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Document 52012DC0348
REPORT FROM THE COMMISSION TO THE EUROPEAN PARLIAMENT AND THE COUNCIL on the Implementation by the Republic of Moldova of the Action Plan on Visa Liberalisation
RELAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO E AL CONSIGLIO sull'attuazione, da parte della Repubblica moldova, del piano d'azione sulla liberalizzazione dei visti
RELAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO E AL CONSIGLIO sull'attuazione, da parte della Repubblica moldova, del piano d'azione sulla liberalizzazione dei visti
/* COM/2012/0348 final */
RELAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO E AL CONSIGLIO sull'attuazione, da parte della Repubblica moldova, del piano d'azione sulla liberalizzazione dei visti /* COM/2012/0348 final */
RELAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO
EUROPEO E AL CONSIGLIO sull'attuazione, da parte della Repubblica
moldova, del piano d'azione sulla liberalizzazione dei visti I. Introduzione Il dialogo UE-Repubblica moldova in materia di
visti, che esamina le condizioni per l'esenzione dal visto per i cittadini
moldovi che entrano nell'UE, è stato avviato il 15 giugno 2010. Il
piano d'azione sulla liberalizzazione dei visti (VLAP)[1]
è stato presentato dalla Commissione alle autorità moldove il 24 gennaio 2011. Tale
piano d'azione stabilisce una serie di parametri di riferimento per la
Repubblica moldova in merito a quattro "blocchi" di questioni
rilevanti, sia in vista dell'adozione di un quadro legislativo e politico (fase
1) che della sua effettiva attuazione (fase 2). La Commissione ha regolarmente riferito al
Parlamento europeo e al Consiglio riguardo all'attuazione del piano d'azione sulla
liberalizzazione dei visti. La prima relazione sui progressi compiuti
dalla Repubblica moldova nell'attuazione del suddetto piano d'azione è stata
presentata il 16 Settembre 2011[2]. Il 7 ottobre 2011 si è
svolta una riunione di alti funzionari, durante la quale è stata presentata la
prima relazione sui progressi compiuti e sono state discusse le fasi successive
del processo. Sono state organizzate missioni di valutazione
sui blocchi 2, 3 e 4 del piano d'azione nella seconda metà di ottobre e a
inizio novembre 2011, con la partecipazione di esperti provenienti dagli Stati
membri dell'UE insieme a funzionari dei servizi della Commissione e del SEAE.
Scopo delle suddette missioni di esperti era quello di valutare il quadro
legislativo, politico e istituzionale in base ai parametri di riferimento della
prima fase del piano d'azione nonché la sua conformità con le norme europee e internazionali.
Le relazioni degli esperti sono state ultimate nel dicembre 2011. La seconda relazione sui progressi compiuti
dalla Repubblica moldova nell'attuazione del piano d'azione sulla
liberalizzazione dei visti è stata presentata il 9 febbraio 2012[3].
Il 27 febbraio 2012 si è svolta una riunione di alti funzionari durante la
quale è stata presentata la seconda relazione sui progressi e sono state
discusse le fasi successive del processo. La presente relazione della Commissione
è la terza e ultima relazione sui progressi relativa alla prima fase del piano
d'azione. Essa contiene una valutazione consolidata, ad opera della Commissione,
dei progressi compiuti dalla Repubblica moldova verso la conformità con i
parametri di riferimento della prima fase del piano d'azione in merito
all'istituzione del quadro legislativo, politico e istituzionale. II.
Valutazione delle misure nell'ambito dei quattro blocchi del piano d'azione sulla
liberalizzazione dei visti Blocco 1: sicurezza dei documenti, ivi inclusi gli elementi biometrici Valutazione generale Il quadro legislativo è in vigore. È stato fornito un calendario
preciso per la completa diffusione dei passaporti biometrici conformi con
l'Organizzazione internazionale dell'aviazione civile (ICAO), anche presso i
consolati moldovi all'estero, nonché per la completa eliminazione dei
passaporti non conformi con l'ICAO. La Commissione ritiene che la Repubblica
moldova soddisfi i parametri di riferimento di cui al blocco 1. Commenti dettagliati ·
Consolidamento del quadro giuridico per il
rilascio di passaporti biometrici a lettura ottica in piena conformità con le più
elevate norme ICAO sulla base della gestione sicura delle identità (registro
civile e documenti originatori) e tenendo conto di un'adeguata protezione dei
dati personali Il quadro
giuridico per il rilascio di passaporti biometrici a lettura ottica, nel pieno
rispetto delle più elevate norme ICAO, è stato integrato da due leggi adottate
il 9 giugno 2011 e da una decisione del governo adottata il 10 maggio 2011.
Tali disposizioni supplementari assicurano un quadro consolidato per la
gestione sicura delle identità. Il 27 dicembre 2011 è stata inoltre adottata
una legge aggiuntiva che assicura l'estensione del principio "una
persona-un documento" anche ai passaporti diplomatici e di servizio. ·
Adozione di un piano d'azione contenente un
calendario per la completa diffusione di passaporti biometrici conformi
con l'ICAO, anche presso i consolati moldovi all'estero, nonché per la completa
eliminazione dei passaporti non conformi con l'ICAO. È stato adottato
un piano d'azione con un calendario preciso. ·
Istituzione di programmi di formazione e
adozione di codici etici in materia di anticorruzione destinati ai funzionari
di qualsiasi autorità pubblica che si occupi di passaporti, carte d'identità e
altri documenti originatori Il "Codice
etico per il personale che si occupa dell'iscrizione allo stato civile e del
rilascio di documenti" è stato adottato l'1 aprile 2011. Esso fa
riferimento al codice del lavoro per quanto riguarda le sanzioni per sue violazioni.
Introduce disposizioni in materia di conflitti di interesse, incompatibilità e
obbligo di segnalare le irregolarità. L'ordinanza "relativa ad alcune misure di
prevenzione contro la corruzione e il protezionismo" è stata approvata il 31
maggio 2011 dal direttore generale del "Registru" del CSIR ed
è stata seguita dal "Piano d'azione sulla gestione dei rischi di
corruzione nel settore della documentazione della popolazione e dell'iscrizione
allo stato civile", approvato l'11 agosto 2011. Il "Piano
di gestione dei rischi di corruzione nel settore della documentazione della
popolazione" stato approvato il 5 aprile 2012 dal direttore generale del
"Registru" del CSIR. Nel corso del 2011 e nel primo trimestre
del 2012 si sono svolti corsi di formazione destinati ai dipendenti delle
suddivisioni territoriali incaricate della documentazione della popolazione. Blocco 2: immigrazione irregolare, ivi inclusa la riammissione Valutazione generale Nel settore della gestione delle frontiere, è stata adottata la
legislazione pertinente. Il quadro istituzionale è in vigore, ivi incluse le
disposizioni in materia di formazione e codici etici anticorruzione. Per quanto concerne la gestione delle migrazioni, la Repubblica
moldova ha stabilito una base completa per un efficiente sistema di gestione
delle migrazioni e il relativo quadro legislativo è in vigore. Nonostante siano
necessari alcuni miglioramenti, gli strumenti adottati sono sostanzialmente in
linea con le norme europee e internazionali. Gran parte del quadro
istituzionale è in vigore, anche se dovrebbero essere destinate maggiori
risorse all'attuazione delle disposizioni pertinenti. Nel settore dell'asilo, esiste una solida base legislativa,
largamente in linea con le norme europee e internazionali. La Commissione ritiene che la Repubblica moldova soddisfi in generale i
parametri di riferimento di cui al blocco 2. Commenti dettagliati per settore politico Blocco 2 / tema 1 - Gestione delle
frontiere ·
Consolidamento del quadro giuridico per la
gestione delle frontiere, ivi inclusa l'adozione di una nuova legge sulle
frontiere di Stato, per consentire al servizio della guardia nazionale di
frontiera moldova di partecipare all'individuazione e indagine di casi di
criminalità transfrontaliera in collaborazione con tutte le autorità di
contrasto ed estendere la sua area di responsabilità a tutto il territorio,
nonché di un quadro giuridico per un'efficace cooperazione tra agenzie che
coinvolga il servizio della guardia nazionale di frontiera, le autorità di
contrasto e altre agenzie che si occupano della gestione delle frontiere La legge sulle frontiere di Stato è stata adottata il 4 novembre 2011,
pubblicata il 20 aprile 2012 ed entrerà in vigore l'1 luglio 2012.
Essa segue le definizioni e il quadro del codice frontiere Schengen
(regolamento (CE) n. 562/2006) e tiene altresì conto del quadro giuridico
dell'Unione europea in materia di responsabilità dei vettori. Come tale, essa
costituisce un valido quadro normativo per altre disposizioni legislative e
documenti strategici. L'adozione degli atti legislativi correlati è prevista
prima dell'entrata in vigore della legge. La legge sulla polizia di frontiera è stata
adottata il 28 dicembre 2011, pubblicata il 20 aprile 2012 ed entrerà
in vigore l'1 luglio 2012. Essa fornisce una buona base per la
smilitarizzazione e la professionalizzazione del servizio della guardia di
frontiera, che sarà trasformato in polizia di frontiera. La legge fornisce una
solida base per una moderna gestione delle frontiere. Conferisce inoltre alla
polizia di frontiera le competenze e i poteri esecutivi necessari per un
efficiente controllo delle frontiere. In particolare, permetterà alla polizia
di frontiera di partecipare all'individuazione e indagine di casi di criminalità
transfrontaliera in collaborazione con tutte le autorità di contrasto
pertinenti. Estenderà altresì l'area di responsabilità della polizia di
frontiera all'intero territorio. La legge fornisce inoltre il quadro giuridico
per un'efficace cooperazione tra agenzie che coinvolga polizia di frontiera, autorità
di contrasto e altre agenzie che si occupano della gestione delle frontiere.
Gli accordi di cooperazione, le procedure operative e la ripartizione dei
compiti dovranno tuttavia essere ulteriormente chiariti. In particolare, le
procedure per la sorveglianza degli stranieri e la gestione degli
immigrati in posizione irregolare e richiedenti asilo dovranno essere
concordate quantomeno mediante protocolli di cooperazione. La legge sulla modifica del Codice delle contravvenzioni è stata
adottata il 21 ottobre 2011, pubblicata il 16 dicembre 2011 ed entrerà in
vigore l'1 luglio 2012. Essa fornisce alla polizia di frontiera le competenze
necessarie all'esame di illeciti amministrativi quali la violazione del regime
delle frontiere di Stato e delle norme in materia di attraversamento del
confine di Stato, danni e distruzione delle segnalazioni di confine e
violazioni delle norme relative ai diritti di soggiorno degli stranieri nella
Repubblica moldova. La legge sulla modifica del Codice delle contravvenzioni per quanto
riguarda la responsabilità dei vettori è stata adottata il 23 febbraio 2012.
Essa impone sanzioni per le violazioni delle norme sul trasporto degli
stranieri nel paese ed è in linea con le norme internazionali ed europee. Il Servizio della guardia di frontiera moldovo
ha concluso accordi e protocolli di cooperazione con i paesi vicini, in
particolare Romania e Ucraina, che forniscono una base per la collaborazione
con le guardie di frontiera nei suddetti paesi limitrofi. Sono stati firmati
accordi di cooperazione con diversi Stati membri dell'UE (Lettonia, Lituania,
Estonia, Ungheria e Polonia) nonché con Russia e Georgia. Nel 2012 il Servizio
della Guardia nazionale di frontiera intende concludere accordi di cooperazione
con i servizi della guardia di frontiera di Bielorussia e Kazakhstan.
