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Document 52015IP0458

    Risoluzione del Parlamento europeo del 16 dicembre 2015 sulle relazioni UE-Cina (2015/2003(INI))

    GU C 399 del 24.11.2017, p. 92–105 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

    24.11.2017   

    IT

    Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

    C 399/92


    P8_TA(2015)0458

    Relazioni UE-Cina

    Risoluzione del Parlamento europeo del 16 dicembre 2015 sulle relazioni UE-Cina (2015/2003(INI))

    (2017/C 399/10)

    Il Parlamento europeo,

    visto l’avvio delle relazioni diplomatiche tra l’Unione europea e la Cina del 6 maggio 1975,

    visto il partenariato strategico UE-Cina, avviato nel 2003,

    visto il quadro giuridico generale per le relazioni con la Cina, segnatamente l’accordo di cooperazione commerciale ed economica tra la Comunità europea e la Repubblica popolare cinese (1), firmato nel maggio 1985, che riguarda i rapporti commerciali ed economici, nonché il programma di cooperazione UE-Cina,

    vista l’agenda strategica 2020 UE-Cina per la cooperazione approvata il 21 novembre 2013,

    visti il dialogo politico strutturato UE-Cina formalmente istituito nel 1994 e il dialogo strategico ad alto livello su questioni strategiche e di politica estera istituito nel 2010, in particolare il 5o dialogo strategico ad alto livello UE-Cina tenutosi a Pechino il 6 maggio 2015,

    visti i negoziati relativi ad un nuovo accordo di partenariato e cooperazione, in corso dal 2007,

    visti i negoziati per un accordo bilaterale in materia di investimenti che sono stati avviati nel gennaio 2014,

    visti il 17o vertice UE-Cina svoltosi a Bruxelles il 29 giugno 2015 e la relativa dichiarazione congiunta conclusiva,

    visti i commenti rilasciati da Donald Tusk, Presidente del Consiglio europeo, il 29 giugno 2015, in occasione della conferenza stampa congiunta con il primo ministro cinese Li Keqiang a seguito del 17o vertice UE-Cina, in cui esprimeva le preoccupazioni dell'Unione circa la libertà di espressione e di associazione in Cina, compresa la situazione delle persone appartenenti alle minoranze, come i tibetani e gli uiguri, e incoraggiava la Cina a riprendere un dialogo significativo con i rappresentanti del Dalai Lama,

    visti la comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento Europeo del 24 ottobre 2006 intitolata «UE-Cina: maggiori responsabilità nell'ambito di un partenariato più forte» (COM(2006)0631),

    visti gli orientamenti del Consiglio per la politica nei confronti dell'Asia orientale,

    viste le conclusioni del Consiglio «Affari generali e relazioni esterne» dal titolo «Partenariato strategico UE-Cina» del Consiglio europeo dell'11 e 12 dicembre 2006,

    visti il documento di strategia per la Cina 2007-2013 della Commissione, il programma pluriennale indicativo 2011-2013 e la revisione intermedia 2010 del documento di strategia, nonché la revisione del programma indicativo pluriennale 2011-2013,

    visto il primo documento programmatico mai elaborato dalla Cina sull'Unione europea, pubblicato il 13 ottobre 2003,

    viste l'adozione della nuova legge sulla sicurezza nazionale da parte della commissione permanente del Congresso nazionale del popolo cinese il 1o luglio 2015 e la pubblicazione del secondo progetto di una nuova legge sulla gestione delle ONG straniere il 5 maggio 2015,

    visto il Libro bianco del 26 maggio 2015 sulla strategia militare cinese,

    visto il dialogo UE-Cina sui diritti umani, avviato nel 1995, e il 32o ciclo tenutosi a Pechino l'8 e il 9 dicembre 2014,

    visti i 60 dialoghi settoriali in corso tra la Cina e l'UE riguardanti, fra l'altro, l'ambiente, la politica regionale, l'occupazione e gli affari sociali, nonché la società civile,

    vista l'istituzione, nel febbraio 2012, del dialogo di alto livello UE-Cina «People to people», cui danno capo tutte le iniziative congiunte UE-Cina in tale ambito,

    visto l'accordo di cooperazione scientifica e tecnologica tra la CE e la Cina, che è entrato in vigore nel 2000 (2) e l’accordo di partenariato scientifico e tecnologico firmato il 20 maggio 2009,

    visti la dichiarazione congiunta UE-Cina sui cambiamenti climatici rilasciata in occasione del 17o vertice UE-Cina del giugno 2015 e i contributi previsti stabiliti a livello nazionale (INDC) presentati dalla Cina in occasione della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici il 30 giugno 2015,

    vista la dichiarazione congiunta UE-Cina sulla sicurezza energetica rilasciata a Bruxelles il 3 maggio 2012 e il dialogo energetico tra la CE e la Cina,

    viste le tavole rotonde UE-Cina,

    visti il XVIII Congresso nazionale del Partito comunista cinese, tenutosi dall'8 al 14 novembre 2012, e i cambiamenti di leadership in seno alla commissione permanente del Politburo decisi nell'ambito di tale congresso,

    visto il Patto internazionale sui diritti civili e politici del 16 dicembre 1966,

    visti i risultati della quarta riunione plenaria del 18o Comitato centrale del Partito comunista cinese (Quarto Plenum) tenutasi il 20-23 ottobre 2014,

    vista la dichiarazione della presidenza in occasione del 26o vertice dell'ASEAN del 27 aprile 2015,

    vista la dichiarazione della vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la sicurezza del 6 maggio 2015 a seguito del suo incontro con il premier cinese Li Keqiang,

    vista la più recente riunione interparlamentare PE-Cina, che ha avuto luogo il 26 novembre 2013,

    viste le sue recenti risoluzioni sulla Cina, in particolare quella del 23 maggio 2012 dal titolo «L'UE e la Cina: uno squilibrio commerciale?» (3), del 2 febbraio 2012 sulla politica estera dell'UE nei confronti dei paesi BRIC e di altre potenze emergenti: obiettivi e strategie (4), del 14 marzo 2013 sulle minacce nucleari e i diritti umani nella Repubblica popolare democratica di Corea (5), del 17 aprile 2014 sulla situazione nella Corea del Nord (6), del 5 febbraio 2014 su un quadro per le politiche dell'energia e del clima all'orizzonte 2030 (7), e del 12 marzo 2015 sulla relazione annuale dell'alto rappresentante dell'Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza al Parlamento europeo (8),

    viste le sue risoluzioni del 7 settembre 2006 sulle relazioni UE-Cina (9), del 5 febbraio 2009 sulle relazioni economiche e commerciali con la Cina (10), del 14 marzo 2013 sul relazioni UE-Cina (11), del 9 ottobre 2013 sui negoziati UE-Cina in vista di un accordo bilaterale in materia di investimenti (12) e del 9 ottobre 2013 sulle relazioni commerciali UE-Taiwan (13),

    viste le sue risoluzioni sui diritti umani del 26 novembre 2009 sulla Cina: diritti delle minoranze e applicazione della pena di morte (14), del 10 marzo 2011 sulla situazione e il patrimonio culturale a Kashgar (Regione autonoma uigura dello Sinkiang, Cina) (15), del 5 luglio 2012 sullo scandalo degli aborti forzati in Cina (16), del 12 dicembre 2013 sull'espianto coatto di organi in Cina (17) e del 13 marzo 2014 sulle priorità dell'UE per la 25o sessione del Consiglio delle Nazioni Unite (18),

    visto l’embargo sulle armi decretato dall’UE dopo la repressione di Tienanmen del giugno 1989, appoggiato dal Parlamento con la risoluzione del 2 febbraio 2006 sugli aspetti principali e le scelte di base della politica estera e di sicurezza comune (19),

    vista la sua risoluzione del 7 luglio 2005 sulle relazioni tra l'Unione europea, la Cina e Taiwan e la sicurezza in Estremo Oriente (20),

    viste le sue precedenti risoluzioni sul Tibet, in particolare quelle del 25 novembre 2010 sul Tibet: piani per l'introduzione del cinese quale principale lingua d'insegnamento (21) del 27 ottobre 2011 sul Tibet e in particolare sull'immolazione di suore e monaci (22), e del 14 giugno 2012 sulla situazione dei diritti umani in Tibet (23),

    visti i nove cicli di colloqui svoltisi dal 2002 al 2010 tra gli autorevoli rappresentanti del governo cinese e il Dalai Lama, visto il libro bianco della Cina sul Tibet dal titolo «Tibet's Path of Development Is Driven by an Irresistible Historical Tide», pubblicato dall'Ufficio informazioni del Consiglio di Stato cinese il 15 aprile 2015, visti il Memorandum del 2008 e la Nota sull'effettiva autonomia del 2009, entrambi presentati dai rappresentanti del 14o Dalai Lama,

    visto l'articolo 52 del suo regolamento,

    vista la relazione della commissione per gli affari esteri (A8-0350/2015),

    A.

