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Document 52008AR0241

Parere di prospettiva del Comitato delle regioni — Il contributo delle regioni al conseguimento degli obiettivi europei in materia di cambiamenti climatici ed energia, con particolare riguardo al Patto dei sindaci

GU C 76 del 31.3.2009, p. 19–22 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

31.3.2009   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 76/19


Parere di prospettiva del Comitato delle regioni — Il contributo delle regioni al conseguimento degli obiettivi europei in materia di cambiamenti climatici ed energia, con particolare riguardo al Patto dei sindaci

(2009/C 76/04)

IL COMITATO DELLE REGIONI

fa presente alle istituzioni dell'Unione europea che l'azione locale è un fattore chiave per raggiungere l'obiettivo di aumentare del 20 % l'efficienza energetica, e che il ruolo cruciale delle regioni e dei comuni nel perseguire questo obiettivo è già stato chiaramente riconosciuto dalla Commissione e dal Parlamento europeo,

ricorda che in settori quali i trasporti, gli alloggi, l'edilizia pubblica e le infrastrutture per la pubblica illuminazione, la cui pianificazione e fornitura è di competenza degli enti locali e regionali, si possono realizzare riduzioni significative delle emissioni di CO2 e dei consumi energetici,

ritiene necessario che i piani d'azione delle città di medie e grandi dimensioni vengano integrati nei piani regionali e nazionali. I piani regionali potrebbero fungere da ponte tra le iniziative locali e quelle nazionali, assicurando così un'elaborazione più coerente dei piani locali. I piani d'azione devono introdurre strumenti concreti per realizzare gli obiettivi stabiliti e prevedere un finanziamento adeguato in tal senso,

ritiene che il Patto dei sindaci debba essere rilanciato affinché tutti gli enti infranazionali, regioni incluse, siano informati della possibilità di aderirvi,

chiede che i fondi e i finanziamenti comunitari siano rivisti al fine di privilegiare le azioni volte a promuovere l'utilizzo di energia sostenibile, in particolare attraverso l'aumento dal 3 % al 5 % dei finanziamenti regionali destinati a migliorare l'efficienza energetica dell'edilizia residenziale. Gli enti locali e regionali disposti ad investire nei programmi di efficienza energetica, nella promozione delle fonti di energia sostenibile e nella riduzione delle emissioni di CO2 dovrebbero avere accesso ai prestiti della BEI.

Relatrice

:

Kay TWITCHEN (UK/PPE), membro del Consiglio della contea dell'Essex

RACCOMANDAZIONI POLITICHE

IL COMITATO DELLE REGIONI

Punti chiave del parere

1.

accoglie con favore l'invito della Commissione europea a pronunciarsi sul ruolo delle regioni nell'ambito del Patto dei sindaci;

2.

sottolinea che i cittadini hanno il diritto di sapere che cosa fanno i loro rappresentanti eletti per assicurare un ambiente sostenibile alle generazioni future;

3.

evidenzia che il Patto dei sindaci offre ai sindaci un'ottima opportunità per coinvolgere i cittadini in azioni collettive e positive di lotta al cambiamento climatico, e consentirà all'Unione europea di dar prova di vera leadership in questo campo;

4.

fa presente alle istituzioni dell'Unione che l'azione locale è un fattore chiave per modificare i comportamenti individuali, cosa — questa — essenziale per raggiungere l'obiettivo di aumentare del 20 % l'efficienza energetica, e che il ruolo cruciale delle regioni e dei comuni nel perseguire questo obiettivo è già stato riconosciuto dalla Commissione (1) e dal Parlamento europeo (2);

5.

fa notare che promuovendo l'energia sostenibile e l'efficienza energetica, il Patto dei sindaci può spronare le città e le regioni ad attuare i cambiamenti necessari per proteggere i cittadini più vulnerabili, in particolare le fasce a reddito basso e fisso, dagli effetti degli elevati prezzi dell'energia e della penuria di combustibile. Queste iniziative vanno tuttavia condotte in modo da evitare sovvenzioni al consumo di energia e permettere l'intervento di forti incentivi destinati a promuovere un uso più efficace dell'energia e, quando possibile, a ridurre il consumo energetico;

