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Document 52000DC0247

Comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale e al Comitato delle regioni - Piano d'azione per migliorare l'efficienza energetica nella Comunità europea

/* COM/2000/0247 def. */

52000DC0247

Comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale e al Comitato delle regioni - Piano d'azione per migliorare l'efficienza energetica nella Comunità europea /* COM/2000/0247 def. */


COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL CONSIGLIO, AL PARLAMENTO EUROPEO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE E AL COMITATO DELLE REGIONI - Piano d'azione per migliorare l'efficienza energetica nella Comunità europea

Sunto

È urgente rinnovare gli impegni, sia a livello comunitario che di singoli Stati membri, per promuovere più attivamente l'efficienza energetica, soprattutto con riferimento all'accordo di Kyoto sull'abbattimento delle emissioni di CO2 in quanto il miglioramento dell'efficienza energetica sarà uno dei fattori chiave che consentirà all'UE di raggiungere in maniera più economica l'obiettivo attribuitole dal Protocollo di Kyoto. Oltre ad un forte impatto positivo sull'ambiente, la migliore efficienza energetica comporterà una politica energetica più sostenibile, una maggiore sicurezza degli approvvigionamenti e numerosi altri vantaggi.

A causa degli ostacoli del mercato che impediscono la soddisfacente diffusione di una tecnologia energetica efficiente e l'uso efficiente dell'energia, esiste un potenziale economico di miglioramento dell'efficienza energetica pari a oltre il 18% dell'attuale consumo energetico. Tale potenziale equivale a oltre 160 Mtep, o 1900 TWh, il che corrisponde grosso modo all'intera domanda finale di energia di Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Grecia e Paesi Bassi.

Il presente piano d'azione delinea politiche e misure per la rimozione di questi ostacoli e la realizzazione di detto potenziale. Qualora si consegua un obiettivo indicativo proposto di miglioramento dell'intensità energetica di un ulteriore punto percentuale l'anno rispetto alla prevista variazione annuale del valore di riferimento, si potrà realizzare due terzi del potenziale disponibile di risparmio entro il 2010. Ciò eviterebbe di dover consumare oltre 100 Mtep, il che equivale ad un volume annuale di emissioni di CO2 evitate pari a quasi 200 Mt o circa il 40% dell'impegno dell'UE stabilito a Kyoto [1]. Il raggiungimento dell'obiettivo comunitario di un raddoppio dell'impiego della cogenerazione, fino ad arrivare entro il 2010 al 18% della produzione di energia elettrica dell'UE, consentirebbe di evitare entro il 2010 un ulteriore quantitativo di emissioni di CO2 pari a 65 Mt l'anno [2].

[1] Cfr. nota 12, pag. 5.

[2] European Cogeneration Review, luglio 1999.

Vengono proposti tre gruppi di meccanismi per migliorare l'efficienza energetica:

- misure volti a promuovere l'integrazione dell'efficienza energetica in altre iniziative e programmi della Comunità non attinenti all'energia quali la politica regionale e urbana, la politica fiscale, la politica tariffaria, ecc.

- misure per riorientare e rafforzare le efficaci iniziative in atto della Comunità in materia di efficienza energetica.

- nuove politiche e misure comuni e coordinati.

1. Contesto

1.1 Introduzione

Nella sua Risoluzione del 7 dicembre 1998 [3] relativa all'efficienza energetica il Consiglio invitava la Commissione a presentare quanto prima una proposta di piano d'azione per l'efficienza energetica classificando in ordine di priorità gli interventi previsti e proponeva alcune misure, quali l'indicazione del contributo di altre politiche comunitarie all'efficienza energetica. Il piano doveva precisare le responsabilità della Comunità e degli Stati membri, in particolare per quanto riguarda il finanziamento e il calendario.

[3] GU C 394/01 del 17.12.1998.

La Risoluzione stessa era una risposta alla Comunicazione della Commissione sull'efficienza energetica [4] in cui si stabiliva una strategia comunitaria in questo campo. Il Consiglio ha sostenuto questa strategia e l'obiettivo indicativo proposto per la Comunità nel suo complesso di un miglioramento annuo dell'intensità energetica [5] pari ad un punto percentuale fino al 2010 in aggiunta a quello raggiungibile in assenza di tale strategia. Il Parlamento europeo ha emesso un parere positivo sulla Comunicazione evidenziando l'esigenza di un'azione sostenuta ed energica in materia di efficienza energetica e proponendo al riguardo un obiettivo annuale ancora più ambizioso [6].

[4] L'efficienza energetica nella Comunità europea - Verso una strategia per l'uso razionale dell'energia, COM(1998)246 def. del 29.4.1998.

[5] Le variazioni di intensità energetica relativa al consumo finale di energia rappresentano un primo e approssimativo indicatore in quanto l'intensità energetica può anche comprendere effetti legati alla temperatura ed effetti di ponderazione relativi alla ristrutturazione economica. Un indicatore più preciso è l'aggregazione dal basso verso l'alto del consumo energetico di tutti gli utenti finali, corretto sulla base della temperatura e degli effetti strutturali. Nel corso del 2000 Eurostat dovrebbe pubblicare ufficialmente una serie di indicatori di questo tipo.

[6] Rapporto Stockmann, PE 228.977/def. del 25.2.1999 e Risoluzione A4-0086/99.

Oltre alla Risoluzione del Consiglio e al parere del Parlamento europeo, si è tenuto conto del parere dei singoli Stati membri, del Comitato economico e sociale, dei rappresentanti dell'industria e di altri soggetti interessati. Una prima riunione con gli Stati membri si è tenuta il 14 gennaio 1999 allo scopo di raccogliere ulteriori informazioni sui programmi nazionali e di sentire i loro pareri sulla futura configurazione del piano d'azione. L'8-10 novembre 1999 [7] si è svolta una conferenza sull'efficienza energetica a livello di Unione europea in occasione della quale sono stati discussi dettagli tecnici delle politiche e misure possibili e si è tenuto conto anche dei risultati di questa conferenza.

[7] Conferenza SAVE per un millennio di energia efficiente, Graz, Austria.

Il piano d'azione esposto nel presente documento, va letto e interpretato alla luce della Comunicazione della Commissione e della Risoluzione del Consiglio sull'efficienza energetica, in quanto tappe logiche in questo processo. Il piano d'azione deve essere inoltre considerato nel più ampio contesto della politica energetica e ambientale della Comunità e di altre politiche comunitarie pertinenti. Esso è inoltre strutturato in modo da contribuire concretamente all'integrazione degli obiettivi energetici e ambientali in altri campi di intervento [8].

