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Document 52014DC0392
COMMUNICATION FROM THE COMMISSION TO THE EUROPEAN PARLIAMENT, THE COUNCIL AND THE EUROPEAN ECONOMIC AND SOCIAL COMMITTEE Towards a renewed consensus on the enforcement of Intellectual Property Rights: An EU Action Plan
COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO E AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO Verso un rinnovato consenso sul rispetto dei diritti di proprietà intellettuale: piano d'azione dell'Unione europea
COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO E AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO Verso un rinnovato consenso sul rispetto dei diritti di proprietà intellettuale: piano d'azione dell'Unione europea
/* COM/2014/0392 final */
COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO E AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO Verso un rinnovato consenso sul rispetto dei diritti di proprietà intellettuale: piano d'azione dell'Unione europea /* COM/2014/0392 final */
COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL
PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO E AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO Verso un rinnovato consenso sul rispetto dei
diritti di proprietà intellettuale:
piano d'azione dell'Unione europea
1.
Introduzione
Nel
marzo 2014 il Consiglio europeo ha ribadito l'importanza della proprietà
intellettuale come motore essenziale della crescita e dell'innovazione,
sottolineando la necessità di lottare contro la contraffazione per rafforzare
la competitività dell'industria europea a livello mondiale[1]. I
diritti di proprietà intellettuale (DPI) sono uno dei principali strumenti
attraverso cui le imprese, i creatori e gli inventori generano ritorni sui loro
investimenti nel settore della conoscenza. Da
uno studio recente è emerso che il 39% circa del PIL dell'UE (ossia circa 4 700
miliardi di euro all'anno) è generato da settori caratterizzati da una forte
presenza dei DPI. Tenendo conto anche dell'occupazione indiretta, detti settori
rappresentano fino al 35% dell'occupazione totale[2].
In pratica, la concessione di diritti esclusivi temporanei fa sì che la
proprietà intellettuale (PI) sia direttamente legata alla produzione e alla
distribuzione di beni e servizi nuovi e autentici, di cui beneficiano tutti i
cittadini. La chiave per raggiungere questi obiettivi è un'"infrastruttura"
per la PI ottimale ed economicamente efficiente, che copra il riconoscimento
giuridico, la registrazione, l'utilizzo e l'applicazione equilibrata di tutte
le forme di DPI[3]. Per
restare competitiva rispetto ai paesi dove i costi della manodopera, dell'energia
e delle materie prime sono inferiori, l'UE ha bisogno di innovazione e di
creatività e deve, nel contempo, creare le condizioni che la favoriscano,
affinché le imprese europee possano uscire dalla crisi. È questo il motivo per
cui l'industria basata sulla conoscenza ha un ruolo essenziale nelle strategie "Europa
globale" e "Europa 2020". La
presente comunicazione, che ha come oggetto il rispetto dei diritti di
proprietà intellettuale, si fonda sull'idea condivisa secondo cui la politica sottostante
deve vertere sulla lotta contro le violazioni commesse su scala commerciale,
che sono le più dannose. Essa intende proporre nuovi strumenti per garantire il
rispetto della PI, quali il cosiddetto approccio "follow the money" ("segui
il denaro"), che mira a privare i trasgressori su scala commerciale dei
flussi di entrate che li attirano verso la contraffazione. La
commercializzazione di prodotti (ossia beni e servizi) che non rispettano la
proprietà intellettuale altrui riguarda tutti noi in quanto cittadini,
consumatori, imprese e contribuenti. Le violazioni della PI su scala
commerciale scoraggiano gli investimenti nell'innovazione e nella creatività,
compromettendo la creazione di posti di lavoro. Sebbene
sia difficile stimare la dimensione del problema, l'impatto delle violazioni
della PI su scala commerciale è stato ampiamente discusso[4]. Da una recente relazione sulle frodi a livello mondiale,
basata su un sondaggio che ha coinvolto oltre 800 alti dirigenti d'impresa,
risulta che nel 2013 l'11% delle imprese in questione ha subito violazioni
della proprietà intellettuale[5]. A livello UE, le statistiche
sui blocchi doganali alle frontiere esterne dovuti a sospette violazioni dei
DPI segnalano oltre 90 000 casi nel 2012[6]. Circa il 70% di questi casi riguardava il traffico postale
e per corriere, il che riflette la crescita del commercio elettronico. In
totale, sono stati sequestrati quasi 40 milioni di articoli, per un valore
stimato - in termini di prodotti autentici equivalenti - di poco inferiore a 1
miliardo di euro. Uno Stato membro ha stimato che l'81% dei prodotti che
violano la PI è da associare alla criminalità organizzata[7]. Si
calcola che, mentre le entrate illecite per la criminalità organizzata generate
da queste violazioni sono state di oltre 100 milioni di euro, i costi a carico
del sistema economico in generale - in termini di perdite dirette per le
imprese legittime, perdite di entrate per l'erario, perdita di posti di lavoro
e costi elevati legati alla lotta contro la contraffazione – sono stati quasi il
quintuplo (470 milioni di euro). Oltre
ad essere insidiose, le violazioni della proprietà intellettuale su scala
commerciale rappresentano un vero e proprio "bersaglio mobile". Al di
là di quanto si possa fare per scoraggiarle, anche rafforzando l'offerta
legittima online di beni e servizi competitivi, il ritorno economico legato
alla distribuzione e alla vendita di prodotti che violano la PI è tale da
continuare da rappresentare un incentivo a commettere queste attività illecite.