Nell'agosto 2008 è stato firmato un accordo di lavoro con FRONTEX e la
Repubblica moldova è pienamente impegnata e attiva nella collaborazione con la
missione dell'UE di assistenza alle frontiere (EUBAM). Nel dicembre 2011
FRONTEX e la Repubblica moldova hanno firmato un nuovo piano di cooperazione
per il 2012-2014. ·
Adozione di un piano d'azione per l'effettiva
attuazione della strategia nazionale di gestione integrata delle frontiere,
contenente un calendario e obiettivi specifici per l'ulteriore sviluppo di
legislazione, organizzazione, infrastrutture e attrezzature nonché di
sufficienti risorse finanziarie e umane nel settore della gestione delle
frontiere La strategia nazionale di gestione integrata
delle frontiere (IBM) per il 2011-2013 è stata adottata il 27 dicembre 2010.
Essa affronta tutti i temi rilevanti per una gestione efficiente delle
frontiere ed è in linea con le norme e le migliori prassi europee. Il piano d'azione per la gestione integrata
delle frontiere per il 2011-2013 è stato approvato il 16 maggio 2011 e contiene
programmi più dettagliati sulla futura attuazione della strategia integrata per
la gestione delle frontiere, ivi inclusi obiettivi e azioni concrete.
Analogamente alla strategia integrata per la gestione delle frontiere, il piano
d'azione è ben redatto e comprende tutti i temi rilevanti per l'attuazione della
suddetta strategia. Gli obiettivi principali riguardano i settori connessi con
il miglioramento del quadro legislativo e politico, il controllo delle
frontiere, la cooperazione tra agenzie e internazionale, nonché con lo sviluppo
della struttura organizzativa, la gestione delle risorse umane, la logistica e
un sistema di analisi dei rischi. Nella fase di attuazione, il piano d'azione
per la gestione integrata delle frontiere dovrà essere integrato da programmi
più dettagliati che includono, tra l'altro, i numeri e le posizioni di
apparecchiature e dispositivi, nonché da programmi volti alla creazione di
centri di coordinamento, un servizio di sorveglianza aerea e un centro d'esame
dei documenti. Il quadro legislativo fornisce sufficienti
risorse finanziarie e umane nel settore della gestione delle frontiere. ·
Istituzione di programmi di formazione e
adozione di codici etici in materia di anticorruzione appositamente rivolti a
guardie di frontiera, autorità doganali e altri funzionari coinvolti nella
gestione delle frontiere È stata avviata una serie di programmi di
formazione, teorica e pratica, sia a livello di base che universitario. È
altresì prevista una formazione continua per il personale (interno ed esterno)
volta ad aumentare il livello di professionalità. I programmi di formazione
esistenti costituiscono un buon quadro di riferimento per offrire una gestione
professionale delle frontiere. Esiste un adeguato quadro politico per la
prevenzione della corruzione e il comportamento etico dei funzionari. Il codice
deontologico delle guardie di frontiera, ivi incluse le norme di comportamento
in caso di conflitto di interessi e i principi per l'uso della forza, è stato
approvato il 13 giugno 2008. L'amministrazione doganale dispone di un analogo
codice etico. La legge sulla polizia di frontiera enuncia inoltre i diritti e
gli obblighi dei funzionari della polizia di frontiera e, in questo contesto,
comprende altresì alcune norme etiche. La strategia e il piano d'azione per la
gestione integrata delle frontiere includono misure anticorruzione. Essi
tengono conto delle raccomandazioni e delle migliori prassi previste dal
catalogo Schengen. Sono state inoltre avviate diverse attività anticorruzione
sotto l'egida della missione EUBAM. Blocco 2 / tema 2 - Gestione della
migrazione ·
Consolidamento del quadro giuridico per la
politica di migrazione, ivi incluse misure per il reinserimento di cittadini
moldovi (che tornano volontariamente o nell'ambito dell'accordo di riammissione
UE-Repubblica moldova) e la lotta contro l'immigrazione irregolare (ivi inclusi
gli sforzi per portare a termine gli accordi di riammissione con i principali
paesi d'origine e la rilevazione interna degli immigrati irregolari) Il 16 luglio 2011 è stata adottata una nuova legge sugli stranieri
nella Repubblica moldova. Si tratta di una legge quadro che riguarda le procedure
giuridiche per la concessione dei diritti di soggiorno agli stranieri nella
Repubblica moldova. Le sue ampie disposizioni riguardano tutti i settori
relativi all'immigrazione. Dal luglio 2011 sono in vigore ulteriori procedure
operative volte a migliorare la chiarezza della nuova legge. Alcune leggi
nazionali più vecchie sono tuttavia ancora applicabili ai soggiorni legali di
stranieri nella Repubblica moldova. Al fine di aumentare la
sicurezza giuridica, esse dovranno essere abrogate e integrate nella nuova
legge (cfr. anche oltre, blocco 4). A gennaio 2011 è stato istituito uno sportello unico presso l'Ufficio
per le migrazioni e l'asilo (BMA) ai sensi della nuova "legge sugli
stranieri". La nuova legge rende più chiare e semplici le procedure di richiesta
di visti, soggiorno e lavoro nella Repubblica moldova. Si tratta di un
importante passo avanti nello sviluppo di un sistema di gestione dei flussi
migratori. La legge sull'integrazione degli stranieri è stata adottata il 27
dicembre 2011, pubblicata il 13 marzo 2012 ed entrerà in vigore l'1 luglio
2012. Essa fornisce maggiore sicurezza giuridica in merito ai diritti di
integrazione e alle facoltà da riconoscere agli stranieri che risiedono
nella Repubblica moldova e che soddisfano i requisiti necessari. Per quanto concerne il reinserimento dei migranti moldovi nel paese, la
Repubblica moldova sta sviluppando un nuovo piano d'azione in sostituzione del
vecchio piano per la promozione del ritorno dei lavoratori migranti moldovi
dall'estero. È stata realizzata una serie di attività, come il programma PARE 1+1
che prevede la formazione in materia di competenze imprenditoriali e l'assistenza
finanziaria per le imprese start-up. Sono state altresì attuate attività volte
a migliorare il sistema di riconoscimento delle competenze e qualifiche, nonché
a rafforzare il mercato del lavoro locale, anche nel contesto del partenariato
per la mobilità UE-Repubblica moldova. La legge sull'adesione della Repubblica moldova alla convenzione sullo
status degli apolidi è stata adottata il 27 dicembre 2011. La legge
sull'adesione alla convenzione sulla riduzione dei casi di apolidia è stata
adottata l'8 dicembre 2011. Tali leggi colmano la lacuna legislativa in questo
settore. La Repubblica moldova ha formulato raccomandazioni metodologiche sulla
lotta contro il soggiorno illegale degli stranieri, che forniscono linee guida
operative per i funzionari incaricati dell'immigrazione che lavorano a
livello locale. Per quanto concerne la capacità istituzionale, l'Ufficio per le
migrazioni e l'asilo (BMA) è stato potenziato con prerogative complesse, in
quanto principale responsabile della gestione dei flussi migratori sul
territorio della Repubblica moldova. È necessario un ulteriore potenziamento
delle capacità dell'Ufficio, soprattutto a livello locale, nonché l'istituzione
di protocolli di cooperazione tra gli organi competenti del ministero
dell'Interno, al fine di chiarire la ripartizione delle competenze durante le
procedure di immigrazione. La Repubblica moldova aderisce ad accordi di riammissione con
Unione europea (in vigore dall'1 gennaio 2008), Ucraina (1997), Svizzera (2004
e 2010), Norvegia (2006), ex Repubblica iugoslava di Macedonia (2008),
Serbia (2011) e Danimarca (2011). Tra il 2009 e il 2011 la Repubblica
moldova ha firmato ulteriori protocolli di attuazione dell'accordo di
riammissione UE-Repubblica moldova con 11 Stati membri dell'Unione. Sono in
corso negoziati con altri 11 Stati membri dell'UE. Nel frattempo proseguono i negoziati per gli accordi di riammissione
tra la Repubblica moldova e i principali paesi di origine degli immigrati
irregolari. Nel 2007 un progetto di accordo intergovernativo sulla riammissione
delle persone in soggiorno irregolare è stato approvato e inviato a Russia,
Uzbekistan, Tagikistan, Georgia, Azerbaigian, Armenia, Kazakhstan, Bielorussia,
Kirghizistan, Turkmenistan, Turchia, Siria, Bangladesh, India, Libano,
Pakistan, Giordania, Afghanistan, Iran, Iraq, Cina, Bosnia-Erzegovina e
Montenegro. Sono effettivamente in corso negoziati con Russia, Montenegro
e Bosnia-Erzegovina. Sono stati avviati negoziati per la firma di un nuovo
accordo di riammissione con l'Ucraina. Sono stati riportati alcuni sviluppi nei
negoziati con la Turchia. Le autorità turche hanno chiesto alle autorità moldove
di prendere in considerazione un regime di esenzione dal visto. Secondo la
Repubblica moldova, uno dei presupposti sarebbe la conclusione di un accordo di
riammissione con la Turchia. ·
Adozione di una strategia nazionale di gestione
della migrazione per l'effettiva attuazione del quadro giuridico per la
politica di migrazione, nonché di un piano d'azione contenente un calendario,
obiettivi specifici, attività, risultati, indicatori di prestazioni e le
necessarie risorse umane e finanziarie La strategia in materia di migrazione e asilo
è stata adottata il 6 luglio 2011. Si tratta di un importante strumento
politico per la gestione dei flussi migratori. Tale strategia individua gli
obiettivi per un periodo di tempo sufficientemente lungo (2011-2020) e definisce
i principi in grado di assicurare un'attuazione delle politiche completa e
coerente. Essa assegna inoltre a una commissione governativa il ruolo di
coordinamento delle attività relative al processo di migrazione nella
Repubblica moldova. La strategia verrà attuata mediante il piano d'azione (2011-2015)
adottato l'8 novembre 2011. Tale piano d'azione contiene le attività
dettagliate necessarie al raggiungimento degli obiettivi a lungo termine della
strategia, la dotazione finanziaria, le istituzioni responsabili, le scadenze e
gli indicatori di progresso. Bisognerà mettere a disposizione delle
autorità competenti (in particolare dell'Ufficio per le migrazioni e l'asilo)
le risorse umane adeguate necessarie all'adempimento dei loro compiti relativi
all'attuazione complessiva della strategia. ·
Creazione di un meccanismo per il controllo
della consistenza dei flussi migratori, per la definizione di un profilo
migratorio relativo alla Repubblica moldova regolarmente aggiornato con dati
sia sulla migrazione illegale che legale, nonché per l'istituzione degli
organismi responsabili della raccolta e analisi dei dati sulla consistenza dei
flussi migratori Il complesso esercizio del profilo migratorio esteso, svolto
dall'Organizzazione internazionale per le migrazioni (IOM) e la Repubblica
moldova, con il sostegno finanziario della Commissione europea, è a buon punto.
Questo strumento aiuterà le autorità moldove a gestire al meglio i flussi
migratori e includere questioni relative alla migrazione in altre politiche, come
la politica sociale e dell'occupazione, per lo sviluppo complessivo del paese.
Il profilo migratorio è stato considerato una migliore prassi in occasione del
Forum globale su migrazione e sviluppo (GFMD) svoltosi nel dicembre 2011, e le
autorità moldove si sono impegnate a condividere la loro esperienza in merito.
