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Document 52012DC0601
COMMUNICATION FROM THE COMMISSION TO THE EUROPEAN PARLIAMENT AND THE COUNCIL on the Main Findings of the Comprehensive Monitoring Report on Croatia’s state of preparedness for EU membership
COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO E AL CONSIGLIO relativa alle principali conclusioni della relazione globale di controllo sul grado di preparazione della Croazia in vista dell’adesione all’UE
COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO E AL CONSIGLIO relativa alle principali conclusioni della relazione globale di controllo sul grado di preparazione della Croazia in vista dell’adesione all’UE
/* COM/2012/0601 final */
COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO E AL CONSIGLIO relativa alle principali conclusioni della relazione globale di controllo sul grado di preparazione della Croazia in vista dell’adesione all’UE /* COM/2012/0601 final */
COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL
PARLAMENTO EUROPEO E AL CONSIGLIO relativa alle principali conclusioni della
relazione globale di controllo sul grado di preparazione della Croazia in vista
dell’adesione all’UE 1. Introduzione I negoziati di adesione con la Croazia sono
stati chiusi nel giugno 2011. In seguito al parere favorevole della
Commissione, al parere conforme del Parlamento europeo e alla decisione del
Consiglio relativa all’ammissione della Croazia, il trattato di adesione è
stato firmato il 9 dicembre 2011 (GU L 112 del 24.4.2012). Il paese ha
ratificato il trattato di adesione e diverrà membro dell’Unione europea il 1º
luglio 2013, a condizione che il trattato sia ratificato da tutti gli Stati
membri. In quanto paese in via d’adesione, la Croazia gode dello status di
“osservatore attivo” durante il periodo che precede l’adesione. Nel corso dei negoziati, la Croazia ha
accettato una serie di impegni che dovrà rispettare entro la data di adesione,
a meno che non siano state convenute disposizioni transitorie specifiche. Nel documento di strategia pubblicato
nell’ottobre 2011 e nella relazione di verifica sui preparativi per l’adesione
della Croazia dell’aprile 2012[1],
la Commissione ha rilevato i progressi compiuti dal paese nell’ambito dei preparativi
per l’adesione e ha individuato altresì vari settori che richiedono ulteriori
miglioramenti affinché la Croazia possa soddisfare pienamente gli obblighi che
l’adesione comporta. La Croazia ha elaborato un piano d’azione per dar seguito
alle conclusioni della relazione di verifica del mese di aprile. Il piano è in
corso di attuazione e sono già state adottate varie misure; è proseguita, in
particolare, la ristrutturazione di Brodosplit e avanzano le discussioni
relative alle modalità di privatizzazione e di ristrutturazione per 3.Maj e
Brodotrogir. È continuata l’attuazione della strategia di riforma del sistema
giudiziario e del relativo piano d’azione e viene attualmente ultimata una
strategia riveduta. Il governo ha proposto al Parlamento una nuova legislazione
sull’esecuzione delle sentenze. Si è continuato a registrare risultati nella
lotta contro la corruzione e la criminalità organizzata e si sono mossi i primi
passi per istituire la commissione competente in materia di conflitto di
interessi. Per quanto riguarda i diritti fondamentali, sono state adottate
modifiche della nuova legge antidiscriminazioni e la nuova normativa
riguardante il mediatore. Si sono intensificate le discussioni con la
Bosnia-Erzegovina per affrontare le questioni in sospeso in materia di gestione
delle frontiere. Si registrano progressi per quanto concerne l’allineamento
della direttiva sui servizi e in materia di reciproco riconoscimento delle
qualifiche professionali. È stata abolita, con effetto a decorrere da luglio 2012,
la tassa/misura fiscale relativa ai servizi mobili. Conformemente all’articolo 36 dell’atto di
adesione, la Commissione deve sorvegliare attentamente tutti gli impegni
assunti dalla Croazia nel corso dei negoziati di adesione, con particolare
attenzione alla politica di concorrenza, al sistema giudiziario e ai diritti
fondamentali, nonché a libertà, sicurezza e giustizia. L’atto prevede inoltre
che nell’autunno del 2012 la Commissione presenti una relazione globale di
controllo al Parlamento europeo e al Consiglio. La presente comunicazione sintetizza le
principali conclusioni della relazione globale di controllo, che analizza i
progressi compiuti dalla Croazia tra ottobre 2011 e settembre 2012 nei
preparativi per l’adesione, presenta una valutazione globale del suo grado di
preparazione ed evidenzia i settori che richiedono un maggiore impegno affinché
il paese sia pronto ad aderire all’Unione europea il 1° luglio 2013. La relazione valuta il grado di preparazione
della Croazia sulla base dei criteri politici ed economici di adesione, nonché
dell’obbligo di adottare ed attuare l’acquis dell’UE, come stabilito dal
Consiglio europeo di Copenaghen del 1993. La valutazione si basa su informazioni
raccolte e analizzate dalla Commissione, compresi dati forniti dalla Croazia,
nonché sulle informazioni comunicate da Stati membri, organizzazioni
internazionali e organizzazioni della società civile nell’ambito dei loro
regolari contatti con la Commissione. La relazione poggia altresì sulle
conclusioni tratte dalla Commissione nelle sue tabelle di controllo aggiornate,
uno strumento di lavoro inteso a esaminare in dettaglio tutti gli impegni
assunti dalla Croazia nel quadro dei negoziati. Con la presente relazione, la Commissione
intende inoltre assistere la Croazia nel suo cammino verso l’adesione. 2. Conformità
della Croazia ai criteri di Copenaghen – sintesi delle conclusioni 2.1 Criteri politici La Croazia continua a soddisfare i criteri
politici. Sono proseguiti i lavori in tutti i settori interessati dai criteri
politici (stabilità istituzionale tale da garantire la democrazia, Stato di
diritto, diritti umani, rispetto e protezione delle minoranze) e i risultati
incominciano ad essere tangibili. Le elezioni legislative, svoltesi nel dicembre 2011 in un contesto pluralistico, sono state
gestite con efficienza e in modo trasparente. Occorrono miglioramenti per
quanto riguarda la conservazione delle liste elettorali, per cui sono già
iniziati i lavori. Serve un maggiore impegno nel campo della pubblica
amministrazione per migliorare la professionalità dei dipendenti pubblici.
È indispensabile completare ed attuare in maniera efficiente il quadro
giuridico pertinente al fine di istituire un servizio pubblico moderno,
affidabile, trasparente e al servizio del cittadino. Tenuto conto della recente
importante ristrutturazione della pubblica amministrazione, nonché delle
ulteriori competenze legate all’adesione all’UE, la Croazia deve affrontare
senza indugio le difficoltà in termini di capacità amministrative individuate
nella relazione globale di controllo e garantire che il completamento dei
preparativi per l’adesione non ne risenta. Nel settore giudiziario sono proseguite
le iniziative volte a rafforzare l’indipendenza, la responsabilità,
l’imparzialità e la professionalità della magistratura. Il Consiglio
giudiziario dello Stato e il Consiglio delle procure dello Stato, oggetto di
riforma, hanno continuato a funzionare in modo indipendente. Entrambi gli
organi hanno continuato a nominare funzionari giudiziari in base a criteri
trasparenti, uniformi e oggettivi. Bisogna adoperarsi per migliorarne il
funzionamento, soprattutto per consentire loro di svolgere i sempre più
numerosi compiti, compresi il controllo sistematico e preciso delle
dichiarazioni patrimoniali e l’applicazione proattiva di procedure
disciplinari. Si devono migliorare le procedure di selezione e nomina dei nuovi
giudici e pubblici ministeri. La Croazia ha continuato ad attuare diverse
misure volte a migliorare l’efficienza del sistema giudiziario. Sebbene il
numero di vecchie cause penali pendenti continui a diminuire, quello delle
vecchie cause civili è aumentato negli ultimi diciotto mesi. Desta
preoccupazione questa tendenza generale che vede un aumento delle cause non
risolte, essenzialmente in campo civile e commerciale e per quanto riguarda
reati minori e casi riguardanti l’esecuzione delle sentenze. Il parlamento deve
adottare la legislazione riveduta sull’esecuzione delle sentenze, adottata dal
governo nel luglio 2012, che dev’essere applicata per poter conseguire
ulteriori risultati concreti. Per quanto
riguarda la lotta contro la corruzione, è in essere un quadro giuridico
e istituzionale adeguato e si continuano a registrare risultati in termini di
attuazione. Gli organi di contrasto si confermano proattivi, soprattutto nei
casi ad alto livello. Occorre tenere sotto stretto controllo la corruzione a
livello locale, in particolare nel settore dei pubblici appalti. Sono
migliorati i risultati conseguiti dalla Croazia in termini di rafforzamento delle
misure di prevenzione grazie a una serie di strumenti giuridici, ma il paese
non ha ancora completamente attuato la legislazione in materia di conflitto di
interessi e ha soppresso le precedenti disposizioni sui criteri di appartenenza
ai consigli di amministrazione e ai consigli direttivi delle imprese pubbliche.