6.

osserva che gli enti regionali e locali hanno già iniziato a svolgere attività e iniziative che contribuiranno al raggiungimento degli obiettivi della politica UE in materia di cambiamenti climatici, mostrando capacità di leadership grazie all'audace e necessaria decisione di rafforzare l'efficienza energetica a vantaggio dei cittadini e dell'ambiente. Il Patto dei sindaci, analogamente ad altri modelli di questo genere creati sul piano nazionale e internazionale, fornisce uno strumento forte che dà nuovo slancio a queste azioni;

7.

accoglie con favore la possibilità, prevista per la prima volta, di tener conto dei risultati già raggiunti dai comuni in materia di efficienza energetica e di risparmio energetico e invita i comuni all'avanguardia in questo campo ad impegnarsi attivamente e a presentare i loro progetti nel quadro del Patto;

8.

accoglie con favore l'avvio positivo del Patto e l'alto grado di coinvolgimento politico dimostrato dai comuni europei che hanno sottoscritto l'obiettivo di un risparmio energetico superiore al 20 %. Tuttavia, se la partecipazione si limiterà alle grandi città, l'iniziativa rischia di rimanere un gesto simbolico. Occorre ora che, a seconda della struttura interna di ciascuno Stato membro, tutti gli enti territoriali, i comuni e le regioni si impegnino con rinnovato slancio per aderire al Patto o per adottare azioni pratiche di altro genere con obiettivi analoghi. Si dovrebbero inoltre informare i piccoli comuni circa la possibilità di raggrupparsi in reti regionali;

9.

chiede pertanto che i livelli regionale e locale partecipino al Patto come partner altrettanto indispensabili per l'attuazione degli impegni europei in materia di cambiamenti climatici;

10.

accoglie con favore il miglioramento del quadro normativo introdotto dal pacchetto su energia e cambiamenti climatici, che assicurerà la certezza giuridica e offrirà un contesto di riferimento per le attività avviate dal Patto dei sindaci. Ritiene tuttavia che occorra un'azione più intensa al livello UE per concretizzare l'impegno degli Stati membri di ridurre del 20 % i consumi energetici;

11.

deplora la mancata introduzione di un obiettivo vincolante di efficienza energetica nel pacchetto 2008 su energia e cambiamenti climatici, in quanto così viene meno un elemento fondamentale per conseguire la necessaria riduzione delle emissioni di CO2;

12.

sottolinea che, senza un quadro che definisca gli obiettivi a livello europeo, nazionale, regionale e locale, il Patto non sarà sufficiente per tener fede all'impegno preso dai suoi firmatari di ridurre le emissioni di almeno il 20 %. È importante coinvolgere gli enti locali e regionali nella definizione degli obiettivi in materia di cambiamento climatico e di energia, adottare strumenti concreti per realizzare questi obiettivi e prevedere un finanziamento adeguato in tal senso.

Il ruolo degli enti regionali

13.

il CdR ribadisce le conclusioni dei suoi precedenti pareri su questa stessa tematica (3). Le regioni, così come le città di medie e grandi dimensioni, svolgono un ruolo di primo piano nel campo energetico e sono responsabili di numerose attività legate alla pianificazione, alla concessione di autorizzazioni, agli investimenti, agli appalti, alla produzione e ai consumi. In settori quali i trasporti, gli alloggi, l'edilizia pubblica e le infrastrutture per la pubblica illuminazione, la cui pianificazione e fornitura è di competenza degli enti locali e regionali, si possono realizzare riduzioni significative delle emissioni di CO2 e dei consumi energetici;

14.