L'Ufficio per le migrazioni e l'asilo è stato incaricato di aggiornare
regolarmente il profilo migratorio. Il sistema informativo integrato automatico
"migrazione e asilo" è in fase di costituzione. I diversi
sottosistemi sono in fase di sviluppo. La cooperazione tra agenzie in
materia di raccolta e analisi di dati sugli immigrati, ivi incluso il grado di
interconnessione tra sistemi informatici contenenti dati sugli immigrati, dovrà
essere ulteriormente chiarita. Blocco 2 / tema
3 - Politica di asilo ·
Consolidamento del quadro giuridico per la
politica di asilo mediante l'adozione di una normativa sull'integrazione dei
rifugiati o beneficiari di altre forme di protezione La Repubblica moldova ha adottato un solido
quadro legislativo sull'asilo in un periodo di tempo molto breve. La legge più
importante è la "legge sull'asilo", che è stata adottata il 18 dicembre
2008 ed è entrata in vigore il 13 marzo 2009. Essa fornisce il quadro
istituzionale, le procedure giuridiche e i principi necessari ed è
sostanzialmente in linea con le norme europee e internazionali. Alcuni dei suoi
elementi necessitano tuttavia di essere migliorati. La legge prevede la
possibilità per i rifugiati di chiedere un documento di viaggio, ma non obbliga
le autorità a concederne uno (si tratta di una disposizione facoltativa).
Durante la fase di attuazione, sarà necessario profondere sforzi per garantire
che i documenti di viaggio siano consegnati ai beneficiari di protezione internazionale.
Le autorità prevedono di essere in grado di rilasciare i documenti entro luglio
2012. La legge contiene inoltre cause di esclusione dallo status di rifugiato e
di respingimento più ampie rispetto alla convenzione del 1951. Essa dovrà
essere modificata di conseguenza. Dovranno inoltre essere apportati alcuni
miglioramenti alla legge per concedere ai richiedenti asilo la possibilità di
chiarire eventuali incongruenze e lacune nella loro posizione e accedere al
contenuto del verbale del colloquio. La legge sull'integrazione degli stranieri è
stata adottata il 27 dicembre 2011, pubblicata il 13 marzo 2012 ed entrerà
in vigore l'1 luglio 2012 (cfr. sopra, tema 2). Essa contiene disposizioni
relative all'attuazione dei diritti dei rifugiati e beneficiari di protezione
umanitaria ai sensi della "legge sull'asilo". A tal fine, il disegno
di legge fornisce il quadro istituzionale, le procedure legali, i meccanismi e
i principi necessari. Esso stabilisce inoltre meccanismi di coordinamento con
le autorità pubbliche centrali e locali. Allo scopo di facilitare il processo
di integrazione, la Repubblica moldova dovrà altresì considerare di diminuire
il requisito di residenza per l'acquisizione della cittadinanza da parte di
rifugiati, beneficiari di protezione umanitaria e apolidi dagli attuali otto
anni di residenza legale e abituale a cinque anni o meno. Il regolamento sull'attività del Centro di
accoglienza per i richiedenti asilo è sostanzialmente in linea con le norme
europee e internazionali e contempla i principali diritti, doveri e procedure.
Potrebbero tuttavia essere apportati alcuni miglioramenti, ad esempio in merito
alle disposizioni speciali per i gruppi vulnerabili o al fine di rendere
incondizionato il diritto all'assistenza psicologica e sociale. Blocco 3: ordine pubblico e sicurezza Valutazione generale Il quadro legislativo e politico sulla prevenzione
e lotta contro la criminalità organizzata è stato stabilito. La legge sulla
criminalità organizzata è stata adottata, così come la strategia e il relativo
piano d'azione, e sono sostanzialmente in linea con le norme europee e
internazionali. Il quadro legislativo e politico sulla prevenzione
e lotta contro la tratta degli esseri umani è consolidato, in linea con le
norme europee e internazionali. Il piano d'azione per il 2012‑2013
prevede un approccio olistico alla lotta contro la tratta degli esseri umani. Per quanto concerne la politica anticorruzione,
esiste un quadro legislativo e politico completo e ben consolidato. La
Repubblica moldova ha adottato un considerevole numero di emendamenti
legislativi volti ad allineare il quadro legislativo con i principali strumenti
europei e internazionali e sta per adottarne altri. La strategia e il piano
d'azione anticorruzione 2012-2013 sono stati adottati, così come è stata
adottata una nuova legge sul Centro per la lotta contro i reati economici e la
corruzione (rinominato Centro nazionale anticorruzione). La
pianificazione strategica e la valutazione delle necessità dovranno essere
ulteriormente migliorate allo scopo di garantire un'effettiva attuazione.
Capacità, distribuzione dei poteri e cooperazione tra istituzioni che si
occupano di anticorruzione dovranno essere ulteriormente rafforzate. Per quanto concerne la cooperazione tra autorità
di contrasto, il coordinamento dovrà essere ulteriormente migliorato allo
scopo di garantire un efficace scambio di informazioni. Il quadro legislativo e
politico sulla prevenzione e lotta contro il riciclaggio di denaro e il finanziamento
del terrorismo è in vigore, in linea con le norme europee e internazionali. La Repubblica moldova ha aderito a tutte le
convenzioni delle Nazioni Unite e del Consiglio d'Europa in materia di ordine
pubblico e sicurezza e alla grande maggioranza di quelle sulla lotta contro il
terrorismo. Sarà necessario adottare ulteriori misure, in particolare da parte
dell'UE, per negoziare accordi con Europol e Eurojust. Il quadro legislativo e istituzionale adottato in
materia di protezione dei dati è ampiamente in linea con le norme europee.
La Repubblica moldova ha messo in atto il quadro legislativo, politico e
istituzionale necessario per la politica antidroga, che è conforme con le
norme europee e internazionali. Il quadro legislativo concernente la cooperazione
giudiziaria in materia penale è stato ulteriormente consolidato. La
Repubblica moldova ha firmato il secondo protocollo aggiuntivo alla convenzione
del Consiglio d'Europa sulla reciproca assistenza giudiziaria in materia penale
che ora è in attesa di ratifica. Importanti riforme
istituzionali rilevanti per l'intero settore dell'ordine pubblico e della
sicurezza, come la riforma del ministero degli Interni e delle sue strutture
subordinate e decentrate e la riforma della giustizia, sono state adottate e
successivamente ulteriormente sviluppate: nel marzo 2012 è stato creato un
centro per le riforme; il piano di sviluppo strategico del ministero degli
Interni 2012-2014 è stato attuato; la legislazione supplementare riguardante il
processo di riforma è in una fase avanzata di adozione. La riforma della
giustizia è un obiettivo perseguito e il piano d'azione sull'attuazione della
strategia è stato approvato dal Parlamento. Relativamente ai piani di azione di cui
al blocco 3, sarà prestata ulteriore attenzione ai rispettivi risultati attesi,
al calendario/scadenze, agli indicatori di prestazione e alle risorse umane e
finanziarie necessarie per la loro attuazione. La Commissione
ritiene che la Repubblica moldova soddisfi in generale i parametri di
riferimento di cui al blocco 3. Commenti dettagliati Blocco 3
/ tema 1 - Prevenzione e lotta contro la criminalità organizzata, il terrorismo
e la corruzione ·
Adozione di una legge e di una strategia globale
in materia di prevenzione e lotta contro la criminalità organizzata, insieme a
un piano d'azione contenente un calendario, obiettivi specifici, attività,
risultati, indicatori di prestazioni e le necessarie risorse umane e
finanziarie La legge sulla prevenzione e lotta contro la criminalità organizzata in
una versione riveduta è stata adottata dal Parlamento il 22 marzo 2012. Tale
legge introduce una distinzione tra misure preventive e procedurali e indica le
procedure applicabili in materia di criminalità organizzata. Contiene, tra l'altro, misure volte a prevenire e
combattere la creazione di nuovi gruppi o organizzazioni criminali, misure
volte a prevenire e combattere attività criminali, campagne di informazione
volte a prevenire e combattere la criminalità organizzata, nonché un
monitoraggio operativo volto a evitare il coinvolgimento delle persone
vulnerabili in attività della criminalità organizzata.
La legge indica altresì le autorità che hanno competenze in questo
settore: l'ufficio del procuratore generale,
il ministero dell'Interno, il ministero della Giustizia, il servizio di
intelligence e sicurezza, il centro anticorruzione e la polizia di frontiera. La legge costituisce una base per i corsi di formazione professionale
destinati agli esperti, in collaborazione con organizzazioni internazionali e
ONG. La suddetta legge ha potuto tuttavia
beneficiare di un ulteriore allineamento con strumenti orizzontali europei e
internazionali, quali la convenzione delle Nazioni Unite sulla criminalità
organizzata transnazionale. È stato possibile
inserire definizioni più specifiche per i gruppi organizzati e i reati a cui si
applica la legge. È stato effettuato un
ulteriore allineamento anche per quanto concerne l'istituzione del reato di
partecipazione a un gruppo criminale organizzato, la confisca e il sequestro, la
giurisdizione, il trasferimento di persone condannate, l'istituzione del reato di
ostruzione alla giustizia, la protezione dei testimoni, l'assistenza e la tutela
delle vittime nonché la raccolta e l'analisi di informazioni su natura e
portata della criminalità organizzata. Per quanto concerne il quadro politico, la
strategia di prevenzione e lotta contro la criminalità organizzata per il 2011-2016
è stata approvata dal governo il 22 giugno 2011 e il piano d'azione l'11
novembre 2011. La strategia prevede la valutazione permanente di minacce e
rischi connessi alla criminalità organizzata. Essa
stabilisce i principi fondamentali della lotta contro la criminalità
organizzata, gli obiettivi generali e le competenze delle autorità interessate. Gli obiettivi principali della strategia sono la
promozione dello sviluppo istituzionale e funzionale, il miglioramento della
capacità di gestione, l'armonizzazione della normativa, il miglioramento
dell'attività operativa, il consolidamento della cooperazione internazionale e
il rafforzamento della cooperazione tra autorità nazionali. Essa costituisce una buona base per la lotta contro
la criminalità organizzata fintanto che i metodi e le misure scelte saranno
efficaci. Il piano d'azione interessa i seguenti settori: sviluppo operativo e istituzionale, rafforzamento
della cooperazione tra agenzie e internazionale, rafforzamento e ammodernamento
della capacità di gestione, rafforzamento della capacità istituzionale e
adeguamento del quadro giuridico alle norme dell'UE. Il
piano d'azione comprende una serie di obiettivi generali, che risultano
adeguati, ma non fissa scadenze per ogni misura considerando che alcuni degli
indicatori di progresso non sono misurabili, o non sono sufficientemente
precisi. Per quanto concerne il quadro istituzionale, diversi enti hanno
competenze nella prevenzione e lotta contro la criminalità organizzata.
