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Nel 2017, la Commissione europea ha presentato una comunicazione che istituiva ciò che è noto come il pilastro europeo dei diritti sociali. Il pilastro sociale, il cui scopo è offrire condizioni di vita e di lavoro migliori nell’Unione europea (Unione), stabilisce venti principi e diritti fondamentali
suddivisi in tre categorie:
Nel corso del vertice sociale per l’occupazione e la crescita eque tenutosi a Göteborg nel novembre 2017, il Parlamento europeo, il Consiglio dell’Unione europea e la Commissione hanno dimostrato il proprio impegno comune proclamando congiuntamente il pilastro europeo dei diritti sociali.
Il pilastro sociale funge da quadro di riferimento per monitorare i risultati delle politiche occupazionali e sociali degli Stati membri dell’Unione attraverso un quadro di valutazione sociale, e prevede un nuovo approccio per integrare le priorità sociali in tutte le politiche europee.
Nel 2021, la Commissione ha adottato il piano d’azione sul pilastro europeo dei diritti sociali. Il piano ha i seguenti tre obiettivi principali da raggiungere entro il 2030:
Il piano individua inoltre una serie di azioni da intraprendere nei settori del miglioramento quantitativo e qualitativo dell’occupazione, delle competenze, della parità, della protezione sociale e dell’inclusione.
Nel 2022 l’Unione ha adottato una direttiva sul salario minimo, riflettendo il sesto principio del pilastro sociale, ossia il diritto di lavoratori e lavoratrici dell’Unione a salari equi che forniscono uno standard di vita dignitoso. Ha inoltre adottato la direttiva relativa all’equilibrio di genere nei consigli di amministrazione, che incorpora tra i suoi principi la parità di trattamento e opportunità tra donne e uomini, anche per quanto riguarda la partecipazione al mercato del lavoro, i termini e le condizioni di occupazione e l’avanzamento della carriera.
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