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Document 52007DC0295

    Comunicazione della Commissione al Consiglio - Possibilità di pesca per il 2008 Dichiarazione politica della Commissione europea

    /* COM/2007/0295 def. */

    52007DC0295

    Comunicazione della Commissione al Consiglio - Possibilità di pesca per il 2008 Dichiarazione politica della Commissione europea /* COM/2007/0295 def. */


    [pic] | COMMISSIONE DELLE COMUNITÀ EUROPEE |

    Bruxelles, 6.6.2007

    COM(2007) 295 definitivo

    COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL CONSIGLIO

    Possibilità di pesca per il 2008 Dichiarazione politica della Commissione europea

    COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL CONSIGLIO

    Possibilità di pesca per il 2008 Dichiarazione politica della Commissione europea

    INDICE

    1. Introduzione 3

    2. Punto della situazione 4

    2.1. Riforma della PCP 4

    2.2. Pareri scientifici e decisioni sui TAC per il periodo 2003-2007 5

    2.3. Aspetti economici 6

    2.4. Sforzo di pesca 7

    2.5. Risultati 8

    3. Azioni future 9

    3.1. Fissazione dei TAC applicabili agli stock per i quali non si dispone di previsioni quantitative in relazione ai limiti precauzionali 10

    3.1.1. Stock per i quali esiste un parere formulato da organismi scientifici 10

    3.1.2. Stock per i quali non si dispone di pareri scientifici 11

    3.2. Fissazione dei TAC applicabili agli stock che hanno superato i limiti biologici di sicurezza 11

    3.3. Fissazione dei TAC applicabili agli stock di merluzzo bianco regolamentati dal piano di ricostituzione del merluzzo bianco 12

    3.4. Possibilità di pesca in relazione alla gestione dello sforzo 13

    4. Misure tecniche 13

    5. Altri aspetti 14

    6. Conclusioni 14

    1. INTRODUZIONE

    La comunicazione della Commissione intitolata “Migliorare il processo di consultazione sulla gestione comunitaria della pesca” (COM(2006)246) descrive un nuovo metodo di lavoro per la fissazione annuale delle possibilità di pesca. Conformemente a tale approccio, la Commissione formula nel presente documento le proprie valutazioni sulle possibilità di pesca per il 2008. Come per gli anni precedenti, la presente dichiarazione politica verte principalmente sulle possibilità di pesca nell’Atlantico nordorientale e nel Mar Baltico.

    La Commissione ribadisce il proprio impegno a favore di una gestione basata su piani a lungo termine. Saranno elaborati nuovi piani e quelli esistenti saranno attuati e riesaminati. Per gli stock non soggetti a piani a lungo termine vengono definite norme generiche. La Commissione ha inoltre presentato, nel 2006, una comunicazione intitolata “Conseguire la sostenibilità della pesca nell’UE tramite l’applicazione del rendimento massimo sostenibile”[1]; nel 2007 essa consulterà le parti interessate e raccoglierà pareri scientifici sulla gestione della pesca al fine di conseguire una riduzione dei costi, un aumento delle catture e un reddito più elevato. È in base a questa impostazione che saranno elaborati i futuri piani a lungo termine.

    Se vengono definiti piani di gestione a lungo termine associati ad obiettivi di rendimento massimo sostenibile (RMS), è necessario che le possibilità di pesca siano fissate in modo da mantenere gli stock entro limiti biologici di sicurezza o, per gli stock depauperati, da ricondurli, anche progressivamente, entro tali limiti o in prossimità di essi. Occorre tuttavia evitare che i volumi di cattura autorizzati comportino un peggioramento della situazione conducendo al superamento dei limiti biologici di sicurezza. Le possibilità di pesca non devono neppure essere fissate in modo da discostarsi dagli obiettivi di RMS.

    La Commissione ribadisce inoltre il proprio impegno a consultare i gruppi di interesse e gli Stati membri in merito alla fissazione delle possibilità di pesca. Tale consultazione verterà sui metodi e sulle regole da applicare a lungo termine e comprenderà un’analisi del probabile impatto dell’approccio proposto, anche per quanto riguarda gli aspetti socioeconomici. La prima dichiarazione politica del 2006 è stata presentata troppo tardi nel corso dell’anno perché fosse possibile realizzare una consultazione efficace prima del Consiglio di dicembre. Tuttavia, nel formulare le proprie proposte, la Commissione ha tenuto conto delle regole e degli orientamenti ivi stabiliti e in molti casi i valori risultanti hanno raccolto il consenso degli Stati membri in seno al Consiglio. La dichiarazione politica di quest’anno è presentata con ampio anticipo: la Commissione spera pertanto che i gruppi di interesse e gli Stati membri svolgeranno un dialogo costruttivo su metodi che consentano di fissare le possibilità di pesca in base a criteri scientifici, tenendo conto delle conseguenze sul piano economico e sociale.

