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Document 52011IP0153

Revisione della politica europea di vicinato – dimensione orientale Risoluzione del Parlamento europeo del 7 aprile 2011 sulla revisione della politica europea di vicinato – dimensione orientale

GU C 296E del 2.10.2012, p. 105–114 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

2.10.2012   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

CE 296/105


Giovedì 7 aprile 2011
Revisione della politica europea di vicinato – dimensione orientale

P7_TA(2011)0153

Risoluzione del Parlamento europeo del 7 aprile 2011 sulla revisione della politica europea di vicinato – dimensione orientale

2012/C 296 E/16

Il Parlamento europeo,

viste le conclusioni della riunione del 13 dicembre 2010 dei ministri degli Affari esteri per il partenariato orientale,

viste le sue precedenti risoluzioni del 19 gennaio 2006 sulla politica europea di prossimità (1), del 15 novembre 2007 sullo sviluppo della politica europea di vicinato (2), del 6 luglio 2006 su uno strumento europeo di vicinato e partenariato (3), del 5 giugno 2008 sulla relazione annuale del Consiglio al Parlamento europeo sugli aspetti principali e le scelte di base della PESC (4), del 19 febbraio 2009 sulla revisione dello strumento della politica europea di vicinato e partenariato (5), del 17 gennaio 2008 sull'approccio in materia di politica regionale per il Mar Nero (6) e del 20 gennaio 2011 su una strategia dell'Unione europea per il Mar Nero (7),

vista la sua risoluzione del 20 maggio 2010 sull'esigenza di una strategia UE per il Caucaso meridionale (8),

visto lo sviluppo della politica europea di vicinato (PEV) dal 2004 e, in particolare, le relazioni della Commissione sui progressi compiuti nella sua attuazione,

viste le sue precedenti risoluzioni su Armenia, Azerbaigian, Bielorussia, Georgia, Repubblica moldova e Ucraina, nonché le raccomandazioni delle commissioni di cooperazione parlamentare per tali paesi, ad eccezione della Bielorussia,

visto il paragrafo 41 della summenzionata risoluzione del 15 novembre 2007 nel quale si suggerisce l'istituzione di un'assemblea parlamentare UE-Vicinato orientale (EURONEST),

visti i piani d'azione adottati congiuntamente con l'Armenia, l'Azerbaigian, la Georgia e la Moldova, nonché l'agenda di associazione con l'Ucraina,

viste le conclusioni del Consiglio “Affari esteri” del 26 luglio 2010 sulla PEV,

vista la dichiarazione congiunta del vertice di Praga sul partenariato orientale del 7 maggio 2009,

vista la comunicazione della Commissione del 12 maggio 2010 sul bilancio della politica europea di vicinato (COM(2010)0207),

vista la comunicazione della Commissione del 3 dicembre 2008 sul partenariato orientale (COM(2008)0823),

viste le comunicazioni della Commissione del 5 dicembre 2007 su una forte politica europea di vicinato (COM(2007)0774), del 4 dicembre 2006 sullo sviluppo della politica europea di vicinato (COM(2006)0726), del 12 maggio 2004 sulla politica europea di prossimità – Documento di strategia (COM(2004)0373), e dell'11 marzo 2003 sull'Europa ampliata – Prossimità: Un nuovo contesto per le relazioni con i nostri vicini orientali e meridionali (COM(2003)0104),

visto il regolamento (CE) n. 1638/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 24 ottobre 2006, recante disposizioni generali che istituiscono uno strumento europeo di vicinato e partenariato (ENPI) (9),

vista la relazione speciale n. 13/2010 della Corte dei conti europea dal titolo "Il nuovo strumento europeo di vicinato e partenariato è stato felicemente varato e sta producendo risultati nel Caucaso meridionale (Armenia, Azerbaigian e Georgia)?",

visto l'articolo 110, paragrafo 2, del suo regolamento,

A.

considerando che il trattato di Lisbona ha creato le condizioni necessarie affinché l'Unione europea migliori l'efficacia e la coerenza delle sue relazioni con tutti gli attori e i partner, in particolare i paesi vicini,

B.

considerando che, in virtù dell’articolo 8 del trattato sull'Unione europea, l’UE sviluppa con i paesi vicini rapporti preferenziali con l’obiettivo di creare uno spazio di prosperità e di buon vicinato fondato sui valori dell’Unione e caratterizzato da relazioni strette e pacifiche basate sulla cooperazione,

C.

considerando che, da quando è stata lanciata, la politica europea di vicinato ha contribuito al rafforzamento delle relazioni con i paesi partner e ha apportato alcuni benefici tangibili, ma che le sfide non sono finite e sarebbe ora necessario concentrarsi sull'attuazione, con priorità d'azione chiaramente definite, parametri di riferimento chiari e una differenziazione sulla base dei risultati,

D.

considerando che il partenariato orientale costituisce un quadro politico significativo per il consolidamento delle relazioni con e tra i paesi partner, sulla base dei principi di titolarità e responsabilità condivise, nonché di condizionalità e che il rafforzamento delle relazioni richiede un maggiore impegno comune e progressi tangibili verso una buona governance e verso norme democratiche,