sottolinea l'impatto che un obiettivo generale di riduzione dei consumi — in termini sia di beni di consumo che di risorse naturali come l'acqua — avrebbe sulla riduzione delle emissioni e sull'impiego dell'energia. In molti casi le regioni, che abbracciano territori sia urbani che rurali, sono in una posizione migliore degli enti locali per influenzare il comportamento dell'insieme dei cittadini;

15.

auspica quindi un forte impegno delle regioni ed esprime la speranza che le autorità regionali competenti incoraggino all'adesione un gran numero di comuni del loro territorio;

16.

ritiene necessario che i piani d'azione delle città di medie e grandi dimensioni vengano integrati nei piani regionali e nazionali. I piani regionali potrebbero fungere da ponte tra le iniziative locali e quelle nazionali, assicurando così un'elaborazione più coerente dei piani locali. È importante adottare strumenti concreti sul piano finanziario, tecnico, delle risorse umane, legislativo e della valutazione, nonché definire un calendario per realizzare gli obiettivi stabiliti;

17.

ricorda le notevoli differenze presenti tra le regioni, sottolinea l'impatto che il cambiamento climatico potrebbe avere su alcuni sistemi o settori specifici e su determinate regioni, e fa presente lo stretto collegamento esistente tra le capacità di adattamento, profondamente diverse tra i singoli settori e le varie regioni, e lo sviluppo socioeconomico. Le regioni e gli enti locali svolgono un ruolo di primo piano in tale contesto;

18.

valuta positivamente l'elemento comparativo insito nel Patto e sottolinea il ruolo guida che le regioni potrebbero svolgere nell'identificare le opportunità d'azione a livello locale, condividere le pratiche migliori, individuare i partner dei progetti, distribuire stanziamenti, misurare i progressi compiuti e diffondere i risultati raggiunti. Le iniziative locali dovrebbero essere integrate in un quadro regionale o nazionale per massimizzarne l'impatto e consentire l'individuazione di possibili partenariati. Inoltre dovrebbero avere la libertà di fissarsi obiettivi ambiziosi ma comunque sostenibili, al di là di quelli stabiliti nei quadri nazionali;

19.

riconosce che le dimensioni dei partenariati disposti ad avviare le azioni costituiranno un fattore importante per la riuscita o l'insuccesso del Patto. Per essere efficaci, le azioni dovranno essere di portata tale da avere un impatto significativo, ma al contempo essere abbastanza limitate per garantirne l'appropriazione a livello locale. Se è vero che le grandi città possono realizzare economie di scala, è anche vero che le regioni possono aiutare in tal senso i piccoli comuni e le comunità rurali, che spesso si trovano ad affrontare sfide ben maggiori nel campo dell'efficienza energetica, della promozione delle fonti di energia sostenibile e della riduzione delle emissioni di CO2;

20.

ricorda alla Commissione che le regioni e le città influiscono considerevolmente sul mercato dell'energia come grandi acquirenti e fornitori di riscaldamento ed elettricità, tra l'altro attraverso sistemi di produzione combinata di energia elettrica e termica e sistemi di trattamento dei rifiuti urbani quali la produzione di energia a partire dai rifiuti, la digestione anaerobica e la produzione di combustibili solidi recuperati, nonché lo sviluppo di energie rinnovabili e di fonti di energia alternative che comportano limitate emissioni di gas a effetto serra;

21.

ritiene, pertanto, che il Patto debba essere rilanciato affinché tutti gli enti infranazionali, regioni incluse, siano informati della possibilità di aderirvi e si raggiunga così la massima copertura territoriale, arrivando a coinvolgere le aree rurali, nelle quali le sfide legate all'efficienza energetica, alla promozione delle fonti di energia sostenibile e alla riduzione delle emissioni di CO2, sono particolarmente grandi. Il Patto dovrebbe essere coordinato con le iniziative nazionali analoghe.

