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Document 52003AR0024

    Parere del Comitato delle regioni in merito alla "Comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo — Verso una strategia per la protezione e la conservazione dell'ambiente marino"

    GU C 244 del 10.10.2003, p. 34–41 (ES, DA, DE, EL, EN, FR, IT, NL, PT, FI, SV)

    52003AR0024

    Parere del Comitato delle regioni in merito alla "Comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo — Verso una strategia per la protezione e la conservazione dell'ambiente marino"

    Gazzetta ufficiale n. C 244 del 10/10/2003 pag. 0034 - 0041


    Parere del Comitato delle regioni in merito alla "Comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo - Verso una strategia per la protezione e la conservazione dell'ambiente marino"

    (2003/C 244/08)

    IL COMITATO DELLE REGIONI,

    vista la comunicazione della Commissione "Verso una strategia per la protezione e la conservazione dell'ambiente marino" (COM(2002) 539 def.),

    vista la decisione della Commissione europea, in data 2 ottobre 2002, di consultare il Comitato sull'argomento, conformemente al disposto dell'art. 265, paragrafo 1, del trattato che istituisce la Comunità europea,

    vista la decisione del proprio Ufficio di presidenza, in data 12 marzo 2002, di incaricare la commissione Sviluppo sostenibile di elaborare un parere sull'argomento,

    visto il proprio parere sul Sesto programma d'azione per l'ambiente (CdR 36/2001 fin)(1),

    visto il proprio progetto di parere (CdR 24/2003 riv.) adottato dalla commissione Sviluppo sostenibile il 20 febbraio 2003 (relatore: van Gelder, commissario della Regina nella provincia di Zelanda, (NL/PPE)),

    ha adottato all'unanimità, nel corso della 49a sessione plenaria del 9 e 10 aprile 2003 (seduta del 9 aprile), il seguente parere.

    1. La posizione del Comitato delle regioni

    Il Comitato delle regioni

    1.1. accoglie con favore l'intento della Commissione di mettere a punto una strategia europea per la protezione e la conservazione dell'ambiente marino, come richiesto dal sesto programma d'azione in materia di ambiente.

    1.2. Condivide, vista la frammentazione regionale e settoriale della politica in materia di protezione dell'ambiente marino, la necessità di una politica globale e integrata a livello UE in materia.

    1.3. È convinto che il buon funzionamento dei mari e degli oceani, comprese le coste e gli estuari (vale a dire l'ambiente marino) riveste un'importanza fondamentale sotto il profilo non solo ecologico, ma anche socioeconomico.

    1.4. Intende sottolineare l'importanza di un funzionamento sano dell'ambiente marino per le comunità locali e regionali, importanza chiaramente dimostrata dal recente incidente della petroliera Prestige e dalle sue disastrose conseguenze per le comunità locali della costa settentrionale della Spagna, nonché, ancor più recentemente, dall'impatto dell'incidente della Tricolor sulla costa delle Fiandre e dell'Olanda sud-occidentale.

    1.5. Auspica che, per tali catastrofi, l'Agenzia europea per la sicurezza marittima attui un approccio strategico di tipo paneuropeo. Uno degli obiettivi dell'Agenzia dovrebbe quindi essere quello di garantire che i meccanismi di controllo dei disastri intervengano immediatamente dopo un incidente e siano attuati senza indugio, consentendo così di controllare l'inquinamento provocato dalle catastrofi marittime.

    1.6. È consapevole che la salute dell'ecosistema marino è seriamente minacciata dalle numerose attività dell'uomo sul mare e sulla terra, quali lo scarico di sostanze pericolose e di nutrienti, l'estrazione di prodotti dall'ambiente marino (pesce, petrolio, sabbia, ghiaia, energia ecc.) e tutte le attività all'origine dei cambiamenti climatici.

