Choose the experimental features you want to try

This document is an excerpt from the EUR-Lex website

Document 52012DC0348

RELAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO E AL CONSIGLIO sull'attuazione, da parte della Repubblica moldova, del piano d'azione sulla liberalizzazione dei visti

/* COM/2012/0348 final */

52012DC0348

RELAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO E AL CONSIGLIO sull'attuazione, da parte della Repubblica moldova, del piano d'azione sulla liberalizzazione dei visti /* COM/2012/0348 final */


RELAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO E AL CONSIGLIO

sull'attuazione, da parte della Repubblica moldova, del piano d'azione sulla liberalizzazione dei visti

I. Introduzione

Il dialogo UE-Repubblica moldova in materia di visti, che esamina le condizioni per l'esenzione dal visto per i cittadini moldovi che entrano nell'UE, è stato avviato il 15 giugno 2010. Il piano d'azione sulla liberalizzazione dei visti (VLAP)[1] è stato presentato dalla Commissione alle autorità moldove il 24 gennaio 2011. Tale piano d'azione stabilisce una serie di parametri di riferimento per la Repubblica moldova in merito a quattro "blocchi" di questioni rilevanti, sia in vista dell'adozione di un quadro legislativo e politico (fase 1) che della sua effettiva attuazione (fase 2).

La Commissione ha regolarmente riferito al Parlamento europeo e al Consiglio riguardo all'attuazione del piano d'azione sulla liberalizzazione dei visti. La prima relazione sui progressi compiuti dalla Repubblica moldova nell'attuazione del suddetto piano d'azione è stata presentata il 16 Settembre 2011[2]. Il 7 ottobre 2011 si è svolta una riunione di alti funzionari, durante la quale è stata presentata la prima relazione sui progressi compiuti e sono state discusse le fasi successive del processo.

Sono state organizzate missioni di valutazione sui blocchi 2, 3 e 4 del piano d'azione nella seconda metà di ottobre e a inizio novembre 2011, con la partecipazione di esperti provenienti dagli Stati membri dell'UE insieme a funzionari dei servizi della Commissione e del SEAE. Scopo delle suddette missioni di esperti era quello di valutare il quadro legislativo, politico e istituzionale in base ai parametri di riferimento della prima fase del piano d'azione nonché la sua conformità con le norme europee e internazionali. Le relazioni degli esperti sono state ultimate nel dicembre 2011.

La seconda relazione sui progressi compiuti dalla Repubblica moldova nell'attuazione del piano d'azione sulla liberalizzazione dei visti è stata presentata il 9 febbraio 2012[3]. Il 27 febbraio 2012 si è svolta una riunione di alti funzionari durante la quale è stata presentata la seconda relazione sui progressi e sono state discusse le fasi successive del processo.

La presente relazione della Commissione è la terza e ultima relazione sui progressi relativa alla prima fase del piano d'azione. Essa contiene una valutazione consolidata, ad opera della Commissione, dei progressi compiuti dalla Repubblica moldova verso la conformità con i parametri di riferimento della prima fase del piano d'azione in merito all'istituzione del quadro legislativo, politico e istituzionale.

II. Valutazione delle misure nell'ambito dei quattro blocchi del piano d'azione sulla liberalizzazione dei visti

Blocco 1: sicurezza dei documenti, ivi inclusi gli elementi biometrici

Valutazione generale

Il quadro legislativo è in vigore. È stato fornito un calendario preciso per la completa diffusione dei passaporti biometrici conformi con l'Organizzazione internazionale dell'aviazione civile (ICAO), anche presso i consolati moldovi all'estero, nonché per la completa eliminazione dei passaporti non conformi con l'ICAO.

La Commissione ritiene che la Repubblica moldova soddisfi i parametri di riferimento di cui al blocco 1.

Commenti dettagliati

· Consolidamento del quadro giuridico per il rilascio di passaporti biometrici a lettura ottica in piena conformità con le più elevate norme ICAO sulla base della gestione sicura delle identità (registro civile e documenti originatori) e tenendo conto di un'adeguata protezione dei dati personali

Il quadro giuridico per il rilascio di passaporti biometrici a lettura ottica, nel pieno rispetto delle più elevate norme ICAO, è stato integrato da due leggi adottate il 9 giugno 2011 e da una decisione del governo adottata il 10 maggio 2011. Tali disposizioni supplementari assicurano un quadro consolidato per la gestione sicura delle identità. Il 27 dicembre 2011 è stata inoltre adottata una legge aggiuntiva che assicura l'estensione del principio "una persona-un documento" anche ai passaporti diplomatici e di servizio.

· Adozione di un piano d'azione contenente un calendario per la completa diffusione di passaporti biometrici conformi con l'ICAO, anche presso i consolati moldovi all'estero, nonché per la completa eliminazione dei passaporti non conformi con l'ICAO.

È stato adottato un piano d'azione con un calendario preciso.

· Istituzione di programmi di formazione e adozione di codici etici in materia di anticorruzione destinati ai funzionari di qualsiasi autorità pubblica che si occupi di passaporti, carte d'identità e altri documenti originatori

Il "Codice etico per il personale che si occupa dell'iscrizione allo stato civile e del rilascio di documenti" è stato adottato l'1 aprile 2011. Esso fa riferimento al codice del lavoro per quanto riguarda le sanzioni per sue violazioni. Introduce disposizioni in materia di conflitti di interesse, incompatibilità e obbligo di segnalare le irregolarità.

L'ordinanza "relativa ad alcune misure di prevenzione contro la corruzione e il protezionismo" è stata approvata il 31 maggio 2011 dal direttore generale del "Registru" del CSIR ed è stata seguita dal "Piano d'azione sulla gestione dei rischi di corruzione nel settore della documentazione della popolazione e dell'iscrizione allo stato civile", approvato l'11 agosto 2011. Il "Piano di gestione dei rischi di corruzione nel settore della documentazione della popolazione" stato approvato il 5 aprile 2012 dal direttore generale del "Registru" del CSIR. Nel corso del 2011 e nel primo trimestre del 2012 si sono svolti corsi di formazione destinati ai dipendenti delle suddivisioni territoriali incaricate della documentazione della popolazione.

Blocco 2: immigrazione irregolare, ivi inclusa la riammissione

Valutazione generale

Nel settore della gestione delle frontiere, è stata adottata la legislazione pertinente. Il quadro istituzionale è in vigore, ivi incluse le disposizioni in materia di formazione e codici etici anticorruzione.

Per quanto concerne la gestione delle migrazioni, la Repubblica moldova ha stabilito una base completa per un efficiente sistema di gestione delle migrazioni e il relativo quadro legislativo è in vigore. Nonostante siano necessari alcuni miglioramenti, gli strumenti adottati sono sostanzialmente in linea con le norme europee e internazionali. Gran parte del quadro istituzionale è in vigore, anche se dovrebbero essere destinate maggiori risorse all'attuazione delle disposizioni pertinenti.

Nel settore dell'asilo, esiste una solida base legislativa, largamente in linea con le norme europee e internazionali.

La Commissione ritiene che la Repubblica moldova soddisfi in generale i parametri di riferimento di cui al blocco 2.

Commenti dettagliati per settore politico

Blocco 2 / tema 1 - Gestione delle frontiere

· Consolidamento del quadro giuridico per la gestione delle frontiere, ivi inclusa l'adozione di una nuova legge sulle frontiere di Stato, per consentire al servizio della guardia nazionale di frontiera moldova di partecipare all'individuazione e indagine di casi di criminalità transfrontaliera in collaborazione con tutte le autorità di contrasto ed estendere la sua area di responsabilità a tutto il territorio, nonché di un quadro giuridico per un'efficace cooperazione tra agenzie che coinvolga il servizio della guardia nazionale di frontiera, le autorità di contrasto e altre agenzie che si occupano della gestione delle frontiere

La legge sulle frontiere di Stato è stata adottata il 4 novembre 2011, pubblicata il 20 aprile 2012 ed entrerà in vigore l'1 luglio 2012. Essa segue le definizioni e il quadro del codice frontiere Schengen (regolamento (CE) n. 562/2006) e tiene altresì conto del quadro giuridico dell'Unione europea in materia di responsabilità dei vettori. Come tale, essa costituisce un valido quadro normativo per altre disposizioni legislative e documenti strategici. L'adozione degli atti legislativi correlati è prevista prima dell'entrata in vigore della legge.

La legge sulla polizia di frontiera è stata adottata il 28 dicembre 2011, pubblicata il 20 aprile 2012 ed entrerà in vigore l'1 luglio 2012. Essa fornisce una buona base per la smilitarizzazione e la professionalizzazione del servizio della guardia di frontiera, che sarà trasformato in polizia di frontiera. La legge fornisce una solida base per una moderna gestione delle frontiere. Conferisce inoltre alla polizia di frontiera le competenze e i poteri esecutivi necessari per un efficiente controllo delle frontiere. In particolare, permetterà alla polizia di frontiera di partecipare all'individuazione e indagine di casi di criminalità transfrontaliera in collaborazione con tutte le autorità di contrasto pertinenti. Estenderà altresì l'area di responsabilità della polizia di frontiera all'intero territorio. La legge fornisce inoltre il quadro giuridico per un'efficace cooperazione tra agenzie che coinvolga polizia di frontiera, autorità di contrasto e altre agenzie che si occupano della gestione delle frontiere. Gli accordi di cooperazione, le procedure operative e la ripartizione dei compiti dovranno tuttavia essere ulteriormente chiariti. In particolare, le procedure per la sorveglianza degli stranieri e la gestione degli immigrati in posizione irregolare e richiedenti asilo dovranno essere concordate quantomeno mediante protocolli di cooperazione.

La legge sulla modifica del Codice delle contravvenzioni è stata adottata il 21 ottobre 2011, pubblicata il 16 dicembre 2011 ed entrerà in vigore l'1 luglio 2012. Essa fornisce alla polizia di frontiera le competenze necessarie all'esame di illeciti amministrativi quali la violazione del regime delle frontiere di Stato e delle norme in materia di attraversamento del confine di Stato, danni e distruzione delle segnalazioni di confine e violazioni delle norme relative ai diritti di soggiorno degli stranieri nella Repubblica moldova.

La legge sulla modifica del Codice delle contravvenzioni per quanto riguarda la responsabilità dei vettori è stata adottata il 23 febbraio 2012. Essa impone sanzioni per le violazioni delle norme sul trasporto degli stranieri nel paese ed è in linea con le norme internazionali ed europee.

Il Servizio della guardia di frontiera moldovo ha concluso accordi e protocolli di cooperazione con i paesi vicini, in particolare Romania e Ucraina, che forniscono una base per la collaborazione con le guardie di frontiera nei suddetti paesi limitrofi. Sono stati firmati accordi di cooperazione con diversi Stati membri dell'UE (Lettonia, Lituania, Estonia, Ungheria e Polonia) nonché con Russia e Georgia. Nel 2012 il Servizio della Guardia nazionale di frontiera intende concludere accordi di cooperazione con i servizi della guardia di frontiera di Bielorussia e Kazakhstan. Nell'agosto 2008 è stato firmato un accordo di lavoro con FRONTEX e la Repubblica moldova è pienamente impegnata e attiva nella collaborazione con la missione dell'UE di assistenza alle frontiere (EUBAM). Nel dicembre 2011 FRONTEX e la Repubblica moldova hanno firmato un nuovo piano di cooperazione per il 2012-2014.