[8] Rafforzare l'integrazione ambientale nella politica comunitaria dell'energia, COM(1998)571 del 14.10.1998.

La Risoluzione del Consiglio conferma l'importanza di una strategia di efficienza energetica a livello comunitario e sottolinea il ruolo fondamentale degli Stati membri per attuarla. Il piano d'azione distingue attentamente le responsabilità della Comunità e quelle degli Stati membri e conferisce grande importanza alle politiche e ai programmi varati dai singoli Stati membri in questo settore, diversi dei quali hanno già portato a notevoli progressi.

1.2 Ostacoli di mercato e rinnovato impegno a promuovere l'efficienza energetica

L'ipotesi alla base di un piano d'azione per l'efficienza energetica è che le forze di mercato hanno gradualmente migliorato l'efficienza energetica negli ultimi anni, ma si possono e si devono prendere altre iniziative. Permane ancora un ampio potenziale economico di ulteriore miglioramento, stimato ad oltre il 18% dell'attuale consumo energetico [9]. Tale potenziale è dovuto alla presenza di una serie di lacune e di ostacoli che contrassegnano il mercato dell'energia e delle relative tecnologie. Esistono politiche e misure che, una volta attuati, sono in grado di ridurre e addirittura rimuovere tali ostacoli e consentire la realizzazione di gran parte di questo potenziale, riducendo in maniera significativa i livelli di intensità energetica e le emissioni dei gas ad effetto serra.

[9] Modello di calcolo MURE. Commissione europea, marzo 1998.

Le iniziative della Comunità o degli Stati membri finora intraprese non sono riuscite a superare tutti gli ostacoli che frenano gli investimenti nell'efficienza energetica. Il prezzo dell'energia, ad esempio, continua a non rispecchiare correttamente il costo dell'energia, comprese le esternalità; la mancanza o l'incompletezza di informazioni spesso ostacolano l'impiego di una tecnologia energetica improntata al rapporto costi/utili e all'efficienza energetica. Esistono inoltre numerosi ostacoli istituzionali e giuridici che impediscono di migliorare l'efficienza energetica. Un esempio è quello della prassi costante di vendere energia sotto forma di kWh invece di riscaldamento e raffreddamento efficienti, illuminazione e forza motrice, cioè quello che il consumatore di energia vuole. Esistono inoltre numerosi differenti tipi di ostacoli tecnici all'efficienza energetica, come la mancanza di componenti armonizzate e normalizzate. Un altro importante ostacolo tecnico è la mancanza di adeguate infrastrutture di trasmissione. Esistono anche ostacoli finanziari, quali ad esempio il periodo indebitamente breve di pay-back di molti investimenti sul lato della domanda rispetto a quelli per la produzione di energia.

1.3 Finalità del piano d'azione

I meccanismi volti a rimuovere gli ostacoli di mercato per consentire alle forze di mercato di operare efficacemente per migliorare l'efficienza energetica sono descritti solo brevemente e per via indiretta nel piano d'azione. Tali meccanismi sono stati illustrati in documenti precedenti, tra cui la Comunicazione della Commissione del 1998 sull'efficienza energetica [10]. Gli obiettivi principali di questo piano d'azione per l'efficienza energetica possono essere sintetizzati come segue:

[10] COM(1998)246 def. del 29.4.1998 op. cit.

- ricentrare l'attenzione sulla promozione dell'efficienza energetica e motivare i soggetti del settore;

- promuovere l'adesione a politiche e azioni comuni e coordinate da attuare alla luce dell'Accordo di Kyoto per contribuire a ridurre le emissioni dei gas ad effetto serra dell'8% nel periodo 2008-2012 e conseguire altri obiettivi energetici ed ambientali della Comunità, ivi compresi quelli stabiliti dal Programma europeo per il cambiamento climatico [11];

[11] Progetto di comunicazione in discussione alla Commissione.

- precisare ruoli e costi e proporre un calendario per la Comunità e gli Stati membri;

- realizzare il potenziale economico disponibile per migliorare l'efficienza energetica conformemente all'obiettivo proposto di ridurre annualmente l'intensità energetica di un punto percentuale rispetto ad una tendenza di ordinaria amministrazione (business-as-usual trend) ora stimata vicina a 0. Il raggiungimento di tale obiettivo significherebbe realizzare entro il 2010 due terzi del potenziale stimato di risparmio del 18%. Ciò eviterebbe di consumare oltre 100 Mtep, ossia un volume annuale di emissioni pari a quasi 200 Mt o circa il 40% dell'impegno dell'UE stabilito a Kyoto [12]. Il raggiungimento dell'obiettivo comunitario di un raddoppio della cogenerazione, fino ad arrivare entro il 2010 al 18% della produzione comunitaria di energia elettrica consentirebbe di evitare entro il 2010 un ulteriore quantitativo di emissioni di CO2, pari a 65 Mt CO2 l'anno [13].

[12] La previsione si basa su un'intensità di carbonio di 2,2 tn di CO2/tep nel 1996; 2,1 tn di CO2/tep nel 2010. Emissioni di 3086 Mt di CO2 nel 1990 e 7% di aumento lineare fino al 2010. 50% di energia primaria da fonti fossili nel 2010. L'obiettivo di Kyoto della diminuzione dell'8% di sei gas ad effetto serra equivale a evitare 450 Mt di CO2.

[13] European Cogeneration Review, luglio 1999, op. cit.

- sensibilizzare maggiormente le parti interessate al fatto che, sebbene ambizioso, l'obiettivo di un miglioramento annuale pari all'1% può essere superato se vengono rese disponibili risorse aggiuntive.

- porre le basi per un costante miglioramento a lungo termine dell'efficienza energetica grazie al ricorso alle forze del mercato e alla trasformazione del mercato, con uno sviluppo e una diffusione accelerati delle nuove tecnologie di efficienza energetica.

1.4 Mezzi di attuazione

Il piano d'azione qui presentato costituisce un pacchetto integrato e uniforme di strumenti politici che si rafforzano vicendevolmente, intesi ad integrare e rafforzare le attività degli Stati membri in questo campo senza dar luogo a duplicazioni. Gli interventi proposti sono i seguenti:

- misure volte ad integrare la dimensione di efficienza energetica nelle politiche e nei programmi comunitari non riguardanti l'energia;

- misure volte a rafforzare e ampliare le politiche e i misure in atto in materia di efficienza energetica;

- nuove politiche e misure.

Numerose azioni proposte rientrano nella categoria di misure volontarie, coordinate a livello comunitario. In altri casi, ove necessario, sono proposti atti legislativi.