L'ufficio del Procuratore generale coordina tutte le attività operative dei
suddetti enti. Il ruolo del Procuratore generale dovrà essere ulteriormente
rafforzato in maniera coerente con le attuali riforme istituzionali, in
particolare le riforme della giustizia e del diritto penale. ·
Consolidamento del quadro giuridico sulla
prevenzione e lotta contro la tratta degli esseri umani e aggiornamento
periodico del rispettivo piano nazionale, ivi inclusi un calendario, obiettivi
specifici, attività, risultati, indicatori di prestazioni e le necessarie
risorse umane e finanziarie Il quadro legislativo e politico sulla prevenzione e lotta contro la
tratta degli esseri umani è consolidato da diversi anni. La legge quadro sulla
prevenzione e la lotta contro la tratta degli esseri umani è stata adottata nel
2005 ed è stata integrata da una serie di altri atti giuridici, ivi incluse le
pertinenti disposizioni del codice penale e del codice di procedura penale così
come le convenzioni internazionali. La legge sulla ratifica
della convenzione del Consiglio d'Europa per la protezione dei bambini contro
lo sfruttamento e gli abusi sessuali (convenzione di Lanzarote) è stata
adottata dal Parlamento il 19 dicembre 2011. Gli strumenti di ratifica sono
stati depositati presso il Consiglio d'Europa il 12 marzo 2012 e la convenzione
entrerà in vigore l'1 luglio 2012. Una legge sulla modifica e che rettifica il
codice penale e il codice di procedura penale al fine di adeguare la
legislazione nazionale alle disposizioni della convenzione di Lanzarote è stata
adottata dal Parlamento il 12 aprile 2012. Il piano per la prevenzione e lotta contro la tratta degli esseri umani
per il 2010-2011 è stato approvato il 13 settembre 2010 e include misure volte
a combattere questo fenomeno. Un ulteriore
piano, che prevede misure più concrete, è stato approvato il 21 dicembre 2010. Uno dei suoi obiettivi era quello di migliorare il
meccanismo di accertamento e persecuzione del coinvolgimento di dipendenti
pubblici in casi tratta di esseri umani. Si
prefiggeva altresì di migliorare la tutela dei minori vittime della tratta, che
rimane tuttora una questione preoccupante. Riguardava
la cooperazione nazionale e internazionale, la sensibilizzazione e
l'informazione. Entrambi i piani d'azione includevano
gran parte degli elementi necessari: un calendario, obiettivi specifici,
attività e risultati attesi, ma non indicatori di prestazioni o dati specifici
su risorse finanziarie e di altro tipo. Il nuovo piano d'azione per il 2012-2013 è stato
redatto e dovrebbe essere approvato nel giugno 2012. Esso comprende elementi
mancanti nei precedenti piani d'azione. Un esempio è la
prevenzione/protezione dei gruppi vulnerabili contro il rischio di diventare
vittime della tratta, soprattutto i minori abbandonati nel loro paese, noti
come orfani sociali. Il nuovo piano d'azione prevede indicatori di progresso,
ma non descrive dettagliatamente le misure di prestazione. Esso include una
sezione volta a rafforzare il monitoraggio e la valutazione del piano d'azione.
Si focalizza principalmente sul miglioramento del coordinamento (sia a livello
nazionale che internazionale) delle attività antitratta, sulla prevenzione
della tratta mediante il potenziamento delle capacità e attività di
sensibilizzazione, sull'assistenza sociale e la protezione delle vittime e sul
rafforzamento dei sistemi di indagine e procedurali. Questo nel complesso
risulta in linea con gli strumenti internazionali ed europei in materia di
tratta degli esseri umani. Il quadro legislativo
è in vigore e consolidato. Il Centro per la lotta contro la tratta degli esseri
umani è stato creato nel 2006 ed è pienamente operativo.
Le strutture pertinenti in questi settori si trovano sia a livello
amministrativo, come il Comitato nazionale per la lotta contro la tratta degli
esseri umani, che è un organo consultivo in seno al governo, sia a livello di
procedimento giudiziario, che viene monitorato da un Consiglio di coordinamento
presieduto dal procuratore generale e che sembra essere pienamente coinvolto
nella lotta contro la tratta degli esseri umani. Inoltre, il sistema di
riferimento nazionale per l'assistenza e la tutela delle vittime della tratta,
un quadro o una cooperazione tra organismi governativi e non governativi,
include inoltre gruppi multi-disciplinari creati a livello regionale. ·
Adozione di una normativa sulla prevenzione e la
lotta alla corruzione e consolidamento della funzione anti-corruzione del
Centro per la lotta contro i reati economici e la corruzione; potenziamento del
coordinamento e dello scambio di informazioni tra le autorità responsabili per
la lotta contro la corruzione La legge quadro
sulla prevenzione e la lotta alla corruzione è stata adottata nel 2008 e
successivamente modificata. È stata integrata da un numero significativo di
atti giuridici pertinenti (ad esempio la legge sul conflitto di interesse, la
legge sul codice di condotta per i dipendenti pubblici, la legge sul servizio
civile e lo status dei dipendenti pubblici, la legge sulla dichiarazione e il
monitoraggio del reddito e del patrimonio dei dignitari di Stato, la legge
sugli appalti pubblici, ecc.), comprese le disposizioni pertinenti del codice
penale, del codice di procedura penale e del codice sugli illeciti
amministrativi. Sono state
adottate diverse misure supplementari per migliorare il quadro giuridico,
al fine di allineare la legislazione nazionale ai requisiti europei e
internazionali. Nel 2011 e 2012 è stato elaborato e adottato un numero considerevole
di atti legislativi. Le modifiche legislative riguardano, tra l'altro: l'ampliamento
della portata dei reati di corruzione ai dipendenti pubblici stranieri e
internazionali; l'estensione della portata dei reati di corruzione, ampliando
gli elementi costitutivi di tali reati (ad esempio "offrire" e
"dare"); l'introduzione della responsabilità penale per corruzione degli
elettori; la creazione di misure speciali di confisca e precauzionali per
compensare i danni, nonché di misure in materia di confisca nei confronti di
terzi nei casi in cui questi fossero a conoscenza della provenienza illecita
dei beni; le modifiche al sistema sanzionatorio del protezionismo e dei
conflitti di interesse fissato nel codice sugli illeciti amministrativi;
l'introduzione della responsabilità delle persone giuridiche per i reati di
corruzione attiva. Ulteriori
modifiche legislative sono state adottate con l'obiettivo di rispettare le
raccomandazioni del GRECO o i requisiti della convenzione delle Nazioni Unite
contro la corruzione (UNCAC), quali: l'introduzione del reato di falso in
bilancio, il rafforzamento del sistema sanzionatorio delle violazioni del
codice di condotta dei dipendenti pubblici, il rafforzamento dei requisiti per
la segnalazione dei reati di corruzione. Dovranno essere ulteriormente
rafforzate nella pratica le garanzie relative alla protezione degli informatori
contro le ritorsioni sia nel settore pubblico che privato. La raccomandazione del secondo ciclo di
valutazione del GRECO per quanto riguarda il quadro giuridico per l'utilizzo di
speciali misure di indagine in tutti i casi di corruzione è stata affrontata
parzialmente, considerato che le misure di indagine speciali possono essere
utilizzate solo per "reati gravi" e non per altri reati comuni di corruzione.
Il quadro legislativo è stato modificato al fine di aumentare il livello di
sanzioni per la corruzione attiva e passiva che automaticamente ha reso "gravi"
questo tipo di reati , per i quali possono ora essere impiegate misure di
indagine speciali. Tuttavia, la portata delle disposizioni in materia di
utilizzo di misure di indagine speciali non è stata estesa ad altri reati
comuni di corruzione che si attestano al di sotto della soglia dei "reati
gravi", come ad esempio il reato di traffico di influenza. Sono state
adottate ulteriori misure per rispondere ad alcune raccomandazioni del GRECO
del terzo ciclo di valutazione, in particolare per quanto riguarda le incriminazioni
(per esempio portata dei reati di corruzione, responsabilità delle persone
giuridiche, portata dei reati di corruzione nel settore privato,
criminalizzazione del traffico attivo di influenza, ecc.). Il
finanziamento dei partiti politici e delle campagne elettorali rimane un settore in cui il GRECO ha evidenziato una serie di gravi
carenze che devono essere affrontate in via prioritaria al fine di garantire la
piena trasparenza, l'efficienza della vigilanza e un sistema sanzionatorio
efficace, equilibrato e dissuasivo sia per il regolare finanziamento dei
partiti che per il finanziamento delle campagne elettorali. Attualmente i
controlli sui finanziamenti dei partiti e delle campagne elettorali sono
effettuati dalla commissione elettorale centrale, che comprende nove membri (di
cui solo tre permanenti). Il quadro attuale potrebbe essere ulteriormente
rafforzato per offrire le garanzie necessarie per l'individuazione e
l'effettiva applicazione delle sanzioni in tutti i casi di finanziamento
illecito ai partiti. Il progetto di legge sul finanziamento dei partiti
politici e delle campagne elettorali è in preparazione con l'obiettivo di dare
seguito alle raccomandazioni del GRECO. La segnalazione da
parte delle autorità moldove sull'attuazione delle raccomandazioni del GRECO
continuerà nel corso del 2012. La Repubblica moldova dovrà continuare ad
attuare le raccomandazioni del GRECO e dovranno essere fornite ulteriori
informazioni su come verranno attuate quelle ancora in sospeso. Quello degli appalti
pubblici rimane uno dei settori più vulnerabili alla corruzione, con
carenze significative nella pratica. Varie leggi hanno un impatto su questo
settore e si sono svolte intense discussioni per determinare se le definizioni
ivi contenute siano sufficienti, considerati gli elevati rischi connessi.
L'attuale sistema prevede il requisito obbligatorio di pubblicare un avviso di
appalto prima di elaborare un programma di procedura di appalto. Tuttavia,
spesso non viene pubblicato alcun avviso né redatto alcun programma. Il sistema
sanzionatorio è inefficiente. Devono essere compiuti ulteriori sforzi per
garantire una procedura di appalto pubblico completamente trasparente e
sanzioni dissuasive in caso di violazione delle disposizioni di legge. In relazione a conflitti
di interesse, incompatibilità e dichiarazioni patrimoniali, il quadro
legislativo è in vigore. La carenza più significativa riguarda l'efficienza dei
meccanismi di verifica e sanzionatori. La legge sulla commissione nazionale
per l'integrità (NIC) è stata adottata dal Parlamento nel dicembre 2011. La
commissione nazionale per l'integrità ha il compito di controllare i conflitti
di interesse, le incompatibilità e le dichiarazioni patrimoniali, ma non è
ancora operativa. La legge stabilisce i suoi compiti e poteri, la sua
organizzazione e le procedure da seguire. Anche se è positivo che una singola
istituzione sia stata designata per eseguire controlli approfonditi in materia
di conflitto di interesse, dichiarazioni patrimoniali e incompatibilità, sono
necessarie ulteriori garanzie in merito alla sua indipendenza e imparzialità
nel processo decisionale, dato che la sua composizione lascia spazio al
controllo politico. Il presidente della commissione nazionale per l'integrità
deve essere nominato dal Parlamento. Su cinque membri, tre sono proposti dalla
maggioranza parlamentare, uno dall'opposizione e solo uno arriverà dalla
società civile mediante concorso pubblico. L'attuale composizione dà alla
maggioranza politica la possibilità di controllare le decisioni del commissione.
Le decisioni in materia di conflitto di interesse, dichiarazioni patrimoniali e
incompatibilità dovranno essere imparziali e libere da qualsivoglia
interferenza politica. La legge descrive abbastanza dettagliatamente i compiti
della commissione e le procedure connesse alla verifica dei conflitti di
interesse, delle dichiarazioni patrimoniali e delle incompatibilità.
