in modo da affrontare le questioni urgenti connesse a migranti e rifugiati e di trovare un meccanismo efficace, equo e sostenibile per la ripartizione degli oneri tra gli Stati membri; pone l'accento sulle misure proposte dalla Commissione il 9 settembre 2015 per affrontare la crisi dei rifugiati, come la prevista revisione del regolamento di Dublino;

    71.

    chiede all'UE e agli Stati membri di rafforzare il sostegno alla lotta contro la tratta di esseri umani mediante politiche estere, con un'attenzione particolare alla protezione delle vittime e soprattutto dei minori; è fortemente convinto del fatto che l'UE dovrebbe rafforzare la cooperazione con i paesi terzi e altri attori pertinenti per consentire lo scambio di buone pratiche e contribuire allo smantellamento delle reti di tratta internazionali; ribadisce la necessità che tutti gli Stati membri dell'UE attuino la direttiva 2011/36/UE concernente la prevenzione e la repressione della tratta di esseri umani e la protezione delle vittime (43) e la strategia dell’UE per l’eradicazione della tratta di esseri umani (2012-2016) (44);

    72.

    segnala che 17,5 milioni di persone sono state sfollate nel 2014 a seguito di catastrofi correlate al clima; sottolinea che tali sfollamenti hanno interessato soprattutto le regioni meridionali, che sono quelle maggiormente esposte agli effetti del cambiamento climatico; sottolinea a tal proposito che l'85 % degli sfollamenti avviene nei paesi in via di sviluppo, principalmente a livello interno o intraregionale; ricorda che nel quadro degli obiettivi di sviluppo del millennio, gli Stati membri dell'UE si sono impegnati a destinare lo 0,7 % del PIL al finanziamento degli aiuti allo sviluppo;

    73.

    chiede all'UE di partecipare attivamente al dibattito sul termine «rifugiato climatico», compresa la sua eventuale definizione giuridica nel diritto internazionale o negli accordi internazionali giuridicamente vincolanti;

    74.

    ribadisce la sua richiesta di una posizione comune dell'UE sull'uso di droni armati, che difenda i diritti umani e il diritto internazionale umanitario e tratti questioni quali il quadro giuridico, la proporzionalità, la responsabilità, la protezione dei civili e la trasparenza; esorta ancora una volta l'UE a vietare lo sviluppo, la produzione e l'impiego di armi completamente autonome in grado di sferrare attacchi senza alcun intervento umano; invita l'UE a opporsi e vietare la pratica delle uccisioni extragiudiziali e mirate e a impegnarsi ad assicurare misure adeguate in conformità agli obblighi nazionali e internazionali, qualora sussistano ragionevoli motivi di ritenere che un individuo o entità nella sua giurisdizione possa essere collegato a un'uccisione mirata illegale all'estero;

    Eventi culturali e sportivi internazionali e diritti umani

    75.

    esprime serie preoccupazioni per il fatto che alcune grandi manifestazioni sportive sono ospitate in Stati autoritari in cui si verificano violazioni dei diritti umani e delle libertà fondamentali; sottolinea la necessità di campagne di sensibilizzazione presso il grande pubblico riguardanti l'esigenza di garantire disposizioni in materia di diritti umani in connessione a eventi sportivi, che trattino anche il problema della prostituzione forzata e della tratta di esseri umani; invita l'UE e i suoi Stati membri a impegnarsi con l'UNHCR e altre sedi multilaterali, nonché con le federazioni sportive nazionali, le imprese e le organizzazioni della società civile, per garantire il pieno rispetto dei diritti umani durante tali manifestazioni, tra l'altro rendendo tale criterio uno dei requisiti determinanti per l'aggiudicazione di importanti eventi sportivi internazionali; presta particolare attenzione in tale contesto alle prossime Coppe del mondo FIFA in Russia nel 2018 e in Qatar nel 2022, nonché alle Olimpiadi a Pechino nel 2022;

    Azione dell'UE nelle organizzazioni multilaterali

    76.

    ribadisce il suo pieno sostegno a favore del forte impegno dell'UE nella promozione dei diritti umani e dei principi democratici attraverso la cooperazione con le strutture dell'ONU e le sue agenzie specializzate, il Consiglio d'Europa, l'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa e l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, in linea con gli articoli 21 e 220 TUE; accoglie con favore, pertanto, l'adozione degli obiettivi di sviluppo sostenibile;

    77.

    ribadisce, inoltre, l'importanza della partecipazione attiva e costante dell'UE a tutti i meccanismi per i diritti umani delle Nazioni Unite, in particolare la terza commissione dell'Assemblea generale dell'ONU e l'UNHRC; riconosce gli sforzi compiuti dal SEAE, dalle delegazioni dell'UE a New York e a Ginevra e dagli Stati membri per aumentare la coerenza dell'UE sulle questioni dei diritti umani a livello di Nazioni Unite; incoraggia l'UE ad aumentare gli sforzi tesi a far sentire la propria voce, anche intensificando il ricorso alla prassi sempre più diffusa delle iniziative transregionali nonché copatrocinando risoluzioni e assumendo un ruolo guida nel processo ad esse relativo;

    78.

    chiede che i diritti fondamentali della popolazione del Sahara occidentale siano rispettati, compresa la libertà di associazione, la libertà di espressione e il diritto di riunione; chiede il rilascio di tutti i prigionieri politici sahrawi; chiede che parlamentari, osservatori indipendenti, ONG e giornalisti abbiano accesso ai territori del Sahara occidentale; esorta le Nazioni Unite a dotare la missione MINURSO di un mandato per i diritti umani, in linea con tutte le altre missioni dell'ONU per il mantenimento della pace nel mondo; appoggia una soluzione equa e duratura del conflitto nel Sahara occidentale basata sul diritto del popolo sahrawi all'autodeterminazione, in conformità con le pertinenti risoluzioni delle Nazioni Unite;

    79.

    ricorda l'importanza del mantenimento della pratica istituzionalizzata di inviare una delegazione parlamentare all'Assemblea generale delle Nazioni Unite; accoglie con favore il rinnovo della pratica nel 2015, in occasione della 28a sessione dell'UNHRC;

    80.

    sottolinea che, al fine di rafforzare la credibilità e la legittimità dell'UNHRC, tutti i suoi membri devono attenersi ai più elevati standard in materia di diritti umani e rispettare i loro impegni in tal senso; ritiene che i diritti umani debbano essere promossi, sviluppati e consolidati in tutte le sedi internazionali; invita la Commissione a riferire pubblicamente sulle attività e azioni che sta portando avanti per far progredire l'agenda in materia di diritti umani e per rafforzare l'obbligo di rendiconto e la responsabilità delle organizzazioni internazionali quali l'OMC e la Banca mondiale (BIRD, IFC, MIGA);

