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Document 52011DC0921

    RELAZIONE DELLA COMMISSIONE Valutazione ex post della manifestazione "Capitale europea della cultura 2010" (Essen nella Ruhr, Pécs, Istanbul)

    /* COM/2011/0921 definitivo */

    52011DC0921

    /* COM/2011/0921 definitivo */ RELAZIONE DELLA COMMISSIONE Valutazione ex post della manifestazione "Capitale europea della cultura 2010" (Essen nella Ruhr, Pécs, Istanbul)


    RELAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO E AL COMITATO DELLE REGIONI

    Valutazione ex post della manifestazione "Capitale europea della cultura 2010" (Essen nella Ruhr, Pécs, Istanbul)

    INTRODUZIONE

    La presente relazione è presentata in applicazione dell'articolo 12 della decisione n. 1622/2006/CE[1], del 24 ottobre 2006, che istituisce un'azione comunitaria a favore della manifestazione "Capitale europea della cultura" per gli anni dal 2007 al 2019, che prevede quanto segue: "la Commissione effettua ogni anno la valutazione esterna ed indipendente dei risultati della manifestazione 'Capitale europea della cultura' dell'anno precedente, in relazione agli obiettivi e ai criteri dell'azione stabiliti nella presente decisione. Entro la fine dell'anno successivo alla manifestazione "Capitale europea della cultura", la Commissione presenta una relazione su tale valutazione al Parlamento europeo, al Consiglio e al Comitato delle regioni."

    La relazione illustra la posizione della Commissione sulle principali conclusioni e raccomandazioni della valutazione esterna effettuata per l'edizione 2010 della manifestazione "Capitale europea della cultura", disponibile all'indirizzo:

    http://ec.europa.eu/culture/our-programmes-and-actions/capitals/evaluation-commissioned-by-the-eu_en.htm.

    La valutazione esterna ha effettuato in primo luogo una valutazione separata per ciascuna delle tre Capitali europee della cultura (di seguito "CEC"): Essen nella Ruhr, Pécs e Istanbul. I risultati sono poi stati confrontati e sono state ricavate conclusioni valide per ciascuna di esse.

    CONTESTO DELL'AZIONE

    L'azione UE per la manifestazione "Capitale europea della cultura"

    Il meccanismo iniziale della manifestazione "Città europea della cultura" è stato avviato a livello intergovernativo nel 1985[2]. Sulla base di tale iniziativa, la decisione 1419/1999/CE ha istituito un'azione comunitaria a favore della manifestazione "La capitale europea della cultura" per gli anni dal 2005 al 2019[3]. Detta decisione ha fissato un ordine cronologico secondo il quale gli Stati membri si alternano per ospitare la manifestazione, che si svolge ogni anno. Anche i paesi europei che non sono Stati membri potevano candidarsi, senza seguire un ordine cronologico prestabilito. I paesi autorizzati ad ospitare l'evento in un determinato anno dovevano presentare le candidature delle città e il loro programma culturale a una giuria europea che ne raccomandava la nomina alla Commissione. Il Consiglio dei Ministri nominava formalmente le CEC.

    Il 1º gennaio 2007, la decisione 1419/1999/CE è stata sostituita dalla decisione 1622/2006/CE[4] che ha affinato gli obiettivi e introdotto una procedura nazionale di selezione e monitoraggio in due fasi a partire dal 2013. La nuova decisione ha introdotto riunioni di monitoraggio successive alla nomina che si concludono con le raccomandazioni della giuria sull'assegnazione di un premio pecuniario in onore di Melina Mercouri alle capitali della cultura, purché le città nominate soddisfino i criteri stabiliti dalla decisione 1622/2006/CE e abbiano attuato le raccomandazioni formulate dalla giuria e dal gruppo di monitoraggio. Il sostegno finanziario dell'UE è fornito dal programma Cultura. Per il periodo 2007-2013 è stato messo a disposizione per le CEC un importo annuo massimo di 1,5 milioni di euro. Fino al 2009 le città selezionate ricevevano tali fondi sotto forma di sovvenzione destinata al cofinanziamento di parte del loro programma. A partire dal 2010 le città sono state sottoposte alla fase di monitoraggio e hanno ricevuto il sostegno finanziario UE di 1,5 milioni di euro tramite il premio Melina Mercouri.