    1.7. È convinto che i danni provocati al buon funzionamento dell'ambiente marino siano, nella migliore delle ipotesi, difficili da riparare. Il carattere per lo più irreversibile del deterioramento è dovuto in primo luogo alla portata dei processi in atto. È pertanto necessario evitare, nella misura del possibile, di dover ricorrere a misure reattive. A tal fine occorre una politica proattiva basata sul principio di precauzione e sull'applicazione delle cosiddette misure no-regret.

    1.8. Condivide l'opinione secondo cui lo sfruttamento sostenibile dei mari deve basarsi su un approccio ecosistemico. Solo così si potrà evitare che il loro sfruttamento si ripercuota negativamente sul funzionamento ecologico, su altre funzioni dell'ambiente marino e sulle generazioni future. L'approccio ecosistemico deve essere attuato a livello mondiale.

    1.9. Ritiene necessario prestare maggiore attenzione alla gestione territoriale come strumento di realizzazione dello sfruttamento sostenibile delle risorse marine. Lo sfruttamento sostenibile non va inteso solo in termini di intensità e di modalità di utilizzo, ma anche in relazione al luogo in cui avviene. Lo strumento della gestione territoriale, che può essere considerato uno dei modi per concretizzare il principio di precauzione, va applicato non solo a zone speciali di conservazione, ma anche al fuori di esse. Le regole concrete in materia di gestione territoriale devono essere formulate partendo da una visione globale delle aree marittime dell'UE.

    1.10. Ritiene che lo sfruttamento sostenibile delle risorse marine non possa prescindere dalla sensibilizzazione delle comunità regionali e locali. Un ruolo importante in tal senso può essere svolto da processi di pianificazione interattivi. Pertanto, al momento di sviluppare ulteriormente la strategia, sarà necessario prestare la dovuta attenzione a questo aspetto.

    1.11. Ritiene che una politica integrata sia necessaria non solo a livello UE, ma anche a livello locale e regionale. Ciò andrà a beneficio della già constatata necessità di sensibilizzare le comunità regionali e locali all'attuazione di una tale politica e allo sviluppo della gestione territoriale come strumento per conseguire lo sfruttamento sostenibile dell'ambiente marino.

    1.12. Condivide la constatazione della Commissione, secondo cui le conoscenze sull'argomento sono carenti, sottolineando la necessità di migliorarle.

    1.13. È consapevole nel contempo che non si può attendere il perfezionamento di tali conoscenze, e che, oltretutto, si tratta di un processo soggetto a una serie di limitazioni, delle quali si deve tener conto nel formulare la politica in questione. Pertanto, un importante presupposto per la definizione di questa politica deve essere il principio di precauzione, che deve tradursi anche nell'esecutività delle disposizioni e delle norme. A questo riguardo, il concetto di "nave pulita" rappresenta un esempio da sostenere attivamente.

    1.14. Condivide la politica del commissario Loyola de Palacio intesa ad accelerare i tempi previsti per l'introduzione del doppio scafo sulle navi marittime e relativa alle competenze ed ai requisiti di formazione dei marittimi.

    1.15. Ritiene che i problemi dell'ambiente marino potrebbero essere affrontati più efficacemente se i costi legati ai (potenziali) danni all'ambiente fossero imputati a chi li provoca. I costi ambientali dovrebbero diventare una voce fissa dei bilanci delle imprese, ed i potenziali danni ambientali dovrebbero ripercuotersi, ad esempio, sui premi assicurativi delle navi.

    1.16. Concorda sul fatto che, data la complessità della problematica, la comunicazione non può delineare sin d'ora la strategia nel suo insieme, ma rappresenta solo un passo in tale direzione. Il Comitato, pur apprezzando il carattere progressivo delle azioni proposte, si chiede se alcune di esse non possano essere formulate in maniera più concreta. Per diversi obiettivi manca inoltre l'indicazione del termine entro il quale devono essere raggiunti, termine che, secondo il CdR, dovrebbe essere invece possibile inserire.

