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Document 52013IP0060

    Risoluzione del Parlamento europeo del 7 febbraio 2013 sulle recenti aggressioni ai danni di operatori sanitari in Pakistan (2013/2537(RSP))

    GU C 24 del 22.1.2016, p. 111–114 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

    22.1.2016   

    IT

    Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

    C 24/111


    P7_TA(2013)0060

    Recenti attacchi contro personale sanitario in Pakistan

    Risoluzione del Parlamento europeo del 7 febbraio 2013 sulle recenti aggressioni ai danni di operatori sanitari in Pakistan (2013/2537(RSP))

    (2016/C 024/16)

    Il Parlamento europeo,

    viste le sue precedenti risoluzioni sul Pakistan,

    vista la dichiarazione rilasciata dall'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) e dal Fondo delle Nazioni Unite per l'infanzia (Unicef) il 18 dicembre 2012,

    vista la comunicazione della Commissione dal titolo «Riservare ai minori un posto speciale nella politica esterna dell'UE» (COM(2008)0055),

    vista la sua risoluzione del 18 aprile 2012 sulla relazione annuale sui diritti umani nel mondo e la politica dell'Unione europea in materia, comprese le conseguenze per la politica strategica dell'UE in materia di diritti umani (1),

    visto il piano d'impegno quinquennale UE-Pakistan del marzo 2012, che prevede priorità tra cui la promozione del buon governo, la cooperazione in materia di emancipazione femminile e il dialogo sui diritti umani,

    viste le conclusioni del Consiglio sul Pakistan del 25 giugno 2012, che ribadiscono le aspettative dell'UE riguardo alla promozione e al rispetto dei diritti umani,

    visto il programma nazionale di eradicazione della poliomielite avviato dal Pakistan nel 1994,

    vista l'Iniziativa globale per l'eradicazione della poliomielite dell'OMS e il suo nuovo piano strategico per l'eradicazione della poliomelite e la battaglia finale (2013-2018),

    visto il consenso europeo sull'aiuto umanitario,

    visti l'articolo 122, paragrafo 5, e l'articolo 110, paragrafo 4, del suo regolamento,

    A.

    considerando che, secondo l'OMS, il Pakistan, con 198 casi nel 2011, è uno degli ultimi tre paesi in cui la poliomelite è ancora endemica; che, secondo l'OMS, qualora non si riuscisse a fermare la polio, verrebbero a determinarsi gravi rischi sanitari per la regione e non solo, visto che si tratta di una malattia altamente contagiosa;

    B.

    considerando che il 1o gennaio 2013 sei operatori sanitari e un medico sono stati uccisi a colpi di arma da fuoco mentre rincasavano dal centro in cui lavoravano per un'organizzazione non governativa nella regione nord-occidentale di Swabi, a circa 75 chilometri (45 miglia) a nord ovest della capitale, Islamabad;

    C.

    considerando che, dal 17 al 19 dicembre 2012, nove operatori sanitari che partecipavano alla campagna antipolio in Pakistan, sei dei quali donne, sono stati uccisi con armi da fuoco a Karachi e a Peshawar;

    D.

    considerando che, il 29 gennaio 2013, un poliziotto che assicurava la protezione a un gruppo di operatori preposti a una campagna di vaccinazione contro la polio sotto l'egida dell'ONU è stato ucciso nei pressi di Swabi e che, il 31 gennaio 2013, due addetti alle vaccinazioni antipolio sono stati uccisi da una mina nel nord-ovest del Pakistan, sebbene non sia chiaro se sia trattato di un attacco mirato;

    E.

    considerando che, in un altro attacco perpetrato nel luglio 2012, sono stati feriti un medico ghanese dell'OMS e il suo autista, mentre contribuivano a combattere la polio a Karachi;

    F.

    considerando che si sospetta che tutte queste aggressioni siano collegate alle campagne di vaccinazione antipolio dei bambini pakistani;

    G.

