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Document 52012DC0601

    COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO E AL CONSIGLIO relativa alle principali conclusioni della relazione globale di controllo sul grado di preparazione della Croazia in vista dell’adesione all’UE

    /* COM/2012/0601 final */

    52012DC0601

    COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO E AL CONSIGLIO relativa alle principali conclusioni della relazione globale di controllo sul grado di preparazione della Croazia in vista dell’adesione all’UE /* COM/2012/0601 final */


    COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO E AL CONSIGLIO

    relativa alle principali conclusioni della relazione globale di controllo sul grado di preparazione della Croazia in vista dell’adesione all’UE

    1.         Introduzione

    I negoziati di adesione con la Croazia sono stati chiusi nel giugno 2011. In seguito al parere favorevole della Commissione, al parere conforme del Parlamento europeo e alla decisione del Consiglio relativa all’ammissione della Croazia, il trattato di adesione è stato firmato il 9 dicembre 2011 (GU L 112 del 24.4.2012). Il paese ha ratificato il trattato di adesione e diverrà membro dell’Unione europea il 1º luglio 2013, a condizione che il trattato sia ratificato da tutti gli Stati membri. In quanto paese in via d’adesione, la Croazia gode dello status di “osservatore attivo” durante il periodo che precede l’adesione.

    Nel corso dei negoziati, la Croazia ha accettato una serie di impegni che dovrà rispettare entro la data di adesione, a meno che non siano state convenute disposizioni transitorie specifiche.

    Nel documento di strategia pubblicato nell’ottobre 2011 e nella relazione di verifica sui preparativi per l’adesione della Croazia dell’aprile 2012[1], la Commissione ha rilevato i progressi compiuti dal paese nell’ambito dei preparativi per l’adesione e ha individuato altresì vari settori che richiedono ulteriori miglioramenti affinché la Croazia possa soddisfare pienamente gli obblighi che l’adesione comporta. La Croazia ha elaborato un piano d’azione per dar seguito alle conclusioni della relazione di verifica del mese di aprile. Il piano è in corso di attuazione e sono già state adottate varie misure; è proseguita, in particolare, la ristrutturazione di Brodosplit e avanzano le discussioni relative alle modalità di privatizzazione e di ristrutturazione per 3.Maj e Brodotrogir. È continuata l’attuazione della strategia di riforma del sistema giudiziario e del relativo piano d’azione e viene attualmente ultimata una strategia riveduta. Il governo ha proposto al Parlamento una nuova legislazione sull’esecuzione delle sentenze. Si è continuato a registrare risultati nella lotta contro la corruzione e la criminalità organizzata e si sono mossi i primi passi per istituire la commissione competente in materia di conflitto di interessi. Per quanto riguarda i diritti fondamentali, sono state adottate modifiche della nuova legge antidiscriminazioni e la nuova normativa riguardante il mediatore. Si sono intensificate le discussioni con la Bosnia-Erzegovina per affrontare le questioni in sospeso in materia di gestione delle frontiere. Si registrano progressi per quanto concerne l’allineamento della direttiva sui servizi e in materia di reciproco riconoscimento delle qualifiche professionali. È stata abolita, con effetto a decorrere da luglio 2012, la tassa/misura fiscale relativa ai servizi mobili.

    Conformemente all’articolo 36 dell’atto di adesione, la Commissione deve sorvegliare attentamente tutti gli impegni assunti dalla Croazia nel corso dei negoziati di adesione, con particolare attenzione alla politica di concorrenza, al sistema giudiziario e ai diritti fondamentali, nonché a libertà, sicurezza e giustizia. L’atto prevede inoltre che nell’autunno del 2012 la Commissione presenti una relazione globale di controllo al Parlamento europeo e al Consiglio.

    La presente comunicazione sintetizza le principali conclusioni della relazione globale di controllo, che analizza i progressi compiuti dalla Croazia tra ottobre 2011 e settembre 2012 nei preparativi per l’adesione, presenta una valutazione globale del suo grado di preparazione ed evidenzia i settori che richiedono un maggiore impegno affinché il paese sia pronto ad aderire all’Unione europea il 1° luglio 2013.

    La relazione valuta il grado di preparazione della Croazia sulla base dei criteri politici ed economici di adesione, nonché dell’obbligo di adottare ed attuare l’acquis dell’UE, come stabilito dal Consiglio europeo di Copenaghen del 1993.

    La valutazione si basa su informazioni raccolte e analizzate dalla Commissione, compresi dati forniti dalla Croazia, nonché sulle informazioni comunicate da Stati membri, organizzazioni internazionali e organizzazioni della società civile nell’ambito dei loro regolari contatti con la Commissione. La relazione poggia altresì sulle conclusioni tratte dalla Commissione nelle sue tabelle di controllo aggiornate, uno strumento di lavoro inteso a esaminare in dettaglio tutti gli impegni assunti dalla Croazia nel quadro dei negoziati.

    Con la presente relazione, la Commissione intende inoltre assistere la Croazia nel suo cammino verso l’adesione.

    2.         Conformità della Croazia ai criteri di Copenaghen – sintesi delle conclusioni

    2.1       Criteri politici

    La Croazia continua a soddisfare i criteri politici. Sono proseguiti i lavori in tutti i settori interessati dai criteri politici (stabilità istituzionale tale da garantire la democrazia, Stato di diritto, diritti umani, rispetto e protezione delle minoranze) e i risultati incominciano ad essere tangibili.

    Le elezioni legislative, svoltesi nel dicembre 2011 in un contesto pluralistico, sono state gestite con efficienza e in modo trasparente. Occorrono miglioramenti per quanto riguarda la conservazione delle liste elettorali, per cui sono già iniziati i lavori. Serve un maggiore impegno nel campo della pubblica amministrazione per migliorare la professionalità dei dipendenti pubblici. È indispensabile completare ed attuare in maniera efficiente il quadro giuridico pertinente al fine di istituire un servizio pubblico moderno, affidabile, trasparente e al servizio del cittadino. Tenuto conto della recente importante ristrutturazione della pubblica amministrazione, nonché delle ulteriori competenze legate all’adesione all’UE, la Croazia deve affrontare senza indugio le difficoltà in termini di capacità amministrative individuate nella relazione globale di controllo e garantire che il completamento dei preparativi per l’adesione non ne risenta.

    Nel settore giudiziario sono proseguite le iniziative volte a rafforzare l’indipendenza, la responsabilità, l’imparzialità e la professionalità della magistratura. Il Consiglio giudiziario dello Stato e il Consiglio delle procure dello Stato, oggetto di riforma, hanno continuato a funzionare in modo indipendente. Entrambi gli organi hanno continuato a nominare funzionari giudiziari in base a criteri trasparenti, uniformi e oggettivi. Bisogna adoperarsi per migliorarne il funzionamento, soprattutto per consentire loro di svolgere i sempre più numerosi compiti, compresi il controllo sistematico e preciso delle dichiarazioni patrimoniali e l’applicazione proattiva di procedure disciplinari. Si devono migliorare le procedure di selezione e nomina dei nuovi giudici e pubblici ministeri. La Croazia ha continuato ad attuare diverse misure volte a migliorare l’efficienza del sistema giudiziario. Sebbene il numero di vecchie cause penali pendenti continui a diminuire, quello delle vecchie cause civili è aumentato negli ultimi diciotto mesi. Desta preoccupazione questa tendenza generale che vede un aumento delle cause non risolte, essenzialmente in campo civile e commerciale e per quanto riguarda reati minori e casi riguardanti l’esecuzione delle sentenze. Il parlamento deve adottare la legislazione riveduta sull’esecuzione delle sentenze, adottata dal governo nel luglio 2012, che dev’essere applicata per poter conseguire ulteriori risultati concreti.

    Per quanto riguarda la lotta contro la corruzione, è in essere un quadro giuridico e istituzionale adeguato e si continuano a registrare risultati in termini di attuazione. Gli organi di contrasto si confermano proattivi, soprattutto nei casi ad alto livello. Occorre tenere sotto stretto controllo la corruzione a livello locale, in particolare nel settore dei pubblici appalti. Sono migliorati i risultati conseguiti dalla Croazia in termini di rafforzamento delle misure di prevenzione grazie a una serie di strumenti giuridici, ma il paese non ha ancora completamente attuato la legislazione in materia di conflitto di interessi e ha soppresso le precedenti disposizioni sui criteri di appartenenza ai consigli di amministrazione e ai consigli direttivi delle imprese pubbliche. Sono stati mossi alcuni passi per la creazione della commissione competente in materia di conflitto di interessi, con la pubblicazione da parte del Parlamento dell’invito a manifestare interesse per la selezione dei suoi membri nell’agosto 2012. Detta commissione dev’essere creata e diventare operativa senza indugio. Si deve prestare attenzione al campo di applicazione e all’attuazione della normativa sull’accesso all’informazione. La Croazia è a buon punto per quanto riguarda la cooperazione di polizia e la lotta contro la criminalità organizzata. Sono proseguite attività volte ad allineare la legislazione nazionale con l’acquis dell’UE e a fronteggiare le sfide future della lotta contro la criminalità organizzata all’interno dell’Unione.