    La Commissione sta raccogliendo pareri scientifici sugli effetti che deriveranno a lungo termine dall’attuazione delle regole stabilite dalla “dichiarazione politica”. Essa potrà modificare la propria strategia in funzione dei pareri che saranno formulati e dei contributi che saranno forniti dagli Stati membri e dalle parti interessate. Tuttavia, a meno che dai pareri scientifici trasmessi per il 2008 non emergano elementi imprevisti di rilievo, la proposta della Commissione sarà in linea con le strategie a lungo termine già approvate.

    È opportuno che le norme previste dalla “dichiarazione politica” siano conformi ad altre politiche comunitarie quali il piano d’azione a favore della biodiversità nel settore della pesca e la strategia, tuttora in discussione, proposta per l’ambiente marino. Tali strategie sono tutte finalizzate ad obiettivi simili.

    2. PUNTO DELLA SITUAZIONE

    2.1. Riforma della PCP

    Nell’ambito dei lavori preparatori per la riforma della politica comune della pesca del 2002, la Commissione era giunta alla conclusione[2] che numerosi stock si trovavano al di là dei limiti biologici di sicurezza o risultavano eccessivamente sfruttati, o ancora presentavano una bassa percentuale di esemplari adulti. Ciò era per lo più riconducibile alla fissazione di limiti di cattura annuali superiori a quelli proposti sulla base dei pareri scientifici e alla mancanza di obiettivi sufficientemente ambiziosi nei piani di gestione della flotta. Questi fattori, ulteriormente aggravati da un’applicazione poco rigorosa della normativa, hanno contribuito alla precarietà del settore riducendone la redditività. La partecipazione dei gruppi di interesse alla gestione della politica comune della pesca era insufficiente. Il solo ricorso ai TAC non costituiva un adeguato strumento di conservazione a causa della pratica dei rigetti, anche di tipo selettivo, e del mancato rispetto delle norme. Suscitavano perplessità aspetti quali la consulenza scientifica in materia di ecosistemi, la raccolta dei dati e il campionamento, l’adeguatezza delle risorse scientifiche e la necessità di migliorare la divulgazione delle informazioni scientifiche e l’analisi a sostegno del processo decisionale. Gli aspetti socioeconomici costituivano infine motivo di crescente preoccupazione.

    Cambiamenti sostanziali sono stati introdotti dalla riforma del 2002. Sono stati istituiti consigli consultivi regionali. La Commissione ha intensificato le consultazioni con i gruppi di interesse e ha integrato nelle proprie proposte elementi sostanziali dei pareri da questi formulati, prestando maggiore attenzione all’impatto socioeconomico delle misure. Sono stati predisposti piani di gestione a lungo termine per un maggior numero di stock ed è stato fatto più ampio ricorso alla gestione dello sforzo quale ulteriore strumento di conservazione. Molto è stato fatto per migliorare il controllo e il rispetto della normativa. La Commissione ha accolto nella propria strategia in materia di TAC e contingenti una richiesta cruciale formulata dai portatori di interesse, limitando al 15% le variazioni dei TAC. Debita attenzione è stata data ai pareri degli Stati membri in seno al Consiglio e solo in rarissimi casi le possibilità di pesca sono state adottate senza che vi fosse l’accordo dello Stato membro interessato. Alcuni Stati membri hanno migliorato in misura significativa i propri sistemi di controllo ed esecuzione.

    2.2. Pareri scientifici e decisioni sui TAC per il periodo 2003-2007

    Prima di esaminare le decisioni per il 2008 vale la pena ripercorrere brevemente gli sviluppi politici recenti. Le misure di gestione a lungo termine per il nasello settentrionale, la sogliola del golfo di Guascogna, l’eglefino del Mare del Nord, lo sgombro e il merluzzo carbonaro hanno contribuito positivamente allo sviluppo del settore e alla gestione delle risorse. Lo stock di nasello settentrionale sembra essere rientrato nei limiti biologici di sicurezza; è stato inoltre possibile aumentare i TAC per la sogliola nel golfo di Guascogna e nella Manica occidentale, riducendo nel contempo la mortalità per pesca. Nel caso del merluzzo bianco, invece, le misure e il piano di ricostituzione non hanno permesso di conseguire i risultati sperati.