Sono stati mossi alcuni passi per la creazione della commissione competente in
materia di conflitto di interessi, con la pubblicazione da parte del Parlamento
dell’invito a manifestare interesse per la selezione dei suoi membri
nell’agosto 2012. Detta commissione dev’essere creata e diventare
operativa senza indugio. Si deve prestare attenzione al campo di applicazione e
all’attuazione della normativa sull’accesso all’informazione. La Croazia è a
buon punto per quanto riguarda la cooperazione di polizia e la lotta contro la
criminalità organizzata. Sono proseguite attività volte ad allineare la
legislazione nazionale con l’acquis dell’UE e a fronteggiare le sfide future
della lotta contro la criminalità organizzata all’interno dell’Unione. Per quanto riguarda i diritti umani e la
tutela delle minoranze, i diritti umani continuano, nel complesso, ad
essere rispettati, benché si confermi la necessità di prestare maggiore
attenzione al rispetto dei diritti di lesbiche, omosessuali, bisessuali e
transessuali (LGBT). Le manifestazioni del “gay pride” a Spalato e Zagabria si
sono svolte senza incidenti di rilievo, con un forte impegno del governo croato
nei confronti della loro regolare organizzazione. In termini di rispetto e tutela dei diritti
delle minoranze e dei diritti culturali, la tutela delle minoranze ha
continuato a registrare miglioramenti grazie all’attuazione di misure in tale
ambito, tra cui la legge costituzionale sui diritti delle minoranze nazionali.
Il livello di occupazione delle minoranze nell’amministrazione statale e nel
settore giudiziario resta tuttavia inferiore ai requisiti della legge.
Conformemente alla costituzione, otto rappresentanti delle minoranze nazionali
sono stati eletti in occasione delle elezioni legislative del dicembre 2011.
La Croazia deve però continuare a promuovere la tolleranza nei confronti delle
minoranze, in particolare quella serbo-croata, e ad adottare provvedimenti per
tutelare quanti potrebbero ancora essere oggetto di minacce o di atti
discriminatori, ostili o violenti. La minoranza rom affronta condizioni di vita
particolarmente difficili e notevoli problemi in materia di istruzione,
previdenza sociale, assistenza sanitaria, occupazione e accesso ai documenti
personali. Quanto alle questioni legate al ritorno dei
rifugiati, la situazione è migliorata e prosegue, anche se a un ritmo più
lento, l’attuazione dei programmi di fornitura di alloggi. Occorre sviluppare
ulteriormente le condizioni per il ritorno sostenibile dei rifugiati. Per quanto riguarda i crimini di guerra,
la Croazia continua a cooperare con il Tribunale penale internazionale per l’ex
Jugoslavia (ICTY) e a trattare i casi di crimini di guerra. Bisogna
intensificare gli sforzi per contrastare l’impunità per i crimini di guerra, in
quanto la maggior parte di essi dev’essere ancora perseguita in maniera
soddisfacente. Occorrono misure volte ad agevolare la protezione dei testimoni
e la loro presenza ai processi, in particolare nei casi trasferiti alle sezioni
specializzate. Per quanto riguarda la cooperazione regionale, la Croazia
ha proseguito il dialogo con i paesi vicini per affrontare le questioni
bilaterali pendenti. La dichiarazione del parlamento croato dell’ottobre 2011
sulla promozione dei valori europei nell’Europa sudorientale ha sottolineato il
fermo impegno della Croazia a sostenere gli altri paesi della regione nel loro
cammino verso l’UE. La Croazia ha continuato a impegnarsi nella cooperazione in
materia di crimini di guerra a livello bilaterale e regionale ed è in atto una
fattiva cooperazione tra le autorità giudiziarie, in particolare tra pubblici
ministeri. Il paese ha continuato a contribuire attivamente al processo della
dichiarazione di Sarajevo. Nell’aprile 2012 si è svolta a Sarajevo una
conferenza internazionale dei donatori volta ad ottenere finanziamenti per
offrire una soluzione duratura a tutti i rifugiati della regione, sfollati a
seguito dei conflitti armati nell’ex Jugoslavia nel corso degli anni ‘90. La
Croazia deve stanziare le risorse supplementari necessarie a tal fine. Si deve effettuare un riesame generale dei
casi di persone scomparse quale importante passo nel processo di
riconciliazione della regione. Quanto alle relazioni bilaterali, è
stata avviata la procedura di arbitrato internazionale sui confini tra la
Croazia e la Slovenia e il tribunale arbitrale ha tenuto la sua prima riunione
procedurale il 13 aprile 2012. Restano da compiere progressi concreti per
quanto riguarda la demarcazione dei confini con la Serbia, il Montenegro e la
Bosnia-Erzegovina. 2.2 Criteri economici L’economia
croata si è temporaneamente stabilizzata a metà del 2011, per poi ricadere
nella recessione verso la fine dell’anno. La contrazione economica è continuata
nella prima metà del 2012. La disoccupazione, il disavanzo pubblico e il debito
pubblico, che già registravano livelli elevati, hanno continuato ad aumentare
nel 2011. Il debito estero rimane uno dei punti più vulnerabili dell’economia. Per quanto concerne i criteri economici, la
Croazia ha un’economia di mercato funzionante. Un’attuazione decisa delle
riforme strutturali urgenti dovrebbe consentire al paese di far fronte alle
pressioni concorrenziali e alle forze di mercato all’interno dell’Unione nel
breve termine. Si è mantenuto un
ampio consenso politico sui principi di base dell’economia di mercato.
Considerati i vincoli esistenti, la politica macroeconomica si è dimostrata
nell’insieme adeguata. La banca centrale è riuscita a salvaguardare la
stabilità finanziaria e dei tassi di cambio mantenendo al tempo stesso una
politica monetaria relativamente flessibile a fronte di pressioni
inflazionistiche contenute. Il settore bancario è rimasto ben capitalizzato. A
livello di bilancio, le autorità si sono adoperate per contenere il disavanzo
in aumento limitando la spesa pubblica. Il disavanzo delle partite correnti si
è attestato su un livello basso poiché un nuovo incremento delle importazioni è
stato compensato da una crescita delle esportazioni. Il debito esterno lordo si
è stabilizzato, seppure ad un livello molto elevato. Le riforme
strutturali hanno registrato lenti progressi in alcuni settori, anche per
quanto riguarda la privatizzazione e la ristrutturazione delle imprese in
perdita, e sono risultate quasi inesistenti in altri. Soprattutto nel settore
dei mercati del lavoro, dove i già bassi tassi di occupazione e di
partecipazione sono scesi ulteriormente, le riforme sono ancora agli inizi e
devono essere intensificate senza indugio. Il clima degli investimenti ha continuato
a risentire dei pesanti oneri normativi, di procedure eccessivamente lunghe,
delle incertezze del quadro giuridico, dell’imprevedibilità delle decisioni
amministrative e di un numero elevato di oneri non fiscali. I trasferimenti
sociali, che rappresentano una quota relativamente elevata dei bilanci
pubblici, non sono ancora adeguatamente mirati. Vista la necessità di garantire
la sostenibilità di bilancio a medio termine, il processo di bilancio potrebbe
essere ulteriormente potenziato. Migliorare l’efficienza della spesa pubblica
rimane una priorità assoluta. 2.3 Capacità di assumere gli obblighi
che comporta l’adesione Per quanto attiene alla capacità di
assumere gli obblighi che comporta l’adesione, la Croazia ha continuato a
compiere progressi nell’adozione e nell’attuazione della normativa UE e sta
completando l’allineamento con l’acquis. La Commissione ha individuato
una serie di questioni che richiedono un’attenzione costante. Le autorità
croate devono adottare tutte le misure necessarie per garantire che il paese
sia completamente pronto all’adesione entro il 1° luglio 2013, anche per
quanto riguarda la capacità amministrativa per l’applicazione dell’acquis. Conformemente all’articolo 36 dell’atto di
adesione, nella presente sezione viene rivolta particolare attenzione ai
seguenti ambiti: politica di concorrenza, sistema giudiziario e diritti
fondamentali, giustizia, libertà e sicurezza. Capitolo 8: politica di concorrenza Nel complesso, la
Croazia rispetta gli impegni e gli obblighi derivanti dai negoziati di adesione
nel settore della politica di concorrenza e dovrebbe essere in grado di attuare
l’acquis sin dall’adesione. Dev’essere trattata con urgenza la questione
della firma dei contratti per la privatizzazione dei cantieri navali in difficoltà.