E.

considerando che il partenariato orientale è incentrato su quattro piattaforme tematiche di cooperazione, segnatamente: democrazia, buona governance e stabilità; integrazione economica e convergenza con le politiche dell'UE; ambiente, cambiamenti climatici e sicurezza energetica; contatti tra le persone,

F.

considerando che la cooperazione nel quadro dell'Assemblea parlamentare EURONEST cerca di produrre effetti positivi fungendo da piattaforma per lo scambio di opinioni, per la ricerca di posizioni comuni sulle sfide globali del nostro tempo in materia di democrazia, politica, economia, sicurezza energetica e affari sociali, e per il rafforzamento dei legami tra i paesi della regione e l'UE, e tra i paesi stessi del partenariato orientale,

G.

considerando che l'Unione europea dovrebbe promuovere e intensificare notevolmente un approccio bottom-up, incrementando il suo sostegno economico alle società civili e promuovendo la libertà della stampa e la libertà di riunione, con l'obiettivo di sostenere i processi di democratizzazione, che costituiscono una condizione essenziale per la stabilizzazione a lungo termine,

H.

considerando che i conflitti regionali irrisolti nei paesi vicini all'UE minano lo sviluppo economico, sociale e politico sostenibile dei paesi interessati e costituiscono un grave ostacolo alla cooperazione, alla stabilità e alla sicurezza regionali; che tali conflitti costituiscono altresì un grave impedimento allo sviluppo delle piene potenzialità e priorità della PEV; che stanno minando lo sviluppo di un'autentica ed efficace dimensione multilaterale della PEV e che il ruolo che la società civile può svolgere nei paesi interessati continua a essere sottovalutato,

I.

considerando che le recenti manifestazioni dei cittadini della Bielorussia, della Tunisia e dell'Egitto contro i regimi oppressivi sono la chiara espressione delle loro legittime aspirazioni democratiche,

J.

considerando che la politica di sostegno e cooperazione con i regimi antidemocratici della Tunisia e dell'Egitto, perseguita dall'UE e dagli Stati membri, è fallita; che essa deve servire da lezione per le relazioni dell'UE con la Bielorussia, e che l'intera politica europea di vicinato dell'UE deve essere basata sui valori,

K.

considerando che l'ENPI ha contribuito a semplificare il finanziamento della PEV e che il processo di definizione dello strumento che gli succederà dovrebbe riflettere le conclusioni della revisione strategica della PEV e comportare consultazioni di ampia portata,

Revisione della PEV – considerazioni generali

1.

apprezza i progressi compiuti nelle relazioni tra l'UE e i paesi vicini nell'ambito della PEV; riafferma i valori, i principi e gli impegni sui quali è stata costruita la PEV, tra cui la democrazia, la legalità, il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali, l'economia di mercato, lo sviluppo sostenibile e la buona governance; ritiene che la PEV continui a essere un quadro d'importanza strategica per approfondire e rafforzare le relazioni con i nostri partner più prossimi, in modo da sostenere le loro riforme politiche, sociali ed economiche, e sottolinea l'importanza di mantenere il principio di titolarità congiunta nella concezione e nell'attuazione di programmi e azioni;

2.

valuta positivamente la revisione in corso della PEV e sottolinea che tale processo dovrebbe condurre a un ulteriore rafforzamento dei legami dell'UE con i paesi vicini e che questi ultimi, pur avendo aspirazioni e obiettivi che possono differire, hanno tutti le potenzialità per diventare gli alleati politici più stretti dell'UE;

3.

osserva che le due dimensioni (meridionale e orientale) della PEV devono essere percepite come parti integranti della stessa politica prioritaria; insiste sulla necessità di avere flessibilità, di differenziare maggiormente il nostro approccio nei confronti dei singoli partner e di spendere meglio;

4.

sottolinea che la revisione strategica della PEV dovrebbe riflettere un maggiore impegno politico da parte di tutti i partner e rafforzare la differenziazione sulla base dei risultati, fondata su parametri di riferimento chiaramente definiti;

5.

ritiene che sia particolarmente utile continuare a valutare non soltanto i risultati conseguiti finora tramite i programmi attuati, ma anche l'adeguatezza delle risorse utilizzate nel quadro del partenariato; è del parere che tale procedura offra la possibilità di ovviare, in futuro, a eventuali lacune e scelte inopportune;

6.

sottolinea la necessità di riconoscere i cambiamenti derivanti dal trattato di Lisbona, in particolare il rafforzamento del ruolo del Vicepresidente della Commissione/Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, la creazione del Servizio europeo per l'azione esterna (SEAE), la nomina di un Commissario per l'allargamento e la politica di vicinato e i nuovi poteri del Parlamento europeo, al fine di dare maggiore coerenza alla politica estera dell'Unione europea e di accrescere l'efficienza e la legittimità della sua dimensione e azione esterne; si attende che gli Stati membri dell'Unione europea non avviino con i paesi della PEV iniziative bilaterali che potrebbero danneggiare l'efficacia dell'azione dell'UE;

7.