    81.

    riafferma il suo forte impegno volto a porre fine all'impunità per i più gravi crimini che preoccupano la comunità internazionale nonché a offrire giustizia alle vittime di crimini di guerra, crimini contro l'umanità e genocidio e ribadisce pertanto il suo saldo sostegno alla Corte penale internazionale (CPI); ritiene deplorevole che nessuno Stato abbia ratificato lo statuto di Roma nel 2014; pone l'accento sulla responsabilità di far cessare l'impunità e di perseguire i responsabili di genocidi, crimini contro l'umanità e crimini di guerra, compresi i crimini connessi alla violenza sessuale; esprime grave preoccupazione per la mancata esecuzione di numerosi mandati d'arresto; chiede che l'UE perseveri nel suo forte sostegno diplomatico e politico a favore del potenziamento e dell'espansione delle relazioni tra la CPI e l'ONU, in particolare presso il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, nonché nelle sue relazioni bilaterali e in tutte le altre sedi; invita l'UE, incluse le sue delegazioni, e gli Stati membri ad aumentare gli sforzi per promuovere l'universalità dello Statuto di Roma nonché la sua ratifica e la sua effettiva applicazione; chiede agli Stati membri dell'UE di fornire alla CPI le risorse necessarie e di rafforzare il sostegno al sistema giudiziario penale internazionale mediante, tra l'altro, un sostegno finanziario ai soggetti della società civile, ad esempio attraverso lo strumento europeo per la democrazia e i diritti umani (EIDHR); chiede l'applicazione del kit di strumenti dell'UE del 2013 in materia di complementarità tra la giustizia internazionale e nazionale;

    82.

    invita l'UE e gli Stati membri a promuovere attivamente, in tutti i tipi di dialogo con i paesi terzi, la CPI e la necessità di dare applicazione alle sue decisioni;

    Potenziare il rispetto dei diritti umani nel mondo

    Libertà di pensiero, di coscienza e di religione o credo

    83.

    ricorda che la libertà di pensiero, di coscienza, di religione e di credo è un diritto umano fondamentale, riconosciuto nella Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo e garantito dall'articolo 18 del Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici delle Nazioni Unite; ricorda ugualmente la sua correlazione con altri diritti umani e libertà fondamentali comprendenti il diritto di credere o non credere, la libertà di praticare un credo teistico, non teistico o ateo e il diritto di adottare un credo di propria scelta, di cambiarlo, abbandonarlo o tornare a farlo proprio; esprime preoccupazione per il fatto che alcuni paesi non rispettano ancora le norme dell'ONU e ricorrono alla repressione di Stato, che può comprendere punizioni corporali, pene detentive, pene pecuniarie esorbitanti e persino la pena di morte, in violazione della libertà di religione e di credo; è preoccupato per l'aumento della persecuzione delle minoranze religiose e di credo, comprese le comunità cristiane, nonché per i danni illeciti ai loro luoghi di riunione;

    84.

    invita l'UE e gli Stati membri a intensificare gli sforzi per contribuire all'eliminazione di tutte le forme di discriminazione religiosa e promuovere il dialogo interreligioso nelle relazioni con i paesi terzi; chiede azioni concrete volte a proteggere le minoranze religiose, i non credenti, gli apostati e gli atei vittime di leggi sulla blasfemia e invita l'UE e gli Stati membri a impegnarsi per l'abrogazione di tali leggi; accoglie con favore l'impegno dell'UE nei confronti della promozione della libertà di religione o di credo in sedi internazionali, anche sostenendo il mandato del relatore speciale delle Nazioni Unite sulla libertà di religione o di credo; sostiene pienamente la prassi dell'Unione europea di assumere la guida in materia di risoluzioni tematiche nell'ambito dell'UNHRC e dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite; chiede azioni e misure concrete per l'applicazione e il miglioramento effettivi degli orientamenti dell'UE sulla promozione e la tutela della libertà di religione o di credo; ritiene opportuno intervenire nelle sedi internazionali e regionali mantenendo un dialogo aperto, trasparente e regolare con le associazioni e comunità religiose, ai sensi dell'articolo 17 TFUE, anche attraverso le delegazioni dell'UE; richiama ugualmente l'attenzione sulla necessità di garantire una formazione sistematica e coerente del personale dell'UE presso le sedi centrali e le delegazioni,

    Azione dell'UE contro la pena di morte

    85.

    accoglie con favore la dichiarazione congiunta rilasciata dalla VP/AR e dal Segretario generale del Consiglio d'Europa (45) nell'ottobre 2014, in cui si ribadisce la loro forte e assoluta opposizione alla pena capitale in tutti i casi e in tutte le circostanze; rimane del parere che l'abolizione universale della pena di morte dovrebbe essere uno degli obiettivi centrali dell'UE in materia di diritti umani; osserva che il sostegno ai paesi terzi in materia di politica antidroga dovrebbe puntare ad abolire la pena di morte per i reati legati alla droga; chiede all'Unione europea e agli Stati membri, nel contesto del Sesto Congresso mondiale contro la pena di morte, che si terrà a Oslo (Norvegia) nel mese di giugno 2016, di dichiararsi in modo inequivocabile contro la pena di morte, di intensificare gli impegni per l'abolizione della pena di morte e di sostenere campagne di sensibilizzazione su questo tema;

    86.

    esprime la propria preoccupazione per il numero crescente di condanne a morte ed esecuzioni in tutto il mondo; deplora fortemente il fatto che la legislazione di alcuni paesi preveda ancora la pena capitale; si rammarica del fatto che la Bielorussia abbia ripreso le esecuzioni dopo una pausa di due anni; ribadisce pertanto la sua richiesta alla Bielorussia di attuare una moratoria sulla pena di morte, che dovrebbe portare alla sua abolizione; rileva che otto Stati prevedono la pena di morte per omosessualità;

    87.

    esorta il SEAE, la Commissione e gli Stati membri a definire orientamenti per una politica europea globale ed efficace sulla pena di morte in relazione alle decine di cittadini europei che rischiano di essere giustiziati in paesi terzi, compresi meccanismi solidi e rafforzati in termini di identificazione, prestazione di assistenza giuridica e rappresentanza diplomatica;

    88.