    1.17. Si chiede se e quando sarà disponibile una comunicazione che esponga la strategia in termini più concreti.

    2. Raccomandazioni del CdR

    Il Comitato delle regioni

    2.1. raccomanda, dati i limiti cui è soggetto lo sviluppo delle conoscenze in materia e il probabile carattere irreversibile dei danni all'ecosistema marino, di introdurre un riferimento più esplicito al principio di precauzione, che dovrà concretizzarsi tra l'altro mediante:

    2.1.1. un ricorso più diffuso allo strumento della gestione territoriale e della valutazione ambientale strategica (attualmente limitato alle zone speciali di conservazione);

    2.1.2. la definizione di proposte per una migliore integrazione dei costi ambientali nei bilanci delle imprese;

    2.1.3. la promozione attiva del concetto di "nave pulita".

    2.2. Raccomanda di perseguire, non solo a livello UE, ma anche a livello regionale, l'obiettivo di un'integrazione delle politiche attraverso il modello dei consigli consultivi regionali (menzionati nell'azione 20, a cui partecipano anche le amministrazioni locali competenti), ma non applicando tale modello ad altri settori (come propone l'azione 20), bensì sviluppandolo fino a creare consigli consultivi regionali integrati in tutti i settori interessati.

    2.3. Raccomanda di promuovere a livello internazionale l'adozione dell'approccio ecosistemico.

    2.4. Raccomanda che la strategia della Commissione riconosca e affronti i rischi legati alla liberazione massiccia di sostanze radioattive nell'ambiente marino in seguito a catastrofi o a incidenti durante il trasporto di materiali radioattivi.

    2.5. Raccomanda di indicare un termine per il conseguimento degli obiettivi 9, 10 e 12.

    2.6. Raccomanda di formulare in maniera più precisa le azioni 7 e 9.

    2.7. Raccomanda di pubblicare, oltre al rapporto di cui all'azione 19, un progetto più dettagliato di strategia integrata.

    2.8. Propone, sulla base delle suddette raccomandazioni, le seguenti modifiche.

    MODIFICHE

    MODIFICA 1

    Punto 7 - Obiettivi

    >SPAZIO PER TABELLA>

    Motivazione

    Il termine del 2010 proposto dalla Commissione per l'eliminazione dei fenomeni di eutrofizzazione non appare realistico, soprattutto per i comuni e le regioni.

    MODIFICA 2

    Punto 7 - Obiettivi

    >SPAZIO PER TABELLA>

    MODIFICA 3

    Punto 7 - Obiettivi

    >SPAZIO PER TABELLA>

    MODIFICA 4

    Punto 7 - Obiettivi

    >SPAZIO PER TABELLA>

    MODIFICA 5

    Punto 8.1 - Impostazione politica

    >SPAZIO PER TABELLA>

    MODIFICA 6

    Punto 8.1 - Impostazione politica

    >SPAZIO PER TABELLA>

    MODIFICA 7

    Punto 8.1 - Impostazione politica

    >SPAZIO PER TABELLA>

    MODIFICA 8

    Punto 8.1 - Impostazione politica

    >SPAZIO PER TABELLA>

    MODIFICA 9

    Punto 8.1 - Impostazione politica

    >SPAZIO PER TABELLA>

    MODIFICA 10

    Punto 8.2 - Migliorare il coordinamento e la cooperazione

    >SPAZIO PER TABELLA>

    MODIFICA 11

    Punto 8.2 - Migliorare il coordinamento e la cooperazione

    >SPAZIO PER TABELLA>

    MODIFICA 12

    Punto 8.2 - Migliorare il coordinamento e la cooperazione

    >SPAZIO PER TABELLA>

    Bruxelles, 9 aprile 2003.

    Il Presidente

    del Comitato delle regioni

    Albert Bore

    (1) GU C 357 del 14.12.2001, pag. 44.

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