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Document 52005DC0607
Communication from the Commission to the Council, the European Parliament, the European Economic and Social Committee and the Committee of the Regions on Pandemic Influenza Preparedness and Response Planning in the European Community
Comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento Europeo, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni sulla pianificazione della preparazione e dell’intervento della Comunità europea in caso di influenza pandemica
Comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento Europeo, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni sulla pianificazione della preparazione e dell’intervento della Comunità europea in caso di influenza pandemica
/* COM/2005/0607 def. */
Comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento Europeo, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni sulla pianificazione della preparazione e dell’intervento della Comunità europea in caso di influenza pandemica /* COM/2005/0607 def. */
[pic] | COMMISSIONE DELLE COMUNITÀ EUROPEE | Bruxelles, 28.11.2005 COM(2005) 607 definitivo COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL CONSIGLIO, AL PARLAMENTO EUROPEO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI sulla pianificazione della preparazione e dell’intervento della Comunità europea in caso di influenza pandemica INDICE 1. Contesto e obiettivo della presente comunicazione 4 2. La preparazione dell’Unione europea di fronte ad un’ influenza pandemica 6 3. Principali compiti incombenti agli Stati membri, alla Commissione e alle agenzie comunitarie 8 3.1. Pianificazione e coordinamento 8 3.2. Valutazione e sorveglianza 9 3.3. Prevenzione e contenimento 11 3.4. Risposta dei sistemi sanitari 14 3.5. Comunicazione 15 4. Fasi pandemiche e livello di allarme dell’UE 16 FASE 1 DELL’OMS (periodo interpandemico) 18 FASE 2 DELL’OMS (periodo interpandemico) 18 Responsabilità e azioni 18 FASE 3 DELL’OMS (periodo di allarme pandemico) 18 Responsabilità e azioni 19 4.1.1. Commissione 19 4.1.2. CEPCM 20 4.1.3. Stati membri 20 FASE 4 DELL’OMS (periodo di allarme pandemico) 21 4.1.4. Commissione 21 4.1.5. CEPCM 22 4.1.6. Stati membri 23 FASE 5 DELL’OMS (periodo di allarme pandemico) 24 Responsabilità e azioni 24 4.1.7. Commissione 24 4.1.8. CEPCM 25 4.1.9. Stati membri 25 FASE 6 DELL’OMS (periodo di pandemia) – Livello d’allarme da 1 a 4 dell’UE 26 Livello d’allarme 1 dell’UE 26 Livello d’allarme 2 dell’UE 26 Livello d’allarme 3 dell’UE 26 Livello d’allarme 4 dell’UE 27 Responsabilità e azioni 27 4.1.10. Commissione 27 4.1.11. CEPCM 27 4.1.12. Stati membri 29 4.2. Periodo post-pandemico: recupero e ritorno al periodo interpandemico 29 5. Conclusioni 30 ANNEX 1: New WHO Phases 31 ANNEX 2: Projects related to influenza funded under the public health programme 32 ANNEX 3: EU supported research related to human pandemic influenza 33 1. CONTESTO E OBIETTIVO DELLA PRESENTE COMUNICAZIONE Ogni inverno, numerosi cittadini europei soffrono di influenza. Durante un’epidemia normale di influenza stagionale, tra il 5 e il 10% della popolazione si ammala. In passato, l’ampiezza delle pandemie d’influenza ha avuto dimensioni nettamente maggiori di quelle delle epidemie stagionali, poiché i tassi di attacco variavano dal 10 al 50%. Il ventesimo secolo ha conosciuto tre pandemie: la pandemia d'influenza spagnola, dal 1918 al 1920 (la più importante; ha provocato la morte di più di 20 milioni e forse persino di 50 milioni di persone nel mondo), la pandemia d’influenza asiatica nel 1957 e 1958 e quella dell’influenza di Hong Kong nel 1968 e 1969. La progressione di un’epidemia d’influenza aviaria altamente patogena (HPAI) proveniente dalla Cina e dall’Asia sud-orientale fa temere l’apparizione di un virus influenzale pienamente adattato alla trasmissione tra esseri umani e in grado di provocare milioni di morti e danni economici notevoli. Anche se è impossibile predire in quale momento potrebbe scatenarsi la prossima pandemia, è probabile che i servizi sanitari, sociali e altri servizi essenziali saranno fortemente sollecitati sin dal suo primo insorgere. Una pandemia d’influenza susciterà certamente numerose inquietudini nell’opinione pubblica, negli ambienti politici e nei mezzi di comunicazione e provocherà, per tutta la sua durata e anche oltre, importanti perturbazioni sociali ed economiche. L’angoscia, la limitazione degli spostamenti, i limiti alle riunioni di popolazione, le difficoltà di distribuzione e l’eccessiva mortalità sono elementi che aumenteranno probabilmente la pressione sulla società e ne accentueranno le disfunzioni. Gli effetti di una pandemia sulla nostra società sono inevitabili, ma un’accurata pianificazione della nostra preparazione e dei nostri interventi può aiutare ad attenuarne l’ampiezza e le ripercussioni. Questi piani si devono basare su strategie nazionali e locali esaurienti e complementari, sostenute da meccanismi in grado di garantire la rapida messa a disposizione di orientamenti e di informazioni esatti e chiari. È difficile elaborare piani in occasione di una pandemia, poiché sappiamo poco sui possibili impatti: i dati sono incerti e troppo eterogenei. A partire dall’esperienza acquisita in occasione di precedenti pandemie, dai pareri degli esperti e dai modelli teorici, la maggior parte dei piani nazionali di preparazione definiscono ipotesi che comprendono i punti seguenti: Il tasso d’attacco: si tratta della proporzione della popolazione che svilupperà i sintomi clinici di un’influenza durante una pandemia. In mancanza di qualunque intervento, i responsabili suppongono che, in un periodo da 9 a 15 settimane, il 30% della popolazione si ammalerà. I tassi di attacco e la gravità della malattia varieranno probabilmente da una fascia di età all’altra; tuttavia, dal momento che è poco probabile che i bambini e gli adulti siano immunizzati contro il nuovo virus, ai fini della pianificazione è opportuno assumere come ipotesi, per l’insieme delle fasce d’età, un tasso di attacco uniforme e una forma più grave della malattia con tassi di mortalità più elevati rispetto a una normale influenza “stagionale”. Il tasso di mortalità: è la proporzione di malati che morirà in conseguenza dell’influenza. La maggior parte dei piani nazionali basano le loro ipotesi su una mortalità generale dello 0,37% durante il periodo pandemico. Consultazioni cliniche : il 50% dei malati consulterà probabilmente un medico generalista o chiederà un trattamento medico ambulatoriale. Ospedalizzazione : per le affezioni respiratorie acute e i relativi disturbi, i casi di sindrome influenzale rappresenteranno probabilmente l’ 1% dei casi clinici. Tasso di cure intensive: si prevede che il 15% dei pazienti ricoverati in ospedale per una sindrome influenzale avranno bisogno di cure intensive e che, tra di loro, il 50% potrebbe avere bisogno di ventilatori meccanici. Assenteismo nel lavoro: ai fini della pianificazione, è opportuno supporre che in totale una proporzione del 30% della forza lavoro prenderà da cinque a otto giorni lavorativi di congedo su un periodo di tre mesi. La propagazione dell’influenza si intensificherà negli istituti scolastici e in altri ambienti chiusi e renderà forse necessaria la chiusura delle scuole. Tale situazione, unita ai problemi di trasporto e alla necessità per i lavoratori di prendersi cura dei familiari e di altre persone, accentuerà l’assenteismo. Spetta essenzialmente agli Stati membri adottare le misure più adeguate per combattere le pandemie di influenza umana. Nessun paese può tuttavia, da solo, far fronte alle conseguenze di una pandemia. La cooperazione internazionale è una necessità assoluta per riuscire ad attenuarne le ripercussioni. Nell’ambito dell’UE e del suo spazio senza frontiere interne, devono essere adottate ulteriori misure di coordinamento. Da ciò la necessità di un’azione a livello dell’UE. Tutti gli Stati membri hanno elaborato e rafforzato il loro piano di preparazione all’influenza pandemica nel corso degli ultimi mesi, con l’aiuto della Commissione e dell’OMS; confortati dalle conclusioni del Consiglio[1] e dei ministri della salute durante la riunione informale del 20 ottobre 2005, essi proseguono attualmente i loro lavori. La Commissione svolge un ruolo importante, aiutando gli Stati membri e coordinando le misure a livello dell’UE, in particolare grazie alla rete comunitaria di sorveglianza epidemiologica e di controllo delle malattie trasmissibili[2], e al suo sistema di allarme rapido e di reazione (sistema ARR))[3] che stabiliscono regole obbligatorie per la notifica ufficiale dei casi di malattia e delle situazioni collegate, e per l’informazione, la consultazione e il coordinamento delle misure adottate o previste. La Commissione si sforza da molti anni di contribuire a migliorare la preparazione dell’Unione europea e degli Stati membri di fronte ad una pandemia, come chiarisce il suo documento di lavoro[4] in materia, che è stato pubblicato nel marzo 2004. Da allora, l’OMS ha modificato la sua descrizione delle varie fasi di una pandemia (vedi l’ALLEGATO 1) e il Centro europeo di prevenzione e di controllo delle malattie (CEPCM) creato dal regolamento (CE) n. 851/2004 del Parlamento europeo e del Consiglio[5] è divenuto operativo a Stoccolma nel maggio 2005; il Centro fornisce pareri e consulenze specialistiche e aiuta la Commissione gestendo il sistema di allarme rapido e di reazione. Queste evoluzioni rendevano necessaria una revisione del piano di preparazione e d’intervento dell’UE in caso d’influenza pandemica. Il piano modificato è stabilito nella presente comunicazione. 