    invita l'UE a continuare a impegnarsi con i paesi che ancora mantengono la pena di morte, avvalendosi di tutti gli strumenti diplomatici e di cooperazione al fine di ottenerne l'abolizione; ribadisce inoltre la sua richiesta affinché l'UE continui a monitorare le condizioni in cui si svolgono le esecuzioni nei paesi che ancora ricorrono alla pena di morte;

    Lotta contro la tortura e i maltrattamenti

    89.

    ritiene che, in occasione del 30o anniversario della Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura, e dato che la tortura e i maltrattamenti proseguono in tutto il mondo, l'UE dovrebbe intensificare gli sforzi per eliminare queste gravi violazioni dei diritti umani; sottolinea il fatto che i membri dei gruppi vulnerabili, quali i minori e le donne, le minoranze etniche, linguistiche e religiose, che sono esposti alla tortura o a maltrattamenti durante la detenzione, richiedono un'attenzione particolare; esorta, quindi, il SEAE e la VP/AR a impegnarsi maggiormente nella lotta contro la tortura e altri trattamenti o punizioni crudeli, inumani o degradanti, attraverso maggiori contatti diplomatici e una più sistematica presa di posizione pubblica, riflettendo così i valori e i principi che l'UE si è impegnata a rispettare; raccomanda che il SEAE, le delegazioni dell'UE e gli Stati membri si avvalgano pienamente di tutti gli strumenti esistenti, come gli orientamenti dell'UE in materia di tortura (46); raccomanda, in tale contesto, il miglioramento costante dei meccanismi di controllo delle esportazioni dei farmaci che possono essere utilizzati per le esecuzioni o la tortura, compresa una clausola mirata all'uso finale che sospenda o blocchi il transito di articoli legati alla sicurezza che, nella pratica, sono utilizzabili solo a fini di pena capitale o tortura;

    90.

    sottolinea che vi sono paesi che non hanno adottato misure per affrontare l'urgente necessità di piani opportunamente finanziati per affrontare le condizioni detentive; osserva che sono stati compiuti pochissimi progressi per assicurare che le infrastrutture carcerarie rispettino le norme internazionali per i diritti umani e per la tutela del diritto alla vita, all'integrità fisica e alla dignità dei prigionieri; sottolinea la necessità di migliorare le condizioni detentive al fine di rispettare i diritti umani e il fatto che le persone incarcerate non devono essere soggette a trattamenti disumani o degradanti o a punizioni;

    Discriminazione

    91.

    sottolinea che in nessun caso nessuna forma di discriminazione, violenza, ritorsione e tortura, abuso sessuale di donne e ragazze, mutilazione genitale, matrimonio precoce e coatto, tratta di donne, discriminazione o esclusione sociale fondata sulla classe sociale o l'origine, o violenza domestica, può essere giustificata da convinzioni o tradizioni sociali, religiose o culturali;

    92.

    condanna con la massima fermezza ogni forma di discriminazione, comprese quelle basate su razza, colore, sesso, orientamento sessuale, identità di genere, lingua, cultura, religione o credo, origine sociale, casta, nascita, età, disabilità o qualsiasi altra condizione; sollecita l'UE a intensificare gli sforzi per sradicare ogni tipo di discriminazione, razzismo e xenofobia attraverso dialoghi politici e dei diritti umani, il lavoro delle delegazioni dell'UE e la diplomazia pubblica; esorta inoltre l'UE a continuare a promuovere la ratifica e la piena attuazione di tutte le convenzioni dell'ONU che sostengono questa causa, come la Convenzione internazionale sull'eliminazione di tutte le forme di discriminazione razziale o la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità;

    Diritti LGBTI

    93.

    ritiene che l'UE dovrebbe proseguire gli sforzi per migliorare il rispetto dei diritti delle persone lesbiche, gay, bisessuali, transessuali e intersessuate (LGBTI), in linea con gli orientamenti dell'UE sul tema (47); raccomanda l'attuazione degli orientamenti, anche attraverso la formazione del personale dell'UE nei paesi terzi; si rammarica che 75 paesi criminalizzino ancora l'omosessualità, e 8 di essi prevedano la pena di morte, e ritiene che le pratiche e gli atti di violenza contro le persone in base al loro orientamento sessuale non debbano rimanere impuniti; sostiene l'incessante lavoro dell'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani per combattere queste leggi discriminatorie, nonché il lavoro di altri organismi delle Nazioni Unite; è preoccupato per le restrizioni alle libertà fondamentali dei difensori dei diritti umani delle persone LGBTI, e invita l'UE ad aumentare il proprio sostegno nei loro confronti; constata che i diritti delle persone LGBTI sarebbero maggiormente tutelati se avessero accesso a istituti giuridici quali unione registrata o matrimonio;

    94.

    sottolinea le esigenze specifiche delle minoranze nei paesi terzi e la necessità di promuoverne la piena uguaglianza in tutti i settori della vita economica, sociale, politica e culturale;

    Discriminazione di casta

    95.

    prende atto con grande preoccupazione della portata e delle conseguenze della discriminazione di casta e del perpetuarsi delle violazioni dei diritti umani basate sulle caste, fra cui il rifiuto di accesso al sistema giuridico o al lavoro, la segregazione persistente, la povertà e la stigmatizzazione; chiede l'adozione di uno strumento dell'UE per prevenire ed eliminare la discriminazione di casta; raccomanda l'integrazione del tema negli orientamenti e nei piani d'azione del SEAE e della Commissione, in particolare nella lotta dell'UE contro ogni forma di discriminazione e negli sforzi per la lotta alla violenza contro le donne e le minori e contro ogni forma di discriminazione nei loro confronti;

    Diritti delle persone con disabilità

    96.

    accoglie favorevolmente la ratifica della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità; ribadisce l'importanza di una sua efficace attuazione da parte sia degli Stati membri sia delle istituzioni dell'Unione; sottolinea, in particolare, la necessità di integrare in modo credibile il principio dell'accessibilità universale e la totalità dei diritti delle persone con disabilità in tutte le politiche pertinenti dell'UE, compreso il settore della cooperazione allo sviluppo, e pone l'accento sul carattere prescrittivo e orizzontale di tale questione;

    97.

    incoraggia la VP/AR a continuare a sostenere il processo di ratifica e attuazione della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità da parte di quei paesi che non l'hanno ancora ratificata o attuata;

    98.