Il programma SAVE nell'ambito del Programma-quadro Energia fungerà da principale strumento di coordinamento del piano d'azione, come base per preparare azioni comuni e per fornire i mezzi di attuazione e di valutazione a livello comunitario. Altri programmi comunitari, come il 5° Programma-quadro di RST sono altrettanto importanti in questo processo.

La scelta delle misure si basa sul relativo potenziale economico nei settori interessati, sulla fattibilità e il rapporto costi/efficacia dell'attuazione delle misure e sul loro previsto impatto. Dal momento che le diverse misure si completano a vicenda, è importante elaborare un pacchetto di misure valido.

La durata del piano d'azione copre essenzialmente il periodo fino al 2010, con un impatto avvertibile entro tale data e oltre. La maggior parte delle azioni tuttavia saranno avviate nel corso di validità del programma SAVE e di altri programmi comunitari in atto, vale a dire entro il 2002 compreso.

Per le risorse, il piano d'azione prevede che gli attuali bilanci per i programmi comunitari, compreso SAVE, saranno mantenuti almeno ai livelli attuali. Lo stesso è previsto per la media dei bilanci dei programmi degli Stati membri riguardanti l'efficienza energetica. Le valutazioni forniranno informazioni sulla futura adeguatezza o meno dei finanziamenti in questo campo, comprese raccomandazioni per il rinnovo dei finanziamenti alla scadenza dei programmi in corso.

Il coordinamento delle politiche e delle misure comunitarie con quelle dei singoli Stati membri implica un intenso processo di consultazione. Saranno periodicamente organizzate riunioni di esperti e riunioni ad alto livello sulle politiche e le misure di efficienza energetica. Gli obiettivi degli Stati membri in materia di efficienza energetica e di cogenerazione saranno esaminati ed analizzati per definirne i contributi all'obiettivo globale della Comunità.

Il monitoraggio e la valutazione di misure e programmi e del piano d'azione stesso saranno effettuati a scadenze periodiche. Allo scadere della fase di attuazione del piano d'azione, sarà eseguito un esame generale alla luce dei progressi compiuti per valutare la necessità di eventuali altre misure. Tale attività verrà coordinata con attività analoghe di monitoraggio e valutazione delle fonti energetiche rinnovabili.

Ulteriori informazioni dettagliate sulle politiche e sulle misure proposte nel presente piano d'azione, compresi calendario, costi, analisi d'impatto e responsabilità, sono riportate nell'Allegato 1.

2. Politiche e misure proposte

2.1 Misure per integrare l'efficienza energetica in politiche e programmi non attinenti all'energia

Questo piano d'azione evidenzia la necessità di integrare l'efficienza energetica in altri strumenti e programmi delle politiche non riguardanti l'energia dove esistono chiari vantaggi di redditività e dove è possibile operare in tal senso senza alterare in maniera significativa l'intento originale delle politiche o dei programmi in questione, come sottolineato nella Comunicazione della Commissione sul rafforzamento dell'integrazione ambientale [14]. Spesso l'efficienza energetica non è affrontata adeguatamente in queste politiche a causa della scarsa conoscenza delle modalità necessarie per raggiungere tali finalità pur salvaguardando gli altri obiettivi politici.

[14] COM(1998)571 del 14.10.1998, op. cit.

La politica dei trasporti è un settore prioritario per l'efficienza energetica in quanto assorbe oltre il 30% del consumo finale di energia. Il traffico stradale riveste particolare importanza in quanto produce circa l'85% di CO2 dell'intero settore dei trasporti. Le priorità strategiche di natura non tecnologica comprendono incentivi per l'occupazione ottimale dei veicoli, pubblici e privati, la promozione di nuove infrastrutture alternative e quindi una ripartizione e un'integrazione modale del traffico, alternative gestionali al trasporto aereo, completamento del mercato interno nei trasporti su rotaia e mutamento dei comportamenti riguardo alla mobilità. Occorre un più preciso impegno per accelerare e ampliare questi sviluppi grazie a programmi di incentivazione, azioni pilota e un maggiore coinvolgimento degli Stati membri.

Per la moderna politica delle imprese, lo sviluppo sostenibile è un elemento fondamentale. Essendo un fattore essenziale per la competitività di molti settori industriali, l'efficienza energetica è una componente importante del piano d'azione generale per lo sviluppo sostenibile, attualmente in corso di preparazione sulla politica delle imprese. Lo sviluppo dell'autoregolamentazione e di altri meccanismi simili (spesso l'approccio più efficace per il conseguimento di ulteriori progressi) sarà al riguardo decisivo. Laddove risulti necessario proporre misure di regolamentazione, sarà eseguita una valutazione completa dei relativi costi e benefici, formulando le disposizioni diregolamentazione in maniera tale da non pregiudicare il mercato unico.

La politica regionale e urbana e i relativi programmi, quali i Fondi di sviluppo regionale e di coesione, comportano potenzialmente rilevanti aspetti di efficienza energetica nell'ambito degli Obiettivi 1 e 2. I regolamenti sui Fondi strutturali e i Fondi regionali, le linee guida sui Fondi strutturali e il loro coordinamento con il Fondo di coesione hanno contribuito a migliorare l'efficienza energetica. A tal riguardo, le linee guida danno la priorità alla promozione delle attrezzature ad alto rendimento energetico nelle PMI, nelle famiglie e negli edifici pubblici ed agli investimenti industriali nelle tecnologie innovative e ad elevata efficienza energetica, come ad esempio la produzione combinata di calore e di elettricità (Combined Heat and Power - CHP). Tutto ciò andrebbe più strettamente collegato con, ad esempio, accordi volontari, audit energetici, iniziative di etichettatura e di migliore prassi negli Stati membri. Anche il proposto Libro verde sulla politica urbana nel settore dei trasporti fornirà nuove informazioni per ulteriori iniziative.

La politica fiscale e la politica tariffaria sono importanti strumenti per promuovere l'efficienza energetica. La proposta in materia fiscale della Commissione [15] riguardante l'ampliamento della base minima imponibile per prodotti energetici ne è un esempio. Essa prevede una base minima e possibili esenzioni fiscali per investimenti di efficienza energetica. Anche le misure degli Stati membri in questo settore sono importanti e ne sarà incoraggiato l'uso per promuovere l'efficienza energetica. Strutture tariffarie accuratamente strutturate per la fornitura e la distribuzione di energia possono del pari migliorare l'efficienza nell'uso finale e saranno pertanto promosse.

[15] COM(1997)30 def.