invita il SEAE e le delegazioni dell'UE di tutto il mondo a dare un forte contributo per garantire che i diritti umani e i principi politici siano maggiormente integrati nell'analisi della situazione politica dei paesi terzi e vadano ad alimentare eventuali politiche di "trasformazione" mediante progetti di aiuto;

Politica europea di vicinato – Est

8.

accoglie con favore l'avvio del partenariato orientale quale quadro politico per il progresso della dimensione orientale della PEV, con l'obiettivo di approfondire e rafforzare le relazioni tra l'Unione europea e i paesi vicini orientali, promuovendo l'associazione politica, l'integrazione economica e il ravvicinamento delle legislazioni e sostenendo al contempo le riforme politiche e socioeconomiche nei paesi partner; invita il Consiglio, la Commissione e il SEAE a individuare parametri di riferimento chiari per il monitoraggio di tali riforme e osserva che questi dovrebbero tenere conto delle specificità di ciascun partner, compresi i suoi obiettivi e il suo potenziale specifico; invita il Consiglio, la Commissione e il SEAE a coinvolgere il Parlamento nel processo di individuazione di tali parametri; sottolinea che le riforme economiche devono andare di pari passo con le riforme politiche e che la realizzazione della buona governance è possibile soltanto attraverso un processo decisionale aperto e trasparente basato su istituzioni democratiche;

9.

sottolinea l'importanza di promuovere ulteriormente la stabilità e la costruzione della fiducia multilaterale nel quadro del partenariato orientale, così come concordato nella dichiarazione congiunta del vertice per il partenariato orientale tenutosi a Praga;

10.

sottolinea che una prospettiva europea comprendente l'articolo 49 del trattato sull'Unione europea potrebbe rappresentare il motore delle riforme in tali paesi e potenziare ulteriormente il loro impegno a favore di valori e principi condivisi quali la democrazia, la legalità, il rispetto dei diritti umani e la buona governance;

11.

ricorda che i valori fondamentali condivisi, tra cui la democrazia, la legalità e il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali, l'indipendenza del potere giudiziario, la lotta contro la corruzione, la libertà dei mezzi di informazione e la promozione delle ONG – ossia le basi su cui sono stati costruiti la PEV e il partenariato orientale – devono continuare a essere il principale criterio di valutazione dei risultati conseguiti dai paesi partner; invita a tal fine tutti i partner della PEV ad adottare misure concrete in tal senso; incoraggia pertanto la Commissione e il SEAE ad adottare un approccio più ambizioso relativamente all'attuazione dei programmi d'azione annuali in quest'ambito;

12.

osserva che, dall'avvio della PEV nel 2004, si sono registrati risultati eterogenei, con sviluppi positivi per quanto riguarda i diritti umani e la democratizzazione in alcuni paesi partner e sviluppi negativi in altri, in particolare in Bielorussia;

13.

osserva che la Bielorussia resta l'unico paese partner orientale con una partecipazione limitata alla PEV e alla pista bilaterale del partenariato orientale e che un suo coinvolgimento maggiore in tali programmi dipenderà dalla disponibilità del paese ad aderire ai valori condivisi e ai principi di base comuni; ritiene che i recenti sviluppi in Bielorussia siano un affronto alla visione dell'UE in fatto di rispetto dei diritti umani, democrazia e legalità; plaude alle conclusioni del Consiglio "Affari esteri" del 31 gennaio 2011; invita l'UE a prendere tutti i provvedimenti necessari ad attuare pienamente dette conclusioni, anche cercando di rendere i comuni cittadini bielorussi più avvertiti rispetto all'idea di riforma tramite la riduzione della burocrazia e dei costi derivanti dall'ottenimento dei visti Schengen e facilitando i contatti interpersonali; invita a tal proposito gli Stati membri ad utilizzare tutta la flessibilità concessa nell'ambito del codice UE dei visti in sede di rilascio dei visti Schengen; invita la Commissione e gli altri donatori a sostenere la formazione di partiti politici ad orientamento democratico in Bielorussia e la creazione di ONG e organizzazioni della società civile più forti, nonché a sostenere le iniziative civiche e locali nelle regioni bielorusse;

14.

sottolinea che in diversi paesi il quadro giuridico delle elezioni e il loro svolgimento non sono conformi alle norme internazionali; insiste sull'importanza di elezioni libere e giuste, conformemente alle norme e agli impegni internazionali;

15.

sottolinea che la lotta contro la corruzione, in particolare nella magistratura e nelle forze di polizia, dovrebbe figurare tra le principali priorità dell'Unione europea nello sviluppo delle sue relazioni con i partner orientali e che questo dovrebbe riflettersi nel quadro globale di potenziamento delle istituzioni; sottolinea altresì l'importanza di intensificare la lotta contro le reti internazionali della criminalità organizzata e chiede una maggiore cooperazione di polizia e giudiziaria con le agenzie dell'UE;

16.