2. LA PREPARAZIONE DELL’UNIONE EUROPEA DI FRONTE AD UN’ INFLUENZA PANDEMICA I paesi di tutto il mondo basano le loro pianificazioni sulle raccomandazioni d’azione prima e durante le pandemie che sono state emesse dall’OMS[6]. La pianificazione a livello dell’UE è basata sulle stesse raccomandazioni, ma occorre anche tenere conto di alcune situazioni e condizioni che le sono proprie. Se un’influenza pandemica fosse dapprima individuata al di fuori dell’UE, sarebbe probabilmente l’OMS che annuncerebbe per prima che la pandemia si è manifestata (fase 6 delle sue raccomandazioni). Tuttavia, una situazione di emergenza sanitaria connessa all’apparizione di un focolare pandemico potrebbe essere dichiarata ancora prima. Una volta che l’UE fosse colpita, gli Stati membri passerebbero probabilmente attraverso le varie fasi della pandemia in momenti e a ritmi diversi. Di conseguenza, per gli obiettivi dell’UE l’attività epidemica all’interno dell’Unione e negli Stati membri ha uno speciale significato e richiede modalità supplementari nel quadro della classificazione dell’OMS. La presente comunicazione descrive per ciascuna fase le misure da prendere in considerazione a livello dell’UE, che si applicherebbero nello specifico contesto epidemiologico. Nel marzo 2005, la Commissione e l’ufficio regionale dell’OMS per l’Europa hanno organizzato un seminario per discutere dei piani previsti in caso di pandemia, individuarne le lacune e determinare gli eventuali miglioramenti. L’impegno politico, l’aumento delle risorse per prepararsi alle pandemie, la moltiplicazione dei lavori di ricerca e la risoluzione di problemi giuridici ed etici complessi sono stati ritenuti elementi essenziali dai partecipanti, che si sono inoltre dichiarati estremamente interessati all’elaborazione di soluzioni comuni e allo sviluppo della cooperazione transfrontaliera[7]. Nel luglio 2005, la Commissione ha scritto a tutti i ministri della salute per sollecitare informazioni sul livello di preparazione del loro paese e in particolare per chiedere loro se disponevano di piani nazionali, di antivirali e di una politica di vaccinazione. Tutte le risposte e tutti i piani nazionali sono stati esaminati dalla Commissione, in collegamento con il comitato di sicurezza sanitaria (rif. 1) e il CEPCM. Il tutto è stato anche analizzato dai ministri della salute e dalla Commissione durante una riunione informale organizzata dalla presidenza britannica il 20 ottobre, e successivamente esaminato nel corso di un secondo seminario congiunto CE/OMS tenutosi dal 24 al 26 ottobre 2005. Inoltre, sono iniziate negli Stati membri dell’UE e in altri paesi europei visite congiunte di valutazione dell’OMS e del CEPCM. I primi risultati mostrano che i preparativi si limitano generalmente al settore sanitario. Gli aspetti operativi di alcuni piani devono essere rafforzati – soprattutto per quanto riguarda i piani d’emergenza applicabili alle strutture di cura e ai servizi pubblici, e alla formazione del personale. La maggior parte degli Stati membri ha affrontato nei rispettivi piani una serie di questioni prioritarie, come la struttura della catena di direzione delle operazioni, la strategia di comunicazione e la capacità dei laboratori. Quasi la metà degli Stati membri hanno attualmente adottato misure relative ai viaggi internazionali, alla ricerca dei contatti e alla messa in quarantena, nonché alle limitazioni degli spostamenti. Alcuni Stati hanno valutato la necessità di un’azione nei confronti dei loro cittadini che vivono all’estero. La Commissione ha realizzato un esercizio di simulazione sull’influenza pandemica (“Common Ground”) al fine di verificare la comunicazione, i piani di preparazione e di coordinamento, da un lato tra gli Stati membri, la Commissione e le agenzie comunitarie, come il CEPCM e l’Agenzia europea per i medicinali (EMEA) e, d’altro lato, con l’OMS. I risultati e gli insegnamenti di questa esercitazione saranno importanti per migliorare i piani e la loro interoperabilità. Per garantire un migliore coordinamento tra il settore della sanità pubblica e il settore veterinario, la Commissione ha riunito i capi dei servizi medici (CSM) e i capi dei servizi veterinari (CSV) dell’UE il 22 settembre 2005. Questa riunione segnala l’inizio di un processo continuo volto a migliorare il coordinamento tra le autorità e i servizi veterinari e sanitari sui principali aspetti della lotta contro l’influenza. La natura della minaccia è tale da rendere ovvio il fatto che, per proteggere gli Stai membri, è necessario aumentare globalmente le misure protettive e preventive. La Commissione, con gli altri Stati membri, sostiene inoltre la collaborazione internazionale, in particolare l’azione delle agenzie delle Nazioni Unite, come l’OMS, la FAO, l’OIE, e le attività della Banca mondiale, al fine di aiutare i paesi terzi, e in particolare quelli attualmente colpiti dall’influenza aviaria, a migliorare la loro capacità di sorveglianza e di lotta contro la malattia; ciò vale soprattutto per i paesi meno sviluppati e più vulnerabili, con particolare riferimento all’Africa e all’Asia. Le attività comprenderanno l’assistenza volta a garantire l’accesso ai medicinali essenziali. L’Unione Europea propone inoltre di sponsorizzare, insieme alla Banca Mondiale e alla Cina, una conferenza dei donatori per sostenere la costituzione di una sorta di Fondo Fiduciario per la lotta contro l’influenza aviaria in tutto il mondo. E’ importante che la Commissione e gli Stati membri insistano affinché le segnalazioni epidemiologiche siano tempestive, accurate e totalmente trasparenti in tutto il mondo. Occorre inoltre che la Comunità faciliti una maggiore partecipazione dei suoi partner nella politica europea di vicinato (PEV) in questo settore. Attualmente, i piani d’azione messi a punto con sei paesi (Ucraina, Moldavia, Israele, Giordania, Marocco e Tunisia) fanno riferimento a tale azione. Per quanto riguarda gli interventi più efficaci contro una pandemia, la Commissione e gli Stati membri lavorano di concerto per garantire la messa a disposizione di vaccini e di antivirali. La Commissione, con l’aiuto dell’EMEA e degli Stati membri, ha pubblicato un documento sulla partnership privato-pubblico[8] volta a incoraggiare la produzione di vaccini pandemici nel più breve tempo possibile. A tale proposito, le principali sfide sono la copertura del maggior numero possibile dei sottotipi virali, le prove cliniche, l’aumento della capacità di produzione grazie a un aumento delle vaccinazioni durante il periodo interpandemico, la sorveglianza della situazione in materia di immunizzazione e quella degli effetti indesiderabili. La Commissione si è sforzata di favorire strategie di acquisizione e di utilizzazione degli antivirali, e ciò ha consentito agli Stati membri di comprendere meglio le condizioni e i limiti dell’offerta e di ottenere in materia informazioni essenziali, suscitando al tempo stesso l’interesse dell’industria farmaceutica in modo tale che un maggior numero di imprese s’impegnino su questo terreno. Gli Stati membri valutano anche, con l’aiuto della Commissione e del CEPCM, la necessità di disporre di maschere e di altri dispositivi, quali gli apparati di protezione respiratoria. 3. PRINCIPALI COMPITI INCOMBENTI AGLI STATI MEMBRI, ALLA COMMISSIONE E ALLE AGENZIE COMUNITARIE Per fronteggiare una pandemia a qualunque livello, è essenziale garantire un’azione plurisettoriale che comprenda servizi esterni al settore sanitario. Di conseguenza, gli Stati membri e la Commissione devono instaurare e attualizzare strategie di pianificazione e di coordinamento che facilitino la collaborazione intersettoriale. L’elaborazione di piani riguardanti l’influenza pandemica fa appello ai principi e agli elementi del processo di pianificazione presentato nella comunicazione della Commissione sul rafforzamento del coordinamento della pianificazione generale della preparazione alle emergenze sanitarie a livello dell’UE[9]. Applicato all’influenza pandemica, questo processo di pianificazione porta a definire in questo modo i principali temi di un piano di preparazione dell’UE a questa malattia: - pianificazione e coordinamento - valutazione e sorveglianza - prevenzione e contenimento - risposta dei sistemi sanitari - comunicazione Questi temi sono esaminati volta per volta qui di seguito. 3.1. Pianificazione e coordinamento I compiti da svolgere durante ciascuna fase e ad ogni livello di allarme devono essere volti a determinare e ad affrontare l’impatto reale del focolaio d’influenza al fine di limitarne le conseguenze. Tuttavia, il passaggio da una fase di allarme all’altra e la risposta devono avvenire rapidamente, in funzione dell’evoluzione della situazione, e ciò può portare a saltare alcune fase o livelli. È importante quindi che i piani prevedano un margine di manovra al fine di preparare questa eventualità. Il valore aggiunto comunitario può essere ottenuto migliorando il coordinamento e la comunicazione tra la Commissione e gli Stati membri mediante l’assistenza del CEPCM e di altre agenzie europee come l’EMEA e l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) e, d’altro canto, con l’OMS. Viene proposta una struttura a tre livelli: In primo luogo, nel comitato per la sicurezza sanitaria, spetta al Gruppo di predisposizione operativa e pianificazione della risposta per la salute pubblica (PRPG), così come stabilito nel documento di lavoro della Commissione del marzo 2004, svolgere i seguenti compiti: scambiare informazioni, diffondere e rivedere i piani nazionali di preparazione e d’intervento, esprimere un parere sulle lacune osservate e il necessario coordinamento tra questi piani nazionali, condividere le competenze tecniche e le buone prassi con altri gruppi che lavorano su piani di preparazione e creare gruppi incaricati di pronunciarsi su aspetti particolari dei piani d’emergenza. In secondo luogo, la notifica, lo scambio di informazioni tra le autorità di sanità pubblica, la consultazione e il coordinamento delle misure previste o adottate dagli Stati membri devono in tutti i casi essere effettuati nell’ambito del sistema comunitario di allarme rapido e di reazione stabilito dalla decisione 2119/98/CE[10], che crea una rete di sorveglianza epidemiologica e di controllo delle malattie trasmissibili nella Comunità, e dalla decisione 2000/57/CE[11] concernente il sistema di allarme rapido e di reazione. In terzo luogo, il ricorso ai Gruppi di assistenza per le insorgenze epidemiche (OAT - Outbreak Assistance Teams) farà parte integrante del meccanismo d’intervento. In collaborazione con gli Stati membri, la Commissione ha redatto un elenco dei principali esperti che potrebbero essere distaccati e questo compito viene attualmente proseguito dal CEPCM. Questi gruppi lavorerebbero nel contesto di un mandato, di un’organizzazione, di una struttura e di procedure di distacco chiaramente definiti. La gamma completa dei loro compiti varierà forse in funzione del mandato che definirà il CEPCM, ma comprenderà la partecipazione allo studio delle insorgenze epidemiche all’interno e al di fuori della Comunità, in modo da garantire una coerenza e una sinergia con l’azione esterna realizzata dall’Unione europea in collaborazione con l’OMS, nonché la fornitura di assistenza per la valutazione dei rischi e il coordinamento delle attività sul terreno, in particolare quando si estendono da una parte e dall’altra delle frontiere degli Stati membri. 