    La Commissione ha riesaminato i pareri scientifici e le decisioni dal 2002 (prospetto 1):

    Prospetto 1. Riepilogo dei pareri scientifici e delle decisioni sui TAC dal 2002 [3]

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    La tabella illustra le tendenze recenti. Per esempio, i pareri scientifici sono sempre meno basati su previsioni a breve termine.

    Benché il numero di previsioni sia sceso da 40 a 29, il numero di pareri formulati dagli esperti in relazione alle catture è rimasto sostanzialmente invariato. Ciò potrebbe essere riconducibile a un peggioramento della qualità dei dati o a una migliore conoscenza dei limiti dei dati stessi. I pareri degli esperti vengono formulati sulla base di criteri più semplici, come la necessità di non aumentare lo sforzo di pesca esercitato su uno stock se non si è certi che tale incremento sarà sostenibile. Questo modo di procedere è conforme all’approccio precauzionale compreso negli obiettivi della politica comune della pesca e costituisce una base adeguata per l’adozione delle proposte relative ai TAC.

    Il numero di stock a rischio non sembra né in aumento né in diminuzione. Circa quattro quinti degli stock risultano tuttora al di là dei limiti biologici di sicurezza conosciuti. Il numero di stock per i quali è raccomandata la cattura zero si mantiene praticamente stabile intorno a 13[4]. I TAC sono stati fissati a un livello in media nettamente superiore a quello raccomandato dagli esperti, benché in misura diversa a seconda degli stock. La riduzione dell’impatto esercitato dalle attività di pesca è pertanto trascurabile. Solo tre stock soggetti a TAC (eglefino del Mare del Nord, merluzzo carbonaro del Mare del Nord e rombo giallo del golfo di Guascogna) sono sfruttati in conformità degli impegni assunti in materia di RMS in occasione del vertice mondiale sullo sviluppo sostenibile svoltosi a Johannesburg nel 2002. La tendenza a fissare TAC più elevati di quelli raccomandati comporta gravi rischi per la pesca, tanto più che molti di questi TAC vengono ampiamente superati a causa delle carenze in materia di controllo e di esecuzione.

    2.3. Aspetti economici

    Il settore della pesca ha inoltre subito mutamenti economici. Diversi prodotti ittici hanno raggiunto nel 2006 prezzi nominali più elevati. I prezzi di alcune importanti specie ittiche risultano stabili o in flessione, con un’elevata volatilità a breve termine sui mercati dell’UE. Altri fattori, quali la struttura dei costi delle singole flotte, hanno inciso in misura significativa sulla performance economica del periodo.

    I risultati economici del settore alieutico dell’UE variano da una flotta all’altra, da un paese all’altro e da una regione all’altra in funzione del saldo economico netto risultante dall’evoluzione dei prezzi, degli sbarchi e dei costi operativi (in particolare dei costi di carburante), dei costi fissi e della produttività economica generale. Tali disparità economiche fanno riscontro alle differenze esistenti in termini di intensità del capitale, struttura economica, attività e andamento dei mercati ittici locali.

    La flotta a strascico, caratterizzata da un elevato consumo di combustibile, è quella che negli ultimi anni ha subito il massimo declino economico a causa dei crescenti costi energetici, mentre i pescherecci dediti ad attività che comportano un minor consumo di carburante hanno registrato un relativo miglioramento della propria situazione economica.

    I più recenti dati economici sembrano indicare un aumento della produttività di alcune flotte europee. Tale tendenza, associata a un più favorevole andamento dei prezzi in alcuni mercati, potrebbe costituire un segnale positivo e far sperare in un miglioramento generale dei risultati economici. Tutto ciò dovrà essere esaminato nel dettaglio per valutare le tendenze caratteristiche di ogni flotta, paese e regione.

    2.4. Sforzo di pesca

    Dalla riforma sono state fissate limitazioni dello sforzo di pesca per le acque occidentali[5], per le specie di acque profonde[6] e per gli stock in via di ricostituzione[7].

    In base ai dati trasmessi allo CSTEP dagli Stati membri, rispetto al 2000 lo sforzo di pesca complessivamente esercitato nel 2005 è diminuito del 15% circa nel Kattegat, del 20% circa nel Mar del Nord, nello Skagerrak e nella Manica occidentale e del 35% circa nelle acque ad ovest della Scozia e nel Mare d’Irlanda. Vi sono stati cambiamenti per quanto riguarda il tipo di attrezzi utilizzati, con una riduzione dello sforzo esercitato con reti da traino a maglie larghe (di larghezza superiore a 100 mm) e un aumento dello sforzo esercitato con reti da traino a piccole maglie (di larghezza compresa tra 70 e 99 mm) (prospetto 2).