L'efficacia dei controlli deve ancora essere testata nella pratica. La
selezione dei membri e del personale della commissione deve seguire criteri
oggettivi e meritocratici e il processo decisionale nei singoli casi dovrà
essere libero da influenze o considerazioni politiche. In caso di
"ovvia differenza" (non definita dalla legge) tra il reddito e il
patrimonio di un funzionario, la commissione nazionale per l'integrità può fare
una segnalazione alle procure, se vi è il sospetto che sia stato commesso un reato,
e alle autorità fiscali. Non vengono assegnati alla commissione poteri
specifici di proporre la confisca di patrimoni ingiustificati. Quando vengono
individuati conflitti di interesse o incompatibilità, la commissione elaborerà
un "atto di violazione" e potrà, in ultima analisi, chiedere alle
autorità pubbliche di adottare provvedimenti disciplinari o risolvere il
mandato o il contratto del funzionario in questione. Potrà inoltre chiedere ai
giudici di annullare l'atto amministrativo adottato dal dipendente pubblico di
cui è stato accertato il conflitto di interesse o la situazione di
incompatibilità. La legge ha introdotto l'obbligo di pubblicare le
dichiarazioni patrimoniali sul sito Internet della commissione nazionale per
l'integrità. Questo passo sarà importante per dare al pubblico generale un
ampio accesso alle dichiarazioni patrimoniali e per aumentare potenzialmente il
tasso di individuazione dei casi di patrimoni ingiustificati. Devono essere
stanziate sufficienti risorse finanziarie e umane per garantire l'efficacia
delle verifiche condotte dalla commissione nazionale per l'integrità. Tutti gli
aspetti riguardanti l'indipendenza nel processo decisionale e la capacità di
effettuare le verifiche e proporre sanzioni sono fondamentali per l'efficacia
del sistema, che può essere verificata solo attraverso un bilancio
dell'attuazione. Dovranno essere fornite ulteriori informazioni su quali
attrezzature tecniche e banche dati elettroniche sono a disposizione della
commissione. Particolare
attenzione dovrà essere prestata alla coerenza dell'intero processo
legislativo, al fine di evitare l'incertezza giuridica e garantire
un'attuazione completa. Il quadro giuridico è sottoposto a varie modifiche
richieste da una serie di misure di riforma contro la corruzione. Mentre è
comprensibile che il ritmo delle riforme sia accelerato e che trovi riscontro,
di conseguenza, nell'assetto legislativo, la coerenza e la stabilità del quadro
complessivo non devono essere compromesse. Lo stesso atto legislativo è spesso
modificato mediante atti legislativi diversi nel corso di pochi mesi. Le
iniziative legislative devono essere sottoposte a valutazioni d'impatto
approfondite, anche in materia di esigenze finanziarie e di risorse umane, e
devono essere coordinate. La strategia anticorruzione per il periodo 2011-2015 è stata
adottata dal Parlamento nel luglio 2011 e stabilisce priorità e obiettivi
chiari. La strategia contiene una breve
valutazione della situazione, esaminando una serie di indagini che misurano le
percezioni della corruzione, nonché un'analisi molto generale delle cause della
corruzione. Definisce altresì i principi
fondamentali e le direzioni dell'azione stabilendo una serie di criteri di
prestazione generali e di obiettivi generali che devono essere soddisfatti al
termine del periodo di attuazione. La
strategia descrive in modo abbastanza dettagliato il processo di monitoraggio
della sua attuazione e assegna il compito del coordinamento alla responsabilità
di una commissione parlamentare. Il gruppo di
lavoro per il monitoraggio si compone di vari soggetti interessati, anche
provenienti dal settore privato e dalla società civile.
Il piano d'azione anticorruzione per il 2012-2013 è stato
approvato dal Parlamento nel febbraio 2012. Pur prevedendo una serie di misure
dettagliate, scadenze, indicatori e obiettivi attesi, il piano d'azione non contiene
una valutazione dei costi né riferimenti al bilancio e alle risorse umane né alle
valutazioni del rischio e ai settori vulnerabili. Esso si concentra su
soluzioni legislative e istituzionali, tuttavia dovrà essere prestata ulteriore
attenzione alle misure operative. Dovranno essere ulteriormente sviluppate le
misure in materia di meccanismi di controllo interno e la loro interazione con
gli organismi di contrasto. Per quanto concerne il quadro istituzionale,
il Centro per la lotta contro i reati economici e la corruzione è stato
istituito nel 2002 e da allora è stato più volte ristrutturato. Una nuova legge sul Centro per la lotta contro i
reati economici e la corruzione è stata adottata dal Parlamento il 25 maggio 2012.
Il Centro è stato rinominato Centro nazionale anticorruzione. La sua
indipendenza è stata rafforzata rendendolo responsabile dinanzi al Parlamento e
garantendo una procedura selettiva aperta per la selezione del suo direttore,
che deve essere nominato dal Parlamento. Anche le procedure di licenziamento
sono abbastanza ben descritte dalla nuova legge. La riforma del Centro è
arrivata dopo varie consultazioni pubbliche, compresa l'assistenza dalla
comunità internazionale, che si sono concretizzate in un progetto di documento
strategico di riforma, presentato al governo nel novembre 2011 e che propone
tre filoni principali di riforma: indipendenza, aumento della capacità e
sostegno pubblico. Tra questi, la nuova legge si è concentrata principalmente
sulla questione dell'indipendenza, mentre l'efficienza e la maggiore capacità
devono ancora essere ulteriormente chiarite e sperimentate nella pratica. È
attualmente in fase di definizione una nuova strategia per il rafforzamento
istituzionale del Centro, sulla base degli obiettivi del precedente documento
strategico di riforma, al fine di concentrarsi sull'attuazione del nuovo quadro
giuridico. Garantire al Centro la capacità adeguata per svolgere efficacemente
i suoi compiti dovrà essere un elemento chiave della riforma che integra le
garanzie di indipendenza. Il Centro ha
mantenuto nella nuova struttura sia i poteri di prevenzione che quelli di
indagine. In termini di repressione, il Centro svolge attività di indagine
sotto il controllo dei procuratori. La competenza sulle indagini riguarda ora
solo la corruzione e i reati connessi alla corruzione. Tuttavia, non vi è
alcuna differenza in base al valore del danno o secondo la posizione del
funzionario indagato. Tutti i reati di corruzione, indipendentemente dal fatto
che siano di scarsa importanza o gravi, ricadono sotto la giurisdizione del
Centro. Tutti gli altri reati economici e finanziari non connessi ai reati di
corruzione sono stati trasferiti sotto la competenza del ministero dell'Interno
e dell'autorità doganale. Il riciclaggio di denaro e il finanziamento del
terrorismo rimangono di competenza del Centro; l'Unità di informazione
finanziaria rimane una unità autonoma all'interno del Centro (vedi anche infra,
nella sezione sul riciclaggio di denaro). Il direttore del
Centro sarà nominato dal Parlamento a seguito di un concorso aperto. Anche il
licenziamento del direttore è deciso dal Parlamento, sulla base di motivi
tassativamente previsti dalla legge. La nuova legge sul Centro nazionale
anticorruzione comprende altresì una serie di garanzie connesse all'integrità nonché
controlli sull'integrità dei dipendenti del Centro. Tuttavia, l'efficacia del
nuovo sistema deve ancora essere testata e permane ancora una serie di
interrogativi per quanto concerne la divisione dei poteri e il coordinamento
con altri organismi di contrasto. Il programma di sviluppo strategico per il
Centro per i prossimi due anni è stato approvato dal consiglio di
amministrazione del Centro nel gennaio 2012. Il programma è relativamente vago
in relazione alle misure concrete future. Esso menziona le risorse di bilancio
e i livelli di personale degli anni precedenti, ma non comprende alcuna valutazione
delle esigenze dal punto di vista dei costi o delle risorse umane per i
prossimi due anni. Inoltre, non vi è alcun calendario dettagliato delle azioni.
La programmazione strategica delle attività del Centro non offre un quadro
chiaro su come sarà garantita l'efficienza delle sue attività e il
coordinamento con altre istituzioni anticorruzione e organismi di contrasto. Per quanto
riguarda la cooperazione interistituzionale, c'è ancora molto da fare
per garantire una chiara ripartizione dei compiti e una cooperazione efficiente
tra tutte le istituzioni che operano nel settore della prevenzione e della
lotta contro la corruzione, tra cui la Commissione nazionale per l'integrità,
il Centro nazionale anticorruzione, i meccanismi di controllo interno, l'Unità
di informazione finanziaria, le procure e gli organismi di contrasto. Ulteriori
misure devono essere adottate per promuovere un'efficace attività di polizia
basata sull'intelligence e dovrà essere data priorità al miglioramento dei
sistemi di scambio delle informazioni tra queste istituzioni. ·
Consolidamento del quadro giuridico per la
prevenzione e la lotta contro il riciclaggio di denaro e il finanziamento del
terrorismo, in linea con le norme internazionali definite dal Gruppo di azione
finanziaria contro il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo
(GAFI); regolare aggiornamento della rispettiva strategia nazionale;
istituzione di una unità di informazione finanziaria indipendente Il 7 aprile 2011 è stata adottata una legge che modifica la
legge del 2007 sulla prevenzione e la lotta al riciclaggio di denaro e al
finanziamento del terrorismo. Il 3 settembre 2010 il governo ha approvato la
strategia 2010-2012 per la prevenzione e la lotta al riciclaggio di denaro e al
finanziamento del terrorismo e il piano d'azione. La strategia rappresenta una
buona base di lavoro. È stato particolarmente importante aver capito che le
strategie precedenti non si sono rivelate pienamente efficaci perché le misure
sono state rimosse dalla strategia alla fine dell'anno, indipendentemente dalla
loro effettiva attuazione. Sulla base di questa esperienza si è scelto un nuovo
approccio, ossia una strategia di cinque anni basata su piani d'azione annuali
che riporta le misure rimanenti nelle azioni dell'anno successivo. La strategia
sembra affrontare la mancanza di procedure in materia di sequestro e confisca
dei beni senza la necessità di definire un reato presupposto. Per quanto riguarda la creazione di un'unità di
informazione finanziaria indipendente, la legge del 7 aprile 2011 ha istituito
l'Ufficio per la prevenzione e la lotta al riciclaggio di denaro quale
divisione indipendente specializzata all'interno del Centro per la lotta contro
i reati economici e la corruzione (si veda anche sopra, nella sezione relativa
alla lotta alla corruzione) specificamente dotato delle responsabilità di una un'unità
di informazione finanziaria. Sono state approvate diverse ordinanze
supplementari sul suo funzionamento. L'Ufficio per la prevenzione e la lotta al
riciclaggio di denaro è completamente indipendente dal Centro per la lotta
contro i reati economici e la corruzione. L'unità di informazione finanziaria
deve rimanere indipendente da altre agenzie al fine di rispettare le norme
internazionali e continuare a svolgere le sue funzioni. Essa è membro
riconosciuto del gruppo Egmont e della rete interagenzie Camden per il recupero
dei beni (Carin). L'Ufficio per la prevenzione e la lotta al
riciclaggio di denaro produce una valutazione nazionale dei rischi in materia
di anti-riciclaggio di denaro e misure per combattere il finanziamento del
terrorismo. Esso svolge un ruolo operativo e di indagine, conduce azioni penali
e funge da mediatore tra i dati ricevuti, la ricerca e gli organismi di
contrasto. Le conclusioni della relazione sui progressi del 14 aprile 2011
da parte del comitato di esperti sulla valutazione delle misure di lotta contro
il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo (Moneyval) del
Consiglio d'Europa[4] hanno riconosciuto i
progressi costanti compiuti in materia di adeguata verifica della clientela e
di informazione. Secondo le conclusioni del Moneyval, vi è la necessità di
ulteriori indicazioni per quanto riguarda l'efficacia del regime, in
particolare in relazione alle condanne per riciclaggio di denaro e gli importi
dei beni recuperati. Il quarto ciclo di valutazioni di Moneyval fornirà
ulteriori indicazioni sui progressi a questo riguardo. Nel novembre 2011 si è
svolta una visita in loco di Moneyval nell'ambito del quarto ciclo di
valutazione e il relativo progetto di relazione sarà preparato per la revisione
e l'adozione nel dicembre 2012. Esso fornirà ulteriori indicazioni sui
progressi realizzati in questo senso. Dal luglio 2011 la Repubblica moldova non è più monitorata
dal Gruppo di azione finanziaria contro il riciclaggio di denaro e il
finanziamento del terrorismo. ·
Adozione di una strategia nazionale antidroga e
relativo piano d'azione; avvio della cooperazione con l'Osservatorio europeo
delle droghe e delle tossicodipendenze Il 27
dicembre 2010 la Repubblica moldova ha approvato la strategia nazionale
antidroga per il 2011-2018. La strategia definisce obiettivi, azioni necessarie
e chiare responsabilità di tutti gli attori coinvolti nella lotta contro la
tossicodipendenza e il traffico di sostanze stupefacenti. È stata sviluppata in
linea con la strategia europea in materia di droga per il 2005-2012 e le
convenzioni delle Nazioni Unite pertinenti. La strategia propone un approccio
globale alle problematiche legate al consumo di sostanze stupefacenti, sulla
base di una cooperazione complessa, interdipartimentale, interdisciplinare a
tutti i livelli, con tre componenti principali: a) riduzione dell'offerta di
sostanze stupefacenti (esercitando il controllo giuridico sulla circolazione
delle droghe e combattendo contro il traffico di sostanze stupefacenti e la
loro illecita distribuzione); b) riduzione della domanda di sostanze
stupefacenti (prevenzione primaria, cura e riabilitazione dei
tossicodipendenti); e c) riduzione del rischio (danno). Nel giugno 2011 il governo ha approvato una decisione che
istituisce il comitato nazionale antidroga quale organismo permanente a livello
di governo di supervisione, sviluppo e coordinamento delle politiche connesse
alla riduzione della domanda e dell'offerta di sostanze stupefacenti. Il suo
segretariato è stato creato a luglio 2011 da una decisione del governo e ha
cominciato a raccogliere e analizzare le informazioni e i dati forniti dalle
autorità nazionali. Per quanto riguarda la dimensione dell'attività di
contrasto, il ministero dell'Interno dispone di un dipartimento antidroga. Per
quanto concerne il coordinamento delle politiche, è operativa una commissione
interdipartimentale. Inoltre, sono state istituite in seno al ministero della
Salute le strutture pertinenti. L'Osservatorio nazionale antidroga è stato
consolidato. La cooperazione con l'Osservatorio europeo delle droghe e
delle tossicodipendenze è in corso. Le autorità moldove stanno fornendo dati
nazionali e lavorando sulle tendenze. In una lettera del 28 ottobre 2011 la
Repubblica moldova ha chiesto la formalizzazione della collaborazione con l'Osservatorio
europeo delle droghe e delle tossicodipendenze firmando un memorandum d'intesa.