    considerando che nel 2015 ricorre il 40o anniversario delle relazioni diplomatiche tra l'UE e la Cina; che il partenariato strategico UE-Cina è di fondamentale importanza per le relazioni tra l'UE e la Repubblica popolare cinese (RPC) e per trovare risposte comuni ad una serie di problemi globali e individuare interessi comuni, quali la sicurezza globale e regionale, la lotta al terrorismo, la lotta alla criminalità organizzata, la sicurezza informatica, le armi di distruzione di massa e la non proliferazione nucleare, la sicurezza energetica, la regolamentazione finanziaria e dei mercati a livello globale, i cambiamenti climatici e lo sviluppo sostenibile, come pure per istituire un quadro inteso ad affrontare questioni di interesse bilaterale fra l'UE e la Cina;

    B.

    considerando che la Cina e l'UE hanno avviato i negoziati per trattato bilaterale in materia di investimenti (BIT) nel 2013;

    C.

    considerando che la Cina è un importante partner commerciale dell'UE, con un mercato vasto e in espansione; che i negoziati in corso per un accordo di investimento rappresentano una delle questioni più importanti nelle relazioni bilaterali economiche e commerciali UE-Cina;

    D.

    considerando che, sotto l'attuale leadership di Xi Jinping, Segretario generale del Partito comunista cinese (PCC) e Presidente cinese, la Cina ha avviato una serie di iniziative, tra cui un progetto «Nuova via della seta» inteso ad integrare economicamente la Cina con l'Asia centrale e, in seconda battuta, con l'Europa e l'Africa, l'istituzione della Banca asiatica d'investimento per le infrastrutture (Asian Infrastructure Investment Bank — AIIB) e un accordo energetico strategicamente importante con la Russia per la fornitura di 38 miliardi di metri cubi di gas naturale all'anno, la costruzione di un oleodotto ed altri progetti comuni di prospezione e sfruttamento petroliferi in Cina; considerando che, negli ultimi anni, la Cina ha perseguito politiche di investimento sempre più attive nell'UE e nei paesi del vicinato orientale;

    E.

    considerando che il Presidente Xi Jinping ha lanciato l'iniziativa del «sogno cinese», che è stata presentata come un concetto ed una visione miranti a realizzare un ringiovanimento nazionale ed a costruire una società moderatamente prospera attraverso un ampio spettro di dimensioni economiche, sociali, culturali e politiche e a fare della Cina una nazione pienamente sviluppata entro il 2049;

    F.

    considerando che la Cina ha conosciuto livelli molto elevati di crescita economica negli ultimi vent'anni e che 600 milioni di cittadini cinesi sono usciti dalla povertà;

    G.

    considerando che il crollo dei mercati azionari cinesi nel 2015 ha avuto un impatto negativo sulla stabilità finanziaria, anche nell'Unione europea;

    H.

    considerando che la politica di pianificazione familiare cinese ha causato, a partire dagli anni ’80, un rapido processo di invecchiamento della popolazione, con oltre 200 milioni di cittadini ormai più che sessantenni;

    I.

    considerando che il degrado ambientale in Cina ha assunto proporzioni drammatiche e che si rende necessaria un'azione di governo più che mai urgente, forte e mirata; considerando che, nel recente vertice UE-Cina, si è trattato anche il tema dello sviluppo sostenibile e dei cambiamenti climatici, adottando una dichiarazione congiunta sui cambiamenti climatici;

    J.

    considerando che è stata riconosciuta da parte cinese la necessità di affrontare la minaccia rappresentata dal cambiamento climatico e che la Cina si è impegnata ad adottare un protocollo, o qualsiasi strumento legale, che faccia giungere ad un accordo complessivo sul tema durante la conferenza sul cambiamento climatico di Parigi;

    K.

    considerando che la popolare campagna anti-corruzione del presidente Xi Jinping, lanciata nel 2012 con l'obiettivo di risolvere le questioni governative prendendo di mira i funzionari del partito, del governo, dell'esercito e delle società statali sospettati di corruzione, ha fatto una serie di vittime di alto profilo, rendendo pubbliche non solo le «bustarelle», ma anche le enormi fortune accumulate dai leader cinesi e rivelando l'infiltrazione di potenti reti criminali nel sistema politico;

    L.

    considerando che ONG straniere sono attive e svolgono un ruolo essenziale nello sviluppo di ONG locali e nell'apertura della Cina alle riforme;

    M.

    considerando che, nell'interesse della sicurezza nazionale, quest'anno la Cina ha pubblicato tre nuovi progetti di legge che includono disposizioni sulla cibersicurezza e le ONG;

    N.

    considerando che, nel 2013 e nel 2014, le città di Pechino, Kunming e Urumqi sono state oggetto di importanti e violenti attacchi terroristici, con 72 morti e 356 feriti; che la Cina sta preparando una legge contro il terrorismo, il che sottolinea il fatto che il governo conferisce massima priorità alla lotta al terrorismo;

    O.

    considerando che nel giugno 2015 il consiglio legislativo di Hong Kong ha votato contro la proposta controversa che avrebbe lasciato agli elettori di votare il capo dell'esecutivo soltanto da una rosa di candidati indicata da un comitato soggetto a Pechino; che precisamente tale proposta ha dato origine al movimento degli ombrelli con 79 giorni di massicce proteste dalla fine di settembre a metà dicembre 2014;

    P.

    considerando che la nuova leadership cinese considera l'ascesa della RPC come un fatto irreversibile risultante in un passaggio dalla «diplomazia reattiva» alla «diplomazia proattiva»;

    Q.

    considerando che il nuovo Libro bianco sulla strategia militare cinese afferma che la mentalità tradizionale secondo la quale la terra ha maggior peso rispetto al mare deve essere superata e che è necessario attribuire maggiore importanza alla gestione dei mari e alla tutela dei diritti e degli interessi marittimi; considerando che la Cina si rifiuta di riconoscere la convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare relativamente alle controversie nel Mar Cinese meridionale e orientale;

    R.

    considerando che, in una dichiarazione di condotta del 2002, la Cina e i paesi dell'ASEAN si sono impegnati a creare le condizioni per «una soluzione pacifica e duratura» nel Mar cinese meridionale, tuttavia le tensioni con i paesi limitrofi come Taiwan, Vietnam, Filippine, Malesia e Brunei continuano a crescere;

    S.

    considerando che la Cina è il principale sostenitore politico e il maggior investitore, donatore di aiuti, di generi alimentari e di energia e partner commerciale della Corea del Nord; che gli esperti cinesi hanno recentemente rivelato che la Corea del Nord potrebbe già disporre di 20 testate nucleari;

    T.

    considerando che, sulla scia della crisi ucraina, la Russia e la Cina hanno intensificato le loro relazioni in un modo senza precedenti;

    U.

    considerando che l'8 maggio 2015 la Russia e la Cina hanno firmato un accordo bilaterale sulla sicurezza dell'informazione che definisce le minacce cibernetiche come trasmissione di informazioni atte a mettere a repentaglio i sistemi socio-politici e socio-economici nonché il contesto spirituale, morale e culturale degli Stati;

    V.

    considerando che, dal 2005, la Cina ha concesso crediti ai paesi latino-americani per un valore complessivo di 100 miliardi di dollari USA circa; che attualmente la Cina è il principale partner commerciale del Brasile e il secondo per Argentina, Venezuela e Cuba;

    W.

    considerando che il governo cinese riconosce l'importanza e persino l'universalità dei diritti umani, ma non sta ottenendo risultati tangibili in materia di miglioramento degli standard legati ai diritti umani;