Data la velocità con cui tali attività possono essere sviluppate e sfruttate, è
essenziale disporre di sistemi di rilevamento precisi e poter attuare con
rapidità misure preventive. Al
tempo stesso, le misure preventive devono essere proporzionate e ridurre al
minimo il rischio che vengano commessi abusi a fini anticoncorrenziali, cosa
che potrebbe compromettere l'emergere di nuovi prodotti e di modelli
commerciali innovativi e limitare indebitamente le libertà fondamentali. Il
rilevamento delle violazioni richiede la condivisione di informazioni tra le
parti interessate, soprattutto tra le autorità nazionali preposte al controllo.
Ne consegue che, nel cercare di dissuadere le violazioni su scala commerciale,
la Commissione deve applicare un approccio organico, equilibrato e flessibile,
in grado di reagire rapidamente alle nuove sfide che l'economia europea del 21°
secolo, basata sulla conoscenza, è chiamata ad affrontare. In linea con la
strategia Europa 2020 e fatte salve le revisioni legislative in corso, la
presente comunicazione definisce un piano d'azione in dieci punti[8].
Alcune azioni saranno attuate dalla Commissione, se del caso in collaborazione
con l'Ufficio per l'armonizzazione nel mercato interno (UAMI), che dal giugno
2012 ospita l'Osservatorio europeo sulle violazioni dei diritti di proprietà
intellettuale[9]
(in appresso "l'Osservatorio"). Tali azioni, insieme alle attività di
accompagnamento e agli studi previsti, costituiscono un primo passo decisivo
verso la messa a punto di una politica efficace sul rispetto della PI, diretta
a combattere le violazioni su scala commerciale commesse a livello nazionale e
dell'UE. L'obiettivo è pervenire, con modalità che coinvolgano pienamente tutte
le parti interessate, a un rinnovato consenso sul modo in cui i diritti di
proprietà intellettuale sono esercitati. La Commissione, che seguirà da vicino
l'elaborazione di detto piano d'azione, invita il Parlamento europeo, il
Consiglio, gli Stati membri, il Comitato economico e sociale europeo, l'Osservatorio
e le parti interessate a contribuire attivamente ai lavori. La
comunicazione è integrata da una strategia per la protezione e il rispetto dei
diritti di proprietà intellettuale nei paesi terzi e per lo sviluppo di una più
intensa cooperazione tra autorità doganali dell'UE e dei paesi terzi per quanto
riguarda il commercio di beni che violano la PI, come previsto dal piano d'azione
doganale dell'UE. Tutte
queste azioni mirano a garantire che l'attuale acquis dell'UE in materia
di PI, comprese le norme sulla tutela civile della PI, sia applicato e promosso
in maniera efficace. L'obiettivo comune è quello di (i) utilizzare tutti
gli strumenti disponibili per scoraggiare e impedire efficacemente l'ingresso e
la diffusione sui mercati (sia quelli dell'UE sia quelli che interagiscono
sempre più strettamente con i mercati dell'UE) di prodotti contraffatti, al
fine di (ii) stimolare gli investimenti, la crescita e l'occupazione in
settori che fanno grande affidamento sulla PI e che sono essenziali per l'economia
dell'UE e dei suoi partner commerciali. Rafforzare le misure intese a
combattere le violazioni della PI, però, non basta per risolvere questo
problema, che deve essere affrontato attraverso il dibattito e la
sensibilizzazione dei consumatori e dei produttori circa le ampie conseguenze
delle violazioni dei DPI.
2.
Un ruolo per tutti i soggetti della catena di
valore della proprietà intellettuale
2.1. Contraffatto o autentico?
Sensibilizzare i consumatori, i lavoratori e i clienti I consumatori, i
lavoratori e le imprese non sono sempre consapevoli dell'entità delle
violazioni della PI su scala commerciale, né dei danni economici che ne
derivano, tra cui un forte impatto negativo sul gettito fiscale con conseguenti
costi a carico dei contribuenti, la perdita di competitività delle imprese che
operano nella legalità e il proliferare di legami con la criminalità
organizzata. Allo stesso tempo, i consumatori non sono sempre consapevoli del
danno che potrebbero subire in prima persona acquistando prodotti contraffatti,
in particolare dei rischi potenziali alla loro salute e sicurezza. Il 25 novembre
2013 l'Osservatorio ha pubblicato i risultati di uno studio sulla percezione
della PI, che riassume il grado di sensibilizzazione dei cittadini al problema[10]. Lo
studio si fonda su una rassegna della letteratura specialistica, un'indagine qualitativa
presso 250 cittadini europei di età compresa tra i 15 e i 65 anni e dati
quantitativi ricavati da un sondaggio telefonico presso oltre 26 000
cittadini europei. Pur rappresentando soltanto un primo contributo, lo studio
ha evidenziato una mancanza di sensibilità, in particolare tra gli intervistati
più giovani, circa la portata dell'impatto che le violazioni della proprietà
intellettuale hanno sulla tutela e sulla creazione di posti di lavoro legati
alla PI. Dallo studio è inoltre emerso che secondo i giovani europei l'infrastruttura
per la PI reca benefici soprattutto alle grandi imprese. Alla luce di tutto
ciò, la Commissione ritiene che vi sia la necessità di una consultazione più
approfondita e più coordinata sulle azioni di sensibilizzazione, nonché di
strumenti di informazione completi e facilmente accessibili in tutta l'UE[11]. Le azioni future