    Per quanto riguarda i diritti umani e la tutela delle minoranze, i diritti umani continuano, nel complesso, ad essere rispettati, benché si confermi la necessità di prestare maggiore attenzione al rispetto dei diritti di lesbiche, omosessuali, bisessuali e transessuali (LGBT). Le manifestazioni del “gay pride” a Spalato e Zagabria si sono svolte senza incidenti di rilievo, con un forte impegno del governo croato nei confronti della loro regolare organizzazione.

    In termini di rispetto e tutela dei diritti delle minoranze e dei diritti culturali, la tutela delle minoranze ha continuato a registrare miglioramenti grazie all’attuazione di misure in tale ambito, tra cui la legge costituzionale sui diritti delle minoranze nazionali. Il livello di occupazione delle minoranze nell’amministrazione statale e nel settore giudiziario resta tuttavia inferiore ai requisiti della legge. Conformemente alla costituzione, otto rappresentanti delle minoranze nazionali sono stati eletti in occasione delle elezioni legislative del dicembre 2011. La Croazia deve però continuare a promuovere la tolleranza nei confronti delle minoranze, in particolare quella serbo-croata, e ad adottare provvedimenti per tutelare quanti potrebbero ancora essere oggetto di minacce o di atti discriminatori, ostili o violenti. La minoranza rom affronta condizioni di vita particolarmente difficili e notevoli problemi in materia di istruzione, previdenza sociale, assistenza sanitaria, occupazione e accesso ai documenti personali.

    Quanto alle questioni legate al ritorno dei rifugiati, la situazione è migliorata e prosegue, anche se a un ritmo più lento, l’attuazione dei programmi di fornitura di alloggi. Occorre sviluppare ulteriormente le condizioni per il ritorno sostenibile dei rifugiati.

    Per quanto riguarda i crimini di guerra, la Croazia continua a cooperare con il Tribunale penale internazionale per l’ex Jugoslavia (ICTY) e a trattare i casi di crimini di guerra. Bisogna intensificare gli sforzi per contrastare l’impunità per i crimini di guerra, in quanto la maggior parte di essi dev’essere ancora perseguita in maniera soddisfacente. Occorrono misure volte ad agevolare la protezione dei testimoni e la loro presenza ai processi, in particolare nei casi trasferiti alle sezioni specializzate. Per quanto riguarda la cooperazione regionale, la Croazia ha proseguito il dialogo con i paesi vicini per affrontare le questioni bilaterali pendenti. La dichiarazione del parlamento croato dell’ottobre 2011 sulla promozione dei valori europei nell’Europa sudorientale ha sottolineato il fermo impegno della Croazia a sostenere gli altri paesi della regione nel loro cammino verso l’UE. La Croazia ha continuato a impegnarsi nella cooperazione in materia di crimini di guerra a livello bilaterale e regionale ed è in atto una fattiva cooperazione tra le autorità giudiziarie, in particolare tra pubblici ministeri. Il paese ha continuato a contribuire attivamente al processo della dichiarazione di Sarajevo. Nell’aprile 2012 si è svolta a Sarajevo una conferenza internazionale dei donatori volta ad ottenere finanziamenti per offrire una soluzione duratura a tutti i rifugiati della regione, sfollati a seguito dei conflitti armati nell’ex Jugoslavia nel corso degli anni ‘90. La Croazia deve stanziare le risorse supplementari necessarie a tal fine.

    Si deve effettuare un riesame generale dei casi di persone scomparse quale importante passo nel processo di riconciliazione della regione.

    Quanto alle relazioni bilaterali, è stata avviata la procedura di arbitrato internazionale sui confini tra la Croazia e la Slovenia e il tribunale arbitrale ha tenuto la sua prima riunione procedurale il 13 aprile 2012. Restano da compiere progressi concreti per quanto riguarda la demarcazione dei confini con la Serbia, il Montenegro e la Bosnia-Erzegovina.

    2.2       Criteri economici

    L’economia croata si è temporaneamente stabilizzata a metà del 2011, per poi ricadere nella recessione verso la fine dell’anno. La contrazione economica è continuata nella prima metà del 2012. La disoccupazione, il disavanzo pubblico e il debito pubblico, che già registravano livelli elevati, hanno continuato ad aumentare nel 2011. Il debito estero rimane uno dei punti più vulnerabili dell’economia.

    Per quanto concerne i criteri economici, la Croazia ha un’economia di mercato funzionante. Un’attuazione decisa delle riforme strutturali urgenti dovrebbe consentire al paese di far fronte alle pressioni concorrenziali e alle forze di mercato all’interno dell’Unione nel breve termine.

    Si è mantenuto un ampio consenso politico sui principi di base dell’economia di mercato. Considerati i vincoli esistenti, la politica macroeconomica si è dimostrata nell’insieme adeguata. La banca centrale è riuscita a salvaguardare la stabilità finanziaria e dei tassi di cambio mantenendo al tempo stesso una politica monetaria relativamente flessibile a fronte di pressioni inflazionistiche contenute. Il settore bancario è rimasto ben capitalizzato. A livello di bilancio, le autorità si sono adoperate per contenere il disavanzo in aumento limitando la spesa pubblica. Il disavanzo delle partite correnti si è attestato su un livello basso poiché un nuovo incremento delle importazioni è stato compensato da una crescita delle esportazioni. Il debito esterno lordo si è stabilizzato, seppure ad un livello molto elevato.

    Le riforme strutturali hanno registrato lenti progressi in alcuni settori, anche per quanto riguarda la privatizzazione e la ristrutturazione delle imprese in perdita, e sono risultate quasi inesistenti in altri. Soprattutto nel settore dei mercati del lavoro, dove i già bassi tassi di occupazione e di partecipazione sono scesi ulteriormente, le riforme sono ancora agli inizi e devono essere intensificate senza indugio. Il clima degli investimenti ha continuato a risentire dei pesanti oneri normativi, di procedure eccessivamente lunghe, delle incertezze del quadro giuridico, dell’imprevedibilità delle decisioni amministrative e di un numero elevato di oneri non fiscali. I trasferimenti sociali, che rappresentano una quota relativamente elevata dei bilanci pubblici, non sono ancora adeguatamente mirati. Vista la necessità di garantire la sostenibilità di bilancio a medio termine, il processo di bilancio potrebbe essere ulteriormente potenziato. Migliorare l’efficienza della spesa pubblica rimane una priorità assoluta.

    2.3       Capacità di assumere gli obblighi che comporta l’adesione

    Per quanto attiene alla capacità di assumere gli obblighi che comporta l’adesione, la Croazia ha continuato a compiere progressi nell’adozione e nell’attuazione della normativa UE e sta completando l’allineamento con l’acquis. La Commissione ha individuato una serie di questioni che richiedono un’attenzione costante. Le autorità croate devono adottare tutte le misure necessarie per garantire che il paese sia completamente pronto all’adesione entro il 1° luglio 2013, anche per quanto riguarda la capacità amministrativa per l’applicazione dell’acquis.

    Conformemente all’articolo 36 dell’atto di adesione, nella presente sezione viene rivolta particolare attenzione ai seguenti ambiti: politica di concorrenza, sistema giudiziario e diritti fondamentali, giustizia, libertà e sicurezza.

    Capitolo 8: politica di concorrenza

    Nel complesso, la Croazia rispetta gli impegni e gli obblighi derivanti dai negoziati di adesione nel settore della politica di concorrenza e dovrebbe essere in grado di attuare l’acquis sin dall’adesione. Dev’essere trattata con urgenza la questione della firma dei contratti per la privatizzazione dei cantieri navali in difficoltà.

    La Croazia ha allineato in larga misura la propria legislazione in materia di antitrust, concentrazioni e aiuti di Stato, settori in cui ha continuato ad impegnarsi per conseguire risultati positivi in termini di attuazione della normativa. L’agenzia per la concorrenza della Croazia, pienamente operativa e funzionalmente indipendente, svolge le proprie funzioni conformemente alla normativa in vigore. È stato predisposto un adeguato sistema di controllo delle concentrazioni e degli aiuti di Stato.

    Nel settore dell’antitrust e delle concentrazioni, dal 1° ottobre 2011 l’agenzia per la concorrenza ha emanato 29 decisioni e 25 pareri. Essa ha continuato a fornire al governo valutazioni dei progetti di legge e altri pareri di esperti.

    Nel settore degli aiuti di Stato, l’agenzia ha adottato 30 decisioni, 13 in materia di regimi di aiuto e 17 riguardanti misure di aiuto individuali.

