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Document 52010DC0727

RELAZIONE DELLA COMMISSIONE EUROPEA AL PARLAMENTO EUROPEO E AL CONSIGLIO Andamento della situazione dei mercati e conseguenti condizioni per estinguere gradualmente il regime delle quote latte

/* COM/2010/0727 def. */

52010DC0727

RELAZIONE DELLA COMMISSIONE EUROPEA AL PARLAMENTO EUROPEO E AL CONSIGLIO Andamento della situazione dei mercati e conseguenti condizioni per estinguere gradualmente il regime delle quote latte /* COM/2010/0727 def. */


[pic] | COMMISSIONE EUROPEA |

Bruxelles, 8.12.2010

COM(2010) 727 definitivo

RELAZIONE DELLA COMMISSIONE EUROPEA AL PARLAMENTO EUROPEO E AL CONSIGLIO

Andamento della situazione dei mercati e conseguenti condizioni per estinguere gradualmente il regime delle quote latte

INDICE

RELAZIONE DELLA COMMISSIONE EUROPEA AL PARLAMENTO EUROPEO E AL CONSIGLIO Andamento della situazione dei mercati e conseguenti condizioni per estinguere gradualmente il regime delle quote latte 1

RELAZIONE DELLA COMMISSIONE EUROPEA AL PARLAMENTO EUROPEO E AL CONSIGLIO Andamento della situazione dei mercati e conseguenti condizioni per estinguere gradualmente il regime delle quote latte 3

Mandato 3

Introduzione 3

1. Andamento della situazione dei mercati e prospettive a medio termine 3

1.1. Andamento del mercato fino ad oggi 3

2. Evoluzione per quanto riguarda la graduale abolizione del regime delle quote latte 5

2.1. Produzione lattiera inferiore alle quote 5

2.2. Diminuzione dei prezzi delle quote latte 6

2.3. Evoluzione prevista e analisi di sensibilità 7

2.4. Gli Stati membri si avviano verso un “atterraggio morbido” 7

3. Osservazioni conclusive 8

RELAZIONE DELLA COMMISSIONE EUROPEA AL PARLAMENTO EUROPEO E AL CONSIGLIO

Andamento della situazione dei mercati e conseguenti condizioni per estinguere gradualmente il regime delle quote latte

Mandato

L’articolo 184, paragrafo 6, del regolamento (CE) n. 1234/2007 del Consiglio, del 22 ottobre 2007, recante organizzazione comune dei mercati agricoli e disposizioni specifiche per taluni prodotti agricoli (regolamento unico OCM), prevede che la Commissione presenti al Parlamento europeo e al Consiglio, anteriormente al 31 dicembre 2010 e al 31 dicembre 2012, una relazione sull’andamento della situazione dei mercati e sulle conseguenti condizioni per estinguere gradualmente il regime delle quote latte, corredata eventualmente da proposte adeguate. La presente relazione è la prima delle due relazioni sopra menzionate.

Introduzione

La relazione è divisa in due parti: nella prima parte è descritto l’andamento della situazione dei mercati per il latte vaccino dal 2008, anno in cui è stata decisa la “valutazione dello stato di salute” della PAC, fino alla metà del 2010, e sono delineate le prospettive a medio termine; nella seconda parte viene esaminata la graduale estinzione del regime delle quote latte.

1. Andamento della situazione dei mercati e prospettive a medio termine

Dopo un netto calo dei prezzi e dei redditi dei produttori nel 2008-09, subentrato all’impennata dei prezzi del 2007, nel secondo semestre del 2009 il mercato dei prodotti lattiero-caseari si è ripreso e ha continuato a migliorare in tutto il primo semestre del 2010.

1.1. Andamento del mercato fino ad oggi

Negli ultimi tre anni le consegne di latte vaccino nei 27 Stati membri dell’UE sono restate relativamente stabili, con solo piccole variazioni in percentuale da un anno all’altro (+ 1% nel 2008, - 0,6% nel 2009, + 0,03% nei primi 7 mesi del 2010).