dovrebbero prevedere un approccio multisettoriale e un'analisi dei motivi per i
quali la "generazione digitale" ricorre sempre più spesso a prodotti
che violano i DPI. Tra queste azioni dovrebbero figurare sforzi continui intesi
ad eliminare gli ostacoli che ancora si frappongono allo sviluppo e alla
diffusione di prodotti che rispettano la PI nel mercato interno in modo tale da
rispondere ai bisogni dei consumatori dell'era digitale. Esse dovrebbero
inoltre tenere conto degli aspetti di cui i consumatori non sono consapevoli,
nonché delle precedenti campagne di sensibilizzazione dimostratesi efficaci a
livello nazionale. La relazione dell'Osservatorio sulla percezione della PI
offre indicazioni utili al riguardo. L'Osservatorio
ha creato un repertorio online delle migliori prassi risultanti dalle
precedenti campagne di sensibilizzazione nazionali. Le violazioni della PI
potrebbero essere sensibilmente ridotte se tutti i soggetti del mercato unico
(cittadini, consumatori, lavoratori, imprese e autorità pubbliche) fossero
informati meglio dell'esistenza, in tutto il mercato unico, di prodotti attraenti,
accessibili e a prezzi abbordabili che rispettano la PI. Nel 2014, basandosi
sulle conoscenze sempre più precise acquisite grazie ai propri studi, l'Osservatorio
aiuterà gli Stati membri a sviluppare e lanciare campagne di comunicazione
intese a sensibilizzare i cittadini dell'Unione sull'impatto delle violazioni
della PI, segnatamente in materia di economia e occupazione. Oltre che ad
agevolare l'accesso, in tutto il mercato unico, a prodotti che rispettano la PI,
dette campagne dovrebbero anche essere finalizzate a mettere in rilievo i
benefici che la scelta di prodotti che rispettano la PI apporta ai consumatori sul
piano della garanzia del rispetto sia delle norme in materia di salute e di
sicurezza sia della legislazione in materia di protezione dei consumatori. Azione
1: La Commissione intende aiutare l'Osservatorio e le
autorità nazionali ad avviare e monitorare una nuova generazione di campagne di
comunicazione mirate. Oltre a campagne intese a sensibilizzare i cittadini,
soprattutto i più giovani, ai danni economici provocati dalle violazioni della
proprietà intellettuale su scala commerciale e ai potenziali rischi che i
prodotti contraffatti comportano per la salute, dovrebbero figurare anche
campagne intese a mettere in rilievo i benefici che la scelta di prodotti che
rispettano la PI apporta ai consumatori e ad agevolare l'accesso a detti
prodotti. 2.2. I titolari dei diritti hanno
la responsabilità di garantire l'integrità delle catene di approvvigionamento La diffusione delle tecnologie dell'informazione e della
comunicazione (TIC) ha agevolato lo sviluppo di catene di approvvigionamento
sempre più lunghe, spesso di portata mondiale. Ha inoltre consentito agli
operatori economici di ridurre i costi di magazzino passando alla consegna "just
in time". Inoltre, le TIC hanno consentito di aumentare le consegne
dirette al consumatore finale. Se da una parte è vero che si tratta di sviluppi
positivi, dall'altra è pur vero che hanno portato vantaggi anche agli operatori
commerciali che violano i DPI, come dimostrano la crescente incidenza delle
piccole partite di merci contraffatte e la rapidità con la quale i
contraffattori possono entrare e uscire da una moltitudine di mercati e
infiltrarsi nelle maglie più deboli delle catene di approvvigionamento che
coinvolgono diversi paesi. A tale riguardo, dato
che i consumatori finali sono sempre più consapevoli della dimensione etica
delle attività delle imprese, un audit della catena di approvvigionamento -
oltre a ridurre il rischio di violazione della PI - rappresenta un vantaggio
anche in termini di marketing e di reputazione delle imprese operanti sul
mercato unico e caratterizzate da una forte presenza dei DPI[12]. In
un primo momento la Commissione esaminerà la possibilità di un regime europeo
su base volontaria e incoraggerà il ricorso a tali buone pratiche di dovuta
diligenza in tutti i settori caratterizzati da una forte presenza dei DPI
mettendo in atto iniziative di promozione e informazione sui costi e sui
benefici legati all'applicazione sistematica dei regimi di audit qualitativi
già soggetti a norme stabilite dagli organismi internazionali riconosciuti. In
particolare, entro la fine del 2014, la Commissione organizzerà un seminario
con le parti interessate su come applicare i principi della dovuta diligenza
alle catene di approvvigionamento per prevenire le violazioni della proprietà
intellettuale su scala commerciale. Al seminario parteciperanno fornitori,
titolari di DPI, intermediari (tra cui piattaforme online, motori di ricerca,
spedizionieri, ecc.), Stati membri, mondo accademico e ONG. Le TIC svolgono
un ruolo fondamentale anche nel garantire la sicurezza dei sistemi logistici e
di distribuzione al dettaglio, contribuendo pertanto a individuare e ad
escludere i prodotti contraffatti. Al fine di garantire la sicurezza delle
catene di distribuzione dei prodotti e impedire l'infiltrazione di prodotti
contraffatti, vengono applicate tecnologie di gestione dell'inventario quali la
combinazione di singoli identificatori del prodotto (codici a barre
bidimensionali) e l'applicazione dell'identificazione a radiofrequenza (RFID).