    Le capitali europee della cultura 2010

    Per le CEC del 2010 è stata quindi applicata la procedura di selezione prevista dalla decisione del 1999. In tale anno spettava alla Germania e all'Ungheria ospitare la CEC. La Germania ha proposto Essen nella Ruhr e Görlitz; l'Ungheria ha proposto Pécs. Inoltre, la Turchia ha proposto Istanbul e l'Ucraina Kiev. A norma dell'articolo 4 della decisione 1419/1999/CE, relativo alla partecipazione di paesi europei non membri dell'UE alla manifestazione, in un determinato anno può essere nominata solo una città di paesi extra UE.

    La selezione ha avuto luogo nel 2006. La giuria europea ha presentato una relazione in cui si raccomandava che Essen nella Ruhr, Pécs e Istanbul fossero nominate per il 2010 e che fossero aiutate a raggiungere gli obiettivi proposti. Nel 2006 il Consiglio dei Ministri ha nominato formalmente tali città in base a una raccomandazione della Commissione.

    LA VALUTAZIONE ESTERNA

    Termini della valutazione

    La Commissione ha affidato a ECORYS UK Ltd. l'esecuzione della valutazione esterna[5] delle manifestazioni CEC del 2010. La valutazione ha riguardato la pertinenza, l'efficienza, l'efficacia e la sostenibilità di queste CEC in rapporto agli obiettivi dell'azione e agli obiettivi fissati dalle stesse CEC nelle rispettive candidature e durante la fase di attuazione. Dato che ogni CEC è nominata per un solo anno, le conclusioni e le raccomandazioni riguardanti le città sono state formulate sotto forma di "insegnamenti" che potranno servire alle future CEC nell'attuazione dell'azione.

    Metodologia

    Le tre CEC sono state valutate individualmente, in parte basandosi su valutazioni commissionate dalle CEC stesse. I dati sono stati raccolti a due livelli: una piccola quantità a livello di UE e una parte più consistente dalle CEC. Le fonti principali comprendono i testi politici e accademici a livello europeo, le candidature iniziali delle CEC, gli studi e le relazioni commissionati dalle medesime, i programmi delle manifestazioni, il materiale promozionale e i siti Internet, i dati quantitativi forniti dalle CEC sulle attività, sulle realizzazioni e sui risultati, le interviste dei gruppi di gestione di ciascuna CEC, la consultazione delle principali parti interessate in ciascuna CEC, e le visite effettuate in ciascuna città. In generale le conclusioni relative all'azione CEC sono state tratte in base ai documenti e alle conclusioni provenienti dalle tre CEC.

    Le constatazioni della valutazione

    Pertinenza dell'azione

    La realizzazione dell'azione è stata valutata come pertinente all'articolo 167 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea. I criteri di selezione specificati nelle decisioni 1419/1999/CE e 1622/2006/CE garantiscono che i programmi culturali delle città nominate siano pertinenti a quanto specificato dall'articolo 167, pur lasciando ad ogni CEC la libertà di interpretare individualmente gli obiettivi del trattato.

    Il preambolo della decisione del 1999 aveva introdotto per la prima volta un riferimento esplicito allo sviluppo della cultura e del turismo e alla necessità di mobilitare ampie fasce della popolazione. Nella decisione del 2006 questi riferimenti sono stati accentuati includendo criteri specifici relativi alla "promozione della partecipazione degli abitanti" e allo "sviluppo a lungo termine". Molte CEC sono andate oltre, indicando espliciti obiettivi sociali, economici e legati al turismo. L'introduzione di questi obiettivi nell'azione CEC ha insieme prefigurato e rispecchiato le tendenze più generali della politica culturale.

    La crescente importanza di questi obiettivi è stata tuttavia accompagnata da un dibattito sul fatto se la cultura vada sostenuta per il suo valore intrinseco o in quanto mezzo per procurare utili tangibili e quantificabili sugli investimenti.