    Per quanto riguarda gli obblighi di comunicazione della Croazia per il settore siderurgico, le prime relazioni sono state presentate alla Commissione il 15 dicembre 2011 e il 18 giugno 2012 conformemente ai requisiti emersi nel corso dei negoziati.

    Sisak deve ancora rimborsare gli aiuti ricevuti. Nell’ottobre 2011 i proprietari hanno deciso di chiudere l’acciaieria e di venderla, cessando quindi completamente la produzione. I proprietari della CMC Sisak l’hanno venduta a un nuovo investitore, il gruppo italiano Danieli.

    Le relazioni contengono inoltre informazioni aggiornate sulla procedura fallimentare dell’altra acciaieria, Željezara Split.

    Per quanto attiene agli obblighi di comunicazione della Croazia per l’industria cantieristica, il 16 gennaio 2012 il paese ha presentato la prima relazione semestrale sulla ristrutturazione dei cantieri navali croati in difficoltà, come richiesto dall’allegato VIII dell’atto di adesione. La relazione contiene dati sulle misure adottate per ripristinare la redditività, sugli aiuti utilizzati, sul contributo proprio e sulla capacità di produzione, secondo la metodologia convenuta con la Commissione per quanto riguarda il controllo dell’attuazione da parte della Croazia. La relazione fornisce altresì informazioni dettagliate sugli accordi che disciplinano il diritto di proprietà nell’ambito dell’espropriazione nel settore marittimo. Il 16 luglio 2012 la Croazia ha presentato la seconda relazione semestrale sulla ristrutturazione dell’industria cantieristica croata. Il paese ha inoltre presentato la prima relazione sui risultati annuali dei cantieri navali in ristrutturazione.

    L’offerta per il cantiere navale Brodosplit è stata accettata nel marzo 2012 e la Croazia ha indicato che il contratto di privatizzazione sarà firmato quanto prima. Il governo ha respinto le offerte per i cantieri navali Kraljevica e Brodotrogir e l’offerta per il cantiere 3.Maj è stata ritirata dal potenziale investitore. Il governo ha deciso di avviare la procedura fallimentare per Kraljevica e di vagliare nuove modalità di privatizzazione e di ristrutturazione per 3.Maj e Brodotrogir.

    La Croazia deve procedere con urgenza alla firma del contratto di privatizzazione di Brodosplit, in seguito alla decisione positiva della Commissione dell’agosto 2012, e alla ricerca di una soluzione per 3.Maj e Brodotrogir, al fine di soddisfare entro la data di adesione i requisiti dell’allegato del trattato in materia di ristrutturazione dei cantieri navali.

    Per quanto riguarda gli aiuti esistenti, la Croazia ha fornito alla Commissione un elenco delle undici misure di aiuto che vorrebbe fossero considerate come aiuti esistenti alla data di adesione. Sette di esse sono state incluse nell’atto di adesione, ma la Croazia deve fornire ulteriori informazioni sulle restanti misure affinché la Commissione possa completare la propria valutazione.

    Capitolo 23: sistema giudiziario e diritti fondamentali

    La Croazia rispetta nel complesso gli impegni e i requisiti derivanti dai negoziati di adesione nel settore giudiziario e dei diritti fondamentali e dovrebbe essere in grado di attuare l’acquis al momento dell’adesione, come indicato nei dieci settori di cui all’allegato VII dell’atto di adesione. Occorre tuttavia un maggiore impegno per continuare a potenziare lo Stato di diritto, migliorando l’amministrazione e il sistema giudiziario, e per combattere e prevenire la corruzione in modo efficace. Costante attenzione dev’essere rivolta ai procedimenti giudiziari sui crimini di guerra nazionali, al rispetto dei diritti umani e alla protezione delle minoranze.

    1) Continuare a garantire un’effettiva attuazione della strategia di riforma del sistema giudiziario e del relativo piano d’azione

    L’attuazione della strategia di riforma del settore giudiziario e del relativo piano d’azione, compreso l’adeguamento legislativo in una serie di settori, è proseguita nel complesso secondo il calendario. Sono stati creati gruppi di lavoro impegnati a migliorare ulteriormente la legislazione specifica e a garantire un maggiore coordinamento degli strumenti giuridici. Resta da migliorare la programmazione delle risorse umane, anche per quanto riguarda il fabbisogno a lungo termine del settore giudiziario. La dotazione finanziaria disponibile per il sistema giudiziario è rimasta stabile a circa 337 milioni di euro, pari allo 0,7% del PIL. Nel febbraio 2012 è stato istituito un consiglio incaricato di sorvegliare l’attuazione della strategia di riforma del sistema giudiziario, concentrandosi in particolare sull’efficienza dei procedimenti giudiziari. Nell’ottobre 2011 sono state adottate modifiche della legge sul Consiglio giudiziario dello Stato per continuare ad offrire maggiori possibilità di trasferire il personale giudiziario in funzione delle esigenze.

    2) Continuare a rafforzare l’indipendenza, la responsabilità, l’imparzialità e la professionalità della magistratura

    È proseguita l’attuazione delle varie misure adottate nel 2010 e nel 2011 per rafforzare l’indipendenza, la responsabilità, l’imparzialità e la professionalità della magistratura. Il Consiglio giudiziario dello Stato e il Consiglio delle procure dello Stato, oggetto di riforma, hanno continuato a funzionare in modo indipendente.

    Entrambi gli organi hanno continuato a nominare funzionari giudiziari in base a criteri trasparenti, uniformi e oggettivi. Dal 2011 sono stati nominati 63 giudici. Sono stati apportati miglioramenti all’attuazione del sistema transitorio di nomina dei giudici e dei pubblici ministeri, garantendo tra l’altro una maggiore trasparenza nella valutazione delle prove orali e rivolgendo particolare attenzione alla parità di trattamento di tutti i candidati. Si tratta di misure importanti negli ultimi mesi di applicazione del regime transitorio, fino al dicembre 2012. Gli insegnamenti tratti dall’attuazione del regime transitorio andrebbero applicati all’attuazione del nuovo sistema di nomine attraverso la scuola statale per funzionari giudiziari, che avrà inizio nel gennaio 2013. Tale esperienza dovrebbe essere altresì presa in considerazione per migliorare la procedura di selezione per il trasferimento dei giudici ad altri posti. Il primo contingente di candidati per la scuola statale per funzionari giudiziari sta terminando il secondo anno, ma l’iscrizione del secondo contingente annuale di 55 candidati ha subito notevoli ritardi: i candidati sono stati selezionati solamente a luglio e l’inizio del programma era fissato a settembre.

    Il Consiglio giudiziario dello Stato ha iniziato a utilizzare il nuovo sistema di dichiarazioni patrimoniali per i giudici. Vengono presi provvedimenti disciplinari nei confronti dei funzionari giudiziari autori di illeciti. Sebbene il Consiglio giudiziario dello Stato e il Consiglio delle procure dello Stato siano diventati più proattivi, servono migliori risultati a livello di applicazione del nuovo sistema di procedimenti disciplinari.

    Per garantire un funzionamento più efficiente del Consiglio giudiziario dello Stato e del Consiglio delle procure dello Stato bisogna fornire loro ulteriori risorse amministrative; essi devono altresì dimostrare indipendenza e responsabilità nell’esecuzione dei loro crescenti compiti, compresi un controllo sistematico e preciso delle dichiarazioni patrimoniali e l’applicazione proattiva di procedure disciplinari.

    Resta da modificare il diritto derivato per limitare l’immunità dei giudici, completando in tal modo il quadro legislativo nel settore, e fornire ulteriori orientamenti sull’applicazione del codice di condotta.

    L’Accademia giudiziaria ha continuato a funzionare bene e sono proseguiti i programmi di formazione professionale, compresa la formazione iniziale. Si sono intensificate le attività di formazione in materia di diritto dell’UE. L’Accademia giudiziaria è stata maggiormente coinvolta in attività a livello europeo e la Croazia ha firmato un memorandum d’intesa con la Commissione sulla partecipazione ai programmi UE nel settore della giustizia civile e penale. Il funzionamento dell’Accademia ha risentito tuttavia dei tagli al bilancio (una riduzione del 28% circa nel bilancio 2012 rispetto al 2011). Occorre preparare pienamente i giudici ad applicare il diritto e la giurisprudenza dell’UE sin dall’adesione.

    3) Continuare a migliorare l’efficienza del sistema giudiziario

    La Croazia ha continuato ad attuare diverse misure volte a migliorare l’efficienza del sistema giudiziario. Nei primi sei mesi del 2012 il numero di cause penali pendenti ha continuato a diminuire del 12% circa e il numero delle vecchie cause civili è sceso all’incirca del 5%. Occorre però un maggiore impegno per ridurre ulteriormente il numero di cause civili e commerciali in sospeso. Il numero di nuove cause registrate nel sistema nel primo semestre del 2012 (844 218) è stato leggermente superiore al numero di cause risolte (836 160).