Tramite il proprio Centro comune di ricerca, la Commissione provvederà a
pubblicare una relazione su come le nuove soluzioni tecnologiche possano permettere
ai consumatori di combattere la contraffazione e la pirateria. Per aiutare a
determinare l'origine delle merci trasportate e contribuire al processo di
valutazione del rischio, la ricerca in materia di sicurezza (finanziata tramite
il programma quadro dell'UE su R&S) verte sulle catene di
approvvigionamento delle merci trasportate via container. Il Centro comune di
ricerca ha anche messo a punto uno strumento informatico (ConTraffic) che
consente alle amministrazioni doganali di analizzare le rotte e i movimenti dei
container che entrano nell'UE[13].
Il seminario proposto valuterà l'applicabilità delle tecnologie di tracciatura
e localizzazione ai diversi modelli commerciali di distribuzione e vendita al
dettaglio ai quali fanno ricorso i settori ad alta presenza di DPI e informerà
le imprese circa le migliori prassi. Azione
2: La Commissione avvierà
una serie di azioni di consultazione con tutte le parti interessate, compresa
la società civile, sull'applicazione della dovuta diligenza lungo tutta la
catena di approvvigionamento come strumento per prevenire le violazioni della proprietà
intellettuale su scala commerciale. Sulla base delle informazioni raccolte, la
Commissione intende mettere a punto un sistema europeo di dovuta diligenza. In
un primo momento la Commissione cercherà di incoraggiare l'adozione volontaria
del sistema, che seguirà da vicino per stabilire l'eventuale necessità di
ulteriori iniziative. 2.3. "Follow the money":
dialogo tra le parti interessate del settore per escludere da internet i
prodotti che violano la proprietà intellettuale Per conseguire
il duplice obiettivo di rilevare rapidamente le violazioni della PI su scala
commerciale e interromperle è importante che i titolari dei diritti concludano
accordi con i partner commerciali ai quali fanno riferimento per l'approvvigionamento,
la promozione, la distribuzione e la vendita dei loro prodotti. Questi accordi
dovrebbero contenere meccanismi ben consolidati per la tutela dei diritti
fondamentali e la promozione di un contesto competitivo, concentrandosi in
particolare sulla prevenzione di potenziali abusi. Siffatti accordi, se
applicati, costituiscono un meccanismo di risposta rapida al problema delle
violazioni della PI. La loro stipula presuppone una serie di dialoghi all'interno
di gruppi rappresentativi delle parti interessate, intesi ad esaminare i
problemi concreti e a cercare soluzioni pratiche che siano realistiche,
equilibrate, proporzionate ed eque per tutte le parti coinvolte. I dialoghi,
avviati dalla Commissione, mirano ad agevolare l'elaborazione di protocolli di
intesa che stabiliscano i principi applicabili dai firmatari negli accordi
contrattuali bilaterali, con l'obiettivo di privare i trasgressori delle loro
fonti di reddito. Il primo dialogo, dedicato alla limitazione della vendita di
articoli contraffatti tramite piattaforme online, ha portato alla stesura di un
protocollo di intesa nel 2011[14].
Una relazione di valutazione dell'aprile 2013[15]
ha concluso che detto protocollo poteva essere utilmente esteso a nuovi
soggetti. Tenendo conto di tutti gli sviluppi pertinenti, nel 2014 e nel 2015 la
Commissione stabilirà nuovi dialoghi con le parti interessate, che
coinvolgeranno i prestatori di servizi pubblicitari e di pagamento e gli
spedizionieri, con l'obiettivo di ultimare, nel corso del 2015, nuovi
protocolli di intesa che contribuiranno ad escludere da internet i prodotti
contraffatti. Parallelamente, l'Osservatorio effettuerà un'analisi comparativa delle
pratiche di collaborazione esistenti tra i titolari dei diritti e i partner commerciali
stabiliti negli Stati membri e nei paesi terzi. Azione
3: Grazie a dialoghi tra le parti interessate che
coinvolgano i prestatori di servizi pubblicitari e di pagamento e gli
spedizionieri, la Commissione faciliterà l'elaborazione di nuovi protocolli di
intesa volontari diretti a ridurre i profitti generati dalle violazioni della
proprietà intellettuale su scala commerciale nell'ambiente online. 2.4. Aiutare le PMI a far valere i
propri diritti di proprietà intellettuale La direttiva del
2004 sul rispetto dei diritti di proprietà intellettuale[16] ha
stabilito norme armonizzate a livello UE per quanto riguarda i sistemi di
ricorso civili in materia di PI. Dopo aver pubblicato una comunicazione nel
2010[17],
la Commissione ha avviato un'ampia consultazione pubblica per valutare se quel
testo fosse adatto a conseguire l'obiettivo prefissato, viste le numerose sfide
cui è confrontata l'applicazione dei DPI. Alla fine del 2012 la Commissione ha
inviato un questionario alle parti interessate, allo scopo di stabilire se i
mezzi di ricorso civili esistenti in caso di violazioni transfrontaliere della
PI fossero accessibili a tutti i titolari di diritti, in particolare alle PMI. Ha
anche esaminato se i sistemi giudiziari degli Stati membri fossero
sufficientemente rapidi e adeguatamente specializzati. I risultati dell'indagine
sono stati pubblicati nel luglio 2013[18].
