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Document 52012DC0301
Recommendation for a COUNCIL RECOMMENDATION on the implementation of the broad guidelines for the economic policies of the Member States whose currency is the euro
Raccomandazione di RACCOMANDAZIONE DEL CONSIGLIO sull’attuazione degli indirizzi di massima per le politiche economiche degli Stati membri la cui moneta è l’euro
Raccomandazione di RACCOMANDAZIONE DEL CONSIGLIO sull’attuazione degli indirizzi di massima per le politiche economiche degli Stati membri la cui moneta è l’euro
/* COM/2012/0301 final - 2012/ () */
Raccomandazione di RACCOMANDAZIONE DEL CONSIGLIO sull’attuazione degli indirizzi di massima per le politiche economiche degli Stati membri la cui moneta è l’euro /* COM/2012/0301 final - 2012/ () */
Raccomandazione di RACCOMANDAZIONE DEL CONSIGLIO sull’attuazione degli indirizzi di massima
per le politiche economiche degli Stati membri la cui moneta è l’euro IL CONSIGLIO DELL’UNIONE EUROPEA, visto il trattato sul funzionamento
dell’Unione europea, in particolare l’articolo 136 in combinato disposto con
l'articolo 121, paragrafo 2, vista la raccomandazione della Commissione
europea[1], viste le risoluzioni del Parlamento europeo[2], viste le conclusioni del Consiglio europeo, sentito il comitato economico e finanziario, considerando quanto segue: (1) Sin dalla sua creazione
l'Eurogruppo svolge un ruolo centrale e ha una speciale responsabilità nella
governance economica dell'area dell'euro. La
crisi economica ha messo in luce le strette interrelazioni nell'area dell'euro,
sottolineando l'esigenza di un orientamento politico aggregato coerente, che
rifletta i forti effetti di ricaduta tra i paesi la cui moneta è l'euro, e di
un coordinamento efficace delle politiche che consenta di reagire rapidamente
ai cambiamenti del contesto economico; (2) il Consiglio ha rivolto
raccomandazioni specifiche a ciascuno degli Stati membri la cui moneta è
l'euro. Le raccomandazioni riguardano sfide
economiche a livello nazionale e sono al tempo stesso un fattore chiave di stabilità
e crescita nell'intera area dell'euro. Gli
Stati membri la cui moneta è l'euro si sono inoltre impegnati ad attuare una
serie di ampie riforme politiche supplementari nell'ambito del patto Euro Plus
nell'intento di promuovere la competitività e l'occupazione, contribuire
ulteriormente alla sostenibilità delle finanze pubbliche e rafforzare la
stabilità finanziaria. Il 2 marzo 2012 gli
Stati membri la cui moneta è l'euro e otto altri Stati membri hanno firmato un
trattato sulla stabilità, sul coordinamento e sulla governance nell'unione
economica e monetaria con il quale si sono impegnati a discutere ex ante e, ove
appropriato, coordinare tra loro tutte le grandi riforme di politica economica
che intendono intraprendere. Il
coordinamento ex ante nell'area dell'euro mediante la presentazione dei
progetti di piani di bilancio e la discussione sulle grandi riforme di politica
economica previste contribuirà a tener conto degli effetti di ricaduta delle
azioni nazionali sull'intera area dell'euro; (3) l'esistenza di quadri di
bilancio adeguatamente strutturati, atti a rafforzare la governance di bilancio
interna, è un elemento chiave di una sana gestione delle finanze pubbliche e
contribuisce alla sostenibilità delle finanze pubbliche nell'intera area dell'euro. A luglio e ottobre 2011 i capi di Stato e di
governo dell'area dell'euro si sono impegnati a introdurre quadri di bilancio
nazionali, conformemente alla direttiva sui quadri di bilancio nazionali, già
prima della fine del 2012, cioè in anticipo rispetto al calendario indicato
nella direttiva, e ad andare oltre i requisiti ivi contenuti. Con la firma del trattato sulla stabilità, sul
coordinamento e sulla governance nell'unione economica e monetaria, il 2 marzo
2012, gli Stati membri dell'area dell'euro e altri otto Stati membri non