sottolinea l'importanza di integrare le relazioni bilaterali tra l'Unione europea e i paesi del partenariato orientale con una dimensione multilaterale, aumentando il numero di attività e iniziative comprese nelle piattaforme tematiche, prestando particolare attenzione al rafforzamento dei progetti transfrontalieri, intensificando i programmi volti a promuovere i contatti tra le persone, sviluppando incentivi alla cooperazione regionale e rafforzando ulteriormente il dialogo attivo con la società civile, al fine di promuovere la necessaria creazione di istituzioni non governative aperte e rafforzare la coesione sociale; rileva tuttavia che la dimensione bilaterale è tuttora prevalente e chiede una differenziazione e una condizionalità più chiare e rigorose, grazie alle quali l'ambizione e gli impegni siano seguiti dai fatti e si registrino reali progressi e iniziative concrete verso una prospettiva europea; è fermamente persuaso che l'intensificazione dei legami con i partner che raggiungono i migliori risultati avrà un effetto positivo sugli altri e possa migliorare la cooperazione multilaterale;

17.

esorta il Consiglio europeo e la Commissione a garantire che l'offerta relativa alla liberalizzazione dei visti rivolta ai paesi del partenariato orientale sia, in termini di calendario e di contenuto, generosa almeno quanto le proposte destinate ad altri paesi con i quali essi condividono una frontiera, al fine di non incentivare il rilascio di passaporti stranieri ai cittadini dei paesi del partenariato orientale che, come nel caso della Georgia, dell'Ucraina e della Moldova, può avere effetti destabilizzanti su tali paesi e può quindi pregiudicare la sicurezza e gli interessi della stessa Unione europea;

18.

sottolinea l'importanza di promuovere maggiormente la cooperazione regionale nell'area del Mar Nero e di rafforzare le politiche dell'UE nei confronti di tale regione, in particolare varando una strategia UE per il Mar Nero a tutti gli effetti e garantendo la disponibilità di risorse finanziarie e umane adeguate per la sua efficace attuazione; mette in evidenza la complementarità tra le politiche UE relative al Mar Nero e il partenariato orientale e invita la Commissione e il SEAE a utilizzare in modo positivo gli approcci diversi delle due iniziative e a chiarire, a tutti i livelli, come questo notevole grado di complementarità possa utilizzato positivamente;

19.

esorta i paesi della regione a cooperare maggiormente tra loro e a partecipare a un dialogo rafforzato e duraturo, a tutti i pertinenti livelli, su temi quali la libertà, la sicurezza e la giustizia, e soprattutto in ambiti quali la gestione delle frontiere, la migrazione e l'asilo, la lotta contro la criminalità organizzata, la tratta di esseri umani, l'immigrazione illegale, il terrorismo, il riciclaggio del denaro e il traffico di stupefacenti, nonché la cooperazione di polizia e giudiziaria; rammenta che le buone relazioni di vicinato sono una delle precondizioni più importanti affinché i paesi della PEV possano progredire verso l'adesione all'UE;

20.

sottolinea che in numerosi paesi persistono seri problemi per quanto concerne la libertà di espressione, soprattutto nei mezzi di informazione, e la libertà di associazione e di riunione, e che lo spazio disponibile per gli attori della società e i difensori dei diritti umani continua a essere limitato in modo irragionevole;

21.

giudica favorevolmente il ruolo attivo delle organizzazioni della società civile nella promozione dei valori sui quali si fonda la PEV, in particolare i diritti umani, la libertà dei mezzi di informazione e la democratizzazione; sottolinea che questo ruolo, al pari della partecipazione all'attuazione e al monitoraggio dei progetti nel quadro dell'ENPI e dei piani d'azione della PEV, devono ricevere maggiore sostegno attraverso lo stanziamento di aiuti finanziari e istituzionali a loro favore; si compiace della partecipazione attiva delle organizzazioni della società civile, in particolare quelle dei paesi partner, nel Forum della società civile; incoraggia il Forum a partecipare alle riunioni ufficiali della piattaforma e ai gruppi di lavoro tematici del partenariato orientale;

22.

reputa necessario effettuare un'approfondita valutazione della credibilità di tutte le organizzazioni della società civile coinvolte in tale processo, al fine di garantire la legittimità e l'efficacia delle nostre azioni;

23.

sottolinea l'importanza delle autorità locali nello sviluppo democratico dei paesi partner e invita la Commissione a sostenerle attivamente per rafforzare la democrazia e la governance a livello locale; incoraggia l'espansione dei programmi di gemellaggio tra le autorità locali dell'Unione europea e dei paesi partner così come l'istituzione dell'Assemblea locale e regionale dell'Europa orientale e del Caucaso meridionale;

24.

rileva l'importanza dei sindacati e del dialogo sociale quali elementi dello sviluppo democratico dei partner orientali; sottolinea che i diritti dei sindacati sono limitati e chiede ai partner orientali di rafforzare i diritti dei lavoratori e dei sindacati; raccomanda di intensificare il dialogo sociale e la consultazione delle parti sociali;

25.