    Prospetto 2. Sforzo esercitato (kW*giorni in mare) per gruppo di attrezzi da pesca. In alto: a sinistra, Kattegat; a destra, Mare del Nord e Skagerrak. In basso: a sinistra, Mare d’Irlanda; a destra, acque ad ovest della Scozia. Fonte:CSTEP.

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    Benché lo sforzo di pesca globale tenda a diminuire, si è registrato un incremento dello sforzo esercitato con attrezzi a piccole maglie (70-89 mm), per cui non è escluso che siano aumentate le catture di merluzzi bianchi di piccola taglia. A questo riguardo sono state richieste consulenze scientifiche.

    È possibile che la riduzione dello sforzo di pesca non sia direttamente correlata alle limitazioni dei giorni in mare previste all’allegato II del regolamento relativo alle possibilità di pesca. La flessione dello sforzo, infatti, ha avuto inizio ben prima che fossero imposte limitazioni dei giorni in mare ed è proseguita allo stesso ritmo anche dopo l’introduzione del regime. Inoltre, stando ai dati forniti dagli Stati membri, solo il 72% dello sforzo di pesca autorizzato è stato effettivamente esercitato nel 2006, il che sembra indicare che il regime non ha di fatto limitato l’attività della flotta.

    Ciò dimostra che le limitazioni dei giorni in mare non contribuiscono in misura sufficiente alla ricostituzione degli stock. Inoltre il sistema è risultato di difficile gestione sia per gli Stati membri che per la Commissione ed è stato giudicato eccessivamente complesso, poco trasparente e difficile da controllare. Esistono infine sovrapposizioni con altri regimi di gestione dello sforzo.

    Tuttavia il regime di gestione dello sforzo ha permesso di meglio comprendere il funzionamento delle flotte pescherecce; ciò ha favorito in alcuni casi il ricorso ad attrezzi più selettivi e potrebbe in futuro consentire di realizzare ulteriori miglioramenti.

    2.5. Risultati

    Globalmente, dal 2002:

    - gli stock non tendono a ricostituirsi o a rientrare nei limiti biologici di sicurezza; al contrario, il settore continua ad essere ad alto rischio, con una situazione particolarmente preoccupante per gli stock demersali, meno grave per le piccole specie pelagiche;

    - negli ultimi anni si è registrato un peggioramento della performance economica; per alcune specie, tuttavia, si osserva un incremento della produttività e dei prezzi che costituisce un segnale incoraggiante;

    - il regime dei giorni in mare non consente in molti casi di contenere lo sforzo di pesca globalmente esercitato e comporta una gestione sproporzionatamente complessa e onerosa.

    3. AZIONI FUTURE

    È evidente che lo stato di conservazione degli stock europei non è migliorato nella misura necessaria. Per ricondurre gli stock entro i limiti biologici di sicurezza e migliorare le prospettive economiche a lungo termine è necessario continuare a lavorare con impegno alla gestione dei TAC e dello sforzo di pesca. Occorre semplificare le disposizioni applicabili alla gestione dello sforzo e rafforzarne l’efficacia come strumento di controllo della pesca. Tutto ciò dovrebbe essere realizzato attraverso un approccio cooperativo incentrato sulla consultazione delle parti interessate e su un più rigoroso rispetto dei regolamenti relativi alle possibilità di pesca.

    Tale approccio dovrebbe inoltre garantire che le misure adottate dal Consiglio tengano debito conto delle peculiarità del settore alieutico nelle varie regioni dell’UE.

    In ogni caso, ai fini del rispetto dei principi della politica comune della pesca, è necessario che le proposte della Commissione relative alle possibilità di pesca e alle misure di gestione delle risorse ittiche consentano di ridurre il numero di stock che hanno superato i limiti precauzionali. Laddove la mortalità per pesca superi i limiti precauzionali, le possibilità di pesca dovrebbero essere fissate in modo da ricondurla in prossimità di tali limiti. La Commissione rivolge un invito pressante al Consiglio affinché eviti di adottare decisioni che contribuiscano al superamento dei limiti biologici di sicurezza di ulteriori stock ittici.

    È necessario elaborare nuovi piani di ricostituzione e di gestione a lungo termine e riesaminare i piani esistenti, ove del caso, per gli stock che devono essere riportati o mantenuti entro limiti biologici di sicurezza. Occorrono ulteriori sforzi per garantire che i pareri scientifici siano formulati tempestivamente e offrano una base scientifica affidabile per le decisioni da adottare nell’ambito della politica comune della pesca.