Le attività di cooperazione internazionale e di pre-adesione sono elementi fondamentali per promuovere l'efficienza energetica nell'Unione e fuori di essa. Ne sono un buon esempio le norme armonizzate di efficienza per beni e servizi del commercio internazionale. Per i paesi candidati all'adesione una tempestiva cooperazione attraverso la partecipazione a programmi comunitari quali il Quinto Programma-quadro, SAVE e Synergy consentirà di ravvicinare le legislazioni, divulgare informazioni e diffondere tecnologie. Questo processo è già in atto. L'attuazione del protocollo della Carta dell'energia sull'efficienza energetica e sugli aspetti ambientali correlati faciliterà il processo di adesione e aiuterà i paesi CSI. Nelle relazioni dell'UE con i paesi in via di sviluppo sarà attribuita crescente importanza all'efficienza energetica inter alia, attraverso azioni congiunte e le previste maggiori possibilità di generare crediti per le emissioni di carbonio in tali paesi grazie ad una maggiore collaborazione nel settore della RST e al trasferimento di tecnologie e servizi ad alto rendimento energetico. Le iniziative internazionali di liberalizzazione, in particolare quelle avviate nell'ambito del nuovo round di negoziati sugli scambi multilaterali, sono essenziali per promuovere su scala mondiale le tecnologie di efficienza energetica.

Le politiche e le misure degli Stati membri costituiscono il fondamento dell'efficienza energetica nell'Unione europea. Occorrerà intensificare il coordinamento con i programmi comunitari per raggiungere gli obiettivi fissati. Per questo motivo si esamineranno le politiche e le misure monitorando periodicamente i programmi degli Stati membri. Saranno periodicamente organizzati conferenze e workshop mirati per presentare le attività degli Stati membri e le iniziative della Comunità al fine di ridefinire costantemente i rispettivi ruoli nell'attuazione delle singole misure. Nell'Allegato 2 figura una tabella riassuntiva delle politiche e delle misure degli Stati membri che mostra la frequenza delle categorie di attività più ricorrenti.

Gli obiettivi nazionali nel campo dell'efficienza energetica e della cogenerazione saranno esaminati ed analizzati con gli Stati membri e saranno inseriti in un quadro comune di valutazione e di monitoraggio per determinare il loro potenziale contributo al raggiungimento degli obiettivi generali della Comunità.

2.2 Iniziative per rafforzare e ampliare le politiche e le misure efficaci esistenti in materia di efficienza energetica

Il seguente capitolo comprende brevi descrizioni, piani di attuazione e misure complementari per programmi specifici in atto per tutti i settori utilizzatori finali. Queste iniziative sono intese a rafforzarsi e a sostenersi a vicenda e generalmente richiedono una sostanziale collaborazione da parte degli Stati membri. Informazioni dettagliate su queste misure, con descrizioni e calendari per singole azioni, sono riportate nell'Allegato 1.

2.2.1 Efficienza dei trasporti

Senza adeguate misure le emissioni di CO2 causate dai trasporti aumenteranno del 40% tra il 1990 e il 2010 [16]. Malgrado la difficoltà di limitare il consumo di energia nel settore dei trasporti attraverso l'introduzione di tasse, una maggiore informazione ed altre misure analoghe, sono in fase di attuazione numerose iniziative ambiziose della Comunità e degli Stati membri per migliorare l'efficienza energetica, con il comune obiettivo di realizzare una mobilità sostenibile. L'Unione europea ha adottato una strategia in materia di CO2 e automobili per ridurre di un terzo le emissioni medie di CO2 dei veicoli nuovi entro il 2005/2010 prendendo il 1995 come anno di riferimento, attraverso accordi volontari che devono essere applicati appieno e controllati fornendo incentivi supplementari per accelerare il conseguimento di questo obiettivo. Le misure presentate per il settore dei trasporti comportano altre azioni sull'economia di carburante dei veicoli e l'introduzione di prezzi più convenienti.

[16] COM(97)481 def. dell'1.10.1997.

L'obiettivo UE a lungo termine quale definito nel Quinto Programma-quadro è una riduzione del 50% delle emissioni di CO2 per chilometro/passeggero e per carico pagante/chilometro. A breve termine si aspira a economie di energia del 5-10% per conseguire riduzioni complessive delle emissioni di CO2. Altri obiettivi tecnici prevedono un migliore impiego degli idrocarburi e un'accresciuta competitività di carburanti alternativi per i trasporti. Per monitorare e individuare le migliori prassi relativamente all'integrazione dell'ambiente nella politica dei trasporti, è stato istituito un meccanismo di informazioni sui trasporti e l'ambiente (Transport and Environment Reporting Mechanism - TERM). Molti indicatori sui quali si basa tale sistema riguardano direttamente o indirettamente l'efficienza energetica. Essendo stato concepito come un processo permanente, TERM dovrà essere ulteriormente sviluppato e riveduto ad intervalli regolari.

2.2.2 Apparecchi domestici e attrezzature commerciali di altro tipo per utilizzatori finali

- Regime di etichettatura dell'efficienza energetica

Da vari anni esiste per gli apparecchi domestici il regime di etichettatura UE [17] per fornire ai consumatori un maggior numero di informazioni precise ed obiettive; esso sarà potenziato ed esteso per coprire tutti i principali apparecchi e gli impianti installati, conformemente agli impegni assunti dalla Comunità in sede OMC.

[17] GU L 297/92 del 13.10.1992, pag. 16.

Uno studio finanziato da SAVE, pubblicato nel settembre 1998, ha valutato il regime di etichettatura energetica rilevando che il livello di osservanza è relativamente basso [18]. Ciononostante si è rilevato che l'etichetta, ove applicata, ha avuto un impatto sostanziale in quanto un terzo degli acquirenti ha dichiarato che l'etichetta ha influenzato la scelta del frigorifero o del congelatore. Questo studio servirà da base per una futura relazione al Parlamento e al Consiglio.

[18] "Cool labels", ECU, Università di Oxford, 1998.

Sfruttando il successo ottenuto con il regime di etichettatura, si punterà ad un'applicazione maggiore e più proattiva da parte degli Stati membri per quanto riguarda gli apparecchi non etichettati o etichettati in modo carente. Promuovere più attivamente questo regime sarà anche un fattore importante per aumentarne l'impatto. L'efficacia degli organi di controllo degli Stati membri sarà rafforzata grazie a una maggiore cooperazione. Ulteriori misure di sostegno (quali ad esempio una base di dati pubblica per divulgare le informazioni sui modelli, sui livelli di efficienza e sui prezzi) saranno attuate mediante accordo con i produttori o, in alternativa, tramite una modifica della direttiva 92/75 [19], che prevede l'istituzione della suddetta base di dati. Per le attrezzature di ufficio nel corso del 2000 la Commissione presenterà al Consiglio e al Parlamento un regolamento per attuare il regime di etichettatura 'Energy Star', a seguito della conclusione di un accordo con gli USA.