La Croazia ha
allineato in larga misura la propria legislazione in materia di antitrust,
concentrazioni e aiuti di Stato, settori in cui ha continuato ad
impegnarsi per conseguire risultati positivi in termini di attuazione della
normativa. L’agenzia per la concorrenza della Croazia, pienamente operativa e
funzionalmente indipendente, svolge le proprie funzioni conformemente alla
normativa in vigore. È stato predisposto un adeguato sistema di controllo delle
concentrazioni e degli aiuti di Stato. Nel settore dell’antitrust
e delle concentrazioni, dal 1° ottobre 2011 l’agenzia per la
concorrenza ha emanato 29 decisioni e 25 pareri. Essa ha continuato a fornire
al governo valutazioni dei progetti di legge e altri pareri di esperti. Nel settore degli aiuti
di Stato, l’agenzia ha adottato 30 decisioni, 13 in materia di regimi di
aiuto e 17 riguardanti misure di aiuto individuali. Per quanto
riguarda gli obblighi di comunicazione della Croazia per il settore
siderurgico, le prime relazioni sono state presentate alla Commissione il 15
dicembre 2011 e il 18 giugno 2012 conformemente ai requisiti emersi
nel corso dei negoziati. Sisak deve ancora
rimborsare gli aiuti ricevuti. Nell’ottobre 2011 i proprietari hanno deciso di
chiudere l’acciaieria e di venderla, cessando quindi completamente la
produzione. I proprietari della CMC Sisak l’hanno venduta a un nuovo
investitore, il gruppo italiano Danieli. Le relazioni
contengono inoltre informazioni aggiornate sulla procedura fallimentare
dell’altra acciaieria, Željezara Split. Per quanto attiene
agli obblighi di comunicazione della Croazia per l’industria cantieristica, il 16
gennaio 2012 il paese ha presentato la prima relazione semestrale sulla
ristrutturazione dei cantieri navali croati in difficoltà, come richiesto
dall’allegato VIII dell’atto di adesione. La relazione contiene dati sulle
misure adottate per ripristinare la redditività, sugli aiuti utilizzati, sul
contributo proprio e sulla capacità di produzione, secondo la metodologia
convenuta con la Commissione per quanto riguarda il controllo dell’attuazione
da parte della Croazia. La relazione fornisce altresì informazioni dettagliate
sugli accordi che disciplinano il diritto di proprietà nell’ambito
dell’espropriazione nel settore marittimo. Il 16 luglio 2012 la Croazia ha
presentato la seconda relazione semestrale sulla ristrutturazione
dell’industria cantieristica croata. Il paese ha inoltre presentato la prima
relazione sui risultati annuali dei cantieri navali in ristrutturazione. L’offerta per il cantiere
navale Brodosplit è stata accettata nel marzo 2012 e la Croazia ha
indicato che il contratto di privatizzazione sarà firmato quanto prima. Il
governo ha respinto le offerte per i cantieri navali Kraljevica e Brodotrogir
e l’offerta per il cantiere 3.Maj è stata ritirata dal potenziale
investitore. Il governo ha deciso di avviare la procedura fallimentare per Kraljevica
e di vagliare nuove modalità di privatizzazione e di ristrutturazione per 3.Maj
e Brodotrogir. La Croazia deve procedere con urgenza alla
firma del contratto di privatizzazione di Brodosplit, in seguito alla
decisione positiva della Commissione dell’agosto 2012, e alla ricerca di una
soluzione per 3.Maj e Brodotrogir, al fine di soddisfare entro la
data di adesione i requisiti dell’allegato del trattato in materia di
ristrutturazione dei cantieri navali. Per quanto
riguarda gli aiuti esistenti, la Croazia ha fornito alla Commissione un elenco
delle undici misure di aiuto che vorrebbe fossero considerate come aiuti
esistenti alla data di adesione. Sette di esse sono state incluse nell’atto di
adesione, ma la Croazia deve fornire ulteriori informazioni sulle restanti
misure affinché la Commissione possa completare la propria valutazione. Capitolo 23: sistema giudiziario e diritti
fondamentali La
Croazia rispetta nel complesso gli impegni e i requisiti derivanti dai
negoziati di adesione nel settore giudiziario e dei diritti fondamentali e
dovrebbe essere in grado di attuare l’acquis al momento dell’adesione,
come indicato nei dieci settori di cui all’allegato VII dell’atto di adesione.
Occorre tuttavia un maggiore impegno per continuare a potenziare lo Stato di
diritto, migliorando l’amministrazione e il sistema giudiziario, e per
combattere e prevenire la corruzione in modo efficace. Costante attenzione
dev’essere rivolta ai procedimenti giudiziari sui crimini di guerra nazionali,
al rispetto dei diritti umani e alla protezione delle minoranze. 1)
Continuare a garantire un’effettiva attuazione della strategia di riforma del
sistema giudiziario e del relativo piano d’azione L’attuazione della strategia di riforma del
settore giudiziario e del relativo piano d’azione, compreso l’adeguamento
legislativo in una serie di settori, è proseguita nel complesso secondo il
calendario. Sono stati creati gruppi di lavoro impegnati a migliorare
ulteriormente la legislazione specifica e a garantire un maggiore coordinamento
degli strumenti giuridici. Resta da migliorare la programmazione delle risorse
umane, anche per quanto riguarda il fabbisogno a lungo termine del settore
giudiziario. La dotazione finanziaria disponibile per il sistema giudiziario è
rimasta stabile a circa 337 milioni di euro, pari allo 0,7% del PIL. Nel
febbraio 2012 è stato istituito un consiglio incaricato di sorvegliare
l’attuazione della strategia di riforma del sistema giudiziario, concentrandosi
in particolare sull’efficienza dei procedimenti giudiziari. Nell’ottobre 2011
sono state adottate modifiche della legge sul Consiglio giudiziario dello Stato
per continuare ad offrire maggiori possibilità di trasferire il personale
giudiziario in funzione delle esigenze. 2)
Continuare a rafforzare l’indipendenza, la responsabilità, l’imparzialità e la
professionalità della magistratura È proseguita l’attuazione delle varie misure
adottate nel 2010 e nel 2011 per rafforzare l’indipendenza, la responsabilità,
l’imparzialità e la professionalità della magistratura. Il Consiglio
giudiziario dello Stato e il Consiglio delle procure dello Stato, oggetto di
riforma, hanno continuato a funzionare in modo indipendente. Entrambi gli organi hanno continuato a
nominare funzionari giudiziari in base a criteri trasparenti, uniformi e
oggettivi. Dal 2011 sono stati nominati 63 giudici. Sono stati apportati
miglioramenti all’attuazione del sistema transitorio di nomina dei giudici e
dei pubblici ministeri, garantendo tra l’altro una maggiore trasparenza nella
valutazione delle prove orali e rivolgendo particolare attenzione alla parità
di trattamento di tutti i candidati. Si tratta di misure importanti negli ultimi
mesi di applicazione del regime transitorio, fino al dicembre 2012. Gli
insegnamenti tratti dall’attuazione del regime transitorio andrebbero applicati
all’attuazione del nuovo sistema di nomine attraverso la scuola statale per
funzionari giudiziari, che avrà inizio nel gennaio 2013. Tale esperienza
dovrebbe essere altresì presa in considerazione per migliorare la procedura di
selezione per il trasferimento dei giudici ad altri posti. Il primo contingente
di candidati per la scuola statale per funzionari giudiziari sta terminando il
secondo anno, ma l’iscrizione del secondo contingente annuale di 55 candidati
ha subito notevoli ritardi: i candidati sono stati selezionati solamente a
luglio e l’inizio del programma era fissato a settembre. Il Consiglio giudiziario dello Stato ha
iniziato a utilizzare il nuovo sistema di dichiarazioni patrimoniali per i
giudici. Vengono presi provvedimenti disciplinari nei confronti dei funzionari
giudiziari autori di illeciti. Sebbene il Consiglio giudiziario dello Stato e
il Consiglio delle procure dello Stato siano diventati più proattivi, servono
migliori risultati a livello di applicazione del nuovo sistema di procedimenti
disciplinari. Per garantire un funzionamento più efficiente
del Consiglio giudiziario dello Stato e del Consiglio delle procure dello Stato
bisogna fornire loro ulteriori risorse amministrative; essi devono altresì
dimostrare indipendenza e responsabilità nell’esecuzione dei loro crescenti
compiti, compresi un controllo sistematico e preciso delle dichiarazioni
patrimoniali e l’applicazione proattiva di procedure disciplinari. Resta da modificare il diritto derivato per
limitare l’immunità dei giudici, completando in tal modo il quadro legislativo
nel settore, e fornire ulteriori orientamenti sull’applicazione del codice di
condotta. L’Accademia giudiziaria ha continuato a
funzionare bene e sono proseguiti i programmi di formazione professionale,
compresa la formazione iniziale. Si sono intensificate le attività di
formazione in materia di diritto dell’UE. L’Accademia giudiziaria è stata
maggiormente coinvolta in attività a livello europeo e la Croazia ha firmato un
memorandum d’intesa con la Commissione sulla partecipazione ai programmi UE nel
settore della giustizia civile e penale. Il funzionamento dell’Accademia ha
risentito tuttavia dei tagli al bilancio (una riduzione del 28% circa nel
bilancio 2012 rispetto al 2011). Occorre preparare pienamente i giudici ad
applicare il diritto e la giurisprudenza dell’UE sin dall’adesione. 3)
Continuare a migliorare l’efficienza del sistema giudiziario La Croazia ha continuato ad attuare diverse
misure volte a migliorare l’efficienza del sistema giudiziario. Nei primi sei
mesi del 2012 il numero di cause penali pendenti ha continuato a diminuire del 12%
circa e il numero delle vecchie cause civili è sceso all’incirca del 5%.