· Adozione di un piano d'azione per l'effettiva attuazione della strategia nazionale di gestione integrata delle frontiere, contenente un calendario e obiettivi specifici per l'ulteriore sviluppo di legislazione, organizzazione, infrastrutture e attrezzature nonché di sufficienti risorse finanziarie e umane nel settore della gestione delle frontiere

La strategia nazionale di gestione integrata delle frontiere (IBM) per il 2011-2013 è stata adottata il 27 dicembre 2010. Essa affronta tutti i temi rilevanti per una gestione efficiente delle frontiere ed è in linea con le norme e le migliori prassi europee.

Il piano d'azione per la gestione integrata delle frontiere per il 2011-2013 è stato approvato il 16 maggio 2011 e contiene programmi più dettagliati sulla futura attuazione della strategia integrata per la gestione delle frontiere, ivi inclusi obiettivi e azioni concrete. Analogamente alla strategia integrata per la gestione delle frontiere, il piano d'azione è ben redatto e comprende tutti i temi rilevanti per l'attuazione della suddetta strategia. Gli obiettivi principali riguardano i settori connessi con il miglioramento del quadro legislativo e politico, il controllo delle frontiere, la cooperazione tra agenzie e internazionale, nonché con lo sviluppo della struttura organizzativa, la gestione delle risorse umane, la logistica e un sistema di analisi dei rischi. Nella fase di attuazione, il piano d'azione per la gestione integrata delle frontiere dovrà essere integrato da programmi più dettagliati che includono, tra l'altro, i numeri e le posizioni di apparecchiature e dispositivi, nonché da programmi volti alla creazione di centri di coordinamento, un servizio di sorveglianza aerea e un centro d'esame dei documenti.

Il quadro legislativo fornisce sufficienti risorse finanziarie e umane nel settore della gestione delle frontiere.

· Istituzione di programmi di formazione e adozione di codici etici in materia di anticorruzione appositamente rivolti a guardie di frontiera, autorità doganali e altri funzionari coinvolti nella gestione delle frontiere

È stata avviata una serie di programmi di formazione, teorica e pratica, sia a livello di base che universitario. È altresì prevista una formazione continua per il personale (interno ed esterno) volta ad aumentare il livello di professionalità. I programmi di formazione esistenti costituiscono un buon quadro di riferimento per offrire una gestione professionale delle frontiere.

Esiste un adeguato quadro politico per la prevenzione della corruzione e il comportamento etico dei funzionari. Il codice deontologico delle guardie di frontiera, ivi incluse le norme di comportamento in caso di conflitto di interessi e i principi per l'uso della forza, è stato approvato il 13 giugno 2008. L'amministrazione doganale dispone di un analogo codice etico. La legge sulla polizia di frontiera enuncia inoltre i diritti e gli obblighi dei funzionari della polizia di frontiera e, in questo contesto, comprende altresì alcune norme etiche. La strategia e il piano d'azione per la gestione integrata delle frontiere includono misure anticorruzione. Essi tengono conto delle raccomandazioni e delle migliori prassi previste dal catalogo Schengen. Sono state inoltre avviate diverse attività anticorruzione sotto l'egida della missione EUBAM.

Blocco 2 / tema 2 - Gestione della migrazione

· Consolidamento del quadro giuridico per la politica di migrazione, ivi incluse misure per il reinserimento di cittadini moldovi (che tornano volontariamente o nell'ambito dell'accordo di riammissione UE-Repubblica moldova) e la lotta contro l'immigrazione irregolare (ivi inclusi gli sforzi per portare a termine gli accordi di riammissione con i principali paesi d'origine e la rilevazione interna degli immigrati irregolari)

Il 16 luglio 2011 è stata adottata una nuova legge sugli stranieri nella Repubblica moldova. Si tratta di una legge quadro che riguarda le procedure giuridiche per la concessione dei diritti di soggiorno agli stranieri nella Repubblica moldova. Le sue ampie disposizioni riguardano tutti i settori relativi all'immigrazione. Dal luglio 2011 sono in vigore ulteriori procedure operative volte a migliorare la chiarezza della nuova legge. Alcune leggi nazionali più vecchie sono tuttavia ancora applicabili ai soggiorni legali di stranieri nella Repubblica moldova. Al fine di aumentare la sicurezza giuridica, esse dovranno essere abrogate e integrate nella nuova legge (cfr. anche oltre, blocco 4).

A gennaio 2011 è stato istituito uno sportello unico presso l'Ufficio per le migrazioni e l'asilo (BMA) ai sensi della nuova "legge sugli stranieri". La nuova legge rende più chiare e semplici le procedure di richiesta di visti, soggiorno e lavoro nella Repubblica moldova. Si tratta di un importante passo avanti nello sviluppo di un sistema di gestione dei flussi migratori.

La legge sull'integrazione degli stranieri è stata adottata il 27 dicembre 2011, pubblicata il 13 marzo 2012 ed entrerà in vigore l'1 luglio 2012. Essa fornisce maggiore sicurezza giuridica in merito ai diritti di integrazione e alle facoltà da riconoscere agli stranieri che risiedono nella Repubblica moldova e che soddisfano i requisiti necessari.

Per quanto concerne il reinserimento dei migranti moldovi nel paese, la Repubblica moldova sta sviluppando un nuovo piano d'azione in sostituzione del vecchio piano per la promozione del ritorno dei lavoratori migranti moldovi dall'estero. È stata realizzata una serie di attività, come il programma PARE 1+1 che prevede la formazione in materia di competenze imprenditoriali e l'assistenza finanziaria per le imprese start-up. Sono state altresì attuate attività volte a migliorare il sistema di riconoscimento delle competenze e qualifiche, nonché a rafforzare il mercato del lavoro locale, anche nel contesto del partenariato per la mobilità UE-Repubblica moldova.

La legge sull'adesione della Repubblica moldova alla convenzione sullo status degli apolidi è stata adottata il 27 dicembre 2011. La legge sull'adesione alla convenzione sulla riduzione dei casi di apolidia è stata adottata l'8 dicembre 2011. Tali leggi colmano la lacuna legislativa in questo settore.

La Repubblica moldova ha formulato raccomandazioni metodologiche sulla lotta contro il soggiorno illegale degli stranieri, che forniscono linee guida operative per i funzionari incaricati dell'immigrazione che lavorano a livello locale.

Per quanto concerne la capacità istituzionale, l'Ufficio per le migrazioni e l'asilo (BMA) è stato potenziato con prerogative complesse, in quanto principale responsabile della gestione dei flussi migratori sul territorio della Repubblica moldova. È necessario un ulteriore potenziamento delle capacità dell'Ufficio, soprattutto a livello locale, nonché l'istituzione di protocolli di cooperazione tra gli organi competenti del ministero dell'Interno, al fine di chiarire la ripartizione delle competenze durante le procedure di immigrazione.

La Repubblica moldova aderisce ad accordi di riammissione con Unione europea (in vigore dall'1 gennaio 2008), Ucraina (1997), Svizzera (2004 e 2010), Norvegia (2006), ex Repubblica iugoslava di Macedonia (2008), Serbia (2011) e Danimarca (2011). Tra il 2009 e il 2011 la Repubblica moldova ha firmato ulteriori protocolli di attuazione dell'accordo di riammissione UE-Repubblica moldova con 11 Stati membri dell'Unione. Sono in corso negoziati con altri 11 Stati membri dell'UE.

Nel frattempo proseguono i negoziati per gli accordi di riammissione tra la Repubblica moldova e i principali paesi di origine degli immigrati irregolari. Nel 2007 un progetto di accordo intergovernativo sulla riammissione delle persone in soggiorno irregolare è stato approvato e inviato a Russia, Uzbekistan, Tagikistan, Georgia, Azerbaigian, Armenia, Kazakhstan, Bielorussia, Kirghizistan, Turkmenistan, Turchia, Siria, Bangladesh, India, Libano, Pakistan, Giordania, Afghanistan, Iran, Iraq, Cina, Bosnia-Erzegovina e Montenegro. Sono effettivamente in corso negoziati con Russia, Montenegro e Bosnia-Erzegovina. Sono stati avviati negoziati per la firma di un nuovo accordo di riammissione con l'Ucraina. Sono stati riportati alcuni sviluppi nei negoziati con la Turchia. Le autorità turche hanno chiesto alle autorità moldove di prendere in considerazione un regime di esenzione dal visto. Secondo la Repubblica moldova, uno dei presupposti sarebbe la conclusione di un accordo di riammissione con la Turchia.

· Adozione di una strategia nazionale di gestione della migrazione per l'effettiva attuazione del quadro giuridico per la politica di migrazione, nonché di un piano d'azione contenente un calendario, obiettivi specifici, attività, risultati, indicatori di prestazioni e le necessarie risorse umane e finanziarie

La strategia in materia di migrazione e asilo è stata adottata il 6 luglio 2011. Si tratta di un importante strumento politico per la gestione dei flussi migratori. Tale strategia individua gli obiettivi per un periodo di tempo sufficientemente lungo (2011-2020) e definisce i principi in grado di assicurare un'attuazione delle politiche completa e coerente. Essa assegna inoltre a una commissione governativa il ruolo di coordinamento delle attività relative al processo di migrazione nella Repubblica moldova. La strategia verrà attuata mediante il piano d'azione (2011-2015) adottato l'8 novembre 2011. Tale piano d'azione contiene le attività dettagliate necessarie al raggiungimento degli obiettivi a lungo termine della strategia, la dotazione finanziaria, le istituzioni responsabili, le scadenze e gli indicatori di progresso.

Bisognerà mettere a disposizione delle autorità competenti (in particolare dell'Ufficio per le migrazioni e l'asilo) le risorse umane adeguate necessarie all'adempimento dei loro compiti relativi all'attuazione complessiva della strategia.

· Creazione di un meccanismo per il controllo della consistenza dei flussi migratori, per la definizione di un profilo migratorio relativo alla Repubblica moldova regolarmente aggiornato con dati sia sulla migrazione illegale che legale, nonché per l'istituzione degli organismi responsabili della raccolta e analisi dei dati sulla consistenza dei flussi migratori

Il complesso esercizio del profilo migratorio esteso, svolto dall'Organizzazione internazionale per le migrazioni (IOM) e la Repubblica moldova, con il sostegno finanziario della Commissione europea, è a buon punto. Questo strumento aiuterà le autorità moldove a gestire al meglio i flussi migratori e includere questioni relative alla migrazione in altre politiche, come la politica sociale e dell'occupazione, per lo sviluppo complessivo del paese. Il profilo migratorio è stato considerato una migliore prassi in occasione del Forum globale su migrazione e sviluppo (GFMD) svoltosi nel dicembre 2011, e le autorità moldove si sono impegnate a condividere la loro esperienza in merito. L'Ufficio per le migrazioni e l'asilo è stato incaricato di aggiornare regolarmente il profilo migratorio.

Il sistema informativo integrato automatico "migrazione e asilo" è in fase di costituzione. I diversi sottosistemi sono in fase di sviluppo. La cooperazione tra agenzie in materia di raccolta e analisi di dati sugli immigrati, ivi incluso il grado di interconnessione tra sistemi informatici contenenti dati sugli immigrati, dovrà essere ulteriormente chiarita.