    Pertinenza delle CEC 2010

    La valutazione ha esaminato le motivazioni addotte dalle città nelle rispettive candidature e la pertinenza degli obiettivi indicati in rapporto a quelli dell'azione e a quelli fissati dall'articolo 167. Ha preso in esame anche il processo con il quale le motivazioni delle CEC 2010 si sono tradotte in una serie di obiettivi concreti e le modifiche di questi obiettivi nel corso della fase di sviluppo. Le tre CEC hanno fatto propri gli obiettivi dell'azione adattandoli in funzione delle loro particolari situazioni e priorità. Tutte e tre le capitali della cultura del 2010 hanno predisposto programmi culturali di vario tipo e attività collegate (comunicazioni, volontariato, ecc.) finalizzati agli obiettivi di "sviluppo di attività culturali", di "promozione della dimensione europea della cultura e attraverso la cultura" e di "sviluppo sociale ed economico mediante la cultura".

    Efficienza della gestione

    È stata esaminata l'efficienza della gestione delle CEC, compresi i relativi modelli organizzativi, le procedure di selezione e realizzazione delle attività e degli eventi culturali, le comunicazioni e le promozioni e i mezzi utilizzati per ottenere finanziamenti.

    Come la valutazione delle CEC 2007, 2008 e 2009, la valutazione delle CEC 2010 evidenzia che è necessario, ma richiede un certo impegno, creare una struttura organizzativa appropriata e costituire un gruppo dotato delle competenze idonee a realizzare il programma culturale. Ciò richiede una più ampia gamma di competenze e quindi una struttura diversa da quella del gruppo che ha inizialmente preparato la candidatura. È anche necessario trovare un equilibrio tra gli interessi artistici e quelli politici e assicurarsi che qualsiasi nuovo meccanismo operativo sia accettato dalle parti interessate come fattore di cooperazione. È solitamente consigliabile creare una struttura nuova e indipendente, attentamente commisurata al contesto politico e culturale della città.

    Le CEC 2010 illustrano questi aspetti in modi molto diversi. Essen nella Ruhr ha sviluppato una struttura di gestione efficiente ed efficace dimostrando così che è possibile far fronte a grandi sfide, anche in una situazione complessa quale quella di un grande agglomerato.

    A Pécs, l'organizzazione di una manifestazione di questa portata si è rivelata un compito arduo e sono emerse alcune difficoltà. Innanzitutto, sono state istituite due diverse organizzazioni per la gestione del bilancio, il che ha portato a una mancanza di chiarezza in merito alle competenze per la direzione artistica; le autorità pubbliche erano tendenzialmente incaricate di stanziare i finanziamenti, mentre l'agenzia di gestione ha disposto solo di un'autonomia limitata. In secondo luogo, la selezione del direttore artistico e la direzione del programma culturale si sono rivelate difficoltose, con avvicendamenti dei responsabili dell'elaborazione del programma e del quadro istituzionale. Tale situazione è stata aggravata dai mutamenti politici avvenuti a Pécs durante la fase di elaborazione. Il processo decisionale è stato di conseguenza lungo e complicato e le disposizioni di gestione hanno assunto carattere definitivo solo a fine 2008, quando ci si è potuti concentrare sulla definizione del programma culturale. Tuttavia a questo punto era troppo tardi per mobilitare molti operatori culturali e per realizzare alcuni progetti ideati inizialmente. Nonostante queste difficoltà, il programma culturale definitivo di Pécs 2010 è stato molto più ricco dell'offerta culturale della città negli anni precedenti.

    Per quanto riguarda Istanbul, nel 2007 era stato istituito un organismo esecutivo, l'agenzia per Istanbul Capitale europea della cultura 2010, con il compito di attuare il programma CEC. Tale agenzia si è avvalsa di un forte impegno politico e finanziario da parte del governo nazionale, nonché di un livello significativo di autonomia, almeno all'inizio. Nonostante l'agenzia sia riuscita ad attuare un programma culturale e una campagna di marketing molto ampi, alcuni aspetti delle disposizioni di gestione si sono rivelati problematici e hanno portato a un impatto generale della CEC meno incisivo di quanto previsto. Dato che il governo era la fonte del 95% dei finanziamenti, gli organismi statali esercitavano un crescente controllo sulla CEC, con frustrazione degli operatori culturali indipendenti, molti dei quali si sono dimessi dalle loro funzioni in seno all'agenzia nel 2009. Il conseguente venir meno di una chiara visione artistica ha portato a un debole coordinamento tra il programma culturale e la campagna di marketing, con quest'ultima che non effettuava una promozione specifica della prima.