Occorre però un maggiore impegno per ridurre ulteriormente il numero di cause
civili e commerciali in sospeso. Il numero di nuove cause registrate nel
sistema nel primo semestre del 2012 (844 218) è stato leggermente
superiore al numero di cause risolte (836 160). Anche il numero dei casi riguardanti
l’esecuzione delle sentenze è aumentato del 5% circa nei primi sei mesi del 2012,
malgrado il corretto funzionamento del sistema d’esecuzione dei crediti
pecuniari gestito dall’agenzia finanziaria FINA. Nel luglio 2012 il governo ha
presentato al parlamento proposte riguardanti una nuova normativa
sull’esecuzione delle sentenze, che non prevede più l’introduzione dei pubblici
ufficiali giudiziari. Una volta adottato, il nuovo sistema dovrà dimostrare la
propria capacità di garantire l’esecuzione delle decisioni dei tribunali e
degli ordini di esecuzione e di ridurre l’arretrato di casi riguardanti
l’esecuzione delle sentenze. Occorre garantire che i tribunali superiori,
compresa la Corte suprema, dispongano di mezzi adeguati per far fronte
all’eccessivo aumento di cause in corso. Il nuovo sistema di giustizia
amministrativa è entrato in vigore il 1° gennaio 2012, seppure con un certo
ritardo nella nomina del personale necessario. La Croazia deve continuare ad
attuare con determinazione le misure previste nell’immediato e a breve termine
per garantire l’efficienza, soprattutto per conseguire migliori risultati in
materia di gestione delle cause e ridurre il numero di vecchie cause pendenti. Si registrano alcuni progressi in termini di
infrastrutture fisiche e informatizzazione dei tribunali. Prosegue la fusione
dei tribunali nell’ambito del processo di razionalizzazione dell’ordinamento
giudiziario. È in corso l’introduzione in 33 tribunali locali del sistema di
gestione integrata delle cause, al termine della quale il sistema sarà
operativo in quasi tutti i tribunali della Croazia. Il sistema dovrebbe
tuttavia venire applicato a tutti i tribunali, ivi comprese l’Alta Corte
commerciale e, per la gestione delle cause riguardanti reati minori, l’Alta
Corte per i reati minori. Bisogna inoltre migliorare ulteriormente la raccolta
e l’analisi di dati statistici e il controllo della durata complessiva dei procedimenti.
In generale, i tribunali che si occupano di reati minori dovranno essere dotati
di migliori attrezzature e locali. Occorrerà un maggiore impegno per accrescere
la mobilità dei giudici ed elaborare i criteri quadro per valutarne la
produttività. 4)
Continuare a migliorare la gestione dei casi di crimini di guerra nazionali La Croazia ha continuato a trattare i casi di
crimini di guerra nazionali. Ha preso il via l’attuazione della strategia per
affrontare il problema dell’impunità e sono stati trattati vari casi ritenuti
prioritari a livello nazionale e regionale, con ulteriori arresti, rinvii a
giudizio e sentenze. Tuttavia, la maggior parte dei reati non è ancora stata
perseguita dalle autorità giudiziarie. Si è continuato ad applicare un’impostazione
più equilibrata ai processi, con il trasferimento di ulteriori casi (87) ai
quattro tribunali specializzati. Sono stati adottati provvedimenti per
proteggere i testimoni attraverso migliori servizi di sostegno in determinati
tribunali. Occorre aggiornare le basi di dati sui crimini di guerra per
consentire ricerche di informazioni più analitiche e il loro impiego efficace
da parte dei procuratori distrettuali. I tribunali dovrebbero specializzarsi
ulteriormente nei processi sui crimini di guerra attraverso la formazione
mirata di giudici specializzati e prepararsi a gestire un numero crescente di
casi. La Croazia deve prestare un’attenzione costante alla questione della
protezione dei testimoni e della loro presenza ai processi per crimini di
guerra, soprattutto nei casi trasferiti alle sezioni specializzate. Deve
continuare il riesame dei casi giudicati in contumacia. La legge
sull’invalidazione di taluni atti degli organi giudiziari del disciolto
esercito nazionale jugoslavo, della ex Repubblica federativa socialista di
Jugoslavia e della Repubblica di Serbia, adottata nel novembre 2011, ha
destato preoccupazione in merito alla futura cooperazione bilaterale con la
Serbia in materia di casi di crimini di guerra. La legge è stata contestata dal
presidente della Corte costituzionale per motivi procedurali. La Croazia ha
preso contatto con la Serbia per far fronte ai possibili effetti negativi della
legge e ha avviato negoziati tecnici con tale paese in vista di un accordo di
cooperazione nel settore. Occorrono ulteriori sforzi per combattere
l’impunità, soprattutto perché la maggior parte dei casi è ancora in attesa di
una sentenza definitiva o deve ancora essere oggetto di indagini. La Croazia
deve prestare un’attenzione costante alla questione della protezione dei
testimoni e della loro presenza ai processi per crimini di guerra, soprattutto
nei casi trasferiti alle sezioni specializzate. 5)
Continuare a garantire risultati significativi in termini di indagini, azioni
penali e sentenze efficienti, efficaci e imparziali nei casi di criminalità
organizzata e corruzione a tutti i livelli, compresa la corruzione ad alto
livello, e in settori vulnerabili quali gli appalti pubblici. È in essere un quadro giuridico e
istituzionale adeguato per la lotta contro la corruzione e la criminalità
organizzata e si continuano a registrare risultati in termini di attuazione.
Gli organi di contrasto rimangono proattivi, soprattutto nei casi ad alto
livello. Fra gli sviluppi figurano verdetti di colpevolezza nei confronti dell’ex
direttore di un’azienda pubblica, di un sindaco e di un giudice di un tribunale
di contea per abuso di ufficio, nonché il rinvio a giudizio di un partito
politico per corruzione. Mentre gli organi di contrasto continuano a
concentrarsi sui casi di alto livello più complessi, il numero complessivo di
casi trattati è in calo. Occorre tenere sotto stretto controllo la
corruzione a livello locale, in particolare nel settore degli appalti pubblici.
L’attuazione del quadro giuridico per il sequestro e la confisca dei beni
dev’essere migliorata a tutti i livelli. Andrebbe prestata ulteriore attenzione al
sistema di controllo dell’archiviazione delle cause penali da parte della
procura. L’attuale sistema non prevede controlli indipendenti sulle decisioni
dei pubblici ministeri di archiviare le notizie di reato. Si è proceduto a una serie di nomine a
incarichi di alto livello nella polizia. Occorre assicurare l’attuazione della
legge sulla polizia, soprattutto per garantirne la depoliticizzazione e una
maggiore professionalità. 6)
Continuare a migliorare i risultati in termini di rafforzamento delle misure di
prevenzione nella lotta alla corruzione e al conflitto di interessi La Croazia ha migliorato i risultati in
termini di rafforzamento delle misure di prevenzione nella lotta alla
corruzione mediante una serie di strumenti giuridici, ad esempio in materia di
finanziamento dei partiti politici e delle campagne elettorali, accesso alle
informazioni e appalti pubblici. Il paese non ha attuato tuttavia in modo efficiente
tutte le misure giuridiche necessarie per prevenire il conflitto di interessi. Per quanto riguarda il finanziamento dei
partiti politici e delle campagne elettorali, è stata rafforzata la commissione
elettorale nazionale incaricata del controllo e sono state applicate senza
grandi difficoltà nuove disposizioni alle elezioni legislative del dicembre 2011,
in relazione alle quali sono state segnalate poche lacune. È stato istituito un
gruppo di lavoro incaricato di preparare, sulla base degli insegnamenti tratti,
le elezioni locali previste per il 2013. Occorre un costante impegno per
controllare efficacemente il finanziamento dei partiti politici, anche al di
fuori del periodo elettorale. Vengono applicate nuove norme in materia di
accesso all’informazione e i tribunali sono chiamati a pronunciarsi sui primi
ricorsi. Tuttavia, l’Agenzia per la protezione dei dati incaricata di applicare
la legge incontra difficoltà ad esercitare un controllo generale poiché nel 2011
meno della metà delle istituzioni interessate le ha presentato una relazione.
Nel 2011 non è stato effettuato un esame dell’interesse pubblico per i dati
segretati. La prassi corrente del tribunale amministrativo consiste nel
confermare l’esistenza di tali dati e nel negarne l’accesso. Occorre
sviluppare, anche attraverso modifiche legislative, la prassi che prevede
l’esame dell’interesse pubblico per le informazioni segretate. La nuova legislazione sugli appalti pubblici
in vigore dal gennaio 2012 prevede una maggiore trasparenza, compresa la
pubblicazione di informazioni sull’effettiva esecuzione dei contratti.
L’attuazione efficace di tale normativa riveste la massima importanza. Sebbene all’inizio del 2011 sia stata adottata
una normativa migliorata e più rigorosa sul conflitto di interessi, la mancata
nomina della nuova commissione competente ha ritardato l’attuazione della
legge. Sono stati mossi alcuni passi per la creazione di tale commissione, con
la pubblicazione da parte del parlamento dell’invito a manifestare interesse
per la selezione dei suoi membri nell’agosto 2012. Occorre potenziare e
applicare efficacemente il sistema di verifica delle dichiarazioni patrimoniali
e delle ricchezze ingiustificate. Sono state soppresse disposizioni della
precedente legislazione sui criteri di appartenenza ai consigli di
amministrazione e ai consigli direttivi delle imprese pubbliche. La Croazia
deve garantire che sia predisposto un sistema efficace per prevenire la
corruzione nelle imprese pubbliche. La commissione competente in materia di conflitto
di interessi dev’essere costituita senza indugio. Si deve rafforzare il
concetto di responsabilità politica e tolleranza zero in materia di corruzione.