    X.

    considerando che la Cina ha accettato ufficialmente e formalmente l'universalità dei diritti umani e negli ultimi tre anni ha aderito a un quadro internazionale sui diritti umani firmando una vasta serie di trattati in materia ed è quindi diventata parte del quadro giuridico e istituzionale internazionale dei diritti umani;

    Y.

    considerando che all'inizio del 2015 il presidente Xi ha annunciato pubblicamente l'intenzione di estendere lo Stato di diritto nell'intero paese nella convinzione che una giustizia effettiva è essenziale per una economia e una società moderna in Cina;

    Z.

    considerando che il PCC riconosce cinque religioni, che sono in ultima analisi controllate dal «Dipartimento del fronte unito per il lavoro» del partito; che l'elenco è esclusivo e pertanto le altre religioni e culti sono discriminati;

    AA.

    considerando che l'UE e la Cina hanno avviato dialoghi sui diritti umani fin dal 1995;

    AB.

    considerando che il Mediatore europeo, nel suo progetto di raccomandazione approvato il 26 marzo 2015, ha criticato l'assenza di una valutazione dell'impatto dei diritti umani in relazione al meccanismo di risoluzione delle controversie tra investitore e Stato nei negoziati in atto per un accordo commerciale e di investimento con il Vietnam; che ciò rappresenta un importante precedente per i negoziati per l'accordo bilaterale UE-Cina sugli investimenti;

    AC.

    considerando che i tibetani esprimono la loro identità culturale attraverso il movimento Lhakar («mercoledì bianco») indossando solo abiti tibetani, parlando solo tibetano e mangiando solo cibo tibetano ogni mercoledì; che, ad oggi, oltre 140 tibetani si sono suicidati dandosi fuoco per protestare contro la politica del governo cinese nella regione autonoma del Tibet; che la morte in detenzione del monaco Tenzin Delek Rinpoche ha recentemente dato luogo a nuove tensioni; considerando che il Tibet è interessato da politiche di insediamento han; considerando che nel 2015 ricorre il cinquantesimo anniversario dell'istituzione della regione autonoma del Tibet; considerando che negli ultimi anni non sono stati registrati progressi nella soluzione della crisi tibetana dato che l'ultimo ciclo delle conversazioni di pace si è svolto nel 2010;

    AD.

    considerando che l'UE aderisce alla politica di una «unica Cina» nel contesto delle relazioni tra le due sponde dello Stretto, tra la Repubblica popolare cinese e Taiwan;

    Cooperazione e partenariato strategico UE-Cina

    1.

    accoglie con favore il 40o anniversario delle relazioni diplomatiche tra l'UE e la Cina come fonte di ispirazione per rafforzare il partenariato strategico, tanto importante in un mondo multipolare e globalizzato, e per accelerare i negoziati in atto su un nuovo accordo di partenariato e cooperazione basato sulla fiducia, sulla trasparenza e sul rispetto dei diritti umani; sottolinea che le due parti, nel recente vertice UE-Cina del 29 giugno 2015, hanno ribadito il loro impegno all'approfondimento del partenariato; segnala che la Cina è una grande potenza internazionale e uno dei principali partner dell'UE; sottolinea che le due parti si sono impegnate a promuovere, nel prossimo decennio, il partenariato strategico globale UE-Cina, che sarà reciprocamente vantaggioso sia per l'UE che per la Cina; esprime il proprio sostegno a favore del dialogo strategico ad alto livello bi/annuale, del dialogo economico e commerciale ad alto livello, del dialogo tra i popoli ad alto livello e degli oltre 60 dialoghi settoriali tra l'UE e la Cina su un'ampia gamma di questioni; auspica che tali dialoghi settoriali determinino fiducia e risultati tangibili;

    2.

    accoglie con favore l'esito del 17o vertice UE-Cina del 29 giugno 2015, che ha portato le relazione bilaterali a un nuovo livello e ha trasmesso un segnale di una cooperazione politica più stretta che supera le semplici relazioni commerciali e si muove verso un approccio strategico coordinato per far fronte alle sfide e alle minacce comuni globali; osserva che entrambe le parti riconoscono pienamente i progressi compiuti nell'attuazione dell'agenda strategica 2020 per la cooperazione UE-Cina e che sarà istituito un meccanismo bilaterale di revisione a livello di funzionari per monitorarne il seguito; accoglie con favore l'accordo raggiunto da entrambe le parti, al summenzionato vertice, in merito a un insieme di priorità per potenziare la cooperazione bilaterale e migliorare la dimensione globale del partenariato strategico;

    3.

    sottolinea la necessità che gli Stati membri dell'UE parlino con una sola voce al governo cinese, in particolare in considerazione dell’attuale dinamismo diplomatico di Pechino e dando nuova forma all'architettura della governance mondiale; sottolinea che i negoziati sugli articoli dell'accordo relativi alla Banca asiatica d'investimento per le infrastrutture (Asian Infrastructure Investment Bank (AIIB)) si sono conclusi e auspica una stretta cooperazione tra l'UE e l'AIIB in futuro; si rammarica della mancanza di un profondo dibattito e di uno stretto coordinamento a livello di UE per quanto riguarda l'adesione degli Stati membri all’AIIB; sottolinea l'importanza della politica commerciale e d'investimento quale ambito più ovvio per esercitare la massima leva nelle relazioni strategiche con la Cina; prende atto della cooperazione recentemente creatasi tra la Cina e i paesi dell'Europa centro-orientale, nota anche come gruppo 16+1 e comprendente vari Stati membri dell'UE, ma ritiene che essa non dovrebbe dividere l'UE o indebolire la sua posizione nei confronti della Cina e dovrebbe altresì occuparsi delle questioni dei diritti umani; invita il Servizio europeo per l'azione esterna e la Commissione a presentare al Parlamento una relazione annuale sullo sviluppo delle relazioni UE-Cina; chiede il potenziamento di scambi e investimenti con la Cina che siano applicabili e regolamentati;

    4.

    riconosce che la Cina dovrebbe svolgere un ruolo più incisivo nelle istituzioni finanziarie multilaterali che meglio rispecchi la dimensione della sua economia; reputa che l'AIIB recentemente istituita costituisca un'opportunità per la Cina di impegnarsi quale soggetto responsabile nel contesto multilaterale; incoraggia la nuova istituzione a prendere le distanze dagli errori del passato che hanno privilegiato il finanziamento di progetti infrastrutturali grandiosi e a dare invece la priorità all'assistenza tecnica e all'accesso alla conoscenza globale, mantenendo un equilibrio tra le priorità ambientali, sociali e di sviluppo;

    5.

    reputa di vitale importanza che il contributo europeo alla partecipazione all'AIIB consista di procedure trasparenti per la valutazione dei prestiti, norme chiare in materia di buona governance, responsabilità sociale ed ambiente nonché la garanzia che l'onere del debito rimanga controllabile per dei paesi mutuatari;

    6.

    accoglie con favore la partecipazione di vari Stati membri all'AIIB; deplora tuttavia la mancanza di un dibattito approfondito, di uno stretto coordinamento e di una risposta e di un approccio coordinati a livello di UE come reazione alle iniziative avviate dal governo cinese per costruire nuove istituzioni multilaterali; esorta le istituzioni e gli Stati membri dell'UE a considerare questa situazione come un campanello di allarme per evitare una simile mancanza di coordinamento in futuro;

    7.

    accoglie con favore l'accordo politico di migliorare i collegamenti infrastrutturali strategici tra UE e Cina; plaude pertanto alla decisione di istituire una nuova piattaforma per la connettività allo scopo di creare un ambiente favorevole a reti infrastrutturali transfrontaliere sostenibili e interoperabili nei paesi e nelle regioni tra l'UE e la Cina; plaude in particolare alla disponibilità dell'UE di avviare tale progetto a livello europeo; invita entrambe le parti a cogliere le opportunità offerte dalla stretta interconnessione di entrambi i partner, compresa la cooperazione in investimenti infrastrutturali nei paesi lungo il percorso della Nuova via della seta e della Nuova via della seta marittima;

    8.