L’andamento dei prezzi del latte è riportato nell’allegato I. Dopo il picco eccezionale registrato nel 2007, i prezzi del latte franco azienda sono scesi, seguendo lo stesso andamento dei prezzi dei prodotti lattiero-caseari. Dopo una leggera ripresa tra luglio e settembre 2008, c’è stata una caduta dei prezzi nel maggio 2009, ad un livello in media leggermente superiore a quello in cui scatta la rete di sicurezza. Da maggio 2009 a novembre 2009 i prezzi del latte sono aumentati e nel primo trimestre 2010 si sono stabilizzati al livello raggiunto, in controtendenza rispetto al normale modello stagionale, caratterizzato da una diminuzione dei prezzi in inverno e in primavera. I prezzi del latte sono aumentati dalla primavera 2010 e hanno raggiunto in agosto 31,5 c/kg (media ponderata dei 27 Stati membri dell’UE). Per avere un quadro generale delle forti variazioni di prezzo tra gli Stati membri, con un raffronto tra i prezzi del latte nell’agosto 2010 e nell’agosto 2009 nei diversi Stati membri, si rimanda all’allegato II.

Nel 2008 le scorte di intervento per il burro e il latte scremato in polvere erano esaurite, ma le scorte private/industriali nel 2007-2008 sono aumentate sia per il latte scremato in polvere che per il burro, il che significa che mentre i mercati erano orientati al rialzo c’era un quantitativo crescente di prodotti sfusi che non trovava sbocco sul mercato. Le scorte di intervento sono cresciute rapidamente nel 2009 a seguito di un forte calo della domanda. Il deterioramento del mercato nel 2009 ha spinto le latterie ad abbandonare i prodotti lattiero-caseari ad alto valore aggiunto (formaggio, prodotti freschi, yogurt) e ad orientarsi verso i prodotti di intervento (latte scremato in polvere e burro). In totale nel 2009 sono state acquistate all’intervento 76 367 t di burro e 256 982 t di latte scremato in polvere. La rete di sicurezza si è dimostrata efficace per riequilibrare il mercato permettendo di ritirare dal mercato prodotti corrispondenti all’1 o al 2% della produzione lattiera totale. Grazie alla sensibile ripresa dei prezzi del burro alla fine del 2009 e nel 2010, almeno a tutt’oggi, e grazie anche all’andamento favorevole del mercato dei prodotti lattiero-caseari in generale, nel 2010 non ci sono stati acquisti all’intervento e le scorte di intervento per il burro sono ora quasi esaurite, mentre quelle per il latte scremato in polvere (LSP) si stanno gradualmente riducendo, grazie alle distribuzioni nell’ambito del programma a favore degli indigenti e alle vendite mediante gara. Il recupero dei prezzi dei prodotti lattiero-caseari è stato determinato in particolare dalla diminuzione dell’offerta proveniente dall’emisfero australe e da una ripresa della domanda mondiale di prodotti lattiero-caseari superiore alle previsioni. Con il miglioramento delle condizioni di mercato le latterie sono tornate ai prodotti lattiero-caseari ad alto valore aggiunto.

Per i principali prodotti lattiero-caseari l’andamento dei prezzi medi dell’UE dal 2008 ad oggi è stato volatile. I prezzi, che erano ancora a livelli altissimi all’inizio del 2008, sono precipitati nel primo semestre del 2009 per poi risalire costantemente nel secondo semestre del 2009 e nei primi tre trimestri del 2010.

Le esportazioni UE di prodotti lattiero-caseari sono molto scese nel 2008, in particolare per il burro e il butteroil, con l’unica grande eccezione del latte intero in polvere. La tendenza si è arrestata nel 2009 con l’introduzione di restituzioni all’esportazione destinate a colmare in parte il divario crescente tra i prezzi sul mercato mondiale e i prezzi nell’UE. Nei primi mesi del 2010 c’è stata una ripresa delle esportazioni dell’UE senza restituzioni all’esportazione, a causa dell’aumento della domanda mondiale.