    Anche il numero dei casi riguardanti l’esecuzione delle sentenze è aumentato del 5% circa nei primi sei mesi del 2012, malgrado il corretto funzionamento del sistema d’esecuzione dei crediti pecuniari gestito dall’agenzia finanziaria FINA. Nel luglio 2012 il governo ha presentato al parlamento proposte riguardanti una nuova normativa sull’esecuzione delle sentenze, che non prevede più l’introduzione dei pubblici ufficiali giudiziari. Una volta adottato, il nuovo sistema dovrà dimostrare la propria capacità di garantire l’esecuzione delle decisioni dei tribunali e degli ordini di esecuzione e di ridurre l’arretrato di casi riguardanti l’esecuzione delle sentenze. Occorre garantire che i tribunali superiori, compresa la Corte suprema, dispongano di mezzi adeguati per far fronte all’eccessivo aumento di cause in corso. Il nuovo sistema di giustizia amministrativa è entrato in vigore il 1° gennaio 2012, seppure con un certo ritardo nella nomina del personale necessario. La Croazia deve continuare ad attuare con determinazione le misure previste nell’immediato e a breve termine per garantire l’efficienza, soprattutto per conseguire migliori risultati in materia di gestione delle cause e ridurre il numero di vecchie cause pendenti.

    Si registrano alcuni progressi in termini di infrastrutture fisiche e informatizzazione dei tribunali. Prosegue la fusione dei tribunali nell’ambito del processo di razionalizzazione dell’ordinamento giudiziario. È in corso l’introduzione in 33 tribunali locali del sistema di gestione integrata delle cause, al termine della quale il sistema sarà operativo in quasi tutti i tribunali della Croazia. Il sistema dovrebbe tuttavia venire applicato a tutti i tribunali, ivi comprese l’Alta Corte commerciale e, per la gestione delle cause riguardanti reati minori, l’Alta Corte per i reati minori. Bisogna inoltre migliorare ulteriormente la raccolta e l’analisi di dati statistici e il controllo della durata complessiva dei procedimenti. In generale, i tribunali che si occupano di reati minori dovranno essere dotati di migliori attrezzature e locali. Occorrerà un maggiore impegno per accrescere la mobilità dei giudici ed elaborare i criteri quadro per valutarne la produttività.

    4) Continuare a migliorare la gestione dei casi di crimini di guerra nazionali

    La Croazia ha continuato a trattare i casi di crimini di guerra nazionali. Ha preso il via l’attuazione della strategia per affrontare il problema dell’impunità e sono stati trattati vari casi ritenuti prioritari a livello nazionale e regionale, con ulteriori arresti, rinvii a giudizio e sentenze. Tuttavia, la maggior parte dei reati non è ancora stata perseguita dalle autorità giudiziarie. Si è continuato ad applicare un’impostazione più equilibrata ai processi, con il trasferimento di ulteriori casi (87) ai quattro tribunali specializzati. Sono stati adottati provvedimenti per proteggere i testimoni attraverso migliori servizi di sostegno in determinati tribunali. Occorre aggiornare le basi di dati sui crimini di guerra per consentire ricerche di informazioni più analitiche e il loro impiego efficace da parte dei procuratori distrettuali. I tribunali dovrebbero specializzarsi ulteriormente nei processi sui crimini di guerra attraverso la formazione mirata di giudici specializzati e prepararsi a gestire un numero crescente di casi. La Croazia deve prestare un’attenzione costante alla questione della protezione dei testimoni e della loro presenza ai processi per crimini di guerra, soprattutto nei casi trasferiti alle sezioni specializzate. Deve continuare il riesame dei casi giudicati in contumacia. La legge sull’invalidazione di taluni atti degli organi giudiziari del disciolto esercito nazionale jugoslavo, della ex Repubblica federativa socialista di Jugoslavia e della Repubblica di Serbia, adottata nel novembre 2011, ha destato preoccupazione in merito alla futura cooperazione bilaterale con la Serbia in materia di casi di crimini di guerra. La legge è stata contestata dal presidente della Corte costituzionale per motivi procedurali. La Croazia ha preso contatto con la Serbia per far fronte ai possibili effetti negativi della legge e ha avviato negoziati tecnici con tale paese in vista di un accordo di cooperazione nel settore.

    Occorrono ulteriori sforzi per combattere l’impunità, soprattutto perché la maggior parte dei casi è ancora in attesa di una sentenza definitiva o deve ancora essere oggetto di indagini. La Croazia deve prestare un’attenzione costante alla questione della protezione dei testimoni e della loro presenza ai processi per crimini di guerra, soprattutto nei casi trasferiti alle sezioni specializzate.

    5) Continuare a garantire risultati significativi in termini di indagini, azioni penali e sentenze efficienti, efficaci e imparziali nei casi di criminalità organizzata e corruzione a tutti i livelli, compresa la corruzione ad alto livello, e in settori vulnerabili quali gli appalti pubblici.

    È in essere un quadro giuridico e istituzionale adeguato per la lotta contro la corruzione e la criminalità organizzata e si continuano a registrare risultati in termini di attuazione. Gli organi di contrasto rimangono proattivi, soprattutto nei casi ad alto livello. Fra gli sviluppi figurano verdetti di colpevolezza nei confronti dell’ex direttore di un’azienda pubblica, di un sindaco e di un giudice di un tribunale di contea per abuso di ufficio, nonché il rinvio a giudizio di un partito politico per corruzione. Mentre gli organi di contrasto continuano a concentrarsi sui casi di alto livello più complessi, il numero complessivo di casi trattati è in calo.

    Occorre tenere sotto stretto controllo la corruzione a livello locale, in particolare nel settore degli appalti pubblici. L’attuazione del quadro giuridico per il sequestro e la confisca dei beni dev’essere migliorata a tutti i livelli.

    Andrebbe prestata ulteriore attenzione al sistema di controllo dell’archiviazione delle cause penali da parte della procura. L’attuale sistema non prevede controlli indipendenti sulle decisioni dei pubblici ministeri di archiviare le notizie di reato.

    Si è proceduto a una serie di nomine a incarichi di alto livello nella polizia. Occorre assicurare l’attuazione della legge sulla polizia, soprattutto per garantirne la depoliticizzazione e una maggiore professionalità.

    6) Continuare a migliorare i risultati in termini di rafforzamento delle misure di prevenzione nella lotta alla corruzione e al conflitto di interessi

    La Croazia ha migliorato i risultati in termini di rafforzamento delle misure di prevenzione nella lotta alla corruzione mediante una serie di strumenti giuridici, ad esempio in materia di finanziamento dei partiti politici e delle campagne elettorali, accesso alle informazioni e appalti pubblici. Il paese non ha attuato tuttavia in modo efficiente tutte le misure giuridiche necessarie per prevenire il conflitto di interessi.

    Per quanto riguarda il finanziamento dei partiti politici e delle campagne elettorali, è stata rafforzata la commissione elettorale nazionale incaricata del controllo e sono state applicate senza grandi difficoltà nuove disposizioni alle elezioni legislative del dicembre 2011, in relazione alle quali sono state segnalate poche lacune. È stato istituito un gruppo di lavoro incaricato di preparare, sulla base degli insegnamenti tratti, le elezioni locali previste per il 2013. Occorre un costante impegno per controllare efficacemente il finanziamento dei partiti politici, anche al di fuori del periodo elettorale.

    Vengono applicate nuove norme in materia di accesso all’informazione e i tribunali sono chiamati a pronunciarsi sui primi ricorsi. Tuttavia, l’Agenzia per la protezione dei dati incaricata di applicare la legge incontra difficoltà ad esercitare un controllo generale poiché nel 2011 meno della metà delle istituzioni interessate le ha presentato una relazione. Nel 2011 non è stato effettuato un esame dell’interesse pubblico per i dati segretati. La prassi corrente del tribunale amministrativo consiste nel confermare l’esistenza di tali dati e nel negarne l’accesso. Occorre sviluppare, anche attraverso modifiche legislative, la prassi che prevede l’esame dell’interesse pubblico per le informazioni segretate.

    La nuova legislazione sugli appalti pubblici in vigore dal gennaio 2012 prevede una maggiore trasparenza, compresa la pubblicazione di informazioni sull’effettiva esecuzione dei contratti. L’attuazione efficace di tale normativa riveste la massima importanza.

    Sebbene all’inizio del 2011 sia stata adottata una normativa migliorata e più rigorosa sul conflitto di interessi, la mancata nomina della nuova commissione competente ha ritardato l’attuazione della legge. Sono stati mossi alcuni passi per la creazione di tale commissione, con la pubblicazione da parte del parlamento dell’invito a manifestare interesse per la selezione dei suoi membri nell’agosto 2012. Occorre potenziare e applicare efficacemente il sistema di verifica delle dichiarazioni patrimoniali e delle ricchezze ingiustificate.