Su questa base, la Commissione deciderà se occorrano ulteriori interventi per
migliorare le procedure di ricorso civili per le PMI, ad esempio per quanto
riguarda le controversie di modesta entità. I costi elevati e la complessità
dei contenziosi dissuadono spesso le PMI innovative dal far valere i propri
diritti di proprietà intellettuale, compresi quelli derivanti dai brevetti
essenziali per gli standard, e possono portare ad abusi di mercato da parte di
concorrenti di maggiori dimensioni. A livello di Unione sono già disponibili
diversi strumenti processuali civili. La Commissione ha recentemente proposto[19] di
rafforzare e migliorare l'attuale procedimento europeo per le controversie di
modesta entità, che è un procedimento uniforme disponibile in tutti gli Stati
membri (regolamento (CE) n. 861/2007). Questa azione si aggiunge alle
iniziative della Commissione intese ad aiutare gli Stati membri a migliorare l'efficacia
dei propri sistemi giudiziari nazionali, quali ad esempio il quadro di
valutazione UE della giustizia[20]. Azione
4: La Commissione intende analizzare e riferire sulle
iniziative nazionali esistenti volte a migliorare - a favore delle PMI - i
procedimenti per la tutela civile della proprietà intellettuale, in particolare
per quanto riguarda le controversie di modesta entità, e vagliare i possibili
interventi in questo settore. I costi elevati
e la complessità dei contenziosi dissuadono spesso le PMI innovative dal far
valere i propri diritti di proprietà intellettuale. Di conseguenza, non
ottimizzando i ritorni sugli investimenti innovativi, le PMI non riescono a
espandere le attività di ricerca e sviluppo. In alcuni Stati membri, sistemi e fondi
nazionali cercano di porre rimedio a tale situazione, ad esempio offrendo
migliori possibilità di assicurazioni di protezione giuridica. Nel 2015, con l'assistenza
dell'Osservatorio, la Commissione verificherà, se del caso, l'efficacia di tali
sistemi nazionali, nonché di quelli dei paesi terzi. Su questa base, mediante
un libro verde, la Commissione avvierà una consultazione sui risultati di
questa verifica, eventualmente seguita da un'iniziativa politica. Azione
5: La Commissione pubblicherà un libro verde per
consultare le parti interessate sulla necessità di una futura azione dell'UE
basata sulle migliori prassi osservate nel quadro dei sistemi finanziati a
livello nazionale che aiutano le PMI a far valere i loro diritti di proprietà
intellettuale. Nelle sue
attività l'Osservatorio potrebbe utilmente tener conto delle specificità delle
PMI, compresa l'esiguità delle loro risorse, quando esse cercano di far valere
i propri loro diritti di proprietà intellettuale. In quanto titolari di diritti
di proprietà intellettuale, le PMI hanno spesso bisogno di informazioni che le
aiutino ad adattare le strategie di marketing o di distribuzione. Spesso,
inoltre, esse non dispongono delle capacità e delle competenze necessarie per
tutelare efficacemente i loro diritti di proprietà intellettuale. Di
conseguenza, la Commissione cerca di sviluppare un sistema di supporto[21] che
includa gli aspetti legati al rispetto della PI rafforzando e coordinando l'assistenza
nazionale attraverso il progetto IPorta, e offrendo consulenza sulla PI nel
contesto internazionale attraverso l'Helpdesk europeo dei diritti di proprietà
intellettuale (Helpdesk DPI) e l'Helpdesk DPI PMI nei paesi terzi[22].
Questo sistema collabora strettamente con i sistemi generali di supporto alle
imprese, i sistemi nazionali di assistenza per la PI e le attività dell'Osservatorio. 2.5. Sistemi di rifiuto di
addebito: uno strumento per i consumatori Alcuni fornitori
di carte di credito e di debito offrono un sistema di rifiuto di addebito
(chargeback) che consente ai consumatori di contestare e non pagare, fino a un
determinato valore, un servizio o un prodotto che non avrebbero acquistato se
avessero saputo che era contraffatto. In alcuni Stati membri questi sistemi
sono previsti per legge. Detti sistemi non solo, ovviamente, contrastano la
frode, ma possono anche contribuire a garantire che i consumatori che ricevono
inconsapevolmente beni e servizi contraffatti non siano tenuti a pagarli o
possano poi chiedere un risarcimento. Essi possono svolgere un ruolo importante
nel limitare i proventi dei contraffattori. Nel 2014 la Commissione avvierà una
consultazione sui sistemi di rifiuto di addebito e su altri sistemi di conferma
dei pagamenti suscettibili di ridurre il flusso di fondi che alimenta le
violazioni della PI su scala commerciale. Questa consultazione pubblica valuterà
il margine di intervento in questo settore. Azione
6: La Commissione pubblicherà un libro verde per
consultare le parti interessate circa l'impatto che i sistemi di rifiuto di
addebito e altri sistemi analoghi possono avere sulla lotta contro le
violazioni della proprietà intellettuale su scala commerciale. Su questa base,
valuterà l'opportunità di intervenire concretamente in questo settore.
3.
Collaborazione tra autorità pubbliche
3.1. Cooperazione tra autorità
nazionali Vista la natura
transnazionale delle attività di contraffazione nelle mani della criminalità
organizzata, in un'Europa senza frontiere interne vi è la necessità di
rafforzare la cooperazione tra le autorità nazionali, le istituzioni dell'UE,
le agenzie dell'UE nel settore Giustizia e affari interni, i paesi terzi
interessati e altri partner. In questo contesto, nel giugno 2013 il Consiglio
Giustizia e affari interni[23]
ha fissato tra le priorità per il periodo 2014-2017, in particolare sulla base
della valutazione Europol relativa alla minaccia rappresentata dalla
criminalità organizzata e dalle forme gravi di criminalità, lo smantellamento
delle organizzazioni criminali coinvolte nella produzione e distribuzione di
merci contraffatte che violano i regolamenti in materia di salute, sicurezza e
alimentazione e di quelle che producono prodotti di qualità inferiore alla
norma. Per realizzare
le varie priorità stabilite dal Consiglio in materia di lotta alla criminalità
organizzata e alle forme gravi di criminalità, gli Stati membri, con il
sostegno del segretariato generale del Consiglio, della Commissione, di
Eurojust, di Europol e di altre pertinenti agenzie dell'UE, elaborano piani d'azione
operativi annuali[24].