evidenzia l'importanza della libertà di espressione e di mezzi di informazione liberi e indipendenti, inclusi quelli su Internet, per lo sviluppo delle democrazie e come mezzo per la promozione di scambi e comunicazioni tra le società della regione e tra queste e l'Unione europea; incoraggia l'UE a continuare a finanziare Belsat, Radyo Racyja e la Radio europea per la Bielorussia, nonché a sostenere la creazione e il consolidamento di altri mezzi di informazione, anche mediante contributi finanziari, anche come strumento per promuovere canali diretti di comunicazione tra le società; sottolinea la necessità di revocare l'assistenza ai mezzi di informazione appartenenti allo Stato o da esso controllati, come in Bielorussia;

26.

ribadisce che gli accordi di associazione, che rappresentano uno strumento importante per stimolare le riforme, dovrebbero includere condizioni, calendari e parametri di riferimento concreti per la valutazione dei risultati nonché essere accompagnati da un processo di monitoraggio periodico al fine di approfondire efficacemente e in modo organico la relazione bilaterale con l'Unione europea e di rafforzare la coerenza di tutte le componenti di tali accordi, ovvero le dimensioni politica, economica, sociale e culturale e gli obblighi sul rispetto dei diritti umani; sottolinea la necessità di avviare il più rapidamente possibile i programmi globali di potenziamento delle istituzioni; sottolinea che, tenendo conto del carattere ambizioso degli accordi di associazione e della loro importanza cruciale per il futuro del partenariato orientale, l'Unione europea dovrebbe sostenere questi paesi fornendo loro assistenza tecnica e finanziaria, per metterli nelle condizioni di adempiere agli impegni assunti per quanto riguarda l'attuazione; rammenta alla Commissione la sua responsabilità di tenere il Parlamento e i relatori competenti debitamente informati in merito ai mandati negoziali per gli accordi di associazione e ai negoziati stessi;

27.

si compiace del lavoro svolto dal gruppo consultivo di alto livello dell'Unione europea in Armenia e dell'istituzione di un gruppo analogo in Moldova; invita il Vicepresidente della Commissione/Alto rappresentante e la Commissione a discutere in merito alla possibilità di offrire tale assistenza ad altri partner orientali;

28.

ritiene che una maggiore integrazione economica può essere un potente fattore di cambiamento sociale e politico; sottolinea che le Zone di libero scambio approfondite e globali (DCFTA) con l'Unione europea devono essere istituite soltanto una volta che siano soddisfatte le necessarie condizioni; sottolinea che dette Zone continuano ad essere uno dei principali incentivi del partenariato orientale per i paesi partner nonché un potente stimolo alle riforme, a condizione che l'impatto sociale e ambientale sia valutato pienamente e tempestivamente; riconosce che il concetto di Zone di libero scambio approfondite e globali dovrebbe a sua volta essere adattato alle mutevoli circostanze dei singoli paesi partner orientali;

29.

sottolinea l'importanza di una maggiore cooperazione economica bilaterale e multilaterale tra i partner della PEV, poiché ciò apporterebbe benefici concreti per i cittadini, oltre a migliorare il clima politico nella regione e a contribuire allo sviluppo economico dei paesi partner; incoraggia pertanto l'istituzione di zone di libero scambio tra i paesi partner;

30.

osserva la crescente presenza economica della Cina nei paesi del partenariato orientale;

31.

sottolinea l'importanza di sostenere la mobilità dei cittadini, di mantenere i contatti interpersonali e di gestire i flussi migratori, in particolare attraverso accordi di facilitazione dei visti e di riammissione, nell'ottica di conseguire in maniera graduale la totale liberalizzazione dei visti, purché siano pienamente rispettate tutte le condizioni previste; invita l'UE a intraprendere attivamente e rapidamente dei negoziati a tal fine, garantendo nel contempo una migliore attuazione degli accordi di facilitazione del visto; raccomanda che gli accordi bilaterali includano disposizioni sull'aggiornamento delle legislazioni nazionali in materia di migrazione nei paesi della PEV; insiste che l'attuazione di tali accordi e politiche, con specifico riguardo alla concessione dell'asilo, debba essere pienamente conforme agli obblighi e impegni internazionali e alle norme dell'Unione europea, specialmente in materia di diritti umani;

32.

sottolinea inoltre il fatto che la liberalizzazione dei visti può essere utilizzata come forte incentivo per promuovere la democratizzazione e le riforme in materia di diritti umani nei paesi partner, nonché come mezzo per riconoscere i passi concreti compiuti nel quadro della PEV a favore dell'associazione politica e dell'integrazione economica con l'UE;

33.

propone che la Commissione pubblichi una relazione annuale di valutazione degli accordi europei di riammissione;

34.

ritiene che sia necessario rafforzare la cooperazione tra i paesi della PEV e FRONTEX;

35.

esorta la Commissione a prestare particolare attenzione alla mobilità di studenti, docenti, ricercatori e imprenditori, garantendo la disponibilità di sufficienti risorse e rafforzando e ampliando i programmi di borse di studio esistenti; sottolinea a tal proposito l'importanza di elaborare, nell'ambito del partenariato orientale, nuovi progetti incentrati su una cooperazione più strutturata nel settore dell'istruzione superiore e della ricerca che promuova gli scambi universitari e i partenariati di ricerca pubblico-privato; si compiace dell'istituzione di partenariati per la mobilità con la Moldova e la Georgia e incoraggia la conclusione di tali partenariati con altri paesi orientali, come parte dell'approccio globale dell'UE in materia di migrazione; ritiene a tal proposito che le flessibilità esistenti nel Codice dei visti Schengen dovrebbero essere utilizzate e applicate meglio al fine di facilitare la mobilità di questi gruppi;