    ribadisce che la comunità internazionale ha indicato come prioritaria la situazione delle donne con disabilità; rimanda alle conclusioni dell'Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, secondo le quali le politiche e i programmi per affrontare la questione della violenza contro le donne e le ragazze con disabilità andrebbero elaborati in stretta cooperazione con le persone con disabilità, riconoscendone l'autonomia, nonché con organizzazioni attive nel settore; sottolinea l'esigenza di un regolare controllo delle istituzioni e di una formazione adeguata per i prestatori di assistenza; sottolinea l'importanza che l'UE includa la lotta contro la discriminazione basata sulla disabilità nelle sue politiche di azione esterna, cooperazione e di aiuto allo sviluppo, compreso lo strumento europeo per la democrazia e i diritti umani (EIDHR);

    Diritti delle donne e delle ragazze

    99.

    ricorda che il Premio Sakharov nel 2014 è stato assegnato al dott. Denis Mukwege per il suo fermo impegno nei confronti delle vittime di violenza sessuale e della promozione continua dei diritti delle donne, che ha fatto opera di sensibilizzazione in merito alla violenza e alla mutilazione sessuale di donne, bambine e bambini come mezzi di guerra; condanna fermamente tutte le forme di abuso e di violenza contro le donne, le ragazze e i bambini, in particolare l'uso della violenza sessuale come arma di guerra, così come la mutilazione genitale femminile, dei bambini, il matrimonio precoce e forzato, la schiavitù sessuale, lo stupro coniugale e altre forme di pratiche tradizionali dannose; sottolinea la necessità che le donne, le ragazze e i bambini vittime di abusi nei conflitti abbiano accesso a cure mediche e psicologiche, in linea con il diritto internazionale; in tale contesto prende atto della lettera della VP/HR che riguarda la politica di aiuto umanitario e, in particolare, la prevenzione della violenza sessuale e l'accesso, per le donne, a un sostegno adeguato e all'assistenza sanitaria e psicologica in caso di stupro in situazioni di conflitto; invita di conseguenza tutti gli Stati membri del Consiglio d'Europa a firmare e ratificare la Convenzione di Istanbul sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica;

    100.

    sottolinea la necessità di scambi di buone prassi da parte del SEAE per combattere la mancanza di accesso alla giustizia per le vittime dei reati connessi alla violenza sessuale; condanna fermamente la mancanza di accesso alla giustizia per le donne nei paesi terzi, soprattutto se vittime di violenza di genere; chiede alla Commissione di assumere un ruolo attivo nel perseguimento di tali reati nei paesi terzi e, in alcuni casi, da parte degli Stati membri; esorta la Commissione a lavorare con il SEAE per migliorare il supporto alle vittime, a includere gli interventi sulla violenza di genere nelle azioni umanitarie dell'UE e a dare priorità alle azioni umanitarie dell'UE contro l'uso della violenza di genere e la violenza sessuale nei conflitti; accoglie con favore l'impegno dell'UE di dare seguito al Vertice globale per porre fine alla violenza di genere nei conflitti, che si è tenuto a Londra nel giugno 2014, ed esorta pertanto la Commissione a intraprendere azioni concrete;

    101.

    deplora l'assenza di politiche di prevenzione sulla violenza di genere, la mancanza di sostegno alle vittime e l'alto tasso di impunità dei colpevoli in un gran numero di paesi; invita il SEAE a condividere le migliori prassi con i paesi terzi sulle procedure legislative e i programmi di formazione per il personale di polizia, giudiziario e i funzionari pubblici; esorta l'UE a sostenere le organizzazioni della società civile che lavorano per proteggere i diritti umani e promuovere la parità di genere nei paesi terzi, e a collaborare da vicino con le organizzazioni internazionali attive nel campo della parità di genere, come l'OIL, l'OCSE, l'ONU e l'Unione africana, al fine di creare sinergie e promuovere l'emancipazione femminile;

    102.

    esprime profonda preoccupazione per l'aumento della violenza di genere in molte parti del mondo e i crescenti tassi di femminicidio in America Latina, che si verificano in un contesto di violenza generalizzata e discriminazione strutturale; condanna fermamente ogni tipo di violenza di genere e il crimine aberrante di femminicidio, così come l'impunità predominante di cui godono questi reati, che può incoraggiare ancora di più la violenza e le uccisioni;

    103.

    manifesta profonda preoccupazione per le eventuali violazioni dei diritti umani di donne e ragazze nei campi di rifugiati in Medio Oriente e in Africa, compresi i casi segnalati di violenza sessuale e disparità di trattamento di donne e ragazze; chiede al SEAE di promuovere norme più severe e buone prassi nei paesi terzi, in modo da porre fine alla disuguaglianza tra i rifugiati, a prescindere dal genere;

    104.

    deplora il fatto che metà della popolazione mondiale subisca discriminazioni salariali e che, in tutto il mondo, le donne guadagnino tra il 60 % e il 90 % del reddito medio maschile;

    105.

    invita la Commissione, il SEAE e la VP/AR a continuare a promuovere l'emancipazione politica ed economica delle donne e delle ragazze, integrando l'uguaglianza di genere in tutte le loro politiche e programmi esterni, anche attraverso dialoghi strutturati con i paesi terzi, sollevando pubblicamente questioni di genere e accantonando al contempo fondi per lo stesso scopo; prende atto con soddisfazione del nuovo quadro per la parità di genere e l'emancipazione delle donne per il 2016-2020 (48); sottolinea la necessità di concentrarsi sul pilastro orizzontale, che si pone come obiettivo un più efficace rispetto, da parte della Commissione e del SEAE, degli impegni dell'UE per il potenziamento dei diritti delle donne e delle ragazze mediante le relazioni esterne;

    106.

    deplora la mancanza di parità di genere nel mondo politico; ricorda che le donne e gli uomini sono uguali e dovrebbero godere degli stessi diritti politici e delle libertà civili e deplora, allo stesso modo, il fatto che le donne siano sottorappresentate nel processo decisionale economico, sociale e politico; sottolinea la necessità di meccanismi di protezione efficaci per le donne impegnate nella difesa dei diritti umani; raccomanda che un sistema di quote sia introdotto per fornire un modo di promuovere la partecipazione delle donne negli organi politici e nel processo democratico, principalmente come candidati;

    107.

    invita l'UE a continuare a sostenere l'emancipazione economica, sociale e politica delle donne come strumento per promuovere il corretto esercizio dei loro diritti e libertà fondamentali, e ad attribuire la massima importanza all'accesso a un'istruzione di qualità per le ragazze, comprese le ragazze provenienti dalle comunità più povere e più emarginate; chiede che si sostenga la formazione professionale delle donne, che si favorisca una maggiore partecipazione a tale formazione per le materie scientifiche e tecnologiche, che i professionisti del settore dell'istruzione nei paesi terzi siano destinatari di programmi di formazione sulla parità di genere e che si adottino misure per impedire la trasmissione di stereotipi mediante i materiali didattici; esorta l'UE a includere questa priorità in tutte le sue attività diplomatiche, commerciali e di cooperazione allo sviluppo;