1.2. Sviluppo dei mercati a medio termine

È stata effettuata una simulazione delle prospettive di mercato a medio termine per l’UE utilizzando il modello Aglink-Cosimo. Il quadro politico e commerciale mondiale si basa sulle Prospettive agricole dell’OCSE e della FAO 2010-2019 ; vengono utilizzate le più recenti proiezioni macroeconomiche e si parte dal presupposto che non vi siano cambiamenti nella PAC dopo le decisioni prese nell’ambito della verifica dello stato di salute della PAC e che le politiche commerciali restino immutate. Tra gli elementi più importanti nelle proiezioni di mercato figurano il miglioramento delle prospettive di crescita del PIL, l’ipotesi di un graduale rafforzamento dell’euro rispetto al dollaro US e le proiezioni di prezzo per i prodotti lattiero-caseari sul mercato mondiale effettuate dall’OCSE e dalla FAO[1]. Se non si verifica nessuna di queste proiezioni/supposizioni le proiezioni che ne risultano ne risentirebbero in misura rilevante. Inoltre nel modello Aglink-Cosimo non sono incorporate le previsioni relative a una maggiore volatilità dei prezzi.

Sulla base di questo modello e delle ipotesi sopra indicate, la produzione lattiera dovrebbe tornare ad aumentare dal 2011 in poi, spinta da previsioni piuttosto ottimistiche sulla domanda, fondate sul miglioramento delle prospettive macroeconomiche. Nel 2020 la produzione lattiera dei 27 Stati membri dell’UE dovrebbe essere superiore di circa il 3% a quella del 2009. Le consegne di latte dovrebbero aumentare leggermente di più e questa differenza sarebbe dovuta ad una graduale diminuzione dell’autoconsumo nell’UE-12. Nel quadro dell’abolizione delle quote, la produzione lattiera dei 27 Stati membri dovrebbe risentire in misura minima della fine del regime delle quote per le consegne nell’UE (si veda il grafico 2 dell’allegato III).

Le prospettive sono favorevoli per i prodotti lattiero-caseari a maggiore valore aggiunto, a causa della domanda crescente di formaggio e di prodotti lattiero-caseari freschi. Si stima che la produzione di prodotti lattiero-caseari freschi (latte alimentare, crema, yogurt ecc.) aumenti di circa l’8% (dal 2009 al 2020) e quella di formaggio di circa il 10%. Nonostante l’ipotesi di un graduale rafforzamento dell’euro, le prospettive per le esportazioni di formaggio possono considerarsi favorevoli, con l’UE che a livello mondiale mantiene una quota di mercato superiore al 30%.

Per quanto riguarda il latte intero in polvere, la produzione dovrebbe diminuire solo in misura marginale rispetto al 2009 e nel medio termine le esportazioni UE dovrebbero mantenersi stabili, trainate da una domanda mondiale parimenti stabile. Nondimeno di qui al 2020 la quota di mercato UE dovrebbe scendere gradualmente al 21%, contro il 24% del 2009.

Secondo queste prospettive, il mercato del burro dovrebbe restare stabile, purché rimanga stabile la domanda interna. L’aumento della produzione previsto per il 2015 (anno di abolizione delle quote latte) dovrebbe portare ad un aumento delle esportazioni UE.

Per il latte scremato in polvere le prospettive sono meno favorevoli, a causa dell’ipotizzato rafforzamento dell’euro e dell’offerta massiccia da parte di altri esportatori. Nonostante le previsioni relativamente buone e l’apparente stabilità del mercato, le prospettive a più breve termine per il latte scremato in polvere dipendono sempre dall’andamento dell’offerta e della domanda a livello mondiale e dalla capacità del mercato UE di assorbire le scorte di intervento immesse sul mercato.

I grafici relativi sono riportati nell’allegato III.

2. Evoluzione per quanto riguarda la graduale abolizione del regime delle quote latte

2.1. Produzione lattiera inferiore alle quote

Il 1° aprile 2008 il Consiglio ha deciso di aumentare del 2% le quote latte. Le decisioni del novembre 2008, prese nell’ambito della verifica dello stato di salute della PAC, hanno portato ad un aumento annuo delle quote latte dell’1%, per 5 anni successivi, a partire dal 1° aprile 2009, a cui si è aggiunta una modifica del fattore di correzione in base al tenore di grassi, che ha comportato di fatto un ulteriore aumento dell’1% delle quote. Di qui alla fine del sistema delle quote, il 1° aprile 2015, ci saranno ancora tre aumenti dell’1% (eccetto che per l’Italia, in cui è stato deciso di concedere in un’unica soluzione un aumento del 5% già dal 1° aprile 2009).