appartenenti all'area dell'euro si sono inoltre impegnati a rafforzare
ulteriormente la governance di bilancio nazionale, in particolare mediante
l'introduzione di norme vincolanti sulla posizione di bilancio del governo per
il raggiungimento dell'obiettivo a medio termine; (4) l'attuazione del risanamento
di bilancio è un elemento centrale della strategia di uscita dalla crisi
nell'area dell'euro. Il quadro di bilancio
dell'UE permette di differenziare il ritmo del risanamento a seconda del
margine di bilancio e delle condizioni macroeconomiche dei singoli Stati
membri. Il fatto che sia il patto di stabilità
e crescita che il trattato sulla stabilità, sul coordinamento e sulla
governance nell'unione economica e monetaria siano incentrati sui saldi
strutturali permette di tener conto delle oscillazioni congiunturali e degli
effetti delle misure una tantum sui saldi di bilancio nominali. L'efficacia delle misure adottate in risposta alle
raccomandazioni del Consiglio sulla correzione dei disavanzi eccessivi sarà
valutata in termini strutturali. Un'adeguata
composizione del risanamento è fondamentale per aumentare la fiducia nella
natura permanente del risanamento nell'area dell'euro e limitarne gli effetti
negativi a breve termine sulla crescita. Va
data priorità alla spesa procrescita, in particolare la spesa per investimenti; in vari Stati membri dell'area dell'euro sono stati
individuati progetti di investimento produttivi i cui effetti positivi, tanto a
livello privato quanto a livello sociale, sarebbero superiori ai bassi tassi di
interesse attuali. Occorre riformare
urgentemente i diritti a lungo termine, in particolare la salute, per
contribuire alla sostenibilità a lungo termine delle finanze pubbliche. Una politica fiscale adeguata, che alleggerisca ad
esempio gli oneri fiscali sul lavoro e ampli le basi imponibili, e un'azione
più efficace per lottare contro l'evasione fiscale contribuirebbero al
risanamento, aumentando al tempo stesso la competitività e creando condizioni
più favorevoli alla crescita; (5) la stabilità e il buon
funzionamento del sistema finanziario sono condizioni preliminari
indispensabili per scongiurare uno scenario da "decennio perduto" di
crescita lenta nell'area dell'euro e per rassicurare gli investitori. Occorre garantire che il necessario ulteriore deleveraging dei bilanci delle banche avvenga in
modo ordinato e coerente con il mantenimento di un flusso adeguato di credito
all'economia reale. Per contrastare la
tendenza emergente alla frammentazione finanziaria occorre portare avanti
l'integrazione delle strutture e delle pratiche di vigilanza e della gestione
delle crisi transfrontaliere; (6) una correzione ordinata degli
squilibri macroeconomici nell'area dell'euro è di fondamentale importanza per
la crescita sostenibile e la stabilità nell'area dell'euro. Il processo di riduzione degli squilibri è
iniziato, ma deve proseguire a ritmo sostenuto. L'esigenza
di azioni volte a correggere gli squilibri è più impellente nei paesi con un
disavanzo, dove occorrono riforme per migliorare la competitività e agevolare
la riallocazione delle risorse a favore dei settori dei beni scambiabili
internazionalmente. Al tempo stesso, i paesi
con un avanzo possono contribuire al riequilibrio eliminando i vincoli ingiustificati,
normativi e di altro genere, che frenano la domanda interna, le attività non
scambiabili internazionalmente e le opportunità di investimento; (7) per l'ulteriore sviluppo
dell'unione economica è indispensabile riconoscere l'interdipendenza esistente
tra le economie degli Stati membri la cui moneta è l'euro e i vantaggi che la
stabilità di quest'unione monetaria può portare ai suoi membri e all'intera UE. In futuro, gli Stati membri la cui moneta è l'euro
dovranno arrivare a una maggiore integrazione per realizzare un'unione
economica e monetaria a tutti gli effetti[3], RACCOMANDA che gli Stati membri la cui