36.

ribadisce il forte sostegno a favore del progetto finanziato dall'UE per l'assegnazione di borse di studio del Collegio d'Europa a favore dei laureati provenienti dai paesi della PEV e dall'UE; ritiene che ciò consentirà di formare i futuri interlocutori europei e dei paesi vicini, come per esempio i funzionari addetti ad incarichi in ambito UE-PEV, dando loro un approfondita conoscenza professionale del contenuto e dello spirito delle politiche, del diritto e delle istituzioni dell'UE;

37.

sottolinea l'importanza della cooperazione settoriale, dato il crescente livello di interdipendenza, in particolare in ambiti quali la sicurezza energetica, l'ambiente e i cambiamenti climatici, l'istruzione, le tecnologie dell'informazione, la ricerca, i trasporti, lo sviluppo e l'inclusione sociali, l'occupazione e la creazione di posti di lavoro nonché la cooperazione in materia di sanità; sottolinea che una maggiore cooperazione settoriale potrebbe favorire sinergie tra le politiche interne dell'Unione europea e della PEV; ritiene in tale contesto che occorra incoraggiare un maggior numero di paesi partner a concludere protocolli con l'Unione europea sull'adesione ai programmi e alle agenzie dell'UE; accoglie favorevolmente, a tal riguardo, l'adesione della Repubblica moldova e dell'Ucraina alla comunità dell'energia;

38.

reputa necessario rafforzare la cooperazione in materia di energia, l'efficienza energetica e la promozione dell'energia rinnovabile, che rappresenteranno gli obiettivi chiave degli accordi di cooperazione con i partner della PEV; mette in evidenza l'importanza strategica del progetto Nabucco e di una sua rapida attuazione, nonché del progetto AGRI per il trasporto di gas naturale liquefatto;

39.

sottolinea la necessità di fornire un adeguato livello di finanziamenti UE per la cooperazione con i paesi vicini e ribadisce il valore dell'ENPI quale strumento di finanziamento della PEV, che dovrebbe evolversi in modo tale da rispondere con più flessibilità alle diverse esigenze dei paesi e delle regioni vicini, garantire un collegamento diretto tra gli obiettivi politici della PEV e la programmazione dell'ENPI e riflettere la natura orientata ai risultati della futura PEV; sottolinea tuttavia la necessità di garantire una maggiore flessibilità e reattività di fronte alle crisi nonché un'assistenza più mirata, rivolta in particolare alla società civile e ai livelli locali, assicurando un approccio bottom-up e garantendo che l'assistenza finanziaria non sia oggetto di un'ingerenza ingiustificata da parte dello Stato; evidenzia l'importanza di monitorare la gestione e l'attuazione dei diversi programmi nel quadro dell'ENPI e sostiene che un criterio fondamentale per il finanziamento dei progetti debba essere il valore aggiunto apportato allo sviluppo delle economie locali, tenendo conto del costo effettivo e del reale contributo di ciascun progetto; invita la Commissione e il SEAE a consultare tempestivamente il Parlamento e i soggetti interessati della società civile in occasione dell'imminente elaborazione dello strumento che sostituirà l'ENPI;

40.

chiede un aumento dei finanziamenti da stanziare a titolo dello Strumento per la democrazia e i diritti umani per rafforzare la capacità della società civile di promuovere i diritti umani e la riforma democratica, e a titolo dello Strumento per gli attori non statali che sostiene le attività di sviluppo locali su scala ridotta che devono essere realizzate da organizzazioni della società civile, in particolare in Bielorussia, e un migliore utilizzo degli strumenti in questione;

41.

sottolinea l'importanza di mantenere livelli di finanziamento adeguati e giudica incoraggiante il più efficace coordinamento del lavoro svolto dalle istituzioni finanziarie internazionali e da altri donatori per migliorare l'efficienza e generare sinergie; evidenzia che l'Unione europea dovrebbe inoltre contribuire a un migliore utilizzo delle risorse esistenti da parte dei paesi partner, ponendo maggiormente l'accento sulla cooperazione pratica in modo da migliorare le capacità delle loro istituzioni di realizzare le riforme e rispettare gli impegni derivanti dai diversi accordi conclusi con l'Unione europea; sottolinea che occorre rafforzare il collegamento diretto tra risultati e assistenza finanziaria (ad esempio, lo strumento di governance in seno all'ENPI) soprattutto nei settori della democrazia, dei diritti dell'uomo e della legalità;

42.

ritiene che il sostegno di bilancio possa essere oggetto di discussione quale valida opzione che potrebbe fornire reali incentivi in futuro; è convinto, tuttavia, che tale sostegno debba essere basato sul principio di differenziazione ed essere soggetto a condizioni, tra cui l'adesione dei paesi beneficiari a valori e principi condivisi, procedure di gestione e controllo del bilancio efficaci, bassi livelli di corruzione e la capacità di utilizzare tale sostegno in maniera trasparente, efficace e responsabile;