L'attuazione di queste azioni sarà oggetto di verifiche periodiche. La
Commissione è disposta a sostenere gli Stati membri cofinanziando,
eventualmente, dette azioni. Il piano d'azione
doganale dell'UE per combattere le violazioni della proprietà intellettuale per
il periodo 2013-2017[25]
stabilisce un quadro per un'azione comune delle 28 amministrazioni
doganali, al fine di combattere più efficacemente le violazioni della proprietà
intellettuale alle frontiere esterne dell'UE. Prevede lo sviluppo di approcci
su misura per contrastare la consegna - tramite corriere o pacchi postali - di
beni contraffatti acquistati su internet. È necessario rafforzare la
cooperazione transfrontaliera e tra autorità. Nel 2015 la Commissione
organizzerà una conferenza con i rappresentanti delle dogane, della polizia e
delle autorità giudiziarie per stabilire come realizzare tale cooperazione
rafforzata. Per seguire
meglio le tendenze in materia di lotta alla contraffazione al di fuori dell'UE,
la Commissione sta inoltre elaborando una comunicazione che aggiorna la
strategia diretta a garantire il rispetto dei diritti di proprietà
intellettuale nei paesi terzi, adottata nel 2004[26]. Nel
contesto dei negoziati sugli accordi di libero scambio, l'UE mira a ottenere dai
governi dei paesi terzi impegni sostanziali intesi a conseguire un livello
elevato di rispetto dei DPR, facilitando in tal modo il commercio di prodotti
fortemente caratterizzati dalla PI. Sarebbe opportuno anche sviluppare una più
stretta cooperazione fra le autorità doganali dell'UE e dei paesi terzi per
quanto riguarda il commercio di beni contraffatti, come previsto nel piano d'azione
doganale dell'UE[27]. Alcuni
Stati membri hanno istituito, nelle loro giurisdizioni, unità di polizia
specializzate in PI, al fine di evitare che le autorità competenti si
sovrappongano nell'attuazione delle strategie di applicazione dei DPI. Analoghi
rischi di duplicazione delle attività e altre lacune riguardano anche la
cooperazione tra Stati membri. Per le autorità è spesso difficile rintracciare
le violazioni transfrontaliere della PI all'interno dell'Unione. Esse pertanto,
sono raramente in grado di pianificare ed eseguire operazioni e indagini
transfrontaliere all'interno del mercato unico. Fatte
salve le attività in corso[28],
la Commissione ritiene che la cooperazione tra tutte le autorità nazionali
coinvolte nella protezione della PI potrebbe essere migliorata grazie all'istituzione
di un gruppo di esperti per tutte le autorità competenti degli Stati membri[29]. Un
siffatto forum, che consentirebbe di condividere le migliori pratiche e di
discutere gli orientamenti strategici in materia di PI, potrebbe quindi
contribuire a rendere più efficace la lotta dell'UE[30] contro
le violazioni della proprietà intellettuale. Azione
7: La Commissione istituirà un gruppo di esperti degli
Stati membri in materia di rispetto della proprietà intellettuale, che
consentirà agli Stati membri di condividere le migliori pratiche sui lavori di
tutte le autorità interessate in seno all'Unione e di essere informati sull'attuazione
del piano d'azione. 3.2. Formazione per le autorità
nazionali nel mercato unico La formazione
delle autorità nazionali sulle tendenze della contraffazione e i modelli
commerciali ad esse associati nonché sullo scambio delle migliori pratiche
circa le tecniche di individuazione si svolge essenzialmente a livello
nazionale. Inoltre, la formazione transfrontaliera, laddove esistente, non ha
carattere orizzontale, ma è spesso organizzata verticalmente per tipo di
autorità preposta al controllo. Nel contesto del mercato unico è pertanto
necessario elaborare programmi di formazione transfrontalieri destinati alle
autorità incaricate di vegliare sul rispetto della PI. Nel 2012 e nel 2013, l'Osservatorio
ha organizzato seminari sulla contraffazione dei pesticidi e dei prodotti
farmaceutici destinati alle autorità incaricate dell'applicazione della legge. Sulla
falsariga di questo seminario, sarebbe opportuno prevedere sessioni di
formazione per i funzionari nazionali che operano sul campo per garantire il
rispetto della PI. Nel frattempo, l'Ufficio comunitario delle varietà vegetali
(UCVV) ha tenuto, nel maggio 2013, un seminario sui ritrovati vegetali rivolto
a tutte le categorie di professionisti che si occupano di proprietà
intellettuale in questo settore. Nel 2014 l'Osservatorio continuerà a
sviluppare un insieme completo di programmi di formazione settoriali sull'applicazione
dei DPI, destinati alle autorità degli Stati membri. Questi programmi sono
coordinati con Europol, Eurojust, l'Accademia europea di polizia (CEPOL) e l'UCVV. Nel frattempo,