Di anno in anno le quote latte diventano sempre meno rilevanti nella misura in cui la produzione lattiera in un numero crescente di Stati membri resta al di sotto delle quote. Mentre nella campagna 2008-2009 6 Stati membri hanno dovuto pagare un prelievo sulle eccedenze, nella campagna 2009/2010 gli Stati membri che devono pagarlo sono solo 3. Secondo le notifiche ufficiali degli Stati membri, alla fine della campagna 2009/2010 le consegne di latte nell’UE dovrebbero risultare inferiori di circa il 7% alla quota (cfr. grafico nell’allegato IV).

Nel 2008 la produzione lattiera dell’UE è aumentata solo marginalmente, nonostante l’aumento del 2% della quota, deciso per la campagna 2008-2009, e il prezzo del latte relativamente vantaggioso pagato ai produttori nel corso dell’anno civile. La recessione economica ha avuto un impatto negativo sulla domanda dell’UE e sulla domanda mondiale di prodotti lattiero-caseari a valore aggiunto, con pressioni sui prezzi dei prodotti lattiero-caseari e un calo sensibile dei prezzi pagati ai produttori di latte nel 2009. Il livello basso dei prezzi del latte ha contribuito ad una leggera contrazione della produzione lattiera dell’UE nel 2009 e all’inizio del 2010. La campagna 2008-2009 si è quindi chiusa con un livello record di sottoutilizzazione della quota fissata per le consegne UE. Questa sottoutilizzazione si è ulteriormente accentuata nella campagna 2009-2010. Nel corso del 2010 la produzione lattiera dell’UE è migliorata, ma è comunque restata nettamente sotto il limite delle quote.

La lentezza della risposta all’aumento delle quote è legata alla recessione economica, che ha provocato un calo della domanda di prodotti lattiero-caseari ma anche un aumento dei costi di produzione e una riduzione dei margini relativi. L’esperienza acquisita con l’impatto dell’aumento delle quote nel 2008/2009 mostra che la risposta della produzione lattiera a livello aggregato UE è restata assai modesta, nonostante un prezzo medio del latte al produttore nettamente più alto. Dai dati più recenti fino al luglio 2010 si evidenzia una risposta più vigorosa da parte della produzione all’aumento dei prezzi del latte.

Nel momento in cui le quote latte diventano sempre meno rilevanti, l’offerta di latte nell’UE può rispondere meglio alle opportunità del mercato, la risposta dell’agricoltore ai segnali del prezzo è meno distorta e si può aumentare l’efficienza effettuando ristrutturazioni.

I superamenti delle quote che continuano a verificarsi in alcuni Stati membri sono probabilmente dovuti al fatto che alcuni produttori hanno un margine sufficiente rispetto ai costi per rischiare un superamento e utilizzano pienamente le loro capacità, sperando che gli altri non facciano lo stesso. Questi agricoltori considerano necessario aumentare la produzione per coprire i costi di investimento, anche a rischio di una diminuzione del prezzo, fin tanto che i prezzi coprono i costi marginali di produzione. Per alcuni Stati membri in cui il settore della trasformazione di prodotti lattiero-caseari è orientato all’esportazione i superamenti delle quote sono dovuti anche al fatto che grazie alla loro combinazione di prodotti possono produrre per i mercati di esportazione e trovare sbocchi per i prodotti in questione.

2.2. Diminuzione dei prezzi delle quote latte

Uno dei principali segnali che confermano la possibilità di un “atterraggio morbido” è la graduale erosione della “rendita da quota”. La rendita da quota è definita come la differenza tra il prezzo ottenuto in regime di quote (più alto del prezzo del mercato quando le quote sono vincolanti) e i costi marginali di produzione. Un buon indicatore della rendita da quota è il prezzo della quota. Come viene precisato nell’allegato V, il prezzo della quota latte diminuisce man mano che si avvicina la fine del regime delle quote e nella grande maggioranza degli Stati membri è già basso o vicino a zero. Questa situazione può essere vista da tre prospettive:

1) Stati membri in cui le consegne di latte sono molto inferiori ai limiti imposti dalle quote

Negli Stati membri in cui le consegne di latte sono molto inferiori ai limiti imposti dalle quote, il prezzo della quota è già molto basso o addirittura pari a zero. In alcuni di essi sono stati presi dei provvedimenti amministrativi nazionali per fissare un prezzo della quota che diminuisce di anno in anno, fino ad arrivare a zero nel 2015.