La procedura per la firma del memorandum d'intesa tra la Repubblica moldova e
l'Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze è in corso e si
prevede che il documento verrà sottoscritto nel corso del 2012. ·
Adozione delle pertinenti convenzioni delle
Nazioni Unite e del Consiglio d'Europa nei settori sopra elencati e sulla lotta
contro il terrorismo La Repubblica moldova ha aderito a tutte le convenzioni
delle Nazioni Unite e del Consiglio d'Europa attinenti ai settori
summenzionati. Per quanto riguarda la lotta contro il terrorismo, è stata
ratificata ed è entrata in vigore la grande maggioranza delle convenzioni delle
Nazioni Unite e del Consiglio d'Europa. Blocco 3 / tema 2 - Cooperazione
giudiziaria in materia penale ·
Adozione di un quadro giuridico sulla reciproca
assistenza giuridica Il quadro legislativo nel settore della
reciproca assistenza giuridica è in gran parte in vigore. La Repubblica moldova sta conducendo un
processo molto ampio di riforma della legislazione penale e in materia di
procedura penale. Sulla base della decisione del governo del 9 febbraio 2011 è
stato creato un gruppo di lavoro interistituzionale sulla modifica della
legislazione in materia di procedura penale nei settori dell'indagine operativa
e del procedimento giudiziario. Il documento di riflessione sulla riforma del sistema
processuale e di procedura penale è stato elaborato dal gruppo di lavoro. Di conseguenza, è stato preparato un progetto
di "legge che modifica alcuni atti legislativi (legge n. 45-XII del 12
aprile 1994 sulle indagini operative, codice di procedura penale)" al fine
di adeguarli alle nuove disposizioni in materia di lotta alla criminalità
transfrontaliera e di squadre investigative comuni internazionali, revisione
della legislazione nazionale in materia di intercettazione delle conversazioni
telefoniche e revisione della legislazione pertinente nel quadro della convenzione
sulla cooperazione di polizia per l'Europa sudorientale. La "legge sull'attività di indagine
speciale" è stata adottata dal Parlamento il 29 marzo 2012. La legge che
modifica alcuni atti legislativi (codice di procedura penale) è stata adottata
dal Parlamento il 5 aprile 2012. Il rapporto tra le due leggi avrà bisogno di
ulteriori chiarimenti. ·
Adesione al secondo protocollo della convenzione
europea di assistenza giudiziaria La Repubblica moldova ha sottoscritto il 13 marzo 2012 il
secondo protocollo della convenzione europea di assistenza giudiziaria in
materia penale, che è ora in attesa di ratifica. ·
Conclusione di un accordo con Eurojust Eurojust ha stabilito un punto di contatto nella Repubblica
moldova. I contatti finalizzati ad avviare negoziati su un accordo di
cooperazione tra la Repubblica moldova ed Eurojust sono stati creati dal 2006.
In questo contesto, tra il 2008 e il 2010, si sono svolte tre riunioni. Il
consolidamento integrale del nuovo quadro giuridico moldovo sulla protezione
dei dati ai fini della cooperazione giudiziaria in materia penale è necessario
per poter compiere progressi in tali negoziati, come la garanzia di un adeguato
livello di protezione dei dati è un presupposto per la conclusione di un
accordo di cooperazione con Eurojust (cfr. anche sotto il tema 4 sulla
protezione dei dati). Nel mese di febbraio 2012 la Repubblica moldova ha
presentato ulteriori informazioni a Eurojust sulla protezione dei dati. Si
prevede che i negoziati sull'accordo avranno inizio nella seconda metà del 2012. Blocco 3 /
tema 3 – Cooperazione in materia di attività di contrasto ·
Istituzione di un adeguato meccanismo di
coordinamento tra le agenzie nazionali pertinenti e una banca dati comune che
garantisce l'accesso diretto ai funzionari competenti Il coordinamento tra le agenzie nazionali
pertinenti in materia di contrasto è garantito attraverso l'attività del centro
nazionale virtuale SELEC (convenzione del centro per l'applicazione della legge
nell'Europa sudorientale)/GUAM (Organizzazione per la democrazia e lo sviluppo
economico) che è stato istituito nel 2006. Si tratta di un dipartimento del
ministero dell'Interno che mira a sviluppare la cooperazione tra le agenzie
nazionali ed europee pertinenti in materia di lotta contro la criminalità
organizzata transfrontaliera e sicurezza delle frontiere. Il centro nazionale
virtuale SELEC/GUAM assicura il coordinamento tra le seguenti autorità di
contrasto: il ministero dell'Interno, il servizio delle guardie di frontiera,
il servizio doganale, il servizio per la sicurezza e l'informazione e il centro
per la lotta contro i reati economici e la corruzione. Queste autorità hanno
accesso diretto alla banca dati del centro in materia di indagine, prevenzione
e lotta contro la criminalità organizzata transfrontaliera. Le informazioni
vengono scambiate tramite canali SELEC/GUAM. Gli obiettivi generali del centro nazionale
virtuale sono: 1) garantire il quadro organizzativo necessario per la cooperazione
e lo sviluppo di azioni specifiche a livello nazionale e internazionale per
prevenire e combattere la criminalità transfrontaliera e altri tipi di reati
gravi negli Stati membri SELEC e GUAM; 2) scambiare informazioni tra le autorità
di contrasto degli Stati membri SELEC e GUAM sulla prevenzione e la lotta
contro i reati transfrontalieri e 3) analizzare, mettere a disposizione e
utilizzare le informazioni raccolte per la ricerca nonché per combattere e
prevenire i reati transfrontalieri. Il centro utilizza una banca dati chiamata
"Registru" che contiene informazioni su persone, veicoli,
imprese (i titolari, il tipo di attività e i mezzi di trasporto immatricolati a
nome della società), patenti di guida, controlli su diversi tipi di documenti
come passaporti o certificati di nascita nonché sui valichi di frontiera.
Giacché esistono diversi tipi di banche dati nell'ambito di vari operatori
("Registru" nell'ambito del ministero dell'Informazione, della
tecnologia e delle comunicazioni, informazioni sull'attraversamento del confine
di Stato offerte dal servizio di guardia di frontiera, informazioni sugli
immobili "Cadastru"), il centro ha accesso a queste banche
dati tramite i funzionari di collegamento delegati. Una legge
del 2006 "sul sistema di informazione elettronica relativo alla
registrazione di reati, cause penali e persone che hanno commesso reati"
ha istituito un meccanismo di coordinamento tra le autorità nazionali
pertinenti e una banca dati. Sul meccanismo di coordinamento sono state
approvate tre ordinanze comuni: 1) un'ordinanza del 2008 su un unico registro
di reati, cause penali e persone che hanno commesso reati; 2) un'ordinanza del 2006
su un unico registro di file operativi (ricerche e identificazione)
sulle persone ricercate, su quelle di identità sconosciuta e sui cadaveri non
identificati; 3) un'ordinanza del 2004 su un unico registro di oggetti contrassegnati,
oggetti d'antiquariato e opere d'arte e beni perduti e trovati. Dovrà essere ulteriormente perseguita l'istituzione di un meccanismo di
coordinamento adeguato tra le agenzie nazionali pertinenti mediante la
creazione di un comitato di coordinamento di tutte le agenzie coinvolte
nell'informazione e nelle indagini. Tale comitato di coordinamento dovrà essere
presieduto dal procuratore generale, che dovrà svolgere un ruolo di primo piano
ed essere convocato regolarmente. Non è chiaro se sia prevista qualche struttura
tra agenzie per migliorare lo scambio di informazioni sulla criminalità
organizzata o se il summenzionato centro nazionale virtuale svolgerà questo
ruolo. Attualmente nessuna struttura centrale è in grado di fornire un accesso
diretto a tutte le banche dati che potrebbero essere di interesse, vale a dire:
popolazione (registro), veicoli, valichi di frontiera, beni rubati, impronte
digitali, DNA, amministrazione fiscale, banca dati doganale, banche dati del
servizio di sicurezza e informazioni, casellari giudiziari, persone in carcere,
catasto, ecc. Finora, le entità esistenti non hanno accesso diretto a tutte le
banche dati disponibili e devono solo contare su funzionari di collegamento che
si rivolgeranno alla rispettiva amministrazione per ottenere l'accesso alle
informazioni di cui hanno bisogno. Dato che non esiste una norma universale sulla
creazione di una "banca dati comune", alcuni paesi ne hanno una,
altri ne hanno distinte, ma è comunque importante predisporre gli strumenti
necessari per la consultazione proattiva di tutte le banche dati disponibili.
Le autorità dovranno prevedere la creazione di uno strumento tra agenzie, come
ad esempio l'unità di analisi e di informazioni prevista, in cui i
rappresentanti di tutti gli organismi di informazione e di quelli di contrasto
possano avere accesso alle varie banche dati. ·
Conclusione di un accordo di cooperazione
operativo con Europol che assicuri un adeguato livello di protezione dei dati Il negoziato di un accordo operativo con l'Europol è subordinato alla
valutazione da parte di Europol delle norme pertinenti sulla protezione dei
dati. I lavori per la valutazione della protezione dei dati sono in corso.
Europol ha completato il suo primo esame del materiale ricevuto e inviato
ulteriori domande alla Repubblica moldova nel gennaio 2011. La Repubblica
moldova ha risposto il 23 marzo 2011 inviando informazioni supplementari sulla
protezione dei dati personali. Nell'aprile 2012 Europol è stato dotato di ulteriori
normative (si veda anche infra, al punto 4, protezione dei dati). Europol sta
attualmente procedendo con la sua valutazione della legislazione in materia di
protezione dei dati nella Repubblica moldova, in attesa di ulteriori
informazioni e chiarimenti che potrebbero essere necessari. La visita di studio
sulla protezione dei dati può essere effettuata dopo l'entrata in vigore della
legislazione e una volta acquisita esperienza in merito alla sua applicazione.