    Nonostante queste difficoltà, la nomina a CEC resta molto ambita, permette di realizzare programmi culturali di ampia portata e di ottenere risultati significativi. Le città prendono impegni espliciti per quanto riguarda le risorse finanziarie già nella fase della candidatura. È però necessario garantire che le CEC mantengano gli impegni assunti in questa fase, anche per quanto riguarda la comunicazione; durante la fase di selezione, Essen nella Ruhr si è presentata come città candidata e ha coinvolto la Ruhr nel suo programma. Tuttavia, nonostante le raccomandazioni del gruppo di monitoraggio e consulenza, il titolo Essen nella Ruhr 2010 è diventato Ruhr 2010 nella strategia di comunicazione della manifestazione. Inoltre, almeno una città del bacino della Ruhr (Dortmund) si è appropriata di tale titolo presentandosi in alcuni casi come "Dortmund Capitale europea della cultura 2010".

    Efficienza dei meccanismi CEC a livello di UE

    Un elemento essenziale della valutazione è stata l'efficienza delle procedure di selezione, monitoraggio e finanziamento messe in atto dalla Commissione europea.

    I meccanismi applicati dalla Commissione europea per la selezione delle CEC 2010 sono stati quelli specificati dalla decisione 1419/1999/CE. La Germania e l'Ungheria potevano decidere liberamente i parametri in base ai quali nominare una (o più) città per la CEC. Entrambi gli Stati membri hanno organizzato una procedura di selezione per le proposte da trasmettere alle istituzioni europee. Hanno definito i criteri e le disposizioni di tali procedure in modo indipendente rispetto alla Commissione europea. Se da un lato tali procedure sono riuscite ad attirare un numero elevato di candidati, 16 in Germania e 7 in Ungheria, dall'altro esse non hanno potuto garantire che tutte le candidature fossero elaborate tenendo conto dei criteri europei. Inoltre, mentre la Germania ha presentato alla giuria europea la candidatura di due città – permettendole così di operare una scelta – l'Ungheria ne ha presentata solo una; in tal modo la giuria ha potuto unicamente decidere se accettare o respingere la domanda di Pécs.

    Se tutte e tre le CEC si sono in ultima analisi rivelate pertinenti ai criteri dell'UE, le prossime CEC (a partire dal 2013), selezionate in base alle nuove procedure introdotte dalla decisione 1622/2006/CE, potrebbero dimostrarsi maggiormente pertinenti a tali criteri.

    Le città nominate per il 2010 sono state comunque le prime CEC ad essere cofinanziate e monitorate conformemente alle nuove procedure fissate dalla decisione 1622/2006/CE. In questi tre casi, dai documenti emerge che le nuove procedure hanno contribuito a rafforzare le CEC, compresa la loro enfasi sulla dimensione europea. Le CEC hanno dichiarato che i contatti informali con i membri del gruppo di monitoraggio e consulenza si sono rivelati un valido complemento alle riunioni e alle relazioni di monitoraggio formali, aggiungendo unanimemente che i finanziamenti dell'UE ricevuti sotto forma di premio hanno creato un onere amministrativo minore rispetto alle sovvenzioni tradizionali, assegnate alle CEC degli anni precedenti. L'azione CEC suscita un forte interesse da parte delle città candidate, genera consistenti investimenti nei programmi culturali e più in generale nelle città e attira l'attenzione dei media e del pubblico. Difficilmente iniziative d'altro tipo avrebbero potuto avere lo stesso impatto con un pari livello di investimenti istituzionali e finanziari da parte dell'UE.

    Efficacia per lo sviluppo di attività culturali

    Tutte e tre le CEC 2010 hanno attuato nel proprio territorio programmi culturali molto più ampi rispetto a quanto si sarebbe verificato senza la nomina a CEC: si sono svolte 5 500 manifestazioni culturali a Essen nella Ruhr, 4 675 a Pécs e 10 000 a Istanbul. Sono stati organizzati complessivamente oltre 20 000 eventi visitati da almeno 20 milioni di persone nelle due CEC più grandi (Essen nella Ruhr e Istanbul)[6]. I programmi culturali delle tre CEC hanno interessato tutti i dodici mesi del 2010. Se si considera l'azione CEC nel suo complesso, si può affermare che essa ha raggiunto il suo obiettivo di sviluppo delle attività culturali.