7)
Continuare a rafforzare la protezione delle minoranze, anche con l’effettiva
attuazione della legge costituzionale sui diritti delle minoranze nazionali Prosegue l’attuazione della legge
costituzionale sui diritti delle minoranze nazionali. Nel dicembre 2011 sono
stati eletti otto parlamentari in rappresentanza delle minoranze nazionali. Il
governo ha adottato alcune disposizioni per attuare il piano del maggio 2011
relativo all’occupazione delle minoranze per il periodo 2011-2014. Il livello
di occupazione delle minoranze nell’amministrazione pubblica e nel sistema
giudiziario rimane inferiore ai requisiti stabiliti dalla legge costituzionale
sui diritti delle minoranze nazionali. Sebbene tale fenomeno possa essere in
parte motivato dal numero relativamente basso di nuove assunzioni a causa della
crisi economica generale, è necessario un maggiore impegno, compresi maggiori
controlli, per garantire l’attuazione del piano. La Croazia deve inoltre continuare a
promuovere la tolleranza nei confronti delle minoranze, in particolare quella
serba, e ad adottare opportuni provvedimenti per tutelare quanti potrebbero
ancora essere oggetto di minacce o atti discriminatori, ostili o violenti. La
minoranza rom affronta condizioni di vita particolarmente difficili e notevoli
problemi in materia di istruzione, previdenza sociale, assistenza sanitaria,
occupazione e accesso ai documenti personali. 8)
Continuare ad affrontare le questioni in sospeso riguardanti il rimpatrio dei
rifugiati Prosegue, sebbene più lentamente, l’attuazione
dei programmi di fornitura di alloggi ai rimpatriati. Nell’ambito del piano del
marzo 2011 volto a trattare le circa 2 350 domande in sospeso, entro
agosto 2012 erano stati risolti 259 casi ed erano state consegnate le chiavi a 139
famiglie. A fine agosto 2012 il numero di domande di alloggi approvate superava
di 1 305 il parametro di riferimento fissato per i programmi di edilizia
abitativa. 106 richieste di ricostruzione di alloggi sono tuttora in sospeso.
Prosegue l’attuazione della decisione sulla convalida dei diritti alla
pensione. La Croazia ha inoltre continuato a partecipare con altri paesi della
regione al processo avviato dalla dichiarazione di Sarajevo, nel cui ambito si
registrano progressi, soprattutto nel quadro del progetto regionale di edilizia
abitativa. L’attuazione del nuovo sistema di opzioni di acquisto a condizioni favorevoli
offerte ai beneficiari dei programmi di fornitura di alloggi risulta limitata e
non si registrano progressi significativi per quanto riguarda i 15 casi di
investimenti non richiesti. Occorre sviluppare ulteriormente le condizioni per
il ritorno sostenibile dei rifugiati. 9)
Continuare a migliorare la tutela dei diritti umani Sebbene i diritti umani abbiano continuato,
nel complesso, ad essere rispettati, occorre applicare con maggior
determinazione le disposizioni giuridiche in vigore. Il mediatore generale e i
difensori civici specializzati continuano a svolgere un ruolo importante nella
tutela dei diritti umani. Bisogna però garantire un seguito alle
raccomandazioni del mediatore. La Corte costituzionale ha revocato per motivi
procedurali una legge sulla fusione dell’ufficio del mediatore con il Centro
per i diritti umani e con i tre difensori civici specializzati in materia di
parità tra i sessi, bambini e disabili. Nel luglio 2012 è stata adottata una
nuova normativa che non prevede più la fusione degli uffici. Bisogna potenziare
l’ufficio del mediatore per continuare a migliorare il sistema di protezione
dei diritti umani. A tal fine dovranno essere messi a disposizione
finanziamenti e locali adeguati e si dovrà creare una banca dati comune. La Croazia ha continuato a migliorare il
proprio bilancio in materia di applicazione della legge antidiscriminazioni e
della legislazione sui reati generati dall’odio. Si deve proseguire su tale
strada, adoperandosi per garantire l’applicazione di sanzioni dissuasive. Nel
settembre 2012 il parlamento ha adottato alcune modifiche della legge
antidiscriminazioni. Le manifestazioni del “gay pride” a Spalato e Zagabria si
sono svolte senza incidenti di rilievo, con un forte impegno del governo croato
nei confronti della loro regolare organizzazione. Lesbiche, omosessuali,
bisessuali e transessuali (LGBT) continuano ad essere vittime di attacchi e
minacce. Bisogna migliorare il quadro giuridico per il gratuito patrocinio per
consentire un migliore accesso all’assistenza legale e per promuovere il ruolo
delle ONG quali prestatori di assistenza legale. 10)
Continuare a collaborare pienamente con il Tribunale penale internazionale per
l’ex Jugoslavia (ICTY) La Croazia continua a collaborare con il
Tribunale penale internazionale per l’ex Jugoslavia (ICTY). Non si registrano
particolari sviluppi per quanto riguarda le indagini svolte dalla Croazia per
rintracciare i documenti militari mancanti richiesti dall’Ufficio del
procuratore dell’ICTY. La richiesta della Croazia di intervenire in veste di amicus
curiae nella procedura di appello avverso la sentenza del 15 aprile 2011
contro i generali croati Gotovina e Markač è stata respinta dal Tribunale.
Il procuratore capo del Tribunale penale internazionale per l’ex Jugoslavia ha
pubblicato una relazione positiva sulla cooperazione della Croazia con l’ICTY. Capitolo 24: giustizia, libertà e sicurezza Nel complesso, la
Croazia rispetta gli impegni e gli obblighi derivanti dai negoziati di adesione
nel settore della giustizia, della libertà e della sicurezza e dovrebbe essere
in grado di attuare l’acquis sin dall’adesione. Bisogna intensificare
gli sforzi in settori quali migrazione, politica dei visti, gestione delle
frontiere e lotta contro la criminalità organizzata, compresi la tratta di
esseri umani e la lotta al terrorismo, al fine di garantire che la Croazia
completi i preparativi per l’ingresso nell’Unione entro la data di adesione. In materia di migrazione,
la Croazia ha proseguito l’allineamento con l’acquis e i preparativi nel
settore sono quasi completi. Il numero di migranti irregolari arrestati nel 2011
è salito a 3 461. Nello stesso periodo, sono stati individuati 552 minori
non accompagnati in posizione irregolare (quasi il doppio rispetto all’anno
precedente). Si rileva una buona cooperazione con gli altri paesi della regione
nel settore della riammissione; l’accordo con la Bosnia-Erzegovina è entrato in
vigore nell’aprile 2012. Un accordo analogo è stato firmato con la Germania nel
marzo 2012. Sono sulla buona strada i lavori di costruzione di una struttura
per minori e altri gruppi vulnerabili di migranti irregolari a Jezevo. Ci si
dovrà adoperare ulteriormente per avviare la costruzione di altri due centri di
accoglienza per migranti irregolari in transito. Sul fronte della migrazione
legale, l’entrata in vigore nel gennaio 2012 della nuova legge sugli stranieri
ha contribuito a un ulteriore allineamento della legislazione nazionale con
l’acquis nel settore. Deve proseguire senza ritardi l’elaborazione di una nuova
strategia in materia di migrazione. La Croazia dovrà attuare il quadro giuridico
per i minori non accompagnati predisponendo un’assistenza adeguata a loro
beneficio e avviare la costruzione di nuovi centri di accoglienza per i
migranti irregolari prima dell’adesione. Si devono esaminare soluzioni
temporanee alternative, che tengano conto del crescente numero di migranti che
entrano nel paese, soprattutto nelle zone di frontiera. In materia di asilo, la Croazia ha
quasi completato l’allineamento con l’acquis. I preparativi devono
garantire una sufficiente capacità istituzionale nel settore, in termini di
personale qualificato e sufficientemente numeroso, tenendo debitamente conto
del costante aumento del numero di richiedenti asilo nel paese. La normativa di attuazione in materia di
assistenza legale gratuita durante la procedura di asilo è stata adottata nel
marzo 2012. Dal gennaio 2012, la responsabilità per le cause di secondo grado
in materia di asilo è passata ai tribunali amministrativi. Dopo un periodo
transitorio di tre mesi, la commissione competente in materia di asilo ha
cessato l’attività nel marzo 2012. È stata coperta una prima serie di posti per
giudici e personale amministrativo dei nuovi tribunali ed è iniziata la
formazione del personale in materia di asilo. I rifugiati continuano ad
incontrare difficoltà nell’accedere nella pratica ai diritti garantiti loro dal
diritto nazionale. L’assunzione e la formazione dei giudici e dei dipendenti
dei tribunali amministrativi devono proseguire. Il numero di richiedenti asilo
è nettamente aumentato, passando da 290 nel 2010 a 807 nel 2011. Il ministero
dell’Interno ha intensificato gli sforzi per offrire determinati servizi ai
richiedenti asilo, con il sostegno delle ONG locali, ma occorre garantire il coinvolgimento
di tutti gli altri ministeri. Sono proseguiti i preparativi per l’attuazione
dei regolamenti Dublino ed Eurodac, anche attraverso l’adeguata formazione
impartita al personale del ministero dell’Interno e alla polizia di frontiera.