Blocco 2 / tema 3 - Politica di asilo

· Consolidamento del quadro giuridico per la politica di asilo mediante l'adozione di una normativa sull'integrazione dei rifugiati o beneficiari di altre forme di protezione

La Repubblica moldova ha adottato un solido quadro legislativo sull'asilo in un periodo di tempo molto breve. La legge più importante è la "legge sull'asilo", che è stata adottata il 18 dicembre 2008 ed è entrata in vigore il 13 marzo 2009. Essa fornisce il quadro istituzionale, le procedure giuridiche e i principi necessari ed è sostanzialmente in linea con le norme europee e internazionali. Alcuni dei suoi elementi necessitano tuttavia di essere migliorati. La legge prevede la possibilità per i rifugiati di chiedere un documento di viaggio, ma non obbliga le autorità a concederne uno (si tratta di una disposizione facoltativa). Durante la fase di attuazione, sarà necessario profondere sforzi per garantire che i documenti di viaggio siano consegnati ai beneficiari di protezione internazionale. Le autorità prevedono di essere in grado di rilasciare i documenti entro luglio 2012. La legge contiene inoltre cause di esclusione dallo status di rifugiato e di respingimento più ampie rispetto alla convenzione del 1951. Essa dovrà essere modificata di conseguenza. Dovranno inoltre essere apportati alcuni miglioramenti alla legge per concedere ai richiedenti asilo la possibilità di chiarire eventuali incongruenze e lacune nella loro posizione e accedere al contenuto del verbale del colloquio.

La legge sull'integrazione degli stranieri è stata adottata il 27 dicembre 2011, pubblicata il 13 marzo 2012 ed entrerà in vigore l'1 luglio 2012 (cfr. sopra, tema 2). Essa contiene disposizioni relative all'attuazione dei diritti dei rifugiati e beneficiari di protezione umanitaria ai sensi della "legge sull'asilo". A tal fine, il disegno di legge fornisce il quadro istituzionale, le procedure legali, i meccanismi e i principi necessari. Esso stabilisce inoltre meccanismi di coordinamento con le autorità pubbliche centrali e locali. Allo scopo di facilitare il processo di integrazione, la Repubblica moldova dovrà altresì considerare di diminuire il requisito di residenza per l'acquisizione della cittadinanza da parte di rifugiati, beneficiari di protezione umanitaria e apolidi dagli attuali otto anni di residenza legale e abituale a cinque anni o meno.

Il regolamento sull'attività del Centro di accoglienza per i richiedenti asilo è sostanzialmente in linea con le norme europee e internazionali e contempla i principali diritti, doveri e procedure. Potrebbero tuttavia essere apportati alcuni miglioramenti, ad esempio in merito alle disposizioni speciali per i gruppi vulnerabili o al fine di rendere incondizionato il diritto all'assistenza psicologica e sociale.

Blocco 3: ordine pubblico e sicurezza

Valutazione generale

Il quadro legislativo e politico sulla prevenzione e lotta contro la criminalità organizzata è stato stabilito. La legge sulla criminalità organizzata è stata adottata, così come la strategia e il relativo piano d'azione, e sono sostanzialmente in linea con le norme europee e internazionali.

Il quadro legislativo e politico sulla prevenzione e lotta contro la tratta degli esseri umani è consolidato, in linea con le norme europee e internazionali. Il piano d'azione per il 2012‑2013 prevede un approccio olistico alla lotta contro la tratta degli esseri umani.

Per quanto concerne la politica anticorruzione, esiste un quadro legislativo e politico completo e ben consolidato. La Repubblica moldova ha adottato un considerevole numero di emendamenti legislativi volti ad allineare il quadro legislativo con i principali strumenti europei e internazionali e sta per adottarne altri. La strategia e il piano d'azione anticorruzione 2012-2013 sono stati adottati, così come è stata adottata una nuova legge sul Centro per la lotta contro i reati economici e la corruzione (rinominato Centro nazionale anticorruzione). La pianificazione strategica e la valutazione delle necessità dovranno essere ulteriormente migliorate allo scopo di garantire un'effettiva attuazione. Capacità, distribuzione dei poteri e cooperazione tra istituzioni che si occupano di anticorruzione dovranno essere ulteriormente rafforzate.

Per quanto concerne la cooperazione tra autorità di contrasto, il coordinamento dovrà essere ulteriormente migliorato allo scopo di garantire un efficace scambio di informazioni. Il quadro legislativo e politico sulla prevenzione e lotta contro il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo è in vigore, in linea con le norme europee e internazionali.

La Repubblica moldova ha aderito a tutte le convenzioni delle Nazioni Unite e del Consiglio d'Europa in materia di ordine pubblico e sicurezza e alla grande maggioranza di quelle sulla lotta contro il terrorismo. Sarà necessario adottare ulteriori misure, in particolare da parte dell'UE, per negoziare accordi con Europol e Eurojust.

Il quadro legislativo e istituzionale adottato in materia di protezione dei dati è ampiamente in linea con le norme europee. La Repubblica moldova ha messo in atto il quadro legislativo, politico e istituzionale necessario per la politica antidroga, che è conforme con le norme europee e internazionali. Il quadro legislativo concernente la cooperazione giudiziaria in materia penale è stato ulteriormente consolidato. La Repubblica moldova ha firmato il secondo protocollo aggiuntivo alla convenzione del Consiglio d'Europa sulla reciproca assistenza giudiziaria in materia penale che ora è in attesa di ratifica.

Importanti riforme istituzionali rilevanti per l'intero settore dell'ordine pubblico e della sicurezza, come la riforma del ministero degli Interni e delle sue strutture subordinate e decentrate e la riforma della giustizia, sono state adottate e successivamente ulteriormente sviluppate: nel marzo 2012 è stato creato un centro per le riforme; il piano di sviluppo strategico del ministero degli Interni 2012-2014 è stato attuato; la legislazione supplementare riguardante il processo di riforma è in una fase avanzata di adozione. La riforma della giustizia è un obiettivo perseguito e il piano d'azione sull'attuazione della strategia è stato approvato dal Parlamento.

Relativamente ai piani di azione di cui al blocco 3, sarà prestata ulteriore attenzione ai rispettivi risultati attesi, al calendario/scadenze, agli indicatori di prestazione e alle risorse umane e finanziarie necessarie per la loro attuazione.

La Commissione ritiene che la Repubblica moldova soddisfi in generale i parametri di riferimento di cui al blocco 3.

Commenti dettagliati

Blocco 3 / tema 1 - Prevenzione e lotta contro la criminalità organizzata, il terrorismo e la corruzione

· Adozione di una legge e di una strategia globale in materia di prevenzione e lotta contro la criminalità organizzata, insieme a un piano d'azione contenente un calendario, obiettivi specifici, attività, risultati, indicatori di prestazioni e le necessarie risorse umane e finanziarie

La legge sulla prevenzione e lotta contro la criminalità organizzata in una versione riveduta è stata adottata dal Parlamento il 22 marzo 2012. Tale legge introduce una distinzione tra misure preventive e procedurali e indica le procedure applicabili in materia di criminalità organizzata. Contiene, tra l'altro, misure volte a prevenire e combattere la creazione di nuovi gruppi o organizzazioni criminali, misure volte a prevenire e combattere attività criminali, campagne di informazione volte a prevenire e combattere la criminalità organizzata, nonché un monitoraggio operativo volto a evitare il coinvolgimento delle persone vulnerabili in attività della criminalità organizzata. La legge indica altresì le autorità che hanno competenze in questo settore: l'ufficio del procuratore generale, il ministero dell'Interno, il ministero della Giustizia, il servizio di intelligence e sicurezza, il centro anticorruzione e la polizia di frontiera.

La legge costituisce una base per i corsi di formazione professionale destinati agli esperti, in collaborazione con organizzazioni internazionali e ONG. La suddetta legge ha potuto tuttavia beneficiare di un ulteriore allineamento con strumenti orizzontali europei e internazionali, quali la convenzione delle Nazioni Unite sulla criminalità organizzata transnazionale. È stato possibile inserire definizioni più specifiche per i gruppi organizzati e i reati a cui si applica la legge. È stato effettuato un ulteriore allineamento anche per quanto concerne l'istituzione del reato di partecipazione a un gruppo criminale organizzato, la confisca e il sequestro, la giurisdizione, il trasferimento di persone condannate, l'istituzione del reato di ostruzione alla giustizia, la protezione dei testimoni, l'assistenza e la tutela delle vittime nonché la raccolta e l'analisi di informazioni su natura e portata della criminalità organizzata.

Per quanto concerne il quadro politico, la strategia di prevenzione e lotta contro la criminalità organizzata per il 2011-2016 è stata approvata dal governo il 22 giugno 2011 e il piano d'azione l'11 novembre 2011. La strategia prevede la valutazione permanente di minacce e rischi connessi alla criminalità organizzata. Essa stabilisce i principi fondamentali della lotta contro la criminalità organizzata, gli obiettivi generali e le competenze delle autorità interessate. Gli obiettivi principali della strategia sono la promozione dello sviluppo istituzionale e funzionale, il miglioramento della capacità di gestione, l'armonizzazione della normativa, il miglioramento dell'attività operativa, il consolidamento della cooperazione internazionale e il rafforzamento della cooperazione tra autorità nazionali. Essa costituisce una buona base per la lotta contro la criminalità organizzata fintanto che i metodi e le misure scelte saranno efficaci. Il piano d'azione interessa i seguenti settori: sviluppo operativo e istituzionale, rafforzamento della cooperazione tra agenzie e internazionale, rafforzamento e ammodernamento della capacità di gestione, rafforzamento della capacità istituzionale e adeguamento del quadro giuridico alle norme dell'UE. Il piano d'azione comprende una serie di obiettivi generali, che risultano adeguati, ma non fissa scadenze per ogni misura considerando che alcuni degli indicatori di progresso non sono misurabili, o non sono sufficientemente precisi.

Per quanto concerne il quadro istituzionale, diversi enti hanno competenze nella prevenzione e lotta contro la criminalità organizzata. L'ufficio del Procuratore generale coordina tutte le attività operative dei suddetti enti. Il ruolo del Procuratore generale dovrà essere ulteriormente rafforzato in maniera coerente con le attuali riforme istituzionali, in particolare le riforme della giustizia e del diritto penale.

· Consolidamento del quadro giuridico sulla prevenzione e lotta contro la tratta degli esseri umani e aggiornamento periodico del rispettivo piano nazionale, ivi inclusi un calendario, obiettivi specifici, attività, risultati, indicatori di prestazioni e le necessarie risorse umane e finanziarie

Il quadro legislativo e politico sulla prevenzione e lotta contro la tratta degli esseri umani è consolidato da diversi anni. La legge quadro sulla prevenzione e la lotta contro la tratta degli esseri umani è stata adottata nel 2005 ed è stata integrata da una serie di altri atti giuridici, ivi incluse le pertinenti disposizioni del codice penale e del codice di procedura penale così come le convenzioni internazionali.