    I documenti delle tre CEC suggeriscono inoltre che tali programmi culturali sono stati maggiormente innovativi, eterogenei e di profilo più elevato rispetto a quello che sarebbe stata l'offerta culturale di ciascuna città in assenza della nomina a CEC, con un numero maggiore di manifestazioni ed esibizioni di artisti di fama internazionale rispetto al solito. Essen nella Ruhr e Istanbul hanno posto particolare enfasi sulla commissione e rappresentazione o esposizione di nuove opere d'arte, comprese quelle di artisti o istituzioni culturali locali, mentre Pécs ha assegnato relativamente più importanza alle attività esistenti.

    Tutte e tre le CEC hanno esplorato vari temi e aspetti artistici, alcuni dei quali innovativi o sperimentali. Tuttavia, nel caso di Pécs e di Istanbul, le difficoltà nella gestione delle CEC hanno determinato la mancanza di una forte direzione artistica per i programmi culturali nel loro complesso. Istanbul ha affrontato questioni di interesse contemporaneo e ha presentato un'offerta eterogenea di tendenze culturali moderne e contemporanee in diverse discipline artistiche, ma ha avuto difficoltà a stabilire un tema artistico coerente tra tutte le discipline. Pécs si era invece prefissata l'obiettivo generale di promuovere la cooperazione con l'Europa sudorientale e di posizionarsi come porta d'ingresso a questa regione. Nella pratica, tuttavia, le attività da essa organizzate si sono via via concentrate sullo sviluppo di nuove infrastrutture (di difficile finanziamento dopo il 2010) piuttosto che sull'esplorazione di temi artistici associati all'obiettivo generale della CEC.

    Efficacia per la promozione della dimensione europea della cultura e attraverso la cultura

    La decisione del 1999 non definisce esplicitamente la "dimensione europea", ma la considera essenzialmente in termini di cooperazione culturale, intesa a evidenziare le correnti artistiche comuni agli europei che la città ha ispirato o alle quali ha dato un contributo significativo, a promuovere manifestazioni che coinvolgano operatori culturali di altre città degli Stati membri e portino all'avvio di una cooperazione culturale duratura e favoriscano la loro circolazione nell'Unione.

    Il criterio della "dimensione europea", introdotto con la decisione del 2006, consente alle città una certa flessibilità di interpretazione. La guida per le città candidate, disponibile on line dal 2007, ne offre un'illustrazione.

    Il post-script alla valutazione delle CEC del 2009 suggeriva che i programmi culturali delle CEC sono resi "europei" tramite l'inclusione di attività di contenuto, meccanismo operativo, pubblico o partecipanti intrinsecamente europei. Considerando le CEC del 2010, si può constatare che tutte e tre le città erano europee in tal senso, anche se seguivano approcci diversi:

    - Contenuto : le tre CEC hanno messo in luce temi europei molto diversi tra loro secondo modalità distinte. Essen nella Ruhr ha posto l'accento soprattutto su aspetti regionali, esplorandoli però in un contesto europeo, in particolare: migrazione, identità e approcci all'educazione culturale. Tra le tre città CEC, Essen nella Ruhr è stata forse quella che è riuscita maggiormente a garantire che i temi europei permeassero l'intero programma culturale intitolando "un modello per l'Europa" uno dei tre criteri di selezione per tutti i progetti. Il tema europeo sostenuto da Pécs sottolineava il suo potenziale di "porta d'ingresso ai Balcani", con molte attività culturali che si concentravano sulla promozione di una cultura panbalcanica. Inizialmente Istanbul puntava a presentarsi come centro europeo di cultura moderna e contemporanea con la funzione di "ponte tra l'Europa e l'est" e ha esplorato in parte il ruolo della cultura e della società civile nel contesto della candidatura di adesione all'UE della Turchia. Nella pratica, tuttavia, la visione artistica iniziale è venuta meno durante buona parte della manifestazione e in ultima analisi è stata posta maggiore enfasi sul patrimonio storico della città che su quello contemporaneo europeo.