La Croazia dovrà garantire che i rifugiati godano di pieno accesso ai loro
diritti. Per quanto riguarda la politica dei visti,
l’allineamento legislativo è abbastanza a buon punto e deve continuare per
conseguire il completo allineamento con l’acquis sull’obbligo del visto
e i documenti di viaggio. La nuova legge sugli stranieri è entrata in vigore
nel gennaio 2012 ma la relativa normativa di attuazione non è ancora stata
adottata. Quanto all’obbligo del visto, la Croazia ha completamente allineato
la propria legislazione all’elenco positivo del regolamento (CE) n. 539/2001.
Occorre un ulteriore allineamento con la procedura uniforme per il rilascio dei
visti e con il codice dei visti dell’UE. L’elenco dei paesi i cui cittadini
devono ottenere un visto per entrare nel territorio croato non è ancora
pienamente allineato con quello dell’UE. Il governo ha adottato una decisione
che prevede la liberalizzazione temporanea del regime dei visti per i cittadini
della Federazione russa, dell’Ucraina e del Kazakistan in transito nel paese o
che vi soggiornino per un massimo di 90 giorni dal 1° aprile al 31 ottobre 2012,
non conforme all’acquis; la decisione non sarà più d’applicazione a
decorrere da novembre. I passaporti biometrici sono conformi alle norme
dell’UE; sebbene le vecchie carte d’identità rilasciate prima del 2003 siano
ancora in circolazione, nell’agosto 2012 il governo ha adottato la
decisione che ne vieta l’impiego come documenti di viaggio validi. Per quanto
concerne le frontiere esterne e Schengen, l’allineamento legislativo con
l’acquis ha registrato moderati progressi e deve continuare affinché la
Croazia sia pronta ad assumere il controllo delle frontiere esterne dell’UE. La
legge sul controllo delle frontiere nazionali e la relativa normativa di
attuazione sono state modificate alla fine del 2011. Il piano d’azione per la
gestione integrata delle frontiere è stato riveduto nell’aprile 2012. Benché il
centro marittimo nazionale di Zara sia divenuto operativo, bisogna garantirne
l’interconnettività con i ministeri competenti. La cooperazione con Frontex è
stata rafforzata e prevede la partecipazione della Croazia a diverse attività e
operazioni congiunte. Si svolgono periodicamente riunioni di coordinamento con
i paesi vicini e vengono organizzati pattugliamenti congiunti delle frontiere;
quelli con Serbia e Montenegro devono essere rafforzati. È stato istituito
presso il valico di frontiera di Bajakovo-Batrovci un punto di contatto comune
con la Serbia, pienamente operativo. Nel dicembre 2011 si è tenuta una prima riunione
di coordinamento con le autorità della Bosnia-Erzegovina per l’attuazione
dell’accordo reciproco sul controllo delle frontiere nazionali. Proseguono le
discussioni – che devono concludersi prima dell’adesione – con entrambi i paesi
e con il Montenegro per allineare gli accordi bilaterali sul traffico
frontaliero locale con l’acquis dell’UE. L’accordo sul libero transito
con la Bosnia-Erzegovina (“accordo di Neum”) dev’essere allineato con l’acquis
dell’UE prima dell’adesione. Sono stati quasi
completamente raggiunti gli obiettivi in materia di effettivi della polizia di
frontiera fissati per il 2011: nel corso dell’anno sono stati assunti 308 nuovi
agenti. A maggio 2012 si contavano complessivamente 6 017 agenti, 4 647
dei quali ai futuri confini esterni. Bisogna procedere con le assunzioni per
rispettare le norme di Schengen. È proseguita la formazione specializzata e di
base; occorre garantire il completo allineamento con il programma di formazione
comune, integrando sistematicamente la formazione specializzata nei programmi
destinati alla polizia di frontiera. Il piano d’azione
per la gestione integrata delle frontiere è stato attuato in parte; alcune
attività previste per il 2011, riguardanti l’acquisto di attrezzature tecniche
e le infrastrutture, sono state rinviate al 2012. I ritardi in tali settori
vanno tenuti sotto controllo e affrontati in maniera adeguata, soprattutto per
quanto riguarda il corridoio di Neum. Bisogna completare i lavori di
costruzione ai valichi di frontiera situati sul corridoio di Neum affinché essi
risultino operativi al momento dell’adesione. Sebbene sia proseguita
l’installazione del sistema informatico per la gestione delle frontiere
nazionali, il nuovo sistema non è ancora installato a tutti i valichi. Ad
agosto 2012 esso risultava operativo a 81 valichi. Bisogna continuare la
preparazione e la formazione pertinente. Bisogna impegnarsi per concludere l’accordo
interministeriale e proseguire con le assunzioni, l’acquisto di attrezzature e
le attività di formazione, al fine di rendere pienamente operativo il centro
marittimo nazionale di Zara. I servizi hanno continuato a collaborare al piano
d’azione per la gestione integrata delle frontiere ma non è stata effettuata
un’analisi comune del rischio. La Croazia dovrà far fronte ai ritardi
nell’attuazione del piano d’azione per la gestione integrata delle frontiere,
specialmente per quanto riguarda le infrastrutture. Tutti gli accordi
bilaterali devono essere allineati con l’acquis prima dell’adesione. La Croazia ha
continuato ad allineare la sua legislazione sulla cooperazione giudiziaria
in materia civile e penale e i preparativi sono ormai quasi conclusi.
Nell’ottobre 2011 sono stati firmati un accordo sulla reciproca esecuzione
delle sentenze penali con il Montenegro e un accordo di estradizione con l’ex
Repubblica jugoslava di Macedonia. È stato istituito un gruppo di lavoro che si
è riunito a più riprese per elaborare la nuova legge sul diritto internazionale
privato. È proseguita la cooperazione con la rete giudiziaria europea in
materia civile e commerciale; una rete di punti di contatto nazionali è in fase
di elaborazione in tale ambito. La Croazia dovrà
continuare a rafforzare il coordinamento interistituzionale in materia di
cooperazione giudiziaria. In materia di cooperazione
di polizia e lotta contro la criminalità organizzata sono proseguite
attività volte ad allineare la legislazione nazionale con l’acquis
dell’UE e a fronteggiare le sfide future della lotta contro la criminalità
organizzata all’interno dell’Unione. La Croazia è a buon punto in questo
settore ma non deve abbassare la guardia poiché le attività della criminalità
organizzata nella regione continuano a rappresentare un notevole problema. È stata firmata
una serie di accordi bilaterali in materia di cooperazione di polizia e di
lotta contro la criminalità organizzata; quelli con Bulgaria e Polonia sono
stati ratificati. È proseguita la fattiva cooperazione con Europol e sono stati
nominati due nuovi ufficiali di collegamento, rispettivamente per Europol e per
la Bosnia-Erzegovina. Si registrano progressi per quanto riguarda i preparativi
tecnici e la formazione del personale ai fini della creazione della struttura
di scambio delle informazioni supplementari richieste (Supplementary
Information Request at the National Entry - S.I.Re.N.E) e dell’ufficio
nazionale per il sistema d’informazione Schengen (S.I.S.). Continua però a
mancare il quadro regolamentare per l’ufficio SIS. Va presa una decisione in
materia di locali, personale e dotazione di bilancio destinati all’ufficio
S.I.Re.N.E. Sia il quadro
giuridico, sia le istituzioni responsabili della lotta contro la criminalità
organizzata hanno contribuito efficacemente a contrastare tale fenomeno, a
livello nazionale e internazionale, tenendo conto del buon livello di
allineamento con le norme dell’Unione in questo settore. Sono proseguite le
attività di formazione e di altro tipo volte migliorare il rendimento della
polizia. Il governo ha deciso di non modificare la legge sulla polizia
attualmente in vigore; manca ancora parte della normativa di attuazione della
legge sulla polizia, che dev’essere elaborata senza indugio. Il ministero
dell’Interno deve sviluppare il sostegno informatico per garantire l’attuazione
trasparente della strategia per la gestione delle risorse umane. Si è
continuato a registrare risultati in materia di criminalità organizzata, non da
ultimo in materia di traffico di stupefacenti. Bisogna consolidare l’attuazione del quadro
giuridico sul sequestro e la confisca dei beni, così come il coordinamento tra
indagini penali e finanziarie. Il livello totale dei beni sequestrati e
confiscati è relativamente basso e occorre un maggiore impegno al riguardo. È
attivo un sistema di controllo per combattere la corruzione nel quadro della
gestione delle frontiere. Vanno ancora migliorati le attrezzature e i locali
dell’ufficio regionale del PNUSKOK a Spalato; si devono introdurre orientamenti
operativi e formazione specializzata per i neoassunti. Si deve ancora
potenziare l’istanza d’appello che riesamina i reati contro la pubblica
amministrazione. La cooperazione
tra servizi in materia di scambio di dati su casi sospetti di riciclaggio di
denaro o finanziamento del terrorismo risulta agevolata dalla firma di un
allegato al protocollo sulla cooperazione fra le autorità preposte alla lotta
contro la corruzione, la criminalità organizzata e i reati associati al
riciclaggio di denaro e al finanziamento dei terroristi. È proseguita la
formazione sulle misure contro il riciclaggio di denaro e sulla lotta contro la
criminalità informatica. Occorre migliorare le capacità amministrative nel
settore della lotta contro il riciclaggio (si veda anche il capitolo 4 -
Libera circolazione dei capitali), nonché le capacità delle autorità di
contrasto di effettuare indagini finanziarie. Il nuovo codice
penale, adottato nell’ottobre 2011, separa il reato della tratta di esseri
umani da quello della riduzione in schiavitù, introducendo nuovi tipi di
sfruttamento. Il piano d’azione nazionale contro la tratta di esseri umani per
