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Document 32003G0218(01)

Risoluzione del Consiglio del 6 febbraio 2003 sull'inclusione sociale attraverso il dialogo sociale e il partenariato

GU C 39 del 18.2.2003, p. 1–2 (ES, DA, DE, EL, EN, FR, IT, NL, PT, FI, SV)

Legal status of the document In force

32003G0218(01)

Risoluzione del Consiglio del 6 febbraio 2003 sull'inclusione sociale attraverso il dialogo sociale e il partenariato

Gazzetta ufficiale n. C 039 del 18/02/2003 pag. 0001 - 0002


Risoluzione del Consiglio

del 6 febbraio 2003

sull'inclusione sociale attraverso il dialogo sociale e il partenariato

(2003/C 39/01)

IL CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA,

RAMMENTANDO QUANTO SEGUE:

1. L'inclusione sociale è stata stabilita come obiettivo politico nelle conclusioni della presidenza del Consiglio europeo di Nizza, sulla scia delle conclusioni del Consiglio europeo di Lisbona che definivano come obiettivi strategici la crescita sostenibile, nuovi e migliori posti di lavoro e una maggiore coesione sociale e affermavano l'importanza fondamentale dell'inclusione sociale per modernizzare il modello sociale europeo. Le conclusioni del Consiglio europeo di Barcellona specificano il contributo delle parti sociali al raggiungimento di tali obiettivi e il Consiglio conferma il proprio impegno a intervenire decisamente per eliminare la povertà e l'esclusione sociale mediante l'adozione di obiettivi comuni riveduti per la seconda serie di piani d'azione nazionali per la lotta contro la povertà e l'esclusione sociale per il periodo 2003-2005.

2. Il dialogo sociale è una forza atta a promuovere innovazione e cambiamento, assicurando un equilibrio tra flessibilità e sicurezza, fornendo risposte adeguate a sfide quali lo sviluppo della formazione lungo tutto l'arco della vita, il rafforzamento della mobilità, l'invecchiamento attivo e la promozione delle pari opportunità e della diversità, come riconosciuto dal gruppo ad alto livello "Relazioni industriali" e sottoscritto nella dichiarazione di Laeken dalle parti sociali, come pure dalle comunicazioni della Commissione sul dialogo sociale europeo e sulla responsabilità sociale delle imprese. La comunicazione della Commissione sul dialogo sociale rivolge un appello alle parti sociali affinché amplino l'agenda del dialogo sociale sviluppando il proprio dialogo autonomo e aumentando il proprio impegno nella concertazione trilaterale e nei processi legati al metodo aperto di coordinamento. Nella dichiarazione di Laeken le parti sociali affermano l'intenzione di stabilire programmi di lavoro comuni per promuovere la modernizzazione e il cambiamento nell'Unione europea e per preparare l'allargamento.

3. Il partenariato e una migliore governance sono un mezzo per far fronte alle crescenti richieste rivolte dalla società civile allo Stato. È necessario pertanto rafforzare la collaborazione tra istituzioni europee, governi nazionali, autorità regionali e locali, parti sociali e organizzazioni della società civile, per coinvolgere maggiormente i soggetti interessati e stabilire norme minime per la consultazione, come è stato recentemente sottolineato nel Libro bianco sulla governance e nella comunicazione della Commissione sulla strategia europea per l'occupazione. La tavola rotonda europea sulla povertà e l'esclusione sociale svoltasi a Aarhus nell'ottobre 2002 ha evidenziato un rafforzato impegno delle parti sociali, delle ONG e di altre parti interessate a contribuire al processo. Nello stesso spirito, gli obiettivi comuni riveduti e i metodi di lavoro per il processo di inclusione sociale sottolineano la necessità di promuovere il dialogo e la partecipazione di tutti gli organismi interessati, comprese parti sociali, ONG e servizi sociali, e l'impegno attivo dei cittadini nella lotta alla povertà e all'esclusione sociale. Inoltre, la comunicazione della Commissione sulla responsabilità sociale delle imprese ha messo in luce il fatto che le imprese tengono sempre più conto nei loro comportamenti delle esigenze sociali e ambientali.

SOTTOLINEANDO QUANTO SEGUE:

4. Si avverte la crescente necessità di un'inclusione sociale più diffusa che consenta al maggior numero possibile di persone di partecipare attivamente al mercato del lavoro e alla società in senso lato, indipendentemente dalle origini etniche e razziali, dal sesso, dall'età, dalla disabilità, dagli orientamenti religiosi e sessuali; necessità sottolineata dalle attuali tendenze demografiche che pongono gravi sfide alla futura offerta di occupazione e al corretto funzionamento dei mercati del lavoro.