3.2. Valutazione e sorveglianza La principale missione dei sistemi di sorveglianza e di diagnostica degli Stati membri consiste nell’individuare e caratterizzare rapidamente i ceppi pandemici a partire da campioni clinici o di altro tipo, nonché procedere a una valutazione affidabile della minaccia che fa pesare il loro potenziale epidemico sull’uomo. Gli elementi più importanti sono in questo caso una buona copertura della diagnosi virologica dei casi sospetti, unita ad una rapida ed efficace caratterizzazione dei ceppi virali isolati nei pazienti, nonché la valutazione dell’impatto epidemiologico, in particolare il carico di malattia. Garantire un’efficace sorveglianza dell’influenza è un elemento determinante per poter dare l’allarme in tempo utile in caso di nuova pandemia. Il CEPCM svolge un ruolo di coordinamento in questa azione di sorveglianza. Gli Stati membri sono tenuti a dichiarare le insorgenze di influenza alla rete comunitaria per le malattie trasmissibili creata dalla decisione 2119/98/CE. Il sistema di allarme rapido e di reazione che fa parte di questa rete costituisce la chiave di volta dell’intervento comunitario. La rete collega le autorità degli Stati membri incaricate della sanità pubblica. Questo sistema serve a notificare ufficialmente e rapidamente i casi di malattia e le informazioni devono essere trasmesse immediatamente dalla Commissione a tutti gli Stati membri; le misure da adottate devono pertanto essere oggetto di una consultazione e di un coordinamento (se possibile preventivo) tra gli Stati membri. È importante – ed è obbligatorio secondo la legislazione comunitaria – sorvegliare i casi d’infezione influenzale negli animali, in particolare gli uccelli, dal momento che questi ultimi possono avere una varietà di ceppi virali. Sulla base dell’esperienza acquisita grazie ad un’inchiesta realizzata nell’UE sul pollame domestico e sugli uccelli selvatici, un programma di sorveglianza mirato sarà ulteriormente migliorato. La comunicazione rapida dei risultati della sorveglianza nell’uomo e negli animali è essenziale al fine di disporre del maggior tempo possibile per prepararsi alla produzione di vaccini e alle altre misure di lotta in materia di sanità pubblica. La sorveglianza efficace e una rapida identificazione dei ceppi del virus influenzale richiedono laboratori adeguati e moderni strumenti di diagnostica. A tale riguardo la cooperazione tra i laboratori è organizzata nell’ambito del programma europeo EISS (European Influenza Surveillance Scheme), il cui obiettivo è sorvegliare la presenza dell’influenza in tutti gli Stati membri dell’UE, grazie ad una rete di clinici e di laboratori, e aiutare la Commissione a pianificare la sua preparazione alle pandemie di influenza. Questo programma è cofinanziato dalla Comunità a titolo del programma di sanità pubblica che copre il periodo 2003-2008. Tuttavia, una serie di laboratori nazionali di riferimento dovrebbero essere designati dalle autorità competenti di tutti gli Stati membri ed eventualmente riconosciuti come Centri nazionali di lotta contro l'influenza dal Programma mondiale dell’OMS contro l’influenza. La rete di laboratori dell’EISS svolge attualmente il ruolo di “laboratorio comunitario di riferimento per l’influenza umana”, struttura che deve essere stabilita con il sostegno del programma d’azione comunitaria (2007-2013) nel settore della sanità pubblica e della protezione dei consumatori[12] che la Commissione ha proposto il 6 aprile 2005. La funzione di sentinella che spetta alla sorveglianza clinica dovrebbe iniziare negli Stati membri, sulla base di sistemi efficaci d’individuazione di tali casi da parte dei clinici uniti ad una sorveglianza virologica e comprendere la morbilità e, se possibile, la mortalità in funzione dell’età, nonché i tassi di ospitalizzazione. Le manifestazioni cliniche possono cambiare, in particolare durante le ulteriori ondate della pandemia e in queste fasi possono emergere nuove forme. Dovranno essere valutati gli effetti delle campagne di vaccinazione e altre misure sanitarie, considerando che la forma stagionale dei ceppi d’influenza che circolano e, di conseguenza, la composizione dei vaccini variano di anno in anno. Sarà opportuno attribuire maggiore priorità alla sorveglianza sistematica delle ripercussioni dei programmi di vaccinazione sulla morbilità e la mortalità, nonché alla pertinenza delle informazioni relative alla situazione dell’immunizzazione nell’UE. Dal momento che i vaccini potranno essere prodotti solo dopo qualche mese, una volta isolato il ceppo pandemico, ma che saranno somministrati senza che siano state effettuate le prove abituali, sarà necessario sorvegliarne l’efficacia, la sicurezza e gli effetti secondari. Il CEPCM assume i compiti connessi alla sorveglianza epidemiologica prevista nel piano, partecipa all’organizzazione e alla gestione dell’aiuto da fornire in caso di apparizione di focolai d’influenza e fornisce raccomandazioni sulle opzioni e gli orientamenti da seguire per garantire una risposta adeguata nelle varie fasi e ai differenti livelli del piano. La Commissione finanzia attualmente progetti a titolo del programma d’azione in materia di sanità pubblica (2003-2008) al fine di identificare la sorveglianza e il livello di preparazione nell’ambito dell’UE (vedi ALLEGATO 2). 3.3. Prevenzione e contenimento La vaccinazione costituisce una delle misure fondamentali di prevenzione dell’influenza. In caso di pandemia, sarà fabbricato un vaccino dopo che sarà stato isolato il ceppo pandemico, ma potranno passare sei-otto mesi prima che esso sia disponibile. Inoltre, la capacità di produzione di vaccini è inadeguata. Ciascuno Stato membro dovrebbe elaborare piani di vaccinazione dei gruppi prioritari. La Commissione, con l’aiuto del CEPCM e dell’OMS, facilita già il coordinamento di questi piani al fine di garantirne l’interoperabilità e di evitare qualunque confusione e timore della popolazione in merito al livello di protezione sanitaria offerto nelle varie regioni dell'UE. All’inizio della pandemia, gli antivirali rappresentano il primo pilastro sul quale si basano la prevenzione e l’intervento sanitari sino a quando risultano disponibili i vaccini. Gli Stati membri dovrebbero riflettere sul modo di utilizzare gli stock limitati dovuti alla bassa disponibilità attuale e definire quali sono le persone che devono ricevere in via prioritaria i medicinali durante la prima ondata, concentrandosi più in particolare su quelle che contraggono l’infezione del ceppo pandemico e che pertanto possono trarre maggiori vantaggi dal trattamento precoce. La Commissione facilita lo scambio di informazioni e la messa in comune di buone prassi in questo ambito. Alcuni hanno messo l’accento, sia per i vaccini che per gli antivirali, sulla questione di una equa distribuzione e di una “mutualizzazione” degli stock esistenti per lottare contro la malattia alla fonte; il motivo è l’insufficiente capacità di produzione di numerosi paesi e lo squilibrio percepito a vantaggio dei paesi ricchi e potenti, che raccolgono ceppi grazie ai loro programmi di collaborazione con i paesi poveri colpiti ma sono i soli a beneficiare della produzione dei (loro) fabbricanti. È necessario raccogliere informazioni sull’utilizzazione annua di vaccini tra i gruppi a rischio e la popolazione in generale, in modo tale da costituire la base per le stime delle esigenze a lungo termine durante una pandemia. Il fatto di disporre di stime sui probabili bisogni in caso di pandemia faciliterebbe il processo di approvvigionamento annuale di vaccini. I seguenti obiettivi potrebbero essere perseguiti nel contesto del piano: - stima dei bisogni in vaccini, antivirali e antibiotici degli Stati membri in funzione dei probabili scenari della loro utilizzazione; - determinazione dei gruppi da vaccinare in via prioritaria quando l’offerta di vaccini è limitata; - definizione delle opzioni prevedibili affinché le misure di sanità pubblica minimizzino la morbilità e le perturbazioni sociali in caso di rapida moltiplicazione dei casi di influenza; - raccolta delle informazioni presso i fabbricanti in merito alle loro capacità e ai piani di produzione di vaccini, di antivirali e di antibiotici. La Commissione dà il suo appoggio a progetti realizzati in questo settore. Elemento ancora più importante, la Commissione ha concordato con gli Stati membri un documento strategico su una partnership pubblico-privato (PPP)[13] tra alcuni organismi pubblici e l’industria produttrice di vaccini, affinché in caso di pandemia d’influenza siano forniti vaccini alla popolazione europea quanto prima possibile. I lavori avviati a titolo del mandato del Consiglio in questo settore hanno già dato i loro frutti fornendo agli Stati membri indicazioni utili per negoziare con l’industria; ha inoltre invitato quest’ultima ad iniziare a produrre fascicoli di prototipi e riesaminare i suoi costi e i suoi prezzi, spingendo un maggior numero di imprese a partecipare alla produzione di vaccini. Il contributo dell’industria al PPP, così come definito, è di elaborare prototipi di vaccini dell’influenza conformemente agli orientamenti formulati dall’EMEA[14] per la preparazione dei