La legge sulla ratifica della convenzione del Consiglio d'Europa per la protezione dei bambini contro lo sfruttamento e gli abusi sessuali (convenzione di Lanzarote) è stata adottata dal Parlamento il 19 dicembre 2011. Gli strumenti di ratifica sono stati depositati presso il Consiglio d'Europa il 12 marzo 2012 e la convenzione entrerà in vigore l'1 luglio 2012. Una legge sulla modifica e che rettifica il codice penale e il codice di procedura penale al fine di adeguare la legislazione nazionale alle disposizioni della convenzione di Lanzarote è stata adottata dal Parlamento il 12 aprile 2012.

Il piano per la prevenzione e lotta contro la tratta degli esseri umani per il 2010-2011 è stato approvato il 13 settembre 2010 e include misure volte a combattere questo fenomeno. Un ulteriore piano, che prevede misure più concrete, è stato approvato il 21 dicembre 2010. Uno dei suoi obiettivi era quello di migliorare il meccanismo di accertamento e persecuzione del coinvolgimento di dipendenti pubblici in casi tratta di esseri umani. Si prefiggeva altresì di migliorare la tutela dei minori vittime della tratta, che rimane tuttora una questione preoccupante. Riguardava la cooperazione nazionale e internazionale, la sensibilizzazione e l'informazione. Entrambi i piani d'azione includevano gran parte degli elementi necessari: un calendario, obiettivi specifici, attività e risultati attesi, ma non indicatori di prestazioni o dati specifici su risorse finanziarie e di altro tipo.

Il nuovo piano d'azione per il 2012-2013 è stato redatto e dovrebbe essere approvato nel giugno 2012. Esso comprende elementi mancanti nei precedenti piani d'azione. Un esempio è la prevenzione/protezione dei gruppi vulnerabili contro il rischio di diventare vittime della tratta, soprattutto i minori abbandonati nel loro paese, noti come orfani sociali. Il nuovo piano d'azione prevede indicatori di progresso, ma non descrive dettagliatamente le misure di prestazione. Esso include una sezione volta a rafforzare il monitoraggio e la valutazione del piano d'azione. Si focalizza principalmente sul miglioramento del coordinamento (sia a livello nazionale che internazionale) delle attività antitratta, sulla prevenzione della tratta mediante il potenziamento delle capacità e attività di sensibilizzazione, sull'assistenza sociale e la protezione delle vittime e sul rafforzamento dei sistemi di indagine e procedurali. Questo nel complesso risulta in linea con gli strumenti internazionali ed europei in materia di tratta degli esseri umani.

Il quadro legislativo è in vigore e consolidato. Il Centro per la lotta contro la tratta degli esseri umani è stato creato nel 2006 ed è pienamente operativo. Le strutture pertinenti in questi settori si trovano sia a livello amministrativo, come il Comitato nazionale per la lotta contro la tratta degli esseri umani, che è un organo consultivo in seno al governo, sia a livello di procedimento giudiziario, che viene monitorato da un Consiglio di coordinamento presieduto dal procuratore generale e che sembra essere pienamente coinvolto nella lotta contro la tratta degli esseri umani. Inoltre, il sistema di riferimento nazionale per l'assistenza e la tutela delle vittime della tratta, un quadro o una cooperazione tra organismi governativi e non governativi, include inoltre gruppi multi-disciplinari creati a livello regionale.

· Adozione di una normativa sulla prevenzione e la lotta alla corruzione e consolidamento della funzione anti-corruzione del Centro per la lotta contro i reati economici e la corruzione; potenziamento del coordinamento e dello scambio di informazioni tra le autorità responsabili per la lotta contro la corruzione

La legge quadro sulla prevenzione e la lotta alla corruzione è stata adottata nel 2008 e successivamente modificata. È stata integrata da un numero significativo di atti giuridici pertinenti (ad esempio la legge sul conflitto di interesse, la legge sul codice di condotta per i dipendenti pubblici, la legge sul servizio civile e lo status dei dipendenti pubblici, la legge sulla dichiarazione e il monitoraggio del reddito e del patrimonio dei dignitari di Stato, la legge sugli appalti pubblici, ecc.), comprese le disposizioni pertinenti del codice penale, del codice di procedura penale e del codice sugli illeciti amministrativi.

Sono state adottate diverse misure supplementari per migliorare il quadro giuridico, al fine di allineare la legislazione nazionale ai requisiti europei e internazionali. Nel 2011 e 2012 è stato elaborato e adottato un numero considerevole di atti legislativi. Le modifiche legislative riguardano, tra l'altro: l'ampliamento della portata dei reati di corruzione ai dipendenti pubblici stranieri e internazionali; l'estensione della portata dei reati di corruzione, ampliando gli elementi costitutivi di tali reati (ad esempio "offrire" e "dare"); l'introduzione della responsabilità penale per corruzione degli elettori; la creazione di misure speciali di confisca e precauzionali per compensare i danni, nonché di misure in materia di confisca nei confronti di terzi nei casi in cui questi fossero a conoscenza della provenienza illecita dei beni; le modifiche al sistema sanzionatorio del protezionismo e dei conflitti di interesse fissato nel codice sugli illeciti amministrativi; l'introduzione della responsabilità delle persone giuridiche per i reati di corruzione attiva.

Ulteriori modifiche legislative sono state adottate con l'obiettivo di rispettare le raccomandazioni del GRECO o i requisiti della convenzione delle Nazioni Unite contro la corruzione (UNCAC), quali: l'introduzione del reato di falso in bilancio, il rafforzamento del sistema sanzionatorio delle violazioni del codice di condotta dei dipendenti pubblici, il rafforzamento dei requisiti per la segnalazione dei reati di corruzione. Dovranno essere ulteriormente rafforzate nella pratica le garanzie relative alla protezione degli informatori contro le ritorsioni sia nel settore pubblico che privato.

La raccomandazione del secondo ciclo di valutazione del GRECO per quanto riguarda il quadro giuridico per l'utilizzo di speciali misure di indagine in tutti i casi di corruzione è stata affrontata parzialmente, considerato che le misure di indagine speciali possono essere utilizzate solo per "reati gravi" e non per altri reati comuni di corruzione. Il quadro legislativo è stato modificato al fine di aumentare il livello di sanzioni per la corruzione attiva e passiva che automaticamente ha reso "gravi" questo tipo di reati , per i quali possono ora essere impiegate misure di indagine speciali. Tuttavia, la portata delle disposizioni in materia di utilizzo di misure di indagine speciali non è stata estesa ad altri reati comuni di corruzione che si attestano al di sotto della soglia dei "reati gravi", come ad esempio il reato di traffico di influenza.

Sono state adottate ulteriori misure per rispondere ad alcune raccomandazioni del GRECO del terzo ciclo di valutazione, in particolare per quanto riguarda le incriminazioni (per esempio portata dei reati di corruzione, responsabilità delle persone giuridiche, portata dei reati di corruzione nel settore privato, criminalizzazione del traffico attivo di influenza, ecc.).

Il finanziamento dei partiti politici e delle campagne elettorali rimane un settore in cui il GRECO ha evidenziato una serie di gravi carenze che devono essere affrontate in via prioritaria al fine di garantire la piena trasparenza, l'efficienza della vigilanza e un sistema sanzionatorio efficace, equilibrato e dissuasivo sia per il regolare finanziamento dei partiti che per il finanziamento delle campagne elettorali. Attualmente i controlli sui finanziamenti dei partiti e delle campagne elettorali sono effettuati dalla commissione elettorale centrale, che comprende nove membri (di cui solo tre permanenti). Il quadro attuale potrebbe essere ulteriormente rafforzato per offrire le garanzie necessarie per l'individuazione e l'effettiva applicazione delle sanzioni in tutti i casi di finanziamento illecito ai partiti. Il progetto di legge sul finanziamento dei partiti politici e delle campagne elettorali è in preparazione con l'obiettivo di dare seguito alle raccomandazioni del GRECO.

La segnalazione da parte delle autorità moldove sull'attuazione delle raccomandazioni del GRECO continuerà nel corso del 2012. La Repubblica moldova dovrà continuare ad attuare le raccomandazioni del GRECO e dovranno essere fornite ulteriori informazioni su come verranno attuate quelle ancora in sospeso.

Quello degli appalti pubblici rimane uno dei settori più vulnerabili alla corruzione, con carenze significative nella pratica. Varie leggi hanno un impatto su questo settore e si sono svolte intense discussioni per determinare se le definizioni ivi contenute siano sufficienti, considerati gli elevati rischi connessi. L'attuale sistema prevede il requisito obbligatorio di pubblicare un avviso di appalto prima di elaborare un programma di procedura di appalto. Tuttavia, spesso non viene pubblicato alcun avviso né redatto alcun programma. Il sistema sanzionatorio è inefficiente. Devono essere compiuti ulteriori sforzi per garantire una procedura di appalto pubblico completamente trasparente e sanzioni dissuasive in caso di violazione delle disposizioni di legge.

In relazione a conflitti di interesse, incompatibilità e dichiarazioni patrimoniali, il quadro legislativo è in vigore. La carenza più significativa riguarda l'efficienza dei meccanismi di verifica e sanzionatori. La legge sulla commissione nazionale per l'integrità (NIC) è stata adottata dal Parlamento nel dicembre 2011. La commissione nazionale per l'integrità ha il compito di controllare i conflitti di interesse, le incompatibilità e le dichiarazioni patrimoniali, ma non è ancora operativa. La legge stabilisce i suoi compiti e poteri, la sua organizzazione e le procedure da seguire. Anche se è positivo che una singola istituzione sia stata designata per eseguire controlli approfonditi in materia di conflitto di interesse, dichiarazioni patrimoniali e incompatibilità, sono necessarie ulteriori garanzie in merito alla sua indipendenza e imparzialità nel processo decisionale, dato che la sua composizione lascia spazio al controllo politico. Il presidente della commissione nazionale per l'integrità deve essere nominato dal Parlamento. Su cinque membri, tre sono proposti dalla maggioranza parlamentare, uno dall'opposizione e solo uno arriverà dalla società civile mediante concorso pubblico. L'attuale composizione dà alla maggioranza politica la possibilità di controllare le decisioni del commissione. Le decisioni in materia di conflitto di interesse, dichiarazioni patrimoniali e incompatibilità dovranno essere imparziali e libere da qualsivoglia interferenza politica. La legge descrive abbastanza dettagliatamente i compiti della commissione e le procedure connesse alla verifica dei conflitti di interesse, delle dichiarazioni patrimoniali e delle incompatibilità. L'efficacia dei controlli deve ancora essere testata nella pratica. La selezione dei membri e del personale della commissione deve seguire criteri oggettivi e meritocratici e il processo decisionale nei singoli casi dovrà essere libero da influenze o considerazioni politiche.

In caso di "ovvia differenza" (non definita dalla legge) tra il reddito e il patrimonio di un funzionario, la commissione nazionale per l'integrità può fare una segnalazione alle procure, se vi è il sospetto che sia stato commesso un reato, e alle autorità fiscali. Non vengono assegnati alla commissione poteri specifici di proporre la confisca di patrimoni ingiustificati. Quando vengono individuati conflitti di interesse o incompatibilità, la commissione elaborerà un "atto di violazione" e potrà, in ultima analisi, chiedere alle autorità pubbliche di adottare provvedimenti disciplinari o risolvere il mandato o il contratto del funzionario in questione. Potrà inoltre chiedere ai giudici di annullare l'atto amministrativo adottato dal dipendente pubblico di cui è stato accertato il conflitto di interesse o la situazione di incompatibilità. La legge ha introdotto l'obbligo di pubblicare le dichiarazioni patrimoniali sul sito Internet della commissione nazionale per l'integrità. Questo passo sarà importante per dare al pubblico generale un ampio accesso alle dichiarazioni patrimoniali e per aumentare potenzialmente il tasso di individuazione dei casi di patrimoni ingiustificati.