    considerando che l'ultima serie di omicidi ha indotto l'OMS e l'Unicef a sospendere le campagne antipolio nel paese; che anche il governo del Pakistan e le province di Sindh e Khyber hanno temporaneamente sospeso la campagna di vaccinazione a causa dei timori per la sicurezza degli operatori sanitari;

    H.

    considerando che il governo pakistano ha dichiarato la polio un'emergenza nazionale e sta attualmente conducendo una campagna di vaccinazione, nel tentativo di debellare la malattia all'interno dei suoi confini; che questa campagna è sostenuta a livello internazionale dall'OMS, dall'Unicef e da altri e fa parte dell'Iniziativa globale per l'eradicazione della poliomielite; che la campagna è rivolta a 33 milioni di bambini, con centinaia di migliaia di operatori sanitari, molti dei quali donne, che effettuano vaccinazioni a livello nazionale;

    I.

    considerando che la spesa sanitaria in Pakistan riceve meno dello 0,3 % del bilancio annuale, sia a livello federale che provinciale;

    J.

    considerando che la maggior parte delle aggressioni contro gli operatori sanitari ha avuto luogo nel nord-ovest, vicino a roccaforti militanti, ed è presumibilmente legata ai talebani;

    K.

    considerando che tali aggressioni privano i bambini pakistani del loro diritto ad interventi sanitari salva-vita di base e li pone a rischio di contrarre una malattia che cagiona una disabilità permanente;

    L.

    considerando che il motivo dei recenti attacchi sembra essere l'opposizione alle campagne di vaccinazione tra i gruppi estremisti islamici, i quali sostengono che il vaccino abbia lo scopo di rendere sterili i bambini musulmani;

    M.

    considerando che, per giustificare i loro atti criminali, i talebani hanno usato il pretesto che, in passato, servizi segreti stranieri avessero utilizzato squadre per la vaccinazione locale in tutto il Pakistan al fine di raccogliere informazioni;

    N.

    considerando che gli educatori e gli operatori sanitari si trovano sempre più nel mirino di gruppi militanti islamici, quali Tehreek-e-Taliban (TTP) e Jundullah, che si oppongono alle campagne di vaccinazione antipolio in quanto le considerano strumenti per promuovere un programma di politica estera liberale;

    O.

    considerando che le aggressioni mortali rispecchiano l'insicurezza crescente cui devono far fronte gli operatori umanitari in Pakistan; che, secondo la relazione 2012 della banca dati «Aid Worker Security Database», il Pakistan è fra i cinque paesi più pericolosi per la sicurezza degli operatori umanitari;

    P.

    considerando che le ONG e gli operatori umanitari svolgono un ruolo fondamentale in numerose aree e province del Pakistan, in particolare nelle zone tribali, dove il governo non è stato in grado di fornire servizi come ospedali o scuole;

    Q.

    considerando che la maggior parte delle vittime degli attacchi contro il personale medico erano donne, il che corrisponde alla prassi abituale dei militanti talebani di attaccare operatori e attivisti di sesso femminile per inviare il messaggio che alle donne non è permesso lavorare fuori casa;

    1.

    condanna fermamente le molteplici uccisioni e aggressioni che hanno avuto luogo negli ultimi mesi ai danni di operatori medici e delle forze di sicurezza incaricate della loro protezione; sottolinea che questi attacchi nuocciono alle popolazioni più vulnerabili del paese, specialmente i bambini, privandoli di interventi sanitari di base fondamentali per la sopravvivenza;

    2.

    esprime il suo cordoglio alle famiglie delle vittime;

    3.

    apprezza la condanna generalizzata degli attacchi espressa dal governo pakistano e dalla società civile pakistana;

    4.

    esorta il governo pakistano ad assicurare alla giustizia i responsabili degli attacchi avvenuti negli ultimi mesi;

    5.

    esprime la sua ammirazione per il coraggio e la determinazione degli operatori sanitari, molti dei quali donne, che, nonostante il grave pericolo cui sono esposti, si impegnano altruisticamente per debellare la poliomielite e fornire altri servizi sanitari ai bambini in Pakistan;