fascicoli su questi vaccini. Quattro imprese hanno annunciato la loro intenzione di preparare questi fascicoli nei prossimi mesi. L’industria garantirà la produzione di vaccini pandemici sfruttando tutti i mezzi disponibili al momento della pandemia. Il settore pubblico darà il suo appoggio all’industria iniziando ad elaborare un registro di gruppi di semi per la fabbricazione di un vaccino antinfluenzale. Potrebbe inoltre sostenere le prove cliniche sul prototipo di vaccino e l’elaborazione di un sistema di sorveglianza dopo la commercializzazione. Il settore pubblico aiuterebbe l’industria a realizzare le prove cliniche e a raccogliere dati sulle varie configurazioni possibili del vaccino, comprese le varie dosi di antigeni e l’utilizzazione di coadiuvanti. Il settore pubblico avvierebbe inoltre studi sierologici e studi di stimolazione della risposta immunologica negli animali (“challenge studies”) al fine di raccogliere prove scientifiche della probabile efficacia dei vaccini candidati contro un particolare ceppo pandemico in circolazione. Il tempo risparmiato grazie a queste attività nella messa a disposizione di un vaccino per la popolazione è potenzialmente di due-tre mesi o più. L’attuale capacità di produzione di vaccini non è giudicata sufficiente per soddisfare la domanda della Comunità in caso di pandemia. Le riserve dei fabbricanti non sarebbero probabilmente sufficienti a sopportare un improvviso aumento della domanda. L’azione del settore pubblico consisterebbe in parte nell’aumentare l’utilizzazione del vaccino dell’influenza durante il periodo interpandemico, e ciò contribuirebbe ad aumentare la capacità di produzione, garantendo una somministrazione di vaccini corrispondente ai livelli raccomandati dalla risoluzione 56.19[15] dell’Assemblea mondiale della sanità, che prevede una copertura dei gruppi a rischio recensiti dagli Stati membri pari al 75%. Da notare che nel 2005 la somministrazione di vaccini durante il periodo interpandemico è notevolmente aumentata e che gli stock di numerosi Stati membri dell’UE sono stati esauriti. Vengono attualmente compiuti sforzi per applicare la partnership pubblico-privato e ridurre in tal modo significativamente il “tempo di commercializzazione”. Per raggiungere questo obiettivo e accelerare la valutazione di nuovi vaccini pandemici, la Commissione ha concordato con l’EMEA di sopprimere le spese di registrazione dei fascicoli. Dal momento che la Commissione ha presentato il 6 aprile 2005 una proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce il Fondo di Solidarietà dell’Unione Europea[16], la Commissione potrebbe ormai aiutare gli Stati membri ad acquisire vaccini pandemici; questa proposta intende infatti sviluppare la parte “solidarietà” dell’approccio integrato proposto dalla Commissione al fine di poter reagire alle catastrofi più gravi o alle emergenze sanitarie, quale che sia la loro natura o la loro origine. La Commissione chiede al Consiglio e al Parlamento Europeo di concludere quanto prima possibile i lavori sulla proposta di regolamento relativa al FSUE consentendone una rapida entrata in funzione. Il suo campo di applicazione geografico è circoscritto agli Stati membri e ai paesi impegnati in negoziati di adesione con l’Unione europea. Il campo d’applicazione tematico comprende le minacce per la sanità pubblica e gli atti di terrorismo. Il Fondo è destinato esclusivamente alle catastrofi “gravi”, definite come tali se il danno diretto che esse causano nello Stato interessato supera un miliardo di euro o è superiore allo 0,5% del reddito nazionale lordo di questo Stato, ovvero se la Commissione, in casi eccezionali e debitamente giustificati, riconosce che si è prodotta una catastrofe grave – si tratta di casi in cui le conseguenze sono particolarmente pesanti ma non possono essere valutate sulla base del solo danno fisico. Queste disposizioni saranno particolarmente utili per facilitare la protezione dell’UE in caso di pandemia, in particolare per le pandemie d’influenza ufficialmente riconosciute. Per essere efficace, questa protezione dovrà basarsi su un’utilizzazione rapida e massiccia di medicinali antivirali e di vaccini. Il FSUE potrebbe essere utilizzato per contribuire a rifinanziare il costo di tali medicinali. La mobilitazione del fondo prevista dalla procedura attuale sarebbe possibile solo su domanda di uno Stato ammesso a beneficiare dell’assistenza. La Commissione, dopo aver valutato la domanda e proposto all’autorità di bilancio un importo per l’assistenza finanziaria da concedere, adotta i corrispondenti stanziamenti supplementari. La Commissione adotta in questo caso una decisione di concessione, seguita dalla conclusione di un accordo di attuazione che porta al pagamento della sovvenzione. Con questa proposta di pagamento che istituisce un Fondo di solidarietà dell’UE, la Commissione offre di rafforzare e ampliare le possibilità di azione in caso di emergenza in materia di sanità pubblica. Tali possibilità comprendono l’assistenza medica immediata e le misure di protezione della popolazione contro minacce sanitarie imminenti, compreso il costo dei vaccini, dei medicinali, del materiale, delle infrastrutture e dei prodotti medici utilizzati durante un’emergenza. Il ricorso a questo fondo è tuttavia collegato ad esigenze specifiche e la sua assistenza costituisce fondamentalmente un rimborso; si tratta in altre parole di uno strumento di tipo reattivo, fondato su procedure standard che richiedono abitualmente del tempo. La Commissione ha pertanto suggerito un meccanismo di concessione di anticipi che consentono di garantire rapidamente un limitato finanziamento. La messa a disposizione di vaccini antivirali per le popolazioni più a rischio potrebbe, in situazioni critiche, essere ancora limitata da misure nazionali imposte dalle autorità degli Stati membri al fine di fornire una protezione massima alla propria popolazione. Occorrerebbe pertanto che queste azioni abbiano l’obiettivo di garantire un accesso equo. È necessaria una collaborazione complementare dell’industria, degli Stati membri e di altri soggetti. Nessuna misura dovrebbe tuttavia favorire comportamenti contrari alle regole dell’UE in materia di concorrenza. Misure diverse da quelle farmaceutiche, come il lavaggio delle mani e il rispetto di una distanza sociale, svolgeranno un ruolo importante attenuando le ripercussioni dell’influenza pandemica. Il CEPCM, in collegamento con la Commissione e con le organizzazioni nazionali e internazionali competenti, preparerà su questa materia orientamenti basati su dati probanti e destinati agli Stati membri. Infine la Commissione, nell’ambito dei suoi Programmi Quadro di Ricerca, cofinanzia dal 1998 progetti nel settore dell’influenza umana pandemia. Tali sforzi dovrebbero continuare nell’ambito del 7° Programma Quadro[17](vedi ALLEGATO 3). 3.4. Risposta dei sistemi sanitari Per garantire un trattamento efficace e sicuro dei casi clinici umani provocati da un nuovo ceppo influenzale, è importante che gli ospedali dispongano di piani d’emergenza già rodati per affrontare un gran numero di casi, garantire una continuità ed essere in grado di far fronte alla situazione; è inoltre essenziale che siano pronti orientamenti clinici, che le forniture necessarie siano disponibili e che il personale sia informato sui criteri di ammissione. La responsabilità degli Stati membri, che sono competenti in materia, è di garantire l’accesso dei cittadini alle buone prassi, mentre l’obiettivo della Comunità è di attenuare in questo settore le ineguaglianze tra i paesi e le regioni. I professionisti della salute dovrebbero inoltre prendere conoscenza delle misure di lotta contro le infezioni e ricevere un’informazione adeguata in merito. Gli Stati membri dovrebbero garantire l’elaborazione e l’applicazione di direttive sulla presa a carico clinica dei pazienti dei quali è sospetta o confermata un’infezione da parte del ceppo pandemico dell’influenza. È importante disporre di orientamenti sulla lotta contro l’infezione per poter chiarire le modalità di trasmissione e determinare come arrestare questa trasmissione attraverso misure igieniche. Le misure di lotta contro le infezioni costituiscono una parte essenziale della presa a carico dei pazienti, consentendo al tempo stesso di prevenire una più ampia propagazione nella popolazione; a questo proposito, gli Stati membri devono tenere conto della qualità dei servizi proposti dai loro vicini per essere in grado di rispondere a una domanda di assistenza di cittadini provenienti dall'altra parte della frontiera. È fondamentale che i servizi sanitari si adeguino alle condizioni che prevalgono durante una pandemia affinché le cure di base destinate ai cittadini che ne hanno più bisogno siano mantenute. A tal fine, devono essere definite alcune fasi dell’emergenza al fine di garantire una gestione intelligente del personale e dei corpi di volontari e sfruttare al meglio le installazioni e i prodotti farmaceutici disponibili. Le attività in questo settore dovrebbero normalmente basarsi su un piano generale di preparazione a un’emergenza sanitaria. Sarà importante coordinare i piani dei servizi di cure cliniche e dei servizi sanitari con le autorità dei paesi limitrofi al fine di evitare che i pazienti passino la frontiera alla ricerca di cure sanitarie di migliore qualità. Nella sua comunicazione sugli orientamenti strategici comunitari riguardanti una politica di coesione a sostegno della crescita e dell’occupazione[18] (2007-2013), la Commissione ha suggerito di inserire la prevenzione dei rischi sanitari e l’eliminazione degli squilibri tra infrastrutture sanitarie tra i parametri strategici della futura politica di coesione. La Commissione raccomanda agli Stati membri che prevedono di elaborare programmi sanitari a titolo della loro politica orizzontale di coesione e alle regioni che vogliono integrare le priorità sanitarie nei loro programmi operativi di stabilire una connessione tra tali programmi e il loro piano nazionale di preparazione. Particolare attenzione dovrebbe essere inoltre attribuita alle possibilità offerte dai futuri strumenti della politica di coesione incentrati sulla cooperazione territoriale, in particolare la cooperazione transfrontaliera. 