Devono essere stanziate sufficienti risorse finanziarie e umane per garantire l'efficacia delle verifiche condotte dalla commissione nazionale per l'integrità. Tutti gli aspetti riguardanti l'indipendenza nel processo decisionale e la capacità di effettuare le verifiche e proporre sanzioni sono fondamentali per l'efficacia del sistema, che può essere verificata solo attraverso un bilancio dell'attuazione. Dovranno essere fornite ulteriori informazioni su quali attrezzature tecniche e banche dati elettroniche sono a disposizione della commissione.

Particolare attenzione dovrà essere prestata alla coerenza dell'intero processo legislativo, al fine di evitare l'incertezza giuridica e garantire un'attuazione completa. Il quadro giuridico è sottoposto a varie modifiche richieste da una serie di misure di riforma contro la corruzione. Mentre è comprensibile che il ritmo delle riforme sia accelerato e che trovi riscontro, di conseguenza, nell'assetto legislativo, la coerenza e la stabilità del quadro complessivo non devono essere compromesse. Lo stesso atto legislativo è spesso modificato mediante atti legislativi diversi nel corso di pochi mesi. Le iniziative legislative devono essere sottoposte a valutazioni d'impatto approfondite, anche in materia di esigenze finanziarie e di risorse umane, e devono essere coordinate.

La strategia anticorruzione per il periodo 2011-2015 è stata adottata dal Parlamento nel luglio 2011 e stabilisce priorità e obiettivi chiari. La strategia contiene una breve valutazione della situazione, esaminando una serie di indagini che misurano le percezioni della corruzione, nonché un'analisi molto generale delle cause della corruzione. Definisce altresì i principi fondamentali e le direzioni dell'azione stabilendo una serie di criteri di prestazione generali e di obiettivi generali che devono essere soddisfatti al termine del periodo di attuazione. La strategia descrive in modo abbastanza dettagliato il processo di monitoraggio della sua attuazione e assegna il compito del coordinamento alla responsabilità di una commissione parlamentare. Il gruppo di lavoro per il monitoraggio si compone di vari soggetti interessati, anche provenienti dal settore privato e dalla società civile.

Il piano d'azione anticorruzione per il 2012-2013 è stato approvato dal Parlamento nel febbraio 2012. Pur prevedendo una serie di misure dettagliate, scadenze, indicatori e obiettivi attesi, il piano d'azione non contiene una valutazione dei costi né riferimenti al bilancio e alle risorse umane né alle valutazioni del rischio e ai settori vulnerabili. Esso si concentra su soluzioni legislative e istituzionali, tuttavia dovrà essere prestata ulteriore attenzione alle misure operative. Dovranno essere ulteriormente sviluppate le misure in materia di meccanismi di controllo interno e la loro interazione con gli organismi di contrasto.

Per quanto concerne il quadro istituzionale, il Centro per la lotta contro i reati economici e la corruzione è stato istituito nel 2002 e da allora è stato più volte ristrutturato. Una nuova legge sul Centro per la lotta contro i reati economici e la corruzione è stata adottata dal Parlamento il 25 maggio 2012. Il Centro è stato rinominato Centro nazionale anticorruzione. La sua indipendenza è stata rafforzata rendendolo responsabile dinanzi al Parlamento e garantendo una procedura selettiva aperta per la selezione del suo direttore, che deve essere nominato dal Parlamento. Anche le procedure di licenziamento sono abbastanza ben descritte dalla nuova legge. La riforma del Centro è arrivata dopo varie consultazioni pubbliche, compresa l'assistenza dalla comunità internazionale, che si sono concretizzate in un progetto di documento strategico di riforma, presentato al governo nel novembre 2011 e che propone tre filoni principali di riforma: indipendenza, aumento della capacità e sostegno pubblico. Tra questi, la nuova legge si è concentrata principalmente sulla questione dell'indipendenza, mentre l'efficienza e la maggiore capacità devono ancora essere ulteriormente chiarite e sperimentate nella pratica. È attualmente in fase di definizione una nuova strategia per il rafforzamento istituzionale del Centro, sulla base degli obiettivi del precedente documento strategico di riforma, al fine di concentrarsi sull'attuazione del nuovo quadro giuridico. Garantire al Centro la capacità adeguata per svolgere efficacemente i suoi compiti dovrà essere un elemento chiave della riforma che integra le garanzie di indipendenza.

Il Centro ha mantenuto nella nuova struttura sia i poteri di prevenzione che quelli di indagine. In termini di repressione, il Centro svolge attività di indagine sotto il controllo dei procuratori. La competenza sulle indagini riguarda ora solo la corruzione e i reati connessi alla corruzione. Tuttavia, non vi è alcuna differenza in base al valore del danno o secondo la posizione del funzionario indagato. Tutti i reati di corruzione, indipendentemente dal fatto che siano di scarsa importanza o gravi, ricadono sotto la giurisdizione del Centro. Tutti gli altri reati economici e finanziari non connessi ai reati di corruzione sono stati trasferiti sotto la competenza del ministero dell'Interno e dell'autorità doganale. Il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo rimangono di competenza del Centro; l'Unità di informazione finanziaria rimane una unità autonoma all'interno del Centro (vedi anche infra, nella sezione sul riciclaggio di denaro).

Il direttore del Centro sarà nominato dal Parlamento a seguito di un concorso aperto. Anche il licenziamento del direttore è deciso dal Parlamento, sulla base di motivi tassativamente previsti dalla legge. La nuova legge sul Centro nazionale anticorruzione comprende altresì una serie di garanzie connesse all'integrità nonché controlli sull'integrità dei dipendenti del Centro. Tuttavia, l'efficacia del nuovo sistema deve ancora essere testata e permane ancora una serie di interrogativi per quanto concerne la divisione dei poteri e il coordinamento con altri organismi di contrasto. Il programma di sviluppo strategico per il Centro per i prossimi due anni è stato approvato dal consiglio di amministrazione del Centro nel gennaio 2012. Il programma è relativamente vago in relazione alle misure concrete future. Esso menziona le risorse di bilancio e i livelli di personale degli anni precedenti, ma non comprende alcuna valutazione delle esigenze dal punto di vista dei costi o delle risorse umane per i prossimi due anni. Inoltre, non vi è alcun calendario dettagliato delle azioni. La programmazione strategica delle attività del Centro non offre un quadro chiaro su come sarà garantita l'efficienza delle sue attività e il coordinamento con altre istituzioni anticorruzione e organismi di contrasto.

Per quanto riguarda la cooperazione interistituzionale, c'è ancora molto da fare per garantire una chiara ripartizione dei compiti e una cooperazione efficiente tra tutte le istituzioni che operano nel settore della prevenzione e della lotta contro la corruzione, tra cui la Commissione nazionale per l'integrità, il Centro nazionale anticorruzione, i meccanismi di controllo interno, l'Unità di informazione finanziaria, le procure e gli organismi di contrasto. Ulteriori misure devono essere adottate per promuovere un'efficace attività di polizia basata sull'intelligence e dovrà essere data priorità al miglioramento dei sistemi di scambio delle informazioni tra queste istituzioni.

· Consolidamento del quadro giuridico per la prevenzione e la lotta contro il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo, in linea con le norme internazionali definite dal Gruppo di azione finanziaria contro il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo (GAFI); regolare aggiornamento della rispettiva strategia nazionale; istituzione di una unità di informazione finanziaria indipendente

Il 7 aprile 2011 è stata adottata una legge che modifica la legge del 2007 sulla prevenzione e la lotta al riciclaggio di denaro e al finanziamento del terrorismo.

Il 3 settembre 2010 il governo ha approvato la strategia 2010-2012 per la prevenzione e la lotta al riciclaggio di denaro e al finanziamento del terrorismo e il piano d'azione. La strategia rappresenta una buona base di lavoro. È stato particolarmente importante aver capito che le strategie precedenti non si sono rivelate pienamente efficaci perché le misure sono state rimosse dalla strategia alla fine dell'anno, indipendentemente dalla loro effettiva attuazione. Sulla base di questa esperienza si è scelto un nuovo approccio, ossia una strategia di cinque anni basata su piani d'azione annuali che riporta le misure rimanenti nelle azioni dell'anno successivo. La strategia sembra affrontare la mancanza di procedure in materia di sequestro e confisca dei beni senza la necessità di definire un reato presupposto.

Per quanto riguarda la creazione di un'unità di informazione finanziaria indipendente, la legge del 7 aprile 2011 ha istituito l'Ufficio per la prevenzione e la lotta al riciclaggio di denaro quale divisione indipendente specializzata all'interno del Centro per la lotta contro i reati economici e la corruzione (si veda anche sopra, nella sezione relativa alla lotta alla corruzione) specificamente dotato delle responsabilità di una un'unità di informazione finanziaria. Sono state approvate diverse ordinanze supplementari sul suo funzionamento.

L'Ufficio per la prevenzione e la lotta al riciclaggio di denaro è completamente indipendente dal Centro per la lotta contro i reati economici e la corruzione. L'unità di informazione finanziaria deve rimanere indipendente da altre agenzie al fine di rispettare le norme internazionali e continuare a svolgere le sue funzioni. Essa è membro riconosciuto del gruppo Egmont e della rete interagenzie Camden per il recupero dei beni (Carin).

L'Ufficio per la prevenzione e la lotta al riciclaggio di denaro produce una valutazione nazionale dei rischi in materia di anti-riciclaggio di denaro e misure per combattere il finanziamento del terrorismo. Esso svolge un ruolo operativo e di indagine, conduce azioni penali e funge da mediatore tra i dati ricevuti, la ricerca e gli organismi di contrasto.

Le conclusioni della relazione sui progressi del 14 aprile 2011 da parte del comitato di esperti sulla valutazione delle misure di lotta contro il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo (Moneyval) del Consiglio d'Europa[4] hanno riconosciuto i progressi costanti compiuti in materia di adeguata verifica della clientela e di informazione. Secondo le conclusioni del Moneyval, vi è la necessità di ulteriori indicazioni per quanto riguarda l'efficacia del regime, in particolare in relazione alle condanne per riciclaggio di denaro e gli importi dei beni recuperati. Il quarto ciclo di valutazioni di Moneyval fornirà ulteriori indicazioni sui progressi a questo riguardo. Nel novembre 2011 si è svolta una visita in loco di Moneyval nell'ambito del quarto ciclo di valutazione e il relativo progetto di relazione sarà preparato per la revisione e l'adozione nel dicembre 2012. Esso fornirà ulteriori indicazioni sui progressi realizzati in questo senso.

Dal luglio 2011 la Repubblica moldova non è più monitorata dal Gruppo di azione finanziaria contro il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo.