    Sono state soppresse disposizioni della precedente legislazione sui criteri di appartenenza ai consigli di amministrazione e ai consigli direttivi delle imprese pubbliche. La Croazia deve garantire che sia predisposto un sistema efficace per prevenire la corruzione nelle imprese pubbliche. La commissione competente in materia di conflitto di interessi dev’essere costituita senza indugio. Si deve rafforzare il concetto di responsabilità politica e tolleranza zero in materia di corruzione.

    7) Continuare a rafforzare la protezione delle minoranze, anche con l’effettiva attuazione della legge costituzionale sui diritti delle minoranze nazionali

    Prosegue l’attuazione della legge costituzionale sui diritti delle minoranze nazionali. Nel dicembre 2011 sono stati eletti otto parlamentari in rappresentanza delle minoranze nazionali. Il governo ha adottato alcune disposizioni per attuare il piano del maggio 2011 relativo all’occupazione delle minoranze per il periodo 2011-2014. Il livello di occupazione delle minoranze nell’amministrazione pubblica e nel sistema giudiziario rimane inferiore ai requisiti stabiliti dalla legge costituzionale sui diritti delle minoranze nazionali. Sebbene tale fenomeno possa essere in parte motivato dal numero relativamente basso di nuove assunzioni a causa della crisi economica generale, è necessario un maggiore impegno, compresi maggiori controlli, per garantire l’attuazione del piano.

    La Croazia deve inoltre continuare a promuovere la tolleranza nei confronti delle minoranze, in particolare quella serba, e ad adottare opportuni provvedimenti per tutelare quanti potrebbero ancora essere oggetto di minacce o atti discriminatori, ostili o violenti. La minoranza rom affronta condizioni di vita particolarmente difficili e notevoli problemi in materia di istruzione, previdenza sociale, assistenza sanitaria, occupazione e accesso ai documenti personali.

    8) Continuare ad affrontare le questioni in sospeso riguardanti il rimpatrio dei rifugiati

    Prosegue, sebbene più lentamente, l’attuazione dei programmi di fornitura di alloggi ai rimpatriati. Nell’ambito del piano del marzo 2011 volto a trattare le circa 2 350 domande in sospeso, entro agosto 2012 erano stati risolti 259 casi ed erano state consegnate le chiavi a 139 famiglie. A fine agosto 2012 il numero di domande di alloggi approvate superava di 1 305 il parametro di riferimento fissato per i programmi di edilizia abitativa. 106 richieste di ricostruzione di alloggi sono tuttora in sospeso. Prosegue l’attuazione della decisione sulla convalida dei diritti alla pensione. La Croazia ha inoltre continuato a partecipare con altri paesi della regione al processo avviato dalla dichiarazione di Sarajevo, nel cui ambito si registrano progressi, soprattutto nel quadro del progetto regionale di edilizia abitativa. L’attuazione del nuovo sistema di opzioni di acquisto a condizioni favorevoli offerte ai beneficiari dei programmi di fornitura di alloggi risulta limitata e non si registrano progressi significativi per quanto riguarda i 15 casi di investimenti non richiesti. Occorre sviluppare ulteriormente le condizioni per il ritorno sostenibile dei rifugiati.

    9) Continuare a migliorare la tutela dei diritti umani

    Sebbene i diritti umani abbiano continuato, nel complesso, ad essere rispettati, occorre applicare con maggior determinazione le disposizioni giuridiche in vigore. Il mediatore generale e i difensori civici specializzati continuano a svolgere un ruolo importante nella tutela dei diritti umani. Bisogna però garantire un seguito alle raccomandazioni del mediatore. La Corte costituzionale ha revocato per motivi procedurali una legge sulla fusione dell’ufficio del mediatore con il Centro per i diritti umani e con i tre difensori civici specializzati in materia di parità tra i sessi, bambini e disabili. Nel luglio 2012 è stata adottata una nuova normativa che non prevede più la fusione degli uffici. Bisogna potenziare l’ufficio del mediatore per continuare a migliorare il sistema di protezione dei diritti umani. A tal fine dovranno essere messi a disposizione finanziamenti e locali adeguati e si dovrà creare una banca dati comune.

    La Croazia ha continuato a migliorare il proprio bilancio in materia di applicazione della legge antidiscriminazioni e della legislazione sui reati generati dall’odio. Si deve proseguire su tale strada, adoperandosi per garantire l’applicazione di sanzioni dissuasive. Nel settembre 2012 il parlamento ha adottato alcune modifiche della legge antidiscriminazioni. Le manifestazioni del “gay pride” a Spalato e Zagabria si sono svolte senza incidenti di rilievo, con un forte impegno del governo croato nei confronti della loro regolare organizzazione. Lesbiche, omosessuali, bisessuali e transessuali (LGBT) continuano ad essere vittime di attacchi e minacce. Bisogna migliorare il quadro giuridico per il gratuito patrocinio per consentire un migliore accesso all’assistenza legale e per promuovere il ruolo delle ONG quali prestatori di assistenza legale.

    10) Continuare a collaborare pienamente con il Tribunale penale internazionale per l’ex Jugoslavia (ICTY)

    La Croazia continua a collaborare con il Tribunale penale internazionale per l’ex Jugoslavia (ICTY). Non si registrano particolari sviluppi per quanto riguarda le indagini svolte dalla Croazia per rintracciare i documenti militari mancanti richiesti dall’Ufficio del procuratore dell’ICTY. La richiesta della Croazia di intervenire in veste di amicus curiae nella procedura di appello avverso la sentenza del 15 aprile 2011 contro i generali croati Gotovina e Markač è stata respinta dal Tribunale. Il procuratore capo del Tribunale penale internazionale per l’ex Jugoslavia ha pubblicato una relazione positiva sulla cooperazione della Croazia con l’ICTY.

    Capitolo 24: giustizia, libertà e sicurezza

    Nel complesso, la Croazia rispetta gli impegni e gli obblighi derivanti dai negoziati di adesione nel settore della giustizia, della libertà e della sicurezza e dovrebbe essere in grado di attuare l’acquis sin dall’adesione. Bisogna intensificare gli sforzi in settori quali migrazione, politica dei visti, gestione delle frontiere e lotta contro la criminalità organizzata, compresi la tratta di esseri umani e la lotta al terrorismo, al fine di garantire che la Croazia completi i preparativi per l’ingresso nell’Unione entro la data di adesione.

    In materia di migrazione, la Croazia ha proseguito l’allineamento con l’acquis e i preparativi nel settore sono quasi completi. Il numero di migranti irregolari arrestati nel 2011 è salito a 3 461. Nello stesso periodo, sono stati individuati 552 minori non accompagnati in posizione irregolare (quasi il doppio rispetto all’anno precedente). Si rileva una buona cooperazione con gli altri paesi della regione nel settore della riammissione; l’accordo con la Bosnia-Erzegovina è entrato in vigore nell’aprile 2012. Un accordo analogo è stato firmato con la Germania nel marzo 2012. Sono sulla buona strada i lavori di costruzione di una struttura per minori e altri gruppi vulnerabili di migranti irregolari a Jezevo. Ci si dovrà adoperare ulteriormente per avviare la costruzione di altri due centri di accoglienza per migranti irregolari in transito. Sul fronte della migrazione legale, l’entrata in vigore nel gennaio 2012 della nuova legge sugli stranieri ha contribuito a un ulteriore allineamento della legislazione nazionale con l’acquis nel settore. Deve proseguire senza ritardi l’elaborazione di una nuova strategia in materia di migrazione.

    La Croazia dovrà attuare il quadro giuridico per i minori non accompagnati predisponendo un’assistenza adeguata a loro beneficio e avviare la costruzione di nuovi centri di accoglienza per i migranti irregolari prima dell’adesione. Si devono esaminare soluzioni temporanee alternative, che tengano conto del crescente numero di migranti che entrano nel paese, soprattutto nelle zone di frontiera.

    In materia di asilo, la Croazia ha quasi completato l’allineamento con l’acquis. I preparativi devono garantire una sufficiente capacità istituzionale nel settore, in termini di personale qualificato e sufficientemente numeroso, tenendo debitamente conto del costante aumento del numero di richiedenti asilo nel paese.

    La normativa di attuazione in materia di assistenza legale gratuita durante la procedura di asilo è stata adottata nel marzo 2012. Dal gennaio 2012, la responsabilità per le cause di secondo grado in materia di asilo è passata ai tribunali amministrativi. Dopo un periodo transitorio di tre mesi, la commissione competente in materia di asilo ha cessato l’attività nel marzo 2012. È stata coperta una prima serie di posti per giudici e personale amministrativo dei nuovi tribunali ed è iniziata la formazione del personale in materia di asilo. I rifugiati continuano ad incontrare difficoltà nell’accedere nella pratica ai diritti garantiti loro dal diritto nazionale. L’assunzione e la formazione dei giudici e dei dipendenti dei tribunali amministrativi devono proseguire. Il numero di richiedenti asilo è nettamente aumentato, passando da 290 nel 2010 a 807 nel 2011. Il ministero dell’Interno ha intensificato gli sforzi per offrire determinati servizi ai richiedenti asilo, con il sostegno delle ONG locali, ma occorre garantire il coinvolgimento di tutti gli altri ministeri. Sono proseguiti i preparativi per l’attuazione dei regolamenti Dublino ed Eurodac, anche attraverso l’adeguata formazione impartita al personale del ministero dell’Interno e alla polizia di frontiera. La Croazia dovrà garantire che i rifugiati godano di pieno accesso ai loro diritti.