    La Commissione si impegna a migliorare la valutazione dell’impatto socioeconomico delle decisioni proposte, anche attraverso la consultazione dei gruppi di interesse. Essa chiederà inoltre, a sostegno delle proprie proposte definitive, pareri scientifici sugli aspetti socioeconomici.

    Per quanto riguarda le possibilità di pesca per il 2008, la Commissione intende elaborare due proposte di regolamento: la prima, riguardante gli stock del Mar Baltico, sarà presentata nel settembre 2007; la seconda, riguardante gli stock delle altre zone, è prevista per il novembre 2007.

    Non saranno presentate nuove proposte per gli stock di acque profonde, dal momento che il regolamento (CE) n. 2015/2006 del Consiglio relativo alle possibilità di pesca per le specie di acque profonde copre anche il 2008.

    I principi per la definizione delle proposte relative alle possibilità di pesca sono già stati enunciati nella precedente dichiarazione politica della Commissione. Tali principi e modalità, già applicati per l’elaborazione della proposta sulle possibilità di pesca per il 2007, rimangono validi per il 2008. Occorrerà tuttavia esaminare con i gruppi di interesse e con gli Stati membri alcuni aspetti supplementari che sono illustrati nel prosieguo.

    3.1. Fissazione dei TAC applicabili agli stock per i quali non si dispone di previsioni quantitative in relazione ai limiti precauzionali

    3.1.1. Stock per i quali esiste un parere formulato da organismi scientifici

    Gli organismi scientifici tendono a formulare pareri meno quantitativi, attenendosi a criteri precauzionali e utilizzando formulazioni quali “lo sforzo dovrebbe essere ridotto in misura sostanziale”, senza una quantificazione precisa. I pareri così formulati tengono conto dell’andamento evidenziato dai dati e dei risultati di esercizi di modellizzazione, anche se questi non vengono necessariamente presentati. Essi vanno tenuti nella stessa considerazione dei pareri corredati di un modello matematico. Agire diversamente significherebbe imporre agli esperti un vincolo irragionevole, in quanto non sarebbe giusto esigere che questi presentino modelli matematici affinché i loro pareri siano tenuti in debita considerazione. Inoltre le osservazioni pertinenti, benché non quantificate, sullo stato di uno stock ittico devono essere tradotte in misure concrete. Tenuto conto di quanto precede, la Commissione ritiene che sarebbe opportuno applicare i seguenti orientamenti:

    a) se un parere formulato dallo CSTEP raccomanda una limitazione delle catture a un particolare livello, esso va trattato allo stesso modo a prescindere dal fatto che sia accompagnato da un riepilogo delle previsioni di cattura. La regola in base alla quale i TAC vanno allineati al livello di cattura consigliato procedendo a variazioni annue non superiori al 15% va applicata tenendo conto delle necessità dell’attività di pesca interessata e delle pertinenti considerazioni socioeconomiche;

    b) se un parere raccomanda una riduzione dello sforzo, occorre chiedere allo CSTEP di determinare i livelli di sforzo e di raccomandare quello adeguato, riducendo il TAC fino a concorrenza del 15% in attesa del completamento dello studio;

    c) se da indicazioni non quantificate risulta che le dimensioni di uno stock stanno aumentando grazie a un buon reclutamento, il TAC corrispondente va aumentato del 15%; per contro, se da indicazioni non quantificate risulta che uno stock è gravemente compromesso o in diminuzione a causa di un reclutamento insufficiente, va applicata una riduzione del TAC fino a concorrenza del 15% tenendo conto delle necessità dell’attività di pesca interessata e delle pertinenti considerazioni socioeconomiche;

    d) se da indicazioni inequivocabili, benché non quantificate, risulta che uno stock è esaurito o se un parere raccomanda un livello di cattura zero o una riduzione delle catture al livello più basso possibile, la Commissione propone la massima riduzione possibile del TAC tenendo conto degli aspetti connessi alla pesca multispecifica e delle pertinenti considerazioni socioeconomiche. Se lo stock considerato forma oggetto di un piano di ricostituzione, viene proposta la migliore approssimazione possibile alle regole previste dal piano medesimo, alla luce dei dati scientifici disponibili. In ogni caso, la riduzione proposta non può essere inferiore a quella risultante dall’applicazione dei principi generali enunciati sopra.