anche lo sviluppo di programmi di formazione sulla legislazione UE in materia
di PI, destinati agli operatori della giustizia, può rendere più efficace l'applicazione
dei DPI e i meccanismi di risarcimento. A tal fine, la
Commissione promuoverà lo sviluppo di azioni di formazione sulla legislazione
UE in materia di PI destinate agli operatori della giustizia e diffonderà il
materiale di formazione esistente, in particolare avvalendosi pienamente del
portale europeo della giustizia elettronica[31]. Azione
8: La Commissione affiancherà l'Osservatorio nella
messa a punto di un insieme completo di programmi di formazione settoriali sull'applicazione
dei diritti di proprietà intellettuale, destinati alle autorità degli Stati
membri nel quadro del mercato unico. 3.3. Responsabilità delle
amministrazioni aggiudicatrici in materia di individuazione di prodotti
contraffatti negli appalti pubblici Può accadere che
nei contratti di appalto pubblico a livello UE si infiltrino prodotti
contraffatti. In un primo momento, nel 2014, la Commissione promuoverà gli
scambi tra le autorità pubbliche degli Stati membri e organizzerà a tale scopo
una consultazione a livello di gruppo di esperti degli Stati membri in materia
di appalti pubblici. Seminari tematici organizzati dall'Osservatorio
consentiranno poi alle autorità pubbliche di diversi Stati membri di discutere
i problemi che hanno incontrato e scambiarsi buone pratiche. La Commissione
avvierà inoltre un primo esercizio pilota settoriale analizzando gli acquisti
pubblici nel settore medico, per valutare l'entità del problema in questo
campo. Sulla base di queste azioni la Commissione pubblicherà e promuoverà una
guida sui metodi da seguire per aiutare le autorità pubbliche a individuare i
prodotti contraffatti e a impedire che entrino nel circuito dei servizi
pubblici. Azione
9: La Commissione intende sviluppare, promuovere e
pubblicare una guida destinata alle autorità pubbliche che descrive le migliori
pratiche per evitare di acquistare prodotti contraffatti.
4.
Rendere più mirata la politica di rispetto della proprietà
intellettuale e rafforzarne il monitoraggio
4.1. Analizzare le tendenze in
materia di proprietà intellettuale e di violazioni della proprietà
intellettuale In una
prospettiva di interesse pubblico, le politiche intese a far rispettare la PI
dovrebbero focalizzarsi su quelle violazioni della PI su scala commerciale che
sono più suscettibili di nuocere agli investimenti nell'innovazione e nella
creatività e recano i maggiori danni al benessere dei consumatori e alla
crescita economica. In questo contesto, è necessario individuare con
oggettività i settori ad alta presenza di DPI cui le violazioni della PI recano
i danni più gravi e poi sottoporli ad un monitoraggio sistematico, in modo da
garantire il funzionamento degli strumenti strategici enunciati nella presente
comunicazione e dei sistemi di ricorso. Nel settembre 2013, l'Ufficio europeo
dei brevetti (UEB) e l'UAMI hanno pubblicato uno studio che contiene una prima
valutazione dei settori ad alta presenza di DPI nell'UE[32]. La
seconda parte della relazione UAMI/UEB sarà pubblicata nell'autunno 2014[33]. Dopo aver individuato i settori ad alta presenza di
DPI, occorrerà applicare metodi di stima affidabile per valutare l'entità delle
violazioni della proprietà intellettuale su scala commerciale in questi settori[34].
Insieme all'Osservatorio, entro il 2015 la Commissione presenterà modelli
trasparenti e pragmatici per stimare le tendenze delle violazioni della PI nei
settori ad alta presenza di DPI. Per i settori ad
alta presenza di DPI che offrono i propri prodotti online e che vedono offerti liberamente
online prodotti contraffatti, la Commissione sta conducendo uno studio inteso a
valutare in quale misura i prodotti contraffatti si sostituiscono ai prodotti
autentici. Lo studio sarà ultimato entro la fine del 2014. Insieme all'Osservatorio,
la Commissione avvierà anche uno studio sulle violazioni delle licenze "Creative
Commons" ad opera di soggetti che cercano di appropriarsi di opere di
dominio pubblico. Inoltre, l'Osservatorio effettuerà una ricerca sul
comportamento e sugli atteggiamenti delle giovani generazioni per quanto
riguarda le abitudini di consumo dei prodotti a cui si applicano diritti di PI. Nell'ambito dei
lavori nel settore della politica doganale, la Commissione continuerà a
raccogliere e a rendere disponibili i dati relativi ai blocchi doganali alle
frontiere esterne dell'Unione europea. Tali informazioni saranno integrate
dalle informazioni sulle violazioni della PI osservate a livello di mercato
unico[35].