    - Meccanismo operativo : tutte e tre le CEC hanno incluso manifestazioni con artisti di rilevanza europea, tuttavia il meccanismo operativo prevalente per la dimensione europea sono stati i partenariati con città di altri paesi. Questi ultimi sono stati particolarmente presenti nel caso di Essen nella Ruhr, con collaborazioni, scambi e networking in ambito culturale per un totale di oltre 100 progetti di cooperazione multilaterale che hanno coinvolto più di 83 000 partecipanti. Pécs ha dato vita a 270 progetti che coinvolgevano artisti di altri paesi e a 52 progetti con altre CEC; la cooperazione è stata più significativa con le città dei paesi vicini. Nonostante alcune collaborazioni con artisti e operatori di altri paesi, le collaborazioni tra le CEC e altre città sono state forse meno strutturate e meno ampie per Pécs e Istanbul rispetto a Essen nella Ruhr. Istanbul ha consentito a molti dei suoi 39 comuni di avviare per la prima volta cooperazioni culturali transnazionali, vi sono state inoltre collaborazioni artistiche di natura diversa tra le stesse CEC.

    Efficacia in relazione allo sviluppo sociale, economico e urbano e all'impatto sul turismo

    Nonostante abbiano adottato approcci diversi, sia Essen nella Ruhr sia Pécs hanno puntato allo sviluppo delle arti e della cultura come mezzo per conseguire la rigenerazione economica e sociale di ex aree industriali. Istanbul non ha cercato specificatamente di utilizzare la cultura per perseguire obiettivi economici, anche se un impatto economico è comunque probabile. Ha cercato di promuovere l'accesso e la partecipazione alla cultura, in particolare tra chi non si avvale abitualmente di tali opportunità.

    Tutte e tre le CEC hanno incentivato investimenti nelle infrastrutture, non solo culturali, che altrimenti non sarebbero stati effettuati (nel 2010 sono stati investiti 140 milioni di euro a Pécs e 64 milioni a Istanbul). A Pécs le infrastrutture culturali nuove e ammodernate sono state al centro della manifestazione e sono state considerate un elemento fondamentale per lo sviluppo di lungo termine della cultura e della città. La CEC ha inoltre dato slancio agli investimenti in altre infrastrutture, tra cui il nuovo raccordo autostradale con Budapest. A Istanbul la CEC ha stimolato ampi investimenti nel rinnovo del ricco patrimonio culturale della città. Anche a Essen nella Ruhr sono state rinnovate alcune infrastrutture.

    L'esperienza del 2010 dimostra inoltre che la manifestazione CEC può contribuire a trasformare l'immagine delle città o ad assegnare loro maggiore prestigio internazionale, anche se la misura in cui ciò è necessario o realizzabile varia.

    In termini di impatto diretto sull'economia mediante il turismo, i dati dimostrano un maggiore afflusso di turisti a Pécs, Essen nella Ruhr e Istanbul (rispettivamente +71%, +18,5% e +11%). In tutte e tre le città l'industria culturale e creativa è stata rafforzata anche se, per almeno due di esse, non nella misura sperata; a Pécs lo sviluppo di nuove infrastrutture è diventato la preoccupazione dominante, più importante del sostegno all'industria culturale e creativa. Analogamente, a Istanbul, durante la fase di elaborazione, l'attenzione si è spostata dall'emergere di un settore culturale moderno e contemporaneo al rinnovo dei siti del patrimonio esistente.

    L'esperienza del 2010 ha inoltre evidenziato il continuo potenziale delle CEC di aumentare la partecipazione dei cittadini alla cultura in contesti molto diversi. Tutte e tre le CEC hanno realizzato una serie di progetti eterogenei che puntavano a coinvolgere cittadini che abitualmente non partecipano alle attività culturali o non vi hanno accesso. In merito a questo obiettivo, approcci comuni adottati dalle tre CEC (e in realtà da molte CEC negli ultimi anni) comprendono la decentralizzazione delle attività tra i vari quartieri e in luoghi diversi o inusuali nella città e un ethos generale che pone l'accento sul valore della tolleranza e celebra le culture e i gruppi etnici diversi presenti nella città. Anche i volontari hanno svolto un ruolo importante; sono stati 1 165 a Essen nella Ruhr, 901 a Istanbul e 780 a Pécs.