    108.

    sottolinea la necessità di garantire la continuità dell'istruzione per le ragazze nei campi di rifugiati, nelle aree di conflitto e nelle aree colpite da povertà estrema e condizioni ambientali estreme come siccità e inondazioni;

    109.

    esorta l'UE a continuare il sostegno all'integrazione a favore delle donne e delle ragazze nell'ambito delle operazioni di PSDC e dell'architettura delle Nazioni Unite di costruzione della pace nonché a proseguire i propri sforzi per attuare e rafforzare le risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite 1325(2000) (49) e 1820(2008) (50) sulle donne, la pace e la sicurezza; invita a tal proposito l'UE a sostenere a livello internazionale il riconoscimento del valore aggiunto della partecipazione delle donne alla prevenzione e risoluzione dei conflitti, nonché a operazioni di mantenimento della pace, assistenza umanitaria e ricostruzione post-conflitto e ai processi di transizione democratica che portano a soluzioni politiche durature e stabili; sottolinea parimenti l'importanza di garantire l'intera gamma dei diritti umani alle donne e di contribuire alla loro emancipazione, anche nel quadro dell'Agenda post-2015 e attraverso il sostegno alla piattaforma di azione di Pechino e alla Convenzione di Istanbul; accoglie con favore il sostegno dell'UE alle risoluzioni delle Nazioni Unite sulle questioni di genere, in particolare per quanto riguarda il ruolo della libertà di espressione e di opinione nell'emancipazione delle donne; prende atto con favore delle conclusioni della 59a sessione della Commissione delle Nazioni Unite sulla condizione femminile; (51)

    110.

    invita la Commissione a includere sistematicamente azioni concrete tese a migliorare la partecipazione delle donne ai processi elettorali in tutte le missioni di osservazione elettorale dell'UE, in linea con gli orientamenti dell'Unione in materia, tenendo conto delle conclusioni raggiunte dal seminario di alti esperti in materia elettorale, tenutosi a Bruxelles nell'aprile 2014, e traendo insegnamenti dalle missioni passate;

    111.

    plaude agli sforzi profusi dal SEAE nei paesi terzi per intensificare l'attuazione degli obblighi e degli impegni nel campo dei diritti delle donne derivanti dalla CEDAW, dalla piattaforma d'azione di Pechino e dalla dichiarazione del Cairo su popolazione e sviluppo nell'agenda di sviluppo post-2015;

    112.

    sottolinea l'importanza di non compromettere l'acquis della Piattaforma d'azione di Pechino sull'accesso all'istruzione e alla sanità quale diritto umano fondamentale, nonché la difesa dei diritti sessuali e riproduttivi; sottolinea che il rispetto universale della salute e dei diritti sessuali e riproduttivi, nonché l'accesso ai servizi pertinenti, contribuiscono a ridurre la mortalità infantile e delle madri; segnala che la pianificazione familiare, la salute materna, l'accesso agevole agli anticoncezionali e all'aborto in condizioni di sicurezza sono elementi importanti per salvare la vita delle donne e aiutarle a riappropriarsi della loro vita qualora siano state vittime di violenze; sottolinea la necessità di porre queste politiche al centro della cooperazione allo sviluppo con i paesi terzi;

    113.

    ritiene che il matrimonio precoce costituisca una violazione dei diritti umani fondamentali e influenzi tutti gli aspetti della vita di una ragazza: ne compromette l'istruzione limitando le sue potenzialità, mette in pericolo la sua salute e aumenta il rischio di essere vittima di violenze e abusi;

    114.

    constata con grande preoccupazione che, a partire dagli anni Ottanta, l'industria delle «spose per corrispondenza» è cresciuta a ritmi allarmanti; constata con preoccupazione che vi sono alcuni casi documentati di donne che sono state attaccate e/o uccise dopo aver sposato un uomo come «spose per corrispondenza»; deplora il fatto che sui siti di spose per corrispondenza siano presenti molte ragazze minorenni, e sottolinea che l'utilizzo di bambini a scopo sessuale deve essere considerato abuso di minori;

    115.

    condanna la pratica della surrogazione, che compromette la dignità umana della donna dal momento che il suo corpo e le sue funzioni riproduttive sono usati come una merce; ritiene che la pratica della gestazione surrogata che prevede lo sfruttamento riproduttivo e l'uso del corpo umano per un ritorno economico o di altro genere, in particolare nel caso delle donne vulnerabili nei paesi in via di sviluppo, debba essere proibita e trattata come questione urgente negli strumenti per i diritti umani;

    Diritti dei minori

    116.

    ribadisce l'urgente necessità di una ratifica universale e di una efficace attuazione della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del fanciullo e dei suoi protocolli opzionali; invita tutti gli Stati a impegnarsi per eliminare le forme peggiori di lavoro minorile quali definite all'articolo 3 della convenzione n. 182 dell'OIL, tra cui la schiavitù, la tratta e la prostituzione di minori e ogni lavoro pericoloso che comprometta la salute fisica e mentale del bambino;

    117.

    accoglie con favore le conclusioni del Consiglio sulla promozione e la protezione dei diritti del fanciullo (52), adottate nel dicembre 2014, e chiede all'UE di continuare a sostenere i paesi partner nella lotta contro tutte le forme di violenza contro i bambini, compreso lo sfruttamento sessuale, e a rafforzare la loro capacità di tutela dei diritti dei minori; accoglie con favore il rilascio nel 2014 del kit di strumenti dell'UE-UNICEF per i diritti dei minori (53); prende atto della dichiarazione del maggio 2014 rilasciata dal Commissario per i diritti umani del Consiglio d'Europa sui diritti dei minori intersessuali;

    118.

    ribadisce la sua richiesta alla Commissione di proporre una strategia e un piano d'azione globali in materia di diritti dei minori per i prossimi cinque anni, al fine di attribuire la priorità ai diritti dei minori nelle politiche esterne dell'UE, sostenendo gli sforzi dell'Unione intesi a promuovere i diritti dei minori, in particolare contribuendo a garantire il loro accesso all'acqua, ai servizi igienico-sanitari, all'assistenza sanitaria e all'istruzione, garantendo la riabilitazione e la reintegrazione dei bambini arruolati in gruppi armati, eliminando il lavoro minorile, la tortura, la questione della stregoneria infantile, la tratta, i matrimoni precoci e lo sfruttamento sessuale, assistendo i bambini vittime di conflitti armati e garantendo loro l'accesso all'istruzione nelle zone di conflitto e nei campi profughi; invita la VP/AR a riferire a cadenza annuale al Parlamento sui risultati conseguiti nell'azione esterna dell'UE incentrata sui minori; elogia la campagna «Bambini, non soldati» e invita l'UE e gli Stati membri a incrementare il loro sostegno al fine di raggiungere l'obiettivo che mira a porre fine all'arruolamento e all'utilizzo dei minori nei conflitti da parte delle forze armate governative entro il 2016;