    Per quanto riguarda la politica dei visti, l’allineamento legislativo è abbastanza a buon punto e deve continuare per conseguire il completo allineamento con l’acquis sull’obbligo del visto e i documenti di viaggio. La nuova legge sugli stranieri è entrata in vigore nel gennaio 2012 ma la relativa normativa di attuazione non è ancora stata adottata. Quanto all’obbligo del visto, la Croazia ha completamente allineato la propria legislazione all’elenco positivo del regolamento (CE) n. 539/2001. Occorre un ulteriore allineamento con la procedura uniforme per il rilascio dei visti e con il codice dei visti dell’UE. L’elenco dei paesi i cui cittadini devono ottenere un visto per entrare nel territorio croato non è ancora pienamente allineato con quello dell’UE. Il governo ha adottato una decisione che prevede la liberalizzazione temporanea del regime dei visti per i cittadini della Federazione russa, dell’Ucraina e del Kazakistan in transito nel paese o che vi soggiornino per un massimo di 90 giorni dal 1° aprile al 31 ottobre 2012, non conforme all’acquis; la decisione non sarà più d’applicazione a decorrere da novembre. I passaporti biometrici sono conformi alle norme dell’UE; sebbene le vecchie carte d’identità rilasciate prima del 2003 siano ancora in circolazione, nell’agosto 2012 il governo ha adottato la decisione che ne vieta l’impiego come documenti di viaggio validi.

    Per quanto concerne le frontiere esterne e Schengen, l’allineamento legislativo con l’acquis ha registrato moderati progressi e deve continuare affinché la Croazia sia pronta ad assumere il controllo delle frontiere esterne dell’UE. La legge sul controllo delle frontiere nazionali e la relativa normativa di attuazione sono state modificate alla fine del 2011. Il piano d’azione per la gestione integrata delle frontiere è stato riveduto nell’aprile 2012. Benché il centro marittimo nazionale di Zara sia divenuto operativo, bisogna garantirne l’interconnettività con i ministeri competenti. La cooperazione con Frontex è stata rafforzata e prevede la partecipazione della Croazia a diverse attività e operazioni congiunte. Si svolgono periodicamente riunioni di coordinamento con i paesi vicini e vengono organizzati pattugliamenti congiunti delle frontiere; quelli con Serbia e Montenegro devono essere rafforzati. È stato istituito presso il valico di frontiera di Bajakovo-Batrovci un punto di contatto comune con la Serbia, pienamente operativo. Nel dicembre 2011 si è tenuta una prima riunione di coordinamento con le autorità della Bosnia-Erzegovina per l’attuazione dell’accordo reciproco sul controllo delle frontiere nazionali. Proseguono le discussioni – che devono concludersi prima dell’adesione – con entrambi i paesi e con il Montenegro per allineare gli accordi bilaterali sul traffico frontaliero locale con l’acquis dell’UE. L’accordo sul libero transito con la Bosnia-Erzegovina (“accordo di Neum”) dev’essere allineato con l’acquis dell’UE prima dell’adesione.

    Sono stati quasi completamente raggiunti gli obiettivi in materia di effettivi della polizia di frontiera fissati per il 2011: nel corso dell’anno sono stati assunti 308 nuovi agenti. A maggio 2012 si contavano complessivamente 6 017 agenti, 4 647 dei quali ai futuri confini esterni. Bisogna procedere con le assunzioni per rispettare le norme di Schengen. È proseguita la formazione specializzata e di base; occorre garantire il completo allineamento con il programma di formazione comune, integrando sistematicamente la formazione specializzata nei programmi destinati alla polizia di frontiera.

    Il piano d’azione per la gestione integrata delle frontiere è stato attuato in parte; alcune attività previste per il 2011, riguardanti l’acquisto di attrezzature tecniche e le infrastrutture, sono state rinviate al 2012. I ritardi in tali settori vanno tenuti sotto controllo e affrontati in maniera adeguata, soprattutto per quanto riguarda il corridoio di Neum. Bisogna completare i lavori di costruzione ai valichi di frontiera situati sul corridoio di Neum affinché essi risultino operativi al momento dell’adesione. Sebbene sia proseguita l’installazione del sistema informatico per la gestione delle frontiere nazionali, il nuovo sistema non è ancora installato a tutti i valichi. Ad agosto 2012 esso risultava operativo a 81 valichi. Bisogna continuare la preparazione e la formazione pertinente.

    Bisogna impegnarsi per concludere l’accordo interministeriale e proseguire con le assunzioni, l’acquisto di attrezzature e le attività di formazione, al fine di rendere pienamente operativo il centro marittimo nazionale di Zara. I servizi hanno continuato a collaborare al piano d’azione per la gestione integrata delle frontiere ma non è stata effettuata un’analisi comune del rischio. La Croazia dovrà far fronte ai ritardi nell’attuazione del piano d’azione per la gestione integrata delle frontiere, specialmente per quanto riguarda le infrastrutture. Tutti gli accordi bilaterali devono essere allineati con l’acquis prima dell’adesione.

    La Croazia ha continuato ad allineare la sua legislazione sulla cooperazione giudiziaria in materia civile e penale e i preparativi sono ormai quasi conclusi. Nell’ottobre 2011 sono stati firmati un accordo sulla reciproca esecuzione delle sentenze penali con il Montenegro e un accordo di estradizione con l’ex Repubblica jugoslava di Macedonia. È stato istituito un gruppo di lavoro che si è riunito a più riprese per elaborare la nuova legge sul diritto internazionale privato. È proseguita la cooperazione con la rete giudiziaria europea in materia civile e commerciale; una rete di punti di contatto nazionali è in fase di elaborazione in tale ambito.

    La Croazia dovrà continuare a rafforzare il coordinamento interistituzionale in materia di cooperazione giudiziaria.

    In materia di cooperazione di polizia e lotta contro la criminalità organizzata sono proseguite attività volte ad allineare la legislazione nazionale con l’acquis dell’UE e a fronteggiare le sfide future della lotta contro la criminalità organizzata all’interno dell’Unione. La Croazia è a buon punto in questo settore ma non deve abbassare la guardia poiché le attività della criminalità organizzata nella regione continuano a rappresentare un notevole problema.

    È stata firmata una serie di accordi bilaterali in materia di cooperazione di polizia e di lotta contro la criminalità organizzata; quelli con Bulgaria e Polonia sono stati ratificati. È proseguita la fattiva cooperazione con Europol e sono stati nominati due nuovi ufficiali di collegamento, rispettivamente per Europol e per la Bosnia-Erzegovina. Si registrano progressi per quanto riguarda i preparativi tecnici e la formazione del personale ai fini della creazione della struttura di scambio delle informazioni supplementari richieste (Supplementary Information Request at the National Entry - S.I.Re.N.E) e dell’ufficio nazionale per il sistema d’informazione Schengen (S.I.S.). Continua però a mancare il quadro regolamentare per l’ufficio SIS. Va presa una decisione in materia di locali, personale e dotazione di bilancio destinati all’ufficio S.I.Re.N.E.

    Sia il quadro giuridico, sia le istituzioni responsabili della lotta contro la criminalità organizzata hanno contribuito efficacemente a contrastare tale fenomeno, a livello nazionale e internazionale, tenendo conto del buon livello di allineamento con le norme dell’Unione in questo settore. Sono proseguite le attività di formazione e di altro tipo volte migliorare il rendimento della polizia. Il governo ha deciso di non modificare la legge sulla polizia attualmente in vigore; manca ancora parte della normativa di attuazione della legge sulla polizia, che dev’essere elaborata senza indugio. Il ministero dell’Interno deve sviluppare il sostegno informatico per garantire l’attuazione trasparente della strategia per la gestione delle risorse umane. Si è continuato a registrare risultati in materia di criminalità organizzata, non da ultimo in materia di traffico di stupefacenti.

    Bisogna consolidare l’attuazione del quadro giuridico sul sequestro e la confisca dei beni, così come il coordinamento tra indagini penali e finanziarie. Il livello totale dei beni sequestrati e confiscati è relativamente basso e occorre un maggiore impegno al riguardo. È attivo un sistema di controllo per combattere la corruzione nel quadro della gestione delle frontiere. Vanno ancora migliorati le attrezzature e i locali dell’ufficio regionale del PNUSKOK a Spalato; si devono introdurre orientamenti operativi e formazione specializzata per i neoassunti. Si deve ancora potenziare l’istanza d’appello che riesamina i reati contro la pubblica amministrazione.