Se i livelli di produzione seguono le tendenze recenti, per gli Stati membri in cui il prezzo della quota non è stato fissato con atti amministrativi ma è già molto basso o pari a zero i prezzi delle quote non dovrebbero variare molto rispetto ai livelli attuali. Negli Stati membri in cui c’è un mercato per le quote, le quote latte continuano ad avere un prezzo, anche se non viene più pagato un prelievo sulle eccedenze. Ma all’approssimarsi del 2015 le quote perderebbero tutto il loro valore in quanto diminuisce la loro importanza per il mercato e il loro termine di ammortamento si avvicina sempre più.

2) Stati membri in cui le consegne di latte sono prossime ai limiti imposti dalle quote

Negli Stati membri in cui le consegne di latte sono prossime ai limiti imposti dalle quote il prezzo della quota è influenzato dalla previsione o dalla prospettiva del prelievo sull’eccedenza. Se le quote latte nazionali sono sottoutilizzate i prezzi delle quote diminuiscono. Per il futuro si prevede che gli acquisti di quote si riducano sempre più fino a cessare del tutto, con fluttuazioni dovute alla produzione di eccedenze e ai prezzi del latte.

3) Stati membri in cui le consegne di latte superano i limiti imposti dalle quote

In quei pochi Stati membri in cui le consegne di latte superano i limiti imposti dalle quote i prezzi delle quote continuano ad essere relativamente alti e ultimamente sono aumentati. In questi Stati membri i produttori sembrano essere sufficientemente competitivi o obbligati ad utilizzare pienamente la propria capacità per continuare a produrre, anche pagando alla fine un prelievo sulle eccedenze. In questi Stati membri non può essere garantito un atterraggio morbido.

2.3. Evoluzione prevista e analisi di sensibilità

L’evoluzione della produzione di latte dopo l’abolizione delle quote dipende da vari fattori: la configurazione della PAC dopo il 2013 (misure di mercato, pagamenti diretti, sviluppo rurale), costi di produzione, obblighi ambientali, alternative per quanto riguarda l’occupazione e la produzione, evoluzione sui mercati del latte nazionali e internazionali, inclusi i prezzi del latte.

Secondo il modello econometrico utilizzato nella DG AGRI per elaborare prospettive a medio e a lungo termine, l’aumento della produzione lattiera nei prossimi anni dovrebbe restare modesto, anche dopo l’abolizione del regime delle quote (cfr. punto 1.2). Alcuni studi nazionali evocano la possibilità di forti aumenti della produzione lattiera; tuttavia la maggior parte di questi studi non tiene conto dell’insieme dei 27 Stati membri dell’UE. Il meccanismo dei prezzi dovrebbe permettere di evitare le eccedenze strutturali. Diversi studi[2] eseguiti nell’ambito della verifica dello stato di salute della PAC mostrano che per tutta una serie di ragioni solo alcuni Stati membri dovrebbero sfruttare pienamente l’aumento delle quote latte, mentre la maggior parte degli Stati membri dovrebbe ridurre la produzione, a causa della prevista diminuzione generalizzata dei prezzi del latte.

2.4. Gli Stati membri si avviano verso un “atterraggio morbido”

Sia l ’evoluzione della produzione del latte rispetto alle quote latte sia la tendenza al ribasso dei prezzi delle quote mostrano che ci si sta avviando verso un “atterraggio morbido”. Nella grande maggioranza degli Stati membri le quote non sono più rilevanti ai fini della limitazione della produzione e il prezzo delle quote è già arrivato a zero o sta per arrivarci.

Nell’ambito della verifica dello stato di salute della PAC e dell’abolizione delle quote latte il settore lattiero è andato ad aggiungersi alle cosiddette “nuove sfide” del secondo pilastro della PAC, in cui l’aumento dei fondi della modulazione era destinato a rispondere a queste nuove sfide. Si dà così un aiuto supplementare ai produttori di latte per prepararsi alla fine delle quote.

3. Osservazioni conclusive

Tra il 2007 e il 2009 il settore lattiero ha attraversato un periodo di forte volatilità dei prezzi. Da allora la situazione del mercato è migliorata e le prospettive sono in linea di massima positive.

