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Vocabolario comune per gli appalti pubblici

SINTESI DI:

Regolamento (CE) n. 2195/2002 relativo al vocabolario comune per gli appalti pubblici

SINTESI

CHE COSA FA IL REGOLAMENTO?

  • Intende standardizzare, attraverso un sistema unico di classificazione per gli appalti pubblici, i termini utilizzati dalle amministrazioni aggiudicatrici e dagli enti aggiudicatori per descrivere l'oggetto dei loro appalti.

PUNTI CHIAVE

  • Il regolamento fissa un sistema di classificazione unico, il vocabolario comune per gli appalti pubblici («common procurement vocabulary», CPV). Tale classificazione cerca di coprire le caratteristiche dei contratti legati a forniture, lavori e servizi. Normalizzando i riferimenti utilizzati dagli enti appaltanti nella descrizione dell'oggetto dei loro appalti, 'uso del CPV migliora la trasparenza degli appalti pubblici contemplati dalle direttive dell'UE.
  • L'uso del CPV consente ai potenziali appaltatori, come ad esempio le aziende, di individuare più facilmente nuove opportunità commerciali e di ridurre il rischio di errori nella traduzione degli avvisi, poiché il CPV è disponibile in tutte le lingue ufficiali dell'UE.
  • Il CPV associa a ogni codice numerico una descrizione di un oggetto di contratto, per la quale esiste una versione in ognuna delle lingue ufficiali dell'UE. Il CPV comprende:
    • un vocabolario principale, basato su una struttura ad albero, contenente una serie di codici numerici, costituito ognuno da 8 cifre e una nona cifra per verificare le cifre precedenti;
    • un vocabolario supplementare che completa la descrizione dell'oggetto dei contratti apportando precisazioni circa la natura e la destinazione dell'oggetto degli appalti.
  • L'elenco dei codici CPV e le tavole di corrispondenza tra il CPV e altre nomenclature possono essere consultati sul sito Internet SIMAP, «informazione sugli appalti pubblici europei».
  • L'attuale CPV intende migliorare la facilità d'uso di questo strumento concentrando l'attenzione meno sui materiali e più sui prodotti. Inoltre, la gerarchia del CPV è stata razionalizzata.
  • Il sito Internet TED è destinata alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale, serie «S», dei bandi di gara per appalti pubblici contemplati dalle direttive dell'UE. Dal 2003 la base dati TED utilizza i codici CPV, che sono diventati obbligatori con l'adozione della revisione delle direttive 2004/17/CE) e 2004/18/CE (successivamente abrogate rispettivamente dalle direttive 2014/25/UE e 2014/24/UE).

ATTO

Regolamento (CE) n. 2195/2002 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 5 novembre 2002, relativo al vocabolario comune per gli appalti pubblici (CPV) (CPV) (GU L 340 del 16.12.2002, pag. 1-562)

Le modifiche e correzioni successive al regolamento (CE) n. 2195/2002 sono state integrate al testo di base. La presente versione consolidata ha esclusivamente valore documentale.

ATTI COLLEGATI

Regolamento (CE) n. 2151/2003 della Commissione, del 16 dicembre 2003 che modifica il regolamento (CE) n. 2195/2002 del Parlamento europeo e del Consiglio relativo al vocabolario comune per gli appalti pubblici (CPV) (GU L 329 del 17.12.2003, pag. 1-270). Si veda la versione consolidata.

Regolamento (CE) n. 451/2008 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 23 aprile 2008 che definisce una nuova classificazione statistica dei prodotti associata alle attività (CPA) e abroga il regolamento (CEE) n. 3696/93 del Consiglio (GU L 145 del 4.6.2008, pag. 65-226). Si veda la versione consolidata.

Ultimo aggiornamento: 15.02.2016

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