3.5. Comunicazione Comunicazione al pubblico Deve essere preparato un piano di comunicazione per ciascuna fase e per ciascun livello. Più la minaccia sarà seria e più sarà importante garantire una comunicazione efficace con il grande pubblico e i mezzi di comunicazione. La minaccia di una pandemia può suscitare un interesse notevole dei mezzi di comunicazione. Gli Stati membri, il CEPCM e la Commissione devono darsi come priorità di comunicare informazioni affidabili sulle minacce potenziali. Dare rapidamente informazioni verificate consentirà di evitare la sensazione di un “vuoto” che i mezzi di comunicazione rischierebbero di colmare con ipotesi e rumori. Per essere in grado di agire in questo modo, le autorità degli Stati membri, in collegamento con il CEPCM, dovrebbero elaborare una documentazione pronta per l’uso sull’influenza, destinata ai mezzi di comunicazione. Alcuni Stati membri si sono già dedicati a questa attività e hanno ad esempio fornito informazioni di base sulla malattia e sui sistemi creati per rispondere ad importanti focolai epidemici. Durante un’epidemia d’influenza, dovranno essere comunicate ai mezzi di comunicazione e alla popolazione, in tempo utile e in modo coerente, informazioni sulle misure comunitarie e nazionali adottate per fronteggiare la minaccia esistente. L’approccio alla comunicazione dovrà essere previsto a monte nel processo di gestione di una pandemia potenziale. Gli Stati membri, il CEPCM e la Commissione dovrebbero proseguire l’elaborazione dei loro piani di comunicazione e sforzarsi di coordinare la diffusione ai mezzi di comunicazione di dichiarazioni e di messaggi accurati sulla minaccia pandemica e sulle misure previste, al fine di evitare qualunque confusione e annunci contraddittori. Uno dei mezzi per garantire lo scambio di informazioni tra gli Stati membri e la trasparenza di fronte all’opinione pubblica e ai mezzi di comunicazione durante una pandemia consisterà nel pubblicare su internet relazioni regolari sulla situazione della pandemia in tutta Europa. Questo modo di lavorare si è rivelato efficace durante l’insorgere della SARS. Le modalità di vaccinazione e di distribuzione degli agenti antivirali varieranno da un paese all’altro in funzione del loro piano nazionale. La comunicazione di queste modalità ai professionisti della sanità e alla popolazione spetterà necessariamente alle autorità degli Stati membri. Tuttavia, anche in tali circostanze, sarà necessario un coordinamento a livello dell’UE. Se gli Stati membri e la Commissione giungeranno a dimostrare che le politiche nazionali nell’ambito dell’UE sono coerenti e basate su una valutazione comune dei dati scientifici pertinenti, la fiducia del pubblico nella loro strategia di risposta risulterà rafforzata. Comunicazione tra le autorità sanitarie competenti Durante le prime fasi di una influenza pandemica, uno scambio rapido di informazioni e procedure immediate di notifica sono essenziali affinché gli Stati membri, la Commissione, il CEPCM, l’OMS e le altre istanze interessate adottino posizioni comuni nelle loro comunicazioni alla popolazione e allertino in modo adeguato le loro strutture rispettive affinché siano applicate misure in tempo utile. La Commissione ha avviato un’azione volta a coordinare i servizi di comunicazione delle autorità degli Stati membri responsabili per l’informazione della popolazione sull’influenza pandemica. Nell’ottobre 2005, un documento di orientamento tecnico intitolato “ Procedure for Communication to Member States, the Commission and the ECDC about highly pathogenic Avian Influenza events in humans” è stato adottato e pubblicato sul sito web Europa[19]. 4. FASI PANDEMICHE E LIVELLO DI ALLARME DELL’UE Le principali misure da pianificare e da applicare nei confronti delle pandemie d’influenza possono essere raggruppate in funzione delle fasi e dei livelli presentati qui di seguito. La Commissione e gli Stati membri devono intraprendere diversi insiemi di misure, ma talune azioni devono essere realizzate congiuntamente. Per le azioni da avviare, che sono raggruppate per livelli e fasi, sarebbe utile tenere conto della valutazione della situazione epidemiologica realizzata dal CEPCM e dall’OMS sulla base degli scenari e della propagazione geografica, secondo quanto descritto più oltre. La scelta delle fasi e dei livelli è conforme alle raccomandazioni dell’OMS e alla sua definizione delle fasi pandemiche. Tuttavia, considerando le particolarità dell’Unione europea, caratterizzata dall’assenza di frontiere interne e dalla libera circolazione nel suo ambito delle persone e dei beni, i quattro livelli che seguono l’allarme dell’UE devono essere utilizzati nel quadro della fase 6 dell’OMS (periodo pandemico), previa consultazione degli Stati membri, dell’OMS e del CEPCM: Livello di allarme dell’UE durante la fase 6 della pandemia: Livello uno – nessun caso d’infezione da parte del virus pandemico confermato nell’uomo in uno Stato membro; Livello due – uno o più casi d’infezione da parte del virus pandemico confermati nell’uomo in uno Stato membro; Livello tre – focolaio confermato (trasmissione) di infezione da virus pandemico in uno Stato membro; Livello quattro – trasmissione generalizzata negli Stati membri dell’UE. Per questi livelli di allarme e in particolare per il livello quattro l’esperienza acquisita con la trasmissione dell’influenza stagionale fa pensare che l’attività pandemica non sarà uniforme in tutta l’UE, e ciò sarà descritto dagli Stati membri e dal CEPCM. Una delle ipotesi che sottendono la pianificazione è che la pandemia non si manifesti in primo luogo in uno Stato membro e che misure complementari dovranno essere adottate tra la prima e la seconda ondata della pandemia e dopo la messa a disposizione di un vaccino. Le azioni seguenti sono comuni a tutte le fasi della pandemia e saranno pertanto prese in considerazione dai soggetti interessati ogni volta che sarà raggiunta una nuova fase: Pianificazione e coordinamento Ogni Stato membro è tenuto ad informare e a consultare gli altri Stati membri e la Commissione e inoltre a coordinare la sua azione con loro, facendo ricorso al sistema di allarme rapido e di reazione ed eventualmente ad altri meccanismi; la Commissione organizza l’informazione, la consultazione e il coordinamento delle misure. Valutazione e sorveglianza Gli Stati membri sono tenuti a trasmette le loro informazioni in merito ai casi individuati nell’uomo dalla rete per le malattie trasmissibili e al CEPCM utilizzando il sistema di allarme precoce e di reazione; la Commissione coordina lo scambio di informazioni con l’aiuto del CEPCM , che gestisce il sistema. Prevenzione e contenimento Interventi di sanità pubblica - la Commissione, assistita dal CEPCM, ribadisce quali sono le misure appropriate o inappropriate per i paesi colpiti e non colpiti; - la Commissione raccomanda che le organizzazioni internazionali, le associazioni e le compagnie di trasporti interessate elaborino – e si preparino ad applicare – misure standard, corrispondenti alla fase pandemica osservata, per i viaggiatori che utilizzano i mezzi di trasporto internazionali; - Dalla fase quattro alla fase sei: la Commissione, dopo aver consultato gli Stati membri, valuta i bisogni al fine di poter raccomandare misure supplementari di contenimento, ad esempio alle frontiere internazionali. Comunicazioni - La Commissione, in collaborazione con gli Stati membri, con l’aiuto del CEPCM e in cooperazione con l’OMS, favorisce la diffusione di messaggi accurati sulla fase pandemica; - la Commissione informa regolarmente i mezzi di comunicazione e l’opinione pubblica sulla situazione, fa in modo di disporre costantemente dei mezzi che le consentano di soddisfare la domanda di informazioni a livello internazionale e valuta e aggiorna la sua strategia di comunicazione durante le varie fasi in funzione delle lezioni ricavate. FASE 1 DELL’OMS (periodo interpandemico) Durante questa fase, non è stato individuato nell’uomo alcun nuovo sottotipo di virus influenzale. Un sottotipo di virus influenzale che ha causato un’infezione nell’uomo può essere presente nell’animale. Se questo è il caso, il rischio di infezione o di malattia nell’uomo è considerato basso. Il principale obiettivo di sanità pubblica è di rafforzare la preparazione ad una pandemia d’influenza a livello mondiale, regionale, nazionale e locale. In questo scenario, non è stato individuato alcun nuovo virus dell’influenza aviaria nell’animale in Europa, e non è stato osservato alcun caso nell’uomo. FASE 2 DELL’OMS (periodo interpandemico) Nessun nuovo sottotipo del virus influenzale è stato individuato nell’uomo. Tuttavia, un sottotipo di virus influenzale che circola negli animali presenta un rischio sostanziale di malattia nell’uomo. Il principale obiettivo di sanità pubblica consiste nel ridurre al minimo il rischio di trasmissione all’uomo, nell’individuare e riferire rapidamente tale trasmissione se essa si produce. In questo scenario, nessun caso è stato osservato nell’uomo nell’UE. Responsabilità e azioni Durante le fasi 1 e 2, è d’importanza fondamentale, per essere in grado di agire in caso di pandemia influenzale, consolidare il livello di preparazione a livello nazionale e internazionale. Per aggiornare le misure di preparazione comunitarie, la Commissione e il CEPCM, previa consultazione del Comitato di sicurezza sanitaria e in collaborazione con l’OMS, valutano ed esaminano i piani di preparazione degli Stati membri ad una pandemia; inoltre organizzano esercitazioni concernenti questi piani, dedicando particolare attenzione alla loro interoperabilità. FASE 3 DELL’OMS (periodo di allarme pandemico) Infezione/infezioni nell’uomo dovute a un nuovo sottotipo, ma nessun caso di trasmissione interumana, o tutt’al più alcuni rari casi di trasmissione per contatto ravvicinato. Durante questa fase, il principale obiettivo di sanità pubblica è di vigilare affinché il nuovo sottotipo virale sia