    La cooperazione tra servizi in materia di scambio di dati su casi sospetti di riciclaggio di denaro o finanziamento del terrorismo risulta agevolata dalla firma di un allegato al protocollo sulla cooperazione fra le autorità preposte alla lotta contro la corruzione, la criminalità organizzata e i reati associati al riciclaggio di denaro e al finanziamento dei terroristi. È proseguita la formazione sulle misure contro il riciclaggio di denaro e sulla lotta contro la criminalità informatica. Occorre migliorare le capacità amministrative nel settore della lotta contro il riciclaggio (si veda anche il capitolo 4 - Libera circolazione dei capitali), nonché le capacità delle autorità di contrasto di effettuare indagini finanziarie.

    Il nuovo codice penale, adottato nell’ottobre 2011, separa il reato della tratta di esseri umani da quello della riduzione in schiavitù, introducendo nuovi tipi di sfruttamento. Il piano d’azione nazionale contro la tratta di esseri umani per il periodo 2012-2015 è stato adottato nel febbraio 2012; un nuovo comitato nazionale di intervento contro la tratta è stato istituito nel marzo 2012.

    Si deve potenziare l’attuazione del quadro legislativo in materia di tratta di esseri umani, così come l’attività di sensibilizzazione dell’opinione pubblica, per garantire una migliore identificazione e una maggiore protezione delle vittime. Il nuovo comitato nazionale di intervento contro la tratta di esseri umani non si è ancora riunito dall’inizio del 2012.

    Nel 2011 sono state identificate solo 14 vittime (7 nel 2010). Si devono predisporre ulteriori misure per garantirne la riabilitazione e il risarcimento. Bisogna migliorare la formazione di giudici, pubblici ministeri e altri dipendenti pubblici che si occupano della tratta di esseri umani poiché il livello di condanne in questo settore è molto basso rispetto ad altre forme di criminalità organizzata.

    La Croazia dovrà completare una serie di misure in questo campo prima dell’adesione. Si tratterà, tra l’altro, di predisporre il quadro normativo per l’ufficio del SIS e rendere pienamente operativo quello della struttura S.I.Re.N.E., migliorare le attrezzature a disposizione della polizia e le strutture del PNUSKOK, aumentare il livello di beni sequestrati e confiscati e coordinare meglio le indagini penali e finanziarie. Nella lotta contro la tratta di esseri umani, occorre prestare attenzione all’attuazione del relativo quadro giuridico e alla definizione generale delle politiche nel settore.

    Per quanto riguarda i controlli alle frontiere interne, una decisione sull’applicazione in Croazia dell’acquis di Schengen nel settore sarà adottata dal Consiglio, in conformità delle procedure applicabili di Schengen e tenendo conto al tempo stesso di una relazione della Commissione che confermi che la Croazia continua a rispettare gli impegni assunti nei negoziati di adesione, pertinenti per l’acquis di Schengen.

    Altri capitoli dell’acquis

    La Croazia rispetta gli impegni e gli obblighi derivanti dai negoziati di adesione ed è in grado di attuare sin dall’adesione l’acquis nei seguenti settori: libera circolazione dei lavoratori, diritto societario, diritti di proprietà intellettuale, servizi finanziari, società dell’informazione e mezzi di comunicazione, politica economica e monetaria, reti transeuropee, scienza e ricerca, istruzione e cultura, nonché politica estera, di sicurezza e di difesa.

    La Croazia rispetta gli impegni e gli obblighi derivanti dai negoziati di adesione e dovrebbe essere in grado di attuare sin dall’adesione l’acquis nei seguenti settori: libera circolazione delle merci, diritto di stabilimento e libera prestazione di servizi, libera circolazione dei capitali, appalti pubblici, politica dei trasporti, energia, fiscalità, statistiche, politica sociale e occupazione, politica industriale e delle imprese, tutela della salute e protezione dei consumatori, unione doganale, relazioni esterne, controllo finanziario, nonché disposizioni finanziarie e di bilancio.

    Nell’ambito di tali capitoli, tuttavia, occorre un maggiore impegno nei seguenti settori.

    Per quanto riguarda la libera circolazione delle merci, saranno necessari ulteriori sforzi soprattutto nel campo delle misure orizzontali e della legislazione sui prodotti del nuovo e del vecchio approccio. Dev’essere ancora trattata con urgenza la questione dell’obbligo di stoccaggio intermedio supplementare dei prodotti petroliferi importati imposto dalla Croazia.

    Sono necessari ulteriori sforzi in materia di diritto di stabilimento e libera prestazione di servizi, in particolare per quanto riguarda l’allineamento con la direttiva sui servizi e nel settore del riconoscimento reciproco delle qualifiche professionali, nonostante i progressi compiuti finora in entrambi i settori.

    Quanto alla libera circolazione dei capitali, occorre un maggiore impegno in particolare nei confronti delle modifiche della legge sulla privatizzazione di INA e di Telecom e della legge sulla protezione della natura, nonché in materia di attuazione del piano d’azione contro il riciclaggio.

    Nel settore degli appalti pubblici, occorrono ulteriori sforzi soprattutto per quanto attiene all’attuazione della nuova legge in materia, in particolare a livello locale, anche in vista della futura gestione dei fondi strutturali. Occorrono inoltre miglioramenti per quanto concerne il sistema di ricorsi.

    In materia di politica dei trasporti occorrono ulteriori sforzi, in particolare per rafforzare la capacità amministrativa dell’agenzia per la sicurezza ferroviaria e per istituire un organismo congiunto preposto alle indagini sugli incidenti.

    Nel settore dell’energia è necessario un maggiore impegno, in particolare per completare l’allineamento legislativo nel settore del mercato interno dell’energia e per garantire lo sviluppo di un mercato competitivo dell’elettricità e del gas. La Croazia deve inoltre continuare ad adoperarsi per soddisfare i requisiti fissati per il 2020 in materia di promozione dell’efficienza energetica e delle energie rinnovabili.

    Per quanto attiene alla fiscalità, il paese deve impegnarsi maggiormente per garantire che tutti i sistemi informatici pertinenti siano stati predisposti e permettano di scambiare informazioni con l’UE e con altri Stati membri sin dall’adesione.

    Occorre un ulteriore impegno nel settore delle statistiche, soprattutto al fine di completare i preparativi per quanto riguarda il programma di trasmissione SEC95, l’inventario RNL e le statistiche relative al disavanzo e al debito pubblico.

    Nel settore della politica sociale e dell’occupazione sono necessari ulteriori sforzi, soprattutto per completare l’allineamento legislativo nell’ambito delle pari opportunità, affrontare le debolezze strutturali del mercato del lavoro, orientare meglio la previdenza sociale e rafforzare la capacità amministrativa.

    Occorre un maggiore impegno in materia di politica industriale e delle imprese , in particolare per migliorare il contesto imprenditoriale e per allineare la legislazione sulla lotta contro i ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali.

    Il settore della protezione della salute e dei consumatori richiede ulteriori sforzi, in particolare per quanto riguarda la procreazione medicalmente assistita, settore in cui l’allineamento giuridico deve ancora essere completato, le strutture per la manipolazione di sangue, tessuti e cellule, che devono essere ammodernate e ristrutturate conformemente ai requisiti tecnici dell’UE, e infine la dotazione di personale delle autorità nazionali competenti in materia.

    Per quanto attiene all’unione doganale, la Croazia deve impegnarsi maggiormente, in particolare per garantire che tutti i sistemi informatici pertinenti siano stati predisposti e permettano di scambiare informazioni con l’UE e con altri Stati membri sin dall’adesione.

    Nel settore delle relazioni esterne sono necessari ulteriori sforzi, in particolare per quanto riguarda l’allineamento con l’acquis degli accordi bilaterali in materia di investimenti tra la Croazia e paesi terzi.

    Nell’ambito del controllo finanziario occorre un ulteriore impegno soprattutto per consolidare il funzionamento globale del controllo interno delle finanze pubbliche e dell’audit esterno a livello centrale e locale.

    Nel settore delle disposizioni finanziarie e di bilancio servono ulteriori sforzi, in particolare per continuare a rafforzare la capacità di coordinare in maniera efficiente il sistema generale delle risorse proprie dopo l’adesione. Occorre intensificare l’ammodernamento della strategia di controllo doganale affinché essa si concentri maggiormente sui controlli a posteriori.

    Nel complesso, la Croazia rispetta gli impegni e gli obblighi derivanti dai negoziati di adesione e dovrebbe essere in grado di attuare sin dall’adesione l’acquis nei seguenti settori: politica di concorrenza, agricoltura e sviluppo rurale, sicurezza alimentare, politica veterinaria e fitosanitaria, pesca, politica regionale e coordinamento degli strumenti strutturali, sistema giudiziario e diritti fondamentali, giustizia, libertà e sicurezza, nonché ambiente.