il periodo 2012-2015 è stato adottato nel febbraio 2012; un nuovo comitato
nazionale di intervento contro la tratta è stato istituito nel marzo 2012. Si deve potenziare l’attuazione del quadro
legislativo in materia di tratta di esseri umani, così come l’attività di
sensibilizzazione dell’opinione pubblica, per garantire una migliore
identificazione e una maggiore protezione delle vittime. Il nuovo comitato
nazionale di intervento contro la tratta di esseri umani non si è ancora
riunito dall’inizio del 2012. Nel 2011 sono
state identificate solo 14 vittime (7 nel 2010). Si devono predisporre
ulteriori misure per garantirne la riabilitazione e il risarcimento. Bisogna
migliorare la formazione di giudici, pubblici ministeri e altri dipendenti
pubblici che si occupano della tratta di esseri umani poiché il livello di
condanne in questo settore è molto basso rispetto ad altre forme di criminalità
organizzata. La Croazia dovrà
completare una serie di misure in questo campo prima dell’adesione. Si tratterà,
tra l’altro, di predisporre il quadro normativo per l’ufficio del SIS e rendere
pienamente operativo quello della struttura S.I.Re.N.E., migliorare le
attrezzature a disposizione della polizia e le strutture del PNUSKOK, aumentare
il livello di beni sequestrati e confiscati e coordinare meglio le indagini
penali e finanziarie. Nella lotta contro la tratta di esseri umani, occorre
prestare attenzione all’attuazione del relativo quadro giuridico e alla
definizione generale delle politiche nel settore. Per quanto riguarda i controlli alle frontiere
interne, una decisione sull’applicazione in Croazia dell’acquis di
Schengen nel settore sarà adottata dal Consiglio, in conformità delle procedure
applicabili di Schengen e tenendo conto al tempo stesso di una relazione della
Commissione che confermi che la Croazia continua a rispettare gli impegni
assunti nei negoziati di adesione, pertinenti per l’acquis di Schengen. Altri capitoli dell’acquis La Croazia rispetta gli impegni e gli obblighi
derivanti dai negoziati di adesione ed è in grado di attuare sin dall’adesione
l’acquis nei seguenti settori: libera circolazione dei lavoratori,
diritto societario, diritti di proprietà intellettuale, servizi finanziari,
società dell’informazione e mezzi di comunicazione, politica economica e
monetaria, reti transeuropee, scienza e ricerca, istruzione e cultura,
nonché politica estera, di sicurezza e di difesa. La Croazia rispetta gli impegni e gli obblighi
derivanti dai negoziati di adesione e dovrebbe essere in grado di attuare sin
dall’adesione l’acquis nei seguenti settori: libera circolazione delle
merci, diritto di stabilimento e libera prestazione di servizi, libera
circolazione dei capitali, appalti pubblici, politica dei trasporti, energia,
fiscalità, statistiche, politica sociale e occupazione, politica industriale e
delle imprese, tutela della salute e protezione dei consumatori, unione
doganale, relazioni esterne, controllo finanziario, nonché disposizioni
finanziarie e di bilancio. Nell’ambito di tali capitoli, tuttavia,
occorre un maggiore impegno nei seguenti settori. Per quanto riguarda la libera circolazione
delle merci, saranno necessari ulteriori sforzi soprattutto nel campo delle
misure orizzontali e della legislazione sui prodotti del nuovo e del vecchio approccio.
Dev’essere ancora trattata con urgenza la questione dell’obbligo di stoccaggio
intermedio supplementare dei prodotti petroliferi importati imposto dalla
Croazia. Sono necessari ulteriori sforzi in materia di diritto
di stabilimento e libera prestazione di servizi, in particolare per quanto
riguarda l’allineamento con la direttiva sui servizi e nel settore del
riconoscimento reciproco delle qualifiche professionali, nonostante i progressi
compiuti finora in entrambi i settori. Quanto alla libera circolazione dei
capitali, occorre un maggiore impegno in particolare nei confronti delle
modifiche della legge sulla privatizzazione di INA e di Telecom e della legge
sulla protezione della natura, nonché in materia di attuazione del piano
d’azione contro il riciclaggio. Nel settore degli appalti pubblici,
occorrono ulteriori sforzi soprattutto per quanto attiene all’attuazione della
nuova legge in materia, in particolare a livello locale, anche in vista della
futura gestione dei fondi strutturali. Occorrono inoltre miglioramenti per
quanto concerne il sistema di ricorsi. In materia di politica dei trasporti
occorrono ulteriori sforzi, in particolare per rafforzare la capacità
amministrativa dell’agenzia per la sicurezza ferroviaria e per istituire un
organismo congiunto preposto alle indagini sugli incidenti. Nel settore dell’energia è necessario
un maggiore impegno, in particolare per completare l’allineamento legislativo
nel settore del mercato interno dell’energia e per garantire lo sviluppo di un
mercato competitivo dell’elettricità e del gas. La Croazia deve inoltre
continuare ad adoperarsi per soddisfare i requisiti fissati per il 2020 in
materia di promozione dell’efficienza energetica e delle energie rinnovabili. Per quanto attiene alla fiscalità, il
paese deve impegnarsi maggiormente per garantire che tutti i sistemi
informatici pertinenti siano stati predisposti e permettano di scambiare
informazioni con l’UE e con altri Stati membri sin dall’adesione. Occorre un ulteriore impegno nel settore delle
statistiche, soprattutto al fine di completare i preparativi per quanto
riguarda il programma di trasmissione SEC95, l’inventario RNL e le statistiche
relative al disavanzo e al debito pubblico. Nel settore della politica sociale e
dell’occupazione sono necessari ulteriori sforzi, soprattutto per
completare l’allineamento legislativo nell’ambito delle pari opportunità,
affrontare le debolezze strutturali del mercato del lavoro, orientare meglio la
previdenza sociale e rafforzare la capacità amministrativa. Occorre un maggiore impegno in materia di politica
industriale e delle imprese , in particolare per migliorare il contesto
imprenditoriale e per allineare la legislazione sulla lotta contro i ritardi di
pagamento nelle transazioni commerciali. Il settore della protezione della salute e
dei consumatori richiede ulteriori sforzi, in particolare per quanto
riguarda la procreazione medicalmente assistita, settore in cui l’allineamento
giuridico deve ancora essere completato, le strutture per la manipolazione di sangue,
tessuti e cellule, che devono essere ammodernate e ristrutturate conformemente
ai requisiti tecnici dell’UE, e infine la dotazione di personale delle autorità
nazionali competenti in materia. Per quanto attiene all’unione doganale,
la Croazia deve impegnarsi maggiormente, in particolare per garantire che tutti
i sistemi informatici pertinenti siano stati predisposti e permettano di
scambiare informazioni con l’UE e con altri Stati membri sin dall’adesione. Nel settore delle relazioni esterne
sono necessari ulteriori sforzi, in particolare per quanto riguarda
l’allineamento con l’acquis degli accordi bilaterali in materia di investimenti
tra la Croazia e paesi terzi. Nell’ambito del controllo finanziario
occorre un ulteriore impegno soprattutto per consolidare il funzionamento
globale del controllo interno delle finanze pubbliche e dell’audit esterno a
livello centrale e locale. Nel settore delle disposizioni finanziarie
e di bilancio servono ulteriori sforzi, in particolare per continuare a
rafforzare la capacità di coordinare in maniera efficiente il sistema generale
delle risorse proprie dopo l’adesione. Occorre intensificare l’ammodernamento
della strategia di controllo doganale affinché essa si concentri maggiormente
sui controlli a posteriori. Nel complesso, la Croazia rispetta gli impegni
e gli obblighi derivanti dai negoziati di adesione e dovrebbe essere in grado
di attuare sin dall’adesione l’acquis nei seguenti settori: politica di
concorrenza, agricoltura e sviluppo rurale, sicurezza alimentare, politica
veterinaria e fitosanitaria, pesca, politica regionale e coordinamento degli
strumenti strutturali, sistema giudiziario e diritti fondamentali, giustizia,
libertà e sicurezza, nonché ambiente. Nell’ambito di tali capitoli, tuttavia, si
conferma necessario un maggiore impegno nei settori seguenti. In materia di agricoltura e sviluppo rurale,
occorre un ulteriore impegno nei settori dei pagamenti diretti e dello sviluppo
rurale. Nel campo della sicurezza alimentare e
della politica veterinaria e fitosanitaria, occorrono ulteriori sforzi
per quanto riguarda i sottoprodotti di origine animale, il miglioramento degli
stabilimenti e i relativi controlli e soprattutto i posti d’ispezione alle
frontiere. Bisognerà continuare a prestare attenzione all’ulteriore
rafforzamento della capacità amministrativa nel settore. Nel settore della pesca, occorre un
maggiore impegno per quanto concerne l’allineamento legislativo e l’attuazione
dell’acquis in materia di gestione, ispezione e controllo delle risorse
e della flotta, nonché nel settore delle misure strutturali, in particolare per
quanto riguarda l’elaborazione dei piani di gestione, la progressiva abolizione
della categoria della pesca di sussistenza, come pure la messa a punto del
sistema di controllo via satellite dei pescherecci. Nel campo della politica regionale e del
coordinamento degli strumenti strutturali, si devono intensificare gli
sforzi per potenziare la capacità amministrativa ai fini dell’attuazione futura
della politica di coesione e della creazione di una riserva di progetti maturi
e di elevata qualità in vista di un rapido assorbimento dei fondi della
politica regionale, sulla base della recente relazione della Corte dei conti
europea. Nel settore dell’ambiente, occorre un
maggiore impegno per attuare e fare applicare correttamente la legislazione.