    Conclusione

    Le risorse umane e finanziarie necessarie al raggiungimento di una massa critica in termini di impatto variano a seconda delle dimensioni e della natura del territorio delle CEC. La copertura di un territorio (e/o popolazione) molto vasto richiederà naturalmente grandi risorse, ma in futuro le CEC dovrebbero prendere in considerazione attentamente la natura dell'impatto che intendono ottenere. Sarà probabilmente concentrato in una zona specifica o consisterà di effetti quali networking e immagine migliorati in tutto il territorio, piuttosto che in un netto cambiamento nella vivacità culturale.

    La CEC continua a fornire benefici sociali ed economici in termini di maggiore affluenza turistica, migliori infrastrutture, un più elevato profilo internazionale e un'industria culturale e creativa più forte. Sotto questo aspetto l'iniziativa viene intensificata dagli investimenti nel patrimonio culturale e nelle infrastrutture effettuati dai Fondi strutturali europei e ne aumenta il valore.

    Tuttavia questi vantaggi non vanno necessariamente e automaticamente a beneficio delle città nominate. La misura in cui viene incoraggiato lo sviluppo economico e sociale, e la natura di tale sviluppo, dipendono ancora dall'elaborazione di una chiara visione di sviluppo da parte delle parti interessate e da attività appropriate e coordinate attuate unitamente al programma culturale.

    Le CEC conservano un grande potenziale per l'aumento della partecipazione dei cittadini alla cultura in contesti molto diversi, in particolare quando tali attività pongono l'accento sulla tolleranza e celebrano la diversità delle culture e dei gruppi etnici presenti nella città nominata.

    Sostenibilità

    La CEC è intesa a essere sostenibile e costituire parte integrante dello sviluppo culturale e sociale a lungo termine della città[7]. In tutte e tre le CEC vi sono infrastrutture culturali ammodernate ed elementi che dimostrano che le nuove attività culturali continueranno dopo il 2010. In termini di capacità duratura nell'ambito culturale, grazie alla manifestazione le tre città dispongono ora di una maggiore esperienza e di maggiori competenze, e di un networking e cooperazione migliori nei propri settori culturali. Tuttavia, i miglioramenti duraturi nella gestione della cultura che emergono variano. Ad Istanbul, anche se alcuni esempi di migliore gestione persisteranno, il modello introdotto dalla CEC cesserà di esistere una volta che l'agenzia terminerà le proprie attività nel 2011 e non è sicuro che le parti interessate si accordino per una strategia condivisa in futuro. A Pécs sono stati istituiti due organismi incaricati della gestione dell'eredità culturale aventi l'obiettivo di gestire le nuove infrastrutture culturali nel lungo termine, anche se il comune non ha ancora dato vita a una struttura globale finalizzata a sostenere gli operatori culturali della città. A Essen nella Ruhr sono stati fissati alcuni obiettivi di lungo termine ambiziosi e le competenze sono state trasferite a partner regionali quali Kultur Ruhr GmbH (società organizzatrice della triennale della Ruhr) e Ruhr Tourismus GmbH.

    Conclusione

    L'azione CEC lascia un'eredità nelle città ospitanti rappresentata dalle nuove attività culturali che continueranno oltre l'anno della manifestazione, dal networking e dalla cooperazione migliorati tra le parti interessate della cultura e da infrastrutture nuove e potenziate.

    A parte questi vantaggi, la creazione di un'eredità duratura risulta più incerta. Essa richiede tipicamente che le principali parti interessate si uniscano nell'ambito di una visione e una strategia di lungo termine al fine di stabilire una struttura di gestione e coordinamento continui della cultura nella città, il che spesso implica l'istituzione di un organismo specifico incaricato della gestione dell'eredità culturale.

    PRINCIPALI RACCOMANDAZIONI DELLA VALUTAZIONE ESTERNA E COMMENTI DELLA COMMISSIONE

    La Commissione concorda sostanzialmente con le raccomandazioni formulate dagli autori della valutazione, molto simili a quelle che hanno accompagnato la valutazione delle CEC del 2007, 2008 e 2009.