    sottolinea la crescita vigorosa dell'economia cinese negli ultimi venti anni e mette in evidenza che gli Stati membri dell'UE dovrebbero sfruttare maggiormente le opportunità offerte da tale sviluppo economico; prende atto dell'interesse cinese in materia di investimenti infrastrutturali strategici in Europa e sottolinea la necessità di cooperare con la Cina ed altri paesi della regione a questo riguardo su progetti come l'iniziativa cinese «One belt, one road» e il Piano degli investimenti Juncker dell'UE, compresi i collegamenti ferroviari, portuali e aeroportuali; esorta la VP/AR e la Commissione a riflettere sull'impatto della politica di investimento globale della Cina nonché sulle sue attività di investimento nell'UE e nel suo vicinato orientale; sottolinea, in conformità delle posizioni precedentemente adottate del Parlamento e nel pieno rispetto delle competenze INTA, l'importanza dell'accordo bilaterale UE-Cina sugli investimenti in corso di negoziato; chiede l'inclusione di un intero capitolo sullo sviluppo sostenibile nel BIT, che preveda impegni vincolanti relativamente alle norme fondamentali del lavoro dell'OIL e ai principali accordi ambientali multilaterali; sottolinea la crescente tendenza delle imprese europee a denunciare di essere vittime di una regolamentazione e di discriminazioni arbitrarie; sottolinea l'importanza che i negoziati in corso sull'accordo di investimento siano coronati da successo per facilitare ulteriormente gli investimenti e attuare la protezione degli investimenti, l'accesso al mercato, compresi gli appalti pubblici, e un trattamento equo delle imprese sia in Europa che in Cina; chiede ulteriori misure e un follow-up attivo per garantire relazioni commerciali più equilibrate a seguito dell'eliminazione di ostacoli al commercio e agli investimenti per le imprese europee; invita la Cina e l'UE a migliorare ulteriormente la cooperazione, al fine di migliorare l'accesso delle PMI ad entrambi i blocchi di mercato; sottolinea l'impegno di UE e Cina a favore di un'economia globale aperta e un contesto commerciale e di investimento giusto, trasparente e regolamentato, a garanzia di condizioni di parità e contro il protezionismo;

    9.

    prende atto, a tale proposito, del lancio dell'iniziativa «One Belt, One Road» volta a costruire grandi collegamenti nel settore dell'energia e delle comunicazioni dall'Asia centrale, orientale e meridionale; ritiene che, datane l'importanza geostrategica, suddetta iniziativa dovrebbe essere perseguita a livello multilaterale; ritiene fondamentale che le sinergie e i progetti siano sviluppati in piena trasparenza e con la partecipazione di tutte le parti interessate;

    10.

    chiede un maggior coordinamento tra l'UE e la Cina in settori di rilevanza strategica, come il G20, la sicurezza e la difesa, la lotta al terrorismo, l'immigrazione clandestina, la criminalità transnazionale, la non proliferazione nucleare, la sicurezza globale e regionale, la sicurezza informatica, le armi di distruzione di massa, la sicurezza energetica, la regolamentazione e la governance finanziarie e dei mercati a livello globale, il cambiamento climatico, nonché l'urbanizzazione, i programmi di sviluppo e di aiuto e lo sviluppo sostenibile; sottolinea l'importanza della cooperazione nel settore dello sviluppo regionale nonché del dialogo e degli scambi nel contesto della strategia Europa 2020 e del tredicesimo piano quinquennale della Cina di prossima pubblicazione;

    11.

    chiede al SEAE di garantire che i diritti umani occupino un posto di primo piano nell'agenda delle relazioni e dei dialoghi con la Cina;

    12.

    chiede che l'impegno assunto dal presidente Xi, durante la sua visita a Bruxelles del marzo 2014, di approfondire gli scambi tra UE e Cina sulle questioni relative ai diritti umani sia associato a miglioramenti tangibili della situazione sul campo;

    13.

    esorta il Consiglio e la Commissione ad impegnarsi maggiormente con la Cina attraverso un dialogo costruttivo inteso a promuoverne la transizione allo Stato di diritto e al rispetto dei diritti umani e che ne sostenga l'integrazione nell'economia mondiale;

    14.

    plaude all'intensificazione del partenariato UE-Cina sull'urbanizzazione; chiede una maggiore cooperazione nella pianificazione e progettazione urbane, nei servizi pubblici, nell'edilizia ecologica e nei trasporti intelligenti; incoraggia il lancio di nuovi programmi congiunti cui partecipino città e imprese europee e cinesi;

    15.

    accoglie con favore la dichiarazione congiunta della terza riunione del dialogo tra i popoli UE-Cina ad alto livello del 15 settembre 2015; sottolinea l'importanza degli scambi interpersonali e di facilitare gli scambi tra i cittadini dell'UE e della Cina; è favorevole al fatto che lo sviluppo del dialogo tra i popoli ad alto livello si concentri su progetti comuni e migliori pratiche condivise e promuova gli scambi interpersonali; sottolinea che occorre promuovere in particolare lo scambio di esperti e di studenti tra le due parti;

    16.

    esprime preoccupazione in merito alle pratiche di dumping e alla mancata trasparenza delle politiche e delle sovvenzioni del governo cinese mediante crediti d'imposta, concessioni terriere, credito a buon mercato, materie prime sovvenzionate e altre misure;

    17.

    esprime preoccupazione in merito agli ostacoli che le imprese europee incontrano nel mercato cinese, ad esempio l'obbligo di trasferimenti delle tecnologia, una scarsa applicazione dei diritti di proprietà intellettuale e un trattamento discriminatorio; sottolinea l'importanza della riforma del mercato in Cina e dell'attuazione dei principi dell'economia di mercato e dell'eliminazione delle discriminazioni e delle restrizioni ingiustificate;

    18.

    riconosce le opportunità offerte dagli investimenti cinesi in Europa nel quadro del Fondo europeo per gli investimenti strategici (FEIS); sottolinea che sebbene il Fondo sia aperto agli investimenti di una serie di soggetti, dovrebbe comunque restare sotto la governance dell'UE;

    19.

    riconosce la sfida di immettere l'economia cinese su un percorso autenticamente sostenibile nel contesto della «nuova normalità»; ritiene che una partecipazione più spiccata della Cina nelle organizzazioni economiche internazionali, come il FMI, potrebbe contribuire positivamente a un'economia più sostenibile ed equilibrata in Cina e nel mondo e alla riforma di tali organizzazioni; esorta le autorità cinesi a fornire statistiche affidabili e a migliorare la trasparenza sullo stato dell'economia;

    20.

    prende atto con preoccupazione del fatto che negli ultimi mesi gli indici azionari cinesi hanno perso un terzo del loro valore e che sono scattate centinaia di sospensioni dagli scambi per eccessi di ribasso; esprime preoccupazione riguardo all'attuale crisi finanziaria che colpisce la Cina e in particolare i suoi mercati azionari e riconosce che ciò rappresenta una minaccia per l'economia globale, tenuto conto del ruolo di primo piano del paese negli scambi mondiali e nel sistema finanziario globale; esorta le autorità cinesi ad affrontare la sfida della transizione dall'attuale modello economico ad un'economia sostenibile; osserva che le recenti picchiate dei mercati borsistici in la Cina hanno posto la cultura di controllo del governo dinanzi all'intrinseca volatilità dei mercati finanziari;

    21.

    accoglie favorevolmente il fatto che, nel corso degli ultimi decenni, un ingente numero di cittadini cinesi sia uscito dalla povertà estrema grazie a una crescita economica sostenuta e a una graduale apertura dell'economia cinese; esprime tuttavia preoccupazione poiché tali miglioramenti economici causano spesso problemi ambientali e grandi disparità;

    22.

    plaude al fatto che, nella recente dichiarazione congiunta dell'UE e della Cina sui cambiamenti climatici, adottata al vertice del 29 giugno 2015, entrambe le parti abbiano espresso il loro impegno a collaborare per raggiungere un accordo ambizioso e giuridicamente vincolante alla conferenza sul clima di Parigi del 2015; esorta tutte le parti della conferenza ad approfittare dello slancio creato dalle dichiarazioni UE-Cina e USA-Cina sui cambiamenti climatici; sottolinea la necessità di cooperare nel settore energetico per affrontare congiuntamente le molteplici sfide connesse alla sicurezza energetica e all'architettura energetica mondiale;