    La Commissione intende garantire che i TAC proposti non compromettano lo sfruttamento sostenibile degli stock. Essa invita i gruppi di interesse e gli Stati membri a migliorare i dati sugli stock da essi sfruttati e sui risultati economici ottenuti e a presentare osservazioni sull’attuazione dei pareri scientifici in conformità degli orientamenti precedentemente enunciati.

    3.1.2. Stock per i quali non si dispone di pareri scientifici

    Per alcuni stock ittici lo CSTEP non fornisce valutazioni biologiche o informazioni di altro tipo. In questi casi l’approccio precauzionale previsto dalla politica comune della pesca[8] può essere applicato senza far riferimento a un parere scientifico, seguendo il criterio fondamentale di non consentire un’espansione dell’attività di pesca in assenza di dati scientifici che dimostrino la sostenibilità di tale espansione. Se i TAC esistenti superano nettamente i quantitativi recentemente catturati, si procede al loro adeguamento nella misura del 15% annuale al fine di riportarli ai livelli di cattura effettivi.

    3.2. Fissazione dei TAC applicabili agli stock che hanno superato i limiti biologici di sicurezza

    L’esperienza recente (vedi punto 2.5.) dimostra che, in linea di massima, le decisioni sulle possibilità di pesca adottate previa consultazione dei gruppi di interesse non hanno portato a un miglioramento dello stato degli stock rispetto ai criteri di riferimento precauzionali. La situazione dell’industria alieutica continua ad essere molto critica per numerosi stock.

    In alcuni casi il fatto di limitare al 15% le riduzioni dei TAC può essere fonte di problemi. Ad esempio, tale limite non avrebbe consentito di evitare il declino dello stock di merluzzo bianco nelle acque occidentali della Scozia.

    Sceso al di sotto dei limiti biologici di sicurezza nel 1985, lo stock in questione ha subito negli anni successivi una riduzione annuale del 10% circa. Se nel corso di tale periodo il TAC fosse stato ridotto ogni anno del 15%, la mortalità per pesca sarebbe scesa solo nella misura del 5% annuo, ad un ritmo, quindi, troppo lento per garantire la ricostituzione dello stock. In casi di questo tipo può essere necessario applicare riduzioni superiori al 15% annuo per ottenere miglioramenti significativi.

    Per ricondurre gli stock entro limiti di sicurezza le possibilità di pesca dovrebbero essere fissate a un livello che consenta di ridurre la mortalità per pesca, il che può comportare la necessità di ridurre i TAC in misura superiore al 15%. La dichiarazione politica per il 2007 prevedeva che non venissero proposte possibilità di pesca che avrebbero portato a un ulteriore degrado degli stock; ora potrebbe essere necessario adottare un approccio più positivo, che consenta di riavvicinare gli stock ai limiti biologici di sicurezza ad un ritmo ragionevolmente rapido.

    La Commissione invita le parti interessate ad esprimere il proprio parere sulla strategia da attuare per ridurre i rischi a lungo termine attraverso metodi alternativi di fissazione delle possibilità di pesca, in particolare per consentire una più rapida ricostituzione degli stock che hanno superato i limiti biologici di sicurezza, ridurre il numero di tali stock e abbassare i tassi di mortalità per pesca laddove questi superino i valori precauzionali.

    3.3. Fissazione dei TAC applicabili agli stock di merluzzo bianco regolamentati dal piano di ricostituzione del merluzzo bianco

    Per lo stock di merluzzo bianco la Commissione proporrà per il 2008 possibilità di pesca conformi alle disposizioni del piano di ricostituzione, sempre che lo CSTEP sia in grado di fornire una valutazione delle dimensioni dello stock e della mortalità per pesca che consenta l’applicazione diretta del piano stesso.

    Nel 2006 non erano ravvisabili, nella maggior parte delle zone, né una chiara riduzione della mortalità del merluzzo bianco né una ripresa significativa dello stock. Il regime di gestione, rimasto sostanzialmente invariato dal 2004 al 2007, non dovrebbe subire cambiamenti nel corso dell’anno. Le misure di conservazione per lo stock di merluzzo bianco saranno riesaminate nel 2007. Un nuovo regolamento sulla ricostituzione del merluzzo bianco non sarà proposto prima del 2008; le indicazioni scaturite dal processo di revisione saranno quindi integrate nelle proposte relative alla fissazione delle possibilità di pesca del merluzzo bianco per il 2008.

    Lo stock di merluzzo bianco del Mar Celtico dovrà essere incluso nel regolamento relativo alla ricostituzione del merluzzo bianco; nel frattempo saranno proposte per questo stock misure di conservazione simili e proporzionate a quelle applicabili agli altri stock di tale specie.