Le sfide legate al Patto

22.

il CdR ribadisce il proprio sostegno agli obiettivi del Patto e ai suoi ambiti di intervento, tra cui figurano la riduzione della domanda e dei consumi energetici e lo sviluppo di un sistema di approvvigionamento energetico sostenibile e sicuro attraverso la promozione delle fonti di energia rinnovabile e il miglioramento dell'efficienza energetica dei prodotti;

23.

insiste sul fatto che l'obiettivo principale di tutte le misure per la riduzione delle emissioni è la sostenibilità sul lungo periodo e che, per assicurarla, i criteri qualitativi devono essere associati a determinati obiettivi;

24.

sottolinea che se si vuole che il Patto abbia effetti duraturi, esso dovrà essere saldamente ancorato negli statuti degli enti firmatari, in modo che gli impegni presi e gli obiettivi perseguiti siano al riparo da interferenze future o non corrano il rischio di essere ridimensionati in seguito a futuri mutamenti politici o amministrativi e dei confini geografici;

25.

pone in evidenza le pressioni di bilancio a breve termine cui sono soggette le regioni e le città che fanno investimenti a breve-lungo termine per migliorare la loro efficienza energetica, promuovere le fonti di energia sostenibile e ridurre le emissioni di CO2, e ritiene che gli obiettivi per la valutazione delle prestazioni nazionali debbano tener conto di questa situazione;

26.

osserva che, poiché non esiste una definizione univoca dei termini «sindaco» o «regione» valida in tutti gli Stati membri dell'UE, il nome del Patto e gli obiettivi che esso comporta devono essere formulati in modo da non escludere altri organismi o da scoraggiarne l'adesione al Patto;

27.

evidenzia che, negli ultimi anni, le città e le regioni dell'UE hanno ottenuto risultati molto diversi nel ridurre le emissioni di CO2 e i consumi energetici, e che alcuni pionieri del progresso sono già andati oltre gli obiettivi di più facile portata. Si dovrebbe tenere conto del fatto che i consumi e la produzione di energia, con le relative emissioni di gas a effetto serra, variano sensibilmente tra i diversi Stati membri come pure al loro interno, soprattutto tra le aree urbane e le aree rurali.

Ulteriori proposte per il Patto

28.

il CdR chiede che si dia sostegno all'elaborazione di strategie per la riduzione delle emissioni e di orientamenti chiari su come diffondere e valutare i dati relativi alle emissioni. Ciò è essenziale per fare confronti e procedere a valutazioni comparate;

29.

raccomanda che, per evitare che vengano ripetuti gli stessi errori, le valutazioni comparate riportino esempi sia di insuccessi che di successi. Questi dovrebbero poter essere applicati in modo diretto, ragion per cui sarebbe necessario precisare le iniziative nei dettagli, compreso il loro bilancio. L'UE dovrebbe fare propri gli insegnamenti della Conferenza USA dei sindaci e dell'Iniziativa regionale del Nord-est e dell'Atlantico centrale (USA) relativa ai gas ad effetto serra;

30.

ritiene che il Patto dovrebbe tener conto delle metodologie e dei sistemi di valutazione messi a punto da molte città e da molti comuni membri delle reti regionali o nazionali, adoperandosi al contempo per armonizzare a medio termine gli strumenti di raccolta e misurazione dei dati. Ciò renderebbe superflua l'elaborazione di nuovi metodi di lavoro e incoraggerebbe una più ampia partecipazione al Patto. L'obiettivo sarà quello di far sì che la maggior parte dei comuni che fanno parte di reti già esistenti aderiscano al Patto dei sindaci;

31.

propone che il calendario relativo al Patto sia definito in modo da consentire di diffondere in tutti gli Stati membri gli standard di eccellenza e le migliori pratiche esistenti prima dell'elaborazione dei piani d'azione. In tal modo, i piani di azione che le città e le regioni metteranno a punto potranno tener conto di queste buone pratiche.