    Situazione interna

    23.

    rileva che sotto la guida del presidente Xi il governo cinese sta mostrando una crescente assertività sia internamente che esternamente; segnala che gli attivisti dei diritti civili, gli avvocati, i giornalisti, i blogger, i docenti universitari e altri rappresentanti della società civile del paese stanno ora vivendo una limitazione della loro libertà in un modo che non si vedeva da anni; osserva che la situazione dei diritti umani in Cina resta al centro di profonde apprensioni;

    24.

    esprime profonda preoccupazione per l'imminente adozione del progetto di legge sulla gestione delle ONG straniere, che comporterebbe un'ulteriore riduzione dello spazio di manovra della società civile cinese e limiterebbe notevolmente la libertà di associazione e di espressione nel paese, vietando, tra l'altro, alle «ONG straniere» che non sono registrate presso il ministero cinese della pubblica sicurezza o i dipartimenti di pubblica sicurezza provinciali di finanziare qualsiasi privato o organizzazione cinesi, e impedendo ai gruppi cinesi di svolgere «attività» per conto o con l'autorizzazione di ONG straniere non registrate, comprese quelle basate a Hong Kong e Macao; esorta le autorità cinesi a rivedere sostanzialmente tale legge al fine di conformarla alle norme internazionali in materia di diritti umani;

    25.

    esprime inoltre particolare preoccupazione per il nuovo progetto di legge sulla cibersicurezza, che rafforzerebbe e istituzionalizzerebbe le pratiche di censura e sorveglianza del ciberspazio e potrebbe costringere le imprese europee a includere backdoor obbligatorie nelle loro infrastrutture informatiche; osserva che gli avvocati riformisti e i difensori dei diritti civili cinesi temono che tale legge limiterà ulteriormente la libertà di espressione e che l'autocensura sia destinata a crescere; pone l'accento sulle conseguenze fortemente negative della legge sulla cibersicurezza e di quella sulle ONG per le attività delle imprese e delle istituzioni europee nella Repubblica popolare cinese e invita pertanto il Consiglio europeo, il SEAE e la Commissione a continuare ad appellarsi con determinazione alle autorità cinesi contro tali misure altamente controverse; esprime preoccupazione per l'ampia definizione di «sicurezza nazionale» e di «gravi minacce» figurante nella nuova legge cinese sulla sicurezza nazionale, che include tra le minacce le «influenze culturali nocive»; conclude che tale nuova legge contiene una formulazione degli interessi della sicurezza nazionale cinese talmente vasta e vaga da conferire alle autorità cinesi un potere d'intervento praticamente assoluto contro azioni, persone o pubblicazioni che non approvano;

    26.

    esprime preoccupazione per il fatto che, sebbene la campagna anticorruzione lanciata dalla leadership cinese rappresenti un lodevole sforzo per promuovere la fiducia dei cittadini nel governo, essa è caratterizzata da una mancanza di trasparenza e, nella maggior parte dei casi, dal mancato rispetto dello Stato di diritto; osserva che in alcuni casi la campagna è utilizzata in maniera impropria per lotte interne e per promuovere il ruolo e il potere del PCC; deplora tuttavia che questa campagna sia stata condotta secondo modalità che minano ulteriormente lo Stato di diritto e che, secondo quanto riportato, i funzionari accusati siano stati detenuti nell'ambito di un sistema giuridico privo di legalità, privati delle tutele giuridiche fondamentali e spesso costretti a confessare;

    27.

    esprime la propria solidarietà alle famiglie e agli amici delle oltre 173 vittime delle devastanti esplosioni nella città portuale di Tianjin avvenute il 12 agosto 2015, che hanno costretto migliaia di residenti allo sfollamento; prende atto del crescente numero di proteste ambientaliste di massa pacifiche in diverse parti del paese; segnala il deposito illegale di migliaia di tonnellate di sostanze chimiche altamente tossiche ad una distanza illegale inferiore a 600 metri dalle zone residenziali; considera decisamente controproducente la politica di informazione ufficiale, lenta e reticente, relativa al disastro di Tianjin, tanto più che è accompagnata dalla censura delle notizie riportate dai social media su questa immane tragedia; sottolinea l'importanza di attuare tutte le norme in materia di sicurezza industriale conformemente alla legislazione cinese e internazionale, e chiede al governo cinese di innalzare gli standard di sicurezza e ambientali delle produzioni pericolose allineandoli, in primo luogo, alla legislazione cinese;

    28.

    rileva che le esplosioni del 12 agosto 2015 a Tianjin e del 31 agosto 2015 a Dongying richiedono che la Cina affronti seriamente e con urgenza il problema della sicurezza industriale, in particolare in relazione alla corruzione e all'impunità;

    29.

    sottolinea l'urgenza di ulteriori misure di protezione ambientale, tenendo conto, ad esempio, che nel 2014 solo otto delle 74 città più importanti avevano raggiunto lo standard nazionale di concentrazione di inquinamento dell'aria pari a 2,5 PM e che in Cina 190 milioni di persone si ammalano ogni anno a causa della contaminazione delle acque; avverte che la doppia crisi idrica (inquinamento massiccio combinato con un maggior consumo d'acqua) potrebbe causare grave instabilità politica e sociale; rammenta che il costo del degrado ambientale in Cina si ripercuote anche sui paesi vicini; pone l'accento sui costi del degrado ambientale e auspica che il prossimo piano quinquennale renda prioritario l'ambiente; sottolinea inoltre che la mancanza di protezione ambientale, oltre a causare danni ecologici, è fonte di pratiche di concorrenza sleale; accoglie con favore l'accordo UE-Cina volto a rafforzare la cooperazione per affrontare le principali sfide ambientali, come l'inquinamento atmosferico, idrico e del suolo; si compiace del fatto che, in base alla nuova legge sulla protezione dell'ambiente, i quadri locali siano responsabili, anche con effetto retroattivo, per i danni ambientali causati durante il loro mandato e che tale impegno a favore della protezione ambientale avrà un grande peso nel processo di promozione di tali quadri locali; esorta le autorità nazionali e locali a coinvolgere in modo costruttivo e attivo le organizzazioni ambientaliste e i movimenti di base nell'ambito del monitoraggio, dell'attuazione e dell'applicazione delle politiche e iniziative ambientali della Cina; rammenta che il vertice UE-Cina del giugno 2015 ha stabilito anche misure relative alle politiche ambientali e al rispetto del clima, che dovrebbero vedere la Cina osservare i limiti di emissioni di CO2, in vista del vertice di Parigi del dicembre 2015 e in linea con gli obiettivi dell'agenda strategica 2020 adottata a Pechino nel 2013;

    30.

    accoglie con favore la maggiore cooperazione tra l'UE e la Cina e lo scambio di esperienze nell'ambito dei diritti e della protezione dei consumatori, come pure il consolidamento delle misure di risposta del governo cinese a tale proposito, che si traducono in norme più rigorose in materia di responsabilità dei venditori al dettaglio nel quadro del codice di condotta professionale per quanto riguarda, tra l'altro, gli obblighi di ritiro e riparazione, le potenziali frodi, la pubblicità ingannevole e fraudolenta, gli accordi di pagamento anticipato e la tutela dei dati personali dei consumatori, soprattutto alla luce della rapida espansione del settore del commercio elettronico in Cina;

    31.

    osserva che, negli ultimi anni, la politica anti-terrorismo della Cina è evoluta rapidamente da un approccio reattivo «difesa contro il terrore» ad un approccio proattivo «guerra al terrore», insieme ad una «gestione della crisi» permanente che comporta un'azione a livelli senza precedenti nelle regioni colpite e nella società; è preoccupato per il progetto di legge antiterrorismo, che potrebbe portare a ulteriori violazioni delle libertà di espressione, riunione, associazione e religione, soprattutto nelle regioni popolate da minoranze del Tibet e dello Xinjiang;

    32.

    esprime solidarietà al popolo cinese per gli sforzi compiuti nella lotta contro il terrorismo e l'estremismo; è tuttavia preoccupato per la definizione di «terrorista» inclusa nel progetto di legge antiterrorismo cinese che, se non sarà sostanzialmente rivista, potrebbe dare luogo alla penalizzazione di quasi tutte le espressioni pacifiche della cultura, della religione e dell'identità tibetane che differiscono da quelle statali;