Parallelamente, l'Osservatorio, con il sostegno delle autorità nazionali competenti,
sta lavorando allo sviluppo di una banca dati della giurisprudenza relativa
alle violazioni della PI. Per assicurare
che questi dati vengano proficuamente usati per far sì che la politica di rispetto
della PI si fondi sulla trasparenza economica, a partire dal 2014 la
Commissione intende produrre relazioni economiche in questo settore. Dette
relazioni fungeranno da strumento di monitoraggio delle politiche della
Commissione in materia di lotta contro le violazioni della PI su scala
commerciale. Azione
10: La Commissione pubblicherà una
relazione biennale sull'impatto economico della politica dell'UE in materia di proprietà
intellettuale che potrebbe fungere da strumento di monitoraggio più efficace
per la nuova politica UE in materia di rispetto della proprietà intellettuale,
oggetto della presente comunicazione. [1] Conclusioni del Consiglio europeo del 20 e 21 marzo
2014, pagg. 5 e 6. [2] Intellectual Property Rights intensive industries:
contribution to economic performance and employment in Europe. Cfr. oami.europa.eu [3] Cfr. ec.europa.eu/internal_market/intellectual-property [4] Nel 2012 RAND Europe ha ultimato una relazione (Measuring
IPR infringements in the internal market) sugli studi finanziati dal
settore che valutano il problema e sui limiti di tali studi. http://ec.europa.eu/internal_market/iprenforcement/docs/ipr_infringment-report_en.pdf [5] Cfr. kroll.com [6] Cfr. ec.europa.eu/taxation_customs [7] https://www.gov.uk/government/uploads/system/uploads/attachment_data/file/246390/horr73.pdf. Da questa stima è esclusa la criminalità
informatica. [8] L'impatto delle azioni proposte sul bilancio non è superiore
a quanto già previsto nella programmazione ufficiale della Commissione per gli
anni futuri. [9] Il regolamento (UE) n. 386/2012 del 19 aprile 2012
assegna all'UAMI vari compiti intesi a facilitare e a sostenere le attività
delle autorità nazionali, del settore privato e delle istituzioni dell'UE nella
lotta contro le violazioni dei DPI. Tali compiti non comprendono la
partecipazione a singole operazioni o indagini condotte dalle autorità
nazionali, né le materie di cui al titolo V della parte III del trattato sul
funzionamento dell'Unione europea (ad esempio la cooperazione giudiziaria in
materia penale e la cooperazione di polizia). [10] Cfr. oami.europa.eu
[11] La Commissione ha recentemente lanciato un'iniziativa
intesa a mettere in luce l'impatto economico sui cittadini delle violazioni dei
DPI, sia in termini di posti di lavoro perduti che di mancato gettito fiscale,
soprattutto in alcuni settori specifici: "Troppo bello per essere vero? La
verità sul prezzo dei prodotti contraffatti". Per ulteriori informazioni: http://ec.europa.eu/commission_2010-2014/tajani/stop-fakes/index_it.htm [12] Il regolamento (UE) n. 995/2010 del 20 ottobre 2010
stabilisce obblighi di dovuta diligenza per gli operatori che commercializzano
prodotti derivati dal legno. [13] Cfr. ec.europa.eu/dgs/jrc [14] Cfr. ec.europa.eu/internal_market/iprenforcement [15] COM(2013) 209 del 18.4.2013. [16] Direttiva 2004/48/CE del 29.4.2004. [17] COM(2010) 779 del 22.12.2010. [18] Cfr. ec.europa.eu/internal_market/consultations [19] COM(2013) 794 final. [20] http://ec.europa.eu/justice/effective-justice/files/justice_scoreboard_communication_en.pdf [21] http://ec.europa.eu/enterprise/initiatives/ipr/what-are-iprs/index_en.htm [22] [Per maggiori dettagli, si veda la comunicazione della
Commissione dal titolo Commercio, crescita e proprietà intellettuale - Strategia
per la tutela e il rispetto dei diritti di proprietà intellettuale nei paesi
terzi, COM(2014) […].] [23] Conclusioni del Consiglio del 7 giugno 2013, che
stabiliscono le priorità dell'UE per la lotta alla criminalità organizzata e
alle forme gravi di criminalità. [24] Queste azioni mirano in particolare a migliorare le
informazioni e l'intelligence ai fini dell'analisi strategica e operativa,
stabilire una gerarchia dei grandi gruppi criminali organizzati e contrastarne
le attività, sviluppare strumenti di indagine finanziaria e di recupero dei
beni, promuovere la cooperazione multidisciplinare all'interno dell'UE e
migliorare la cooperazione con i principali paesi d'origine e di transito e con
i partner interessati. [25] Risoluzione del Consiglio del 10 dicembre 2012. [26] GU C 129 del 26.5.2005, pag. 3. [27] Ibidem. [28] In particolare nel quadro del piano d'azione doganale
dell'UE e della lotta alla criminalità organizzata e alle forme gravi di
criminalità, cfr. GU C 80 del 19.3.2013, pag. 1. [29] Il gruppo potrebbe anche sovrintendere all'utilizzo di
strumenti comuni quali la base dati Enforcement e la base dati ACIST, messe a
punto dall'Osservatorio. [30] Le competenze e il mandato del gruppo di esperti saranno
stabilite in una decisione della Commissione nel 2014. [31] Cfr. e-justice.europa.eu [32] Intellectual Property Rights intensive industries,
op.cit. [33] Analizzando i dati delle imprese, questa seconda parte
dello studio individuerà i settori ad alta presenza di DPI a livello nazionale
e quantificherà il loro contributo all'economia di ciascuno Stato membro, oltre
a valutare in quale misura le PMI dipendano dai DPI. [34] Nel 2012 RAND Europe ha ultimato una relazione per la
Commissione (Measuring IPR infringements in the internal market, cit.)
che ha esaminato circa 200 studi, mettendone in evidenza i punti forti e i
punti deboli sul piano metodologico e della raccolta dei dati. Su questa base,
RAND ha proposto una metodologia sottoposta a valutazione inter pares, che
potrebbe essere utilizzata per stimare i livelli di violazioni della PI nel
sistema economico. [35] I dati saranno conservati nella base dati ACIST
(Anti-Counterfeiting Intelligence Support Tool), sviluppata dall'UAMI insieme
ad Europol: https://www.tmdn.org/enforcementintelligence-webapp/