[19] GU L 297/92 del 13.10.1992, pag. 16, op.cit.

L'etichettatura energetica sarà inoltre strettamente coordinata con il sistema comunitario di assegnazione di un marchio di qualità ecologica, un marchio volontario e selettivo già applicabile a determinati elettrodomestici, quali ad esempio le lavatrici ed i frigoriferi che viene assegnato soltanto ai prodotti che soddisfano rigorosi requisiti ambientali, tra cui il consumo energetico.

- Accordi negoziati e norme minime di efficienza

Alcuni Stati membri e numerosi produttori hanno dichiarato di preferire agli strumenti normativi gli accordi negoziati, sotto forma di impegni volontari tra e da parte dei produttori di apparecchi domestici. Tali impegni sono riconosciuti dalla Commissione (tra l'altro attraverso una raccomandazione) e mirano a raggiungere gli stessi obiettivi che si otterrebbero attraverso requisiti minimi di efficienza obbligatori. Dall'adozione della direttiva "Frigoriferi" sui requisiti obbligatori di rendimento energetico (96/57/CE) gli accordi negoziati si sono sempre di più affermati come una valida alternativa a questo tipo di legislazione. Attualmente la Commissione ha negoziato due accordi con produttori di apparecchi domestici: la riduzione delle perdite di stand-by dei televisori e dei videoregistratori e un accordo per le lavatrici. Nel settore commerciale e in quello industriale non esiste un regime di etichettatura e occorrono norme minime obbligatorie di efficienza, a meno che non vengano negoziati accordi accettabili. Numerosi apparecchi saranno ora oggetto di accordi negoziati o impegni. In attesa di una soluzione soddisfacente del problema relativo alla partecipazione del Parlamento europeo ai futuri negoziati, tali accordi o impegni riguarderanno: scaldaacqua, condizionatori, lavastoviglie, asciugacapelli, motori elettrici, pompe, ventilatori e attrezzature commerciali di refrigerazione. Sarà presentata inoltre una direttiva quadro per rendere più efficaci gli accordi negoziati ed agevolare, se necessario, l'adozione di norme minime obbligatorie di efficienza sulla base di criteri economici prestabiliti.

2.2.3 L'industria (compresa l'industria di approvvigionamento del gas e dell'energia elettrica)

- Gli accordi a lungo termine in campo industriale

Esiste un rilevante potenziale di risparmio ottenibile rimuovendo gli ostacoli tecnici nell'industria grazie a protocolli minimi di efficienza o accordi equivalenti in cui le industrie seguono linee guida per processi e metodi di efficienza energetica improntati al rapporto costi/utili nella produzione. Grazie all'uso della valutazione comparativa gli accordi a lungo termine hanno portato a un più diffuso impiego di motori (compressori, pompe, ventilatori e altri apparecchi) e processi efficienti. Ciò è avvenuto a livello nazionale, dove in alcuni Stati membri sono in corso programmi, tra cui accordi con l'industria. L'industria degli Stati membri ha auspicato un crescente ruolo di supporto e coordinamento a livello comunitario che viene ora attuato. Gli accordi nell'industria saranno rafforzati e, previe attività preliminari, il loro impiego sarà ampliato per includere le industrie chimica, siderurgica, della carta, del cemento e tessile, nonché l'industria della fornitura di energia. La Commissione elaborerà inoltre una comunicazione sull'armonizzazione e il coordinamento degli accordi a lungo termine a livello di Comunità e di Stati membri con l'obiettivo di offrire un quadro armonizzato per facilitare negoziati a livello UE e consentire un quadro operativo omogeneo per le industrie europee. Se in seguito a tali iniziative gli accordi a lungo termine non dovessero contribuire a migliorare in maniera significativa l'efficienza energetica e a ridurre le emissioni, la Commissione potrà imporre degli obiettivi obbligatori di efficienza energetica adattati alle singole industrie.

- La produzione combinata di calore e di elettricità (CHP)

L'uso della cogenerazione di calore e di elettricità (Combined heat and power - CHP) rappresenta un rilevante potenziale per una migliore efficienza energetica e per un impatto ambientale ridotto. Esso è inoltre considerato un settore prioritario da numerosi Stati membri. La Comunicazione sulla cogenerazione (COM(97)514 def.) che descrive gli ostacoli esistenti e presenta una strategia dell'Unione europea è stata approvata dagli Stati membri nel dicembre 1997 sotto forma di Risoluzione del Consiglio [20]. L'impatto della liberalizzazione del mercato dell'energia sul tasso di penetrazione della cogenerazione e lo sviluppo di più efficaci meccanismi di finanziamento saranno seguiti da vicino, come anche gli sviluppi di RST in questo settore. Da notare anche che la proposta della Commissione di revisione della direttiva del Consiglio 88/609/CEE riguardante le emissioni inquinanti da grandi impianti di combustione prevede che i nuovi impianti applichino la cogenerazione ogni volta che è possibile, con disposizioni per l'impiego della biomassa e promuovendo una produzione efficiente con carburanti fossili. L'obiettivo comunitario di aumentare l'uso della cogenerazione al 18% della produzione UE di elettricità nel 2010 (comunicazione sulla cogenerazione) verrà perseguito grazie a numerose politiche e misure di sostegno, spesso in cooperazione con gli Stati membri. Il conseguimento di questo obiettivo permetterà di evitare oltre 65 Mt di emissioni di CO2/anno nel 2010 [21]. Le misure affronteranno, tra l'altro, il problema degli ostacoli tecnici e dei costi associati alla connessione alla rete.

[20] Risoluzione del Consiglio dell'8.12.1997.

[21] Rivista europea della cogenerazione, luglio 1999.

- Servizi di energia offerti dalle imprese pubbliche e dalle PMI

La Commissione resta del parere che sia necessario concentrarsi maggiormente sul ruolo dell'industria elettrica e del gas nel promuovere lo sviluppo e l'impiego di servizi di energia e di servizi connessi con l'energia. Si ricercheranno pertanto impegni da parte di produttori/distributori e di aziende di servizi su base volontaria per includere l'efficienza energetica tra i loro obiettivi aziendali e adottare simili strategie convalidate per commercializzare l'efficienza energetica come componente dei loro obiettivi aziendali, a patto che soddisfino criteri normali di redditività. Si incentiverà anche l'uso di tecniche razionali di programmazione. Obiettivo di tali iniziative è eliminare l'ostacolo istituzionale derivante dal fatto che si continua abitualmente a vendere energia sotto forma di kWh invece di fornire ciò che il consumatore realmente desidera, ossia servizi di riscaldamento, raffreddamento, illuminazione e forza motrice ad elevato rendimento energetico. La Commissione continuerà a promuovere la gestione della domanda negli Stati membri attraverso progetti-pilota e attività di diffusione nell'ambito dei programmi SAVE, RST e altri programmi comunitari per comparare le opzioni sul versante della domanda e su quello dell'offerta su una base economica di parità. Sarà evidenziato in questo contesto l'impatto di tali attività sulle PMI e sul mercato emergente delle aziende pluriservizi che offrono pacchetti di servizi. L'impiego delle tecnologie dell'informazione nella fornitura di energia e di servizi connessi all'energia costituirà un settore prioritario.