    6.

    sottolinea che è necessario che gli operatori sanitari possano lavorare in un ambiente sicuro; rimane profondamente preoccupato per il fatto che gli operatori umanitari internazionali siano collegati in misura crescente, dai militanti, ad agenti dei servizi segreti e a forze militari occidentali;

    7.

    sottolinea che l'interruzione del programma di vaccinazione antipolio in Pakistan rappresenta una seria battuta d'arresto per gli sforzi compiuti a livello mondiale al fine di eradicare definitivamente la poliomielite nell'immediato futuro;

    8.

    si compiace del piano d'azione di emergenza nazionale per l'eradicazione della poliomielite varato nel 2012 dal governo pakistano e sottolinea l'importanza che sia portato avanti con successo, in modo da evitare un aumento della diffusione della malattia; rileva che, dall'inizio dell'ultima campagna di immunizzazione, il numero di casi di poliomielite ha raggiunto livelli minimi storici;

    9.

    plaude all'impegno, espresso dall'OMS e da altre organizzazioni internazionali, a continuare a sostenere il governo e il popolo pakistani nei loro sforzi per debellare la poliomielite e le altre malattie nel paese;

    10.

    invita la Commissione e il Servizio europeo per l'azione esterna a esaminare modalità di collaborazione con l'OMS per sostenere l'attività delle operatrici sanitarie note come «Lady Health Workers», volta ad ampliare l'accesso a servizi sanitari di prevenzione di base, in particolare nelle zone rurali;

    11.

    plaude agli sforzi già attuati dal governo del Pakistan per garantire la sicurezza contestualmente alle campagne sanitarie e sviluppare una nuova strategia per proteggere gli operatori umanitari; invita tuttavia il governo del Pakistan ad aumentare in modo significativo le misure di sicurezza per le organizzazioni umanitarie e i relativi operatori;

    12.

    invita i governi di tutto il mondo a salvaguardare la neutralità del lavoro umanitario, dato che, in caso contrario, decine di migliaia di persone potrebbero essere esposte alle malattie e coloro che prestano servizi sanitari legittimi ed essenziali potrebbero trovarsi in pericolo;

    13.

    è profondamente preoccupato per la situazione delle donne in Pakistan, in particolare delle donne e ragazze che assumono un ruolo attivo nella società e che hanno ricevuto minacce dai talebani e da altri gruppi estremisti;

    14.

    incoraggia il governo pakistano a condurre un'ampia campagna informativa al fine di sviluppare un maggiore sostegno e una maggiore titolarità in seno alla società pakistana e migliorare il livello di fiducia nei confronti delle campagne di vaccinazione; invita, a tale proposito, il governo pakistano ad avviare un dialogo con i leader delle comunità, in modo da affrontare le cause profonde del problema;

    15.

    ritiene che in Pakistan i mezzi d'informazione e la società civile, in collaborazione con le organizzazioni internazionali e le ONG attive in ambito umanitario, abbiano il dovere di contribuire a sensibilizzare riguardo al ruolo importante e indipendente svolto dagli operatori umanitari in campo medico nell'assistere la popolazione;

    16.

    ribadisce la disponibilità dell'UE a fornire assistenza in vista delle prossime elezioni in Pakistan, che saranno decisive per il futuro democratico del paese e la stabilità della regione; prende atto che l'UE non ha ancora ricevuto dalle autorità pakistane una lettera d'invito formale a procedere in tal senso;

    17.

    incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, al Servizio europeo per l'azione esterna, al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, al rappresentante speciale dell'Unione europea per i diritti umani, all'agenzia delle Nazioni Unite per la parità di genere (UN Women), ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, al Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti dell'uomo, all'UNICEF, all'OMS nonché al governo e al parlamento del Pakistan.


    (1)  Testi approvati, P7_TA(2012)0126.


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