    La Commissione concorda che, nella definizione di una base giuridica, è opportuno, in caso di proseguimento dell'azione dopo il 2019:

    - garantire che la procedura di selezione richieda che tutte le candidature vengano valutate in base ai criteri fissati a livello dell'UE, come definito nell'attuale decisione (cfr. 3.3.4);

    - data l'esperienza di Istanbul 2010 e in considerazione del fatto che l'attuale decisione non consente più alle città di paesi non membri di candidarsi, valutare se sia opportuno che la nuova base giuridica reintroduca tale possibilità (cfr. 2.2);

    - valutare in che misura l'assegnazione di un premio pecuniario dopo il 2019, come definito nell'attuale decisione, sia più efficace rispetto all'attribuzione di sovvenzioni tradizionali per una parte del programma della città come avveniva in precedenza (cfr. 2.1 e 3.3.4);

    - mantenere l'enfasi delle CEC innanzitutto sulle città, ma lasciare alle città la possibilità di coinvolgere un'area più ampia, come avviene attualmente (cfr. 3.3.3);

    - sottolineare l'importanza di soddisfare i criteri relativi allo sviluppo di lungo termine della città e, all'interno di tali criteri, valutare la possibilità di incoraggiare esplicitamente la premiazione delle città che hanno già elaborato una strategia di politica culturale duratura (cfr. 3.3.8).

    CONCLUSIONI DELLA COMMISSIONE

    La Commissione conclude che il titolo di CEC continua a essere considerato di grande valore, permette di realizzare programmi culturali di vasta portata e con un'incidenza significativa. Il titolo e il contributo finanziario dell'UE hanno un effetto di leva considerevole, il che rende l'iniziativa altamente efficace in rapporto ai costi ed efficiente. La Commissione condivide la valutazione complessiva e accetta le raccomandazioni formulate nella sezione precedente.

    La Commissione constata che la maggior parte delle CEC hanno già sistemi di valutazione per i loro programmi culturali o per parte di essi e continuerà a raccomandare valutazioni globali a livello locale. Per promuovere la diffusione delle buone pratiche di valutazione, tramite il programma UE Cultura la Commissione ha sostenuto un "policy grouping" che adatta il modello di valutazione complessiva sviluppato da Liverpool nel 2008 alle necessità delle future CEC[8]. La guida della Commissione per le città candidate è stata aggiornata con l'aggiunta di una sezione sulla valutazione.

    La Commissione sta elaborando una proposta sull'iniziativa CEC dopo il 2019, volta a far sì che questa iniziativa mantenga, per quanto possibile, la sua attrattiva, la sua pertinenza e la sua efficacia. Terrà conto delle conclusioni e delle raccomandazioni che emergono dalla presente valutazione e di quelle delle manifestazioni 2007-2008 e 2009, nonché la valutazione delle disposizioni della decisione 1622/2006/CE e delle consultazioni pubbliche del 2010 e 2011. Quanto alla sostenibilità, gli effetti a lungo termine della manifestazione costituiscono già uno dei criteri della decisione del 2006 e continueranno ad avere un'importanza centrale nella riflessione sul futuro dell'iniziativa. La Commissione ha sottolineato nei suoi documenti, in riunioni di informazione e in conferenze, e continuerà a farlo, l'importanza di inserire questa manifestazione in una strategia di politica culturale di lungo termine.

    [1] GU L 304 del 3.11.2006.

    [2] Si veda la risoluzione dei ministri responsabili degli affari culturali, del 13 giugno 1985, relativa all'organizzazione annuale della manifestazione "Città europea della cultura" http://eur-lex.europa.eu/Notice.do?val=117538:cs&lang=fr&list=117540:cs,117539:cs,117538:cs,118564:cs,&pos=3&page=1&nbl=4&pgs=10&hwords=&checktexte=checkbox&visu=

    [3] Decisione 1419/1999/CE (GU L 166 del 1.7.1999), modificata dalla decisione 649/2005/CE (GU L 117 del 4.5.2005), http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:L:1999:166:0001:0005:EN:PDF http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:L:2005:117:0020:0021:EN:PDF

    [4] Decisione 2006/1622/CE (GU L 304 del 3.11.2006), http://eur-lex.europa.eu/JOHtml.do?uri=OJ:L:2006:304:SOM:EN:HTML

    [5] Contratto quadro di servizi n. EAC/03/06.

    [6] Le cifre sull'affluenza di visitatori riguardanti Pécs non erano disponibili.

    [7] Decisione 1622/2006/CE.

    [8] http://www.liv.ac.uk/impacts08/

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