    33.

    invita la Cina ad aumentare la libertà su Internet e a rispettare la sicurezza informatica di tutti i paesi;

    34.

    esprime preoccupazione per il fatto che la regione dello Xinjiang si trovi in un circolo vizioso, dato che, da un lato, vi sono violenti gruppi separatisti ed estremisti fra gli uiguri musulmani di lingua turca, che non rappresentano tuttavia la stragrande maggioranza, e che, dall'altro, per il bene della stabilità, Pechino risponde sempre più spesso alle tensioni sociali con la repressione, aumentando la presenza del suo apparato di sicurezza nella regione, allontanando molti uiguri da Pechino e alimentando sentimenti contro i cinesi di etnia han tra la popolazione uigura; deplora la marginalizzazione della cultura uigura nella regione dello Xinjiang, anche attraverso il divieto per i funzionari uiguri di recarsi nelle moschee e, in alcuni luoghi, di osservare il Ramadan; invita le autorità cinesi ad adoperarsi al massimo per sviluppare un dialogo autentico con la comunità uigura e proteggere l'identità culturale della popolazione uigura; guarda con preoccupazione alle restrizioni di viaggio che possono essere imposte, specialmente in Tibet e nello Xinjiang, ai cittadini europei, in particolare nel caso di diplomatici e giornalisti; osserva che non esistono restrizioni analoghe per i cittadini cinesi (compresi i diplomatici e i giornalisti) negli Stati membri dell'UE; esorta quindi vivamente a procedere all'applicazione del principio di reciprocità;

    35.

    esprime la propria vicinanza e solidarietà alla popolazione di Hong Kong a sostegno delle riforme democratiche; sottolinea che l'autonomia di Hong Kong è garantita dalla Costituzione; ritiene che l'introduzione di un suffragio universale vero e proprio nella regione amministrativa speciale sia del tutto compatibile con il principio «un paese, due sistemi»; deplora che non sia stato possibile portare a termine la riforma della legge elettorale per la nomina del capo dell'esecutivo di Hong Kong; auspica che, in un prossimo futuro, possa essere avviato un nuovo processo di riforma, con l'obiettivo di garantire ai cittadini di Hong Kong nel 2017 il diritto al suffragio universale diretto, con una reale possibilità di scelta tra vari candidati; accoglie con favore la relazione congiunta del Servizio europeo per l'azione esterna e della Commissione europea al Parlamento europeo e al Consiglio, del 24 aprile 2015, dal titolo «Regione amministrativa speciale di Hong Kong: relazione annuale 2014», e sostiene l'impegno dell'Unione a favore del rafforzamento della democrazia, compresi lo Stato di diritto, l'indipendenza del sistema giudiziario, i diritti e le libertà fondamentali, la trasparenza e la libertà di informazione e di espressione a Hong Kong;

    36.

    sostiene fermamente il principio «un paese, due sistemi» come base per buoni rapporti tra le regioni amministrative speciali di Hong Kong e Macao e la Cina continentale;

    37.

    esprime preoccupazione per le recenti tensioni civili e politiche a Hong Kong e invita la Cina a rispettare i propri obblighi nei confronti della popolazione di Hong Kong di salvaguardare i loro diritti e le loro libertà, conformemente alla dichiarazione congiunta sino-britannica firmata nel 1984;

    Situazione esterna

    38.

    rileva che, sin da quando è stato annunciato, il «sogno cinese» del presidente Xi di un ringiovanimento nazionale prevede un ruolo più forte e proattivo per la Cina nel mondo; incoraggia il VP/AR a esplorare con gli Stati Uniti le possibilità di sviluppare un approccio comune nei confronti della Cina, ove ciò contribuisca a promuovere gli interessi dell'UE; sottolinea che la crescita costante della Cina come potenza globale richiede urgentemente una continua e rapida riconsiderazione delle priorità strategiche dell'Europa nelle sue relazioni con il paese; sottolinea la necessità che una potenza mondiale come la Cina contribuisca, in un contesto globalizzato e interdipendente e in modo maggiormente attivo e costruttivo, ad affrontare le sfide globali e i conflitti regionali e a conseguire un ordine mondiale multilaterale che rispetti il diritto internazionale, i valori universali e la pace; ritiene che la Cina debba appropriarsi in misura crescente del posto che le spetta fra i paesi all'avanguardia nel mondo, rispettando le norme che valgono per tutti;

    39.

    prende atto della priorità accordata dalla presidenza di Xi alle relazioni con gli Stati Uniti, data la sua proposta di un «nuovo tipo di relazioni tra grandi potenze» tra la Cina, gli Stati Uniti e altri attori regionali; è favorevole a un approccio più costruttivo a un nuovo ordine mondiale che la Cina dovrebbe contribuire a costruire e integrare, basato sui valori universali dei diritti umani, della democrazia e della sicurezza delle persone; invita l'UE ad assumere un ruolo più attivo in Asia e a cooperare con la Cina, con gli Stati Uniti e con altri attori regionali ai fini di una maggiore stabilità nella regione;

    40.

    sottolinea che il recente Libro bianco sulla strategia militare cinese dichiara le intenzioni di Pechino di ampliare ulteriormente la marina cinese e di estendere la gamma delle sue operazioni, passando dalla «difesa al largo» alla «protezione in mare aperto»; deplora l'istituzione unilaterale di una zona di identificazione della difesa aerea e la conseguente rivendicazione del controllo della navigazione aerea in territorio giapponese e sudcoreano; invita all'adozione di un approccio equilibrato onde evitare di destare le preoccupazioni dei vicini della Cina e di creare maggiori tensioni negli oceani Pacifico e Indiano, nonché garantire l'interesse cruciale dell'Europa in materia di libertà di navigazione nei mari;

    41.

    ritiene deplorevole che, contrariamente a quanto stabilito nella Dichiarazione di condotta del 2002, varie parti stiano reclamando terre nelle isole Spratly, ed è particolarmente preoccupato per la massiccia intensità degli attuali sforzi della Cina, tra cui la costruzione di strutture militari, porti e almeno una pista di atterraggio; mette in guardia, nello specifico, contro il pericolo incombente di una maggiore presenza di navi da guerra e pattuglie aeree rivali nella zona e di un aumento del livello di scontro, nonché dell'eventuale istituzione di una zona di identificazione della difesa aerea nel Mar cinese meridionale;

    42.

    continua a essere allarmato per la crescente tensione fra le parti nel Mar cinese meridionale e invita, quindi, tutti i contendenti a evitare azioni unilaterali di provocazione nel Mar cinese meridionale e sottolinea l'importanza di una composizione pacifica delle controversie sulla base del diritto internazionale e con l'aiuto di una mediazione internazionale imparziale come quella della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare (UNCLOS); si rammarica del fatto che la Cina rifiuti di riconoscere la giurisdizione sia di UNCLOS che della Corte di arbitrato; esorta la Cina a riconsiderare la sua posizione e invita tutte le parti compresa la Cina a rispettare la decisione finale di UNCLOS; ritiene che uno strumento di progresso per un'eventuale risoluzione pacifica della tensione nelle aree del Mar cinese meridionale e orientale sia dato dal negoziato e dall'attuazione congiunta dei codici di condotta per lo sfruttamento pacifico delle zone marittime in questione, inclusa la creazione di rotte commerciali sicure e di quote per la pesca o la ripartizione delle zone per l'esplorazione delle risorse; appoggia la richiesta urgente da parte del 26o vertice ASEAN per una rapida adozione di un Codice di condotta nel Mar cinese meridionale; si compiace dell'accordo recentemente raggiunto fra la Cina e l'ASEAN per accelerare le consultazioni su un codice di condotta in relazione alle dispute nel Mar cinese meridionale; prende atto dell'Iniziativa taiwanese di pace per il Mar cinese meridionale, avente l'obiettivo di raggiungere un consenso su un codice di condotta e di creare un meccanismo che consenta a tutte le parti coinvolte di cooperare allo sfruttamento congiunto delle risorse marine e naturali della regione; sostiene tutte le azioni volte a consentire che il Mar cinese meridionale diventi un «mare della pace e della cooperazione»;

    43.