2.2.4 Edifici

- Direttiva modificata del Consiglio (93/76/CEE)

La direttiva del Consiglio 93/76/CEE, intesa a limitare le emissioni di biossido di carbonio migliorando l'efficienza energetica (SAVE), contiene sei misure che gli Stati membri devono adottare per promuovere l'efficienza energetica negli edifici e in altri settori di consumo finale. La direttiva ha portato all'introduzione di programmi efficaci in molti Stati membri mentre in alcuni di essi i risultati sono stati limitati.

La direttiva del Consiglio 93/76/CEE ha il potenziale per migliorare sostanzialmente l'efficienza energetica ed eliminare o ridurre le emissioni di biossido di carbonio in tutti gli Stati membri, contribuendo a superare una serie di ostacoli negli edifici e in altri settori. Il rafforzamento di alcuni articoli specifici della direttiva ne intensificherà l'impatto, aumentando ulteriormente la precisione e rendendo ancora più rigorosi i requisiti di monitoraggio.

La Commissione prevede di proporre una direttiva modificata per definire più chiaramente le misure proposte e rafforzare le procedure di notifica e di conformità in vista di una migliore coordinazione e armonizzazione dei programmi i quali, tuttavia, resteranno principalmente responsabilità degli Stati membri. La direttiva sarà estesa per coprire settori quali l'isolamento termico negli edifici esistenti, gli impianti installati, una certificazione più estesa e la concessione di licenze. Si propone inoltre che essa sia estesa all'uso di energia rinnovabile su scala ridotta in singoli edifici, all'efficienza dei trasporti, alla produzione combinata di calore e di elettricità, agli audit energetici, alla gestione dell'energia e ai programmi di garanzia dei risultati.

- Ulteriori misure per il settore edile

Gli edifici assorbono il 40% del fabbisogno energetico dell'UE. Il settore edile presenta enormi potenzialità in termini di efficienza energetica. Pertanto, esso dovrebbe costituire uno dei principali settori d'intervento. Tra le principali azioni comunitarie nel settore dell'edilizia si annoverano le direttive "Caldaie ad acqua calda" (92/42/CEE), "Prodotti da costruzione" (89/106/CEE) e gli articoli sull'edilizia della direttiva 93/76/CEE. Con l'istituzione su vasta scala di norme e standard sarà possibile eliminare numerosi ostacoli tecnici.

I progetti pilota, la direttiva modificata 93/76/CEE e l'etichettatura energetica aiuteranno gli Stati membri nel loro compito di garantire la fornitura di "sistemi installati" (riscaldamento, condizionamento e acqua calda) e di componenti edili (ad esempio finestre) da parte di installatori qualificati, mediante strumenti di progettazione adeguati e semplici. Negli edifici esistenti oggetto di restauro, le norme di efficienza energetica si avvicineranno a quelle previste per gli edifici nuovi.

Tra le misure per ottenere sistemi installati efficienti vi sono l'informazione sulle migliori prassi, l'etichettatura e il suo ampliamento in regimi locali di informazione, l'introduzione del concetto di efficienza energetica negli appalti pubblici, nonché misure per promuovere l'ammodernamento di sistemi obsoleti. Queste informazioni consentiranno al cliente finale di paragonare in base a dati chiari e affidabili le prestazioni dei sistemi di energia che lo interessano. S'intende estendere a tali sistemi la certificazione energetica, nonché la formazione e la certificazione degli installatori. Si proporranno altresì progetti-pilota per sviluppare strumenti di progettazione e studi per identificare impianti e sistemi efficienti ad uso di architetti, consulenti energetici ecc. Sarà altresì avviato un programma UE Green Light per promuovere un'efficiente illuminazione e le migliori prassi negli edifici commerciali e pubblici.

Verranno adottate misure per incoraggiare le imprese edili ad utilizzare sistemi integrati di gestione ambientale, come ad esempio il sistema di ecogestione e audit (EMAS), al fine di integrare più sistematicamente la dimensione ambientale (ad esempio il tipo di materiali da costruzione utilizzati) e garantire e migliorare il monitoraggio e la valutazione di tali misure. La revisione del Regolamento (CEE) n. 1836/93 del Consiglio sull'adesione volontaria delle imprese del settore industriale a un sistema comunitario di ecogestione e audit, prevista per il 2000, faciliterà tale compito.

Misure orizzontali

2.2.5 Politica di ricerca e sviluppo tecnologico

Le nuove tecnologie svolgono un ruolo importante per l'efficienza energetica nell'ambito del Quinto Programma-quadro RST. Tra il 1999 e il 2002 saranno destinati all'energia 1.042 MEUR, di cui circa 440 dovrebbero riguardare l'efficienza energetica, principalmente per ricerca e dimostrazione di tecnologie di efficienza energetica sul versante della domanda (settore domestico e terziario, industria, trasporti) ma anche per i servizi. La rinnovata attenzione nell'ambito del programma Energia su progetti a valle che promuovono l'accettazione del mercato della tecnologia di seconda trasformazione rappresenta un elemento importante nella strategia di diffusione della tecnologia e sarà strettamente coordinato con altre attività illustrate qui di seguito. La RST in materia di efficienza energetica contribuirà quindi in maniera decisiva, a breve termine e soprattutto a lungo termine, allo sviluppo di un sistema energetico sostenibile.

2.2.6 Efficienza energetica a livello locale e regionale

Esiste un notevole potenziale di risparmio energetico, realizzabile decentrando maggiormente la gestione dell'energia e coinvolgendo più attivamente i cittadini a livello locale e regionale. I costi di ricerca, da parte dei consumatori, dei siti d'informazione specifici riguardanti le tecnologie disponibili possono essere ridotti notevolmente. Dall'inizio degli anni '90, la Commissione ha incoraggiato la partecipazione di rappresentanti eletti, insieme ad altri partner locali, incentivando la creazione di agenzie di gestione dell'energia nelle regioni, nelle isole e nelle città tramite tra l'altro il programma SAVE. Queste agenzie assumeranno altre responsabilità sotto forma di una più efficace diffusione delle informazioni e dei risultati degli studi, delle azioni pilota e dei programmi della Comunità e degli Stati membri. Inoltre, sono o saranno tra breve istituite reti per promuovere la cooperazione transnazionale e il trasferimento di know-how, tra cui OPET, EnR, FEDARENE, ENERGIE-CITES e ISLENET.