43.

chiede un cospicuo aumento del massimale della rubrica 4 nel bilancio generale, in particolare per l'ENPI, considerato che, sebbene negli ultimi anni siano stati compiuti alcuni progressi nella promozione di una maggiore cooperazione e della progressiva integrazione economica tra l'Unione europea e i paesi partner, occorre compiere ulteriori sforzi in quanto si profilano nuove sfide e nuovi ambiti di cooperazione;

44.

invita la Commissione a incrementare il sostegno finanziario per la dimensione orientale della politica europea di vicinato – ma non a scapito dei finanziamenti a favore dell'Unione per il Mediterraneo - al fine di realizzare gli obiettivi e garantire un'efficace attuazione del partenariato orientale;

45.

osserva che gli aiuti, per quanto possano produrre un effetto di leva per i paesi della PEV, non sono sufficienti a garantire uno sviluppo sostenibile e duraturo; invita pertanto i paesi della PEV a rafforzare e mobilitare le loro risorse nazionali, a coinvolgere attivamente il settore privato, i governi locali e la società civile nell'agenda della PEV e a garantire una maggiore titolarità dei progetti di tale politica;

46.

osserva che il rafforzamento della dimensione giovanile del partenariato orientale rappresenta uno dei principali investimenti sia nelle relazioni future tra l'UE e i paesi vicini orientali – con grandi potenzialità per gli anni a venire – sia nella democratizzazione di tali partner e nell'armonizzazione della loro legislazione con le norme europee; ribadisce che lo stanziamento supplementare di 1 milione di euro assegnato all'ENPI per il 2011 nell'ambito del bilancio UE 2011 dovrebbe essere impiegato dalla Commissione per il rafforzamento della dimensione giovanile del partenariato orientale mediante:

a)

piccoli contributi assegnabili tramite inviti a presentare proposte pubblicati dalla Commissione o da una delegazione UE e rivolti alle organizzazioni giovanili degli Stati membri dell'UE e dei paesi del partenariato orientale per la realizzazione di progetti comuni;

b)

borse di studio per studenti provenienti dai paesi orientali della PEV;

47.

si compiace dell'esito della conferenza dei donatori per la Bielorussia, tenutasi il 2 febbraio 2011, che ha raccolto quasi 87 milioni di euro da utilizzare per sostenere i difensori dei diritti umani e rafforzare i sindacati, i centri di ricerca e le organizzazioni studentesche;

48.

osserva che l'Unione europea si è impegnata con maggiore determinazione nelle questioni relative alla sicurezza nei paesi vicini orientali attraverso l'istituzione della missione dell'UE di assistenza alle frontiere (EUBAM) in Moldova e della missione di vigilanza dell'UE (EUMM) in Georgia; invita l'Alto rappresentante/Vicepresidente e il SEAE a rafforzare la loro partecipazione alla ricerca di una soluzione ai persistenti conflitti in Transdnestria e nel Caucaso meridionale sulla base dei principi del diritto internazionale, in particolare il non ricorso alla forza, l'autodeterminazione e l'integrità territoriale, attraverso posizioni politiche più dinamiche, una partecipazione più attiva e un ruolo maggiore nelle strutture permanenti e ad hoc per la risoluzione dei conflitti, compresi i modelli negoziali già esistenti, in particolare quelli dell'OSCE;

49.

esorta l'Alto rappresentante/Vicepresidente della Commissione e il SEAE a sviluppare un maggior numero di programmi e misure di fiducia, compreso l'avvio di nuove missioni e strategie pubbliche di comunicazione e la valutazione dell'opportunità di attuare iniziative pragmatiche e approcci innovativi, quali contatti informali con le società dei territori secessionisti al fine di sostenere la cultura civica e il dialogo a livello locale, pur mantenendo la politica UE di non riconoscimento; sottolinea l'importanza di rafforzare il principio delle relazioni di buon vicinato, così come di sviluppare la cooperazione regionale attraverso la PEV, il partenariato orientale e i negoziati sugli accordi di associazione; ritiene che i rappresentanti speciali dell'Unione europea (RSUE) continuino ad avere un ruolo significativo da svolgere, in particolare nei luoghi in cui il loro mandato ha una dimensione regionale, come nel Caucaso meridionale; ritiene che occorrano nuove e più efficaci misure per risolvere i persistenti conflitti nella regione che ostacolano la dimensione multilaterale;

50.

richiama l'attenzione, a tal proposito, sul fatto che la mancanza di progressi nella risoluzione dei conflitti persistenti nel Caucaso meridionale ha pregiudicato lo sviluppo di qualsiasi tipo di cooperazione nella regione, fatta eccezione per il Centro regionale per l'ambiente, e ha conseguentemente indebolito la PEV; ritiene di fondamentale importanza identificare le aree di cooperazione in cui è possibile coinvolgere i tre paesi, in particolare per quanto riguarda il dialogo tra le società civili, le organizzazioni giovanili e i mezzi d'informazione indipendenti, così come per l'interazione economica; esorta il SEAE a fare quanto in suo potere anche ai fini della partecipazione della Federazione russa e della Turchia in suddetta iniziativa;