Le sfide legate al raggiungimento degli obiettivi UE in materia di efficienza energetica

32.

il CdR sottolinea l'importanza del contesto europeo e nazionale per la riuscita delle azioni locali e deplora in particolare che la Commissione non abbia aggiornato il Piano d'azione 2006 per l'efficienza energetica. Questo aggiornamento è indispensabile per incoraggiare gli Stati membri e le loro regioni e città a dare slancio all'efficienza e andare oltre l'obiettivo UE del 20 %;

33.

si unisce all'appello lanciato dal Consiglio europeo di giugno affinché la Commissione europea e gli Stati membri accelerino l'attuazione del Piano d'azione e ne prendano in considerazione la revisione;

34.

evidenzia che dovrebbe esserci un rapporto diretto tra i piani d'azione nazionali per l'energia e quelli regionali, dato che questi ultimi costituiscono il nesso indispensabile tra i piani nazionali e quelli di città e comuni. È importante coinvolgere gli enti locali e regionali nella definizione degli obiettivi in materia di cambiamento climatico e di energia, adottare strumenti concreti per realizzare questi obiettivi e prevedere un finanziamento adeguato in tal senso;

35.

chiede che i fondi e i finanziamenti comunitari siano rivisti al fine di privilegiare le azioni volte a promuovere l'utilizzo di energia sostenibile, in particolare attraverso l'aumento dal 3 % al 5 % dei finanziamenti regionali destinati a migliorare l'efficienza energetica dell'edilizia residenziale. Gli enti locali e regionali disposti ad investire nei programmi di efficienza energetica, nella promozione delle fonti di energia sostenibile e nella riduzione delle emissioni di CO2 dovrebbero avere accesso ai prestiti della BEI;

36.

raccomanda pertanto che la revisione intermedia dei programmi comunitari di finanziamento definisca le modalità per riorientare tutta la gamma dei programmi nel senso di sostenere l'efficienza energetica, promuovere le fonti di energia sostenibile e ridurre le emissioni di CO2, nonché assicurare che i programmi destinati a migliorare l'efficienza energetica, siano accessibili alle regioni e alle città. Così, ad esempio, nel quadro di eventuali revisioni future, oltre ad incrementare i finanziamenti regionali e di coesione per sostenere l'efficienza energetica dell'edilizia residenziale, si dovrebbero aumentare gli investimenti a favore della commercializzazione delle nuove tecnologie nel contesto, ad esempio, del 7PQ. Potrebbe inoltre rendersi necessaria una revisione delle regole sugli aiuti di Stato per consentire azioni in materia di trasformazione dell'energia e di trasformazioni industriali;

37.

invita la Commissione a continuare a sviluppare e ad aggiornare con maggiore tempestività le misure in grado di aiutare le città di medie e grandi dimensioni e le regioni a indurre modifiche comportamentali, ad es. mediante la promozione e la classificazione dei prodotti ad alta efficienza energetica;

38.

ritiene che le regioni e le città potrebbero più facilmente raggiungere o addirittura superare l'obiettivo di aumentare del 20 % la loro efficienza energetica entro il 2020 se tale obiettivo fosse vincolante e se il Piano UE per l'efficienza energetica e i piani di azione nazionali degli Stati membri venissero aggiornati di conseguenza.

Bruxelles, 26 novembre 2008.

Il Presidente

del Comitato delle regioni

Luc VAN DEN BRANDE


(1)  Il commissario PIEBALGS ha affermato, nel corso del forum di aprile del CdR, che le idee e i progetti più innovativi di lotta al cambiamento climatico provengono in gran parte proprio dalle regioni e dalle città.

(2)  La relazione del PE in merito al Piano d'azione per l'efficienza energetica: concretizzare le potenzialità (2007/2106 (INI)) «sottolinea il ruolo delle agenzie dell'energia locali e regionali nell'efficace attuazione delle misure per l'efficienza energetica (…)».

(3)  Parere del Comitato delle regioni sul tema Limitare il surriscaldamento dovuto ai cambiamenti climatici a + 2 gradi Celsius e includere le attività di trasporto aereo nel sistema comunitario di scambio delle quote di emissione, DEVE-IV-015.


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