    Le misure di ricostituzione del merluzzo bianco formeranno oggetto di una consultazione specifica sulla base dei risultati del convegno svoltosi a Edimburgo nel marzo 2007. Dei risultati di tale consultazione si terrà conto ai fini della proposta relativa alle possibilità di pesca per il 2008 nell’ambito del piano esistente e della sua successiva revisione.

    3.4. Possibilità di pesca in relazione alla gestione dello sforzo

    La Commissione proporrà un adeguamento dei livelli di sforzo ammissibili sulla base dei vigenti piani di gestione e di ricostituzione a lungo termine.

    Nel 2007 la Commissione avvierà un dibattito con i gruppi di interesse e gli Stati membri sulle modalità per semplificare, migliorare e consolidare i regimi esistenti di gestione dello sforzo. La discussione verterà in primo luogo sulla definizione di indicatori dello sforzo e della capacità di pesca (COM(2007)39) sulla base delle indicazioni scaturite dal convegno sulla ricostituzione del merluzzo bianco. La Commissione terrà conto dei risultati del dibattito nella definizione di norme comuni applicabili ai vigenti regimi di gestione dello sforzo, cosa che permetterà di migliorarne l’efficacia e l’esecutività e contribuirà alla ripresa dello stock di merluzzo bianco. Il dibattito fornirà inoltre indicazioni per le eventuali proposte che dovranno essere elaborate nel 2007 per l’applicazione di misure transitorie nel 2008.

    I gruppi di interesse e gli Stati membri sono invitati a partecipare attivamente al dibattito.

    4. MISURE TECNICHE

    Parte delle misure tecniche comprese nei regolamenti annuali relativi alle possibilità di pesca sarà trasferita in altri tre regolamenti.

    Una proposta relativa a misure di conservazione e di esecuzione nella zona NAFO deve essere adottata dal Consiglio nel maggio 2007. Sono attualmente in corso d’esame le misure tecniche applicabili alla pesca nelle acque dell’Atlantico e nell’autunno 2007 verrà presentata una proposta di revisione del regolamento (CE) n. 850/98 del Consiglio. Nel primo semestre del 2007 la Commissione proporrà inoltre un regolamento riguardante le misure tecniche raccomandate dalla Commissione internazionale per la conservazione dei tonnidi dell’Atlantico (ICCAT).

    Le misure applicabili alle reti da posta di profondità saranno riesaminate nell’ambito della revisione generale delle misure tecniche. Misure transitorie potranno essere proposte nell’“Allegato III” per il 2008.

    La Commissione discuterà l’attuazione delle misure di gestione della pesca nel Mar Mediterraneo con i gruppi di interesse e con gli Stati membri. In caso di accordo riguardo all’opportunità di adottare rapidamente tali misure, la Commissione potrà proporle nell’“Allegato III”.

    Una comunicazione distinta è dedicata alla problematica della riduzione dei rigetti[9]. Ove del caso potranno essere proposte nell’“allegato III” alcune misure iniziali per la riduzione dei rigetti.

    5. ALTRI ASPETTI

    Gli Stati membri si sono impegnati a trasmettere i dati relativi alle catture di spinarolo nel 2007. Sulla base di tali dati la Commissione proporrà agli Stati membri uno o più TAC e contingenti al fine di proteggere tale stock depauperato.

    Nel 2007 la Commissione elaborerà un piano a lungo termine per lo stock di nasello settentrionale, procedendo a una valutazione di impatto e a consultazioni con i gruppi di interesse. Il piano a lungo termine dovrà essere conforme alla decisione adottata in materia di rendimento massimo sostenibile in occasione del vertice mondiale sullo sviluppo sostenibile del 2002.

    Per quanto riguarda lo smeriglio, la Commissione, dopo aver consultato gli Stati membri, proporrà nel 2007 una raccomandazione al Consiglio internazionale per la conservazione del tonno atlantico. Misure corrispondenti saranno proposte nell’ambito delle possibilità di pesca per il 2008.

    6. CONCLUSIONI

    Le parti interessate e gli Stati membri sono invitati ad esaminare in modo approfondito le questioni proposte. Affinché i risultati delle consultazioni possano essere utilizzati in tempo utile, la Commissione chiede che i contributi siano presentati entro il 31 luglio 2007.

    [1] Ai fini del rispetto degli impegni assunti dalla Comunità in occasione del vertice mondiale sullo sviluppo sostenibile del 2002; COM(2006) 360.