In generale, il settore lattiero sta gradualmente andando verso un maggiore orientamento al mercato. Il processo ha risentito della crisi economica del 2008 e del 2009. La volatilità, un fenomeno corrente in un settore orientato verso il mercato, si è accentuata e ha avuto ripercussioni negative dovute al convergere di fattori esogeni, tra cui la caduta dei consumi delle famiglie per effetto della perdita di potere d’acquisto a seguito della crisi economica.

Nella maggior parte degli Stati membri ci si sta avviando verso un “atterraggio morbido”. I prezzi delle quote latte sono molto bassi: in alcuni Stati membri sono già pari a zero e nella maggior parte degli altri stanno diminuendo, con la tendenza a raggiungere lo zero nel 2015. Nella maggior parte degli Stati membri, in particolare nei nuovi Stati membri, le quote latte non servono più a limitare la produzione e in molti di essi l’orientamento al mercato è già il principio guida.

In conclusione, stando così le cose non c’è motivo di rivedere le decisioni prese nell’ambito della verifica dello stato di salute della PAC per quanto riguarda il graduale aumento delle quote e la fine del regime delle quote il 1° aprile 2015.

Per preparare meglio il terreno all’abolizione delle quote nel 2015, la Commissione vorrebbe suggerire un’altra misura destinata a facilitare l’atterraggio morbido: per sensibilizzare e responsabilizzare maggiormente gli operatori della filiera lattiero-casearia in modo che tengano meglio conto dei segnali del mercato e adeguino l’offerta alla domanda, bisognerebbe rafforzare la trasparenza, come è stato sottolineato dal gruppo di alto livello sul latte. In aggiunta ai sistemi di informazione già esistenti, verrebbero organizzate riunioni per gli esperti del comitato di gestione della OCM unica insieme con il gruppo consultivo “latte” per seguire gli sviluppi del mercato al fine di valutarne la situazione e le prospettive.

In caso di grave squilibrio, come ulteriore strumento per stabilizzare il mercato e come misura eccezionale se altre misure possibili nell’ambito della OCM unica apparissero insufficienti, la Commissione potrebbe prendere in considerazione la possibilità di istituire un sistema basato sull’articolo 186 del regolamento unico OCM (“perturbazioni”) che consentirebbe ai produttori di latte di ridurre, su base volontaria, le loro consegne, dietro compensazione. L’esperienza acquisita durante la crisi del latte mostra che per correggere gli squilibri e ripristinare la stabilità può essere sufficiente ritirare dal mercato l’1 o il 2% della produzione totale di latte, come indicato al punto 1.1[3].

Una nuova relazione sarà presentata entro la fine del 2012.

Allegati: I. Andamento del prezzo del latte

II Prezzi del latte franco azienda nei vari Stati membri

III. Prospettive a medio termine nel settore lattiero-caseario

IV. Produzione del latte rispetto alle quote

V. Andamento del prezzo delle quote latte nell’UE

ALLEGATO I: 1. Andamento del prezzo del latte

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ALLEGATO II: Prezzi del latte franco azienda nei vari Stati membri

Agosto 2010/agosto 2009

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ALLEGATO III: Prospettive a medio termine nel settore lattiero-caseario

Grafico 1. Offerta di latte e consistenza delle mandrie

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Grafico 2. Probabile andamento dell’offerta di latte rispetto alle quote

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Grafico 3. Equilibrio del mercato del formaggio

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Grafico 4. Equilibrio del mercato del burro

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Grafico 5. Equilibrio del mercato del latte scremato in polvere

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Grafico 6. Proiezioni dei prezzi sul mercato mondiale

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ALLEGATO IV: Produzione di latte rispetto alle quote

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ALLEGATO V: Andamento dei prezzi delle quote latte nell’UE

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[1] Nelle prospettive agricole dell’OCSE e della FAO 2010-2019 i prezzi sul mercato mondiale si basano sulle quotazioni dell’Oceania.

[2] Economic analysis of the effects of the expiry of the EU milk quota system http://ec.europa.eu/agriculture/analysis/external/liability_gmo/index_en.htm

Economic Impact of the Abolition of the Milk Quota Regime – Regional Analysis of the Milk Production in the EU (http://ec.europa.eu/agriculture/analysis/external/milkquota/index_en.htm)

[3] Tale regime, e la relativa incidenza finanziaria, saranno valutati quando sarà presentata un’eventuale proposta in materia.

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