    invita il VP/AR a individuare, in linea con le priorità enunciate nella strategia di sicurezza marittima europea, quali rischi comporterebbe l'eventuale insorgenza di un conflitto armato nel Mar cinese orientale e meridionale per la pace e la sicurezza a livello non solo regionale, ma anche globale, quali rischi ciò implicherebbe per la libertà e la sicurezza della navigazione nella regione e quali rischi esistono per gli specifici interessi europei; ritiene che, poiché altri attori (in particolare l'Australia) sono già politicamente attivi in modo considerevole nel Pacifico, l'UE dovrebbe avvalersi della cooperazione bilaterale e multilaterale per poter contribuire efficacemente alla sicurezza della regione;

    44.

    sollecita il governo cinese ad utilizzare tutte le sue leve di influenza per garantire la stabilità nella penisola coreana e indurre la Corea del Nord a riprendere colloqui credibili di denuclearizzazione e ad adottare misure concrete per denuclearizzare; ricorda che la Cina rimane il principale alleato della Corea del Nord e incoraggia pertanto il governo cinese, unitamente alla comunità internazionale, a svolgere un ruolo costruttivo nell'affrontare con urgenza la drammatica situazione dei diritti umani nella Corea del Nord, compreso il problema delle migliaia di rifugiati nordcoreani che, attraverso la frontiera, arrivano in Cina per sfuggire alle condizioni terribili cui sono soggetti in patria; esorta il governo cinese, conformemente ai suoi obblighi in quanto parte della Convenzione delle Nazioni Unite sui rifugiati, a non negare a tali rifugiati il diritto di asilo e a non procedere a un loro rimpatrio forzato in Corea del Nord, ma a proteggere i loro diritti umani fondamentali; invita l'UE a esercitare a tal fine pressioni diplomatiche sul governo cinese, in linea con i suoi obiettivi globali di non proliferazione;

    45.

    sollecita il governo cinese a esercitare la sua influenza sul Pakistan onde convincere tale paese ad astenersi dall'alimentare l'instabilità nella regione;

    46.

    si compiace della cooperazione in atto fra l'UE e la Cina in materia di sicurezza e di difesa, comprese le operazioni antipirateria nel Golfo di Aden, e chiede ulteriori sforzi congiunti per affrontare problemi di sicurezza e difesa globali, come il terrorismo;

    47.

    richiama l'attenzione di Pechino sul ruolo indispensabile degli USA e dell'UE per quanto riguarda gli obiettivi di modernizzazione della Cina; ricorda altresì a Pechino, in quanto membro permanente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, i suoi obblighi e le sue responsabilità internazionali in termini di contributo alla pace e alla sicurezza globali; si rammarica, a tale proposito, che la Cina, unitamente alla Russia, abbia bloccato in modo persistente l'azione delle Nazioni Unite riguardo alla Siria, un paese dilaniato — ormai da quattro anni — dalla sanguinosa guerra combattuta da Bashar al Assad contro il suo popolo;

    48.

    sottolinea l'importanza di una fiducia e una cooperazione reciproche tra la Cina e l'Unione europea e gli altri principali soggetti internazionali per affrontare i problemi di sicurezza a livello mondiale; auspica che la Cina offra sostegno alle iniziative dell'Unione europea e degli Stati Uniti volte a porre fine alle violazioni del diritto internazionale che sono all'origine del conflitto nell'Ucraina orientale e a ripristinare l'integrità territoriale e la sovranità dell'Ucraina a seguito dell'aggressione da parte della Russia;

    Situazione dei diritti umani

    49.

    rileva che esiste una forte contraddizione fra l'aspirazione ufficiale cinese all'universalità dei diritti umani e il peggioramento della situazione dei diritti umani; osserva che il recente peggioramento della situazione delle libertà e dei diritti umani in Cina ha avuto inizio nel 2013 e ha intensificato una repressione già esistente sulla popolazione, limitando ulteriormente il margine per l'espressione e per le richieste pacifiche da parte della società civile; è profondamente preoccupato per l'arresto, il processo e la condanna di numerosi attivisti dei diritti civili, difensori dei diritti umani e critici del governo e per il fatto che oltre 100 avvocati e attivisti dei diritti umani sono stati arrestati o interrogati dalla polizia cinese; invita le autorità cinesi a rilasciare gli arrestati e a garantire che possano esercitare la loro professione senza ostacoli;

    50.

    ritiene che relazioni forti e continue tra l'UE e la Cina debbano costituire una piattaforma efficace per un dialogo maturo, significativo e aperto in materia di diritti umani, basato sul rispetto reciproco; ritiene altresì che il 40o anniversario delle relazioni tra l'UE e la Cina nel 2015 rappresenti un'autentica opportunità di progresso in questo ambito;

    51.

    esorta l'Unione europea a continuare a fare pressione per un miglioramento della situazione dei diritti umani in Cina ogni volta che si svolgono dialoghi a qualsiasi livello e a inserire clausole sui diritti umani in ogni trattato bilaterale concordato con la Cina;

    52.

    accoglie con favore il 33o dialogo UE-Cina sui diritti umani dell'8 e 9 dicembre 2014; osserva che il dialogo, assieme alla pressione esercitata da altri partner internazionali, ha contribuito ad alcune azioni concrete; sottolinea che l'Unione europea ha chiarito in numerose occasioni di volere che il dialogo raggiunga miglioramenti più tangibili della situazione dei diritti umani sul campo;

    53.

    ricorda che l'universalità dei diritti umani è sempre stata al centro dei dialoghi UE-Cina in materia di diritti umani; osserva con preoccupazione che, nella visione ufficiale cinese, il concetto di universalità è messo in discussione sulla base di differenze culturali, il che ha costituito un'importante fonte di differenze concettuali che ha portato all'incomprensione e alla sfiducia nelle relazioni UE-Cina e ha limitato il progresso dei dialoghi UE-Cina in materia di diritti umani; invita pertanto la dirigenza cinese a riconsiderare il modo in cui affronta la questione e a rispettare l'universalità dei diritti umani in linea con la dichiarazione universale dei diritti dell'uomo; chiede inoltre che le istituzioni dell'Unione europea collaborino con le autorità cinesi, nei loro dialoghi, al fine di promuovere il rispetto dell'universalità;

    54.

    permane molto preoccupato per il fatto che la Cina è attualmente il paese che maggiormente ricorre alla pena capitale al mondo e che continua a infliggerla, in segreto, a migliaia di persone ogni anno, senza tenere conto delle norme minime internazionali sul ricorso alla pena di morte; torna a sottolineare che l'abolizione della pena di morte contribuisce alla promozione della dignità umana e al progressivo sviluppo dei diritti umani;

    55.

    resta preoccupato a fronte del persistere di severe restrizioni alla libertà di espressione, di associazione, di riunione e di religione, nonché alle attività delle organizzazioni per i diritti umani;

    56.

    deplora il trattamento spesso discriminatorio nei confronti delle minoranze religiose ed etniche in Cina;

    57.

    critica il fatto che, anche se in Cina la libertà di religione non è un diritto nominalmente garantito dalla Costituzione, in pratica il governo limita l'esercizio delle pratiche religiose a organizzazioni religiose ufficialmente approvate e riconosciute; sostiene la resistenza delle chiese cinesi contro la rinnovata strategia di «cinesizzazione» del cristianesimo attuata dal governo; condanna, in particolare, la campagna anti-cristiana in atto nella provincia di Zhejiang che, nel 2014, ha visto la distruzione di decine di chiese e la rimozione di più di 400 croci; condivide le preoccupazioni delle chiese per le altre province in cui è registrata una forte presenza cristiana; condanna inoltre le campagne anti-buddiste portate avanti tramite l'approccio della «educazione patriottica», che comprendono misure di gestione statale dei monasteri buddisti tibetani; condanna i programmi di «educazione giuridica» per i monaci e le monache buddisti; non può comprendere né accettare la messa al bando delle immagini del Dalai Lama in Cina; esprime preoccupazione circa l'uso che viene fatto del diritto penale cinese per perseguire tibetani e buddisti, le cui attività religiose sono equiparate al «separatismo», e vede le sue preoccupazioni confermate dal fatto che i monaci e le monache costituiscono attualmente circa il 44 % dei prigionieri politici in Tibet; deplora il fatto che l'ambiente per la pratica del buddismo in Tibet sia peggiorato in modo significativo dopo le proteste tibetane del marzo 2008, in quanto il governo cinese ha adottato un approccio più invasivo nell'ambito dell'«educazione patriottica», che include misure volte a gestire nel dettaglio gli affari dei monaci buddisti tibetani, ad esempio attraverso l'istituzione di commissioni di gestione non elette in ogni monastero, programmi di «educazione giuridica» per monaci e monache onde garantire che «non partecipino ad attività volte a dividere la patria e a disturbare l'ordine sociale» nonché la messa al bando delle immagini del Dalai Lama;