    119.

    vede positivamente la cooperazione dell'UE con l'UNICEF, che ha portato a definire una serie di strumenti per l'integrazione dei diritti dei bambini nella cooperazione allo sviluppo e un sostegno a favore dei principali OSM e programmi di tutela dei minori ai fini dell'attuazione dei diritti dei minori, in particolare in contesti fragili e con l'UNRWA;

    120.

    accoglie con favore la cooperazione attiva dell'UE con vari relatori speciali delle Nazioni Unite (RSNU) che si occupano di diritti economici, sociali e culturali (DESC), compreso il RS sul diritto umano all'acqua potabile e ai servizi igienici, il RS sul diritto all'istruzione, il RS sul diritto al cibo, il RS sulla povertà estrema e i diritti umani e il RS sugli alloggi adeguati; rileva con compiacimento che la promozione dei DESC è stata rafforzata nel programma indicativo pluriennale 2014-2017 dell'Iniziativa europea per la democrazia (EIDHR) che mira, tra l'altro, a contribuire al rafforzamento dei sindacati, a una maggiore consapevolezza delle problematiche salariali, alla tutela del patrimonio nazionale, alla promozione dell'integrazione sociale attraverso l'emancipazione economica e una riduzione della discriminazione economica e della violenza sul luogo di lavoro;

    Rafforzamento della democrazia in tutto il mondo

    121.

    sottolinea l'impegno dell'UE nel sostenere e promuovere il rispetto dei diritti umani e dei valori democratici nelle sue relazioni con il resto del mondo; ricorda che i regimi democratici sono caratterizzati non solo da processi elettorali liberi ed equi, ma anche, segnatamente, dalla libertà di parola, di stampa e di associazione, dallo Stato di diritto e dall'assunzione di responsabilità, dall'indipendenza del sistema giudiziario e da una amministrazione imparziale; sottolinea che la democrazia e i diritti umani sono inestricabilmente connessi e si consolidano a vicenda, come ricordato nelle conclusioni del Consiglio del 18 novembre 2009 sul sostegno alla democrazia nelle relazioni esterne dell'UE; si compiace del fatto che il nuovo piano d'azione sui diritti umani e la democrazia presti maggiore attenzione alle attività di sostegno alla democrazia;

    Difendere la libertà di espressione e potenziare la società civile

    122.

    ribadisce il fatto che la libertà di espressione costituisce una componente essenziale di ogni società democratica, in quanto alimenta una cultura del pluralismo che consente alla società civile e ai cittadini di chiamare i loro governi e dirigenti a rispondere delle loro decisioni, e sostiene il rispetto dello Stato di diritto; esorta quindi l'UE ad intensificare gli sforzi per promuovere la libertà di espressione attraverso le sue politiche e strumenti esterni;

    123.

    ribadisce il suo invito affinché l'UE e i suoi Stati membri potenzino il monitoraggio di tutti i tipi di restrizioni alla libertà di espressione e dei media nei paesi terzi e condannino rapidamente e sistematicamente tali limitazioni anche quando imposte per scopi legittimi come il controterrorismo, la sicurezza dello Stato o l'applicazione della legge; sottolinea l'importanza di garantire un'efficace attuazione degli orientamenti dell'UE sulla libertà di espressione online e offline e di controllarne regolarmente l'impatto; ricorda l'obiettivo dell'UE di assicurare e proteggere l'accesso non discriminatorio alle informazioni e la libertà di espressione per tutti i cittadini, online e offline;

    124.

    ritiene che rendendo le informazioni quanto più accessibili possibile, le tecnologie dell'informazione e della comunicazione (TIC) forniscono opportunità per rafforzare i diritti umani, le pratiche democratiche e per lo sviluppo sociale ed economico; sottolinea inoltre il contributo delle TIC agli sforzi dei movimenti della società civile, in particolare nei regimi non democratici; esprime preoccupazione per gli utilizzi delle TIC da parte di alcuni regimi autoritari che minacciano sempre più i diritti umani e gli attivisti della democrazia; evidenzia la necessità di un maggiore sostegno nei settori della promozione della libertà dei media, della protezione ai giornalisti e ai blogger indipendenti, della riduzione del divario digitale e della facilitazione dell'accesso illimitato alle informazioni; invita la Commissione a prestare particolare attenzione agli aspetti relativi ai diritti umani dei beni a duplice uso, nel quadro della revisione del sistema di controllo delle esportazioni dell'UE;

    Il sostegno dell'UE ai difensori dei diritti umani

    125.

    deplora il fatto che la società civile, compresi i difensori dei diritti umani, sia sempre più sotto attacco in tutto il mondo; è profondamente preoccupato per il fatto che un crescente numero di paesi, come la Russia e alcuni paesi dell'Asia centrale, sta approvando leggi restrittive volte a ostacolare l'attività delle ONG, limitandone l'accesso ai finanziamenti esteri, introducendo requisiti di rendicontazione onerosi e gravi sanzioni in caso di non conformità; ricorda che il diritto alla libertà di associazione e di riunione è una caratteristica essenziale di una società democratica, aperta e tollerante; chiede nuovi sforzi per sfidare le restrizioni e le intimidazioni che affrontano le persone che lavorano per le organizzazioni della società civile in tutto il mondo, e chiede che l'Unione europea dia l'esempio nella protezione e promozione dei diritti in questione;

    126.

    prende atto con favore del fatto che, nel nuovo piano d'azione, la VP/AR abbia ribadito l'impegno dell'UE a conferire maggiori responsabilità agli attori locali e alle organizzazioni della società civile e sottolinea che, dato il significativo restringimento del suo spazio, la società civile, e con essa in particolare i difensori dei diritti umani, richiedono attenzione e sforzi maggiori da parte dell'UE; esorta l'UE e i suoi Stati membri, pertanto, a elaborare una risposta coerente e globale alle principali sfide che la società civile, compresi i difensori dei diritti umani, si trova ad affrontare in tutto il mondo;

    127.