· Adozione di una strategia nazionale antidroga e relativo piano d'azione; avvio della cooperazione con l'Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze

Il 27 dicembre 2010 la Repubblica moldova ha approvato la strategia nazionale antidroga per il 2011-2018. La strategia definisce obiettivi, azioni necessarie e chiare responsabilità di tutti gli attori coinvolti nella lotta contro la tossicodipendenza e il traffico di sostanze stupefacenti. È stata sviluppata in linea con la strategia europea in materia di droga per il 2005-2012 e le convenzioni delle Nazioni Unite pertinenti. La strategia propone un approccio globale alle problematiche legate al consumo di sostanze stupefacenti, sulla base di una cooperazione complessa, interdipartimentale, interdisciplinare a tutti i livelli, con tre componenti principali: a) riduzione dell'offerta di sostanze stupefacenti (esercitando il controllo giuridico sulla circolazione delle droghe e combattendo contro il traffico di sostanze stupefacenti e la loro illecita distribuzione); b) riduzione della domanda di sostanze stupefacenti (prevenzione primaria, cura e riabilitazione dei tossicodipendenti); e c) riduzione del rischio (danno).

Nel giugno 2011 il governo ha approvato una decisione che istituisce il comitato nazionale antidroga quale organismo permanente a livello di governo di supervisione, sviluppo e coordinamento delle politiche connesse alla riduzione della domanda e dell'offerta di sostanze stupefacenti. Il suo segretariato è stato creato a luglio 2011 da una decisione del governo e ha cominciato a raccogliere e analizzare le informazioni e i dati forniti dalle autorità nazionali.

Per quanto riguarda la dimensione dell'attività di contrasto, il ministero dell'Interno dispone di un dipartimento antidroga. Per quanto concerne il coordinamento delle politiche, è operativa una commissione interdipartimentale. Inoltre, sono state istituite in seno al ministero della Salute le strutture pertinenti. L'Osservatorio nazionale antidroga è stato consolidato.

La cooperazione con l'Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze è in corso. Le autorità moldove stanno fornendo dati nazionali e lavorando sulle tendenze. In una lettera del 28 ottobre 2011 la Repubblica moldova ha chiesto la formalizzazione della collaborazione con l'Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze firmando un memorandum d'intesa. La procedura per la firma del memorandum d'intesa tra la Repubblica moldova e l'Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze è in corso e si prevede che il documento verrà sottoscritto nel corso del 2012.

· Adozione delle pertinenti convenzioni delle Nazioni Unite e del Consiglio d'Europa nei settori sopra elencati e sulla lotta contro il terrorismo

La Repubblica moldova ha aderito a tutte le convenzioni delle Nazioni Unite e del Consiglio d'Europa attinenti ai settori summenzionati. Per quanto riguarda la lotta contro il terrorismo, è stata ratificata ed è entrata in vigore la grande maggioranza delle convenzioni delle Nazioni Unite e del Consiglio d'Europa.

Blocco 3 / tema 2 - Cooperazione giudiziaria in materia penale

· Adozione di un quadro giuridico sulla reciproca assistenza giuridica

Il quadro legislativo nel settore della reciproca assistenza giuridica è in gran parte in vigore.

La Repubblica moldova sta conducendo un processo molto ampio di riforma della legislazione penale e in materia di procedura penale. Sulla base della decisione del governo del 9 febbraio 2011 è stato creato un gruppo di lavoro interistituzionale sulla modifica della legislazione in materia di procedura penale nei settori dell'indagine operativa e del procedimento giudiziario. Il documento di riflessione sulla riforma del sistema processuale e di procedura penale è stato elaborato dal gruppo di lavoro. Di conseguenza, è stato preparato un progetto di "legge che modifica alcuni atti legislativi (legge n. 45-XII del 12 aprile 1994 sulle indagini operative, codice di procedura penale)" al fine di adeguarli alle nuove disposizioni in materia di lotta alla criminalità transfrontaliera e di squadre investigative comuni internazionali, revisione della legislazione nazionale in materia di intercettazione delle conversazioni telefoniche e revisione della legislazione pertinente nel quadro della convenzione sulla cooperazione di polizia per l'Europa sudorientale.

La "legge sull'attività di indagine speciale" è stata adottata dal Parlamento il 29 marzo 2012. La legge che modifica alcuni atti legislativi (codice di procedura penale) è stata adottata dal Parlamento il 5 aprile 2012. Il rapporto tra le due leggi avrà bisogno di ulteriori chiarimenti.

· Adesione al secondo protocollo della convenzione europea di assistenza giudiziaria

La Repubblica moldova ha sottoscritto il 13 marzo 2012 il secondo protocollo della convenzione europea di assistenza giudiziaria in materia penale, che è ora in attesa di ratifica.

· Conclusione di un accordo con Eurojust

Eurojust ha stabilito un punto di contatto nella Repubblica moldova. I contatti finalizzati ad avviare negoziati su un accordo di cooperazione tra la Repubblica moldova ed Eurojust sono stati creati dal 2006. In questo contesto, tra il 2008 e il 2010, si sono svolte tre riunioni. Il consolidamento integrale del nuovo quadro giuridico moldovo sulla protezione dei dati ai fini della cooperazione giudiziaria in materia penale è necessario per poter compiere progressi in tali negoziati, come la garanzia di un adeguato livello di protezione dei dati è un presupposto per la conclusione di un accordo di cooperazione con Eurojust (cfr. anche sotto il tema 4 sulla protezione dei dati). Nel mese di febbraio 2012 la Repubblica moldova ha presentato ulteriori informazioni a Eurojust sulla protezione dei dati. Si prevede che i negoziati sull'accordo avranno inizio nella seconda metà del 2012.

Blocco 3 / tema 3 – Cooperazione in materia di attività di contrasto

· Istituzione di un adeguato meccanismo di coordinamento tra le agenzie nazionali pertinenti e una banca dati comune che garantisce l'accesso diretto ai funzionari competenti

Il coordinamento tra le agenzie nazionali pertinenti in materia di contrasto è garantito attraverso l'attività del centro nazionale virtuale SELEC (convenzione del centro per l'applicazione della legge nell'Europa sudorientale)/GUAM (Organizzazione per la democrazia e lo sviluppo economico) che è stato istituito nel 2006. Si tratta di un dipartimento del ministero dell'Interno che mira a sviluppare la cooperazione tra le agenzie nazionali ed europee pertinenti in materia di lotta contro la criminalità organizzata transfrontaliera e sicurezza delle frontiere. Il centro nazionale virtuale SELEC/GUAM assicura il coordinamento tra le seguenti autorità di contrasto: il ministero dell'Interno, il servizio delle guardie di frontiera, il servizio doganale, il servizio per la sicurezza e l'informazione e il centro per la lotta contro i reati economici e la corruzione. Queste autorità hanno accesso diretto alla banca dati del centro in materia di indagine, prevenzione e lotta contro la criminalità organizzata transfrontaliera. Le informazioni vengono scambiate tramite canali SELEC/GUAM.

Gli obiettivi generali del centro nazionale virtuale sono: 1) garantire il quadro organizzativo necessario per la cooperazione e lo sviluppo di azioni specifiche a livello nazionale e internazionale per prevenire e combattere la criminalità transfrontaliera e altri tipi di reati gravi negli Stati membri SELEC e GUAM; 2) scambiare informazioni tra le autorità di contrasto degli Stati membri SELEC e GUAM sulla prevenzione e la lotta contro i reati transfrontalieri e 3) analizzare, mettere a disposizione e utilizzare le informazioni raccolte per la ricerca nonché per combattere e prevenire i reati transfrontalieri.

Il centro utilizza una banca dati chiamata "Registru" che contiene informazioni su persone, veicoli, imprese (i titolari, il tipo di attività e i mezzi di trasporto immatricolati a nome della società), patenti di guida, controlli su diversi tipi di documenti come passaporti o certificati di nascita nonché sui valichi di frontiera. Giacché esistono diversi tipi di banche dati nell'ambito di vari operatori ("Registru" nell'ambito del ministero dell'Informazione, della tecnologia e delle comunicazioni, informazioni sull'attraversamento del confine di Stato offerte dal servizio di guardia di frontiera, informazioni sugli immobili "Cadastru"), il centro ha accesso a queste banche dati tramite i funzionari di collegamento delegati.

Una legge del 2006 "sul sistema di informazione elettronica relativo alla registrazione di reati, cause penali e persone che hanno commesso reati" ha istituito un meccanismo di coordinamento tra le autorità nazionali pertinenti e una banca dati. Sul meccanismo di coordinamento sono state approvate tre ordinanze comuni: 1) un'ordinanza del 2008 su un unico registro di reati, cause penali e persone che hanno commesso reati; 2) un'ordinanza del 2006 su un unico registro di file operativi (ricerche e identificazione) sulle persone ricercate, su quelle di identità sconosciuta e sui cadaveri non identificati; 3) un'ordinanza del 2004 su un unico registro di oggetti contrassegnati, oggetti d'antiquariato e opere d'arte e beni perduti e trovati.

Dovrà essere ulteriormente perseguita l'istituzione di un meccanismo di coordinamento adeguato tra le agenzie nazionali pertinenti mediante la creazione di un comitato di coordinamento di tutte le agenzie coinvolte nell'informazione e nelle indagini. Tale comitato di coordinamento dovrà essere presieduto dal procuratore generale, che dovrà svolgere un ruolo di primo piano ed essere convocato regolarmente.

Non è chiaro se sia prevista qualche struttura tra agenzie per migliorare lo scambio di informazioni sulla criminalità organizzata o se il summenzionato centro nazionale virtuale svolgerà questo ruolo. Attualmente nessuna struttura centrale è in grado di fornire un accesso diretto a tutte le banche dati che potrebbero essere di interesse, vale a dire: popolazione (registro), veicoli, valichi di frontiera, beni rubati, impronte digitali, DNA, amministrazione fiscale, banca dati doganale, banche dati del servizio di sicurezza e informazioni, casellari giudiziari, persone in carcere, catasto, ecc. Finora, le entità esistenti non hanno accesso diretto a tutte le banche dati disponibili e devono solo contare su funzionari di collegamento che si rivolgeranno alla rispettiva amministrazione per ottenere l'accesso alle informazioni di cui hanno bisogno.

Dato che non esiste una norma universale sulla creazione di una "banca dati comune", alcuni paesi ne hanno una, altri ne hanno distinte, ma è comunque importante predisporre gli strumenti necessari per la consultazione proattiva di tutte le banche dati disponibili. Le autorità dovranno prevedere la creazione di uno strumento tra agenzie, come ad esempio l'unità di analisi e di informazioni prevista, in cui i rappresentanti di tutti gli organismi di informazione e di quelli di contrasto possano avere accesso alle varie banche dati.

· Conclusione di un accordo di cooperazione operativo con Europol che assicuri un adeguato livello di protezione dei dati

Il negoziato di un accordo operativo con l'Europol è subordinato alla valutazione da parte di Europol delle norme pertinenti sulla protezione dei dati. I lavori per la valutazione della protezione dei dati sono in corso. Europol ha completato il suo primo esame del materiale ricevuto e inviato ulteriori domande alla Repubblica moldova nel gennaio 2011. La Repubblica moldova ha risposto il 23 marzo 2011 inviando informazioni supplementari sulla protezione dei dati personali. Nell'aprile 2012 Europol è stato dotato di ulteriori normative (si veda anche infra, al punto 4, protezione dei dati). Europol sta attualmente procedendo con la sua valutazione della legislazione in materia di protezione dei dati nella Repubblica moldova, in attesa di ulteriori informazioni e chiarimenti che potrebbero essere necessari. La visita di studio sulla protezione dei dati può essere effettuata dopo l'entrata in vigore della legislazione e una volta acquisita esperienza in merito alla sua applicazione. Il negoziato di un accordo operativo con Europol può iniziare solo dopo l'autorizzazione del consiglio di amministrazione di Europol, a seguito del parere dell'autorità di controllo comune, che si basa sulla relazione in materia di protezione dei dati di Europol.