Il negoziato di un accordo operativo con Europol può iniziare solo dopo
l'autorizzazione del consiglio di amministrazione di Europol, a seguito del
parere dell'autorità di controllo comune, che si basa sulla relazione in
materia di protezione dei dati di Europol. Europol ha organizzato un seminario di sensibilizzazione
per le autorità di contrasto moldove nel mese di aprile 2011. Nel luglio 2011
la Repubblica moldova è stata invitata a distaccare un funzionario di
collegamento permanente a Europol. Blocco 3
/ tema 4 – Protezione dei dati ·
Consolidamento del quadro giuridico per la
protezione dei dati personali, ivi compresa l'adesione al protocollo aggiuntivo
del 2001 alla convenzione del Consiglio d'Europa sulla protezione delle persone
rispetto al trattamento automatizzato dei dati a carattere personale,
concernente le autorità di controllo e i flussi di dati transfrontalieri La nuova legge della Repubblica moldova sulla
protezione dei dati, adottata l'8 luglio 2011, è entrata in vigore il 14 aprile
2012. Essa abroga la legge esistente in materia di protezione dei dati del 2007
e allinea la legislazione della Repubblica moldova in materia di protezione dei
dati agli strumenti pertinenti del Consiglio d'Europa e all'acquis
dell'UE. Inoltre, il 21 ottobre 2011, è stata adottata una "legge
che modifica e integra alcuni atti legislativi" che, tra l'altro, rafforza
l'indipendenza e i poteri dell'autorità di controllo e introduce sanzioni per
le violazioni della protezione dei dati. Queste modifiche legislative
dovrebbero entrare in vigore il 16 giugno 2012. Sono in corso ulteriori sforzi al fine di
consolidare completamente il quadro giuridico allineando altre disposizioni
legislative e decreti governativi alla nuova "legge sulla protezione dei
dati". Dovrà essere prestata particolare attenzione alle norme in materia
di protezione dei dati nel settore della polizia (in particolare la piena
attuazione della raccomandazione pertinente del Consiglio d'Europa) tra cui la
revisione del codice di procedura penale e della "legge sull'attività di
indagine speciale" (si veda anche sopra, alla sezione cooperazione
giudiziaria in materia penale). Il pieno consolidamento e l'effettiva
attuazione del quadro giuridico costituiscono una condizione preliminare per la
conclusione di accordi di cooperazione operativi con Eurojust ed Europol (cfr.
anche supra, temi 2 e 3). La Repubblica
moldova ha ratificato il protocollo aggiuntivo del 2001 alla convenzione del
Consiglio d'Europa sulla protezione delle persone rispetto al trattamento
automatizzato dei dati a carattere personale, concernente le autorità di
controllo e i flussi di dati transfrontalieri. La ratifica è entrata in vigore
l'1 gennaio 2012. Il centro nazionale per la protezione dei dati
personali ha iniziato a operare a metà 2009, sulla base della legge sulla
protezione dei dati del 2007. La sua indipendenza e i suoi poteri sono stati
rafforzati dal nuovo quadro giuridico. Il Centro rappresenta un'istituzione in
seno al Parlamento ed è imparziale e indipendente da qualsivoglia altro
organismo governativo o amministrativo. Blocco 4: Relazioni esterne e diritti fondamentali Valutazione generale La Repubblica moldova ha adottato la legislazione pertinente, andando
velocemente avanti con la revisione della normativa nazionale per soddisfare i
parametri richiesti. Con l'adozione di una legge generale per la parità, la
Repubblica moldova ha completato il quadro ritenuto necessario per garantire
un'attuazione efficace dei parametri di riferimento nel settore delle relazioni
esterne e dei diritti fondamentali. Il governo della Repubblica moldova ha
inoltre modificato il piano d'azione contenente le misure di sostegno per i
Rom, tenendo in considerazione le raccomandazioni connesse alle norme internazionali
in materia di politiche di inclusione. Ha altresì chiarito ulteriormente gli
aspetti della legislazione di cui alla precedente relazione, in particolare
connessi alla determinazione dello status di apolide. La Commissione ritiene che la Repubblica moldova soddisfi in generale i
parametri di riferimento di cui al blocco 4. Commenti dettagliati Blocco 4 / tema 1 - Libertà di
circolazione in seno alla Repubblica moldova ·
Revisione del quadro giuridico e normativo sulle
procedure di registrazione e di cancellazione destinate agli stranieri che
soggiornano legalmente o agli apolidi, al fine di evitare restrizioni
ingiustificate Nel maggio 2011 il governo ha approvato la
decisione n. 337 che modifica la decisione del governo n. 376, del 6 gennaio 1995,
sulle misure supplementari finalizzate a consolidare il sistema nazionale dei
passaporti. La decisione è stata pubblicata nella Gazzetta ufficiale nel giugno
2011 ed è attualmente in vigore. Essa mira a rivedere le disposizioni in merito
all'onere della prova della popolazione, in particolare, stabilisce il
meccanismo di acquisizione ed elaborazione dei dati biometrici e fornisce una
regolamentazione dei rapporti giuridici tra individui, persone giuridiche,
organismi di contrasti ed enti governativi locali, al fine di garantire la
libera circolazione nella Repubblica moldova e il diritto di stabilire il
domicilio o la residenza in tutto il paese. Al fine di
prevenire ed escludere i casi di apolidi in relazione alla successione tra
Stati, nel giugno 2011 il Parlamento ha adottato modifiche alla "legge n. 1024-XIV
del 2 giugno 2000 sulla cittadinanza" che sono state pubblicate nella
Gazzetta ufficiale in data 8 luglio 2011. Inoltre, nel mese di aprile 2012, la
Repubblica moldova ha formalmente depositato gli strumenti di adesione alle
convenzioni delle Nazioni Unite sulla riduzione dei casi di apolidia (adottata
il 30 agosto 1961 a New York) e sullo status di apolide (adottata il 28 settembre 1954
a New York) (vedi anche sopra al blocco 2, tema 2). Le modifiche apportate alla "legge n. 1024-XIV,
del 2 giugno 2002, sulla cittadinanza" mirano ad adeguare la legislazione
al fine di prevenire e risolvere i casi di apolidia derivanti dalla disgregazione
dell'Unione Sovietica e questioni legate alla successione tra Stati. L'adesione
della Repubblica moldova alle Convenzioni sulla riduzione dei casi di apolidia
e sullo status di apolide porterà ad ulteriori sviluppi nel meccanismo e nella
procedura per la determinazione dello status di apolide e implicherà
l'istituzione di un quadro istituzionale per la determinazione dei casi di
apolidia. Per quanto riguarda la procedura per la determinazione dello status
di apolidia, la Repubblica moldova potrebbe prendere in considerazione i
candidati a un lavoro regolare in attesa delle procedure, come nel caso dei
richiedenti asilo. Nel novembre 2011 il Governo ha approvato un piano d'azione per
ulteriori modifiche legislative orizzontali, al fine di eliminare tutte le
restrizioni inutili relative ai test obbligatori per HIV/AIDS per la
registrazione degli stranieri. Tale piano si è basato su una valutazione
condotta da un gruppo di lavoro istituito e incaricato dello screening di tutti
gli atti giuridici pertinenti in vigore che includevano disposizioni in
materia. Di conseguenza, il Parlamento ha adottato le modifiche legislative
alla legge n. 23/2007 "sulla profilassi dell'HIV/AIDS" e il
governo ha approvato e trasmesso al Parlamento il progetto di legge che
modifica e integra la legge n. 180/2008 sulla migrazione di manodopera e la
legge n. 200/2010 sul regime degli stranieri, al fine di facilitare il processo
di documentazione degli stranieri nella Repubblica moldova. Blocco 4 / tema 2 - Diritti dei
cittadini, compresa la protezione delle minoranze ·
Adozione di una legislazione globale
antidiscriminazione, come raccomandato dagli organismi di controllo delle
Nazioni Unite e del Consiglio d'Europa, al fine di garantire una protezione
efficace contro la discriminazione Oltre alle clausole costituzionali
anti-discriminazione e alle disposizioni in materia di diritto penale, civile e
amministrativo, nel maggio 2012 il Parlamento ha adottato una legge globale
contro la discriminazione: "la legge per la parità". La legge mira a
prevenire e combattere la discriminazione e a garantire l'uguaglianza dei
diritti per tutte le persone presenti sul territorio della Repubblica moldova
in materia di politica, economia, vita sociale, cultura e altri settori, senza
operare alcuna discriminazione fondata sulla razza, il colore della pelle, la nazionalità,
l'origine etnica, la lingua, la religione o le convinzioni personali, il sesso,
l'età, la disabilità, le opinioni politiche o di qualsiasi altra natura, o in
base a qualsivoglia altro criterio analogo. Questi criteri sono stati chiariti
al più alto livello politico[5]. A seguito di precedenti consultazioni
pubbliche, la legge contiene disposizioni che ne limitano l'applicabilità agli
istituti del matrimonio e dell'adozione, disciplinati dalla normativa in vigore,
nonché ai culti religiosi e ai loro membri in relazione alle loro convinzioni religiose.
Sono stati apportati miglioramenti alle norme riguardanti il lavoro del
consiglio sulla prevenzione e la lotta contro la discriminazione e la garanzia
della parità: un organismo che agirà con imparzialità e in piena indipendenza
dalle autorità pubbliche sulla base di un mandato globale nel settore. Questo
organismo è dotato di poteri di ingiunzione e può comminare sanzioni a seguito
di decisioni che accertano l'esistenza di un caso di discriminazione. Ai sensi
dell'articolo 12, paragrafo 1, lettera k), e dell'articolo 15, paragrafo 6,
se nell'esaminare una denuncia riguardante un presunto trattamento o azione
discriminatoria, l'organismo per la parità ritiene che si tratti di un illecito
amministrativo, può comminare sanzioni in conformità con le disposizioni del
codice delle contravvenzioni. Il divieto di discriminazione sulla base
dell'orientamento sessuale nel settore dell'occupazione crea il quadro generale
in linea con la direttiva 2000/43/CE, del 29 giugno 2000, che attua il
principio della parità di trattamento fra le persone indipendentemente dalla
razza e dall'origine etnica e la direttiva 2000/78/CE del Consiglio, del 27
novembre 2000, che stabilisce un quadro generale per la parità di trattamento
in materia di occupazione. Nel dialogo sui diritti umani con la
Repubblica moldova, svoltosi il 23 maggio 2012, l'UE ha ricevuto rassicurazioni
che la legge è destinata a coprire tutti i motivi di discriminazione in linea
con gli impegni internazionali assunti dalla Repubblica moldova. Allo stesso
tempo, la Repubblica moldova si è impegnata a elaborare orientamenti per
l'attuazione della legge, che sarà monitorata dall'UE nell'ambito dei quadri di
dialogo esistenti. Sebbene la Commissione e l'Ufficio delle Nazioni
Unite nella Repubblica moldova abbiano messo in evidenza diverse lacune nei
vari progetti della legge antidiscriminazione, alcune delle quali ancora
presenti nella versione finale, la legge rappresenta la base legislativa
necessaria per attuare i parametri di riferimento nel settore della lotta
contro la discriminazione. Dovrebbe essere poi ulteriormente migliorata in
relazione alle definizioni di discriminazione diretta e di molestie sessuali,
alle disposizioni applicabili al settore privato in relazione a beni e servizi
e all'ulteriore armonizzazione con l'acquis dell'UE, al fine di chiarire
in modo esplicito aspetti importanti, quali un alloggio ragionevole per le
persone disabili. ·
Adozione di un vasto piano d'azione nazionale
per i diritti umani; perseguimento attivo nel rispettivo piano d'azione
nazionale per i diritti umani delle specifiche raccomandazioni degli organismi
delle Nazioni Uniti, dell'OSCE/ODIHR, del Consiglio d'Europa/ECRI e delle
organizzazioni internazionali per i diritti umani, in particolare
nell'attuazione di politiche antidiscriminatorie, nella tutela delle minoranze
e della vita privata e nella garanzia della libertà di religione Il 12 maggio 2011 il Parlamento ha approvato
un ampio piano d'azione nazionale per i diritti umani che si basa sulle
raccomandazioni specifiche degli organismi delle Nazioni Uniti,
dell'OSCE/ODIHR, del Consiglio d'Europa/ECRI e delle organizzazioni
internazionali per i diritti umani. Esso prevede misure in vari settori, tra
cui l'attuazione di politiche antidiscriminatorie e di tutela delle minoranze e
della vita privata. Il governo è stato incaricato di pubblicare una relazione
annuale consolidata sui progressi compiuti nell'attuazione del piano d'azione e
di presentarla al Parlamento entro l'1 aprile di ogni anno. La relazione sui
progressi deve essere discussa nelle conferenze annuali. Il piano d'azione è
stato preparato in stretta consultazione con la società civile e le
organizzazioni internazionali. Nel luglio 2010, dopo le consultazioni con la società civile e con i
rappresentanti della comunità rom, è stato adottato un piano d'azione a
sostegno della popolazione rom per il periodo 2011-2015. Si è trattato
di un passo importante che dimostra la volontà politica del governo di prestare
particolare attenzione al miglioramento della situazione della popolazione rom.