rapidamente caratterizzato, i nuovi casi siano rapidamente individuati e notificati e vengano adottate misure. Nessun caso nell’uomo, ma un rischio d’importazione o di apparizione sporadica di casi isolati negli Stati membri. Responsabilità e azioni 4.1.1. Commissione Pianificazione e coordinamento - Coordinare gli orientamenti alle autorità nazionali sul modo di rivedere e aggiornare i piani d’emergenza nazionali, tenuto conto dell’evoluzione dei dati scientifici relativi al caso/ai casi nell’uomo; - riesaminare il piano interno d’emergenza della Commissione. Prevenzione e contenimento Interventi di sanità pubblica; - chiedere agli Stati membri colpiti d’informare la Commissione e gli altri Stati membri in merito all’applicazione e all’efficacia delle misure di contenimento, per garantire il loro coordinamento utilizzando il sistema di allarme rapido e di reazione. Antivirali - In collaborazione con le autorità nazionali, coordinare la gestione degli stock disponibili al fine di poterli distribuire rapidamente. Vaccini - Aiutare le autorità locali a valutare i vantaggi e gli inconvenienti possibili che presenterebbe la vaccinazione contro l’influenza stagionale delle persone sottoposte ad esposizioni professionali o di altro tipo, ed eventualmente a pianificare i programmi di vaccinazione; - in collaborazione con gli Stati membri e con l’industria, incoraggiare la messa a disposizione di vaccini efficaci in quantità sufficienti. Risposta dei sistemi sanitari - Incoraggiare le autorità nazionali a riesaminare e ad aggiornare le strategie di risposta del sistema sanitario a livello nazionale e locale. Comunicazioni - Coordinare la messa in comune di informazioni fondamentali, riguardanti l’efficacia delle misure raccomandate; - mantenere gli altri partner, le parti interessate e l’opinione pubblica informati sulla situazione epidemiologica mondiale e sulle caratteristiche della malattia; - coordinare la messa in comune di informazioni sull’efficacia delle misure raccomandate, con l’aiuto del CEPCM. 4.1.2. CEPCM Valutazione e sorveglianza - Sorvegliare la minaccia dell’influenza pandemica raccogliendo informazioni e instaurando una collaborazione con le agenzie europee (come l’EFSA) e le organizzazioni internazionali (OMS, OIE, FAO) e diffondere regolarmente informazioni sulle sue attività di sorveglianza; - facilitare la messa in comune di informazioni sulla conferma di un’infezione umana ai laboratori, grazie alla rete di laboratori di riferimento; - coordinare l’elaborazione di una definizione del caso in vista della notifica da parte dei paesi; - fornire moduli di notifica e coordinare la notifica rapida, con mezzi adeguati, delle infezioni provocate da un nuovo ceppo di virus intestinale individuate nell’uomo; - fornire un sostegno adeguato alle autorità nazionali per lo studio dei casi, del contesto epidemiologico nel quale ha avuto luogo l’infezione per identificare i gruppi a rischio. Risposta dei sistemi sanitari - Fornire pareri scientifici sulle misure di lotta diverse da quelle farmaceutiche, al fine di dare agli Stati membri orientamenti sulle loro strategie di risposta. Comunicazioni - In collaborazione con gli Stati membri, favorire la diffusione di messaggi omogenei sulla malattia e sulla situazione epidemiologica; - coordinare la messa in comune di informazioni generali sull’efficacia di misure raccomandate in consultazione con la Commissione; - mantenere gli altri partner, le parti interessate e l’opinione pubblica regolarmente informati in merito alla situazione epidemiologica mondiale e alle caratteristiche della malattia. 4.1.3. Stati membri Valutazione e sorveglianza - Garantire la notificazione rapida della conferma di un’infezione umana ai laboratori, grazie alla rete di laboratori di riferimento; - utilizzare le definizioni dei casi stabilite a livello dell’UE nelle notifiche; - garantire la notifica rapida delle infezioni dovute a un nuovo ceppo di virus influenzale individuate nell’uomo, grazie alla rete di allarme rapido e di reazione ed eventualmente ad altri meccanismi; - studiare il caso o i casi e il contesto epidemiologico nel quale ha avuto luogo l’infezione, identificare i gruppi a rischio e trasmettere immediatamente i risultati alla Commissione e al CEPCM. Risposta dei sistemi sanitari - Riesaminare, aggiornare e trasmettere gli orientamenti relativi alle cure cliniche, alla diagnostica, al trattamento, alla lotta contro l'infezione e alla manipolazione sicura dei campioni. Comunicazioni - In collaborazione con gli altri Stati membri e con la Commissione, favorire la diffusione di messaggi accurati; - dare agli altri Stati membri e alla Commissione le informazioni riguardanti l’efficacia delle misure raccomandate; - mantenere gli altri partner, le parti interessate e l’opinione pubblica regolarmente informati in merito alla situazione epidemiologica mondiale e alle caratteristiche della malattia. FASE 4 DELL’OMS (periodo di allarme pandemico) Piccolo gruppo/piccoli gruppi di casi nei quali vi è una trasmissione interumana limitata, ma la propagazione è molto localizzata, circostanza che lascia pensare che il virus non si è ben adattato all’uomo. Il principale obiettivo di sanità pubblica è di contenere il nuovo virus all’interno di focolai limitati o ritardare la sua propagazione per guadagnare tempo al fine di mettere in atto le misure di preparazione e in particolare la messa a punto di un vaccino. Non vi sono casi osservati nell’uomo nell’UE, ma un maggiore rischio, da un lato, d’importazione o di apparizione di casi isolati negli Stati membri e, d’altro lato, di trasmissione a partire da questi casi. Responsabilità e azioni 4.1.4. Commissione Valutazione e sorveglianza - Previa consultazione del CEPCM, coordinare le strategie delle autorità nazionali al fine di rafforzare la sorveglianza dei gruppi a rischio; - previa consultazione del CEPCM, coordinare con le autorità nazionali la sorveglianza delle misure nazionali di contenimento e di lotta. Prevenzione e contenimento Interventi di sanità pubblica - Coordinare l’applicazione delle misure di contenimento supplementari che sono state raccomandate. Risposta dei sistemi sanitari - Incoraggiare le autorità nazionali a rivalutare le direttive relative alla presa a carico clinica e alla lotta contro l’infezione nel quadro delle cure sanitarie (compresi gli istituti di cure di lunga durata); - incoraggiare le autorità nazionali a prepararsi alla fase seguente, in particolare attraverso un piano di mobilitazione del personale sanitario. Comunicazioni - Con l’aiuto del CEPCM, favorire la messa in comune di modelli per il materiale generale di educazione alla sanità. 4.1.5. CEPCM Valutazione e sorveglianza - Sorvegliare il rischio cui è esposta l’UE, e più in particolare l’eventualità di un’importazione di casi provenienti dalle zone colpite; - previa consultazione della Commissione, coordinare le strategie delle autorità nazionali al fine di rafforzare la sorveglianza dei gruppi a rischio; - facilitare la notifica, da parte delle autorità nazionali, dei casi di trasmissione interumana dell’infezione provocata dal nuovo ceppo del virus influenzale, grazie alla rete di allarme rapido e di reazione; - fornire un adeguato sostegno alle autorità nazionali per studiare i casi di contatti, rafforzando la sorveglianza della malattia al fine di recensire altri casi e determinare il contesto epidemiologico dell’infezione (fonte di esposizione, infezione dei contatti e propagazione nell’insieme della popolazione); nonché per identificare i gruppi a rischio. Interventi di sanità pubblica - Fornire pareri scientifici sugli interventi di sanità pubblica diversi da quelli farmaceutici; - previa consultazione della Commissione, chiedere agli Stati membri colpiti di rendere conto dell’attuazione della sorveglianza rinforzata e delle misure di contenimento della malattia, aiutarli a valutare l’efficacia di tali misure e trasmettere le informazioni necessarie a tutti gli Stati membri al fine di chiarire la pianificazione nazionale e internazionale; - riesaminare le direttive relative alla sicurezza biologica nella rete di laboratori che lavorano sull’influenza. Comunicazioni - Garantire un aggiornamento regolare delle informazioni riguardanti il rischio per l’Unione europea e la valutazione scientifica delle misure raccomandate. 4.1.6. Stati membri Valutazione e sorveglianza - Condividere l’informazione sulla sorveglianza rafforzata dei gruppi a rischio e l’efficacia delle misure di contenimento e di lotta. Prevenzione e contenimento Interventi di sanità pubblica - Consultare gli altri Stati membri e la Commissione sulle misure complementari di contenimento previste. Risposta dei sistemi sanitari - Condividere gli orientamenti relativi alla gestione clinica e alla lotta contro l’infezione nel quadro delle cure sanitarie (compresi gli istituti di cure di lunga durata); - rendere conto delle misure di preparazione della fase seguente e consultarsi, in particolare per quanto riguarda i cittadini degli altri Stati membri e i piani di assistenza ai cittadini degli altri Stati membri dell’UE nei paesi terzi, compresa la loro protezione sul posto e il loro rimpatrio. Comunicazioni - Informare gli altri Stati membri, la Commissione e il CEPCM sui messaggi che devono essere inviati alla popolazione e mettere a loro disposizione il materiale pedagogico disponibile. FASE 5 DELL’OMS (periodo di allarme pandemico) Gruppo o gruppi di casi di dimensioni maggiori, ma trasmissione interumana sempre localizzata, situazione che fa ipotizzare che il virus si adatta sempre più all’uomo, ma non è forse ancora pienamente trasmissibile (importante rischio di pandemia). In questa fase, è opportuno sforzarsi al massimo di contenere o di ritardare la propagazione, nella speranza di evitare una pandemia e di guadagnare tempo per mettere in opera le misure di lotta contro la pandemia stessa. Gruppi importanti localizzati al di fuori dell’Europa con trasmissione interumana senza conferma di una propagazione internazionale; esiste un rischio crescente d’importazione o di apparizione di casi