Per quanto attiene ai cambiamenti climatici, in particolare, bisogna
adottare misure urgenti per essere in grado di attuare l’acquis entro la
data di adesione. Va potenziata la capacità amministrativa, soprattutto in
materia di cambiamenti climatici, controllo dell’inquinamento industriale e
gestione del rischio, protezione della natura e prodotti chimici. Occorre
aumentare gli investimenti in tutti i settori, ma soprattutto per quanto
riguarda la qualità dell’aria, il controllo dell’inquinamento industriale e la
gestione del rischio, le risorse idriche e i rifiuti. Particolare attenzione
dev’essere rivolta al tempestivo adempimento degli impegni nei settori del
controllo dei rifiuti e dell’inquinamento industriale e della gestione del
rischio. La qualità della valutazione di impatto ambientale per i progetti
dev’essere sensibilmente migliorata. 2.4 Traduzione
dell’acquis La Croazia deve
garantire la traduzione in croato dell’acquis. Delle circa 144 000
pagine di acquis, all’incirca 114 000 sono già state tradotte, ma il 50%
circa di queste deve ancora essere riveduto dalle autorità nazionali prima di
poter essere presentato alle istituzioni dell’UE. La Croazia
dovrebbe rafforzare ulteriormente la sua capacità di garantire il completamento
della traduzione e della revisione dell’acquis in tempo per l’adesione.
La Commissione invita le autorità croate a restare concentrate su tale
questione, fondamentale per garantire la certezza del diritto nell’attuazione
della normativa UE. 2.5 Misure
di sostegno dell’UE L’assistenza
finanziaria viene fornita nell’ambito dello strumento di assistenza
preadesione (IPA). L’importo dei programmi IPA 2012 era pari a 156 milioni di
euro. L’assistenza si concentra sul rafforzamento delle istituzioni e sui
preparativi in vista dell’attuazione della politica agricola comune e della
politica di coesione. Inoltre, la Croazia ha continuato a beneficiare di
programmi regionali e orizzontali. Uno strumento di transizione è stato
convenuto per il primo anno successivo all’adesione al fine di potenziare la
capacità amministrativa e giudiziaria del paese. 3. Conclusioni Alla luce di quanto precede, la Commissione
conferma la sua valutazione precedente, ossia che la Croazia continua a
soddisfare i criteri politici. Si deve continuare a rafforzare lo Stato di
diritto, migliorando la pubblica amministrazione e il sistema giudiziario e
combattendo con efficienza la corruzione e la criminalità organizzata. Per
quanto concerne i criteri economici, la Croazia ha un’economia di mercato
funzionante. Un’attuazione decisa delle riforme strutturali urgenti dovrebbe
consentire al paese di far fronte alle pressioni concorrenziali e alle forze di
mercato all’interno dell’Unione nel breve termine. La Croazia ha continuato a compiere progressi
nell’adozione e nell’attuazione della normativa UE e sta completando
l’allineamento con l’acquis. Si registrano ulteriori progressi rispetto
alla relazione del 2011 sui progressi compiuti, seguita dalla relazione di
verifica sui preparativi per l’adesione della Croazia e dall’ultimo
aggiornamento delle tabelle di controllo dell’aprile 2012. La Commissione ha
individuato alcuni ambiti che necessitano di ulteriori sforzi e un numero
limitato di settori che richiedono un maggiore impegno. Si tratta in
particolare 1) dei preparativi per i futuri fondi strutturali dell’UE onde
assicurarne la corretta gestione; 2) della ristrutturazione dell’industria
cantieristica croata; 3) del rafforzamento dello Stato di diritto attraverso la
costante attuazione degli impegni assunti dal paese per continuare a migliorare
la pubblica amministrazione e il sistema giudiziario, 4) delle misure volte a
prevenire e combattere efficacemente la corruzione, nonché 5) della gestione
delle frontiere esterne. Fatta salva l’importanza di affrontare tutte le
questioni sottolineate nella relazione globale di controllo, la Commissione
ritiene che nei prossimi mesi la Croazia dovrebbe prestare particolare
attenzione alle seguenti azioni specifiche in materia di politica di
concorrenza, sistema giudiziario e diritti fondamentali, libertà, sicurezza e
giustizia. 1.
Firmare il contratto di privatizzazione del
cantiere navale di Brodosplit e prendere le decisioni necessarie per trovare
una soluzione valida per 3.Maj e Brodotrogir al fine di portare a termine la
ristrutturazione dell’industria cantieristica croata. 2.
Attuare le misure immediate e compiere progressi
per quanto riguarda le misure a breve termine elaborate nel settembre 2012 per
aumentare l’efficienza del sistema giudiziario e smaltire l’arretrato
giudiziario. 3.
Adottare la nuova normativa per garantire
l’esecuzione delle sentenze e ridurre l’arretrato di casi riguardanti
l’esecuzione delle sentenze. 4.
Costituire la commissione competente in materia di
conflitto di interessi affinché possa iniziare le sue regolari attività. 5.
Adottare la nuova legge sull’accesso
all’informazione al fine di rafforzare il quadro giuridico e amministrativo
pertinente. 6.
Completare l’adozione dei regolamenti necessari per
garantire l’attuazione della legge sulla polizia. 7.
Completare la costruzione di strutture ai valichi
di frontiera lungo il corridoio di Neum. 8.
Conseguire l’obiettivo stabilito per il 2012 in
materia di assunzione di agenti di polizia di frontiera. 9.
Mettere a punto e adottare la strategia sulla
migrazione, definendo chiaramente le misure per l’integrazione delle categorie
più vulnerabili di migranti. 10.
Potenziare la capacità di traduzione e revisione
dell’acquis affinché tale compito possa essere portato a termine in tempo
per l’adesione. Nei settori dell’agricoltura e dello sviluppo
rurale, inoltre, la Croazia dovrà adoperarsi in particolare per completare
l’allineamento della normativa in materia di pagamenti diretti e
l’accreditamento dell’organismo pagatore per i pagamenti diretti al più tardi
entro la fine del 2012. Tenuto conto della recente importante
ristrutturazione della pubblica amministrazione, nonché delle ulteriori
competenze legate all’adesione all’UE, la Croazia deve inoltre adottare misure
immediate per fronteggiare le difficoltà in termini di capacità amministrative
individuate nella relazione globale di controllo e garantire che il
completamento dei preparativi per l’adesione non ne risenta. Le autorità croate devono adottare tutte le
misure necessarie per garantire che il paese sia completamente pronto per
l’adesione entro il 1° luglio 2013. Ciò comprende la traduzione integrale dell’acquis
in tempo utile prima dell’adesione. La Commissione continuerà a sorvegliare
l’adempimento degli impegni assunti dalla Croazia nell’ambito dei negoziati di
adesione, concentrandosi sulle questioni evidenziate nella relazione globale di
controllo e, se le circostanze lo giustificano, ad avvalersi di tutti gli
strumenti di cui all’articolo 36 dell’atto di adesione. A norma di detto articolo, nella primavera del
2013 la Commissione presenterà una relazione finale di verifica sui preparativi
per l’adesione della Croazia. Per potersi preparare al coordinamento delle
politiche economiche all’interno dell’UE, la Croazia parteciperà informalmente
al semestre europeo 2013. La Croazia dovrà continuare a svolgere un
ruolo attivo nell’ambito della cooperazione regionale nei Balcani occidentali
ed è incoraggiata ad affrontare le questioni bilaterali rimaste in sospeso con
i paesi vicini. [1] COM(2012) 186 final.