    invita l'UE e i suoi Stati membri a monitorare costantemente e a sollevare a tutti i livelli del dialogo politico i casi di violazioni della libertà di riunione e di associazione, anche attraverso varie forme di divieti e limitazioni alle organizzazioni della società civile e alle loro attività;

    128.

    invita inoltre l'UE e i suoi Stati membri a utilizzare tutti i mezzi disponibili per sollevare sistematicamente i singoli casi di difensori dei diritti umani e attivisti della società civile a rischio, in particolare quelli riguardanti persone che sono imprigionate; incoraggia le delegazioni dell'UE e il personale diplomatico degli Stati membri a continuare a sostenere attivamente i difensori dei diritti umani, attraverso il monitoraggio sistematico dei processi, le visite agli attivisti detenuti e, se del caso, rilasciando dichiarazioni su casi individuali, nonché affrontando le violazioni dei diritti umani con le opportune controparti; insiste sul fatto che gli alti rappresentanti dell'UE, in particolare la VP/AR, i commissari, i rappresentanti speciali dell'UE e i funzionari dei governi degli Stati membri dovrebbero incontrare sistematicamente i difensori dei diritti umani in occasione dei viaggi in paesi dove la società civile è sotto pressione;

    129.

    prende atto positivamente dell'assistenza dell'UE ai difensori dei diritti umani e alla società civile in tutto il mondo attraverso i finanziamenti a titolo dell'EIDHR; sottolinea la particolare importanza di utilizzare l'EIDHR per proteggere i difensori dei diritti umani più a rischio; sottolinea inoltre che il sostegno ai difensori dei diritti umani a rischio dovrebbe tenere soprattutto conto dei criteri di efficacia ed evitare condizioni eccessivamente prescrittive; invita la Commissione, il SEAE e le delegazioni dell'UE a garantire che i fondi disponibili per i difensori dei diritti umani vengano usati correttamente;

    Sostenere processi elettorali e migliorare lo Stato di diritto, l'indipendenza del sistema giudiziario e un'amministrazione imparziale nei paesi terzi

    130.

    accoglie con favore le otto missioni di osservazione elettorale (MOE) e le otto missioni di esperti elettorali (MEE) inviate in tutto il mondo dall'UE nel 2014; ribadisce la propria visione positiva del costante sostegno dell'UE ai processi elettorali e la sua fornitura di assistenza elettorale e di sostegno agli osservatori nazionali;

    131.

    ricorda l'importanza di un adeguato seguito alle relazioni e alle raccomandazioni delle MOE come un modo per migliorarne l'impatto e rafforzare il sostegno dell'Unione europea agli standard democratici nei paesi interessati;

    132.

    raccomanda che l'UE intensifichi i propri sforzi per sviluppare un approccio più globale ai processi di democratizzazione, di cui le elezioni libere ed eque sono solo un aspetto, al fine di contribuire positivamente al rafforzamento delle istituzioni democratiche e alla fiducia dei cittadini nei processi elettorali in tutto il mondo;

    133.

    rileva positivamente, in tale contesto, l'inizio di una seconda generazione di progetti pilota sul sostegno alla democrazia in 12 delegazioni dell'UE selezionate nel 2014, a seguito di un impegno assunto nelle conclusioni del Consiglio del novembre 2009 e nel piano d'azione 2012 per i diritti umani e la democrazia; sottolinea con forza l'importanza di questi progetti pilota per conseguire una maggiore coerenza nel sostenere la democrazia attraverso le politiche e gli strumenti esterni dell'UE;

    134.

    accoglie con favore l'impegno assunto dalla Commissione, dal SEAE e dagli Stati membri nel nuovo piano d'azione sui diritti umani e la democrazia a impegnarsi più fermamente e coerentemente con gli organismi di gestione delle elezioni, le istituzioni parlamentari, le ONG locali, i difensori dei diritti umani e le organizzazioni della società civile dei paesi terzi, al fine di contribuire a una loro più intensa partecipazione al controllo e allo svolgimento delle elezioni, alla loro assunzione di poteri e, di conseguenza, al rafforzamento dei processi democratici;

    135.

    ricorda che le esperienze acquisite dall'Unione europea mediante i politici, il mondo accademico, i media, le ONG e la società civile e gli insegnamenti tratti dalle transizioni alla democrazia nel quadro delle politiche di allargamento e di vicinato possono contribuire positivamente a individuare le prassi migliori che potrebbero essere utilizzate per sostenere e consolidare altri processi di democratizzazione in tutto il mondo;

    136.

    ricorda che la corruzione costituisce una minaccia per la parità nel godimento dei diritti umani e pregiudica i processi democratici, come lo Stato di diritto e la buona amministrazione della giustizia; ricorda inoltre che l'UE ha rivendicato la competenza esclusiva per la firma della Convenzione delle Nazioni Unite contro la corruzione (UNCAC);

    137.

    esprime la convinzione che l'UE debba sottolineare, in tutte le piattaforme per il dialogo con i paesi terzi, l'importanza della trasparenza, dell'accessibilità, dell'integrità, della responsabilità e della buona gestione degli affari pubblici, delle spese pubbliche e dei beni pubblici, come sancito dalla UNCAC; ritiene che la corruzione, in tutte le sue forme, insidi i principi democratici e incida negativamente sullo sviluppo sociale ed economico; chiede che sia dato un seguito alla sua richiesta di migliorare il monitoraggio dell'UNCAC e, allo stesso modo, si tenga adeguatamente conto delle considerazioni dell'OCSE; ritiene che l'UE dovrebbe sostenere i paesi terzi in modo più coerente e sistematico nella lotta contro la corruzione, per mezzo della sua esperienza nella creazione e nel consolidamento di istituzioni anti-corruzione indipendenti ed efficaci, anche tramite la cooperazione proattiva con il settore privato; raccomanda altresì che siano messi a punto meccanismi finanziari innovativi per intensificare la lotta contro tutti i tipi di corruzione; prende a tal riguardo atto dell'invito a regolamentare meglio le transazioni finanziarie a livello internazionale;

    138.