isolati nell’UE. Responsabilità e azioni 4.1.7. Commissione Pianificazione e coordinamento - Coordinare la valutazione continua degli interventi; - concludere i preparativi in vista di una pandemia imminente, compresa l’organizzazione interna e la capacità di mobilitare rapidamente il personale supplementare; - attivare il piano d’emergenza della Commissione. Prevenzione e contenimento Interventi di sanità pubblica - Collaborare con le autorità nazionali alla distribuzione del materiale di lotta contro l’infezione agli istituti di cure sanitarie che prestano cure ai malati infettati, soprattutto se questo materiale proviene da altri Stati membri; - riesaminare le misure comunitarie o le possibilità di proposte di misure in tutti i settori interessati della politica comunitaria. Antivirali - Collaborare con le autorità nazionali all’individuazione della profilassi antivirale sulle persone e i gruppi adeguati e aiutare il coordinamento della mobilitazione delle riserve degli altri Stati membri se necessario. Vaccini - Con l’assistenza del CEPCM, favorire con le autorità nazionali la preparazione e la realizzazione di una campagna di vaccinazione mirata incentrata sulle persone e sui gruppi adeguati della comunità colpita, se è disponibile contro l’influenza pandemica. Risposta dei sistemi sanitari - Con l’assistenza del CEPCM, coordinare l’attività di consulenza alle autorità nazionali sui modi di aiutare i clinici a riconoscere, diagnosticare e notificare i casi; - con l’assistenza del CEPCM, coordinare l’attività di consulenza alle autorità nazionali sul modo di ottimizzare l’utilizzazione di strutture scarse (selezione dei malati, direttive cliniche modificate, direttive ospedaliere modificate, protezione dei servizi sanitari che non si occupano dell’influenza, altre possibilità di cura, ecc.). Comunicazioni - Incoraggiare l’applicazione delle misure raccomandate al grande pubblico malgrado i loro possibili inconvenienti, nonché gli interventi che possono essere modificati o attuati durante una pandemia. 4.1.8. CEPCM Valutazione e sorveglianza: - Sorvegliare il rischio per l’Unione europea, in particolare le possibilità di un’importazione di casi a partire dalle regioni colpite; - incoraggiare l’intensificazione della sorveglianza della malattia nei paesi che non sono ancora colpiti, quanto più possibile; - riesaminare e correggere, se necessario, la definizione dei casi e le direttive; - accelerare e rafforzare al massimo l’attività di sorveglianza e di valutazione della situazione della fase 4; - favorire la sorveglianza dei bisogni e degli istituti sanitari nei paesi a rischio; - incoraggiare la modellizzazione matematica al fine di stabilire previsioni riguardanti l’evoluzione della prima ondata della pandemia (regioni colpite, gruppi a rischio, bisogni di cure sanitarie, conseguenze, ecc.). Comunicazioni - Informare i partner, le parti interessate e il pubblico in generale sulla situazione mondiale, sulle caratteristiche epidemiologiche e sulle misure raccomandate, nonché sulla situazione e sui rischi nell’UE. 4.1.9. Stati membri Valutazione e sorveglianza - Valutare il rischio e informare rapidamente sulle ricerche. Prevenzione e contenimento Interventi di sanità pubblica - Coordinare le misure di contenimento supplementari con gli altri Stati membri e con la Commissione. Risposta dei sistemi sanitari - Applicare le direttive relative alla presa a carico clinica e alla lotta contro l’infezione nel quadro delle cure sanitarie (compresi gli istituti di cure a lunga durata); - condividere le misure di emergenza per la fase seguente, in particolare per quanto riguarda i cittadini di altri Stati membri e i piani di assistenza agli altri cittadini dell’UE nei paesi terzi, compresa la protezione sul posto e il rimpatrio. Comunicazioni Condividere i messaggi utilizzati per il grande pubblico e i materiali pedagogici previsti con gli altri Stati membri, con la Commissione e con il CEPCM. FASE 6 DELL’OMS (periodo di pandemia) – Livello d’allarme da 1 a 4 dell’UE Pandemi a: trasmissione aumentata e durevole nella popolazione generale. Numerosi focolai in almeno un paese al di fuori dell’UE con trasmissione interumana e propagazione ad altri paesi. Il principale obiettivo di sanità pubblica consiste nel ridurre al minimo gli effetti della pandemia. I seguenti scenari per l’UE possono prodursi nella fase 6 dell’OMS e variare a livello del profilo epidemiologico e dell’estensione geografica e si presentano nell’ordine cronologico. Livello d’allarme 1 dell’UE - N essun caso è stato osservato nell’uomo nell’UE. Rischio molto elevato di introduzione o sospetto d’importazione sporadica di casi in Europa. Livello d’allarme 2 dell’UE - Isolamento di un sottotipo pandemico a partire da un caso umano unico nell’UE. Livello d’allarme 3 dell’UE - Gruppo isolato che presenta un sottotipo pandemico in uno Stato membro dell’UE o trasmissione interumana durevole con più gruppi confermati nell’UE. Livello d’allarme 4 dell’UE - Attività diffusa in uno o più Stati membri. Responsabilità e azioni Le azioni saranno ripartite per livello di allarme e l’attuazione avverrà in consultazione con tutte le parti interessate previa valutazione da parte del CEPCM della situazione epidemiologica e delle previsioni di evoluzione e previa valutazione dell’efficacia delle misure adottate negli Stati membri. Nella misura in cui la situazione evolve conformemente al livello di allarme, le azioni devono essere coordinate, in particolare tra le ondate consecutive della pandemia in funzione della disponibilità del vaccino. 4.1.10. Commissione Pianificazione e coordinamento - Creare e attivare un centro d’informazione e di coordinamento sulla pandemia d’influenza; - interagire con le organizzazioni e le istanze a livello comunitario e internazionale al fine di coordinare gli interventi e coordinare le posizioni degli Stati membri; - coordinare l’elaborazione in corso di orientamenti; - coordinare la valutazione delle misure e la valutazione dei loro effetti. Prevenzione e contenimento Interventi di sanità pubblica - Coordinare con gli Stati membri la posizione relativa alla circolazione delle persone e delle merci e cooperare con le organizzazioni, le associazioni e le compagnie di trasporto internazionali al fine di applicare misure standard destinate ai viaggiatori che utilizzano mezzi di trasporto internazionali, coerentemente con il livello di allarme; - coordinare con gli Stati membri la valutazione degli effetti delle misure, con l’assistenza del CEPCM, e in particolare l’utilizzazione di antivirali e l’effetto di campagne di vaccinazione mirate. Risposta dei sistemi sanitari - Facilitare l’attuazione di dispositivi di assistenza tra gli Stati membri in funzione della fase della pandemia, in particolare per la mobilitazione di agenti sanitari immunizzati e il trasferimento di strumentazione medica. 4.1.11. CEPCM Valutazione e sorveglianza - Sorvegliare la propagazione della malattia, i gruppi a rischio e il tasso di mortalità e la velocità di trasmissione e coordinare la correzione delle definizioni del caso; - coordinare la caratterizzazione clinica, microbiologica ed epidemiologica del ceppo pandemico nei primi gruppi segnalati nell’UE al fine di determinare la velocità di trasmissione, il tasso di mortalità imputabile e i gruppi di età colpiti; - coordinare la sorveglianza delle eventuali modifiche dei parametri epidemiologici, clinici e virologici dell’infezione, compresa la resistenza agli antivirali; - aiutare i paesi a descrivere gli effetti stimati della pandemia a livello nazionale e contribuire alla sorveglianza della situazione mondiale (propagazione mondiale, evoluzione nazionale); - incoraggiare la preparazione di previsioni riguardanti la seguente ondata (nuove regioni colpite, gruppi a rischio, mezzi di cure sanitarie, ecc.); - esaminare gli insegnamenti tratti dall’esperienza e procedere agli adeguamenti necessari negli orientamenti e negli strumenti di sorveglianza destinati ai paesi. Prevenzione e contenimento Interventi di sanità pubblica - Coordinare e facilitare la valutazione degli interventi e aggiornare eventualmente le raccomandazioni; - rispondere alle domande di ricorso ai gruppi di assistenza in caso di focolaio epidemico. Antivirali - aggiornare insieme agli Stati membri e alla Commissione le raccomandazioni relative all’utilizzazione ottimale dei prodotti disponibili; - coordinare con gli Stati membri, con la Commissione e con i partner (in particolare l’EMEA) la valutazione della copertura, dell’efficacia, degli effetti secondari e della sicurezza. Vaccini - Quando sia disponibile un vaccino contro l’influenza pandemica, coordinare con gli Stati membri, con la Commissione e con i partner (in particolare l’EMEA) la valutazione della copertura, dell’efficacia, degli effetti secondari e della sicurezza. Comunicazioni - Mantenere regolarmente informati della situazione le organizzazioni internazionali, le autorità nazionali, gli altri partner e le parti interessate, nonché il pubblico generale; - attuare e mantenere gli strumenti che consentono di rispondere alle domande d’informazione internazionale; - valutare la comunicazione nel corso delle fasi precedenti; esaminare le lezioni che sono state ricavate. 4.1.12. Stati membri Risposta dei sistemi sanitari - In consultazione con gli Stati membri e con la Commissione, incoraggiare il miglioramento degli orientamenti e dei modelli algoritmici (attualizzati) per la selezione dei casi d’influenza e dei casi di altre malattie; - in consultazione con gli altri Stati membri e con la Commissione, incoraggiare l’elaborazione di direttive relative all’autotrattamento. 