Successive discussioni con le organizzazioni internazionali hanno indicato
che non vi era margine per un ulteriore consolidamento del piano d'azione. Le
autorità hanno indicato che gli verrà aggiunto un nuovo capitolo concernente
l'introduzione di mediatori Rom. Nel gennaio 2012 il governo ha
modificato il piano d'azione tenendo conto delle raccomandazioni connesse alle
norme internazionali, in particolare sulle politiche di inclusione. Ha altresì
avviato un esercizio finalizzato a garantire i fondi di bilancio necessari per
la sua attuazione, sulla base della modifica del quadro di spesa a medio
termine del governo. L'attuazione è già iniziata. Il piano d'azione nazionale per i diritti
umani fornisce informazioni sul monitoraggio e la valutazione, nonché le
risorse da assegnare per la sua attuazione. Tuttavia, la maggior parte delle
attività deve essere finanziata entro i limiti delle dotazioni di bilancio
generali e solo poche hanno specifici stanziamenti di bilancio. Le autorità
esamineranno i costi delle attività ogni anno, sulla base delle priorità, delle
possibilità finanziarie e dei risultati della valutazione. Il piano d'azione nazionale per i diritti
umani non prevede misure finalizzate alla libertà di pensiero, di coscienza e
di religione. Questi aspetti devono essere trattati nella "legge sulla
libertà di coscienza, di pensiero e di religione", adottata il 27 dicembre
2011, che è una versione rivista della "legge sui culti religiosi e i loro
membri" al fine di rendere il diritto nazionale e la prassi conformi al
diritto internazionale. Si prevede che la nuova legge crei una dinamica
più positiva rispetto a quella degli anni precedenti nei rapporti con i culti
religiosi minoritari. ·
Ratifica degli strumenti pertinenti delle
Nazioni Unite e del Consiglio d'Europa nella lotta contro la discriminazione La Repubblica moldova è impegnata a valutare
l'elaborazione di una dichiarazione ai sensi dell'articolo 14 della convenzione
sull'eliminazione di tutte le forme di discriminazione razziale (CERD) dopo
l'adozione della nuova "legge per la parità".
Nel 2000 la Repubblica moldova ha firmato il protocollo n. 12 alla convenzione
europea sui diritti dell'uomo del 1950, ma non lo ha ancora ratificato. Le
autorità moldove hanno altresì espresso la volontà di considerare la ratifica
del protocollo n. 12 dopo l'adozione della "legge per la parità". Sono
in corso discussioni in seno al governo per rimuovere le riserve territoriali
inserite dalla Repubblica moldova nei trattati sui diritti umani. ·
Specificare le condizioni e le circostanze per
l'acquisizione della cittadinanza della Repubblica moldova Con riferimento alle condizioni e alle
circostanze per l'acquisizione della cittadinanza della Repubblica moldova, il 3
maggio 2011 il Governo ha approvato modifiche alla legge sulla cittadinanza n. 1024-XIV
del 2 giugno 2000 e modificato la decisione del governo in materia di onere
della prova della popolazione nella Repubblica moldova. Il Parlamento ha
adottato le modifiche in data 9 giugno 2011. Le modifiche erano finalizzate a
rimuovere gli ostacoli all'acquisizione della cittadinanza da parte degli
apolidi che, ai sensi dell'articolo 12, paragrafo 2, della legge, soddisfacevano
i requisiti per l'acquisizione, ma erano stati condannati alla reclusione per reati
premeditati e avevano precedenti penali o, al momento dell'esame delle loro
domande, il procedimento penale che li riguardava era ancora pendente. Il governo moldovo ha
continuato ad affrontare la situazione in Transnistria attivamente. Nel mese di
aprile 2012, congiuntamente alle "autorità de facto" a Tiraspol, il
governo moldovo ha riattivato il gruppo di lavoro bilaterale sulle questioni
dello stato civile. Attualmente, l'autorità nazionale per la registrazione
sta applicando misure speciali per confermare la cittadinanza e fornire
l'accesso a carte d'identità nazionali gratuite per gli abitanti della regione
della Transnistria, in conformità con la legge modificata sulla cittadinanza n. 1024‑XIV,
del 2 giugno 2000, e della decisione del governo n. 959 del 9 settembre 2005
sulle misure di sicurezza connesse alla conferma della cittadinanza e sulla
documentazione della popolazione dai quartieri della regione Transnistria. Secondo le ultime
informazioni fornite dalle autorità moldove, a 229 489 cittadini della
Repubblica moldova residenti in Transnistria sono stati rilasciati passaporti
moldovi, di cui 175 764 sono ancora validi (vale a dire non sono scaduti).
Durante i primi tre mesi del 2012 le autorità di Chisinau avevano rilasciato 2 722
passaporti biometrici per i residenti della Transnistria. Il ministero
delle Tecnologie dell'informazione e delle comunicazioni, in collaborazione con
il ministero della Giustizia e il ministero dell'Interno, ha sviluppato il
quadro giuridico per le procedure di identificazione, a un primo esame, delle
persone provenienti dalla regione della Transnistria, sulla base delle
informazioni supplementari su familiari e parenti (documenti originatori sui
genitori, certificati di matrimonio e altri documenti). Particolare attenzione
sarà rivolta a garantire l'effettiva attuazione del quadro normativo di cui
sopra nella seconda fase del piano d'azione sulla liberalizzazione dei visti. III.
Conclusione Dall'avvio del dialogo UE-Repubblica moldova
in materia di visti nel giugno 2010 e dalla presentazione alle autorità moldove
del piano d'azione sulla liberalizzazione dei visti nel gennaio 2011, la
Commissione ha regolarmente riferito al Parlamento europeo e al Consiglio sui
progressi compiuti dalla Repubblica moldova nell'adottare le misure necessarie
a soddisfare i parametri di riferimento individuati nell'ambito dei quattro
blocchi della prima fase del piano d'azione. In particolare, sono state presentate due
relazioni sui progressi relative allo stato di attuazione del piano d'azione
sulla liberalizzazione dei visti (nel settembre 2011 e nel febbraio 2012)[6].
La seconda relazione è stata elaborata sulla base dell'analisi del quadro
legislativo, dei risultati delle missioni di valutazione di cui ai blocchi 2, 3
e 4, organizzate nel mese di ottobre e novembre 2011 con la partecipazione di
esperti degli Stati membri, e delle relazioni sui progressi presentate dalla
Repubblica moldova sull'attuazione del piano d'azione. Al di là di questo intenso processo di
comunicazione relativo al piano d'azione, la Commissione ha inoltre continuato
a monitorare i progressi compiuti dalla Repubblica moldova in settori
pertinenti del piano d'azione nel quadro del: 1) comitato misto UE-Repubblica moldova sulla
facilitazione dei visti;
2) comitato misto di riammissione UE-Repubblica moldova;
3) sotto-comitato misto UE-Repubblica moldova n. 3[7];
4) partenariato per la mobilità UE-Repubblica moldova. In ciascuno di questi comitati e quadri, lo
stato del dialogo e della cooperazione tra l'UE e la Repubblica moldova è in
fase avanzata. Durante la più recente riunione dei comitati misti per la
facilitazione dei visti e la riammissione, tenutasi a Chisinau il 23 maggio 2012
(con la partecipazione degli Stati membri dell'UE), la Commissione ha
registrato un'attuazione complessivamente soddisfacente di entrambi gli
accordi. Il dialogo UE-Repubblica moldova in materia di
visti si è rivelato uno strumento importante per promuovere le riforme, non
solo nel settore della giustizia e degli affari interni, ma anche oltre. I
progressi realizzati dalla Repubblica moldova nell'ambito dei vari settori
contemplati dai quattro blocchi del piano d'azione sulla liberalizzazione dei
visti sono stati costanti ed efficaci negli ultimi due anni, a dimostrazione
dell'impegno importante e degli sforzi profusi dalle autorità moldove per
rendere l'attuazione del piano d'azione una priorità nella sua agenda
legislativa e amministrativa. Le misure legislative richieste dal piano d'azione
sulla liberalizzazione dei visti nella prima fase sono state alla fine
adottate. La loro valutazione, effettuata dai servizi della Commissione, dal
servizio europeo per l'azione esterna (SEAE) e da esperti degli Stati membri,
mostra che sono in linea con i parametri di riferimento individuati nei quattro
blocchi del piano d'azione. Detto questo, la Commissione continuerà a
coordinare il monitoraggio del quadro legislativo e politico nelle successive
fasi del dialogo al fine di valutare se i necessari regolamenti di attuazione,
nell'ambito dei quattro blocchi del piano d'azione, siano effettivamente
adottati e attuati. Inoltre, la Commissione presterà particolare attenzione al
fatto che la Repubblica moldova stanzi le risorse finanziarie e umane adeguate
e necessarie per l'attuazione degli atti legislativi menzionati e dei
regolamenti di attuazione. In base ai risultati del monitoraggio continuo
e delle valutazioni di cui sopra, la Commissione ritiene che la Repubblica
moldova abbia alla fine rispettato tutti i parametri di riferimento della prima
fase del piano d'azione e che possa quindi essere avviata la valutazione dei
parametri di riferimento della seconda fase. [1] Documento del Consiglio 18078/10. [2] SEC (2011) 1075 definitivo. [3] SWD (2012)12 definitivo. [4] http://www.coe.int/t/dghl/monitoring/moneyval/Evaluations/Progress%20reports%202y/MONEYVAL(2011)6_ProgRep2_MLD_en.pdf [5] Cfr. inter alia la dichiarazione di Vlad Filat,
primo ministro della Repubblica moldova, rilasciata l'8 giugno 2012. [6] (SEC(2011) 1075 definitivo), (SWD(2012) 12 definitivo). [7] Sotto-comitato n. 3: dogane, cooperazione
transfrontaliera, riciclaggio di denaro, sostanze stupefacenti, migrazione
illegale.