5. La promozione dell'inclusione sociale richiede una risposta politica forte, coordinata e multidimensionale alla situazione economica e sociale in rapida evoluzione, che si avvalga tanto di misure preventive quanto di politiche e approcci nuovi. Tale politica può essere tempestivamente rafforzata razionalizzando i metodi aperti di coordinamento nel campo della protezione sociale e prendendo in considerazione i loro rapporti con altre strategie. Dato che l'inclusione sociale va al di là degli approcci tradizionali in materia di mercato del lavoro, comprendendo temi quali la sanità, l'istruzione, gli alloggi e i servizi sociali, si rende necessario il coinvolgimento di diversi soggetti interessati, che facciano del dialogo e del partenariato strumenti importanti per aiutare a formulare e realizzare le attività e condividerne la responsabilità.

6. È necessario che tutti i soggetti interessati si rendano conto degli effetti delle loro azioni sull'inclusione sociale e sulle persone a rischio di emarginazione, in tutti i settori e nei rispettivi ambiti di competenza e di lavoro, nonché in cooperazione con altri soggetti interessati.

7. L'allargamento dell'Unione europea, che aumenta notevolmente il numero degli Stati membri, e la varietà delle regioni e dei livelli di prosperità economica accentuano la necessità dell'inclusione sociale come strumento per assicurare maggiore coesione sociale.

INVITA LA COMMISSIONE:

8. A continuare a incoraggiare il dialogo sociale e il partenariato nel contesto di un'Unione allargata, come strumento di promozione dell'inclusione sociale a livello nazionale, regionale e locale; particolare risalto dovrebbe essere dato alla prevenzione, compreso il mantenimento dei posti di lavoro, e alle misure correttive.

9. Ad assicurare che si dedichi particolare attenzione alla piena integrazione dell'inclusione sociale nella strategia economica e sociale dell'Unione.

10. A continuare a raccogliere e ad analizzare, nel contesto dei processi e programmi esistenti, esempi nazionali, regionali e locali di inclusione sociale attraverso il dialogo sociale e il partenariato, al fine di contribuire alla diffusione di esempi di buona prassi a livello di soggetti interessati, gruppi destinatari e modelli di collaborazione.

INVITA GLI STATI MEMBRI:

11. A rafforzare, conformemente agli obiettivi comuni riveduti per la lotta contro la povertà e l'esclusione sociale, il coinvolgimento delle parti sociali e di tutti gli altri soggetti interessati nel processo di inclusione sociale, e quindi anche nella preparazione, nell'attuazione e nel monitoraggio, secondo la prassi nazionale, dei piani d'azione nazionali.

12. Ad assicurare, conformemente agli obiettivi comuni riveduti per la lotta contro la povertà e l'esclusione sociale, e nel contesto della strategia europea per l'occupazione, che l'inclusione sociale contribuisca all'eliminazione della povertà e alla promozione della coesione sociale e migliori l'accesso al mercato del lavoro sia per gli uomini sia per le donne, in particolare tenendo debitamente conto del contributo positivo del dialogo sociale e del partenariato all'inclusione sociale.

13. A promuovere e sollecitare la partecipazione attiva a partenariati dei soggetti interessati quali le autorità locali, i sindacati, le imprese, le ONG e altri direttamente coinvolti.

INVITA IL COMITATO PER LA PROTEZIONE SOCIALE, IN STRETTA COOPERAZIONE CON LE PARTI SOCIALI:

14. A consolidare, sulla base delle consultazioni informali finora svolte, la concertazione trilaterale sui lavori in corso in materia di inclusione sociale e a promuovere il coinvolgimento attivo delle parti sociali nel processo di inclusione sociale, nello spirito della comunicazione della Commissione sul dialogo sociale europeo.

INVITA IL COMITATO PER LA PROTEZIONE SOCIALE:

15. Promuovere occasioni, in particolare nel contesto della tavola rotonda europea annuale, per rafforzare il dialogo con le organizzazioni della società civile.

INVITA LE PARTI SOCIALI:

16. A individuare eventuali meccanismi di partenariato e approcci per attività specifiche che contribuiscano a una maggiore inclusione sociale.

17. A prendere in considerazione, nell'ambito del loro dialogo autonomo, iniziative atte a rafforzare l'inclusione sociale in un'Unione allargata.

18. A intensificare l'impegno di applicare il metodo aperto di coordinamento in materia di povertà, esclusione sociale e occupazione, al fine di promuovere una società e un mercato del lavoro nel segno dell'inclusione.

INVITA LE ORGANIZZAZIONI DELLA SOCIETÀ CIVILE:

19. A individuare e sviluppare partenariati e approcci per attività specifiche nella prospettiva di promuovere una società inclusiva e, se del caso, un mercato del lavoro inclusivo.

20. A intensificare l'impegno di applicare il metodo aperto di coordinamento in materia di povertà ed esclusione sociale, al fine di promuovere una società inclusiva.

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