4.2. Periodo post-pandemico: recupero e ritorno al periodo interpandemico Dopo un’ondata di pandemia, si prevede che numerose persone saranno sempre colpite in un modo o nell’altro, poiché avranno probabilmente perduto amici o parenti, soffriranno di fatica e di problemi psicologici o avranno eventualmente subito perdite finanziarie dovute ad una cessazione delle attività. I governi o le altre autorità hanno naturalmente come ruolo di fare i modo che tali preoccupazioni possano essere affrontate, accompagnando la “ricostruzione della società”. Gli Stati membri devono disporre di un piano che consenta un rilancio rapido del paese dopo una pandemia. Tale piano dovrebbe comprendere piani di ripresa per i servizi essenziali e identificare gli organismi e le persone incaricati dell’aiuto sociale e psicologico destinato alle famiglie e alle imprese colpite. Un meccanismo deve inoltre consentire di valutare le perdite economiche e dare assistenza finanziaria ai gruppi colpiti. Gli Stati membri dovrebbero vigilare affinché i servizi essenziali elaborino piani di rilancio per il loro servizio o per la loro organizzazione. I piani di preparazione nazionali devono inoltre studiare se il recupero successivo ad una pandemia richieda un’assistenza finanziaria da parte del governo. In questo caso, gli Stati membri devono definire criteri di assistenza finanziaria e cercare soluzioni per garantire la disponibilità dei fondi. Attraverso il Fondo di solidarietà proposto, la Commissione potrebbe contribuire agli sforzi compiuti dagli Stati membri per il rilancio e l’attenuazione delle perdite economiche derivanti dalla pandemia. 5. CONCLUSIONI La presente comunicazione descrive i principali elementi e i gruppi di misure del Piano comunitario di preparazione e d’intervento in caso di pandemia influenzale. L’attuazione richiederà una definizione più particolareggiata per le persone incaricate dei compiti operativi nell’ambito della Commissione, del CEPCM, dell’EMEA e delle autorità degli Stati membri. Il piano dovrà essere rivisto regolarmente tenuto conto delle discussioni a livello internazionale e dell’esperienza acquisita durante l’influenza stagionale e le esercitazioni nazionali. Le autorità responsabili per la salute umana e per la salute animale e gli specialisti nazionali e europei nel settore delle infezioni intestinali continueranno a cooperare strettamente, sotto gli auspici della Commissione. In questo contesto, è particolarmente importante uno scambio di esperienze in materia di pianificazione delle misure d’emergenza, considerando che i piani d’intervento in materia di salute animale sono già correttamente elaborati e hanno fatto prova della loro efficacia in passato. Prepararsi a rispondere ad una pandemia d’influenza costituisce una formidabile sfida ed esige sforzi ulteriori da parte degli Stati membri e della Commissione. Questa strategia dovrebbe costituire parte integrante di un approccio più generale alle emergenze in materia di sanità pubblica, al fine di sfruttare efficacemente le risorse limitate, di trarre vantaggio dal maggior numero di competenze possibile e di vigilare affinché le procedure e le funzioni rimangano gestibili e quanto più semplici possibile; la Commissione ha pubblicato una comunicazione sulla pianificazione generale della preparazione alle emergenze sanitarie per contribuire a questi sforzi. Il Centro europeo di prevenzione e di controllo delle malattie (CEPCM) è in grado di garantire un approccio strutturato e sistematico in materia di vigilanza e di lotta contro l’influenza e altre malattie trasmissibili suscettibili di colpire le popolazioni dell’UE. Il CEPCM può mobilitare e rafforzare notevolmente le sinergie tra i centri nazionali esistenti e aiuterà indubbiamente la Commissione e gli Stati membri ad affrontare efficacemente l’influenza. L’azione intersettoriale sarà essenziale nella lotta contro la pandemia d’influenza. Numerose azioni sono già state realizzate a livello nazionale e comunitario per garantire l’efficacia e il coordinamento delle misure adottate nei vari settori. È tuttavia necessaria un’azione complementare e la Commissione e gli Stati membri proseguono i lavori in questo senso. Sarà particolarmente importante attaccare un problema di pandemia alla fonte; l’azione esterna della Comunità in questo settore è essenziale per aiutare le organizzazioni internazionali competenti e i paesi terzi a fronteggiare un’eventuale pandemia e a limitarne la propagazione e gli effetti. ANNEX 1: New WHO Phases[20] Pandemic phases | Public health goals | Interpandemic period | 1 | No new influenza virus subtypes have been detected in humans. An influenza virus subtype that has caused human infection may be present in animals. If present in animals the risk of human infection or disease is considered to be low | Strengthen influenza pandemic preparedness at the global, regional, national and subnational levels. | 2 | No new influenza virus subtypes have been detected in humans. However, a circulating animal influenza virus subtype poses a substantial risk of human disease. | Minimize the risk of transmission to humans; detect and report such transmission rapidly if it occurs. | Pandemic alert period | 3 | Human infection(s) with a new subtype, but no human to human spread, or at most rare instances of spread to a close contact. | Ensure rapid characterization of the new virus subtype and early detection, notification and response to additional cases. | 4 | Small cluster(s) with limited human to human transmission but spread is highly localized, suggesting that the virus is not well adapted to humans. | Contain the new virus within limited foci or delay spread to gain time to implement preparedness measures, including vaccine development. | 5 | Large cluster(s) but human-to-human spread still localized, suggesting that the new virus is becoming increasingly better adapted to humans, but may not yet be fully transmissible (substantial pandemic risk). | Maximize efforts to contain or delay spread, to possibly avert a pandemic, and to gain time to implement pandemic response measures. | Pandemic period | 6 | Pandemic: increased and sustained transmission in general population | Minimize the impact of the pandemic. | Post-pandemic period | Post-pandemic period: return to inter-pandemic period | Return to inter-pandemic period | ANNEX 2: Projects related to influenza funded under the public health programme The European Commission, DG SANCO, is presently funding projects under the Public Health Action Programme (2003-2008), which are directly or indirectly related to influenza preparedness and response, as follows: - EISS - The European Influenza Surveillance Scheme. - MODELREL - EU co-ordination and dissemination of strategic modelling capabilities concerning the deliberate release of biological agents. - EUNID - European Network of Infectious Diseases physicians. - EPIET - European Programme for Intervention Epidemiology Training. - Epi-North – A framework for communicable disease surveillance, communication and training in Northern Europe. - INSIGHT - International network of national public health Institutes sharing information, expertise and capabilities in order to grapple with major health threats. - VENICE - Vaccine European new integrated collaboration effort. - EPIVAC - Europe-wide pandemic influenza vaccine coverage: good epidemic vaccination practice by establishing integrated national stakeholders networks. - ETIDE - European Training for Infectious Disease Emergencies. - Epi-South - Network for Communicable Disease Control in Southern Europe and Mediterranean Countries. - FLUSECURE - Combating FLU in a combined action between industry and the public sector in order to SECURE adequate and fast interventions in Europe. - VAC-SAT - Vaccine Safety - Attitudes, Training and Communication. ANNEX 3: EU supported research related to human pandemic influenza 5th Framework Programme (1998-2002) - FLUPAN - Preparing for an influenza pandemic - NOVAFLU - Novel vaccination strategies and vaccine formulations for epidemic and pandemic influenza control 6th Framework Programme (2002-2006) - VIRGIL - European vigilance network for the management of antiviral drug resistance” - SARS/FLU VACCINE - FLUVACC - Live attenuated replication-defective influenza vaccine 7th Framework Programme (2007-2013) On 21 September 2005 the European Commission proposed a Council decision concerning the Specific Programmes implementing the Seventh Framework Programme (2007-2013) of the European Community for research, technological development and demonstration activities including a proposal of a specific programme that has as heading ‘Cooperation’ and includes a particular section on health, which is consequently applicable to the field of flu. The focus will be on confronting emerging pathogens with pandemic potential including zoonoses (e.g. SARS and highly pathogenic influenza). Where appropriate, provisions will be made for rapidly initiating collaborative research aimed at expediting development of new diagnostics, drugs and vaccines for efficient prevention, treatment, and control of infectious disease emergencies. [1] SAN 104, 9882/04, 2.6.2004 [2] GU L 268 del 3.10.1998, pagg. 1-7. [3] OJ L 21 del 26.1.2000, pagg. 32-45. [4] http://europa.eu.int/eur-lex/en/com/wdc/2004/com2004_0201en01.pdf [5] GU L 142 del 30.4.2004, pagg. 1-11 [6] http://www.who.int/csr/resources/publications/influenza/WHO_CDS_CSR_GIP_2005_5.pdf [7] http://europa.eu.int/comm/health/ph_threats/com/Influenza/influenza_key04_en.pdf [8] http://europa.eu.int/comm/health/ph_threats/com/Influenza/influenza_key03_en.pdf [9] COM (2005) 605 def. [10] GU L 268 del 3.10.1998, pagg. 1-7. [11] GU L 21 del 26.1.2000, pagg. 32-35. [12] http://www.cc.cec/home/dgserv/sg/sgvista/i/sgv2/repo/repo.cfm?institution=COMM&doc_to_browse=COM/2005/0115&refresh_session=YES [13] http://europa.eu.int/comm/health/ph_threats/com/Influenza/influenza_key03_en.pdf [14] EMEA/CPMP/4986/03 & EMEA/CPMP/4717/03, Réf.:http://www.emea.eu.int/indem/indexh1.htm [15] http://www.who.int/gb/ebwha/pdf_files/WHA56/ea56r19.pdf [16] COM (2005) 108 def. del 6.4.2005, http://europa.eu.int/comm/regional_policy/funds/solidar/solid_en.htm [17] COM (2005) 119 def. del 6.4.2005. [18] COM(2005)304 def. del 5.7.2005. [19] http://europa.eu.int/comm/health/ph_threats/com/Influenza/influenza_key09_en.pdf [20] WHO global influenza preparedness plan – WHO/CDS/CSR/GIP/2005.5 http://www.who.int/csr/resources/publications/influenza/WHO_CDS_CSR_GIP_2005_5.pdf