Europol ha organizzato un seminario di sensibilizzazione per le autorità di contrasto moldove nel mese di aprile 2011. Nel luglio 2011 la Repubblica moldova è stata invitata a distaccare un funzionario di collegamento permanente a Europol.

Blocco 3 / tema 4 – Protezione dei dati

· Consolidamento del quadro giuridico per la protezione dei dati personali, ivi compresa l'adesione al protocollo aggiuntivo del 2001 alla convenzione del Consiglio d'Europa sulla protezione delle persone rispetto al trattamento automatizzato dei dati a carattere personale, concernente le autorità di controllo e i flussi di dati transfrontalieri

La nuova legge della Repubblica moldova sulla protezione dei dati, adottata l'8 luglio 2011, è entrata in vigore il 14 aprile 2012. Essa abroga la legge esistente in materia di protezione dei dati del 2007 e allinea la legislazione della Repubblica moldova in materia di protezione dei dati agli strumenti pertinenti del Consiglio d'Europa e all'acquis dell'UE. Inoltre, il 21 ottobre 2011, è stata adottata una "legge che modifica e integra alcuni atti legislativi" che, tra l'altro, rafforza l'indipendenza e i poteri dell'autorità di controllo e introduce sanzioni per le violazioni della protezione dei dati. Queste modifiche legislative dovrebbero entrare in vigore il 16 giugno 2012.

Sono in corso ulteriori sforzi al fine di consolidare completamente il quadro giuridico allineando altre disposizioni legislative e decreti governativi alla nuova "legge sulla protezione dei dati". Dovrà essere prestata particolare attenzione alle norme in materia di protezione dei dati nel settore della polizia (in particolare la piena attuazione della raccomandazione pertinente del Consiglio d'Europa) tra cui la revisione del codice di procedura penale e della "legge sull'attività di indagine speciale" (si veda anche sopra, alla sezione cooperazione giudiziaria in materia penale). Il pieno consolidamento e l'effettiva attuazione del quadro giuridico costituiscono una condizione preliminare per la conclusione di accordi di cooperazione operativi con Eurojust ed Europol (cfr. anche supra, temi 2 e 3).

La Repubblica moldova ha ratificato il protocollo aggiuntivo del 2001 alla convenzione del Consiglio d'Europa sulla protezione delle persone rispetto al trattamento automatizzato dei dati a carattere personale, concernente le autorità di controllo e i flussi di dati transfrontalieri. La ratifica è entrata in vigore l'1 gennaio 2012.

Il centro nazionale per la protezione dei dati personali ha iniziato a operare a metà 2009, sulla base della legge sulla protezione dei dati del 2007. La sua indipendenza e i suoi poteri sono stati rafforzati dal nuovo quadro giuridico. Il Centro rappresenta un'istituzione in seno al Parlamento ed è imparziale e indipendente da qualsivoglia altro organismo governativo o amministrativo.

Blocco 4: Relazioni esterne e diritti fondamentali

Valutazione generale

La Repubblica moldova ha adottato la legislazione pertinente, andando velocemente avanti con la revisione della normativa nazionale per soddisfare i parametri richiesti. Con l'adozione di una legge generale per la parità, la Repubblica moldova ha completato il quadro ritenuto necessario per garantire un'attuazione efficace dei parametri di riferimento nel settore delle relazioni esterne e dei diritti fondamentali. Il governo della Repubblica moldova ha inoltre modificato il piano d'azione contenente le misure di sostegno per i Rom, tenendo in considerazione le raccomandazioni connesse alle norme internazionali in materia di politiche di inclusione. Ha altresì chiarito ulteriormente gli aspetti della legislazione di cui alla precedente relazione, in particolare connessi alla determinazione dello status di apolide.

La Commissione ritiene che la Repubblica moldova soddisfi in generale i parametri di riferimento di cui al blocco 4.

Commenti dettagliati

Blocco 4 / tema 1 - Libertà di circolazione in seno alla Repubblica moldova

· Revisione del quadro giuridico e normativo sulle procedure di registrazione e di cancellazione destinate agli stranieri che soggiornano legalmente o agli apolidi, al fine di evitare restrizioni ingiustificate

Nel maggio 2011 il governo ha approvato la decisione n. 337 che modifica la decisione del governo n. 376, del 6 gennaio 1995, sulle misure supplementari finalizzate a consolidare il sistema nazionale dei passaporti. La decisione è stata pubblicata nella Gazzetta ufficiale nel giugno 2011 ed è attualmente in vigore. Essa mira a rivedere le disposizioni in merito all'onere della prova della popolazione, in particolare, stabilisce il meccanismo di acquisizione ed elaborazione dei dati biometrici e fornisce una regolamentazione dei rapporti giuridici tra individui, persone giuridiche, organismi di contrasti ed enti governativi locali, al fine di garantire la libera circolazione nella Repubblica moldova e il diritto di stabilire il domicilio o la residenza in tutto il paese.

Al fine di prevenire ed escludere i casi di apolidi in relazione alla successione tra Stati, nel giugno 2011 il Parlamento ha adottato modifiche alla "legge n. 1024-XIV del 2 giugno 2000 sulla cittadinanza" che sono state pubblicate nella Gazzetta ufficiale in data 8 luglio 2011. Inoltre, nel mese di aprile 2012, la Repubblica moldova ha formalmente depositato gli strumenti di adesione alle convenzioni delle Nazioni Unite sulla riduzione dei casi di apolidia (adottata il 30 agosto 1961 a New York) e sullo status di apolide (adottata il 28 settembre 1954 a New York) (vedi anche sopra al blocco 2, tema 2).

Le modifiche apportate alla "legge n. 1024-XIV, del 2 giugno 2002, sulla cittadinanza" mirano ad adeguare la legislazione al fine di prevenire e risolvere i casi di apolidia derivanti dalla disgregazione dell'Unione Sovietica e questioni legate alla successione tra Stati. L'adesione della Repubblica moldova alle Convenzioni sulla riduzione dei casi di apolidia e sullo status di apolide porterà ad ulteriori sviluppi nel meccanismo e nella procedura per la determinazione dello status di apolide e implicherà l'istituzione di un quadro istituzionale per la determinazione dei casi di apolidia. Per quanto riguarda la procedura per la determinazione dello status di apolidia, la Repubblica moldova potrebbe prendere in considerazione i candidati a un lavoro regolare in attesa delle procedure, come nel caso dei richiedenti asilo.

Nel novembre 2011 il Governo ha approvato un piano d'azione per ulteriori modifiche legislative orizzontali, al fine di eliminare tutte le restrizioni inutili relative ai test obbligatori per HIV/AIDS per la registrazione degli stranieri. Tale piano si è basato su una valutazione condotta da un gruppo di lavoro istituito e incaricato dello screening di tutti gli atti giuridici pertinenti in vigore che includevano disposizioni in materia. Di conseguenza, il Parlamento ha adottato le modifiche legislative alla legge n. 23/2007 "sulla profilassi dell'HIV/AIDS" e il governo ha approvato e trasmesso al Parlamento il progetto di legge che modifica e integra la legge n. 180/2008 sulla migrazione di manodopera e la legge n. 200/2010 sul regime degli stranieri, al fine di facilitare il processo di documentazione degli stranieri nella Repubblica moldova.

Blocco 4 / tema 2 - Diritti dei cittadini, compresa la protezione delle minoranze

· Adozione di una legislazione globale antidiscriminazione, come raccomandato dagli organismi di controllo delle Nazioni Unite e del Consiglio d'Europa, al fine di garantire una protezione efficace contro la discriminazione

Oltre alle clausole costituzionali anti-discriminazione e alle disposizioni in materia di diritto penale, civile e amministrativo, nel maggio 2012 il Parlamento ha adottato una legge globale contro la discriminazione: "la legge per la parità". La legge mira a prevenire e combattere la discriminazione e a garantire l'uguaglianza dei diritti per tutte le persone presenti sul territorio della Repubblica moldova in materia di politica, economia, vita sociale, cultura e altri settori, senza operare alcuna discriminazione fondata sulla razza, il colore della pelle, la nazionalità, l'origine etnica, la lingua, la religione o le convinzioni personali, il sesso, l'età, la disabilità, le opinioni politiche o di qualsiasi altra natura, o in base a qualsivoglia altro criterio analogo. Questi criteri sono stati chiariti al più alto livello politico[5].

A seguito di precedenti consultazioni pubbliche, la legge contiene disposizioni che ne limitano l'applicabilità agli istituti del matrimonio e dell'adozione, disciplinati dalla normativa in vigore, nonché ai culti religiosi e ai loro membri in relazione alle loro convinzioni religiose. Sono stati apportati miglioramenti alle norme riguardanti il lavoro del consiglio sulla prevenzione e la lotta contro la discriminazione e la garanzia della parità: un organismo che agirà con imparzialità e in piena indipendenza dalle autorità pubbliche sulla base di un mandato globale nel settore. Questo organismo è dotato di poteri di ingiunzione e può comminare sanzioni a seguito di decisioni che accertano l'esistenza di un caso di discriminazione. Ai sensi dell'articolo 12, paragrafo 1, lettera k), e dell'articolo 15, paragrafo 6, se nell'esaminare una denuncia riguardante un presunto trattamento o azione discriminatoria, l'organismo per la parità ritiene che si tratti di un illecito amministrativo, può comminare sanzioni in conformità con le disposizioni del codice delle contravvenzioni.

Il divieto di discriminazione sulla base dell'orientamento sessuale nel settore dell'occupazione crea il quadro generale in linea con la direttiva 2000/43/CE, del 29 giugno 2000, che attua il principio della parità di trattamento fra le persone indipendentemente dalla razza e dall'origine etnica e la direttiva 2000/78/CE del Consiglio, del 27 novembre 2000, che stabilisce un quadro generale per la parità di trattamento in materia di occupazione.

Nel dialogo sui diritti umani con la Repubblica moldova, svoltosi il 23 maggio 2012, l'UE ha ricevuto rassicurazioni che la legge è destinata a coprire tutti i motivi di discriminazione in linea con gli impegni internazionali assunti dalla Repubblica moldova. Allo stesso tempo, la Repubblica moldova si è impegnata a elaborare orientamenti per l'attuazione della legge, che sarà monitorata dall'UE nell'ambito dei quadri di dialogo esistenti.

Sebbene la Commissione e l'Ufficio delle Nazioni Unite nella Repubblica moldova abbiano messo in evidenza diverse lacune nei vari progetti della legge antidiscriminazione, alcune delle quali ancora presenti nella versione finale, la legge rappresenta la base legislativa necessaria per attuare i parametri di riferimento nel settore della lotta contro la discriminazione. Dovrebbe essere poi ulteriormente migliorata in relazione alle definizioni di discriminazione diretta e di molestie sessuali, alle disposizioni applicabili al settore privato in relazione a beni e servizi e all'ulteriore armonizzazione con l'acquis dell'UE, al fine di chiarire in modo esplicito aspetti importanti, quali un alloggio ragionevole per le persone disabili.