    [2] Libro verde sul futuro della politica comune della pesca. Lussemburgo, Ufficio delle pubblicazioni ufficiali delle Comunità europee, 2001. ISBN 92-894-0904-5. 47 p.

    [3] La base tecnica di questo prospetto può essere richiesta ai servizi della Commissione.

    [4] Ad esclusione degli stock per i quali nel 2002 è stato raccomandato un fermo di pesca per le attività multispecifiche e senza tener conto dei nuovi pareri formulati nel 2006 riguardo agli stock depauperati di squali e razze.

    [5] Regolamento (CE) n. 1954/2003.

    [6] Regolamento (CE) n. 2340/2002 e successive modifiche.

    [7] Regolamenti annuali sui TAC e i contingenti dal 2003, allegato II del regolamento (CE) n. 41/2007 per il 2007.

    [8] Articolo 2 del regolamento (CE) n. 2371/2002 del Consiglio, del 20 dicembre 2002, relativo alla conservazione e allo sfruttamento sostenibile delle risorse della pesca nell’ambito della politica comune della pesca. GU L 358 del 31.12.2002, pag. 59.

    [9] Una politica per ridurre le catture accessorie ed eliminare i rigetti nella pesca europea. COM(2007) 136 def.

    2003

    2004

    2005

    2006

    2007

    Presentazione di pareri

    TAC con valutazione completa e tabelle previsionali (*)

    40

    34

    40

    31

    29

    TAC per i quali è stato formulato un parere quantitativo pertinente

    60

    53

    55

    66

    62

    TAC per i quali non sono stati formulati pareri

    31

    40

    39

    29

    35

    (*) I pareri riguardanti due TAC sono contabilizzati

    una sola volta

    Stato degli stock

    Stock per i quali è raccomandata la cattura zero

    24

    13

    12

    14

    20

    Stock al di là dei limiti biologici di sicurezza (LBS)

    30

    29

    26

    26

    26

    Stock che rientrano negli LBS

    12

    10

    14

    11

    12

    Stock di cui non si conosce la situazione riguardo agli LBS

    49

    54

    54

    58

    59

    TAC di cui è noto l'indice F rms

    34

    23

    33

    TAC sfruttati oltre l'indice F rms

    32

    21

    30

    TAC sfruttati nei limiti dell'indice F rms

    2

    2

    3

    Decisioni annuali

    Scostamento medio dal livello di cattura raccomandato (%)

    42%

    48%

    57%

    47%

    43%

    Stock sottoposti a valutazione nel 2007:

    Variazione media di F se il TAC è adottato (%)

    -11%

    -19%

    -4%

    -5%

    -4%

    F rispetto a Fpa se il TAC è adottato (%)

    101%

    90%

    99%

    101%

    101%

    Altri attrezzi

    4e – Palangari

    4d – Tramagli

    4c – Reti da imbrocco

    4b – Sfogliare

    4a – Reti da traino a divergenti

    Totale

    2005

    2004

    2003

    2002

    2001

    2000

    7000000

    6000000

    5000000

    4000000

    3000000

    2000000

    1000000

    Zona 2a (IIIaS) – Sforzo totale

    kW * giorni in mare

    Zona 2b (II,IIIaN,IV, VIID) – Sforzo totale

    20000000

    40000000

    60000000

    80000000

    100000000

    120000000

    140000000

    160000000

    180000000

    200000000

    2000

    2001

    2002

    2003

    2004

    2005

    Totale

    4a – Reti da traino a divergenti

    4b – Sfogliare

    4c – Reti da imbrocco

    4d – Tramagli

    4e – Palangari

    Altri attrezzi

    kW * giorni in mare

    Zona 2c (VIIa) – Sforzo totale

    2000000

    4000000

    6000000

    8000000

    10000000

    12000000

    14000000

    2000

    2001

    2002

    2003

    2004

    2005

    Totale

    4a – Reti da traino a divergenti

    4b – Sfogliare

    4c – Reti da imbrocco

    4d – Tramagli

    4e – Palangari

    Altri attrezzi

    kW * giorni in mare

    Zona 2d (VIa) – Sforzo totale

    5,000,000

    10,000,000

    15,000,000

    20,000,000

    25,000,000

    30,000,000

    35,000,000

    2000

    2001

    2002

    2003

    2004

    2005

    Totale

    4a – Reti da traino a divergenti

    4b – Sfogliare

    4c – Reti da imbrocco

    4d – Tramagli

    4e – Palangari

    Altri attrezzi

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