2.2.7 Finanziamento di terzi, garanzia dei risultati e relativi piani

In conformità della direttiva 93/76/CEE sono ora promossi il finanziamento di terzi e contratti tipo nel settore pubblico negli Stati membri. Numerosi progetti-pilota di finanziamento di terzi sono stati realizzati, in misura crescente su una base puramente commerciale. Ciò vale anche per i programmi di garanzia dei risultati. Occorrono tuttavia altre azioni per rafforzare la credibilità e la redditività di questi piani, di altri piani di finanziamento, compresi i contratti di prestazione e le camere di compensazione degli investimenti per rimuovere gli ostacoli finanziari e istituzionali agli investimenti di efficienza energetica. In una modifica della direttiva 93/76 saranno proposte misure più efficaci per promuovere l'uso di questi strumenti e sarà esaminata una più attiva partecipazione da parte della Banca europea degli investimenti in questo contesto.

2.2.8 Maggiore diffusione delle informazioni e formazione

È programmata una nuova campagna comunitaria di informazione per attirare l'attenzione dei consumatori e di altri soggetti interessati sull'efficienza energetica e per valorizzarne i suoi vantaggi ambientali e di altro tipo. Questa campagna sarà attuata in cooperazione con gli Stati membri e si fonderà sui risultati di recenti programmi e progetti.

Sarà dato più spazio alla formazione e alla certificazione sull'uso e sulla manutenzione di tecnologie efficienti dal punto di vista energetico. In uno stadio successivo si definiranno norme di qualità per la formazione e la certificazione.

Le informazioni provenienti dalle etichette, dalle valutazioni comparative, dalle linee guida sulle migliori prassi e dai risultati di azioni pilota e di studi sostenuti dai programmi comunitari saranno rese di più facile accesso ai decisori e ad altre parti interessate, segnatamente grazie a un maggiore uso della tecnologia dell'informazione.

2.2.9 Rafforzare il monitoraggio e la valutazione

Per promuovere politiche, programmi e misure aventi l'impatto previsto sull'intensità energetica al costo più basso possibile è necessario definire metodi comuni efficaci e affidabili di monitoraggio e di valutazione. A tal fine occorre una maggiore cooperazione tra gli Stati membri e altre organizzazioni per garantire la comparabilità dei dati e l'armonizzazione metodologica. I metodi di monitoraggio e valutazione dei programmi degli Stati membri e della Comunità in materia di efficienza energetica vanno pertanto riveduti ai fini di una maggiore armonizzazione. Si intensificano le azioni a livello comunitario nel campo degli indicatori dell'intensità e dell'efficienza energetica con l'obiettivo di elaborare una serie di indicatori comuni armonizzati per la Comunità. Eurostat e gli Stati membri cooperano strettamente allo sviluppo di indicatori di efficienza energetica. I lavori saranno coordinati con attività simili dell'Agenzia internazionale dell'energia e sfrutteranno i risultati già ottenuti nell'ambito del programma SAVE. Questo ed altri strumenti analoghi miglioreranno la valutazione dell'impatto delle politiche e misure specifiche sulle emissioni di CO2. Un'attenzione particolare sarà anche conferita ai raffronti internazionali delle variazioni di intensità energetica.

Il piano d'azione sarà valutato a intervalli periodici in concomitanza con le valutazioni previste del programma SAVE e del Programma-quadro Energia.

2.3 Nuove politiche e misure

Qui di seguito sono presentate nuove politiche e misure che sono state attuate con successo su scala limitata in alcuni Stati membri. Studi e azioni pilota indicano che si consegue un valore aggiunto sviluppando iniziative più ampie a livello UE sulla base dei risultati positivi conseguiti.

2.3.1 Appalti pubblici di tecnologia efficiente dal punto di vista energetico per utilizzatori finali

È stato dimostrato in molti paesi, tra cui alcuni Stati membri, che l'uso di linee guida, regolamenti e accordi coordinati per gli appalti pubblici da parte di organismi del settore pubblico è un modo efficace di promuovere la diffusione e la dimostrazione di tecnologia efficiente dal punto di vista energetico e di fornire un modello da seguire. Tali linee guida possono essere applicate dalle istituzioni UE come anche dai governi degli Stati membri e dalle amministrazioni regionali e locali. Esse possono riguardare teoricamente tutti gli apparecchi che consumano energia, compresi i veicoli. L'intento è far sì che gli organismi pubblici assumano un ruolo guida dando l'esempio nel campo dell'efficienza energetica e utilizzando il notevole potenziale esistente degli appalti pubblici per accrescere la domanda di tecnologia energeticamente efficiente. Queste attività saranno strettamente coordinate con il sistema comunitario di ecogestione e di audit (EMAS), il sistema comunitario di assegnazione di un marchio di qualità ecologica, le linee guida e prassi vigenti degli Stati membri in materia di commesse pubbliche e con le migliori prassi comunitarie man mano che si impongono. Si terrà inoltre conto dei regolamenti riguardanti gli appalti pubblici e degli impegni assunti dalla Comunità in sede OMC. Sarà avviato tra breve uno studio sui programmi di commesse pubbliche che conterrà raccomandazioni per avviare nell'UE un vasto progetto-pilota concernente lo sviluppo di linee guida armonizzate del settore pubblico in materia di costruzione, acquisto, locazione e manutenzione di edifici e impianti efficienti ed ecologicamente sostenibili dal punto di vista energetico, anche nel settore dei trasporti. La Commissione europea si farà promotrice di questo impegno avviando un'iniziativa per gli edifici pubblici riguardo all'efficienza energetica dei suoi edifici, che sarà seguita da iniziative analoghe per gli edifici del Parlamento europeo e del Consiglio.