51.

ritiene che, al fine di ridurre il carico di lavoro delle delegazioni UE in tali paesi e di rafforzare la partecipazione dell'Unione alle soluzioni negoziate a livello internazionale per i conflitti in essere, la nomina di rappresentanti speciali dell'Unione europea possa rappresentare uno strumento utile, soprattutto nel caso della Transdnestria e del Caucaso meridionale; evidenzia che i rappresentanti speciali dell'Unione europea dovrebbero agire sotto il coordinamento dell'Alto rappresentante/Vicepresidente della Commissione;

52.

esprime preoccupazione per il fatto che le persone costrette a sfollare (sia rifugiati che sfollati interni) sono tuttora private dei loro diritti, tra cui il diritto di tornare nel loro paese, i diritti di proprietà e il diritto alla sicurezza personale, a causa dei conflitti armati nei territori dei paesi partner; invita tutte le parti a riconoscere inequivocabilmente e incondizionatamente tali diritti, nonché la necessità che siano rispettati al più presto e che si trovi una tempestiva soluzione a tale problema conformemente ai principi del diritto internazionale; invita a tal proposito la Commissione e gli Stati membri dell'UE a mantenere ed ampliare l'assistenza e il sostegno finanziario forniti dall'UE a quei paesi del partenariato orientale che stanno affrontando detta situazione, in particolare, aiutandoli a ristrutturare e realizzare le necessarie opere viarie ed edili, le infrastrutture per l'approvvigionamento idrico ed elettrico, gli ospedali e le scuole;

Ruolo del Parlamento europeo

53.

sottolinea l'importanza fondamentale del Parlamento europeo nel promuovere il dibattito politico e nel rafforzare la libertà e la democrazia nei paesi partner vicini, anche attraverso le missioni parlamentari di osservazione elettorale; evidenzia il suo impegno a favore di una maggiore coerenza tra i suoi organi, di un rafforzamento delle relazioni con la società civile e dell'efficacia del lavoro di detti organi, anche mediante un uso migliore delle delegazioni presso gli organismi interparlamentari;

54.

ribadisce il suo netto sostegno a favore dell'Assemblea parlamentare EURONEST, sottolineando il ruolo di questo organismo nel rafforzamento della democrazia e delle istituzioni democratiche e in quanto dimensione parlamentare del partenariato orientale; ritiene che l'Assemblea fornirà un valido contributo alla realizzazione della PEV rafforzata e conferirà valore aggiunto a tutte le parti interessate nel potenziamento della cooperazione, della solidarietà e della fiducia reciproca e nella promozione delle migliori prassi; afferma che i deputati bielorussi potranno partecipare all'Assemblea parlamentare EURONEST soltanto quando il parlamento bielorusso sarà eletto democraticamente e riconosciuto come tale dall'Unione europea;

55.

sottolinea il ruolo del Parlamento europeo in tutte le fasi e le aree di sviluppo della PEV, tanto nella definizione delle scelte strategiche quanto nel controllo dell'attuazione della PEV, e ribadisce il suo impegno a continuare a esercitare il diritto di controllo parlamentare per quanto riguarda l'attuazione della PEV, anche attraverso discussioni regolari con la Commissione sull'applicazione dell'ENPI; deplora tuttavia i limiti posti all'accesso e alla consultazione dei documenti nella preparazione dei documenti di programmazione; chiede che al Parlamento sia concesso di accedere ai mandati negoziali relativi a tutti gli accordi internazionali in via di negoziazione con i paesi partner della PEV, in conformità dell'articolo 218, paragrafo 10, del trattato sul funzionamento dell'Unione europea, il quale prevede che il Parlamento sia immediatamente e pienamente informato in tutte le fasi della procedura;

56.

si compiace della decisione del Consiglio di convocare un secondo vertice del partenariato orientale nella seconda metà del 2011; invita a tal proposito gli Stati membri dell'UE a cogliere questa occasione per effettuare un bilancio dei progressi compiuti e rivedere ulteriormente l'orientamento strategico del partenariato orientale, affinché continui a produrre in futuro risultati significativi;

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* *

57.

incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al Vicepresidente della Commissione/Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, al Servizio europeo per l'azione esterna (SEAE), al Comitato delle regioni, ai governi e ai parlamenti nazionali dei paesi della PEV nonché all'OSCE e al Consiglio d'Europa.


(1)  GU C 287 E del 24.11.2006, pag. 312.

(2)  GU C 282 E del 6.11.2008, pag. 443.

(3)  GU C 303 E del 13.12.2006, pag. 760.

(4)  GU C 285 E del 26.11.2009, pag. 11.

(5)  GU C 76 E del 25.3.2010, pag. 83.

(6)  GU C 41 E del 19.2.2009, pag. 64.

(7)  Testi approvati, P7_TA(2011)0025.

(8)  Testi approvati, P7_TA(2010)0193.

(9)  GU L 310 del 9.11.2006, pag. 1.


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