· Adozione di un vasto piano d'azione nazionale per i diritti umani; perseguimento attivo nel rispettivo piano d'azione nazionale per i diritti umani delle specifiche raccomandazioni degli organismi delle Nazioni Uniti, dell'OSCE/ODIHR, del Consiglio d'Europa/ECRI e delle organizzazioni internazionali per i diritti umani, in particolare nell'attuazione di politiche antidiscriminatorie, nella tutela delle minoranze e della vita privata e nella garanzia della libertà di religione

Il 12 maggio 2011 il Parlamento ha approvato un ampio piano d'azione nazionale per i diritti umani che si basa sulle raccomandazioni specifiche degli organismi delle Nazioni Uniti, dell'OSCE/ODIHR, del Consiglio d'Europa/ECRI e delle organizzazioni internazionali per i diritti umani. Esso prevede misure in vari settori, tra cui l'attuazione di politiche antidiscriminatorie e di tutela delle minoranze e della vita privata. Il governo è stato incaricato di pubblicare una relazione annuale consolidata sui progressi compiuti nell'attuazione del piano d'azione e di presentarla al Parlamento entro l'1 aprile di ogni anno. La relazione sui progressi deve essere discussa nelle conferenze annuali. Il piano d'azione è stato preparato in stretta consultazione con la società civile e le organizzazioni internazionali.

Nel luglio 2010, dopo le consultazioni con la società civile e con i rappresentanti della comunità rom, è stato adottato un piano d'azione a sostegno della popolazione rom per il periodo 2011-2015. Si è trattato di un passo importante che dimostra la volontà politica del governo di prestare particolare attenzione al miglioramento della situazione della popolazione rom. Successive discussioni con le organizzazioni internazionali hanno indicato che non vi era margine per un ulteriore consolidamento del piano d'azione. Le autorità hanno indicato che gli verrà aggiunto un nuovo capitolo concernente l'introduzione di mediatori Rom. Nel gennaio 2012 il governo ha modificato il piano d'azione tenendo conto delle raccomandazioni connesse alle norme internazionali, in particolare sulle politiche di inclusione. Ha altresì avviato un esercizio finalizzato a garantire i fondi di bilancio necessari per la sua attuazione, sulla base della modifica del quadro di spesa a medio termine del governo. L'attuazione è già iniziata.

Il piano d'azione nazionale per i diritti umani fornisce informazioni sul monitoraggio e la valutazione, nonché le risorse da assegnare per la sua attuazione. Tuttavia, la maggior parte delle attività deve essere finanziata entro i limiti delle dotazioni di bilancio generali e solo poche hanno specifici stanziamenti di bilancio. Le autorità esamineranno i costi delle attività ogni anno, sulla base delle priorità, delle possibilità finanziarie e dei risultati della valutazione.

Il piano d'azione nazionale per i diritti umani non prevede misure finalizzate alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione. Questi aspetti devono essere trattati nella "legge sulla libertà di coscienza, di pensiero e di religione", adottata il 27 dicembre 2011, che è una versione rivista della "legge sui culti religiosi e i loro membri" al fine di rendere il diritto nazionale e la prassi conformi al diritto internazionale. Si prevede che la nuova legge crei una dinamica più positiva rispetto a quella degli anni precedenti nei rapporti con i culti religiosi minoritari.

· Ratifica degli strumenti pertinenti delle Nazioni Unite e del Consiglio d'Europa nella lotta contro la discriminazione

La Repubblica moldova è impegnata a valutare l'elaborazione di una dichiarazione ai sensi dell'articolo 14 della convenzione sull'eliminazione di tutte le forme di discriminazione razziale (CERD) dopo l'adozione della nuova "legge per la parità". Nel 2000 la Repubblica moldova ha firmato il protocollo n. 12 alla convenzione europea sui diritti dell'uomo del 1950, ma non lo ha ancora ratificato. Le autorità moldove hanno altresì espresso la volontà di considerare la ratifica del protocollo n. 12 dopo l'adozione della "legge per la parità". Sono in corso discussioni in seno al governo per rimuovere le riserve territoriali inserite dalla Repubblica moldova nei trattati sui diritti umani.

· Specificare le condizioni e le circostanze per l'acquisizione della cittadinanza della Repubblica moldova

Con riferimento alle condizioni e alle circostanze per l'acquisizione della cittadinanza della Repubblica moldova, il 3 maggio 2011 il Governo ha approvato modifiche alla legge sulla cittadinanza n. 1024-XIV del 2 giugno 2000 e modificato la decisione del governo in materia di onere della prova della popolazione nella Repubblica moldova. Il Parlamento ha adottato le modifiche in data 9 giugno 2011. Le modifiche erano finalizzate a rimuovere gli ostacoli all'acquisizione della cittadinanza da parte degli apolidi che, ai sensi dell'articolo 12, paragrafo 2, della legge, soddisfacevano i requisiti per l'acquisizione, ma erano stati condannati alla reclusione per reati premeditati e avevano precedenti penali o, al momento dell'esame delle loro domande, il procedimento penale che li riguardava era ancora pendente.

Il governo moldovo ha continuato ad affrontare la situazione in Transnistria attivamente. Nel mese di aprile 2012, congiuntamente alle "autorità de facto" a Tiraspol, il governo moldovo ha riattivato il gruppo di lavoro bilaterale sulle questioni dello stato civile. Attualmente, l'autorità nazionale per la registrazione sta applicando misure speciali per confermare la cittadinanza e fornire l'accesso a carte d'identità nazionali gratuite per gli abitanti della regione della Transnistria, in conformità con la legge modificata sulla cittadinanza n. 1024‑XIV, del 2 giugno 2000, e della decisione del governo n. 959 del 9 settembre 2005 sulle misure di sicurezza connesse alla conferma della cittadinanza e sulla documentazione della popolazione dai quartieri della regione Transnistria.

Secondo le ultime informazioni fornite dalle autorità moldove, a 229 489 cittadini della Repubblica moldova residenti in Transnistria sono stati rilasciati passaporti moldovi, di cui 175 764 sono ancora validi (vale a dire non sono scaduti). Durante i primi tre mesi del 2012 le autorità di Chisinau avevano rilasciato 2 722 passaporti biometrici per i residenti della Transnistria. Il ministero delle Tecnologie dell'informazione e delle comunicazioni, in collaborazione con il ministero della Giustizia e il ministero dell'Interno, ha sviluppato il quadro giuridico per le procedure di identificazione, a un primo esame, delle persone provenienti dalla regione della Transnistria, sulla base delle informazioni supplementari su familiari e parenti (documenti originatori sui genitori, certificati di matrimonio e altri documenti).

Particolare attenzione sarà rivolta a garantire l'effettiva attuazione del quadro normativo di cui sopra nella seconda fase del piano d'azione sulla liberalizzazione dei visti.

III. Conclusione

Dall'avvio del dialogo UE-Repubblica moldova in materia di visti nel giugno 2010 e dalla presentazione alle autorità moldove del piano d'azione sulla liberalizzazione dei visti nel gennaio 2011, la Commissione ha regolarmente riferito al Parlamento europeo e al Consiglio sui progressi compiuti dalla Repubblica moldova nell'adottare le misure necessarie a soddisfare i parametri di riferimento individuati nell'ambito dei quattro blocchi della prima fase del piano d'azione.

In particolare, sono state presentate due relazioni sui progressi relative allo stato di attuazione del piano d'azione sulla liberalizzazione dei visti (nel settembre 2011 e nel febbraio 2012)[6]. La seconda relazione è stata elaborata sulla base dell'analisi del quadro legislativo, dei risultati delle missioni di valutazione di cui ai blocchi 2, 3 e 4, organizzate nel mese di ottobre e novembre 2011 con la partecipazione di esperti degli Stati membri, e delle relazioni sui progressi presentate dalla Repubblica moldova sull'attuazione del piano d'azione.

Al di là di questo intenso processo di comunicazione relativo al piano d'azione, la Commissione ha inoltre continuato a monitorare i progressi compiuti dalla Repubblica moldova in settori pertinenti del piano d'azione nel quadro del:

1) comitato misto UE-Repubblica moldova sulla facilitazione dei visti;    2) comitato misto di riammissione UE-Repubblica moldova;      3) sotto-comitato misto UE-Repubblica moldova n. 3[7]; 4) partenariato per la mobilità UE-Repubblica moldova.

In ciascuno di questi comitati e quadri, lo stato del dialogo e della cooperazione tra l'UE e la Repubblica moldova è in fase avanzata. Durante la più recente riunione dei comitati misti per la facilitazione dei visti e la riammissione, tenutasi a Chisinau il 23 maggio 2012 (con la partecipazione degli Stati membri dell'UE), la Commissione ha registrato un'attuazione complessivamente soddisfacente di entrambi gli accordi.

Il dialogo UE-Repubblica moldova in materia di visti si è rivelato uno strumento importante per promuovere le riforme, non solo nel settore della giustizia e degli affari interni, ma anche oltre. I progressi realizzati dalla Repubblica moldova nell'ambito dei vari settori contemplati dai quattro blocchi del piano d'azione sulla liberalizzazione dei visti sono stati costanti ed efficaci negli ultimi due anni, a dimostrazione dell'impegno importante e degli sforzi profusi dalle autorità moldove per rendere l'attuazione del piano d'azione una priorità nella sua agenda legislativa e amministrativa.

Le misure legislative richieste dal piano d'azione sulla liberalizzazione dei visti nella prima fase sono state alla fine adottate. La loro valutazione, effettuata dai servizi della Commissione, dal servizio europeo per l'azione esterna (SEAE) e da esperti degli Stati membri, mostra che sono in linea con i parametri di riferimento individuati nei quattro blocchi del piano d'azione.

Detto questo, la Commissione continuerà a coordinare il monitoraggio del quadro legislativo e politico nelle successive fasi del dialogo al fine di valutare se i necessari regolamenti di attuazione, nell'ambito dei quattro blocchi del piano d'azione, siano effettivamente adottati e attuati. Inoltre, la Commissione presterà particolare attenzione al fatto che la Repubblica moldova stanzi le risorse finanziarie e umane adeguate e necessarie per l'attuazione degli atti legislativi menzionati e dei regolamenti di attuazione.

In base ai risultati del monitoraggio continuo e delle valutazioni di cui sopra, la Commissione ritiene che la Repubblica moldova abbia alla fine rispettato tutti i parametri di riferimento della prima fase del piano d'azione e che possa quindi essere avviata la valutazione dei parametri di riferimento della seconda fase.

[1]               Documento del Consiglio 18078/10.

[2]               SEC (2011) 1075 definitivo.

[3]               SWD (2012)12 definitivo.

[4]                http://www.coe.int/t/dghl/monitoring/moneyval/Evaluations/Progress%20reports%202y/MONEYVAL(2011)6_ProgRep2_MLD_en.pdf

[5]               Cfr. inter alia la dichiarazione di Vlad Filat, primo ministro della Repubblica moldova, rilasciata l'8 giugno 2012.

[6]               (SEC(2011) 1075 definitivo), (SWD(2012) 12 definitivo).

[7]               Sotto-comitato n. 3: dogane, cooperazione transfrontaliera, riciclaggio di denaro, sostanze stupefacenti, migrazione illegale.

Top