2.3.2 Appalti pubblici di tecnologia in cooperazione

Gli appalti di tecnologia sono uno strumento impiegato per specificare e sviluppare nuove tecnologie di efficienza energetica in generale tramite una procedura di gara. Essi si prefiggono di creare e promuovere nuovi prodotti più efficienti sotto il profilo energetico rispetto a prodotti comparabili esistenti sul mercato. Nel contesto attuale gli appalti di tecnologia servono a far incontrare le possibilità dei produttori e le esigenze e la domanda aggregata dei consumatori e a rendere più efficiente il funzionamento del mercato riguardo alla spesso trascurata dimensione dell'efficienza energetica. È stato dimostrato che tali gare d'appalto in numerosi Stati membri promuovono la trasformazione del mercato per quanto riguarda la tipologia e la disponibilità di tecnologia efficiente dal punto di vista energetico richiesta e fornita. I risultati dei progetti pilota in corso e delle discussioni con gli Stati membri forniranno orientamenti sui settori tecnologici che si prestano ad uno sviluppo a livello comunitario. Saranno organizzati appalti comuni a livello comunitario e appalti coordinati con la partecipazione di Stati membri con requisiti tecnologici divergenti. La diffusione e l'impatto dei conseguenti miglioramenti tecnici saranno rafforzati e ampliati grazie all'impiego del regime di etichettatura UE, di accordi negoziati, appalti pubblici e iniziative di migliori prassi.

2.3.3 Audit energetici nell'industria e nel terziario

Alcuni Stati membri hanno attuato efficaci programmi di audit energetico, con e senza incentivi finanziari. Essi hanno dimostrato di avere effetti positivi e misurabili sulle emissioni di CO2, sulla competitività e sulla redditività delle imprese oggetto delle verifiche. L'audit energetico fornisce anche grandi quantità di dati reali sul consumo di energia e sulle opportunità di risparmio energetico in diversi settori industriali, tipi di edifici e sistemi tecnici. Queste informazioni sono spesso difficili e costose da raccogliere con altri mezzi.

Gli audit energetici negli Stati membri comprendono numerosi tipi di metodi di lavoro e di obiettivi. Essi possono variare da uno studio preliminare, inteso ad individuare i settori in cui successivamente svolgere un audit più dettagliato e specifico, a un pacchetto completo di misure proposti, pronti per essere attuati. È previsto uno studio sugli audit energetici e sulle possibilità ottimali di riproduzione nell'UE, unitamente a una revisione aggiornata e generale delle attività degli Stati membri in questo campo. Successivamente sarà proposta un'iniziativa a livello comunitario. I settori principali di interesse sono l'industria e il settore terziario in cui è dimostrato che questi interventi sono fattibili e redditizi. Si terrà conto dell'approccio e della metodologia definiti nel sistema EMAS.

2.3.4 Iniziativa comunitaria di migliore prassi

In numerosi Stati membri sono stati realizzati con successo programmi di 'migliore prassi'. È stato realizzato uno studio di fattibilità per determinare il valore aggiunto di queste azioni e della loro applicabilità a livello comunitario. Lo studio ha esaminato possibili strutture per più diffuse applicazioni di migliori prassi e possibili interazioni con le migliori tecniche disponibili e i parametri di riferimento sviluppati sotto gli auspici della direttiva sulla prevenzione e il controllo integrati dell'inquinamento (IPPC) e di altri quadri normativi. Un'iniziativa europea per le migliori prassi in materia di efficienza energetica, attuata in piena cooperazione con gli Stati membri, sarà ora avviata sotto forma di ampia azione pilota nel quadro del programma SAVE. L'iniziativa fornirà un quadro per i decisori e gli utilizzatori finali ai fini di un'esauriente fonte di consulenza, indipendente e accessibile, in materia di efficienza energetica, orientamento e di formazione nelle nuove tecnologie e tecniche. Essa arricchirà in maniera notevole le informazioni necessarie per garantire un funzionamento più efficiente del mercato dell'energia e delle relative tecnologie.

3. Conclusioni e futuro indirizzo delle azioni

Le misure illustrate in questo piano d'azione, anche se ambiziose, sono realistiche. Dal momento che gli Stati membri saranno invitati a partecipare attivamente al piano, il Consiglio e il Parlamento dovranno definire un mandato per l'attuazione di questo piano d'azione approvandolo e identificando le proposte indicate come campi prioritari.

Il coordinamento delle politiche e misure comunitarie e il loro rapporto con gli interventi degli Stati membri sono un elemento decisivo per l'attuazione del presente piano. Dopo la prima riunione di esperti sulle politiche e misure di efficienza energetica svoltasi nel gennaio 1999, sono programmate altre riunioni per migliorare il coordinamento e la convergenza delle azioni nazionali e comunitarie, a livello operativo e politico. Ciò fornirà un nuovo impulso e un impegno a conseguire l'efficienza energetica nell'ambito di una politica energetica sostenibile, consentirà di condividere le esperienze e di verificare e di rivedere i progressi e il coordinamento a livello comunitario e nazionale.

ALLEGATO 1

Iniziative comunitarie concernenti politiche e misure comuni e coordinate per settore e singola azione

Politica dei trasporti ed efficienza dei trasporti

>SPAZIO PER TABELLA>

* Rete transeuropea

** Azioni pilota per trasporti combinati

Attrezzature

>SPAZIO PER TABELLA>

Apparecchiature - segue

>SPAZIO PER TABELLA>

Industria (tra cui l'industria di approvvigionamento di elettricità e gas)

>SPAZIO PER TABELLA>

Edifici

>SPAZIO PER TABELLA>

Cogenerazione di calore ed elettricità

>SPAZIO PER TABELLA>

Misure orizzontali

>SPAZIO PER TABELLA>

Allegato 2

Politiche e misure degli Stati membri in materia di efficienza energetica [22]

[22] Le tabelle dettagliate e la relativa analisi sono disponibili nel documento 'Politiche e misure adottate dagli Stati membri nel campo dell'efficienza energetica - 1999', Commissione europea, 1999.

Tipo di politica o di misura // Numero di politiche o misure

Carattere obbligatorio

Leggi/autorizzazioni

Norme

Etichettatura

Conteggio individuale

Ispezioni //

24 attuate

68 attuate; 2 previste

27 attuate; 1 prevista

9 attuate; 1 prevista

25 attuate; 1 prevista

Di tipo volontario

Accordi settoriali

Certificazione

Programmi //

26 attuate; 1 prevista

11 attuate; 1 prevista

42 attuate; 2 previste

Incentivi finanziari

Sussidi

Prestiti

Incentivi/audit

Disposizioni fiscali

Appalti

Incentivi/Finanziamento da terzi

Fondi sociale e speciale //

72 attuate; 3 ultimate

5 attuate

15 attuate; 1 prevista

88 attuate

3 attuate

1 attuata; 1 prevista

8 attuate

Informazione

Guide tecniche

Centri di consulenza

Consulenza

Contabilità energetica

Premi

Associazioni

Formazione //

29 attuate

16 attuate

10 attuate

4 attuate; 2 previste

4 attuate

6 attuate

10 attuate

Comprende politiche e misure nei settori industriale, residenziale, terziario e dei trasporti.

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