    58.

    osserva che il presidente Xi ha formulato alcuni impegni volti a far avanzare considerevolmente le gestione del paese nel rispetto del diritto e a lottare contro la corruzione; esprime tuttavia profonda preoccupazione per la recente retata che ha interessato oltre 200 avvocati, prevalentemente avvocati impegnati in casi di diritti umani, molti dei quali sono stati accusati di disturbo dell'ordine pubblico e di aver cercato di nuocere al partito, e per il fatto che le autorità hanno affermato che tali misure drastiche sono in realtà intese a difendere il sistema giuridico cinese; sottolinea che tali misure contraddicono l'affermazione delle autorità di voler promuovere lo Stato di diritto e indeboliscono gli sforzi lanciati in direzione di riforme politiche;

    59.

    ricorda che, secondo la visione ufficiale cinese, i diritti socioeconomici continuano ad avere la priorità rispetto ai diritti civili e politici del singolo, mentre la concezione europea considera tali diritti fondamentali e ugualmente importanti e ritiene che lo sviluppo economico e i diritti umani vadano di pari passo, rispecchiando le differenze tra la percezione europea dei diritti umani e quella cinese, che si manifestano nelle posizioni ufficiali; sottolinea inoltre che la protezione integrale dei diritti umani è essenziale affinché la crescita economica possa continuare in Cina e sollecita quindi le autorità cinesi a garantire il rispetto sia dei diritti socioeconomici che di quelli civili e politici;

    60.

    critica l'ambiente mediatico estremamente restrittivo in Cina e lo stretto controllo sul settore digitale che blocca contenuti web stranieri, anche europei, e sopprime e censura regolarmente i contenuti nazionali ritenuti politicamente pericolosi; protesta con veemenza contro l'alto numero di cittadini cinesi incarcerati per reati legati alla libertà di espressione, in particolare su Internet;

    61.

    esprime profonda preoccupazione per il fatto che il governo cinese continui a portare avanti politiche intransigenti contro il popolo tibetano, in particolare rifiutando l'approccio della «via di mezzo» del Dalai Lama, che non persegue né l'indipendenza né la separazione bensì un'effettiva autonomia nel quadro della Costituzione della Repubblica popolare cinese; invita il governo cinese a riprendere il dialogo con i rappresentanti tibetani; protesta contro la marginalizzazione della cultura tibetana da parte del PCC ed esorta le autorità cinesi a rispettare la libertà di espressione, di associazione e di religione del popolo tibetano; si rammarica del deterioramento della situazione umanitaria in Tibet, che ha condotto a un aumento dei casi di immolazione; osserva con preoccupazione le misure di criminalizzazione recentemente approvate in relazione alle immolazioni, volte a punire le persone che si presumono associate a chi si immola; deplora il reinsediamento forzato di nomadi e pastori tibetani, oltre due milioni dal 2006, nel cosiddetto «nuovo villaggio socialista», dove sono esclusi dall'assistenza medica, dall'istruzione e dalla prosperità; è parimenti preoccupato per il continuo trasferimento di persone cinesi di etnia han in Tibet; esprime preoccupazione circa i casi di tortura, sparizioni e detenzioni arbitrarie nonché la negazione dell'accesso all'assistenza medica per i prigionieri, tra cui il monaco Tenzin Delek Rinpoche e altri 10 noti prigionieri tibetani; chiede un'indagine dettagliata in relazione a tutti i casi di decesso nelle carceri; è profondamente preoccupato per il degrado ambientale del Tibet; sottolinea che l'altopiano del Tibet si sta surriscaldando rapidamente e che questo potrebbe causare lo scioglimento dei ghiacciai tibetani, molti dei quali alimentano i principali fiumi asiatici;

    62.

    esorta le aziende europee che investono in Cina a rispettare le norme internazionali sul lavoro e a impegnarsi ad andare oltre i diritti dei lavoratori stabiliti dalla Cina quando essi non siano conformi alle norme concordate a livello internazionale;

    Relazioni tra le due sponde dello Stretto

    63.

    ritiene che sia la Cina che Taiwan siano importanti partner economici dell'UE in Asia e nel Pacifico; accoglie positivamente tutti i notevoli miglioramenti delle relazioni tra le due sponde dello Stretto; è favorevole a negoziare un accordo bilaterale in materia di investimenti tra l'UE e Taiwan, dato che Taiwan è, a livello regionale, il miglior accesso e trampolino di lancio verso la Cina per le imprese dell'UE e che numerosi Stati, tra cui la Repubblica popolare cinese, hanno concluso accordi (de facto) di questo tipo con Taiwan;

    64.

    prende atto del fatto che il governo cinese non ha sollevato obiezioni alla partecipazione di Taiwan ad alcune organizzazioni in seno alle Nazioni Unite (OMS, ICAO); esprime preoccupazione per la riaffermazione, da parte del governo cinese, della legge anti-secessione del 2005, che consente il ricorso a mezzi militari nel caso di una dichiarazione di indipendenza da parte di Taiwan; deplora il fatto che vi siano ancora 1 500 missili a lunga gittata puntati verso Taiwan nel Sud della Cina; ritiene che una progressiva demilitarizzazione della regione favorirebbe ulteriormente il riavvicinamento delle parti; sottolinea che tutte le controversie tra le due sponde dello Stretto dovrebbero essere risolte con mezzi pacifici sulla base del diritto internazionale; evidenzia che la riunione tenutasi il 23 maggio 2015 sull'isola di Kinmen tra alti funzionari delle due sponde dello stretto di Taiwan è stata un passo avanti incoraggiante; osserva che si è trattato della terza riunione formale tra i rappresentanti della Cina e di Taiwan responsabili delle relazioni tra le due sponde dello Stretto; sostiene le iniziative volte a sviluppare in modo pacifico le relazioni tra le due parti;

    o

    o o

    65.

    incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, al SEAE, alla Commissione, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri e dei paesi in via di adesione e candidati, al governo della Repubblica popolare cinese, al Congresso nazionale del popolo cinese nonché al governo e al Legislative Yuan (parlamento) taiwanese.


    (1)  GU L 250 del 19.9.1985, pag. 2.

    (2)  GU L 6 dell'11.1.2000, pag. 40.

    (3)  GU C 264 E del 13.9.2013, pag. 33.

    (4)  GU C 239 E del 20.8.2013, pag. 1.

    (5)  Testi approvati, P7_TA(2013)0096.

    (6)  Testi approvati, P7_TA(2014)0462.

    (7)  Testi approvati, P7_TA(2014)0094.

    (8)  Testi approvati, P8_TA(2015)0075.

    (9)  GU C 305 E del 14.12.2006, pag. 219.

    (10)  GU C 67 E del 18.3.2010, pag. 132.

    (11)  Testi approvati, P7_TA(2013)0097.

    (12)  Testi approvati, P7_TA(2013)0411.

    (13)  Testi approvati, P7_TA(2013)0412.

    (14)  GU C 285 E del 21.10.2010, pag. 80.

    (15)  GU C 199 E del 7.7.2012, pag. 185.

    (16)  GU C 349 E del 29.11.2013, pag. 98.

    (17)  Testi approvati, P7_TA(2013)0603.

    (18)  Testi approvati, P7_TA(2014)0252.

    (19)  GU C 288 E del 25.11.2006, pag. 59.

    (20)  GU C 157 E del 6.7.2006, pag. 471.

    (21)  GU C 99 E del 3.4.2012, pag. 118.

    (22)  GU C 131 E dell'8.5.2013, pag. 121.

    (23)  GU C 332 E del 15.11.2013, pag. 185.


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