    è del parere che l'UE debba potenziare gli sforzi volti a promuovere lo Stato di diritto e l'indipendenza della magistratura a livello multilaterale e bilaterale; incoraggia l'Unione europea a sostenere l'equa amministrazione della giustizia in tutto il mondo mediante l'assistenza ai processi di riforme legislative e istituzionali nei paesi terzi; incoraggia altresì le delegazioni dell'UE e le ambasciate degli Stati membri a monitorare sistematicamente i processi al fine di promuovere l'indipendenza del potere giudiziario;

    Potenziamento dell'azione del Parlamento europeo in materia di diritti umani

    139.

    accoglie con favore una revisione degli orientamenti per le delegazioni interparlamentari del Parlamento europeo sulla promozione dei diritti umani e della democrazia, condotta dalla Conferenza dei presidenti di delegazione in collaborazione con la sottocommissione per i diritti dell'uomo; raccomanda, in tale contesto, di sollevare in modo più sistematico e trasparente le questioni relative ai diritti umani, in particolare i casi specifici cui fanno riferimento le risoluzioni del Parlamento, durante le visite di delegazione nei paesi terzi, e di riferire per iscritto sulle azioni intraprese alla sottocommissione per i diritti dell'uomo nonché, ove ciò sia politicamente giustificato, con una specifica sessione di resoconto;

    140.

    sottolinea la necessità di proseguire la riflessione riguardo alle modalità più adeguate per ottimizzare la credibilità, la visibilità e l'efficacia delle risoluzioni del Parlamento europeo sulle violazioni dei diritti umani, della democrazia e dello Stato di diritto;

    141.

    incoraggia la discussione sull'inclusione dei diversi strumenti a disposizione del Parlamento per quanto riguarda il sostegno e la promozione dei diritti umani in un unico documento strategico, che sarà approvato dal Parlamento in seduta plenaria;

    o

    o o

    142.

    incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, alla Vicepresidente della Commissione/Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, al rappresentante speciale dell'UE per i diritti umani, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, al Segretario generale delle Nazioni Unite, al Presidente della 70a Assemblea generale delle Nazioni Unite, al Presidente del Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani, all'Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani e ai capi delle delegazioni dell'UE.


    (1)  Testi approvati, P8_TA(2014)0070.

    (2)  http://data.consilium.europa.eu/doc/document/ST-11855-2012-INIT/it/pdf

    (3)  http://www.consilium.europa.eu/uedocs/cms_data/docs/pressdata/EN/foraff/142549.pdf

    (4)  http://www.consilium.europa.eu/uedocs/cms_data/docs/pressdata/EN/foraff/137585.pdf

    (5)  http://www.europarl.europa.eu/document/activities/cont/ 201203/20120329ATT42170/20120329ATT42170EN.pdf

    (6)  http://www.consilium.europa.eu/en/policies/pdf/st10152-en15_pdf/

    (7)  http://data.consilium.europa.eu/doc/document/ST-10897-2015-INIT/en/pdf

    (8)  http://www.consilium.europa.eu/en/meetings/fac/2015/10/st13201-en15_pdf/

    (9)  http://www.consilium.europa.eu/uedocs/cms_data/docs/pressdata/EN/foraff/130243.pdf

    (10)  http://register.consilium.europa.eu/doc/srv?l=IT&f=ST%2015559%202014%20INIT

    (11)  http://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/?uri=CELEX:32015D0260

    (12)  http://data.consilium.europa.eu/doc/document/ST-9242-2015-INIT/it/pdf

    (13)  http://www.un.org/en/ga/search/view_doc.asp?symbol=S/RES/1325(2000)

    (14)  GU C 236 E del 12.8.2011, pag. 69.

    (15)  GU C 33 E del 5.2.2013, pag. 165.

    (16)  Testi approvati, P7_TA(2012)0470.

    (17)  Testi approvati, P7_TA(2013)0274.

    (18)  Testi approvati, P7_TA(2013)0394.

    (19)  Testi approvati, P7_TA(2013)0420.

    (20)  Testi approvati, P7_TA(2014)0252.

    (21)  Testi approvati, P8_TA(2015)0079.

    (22)  Testi approvati, P7_TA(2014)0259.

    (23)  Testi approvati, P7_TA(2014)0206.

    (24)  Testi approvati, P8_TA(2015)0076.

    (25)  Testi approvati, P8_TA(2015)0272.

    (26)  Testi approvati, P8_TA(2015)0288.

    (27)  Testi approvati, P8_TA(2015)0317.

    (28)  Testi approvati, P8_TA(2015)0350.

    (29)  Testi approvati, P8_TA(2015)0348.

    (30)  http://ec.europa.eu/enlargement/pdf/key_documents/2014/20141008-strategy-paper_it.pdf

    (31)  http://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/?uri=CELEX:52011DC0200

    (32)  http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=COM:2011:0303:FIN:it:PDF

    (33)  http://daccess-dds-ny.un.org/doc/UNDOC/GEN/G14/082/52/PDF/G1408252.pdf?OpenElement

    (34)  Testi approvati, P8_TA(2015)0274.

    (35)  http://www.unfpa.org/sites/default/files/pub-pdf/Joint%20Programme%20on%20FGMC%20Summary%20Report.pdf

    (36)  http://daccess-dds-ny.un.org/doc/UNDOC/GEN/G14/086/06/PDF/G1408606.pdf?OpenElement

    (37)  https://www.consilium.europa.eu/ueDocs/cms_Data/docs/hr/news53.pdf

    (38)  http://ec.europa.eu/enlargement/pdf/key_documents/2014/20141008-strategy-paper_it.pdf

    (39)  http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:L:2014:077:0027:0043:IT:PDF

    (40)  Testi approvati, P8_TA(2015)0274.

    (41)  http://www.ohchr.org/Documents/Publications/GuidingPrinciplesBusinessHR_EN.pdf

    (42)  http://wcip2014.org/wp-content/uploads/2013/03/N1446828.pdf

    (43)  GU L 101 del 15.4.2011, pag. 1

    (44)  https://ec.europa.eu/anti-trafficking/sites/antitrafficking/files/eu_strategy_towards_the_eradication_of_trafficking_in_human_beings_2012-2016_1.pdf

    (45)  http://www.coe.int/en/web/portal/10-october-against-death-penalty

    (46)  http://www.consilium.europa.eu/uedocs/cmsUpload/TortureGuidelines.pdf

    (47)  http://www.consilium.europa.eu/uedocs/cms_data/docs/pressdata/en/foraff/137584.pdf

    (48)  http://europa.eu/rapid/press-release_IP-15-5690_en.pdf

    (49)  http://www.un.org/en/ga/search/view_doc.asp?symbol=S/RES/1325(2000)

    (50)  http://www.un.org/en/ga/search/view_doc.asp?symbol=S/RES/1820(2008)

    (51)  http://www.un.org/ga/search/view_doc.asp?symbol=E/2015/27

    (52)  http://register.consilium.europa.eu/doc/srv?l=EN&f=ST%2015559%202014%20INIT

    (53)  http://www.unicef.org/eu/crtoolkit/downloads/Child-Rights-Toolkit-Web-Links.pdf


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