moneta è l’euro adottino provvedimenti individualmente e collettivamente, fatte
salve le competenze del Consiglio per quanto riguarda il coordinamento delle
politiche economiche degli Stati membri, ma in particolare nell'ambito del
coordinamento delle politiche economiche nell'Eurogruppo, nel periodo 2012‑2013
al fine di: (1)
migliorare i metodi di lavoro dell'Eurogruppo per
consentirgli di assumere effettivamente la responsabilità dell'orientamento
politico aggregato nell'area dell'euro, rispondendo rapidamente ai cambiamenti
del contesto economico, e di guidare il coordinamento delle politiche
economiche nel quadro rafforzato di vigilanza che si applica agli Stati membri
la cui moneta è l'euro. (2)
Avviare una vera e propria cooperazione politica
nell'Eurogruppo condividendo le informazioni e discutendo i progetti di
bilancio e le grandi riforme previste con potenziali effetti di ricaduta
sull'area dell'euro. Garantire che siano intraprese le riforme necessarie per
un'area dell'euro stabile e solida, tra cui l'applicazione delle
raccomandazioni che il Consiglio ha rivolto ai singoli Stati membri la cui
moneta è l'euro e che, oltre a riguardare le sfide a livello nazionale, hanno
un'incidenza sull'intera area dell'euro. (3)
Potenziare la disciplina e le istituzioni di
bilancio a livello nazionale e subnazionale per aumentare la fiducia del
mercato nella sostenibilità a medio e lungo termine delle finanze pubbliche
nell'area dell'euro. In seguito all'accordo raggiunto dai capi di Stato o di
governo dell'area dell'euro a luglio e ottobre 2011 e il 2 marzo 2012,
anticipare il recepimento della direttiva sui quadri di bilancio nazionali alla
fine del 2012 e rafforzare ulteriormente la governance di bilancio, in
particolare introducendo nel diritto nazionale di tutti gli Stati membri
dell'area dell'euro le regole riguardanti un bilancio equilibrato in termini
strutturali e i meccanismi automatici di correzione. (4)
Garantire un orientamento di bilancio aggregato
coerente nell'area dell'euro portando avanti il risanamento di bilancio
conformemente alle raccomandazioni e alle decisioni del Consiglio e in linea
con le regole del patto di stabilità e crescita, che tengono conto della
situazione macrofinanziaria specifica di ciascun paese. Gli Stati membri per i
quali i premi di rischio sono elevati e potrebbero aumentare dovrebbero
limitare le deviazioni rispetto agli obiettivi riguardanti il saldo nominale,
anche in presenza di condizioni macroeconomiche peggiori del previsto; altri
Stati membri dovrebbero lasciare che gli stabilizzatori automatici funzionino
lungo il percorso di aggiustamento valutato in termini strutturali ed essere
pronti a rivedere il ritmo del risanamento in caso di ulteriore deterioramento
delle condizioni macroeconomiche. La composizione delle spese e delle entrate
pubbliche dovrebbe riflettere l'incidenza delle voci di spesa e delle fonti di
entrata sulla crescita. In particolare, si dovrebbero usare tutti i margini di
bilancio disponibili per promuovere gli investimenti pubblici nell'area
dell'euro, anche tenendo conto delle differenze del costo dei finanziamenti tra
un paese e l'altro. (5)
Adottare misure per migliorare il funzionamento e
la stabilità del sistema finanziario nell'area dell'euro. Accelerare il
processo finalizzato a un'architettura finanziaria più integrata, anche in
materia di vigilanza bancaria e di risoluzione delle crisi transfrontaliere. (6)
Attuare riforme strutturali che, insieme a un
orientamento di bilancio differenziato, favoriscano una correzione ordinata
degli squilibri macroeconomici nell'area dell'euro, comprese azioni a livello
nazionale che riflettano la situazione specifica del paese e tengano conto
delle raccomandazioni rivolte dal Consiglio ai singoli Stati membri dell'area
dell'euro. Fatto a Bruxelles, il Per il Consiglio Il
presidente [1] COM(2012) 301 [2] P7_TA(2012)0048 e P7_TA(2012)0047. [3] Si veda la sezione 2.1 del COM (2012) 299.