    Nell’ambito di tali capitoli, tuttavia, si conferma necessario un maggiore impegno nei settori seguenti.

    In materia di agricoltura e sviluppo rurale, occorre un ulteriore impegno nei settori dei pagamenti diretti e dello sviluppo rurale.

    Nel campo della sicurezza alimentare e della politica veterinaria e fitosanitaria, occorrono ulteriori sforzi per quanto riguarda i sottoprodotti di origine animale, il miglioramento degli stabilimenti e i relativi controlli e soprattutto i posti d’ispezione alle frontiere. Bisognerà continuare a prestare attenzione all’ulteriore rafforzamento della capacità amministrativa nel settore.

    Nel settore della pesca, occorre un maggiore impegno per quanto concerne l’allineamento legislativo e l’attuazione dell’acquis in materia di gestione, ispezione e controllo delle risorse e della flotta, nonché nel settore delle misure strutturali, in particolare per quanto riguarda l’elaborazione dei piani di gestione, la progressiva abolizione della categoria della pesca di sussistenza, come pure la messa a punto del sistema di controllo via satellite dei pescherecci.

    Nel campo della politica regionale e del coordinamento degli strumenti strutturali, si devono intensificare gli sforzi per potenziare la capacità amministrativa ai fini dell’attuazione futura della politica di coesione e della creazione di una riserva di progetti maturi e di elevata qualità in vista di un rapido assorbimento dei fondi della politica regionale, sulla base della recente relazione della Corte dei conti europea.

    Nel settore dell’ambiente, occorre un maggiore impegno per attuare e fare applicare correttamente la legislazione. Per quanto attiene ai cambiamenti climatici, in particolare, bisogna adottare misure urgenti per essere in grado di attuare l’acquis entro la data di adesione. Va potenziata la capacità amministrativa, soprattutto in materia di cambiamenti climatici, controllo dell’inquinamento industriale e gestione del rischio, protezione della natura e prodotti chimici. Occorre aumentare gli investimenti in tutti i settori, ma soprattutto per quanto riguarda la qualità dell’aria, il controllo dell’inquinamento industriale e la gestione del rischio, le risorse idriche e i rifiuti. Particolare attenzione dev’essere rivolta al tempestivo adempimento degli impegni nei settori del controllo dei rifiuti e dell’inquinamento industriale e della gestione del rischio. La qualità della valutazione di impatto ambientale per i progetti dev’essere sensibilmente migliorata.

    2.4       Traduzione dell’acquis

    La Croazia deve garantire la traduzione in croato dell’acquis. Delle circa 144 000 pagine di acquis, all’incirca 114 000 sono già state tradotte, ma il 50% circa di queste deve ancora essere riveduto dalle autorità nazionali prima di poter essere presentato alle istituzioni dell’UE.

    La Croazia dovrebbe rafforzare ulteriormente la sua capacità di garantire il completamento della traduzione e della revisione dell’acquis in tempo per l’adesione. La Commissione invita le autorità croate a restare concentrate su tale questione, fondamentale per garantire la certezza del diritto nell’attuazione della normativa UE.

    2.5       Misure di sostegno dell’UE

    L’assistenza finanziaria viene fornita nell’ambito dello strumento di assistenza preadesione (IPA). L’importo dei programmi IPA 2012 era pari a 156 milioni di euro. L’assistenza si concentra sul rafforzamento delle istituzioni e sui preparativi in vista dell’attuazione della politica agricola comune e della politica di coesione. Inoltre, la Croazia ha continuato a beneficiare di programmi regionali e orizzontali. Uno strumento di transizione è stato convenuto per il primo anno successivo all’adesione al fine di potenziare la capacità amministrativa e giudiziaria del paese.

    3.         Conclusioni

    Alla luce di quanto precede, la Commissione conferma la sua valutazione precedente, ossia che la Croazia continua a soddisfare i criteri politici. Si deve continuare a rafforzare lo Stato di diritto, migliorando la pubblica amministrazione e il sistema giudiziario e combattendo con efficienza la corruzione e la criminalità organizzata. Per quanto concerne i criteri economici, la Croazia ha un’economia di mercato funzionante. Un’attuazione decisa delle riforme strutturali urgenti dovrebbe consentire al paese di far fronte alle pressioni concorrenziali e alle forze di mercato all’interno dell’Unione nel breve termine.

    La Croazia ha continuato a compiere progressi nell’adozione e nell’attuazione della normativa UE e sta completando l’allineamento con l’acquis. Si registrano ulteriori progressi rispetto alla relazione del 2011 sui progressi compiuti, seguita dalla relazione di verifica sui preparativi per l’adesione della Croazia e dall’ultimo aggiornamento delle tabelle di controllo dell’aprile 2012. La Commissione ha individuato alcuni ambiti che necessitano di ulteriori sforzi e un numero limitato di settori che richiedono un maggiore impegno. Si tratta in particolare 1) dei preparativi per i futuri fondi strutturali dell’UE onde assicurarne la corretta gestione; 2) della ristrutturazione dell’industria cantieristica croata; 3) del rafforzamento dello Stato di diritto attraverso la costante attuazione degli impegni assunti dal paese per continuare a migliorare la pubblica amministrazione e il sistema giudiziario, 4) delle misure volte a prevenire e combattere efficacemente la corruzione, nonché 5) della gestione delle frontiere esterne. Fatta salva l’importanza di affrontare tutte le questioni sottolineate nella relazione globale di controllo, la Commissione ritiene che nei prossimi mesi la Croazia dovrebbe prestare particolare attenzione alle seguenti azioni specifiche in materia di politica di concorrenza, sistema giudiziario e diritti fondamentali, libertà, sicurezza e giustizia.

    1. Firmare il contratto di privatizzazione del cantiere navale di Brodosplit e prendere le decisioni necessarie per trovare una soluzione valida per 3.Maj e Brodotrogir al fine di portare a termine la ristrutturazione dell’industria cantieristica croata.

    2. Attuare le misure immediate e compiere progressi per quanto riguarda le misure a breve termine elaborate nel settembre 2012 per aumentare l’efficienza del sistema giudiziario e smaltire l’arretrato giudiziario.

    3. Adottare la nuova normativa per garantire l’esecuzione delle sentenze e ridurre l’arretrato di casi riguardanti l’esecuzione delle sentenze.

    4. Costituire la commissione competente in materia di conflitto di interessi affinché possa iniziare le sue regolari attività.

    5. Adottare la nuova legge sull’accesso all’informazione al fine di rafforzare il quadro giuridico e amministrativo pertinente.

    6. Completare l’adozione dei regolamenti necessari per garantire l’attuazione della legge sulla polizia.

    7. Completare la costruzione di strutture ai valichi di frontiera lungo il corridoio di Neum.

    8. Conseguire l’obiettivo stabilito per il 2012 in materia di assunzione di agenti di polizia di frontiera.

    9. Mettere a punto e adottare la strategia sulla migrazione, definendo chiaramente le misure per l’integrazione delle categorie più vulnerabili di migranti.

    10. Potenziare la capacità di traduzione e revisione dell’acquis affinché tale compito possa essere portato a termine in tempo per l’adesione.

    Nei settori dell’agricoltura e dello sviluppo rurale, inoltre, la Croazia dovrà adoperarsi in particolare per completare l’allineamento della normativa in materia di pagamenti diretti e l’accreditamento dell’organismo pagatore per i pagamenti diretti al più tardi entro la fine del 2012.

    Tenuto conto della recente importante ristrutturazione della pubblica amministrazione, nonché delle ulteriori competenze legate all’adesione all’UE, la Croazia deve inoltre adottare misure immediate per fronteggiare le difficoltà in termini di capacità amministrative individuate nella relazione globale di controllo e garantire che il completamento dei preparativi per l’adesione non ne risenta.

    Le autorità croate devono adottare tutte le misure necessarie per garantire che il paese sia completamente pronto per l’adesione entro il 1° luglio 2013. Ciò comprende la traduzione integrale dell’acquis in tempo utile prima dell’adesione.

    La Commissione continuerà a sorvegliare l’adempimento degli impegni assunti dalla Croazia nell’ambito dei negoziati di adesione, concentrandosi sulle questioni evidenziate nella relazione globale di controllo e, se le circostanze lo giustificano, ad avvalersi di tutti gli strumenti di cui all’articolo 36 dell’atto di adesione.

    A norma di detto articolo, nella primavera del 2013 la Commissione presenterà una relazione finale di verifica sui preparativi per l’adesione della Croazia.

    Per potersi preparare al coordinamento delle politiche economiche all’interno dell’UE, la Croazia parteciperà informalmente al semestre europeo 2013.

    La Croazia dovrà continuare a svolgere un ruolo attivo nell’ambito della cooperazione regionale nei Balcani occidentali ed è incoraggiata ad affrontare le questioni bilaterali rimaste in sospeso con i paesi vicini.

    [1]               COM(2012) 186 final.

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