NAT/933
Verso una proposta legislativa su una transizione giusta
e strumenti di politica dell'UE per un Green Deal europeo più sociale
PARERE
Sezione Agricoltura, sviluppo rurale e ambiente
Verso una proposta legislativa su una transizione giusta
e strumenti di politica dell'UE per un Green Deal europeo più sociale
(parere d'iniziativa)
E-mail di contatto
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nat@eesc.europa.eu
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Amministratori
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Judit CARRERAS GARCIA, Nicolas STENGER, Caroline VERHELST
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Data del documento
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13/11/2024
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Relatore: Dirk BERGRATH
Consigliere
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Christiny MILLER (per il relatore)
Anna KWIATKIEWICZ (per il I gruppo)
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Decisione dell'Assemblea plenaria
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15/2/2024
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Base regolamentare
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Articolo 52, paragrafo 2, del Regolamento interno
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Sezione competente
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Agricoltura, sviluppo rurale, ambiente
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Adozione in sezione
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13/11/2024
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Esito della votazione
(favorevoli/contrari/astenuti)
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58/0/2
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Adozione in sessione plenaria
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D/M/YYYY
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Sessione plenaria n.
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…
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Esito della votazione
(favorevoli/contrari/astenuti)
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…/…/…
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1.Conclusioni e raccomandazioni
Il Comitato economico e sociale europeo (CESE):
1.1Sottolinea l'importanza di una transizione giusta nell'UE, in linea con le priorità strategiche e gli orientamenti politici della Commissione europea per il periodo 2024-2029. La transizione giusta avrà un impatto particolare sul mondo del lavoro, con ripercussioni su settori, regioni, posti di lavoro e competenze (anche per quel che riguarda la dimensione di genere, gli aspetti intergenerazionali e i gruppi vulnerabili), oltre che sui sistemi di protezione sociale, sulla cooperazione tra Stati membri, sulla governance, sulle attività economiche e le imprese (in particolare le PMI), sui finanziamenti e sugli investimenti.
1.2Fa rilevare la necessità di un ampio pacchetto strategico per il mondo del lavoro che integri gli strumenti esistenti a livello dell'UE e lasci agli Stati membri un margine di manovra sufficiente per adottare soluzioni adeguate a livello nazionale e regionale. Il pacchetto potrebbe comprendere riforme e revisioni della legislazione e delle raccomandazioni esistenti.
1.3Invita ad adottare un pacchetto strategico per una transizione giusta del mondo del lavoro attraverso l'anticipazione e la gestione dei cambiamenti, con il dialogo sociale e la contrattazione collettiva come principi guida.
Nel pacchetto dovrebbero figurare, ad esempio, le seguenti misure:
·realizzare una mappatura dei fabbisogni di competenze e delle relative strategie;
·creare e finanziare programmi adeguati di sviluppo delle competenze;
·istituire un accesso significativo e tutelato a un certo numero di ore di formazione retribuite per tutti i lavoratori;
·garantire l'istituzione di sistemi efficaci di partecipazione e di informazione e consultazione effettive dei lavoratori a livello aziendale, nel rispetto delle norme in vigore;
·integrare le iniziative per una transizione giusta nell'attuazione del pilastro europeo dei diritti sociali e del semestre europeo;
·creare incentivi forti che inducano le imprese a: dare la priorità al miglioramento delle competenze dei dipendenti in organico per colmare le lacune di competenze; elaborare, pubblicare e aggiornare regolarmente piani aziendali di transizione volti ad anticipare i cambiamenti e sviluppare strategie per gestirne le eventuali conseguenze; e incoraggiare l'aumento dei contributi per l'apprendistato e la formazione in linea con i modelli nazionali, per finanziare parzialmente la formazione dei lavoratori a livello regionale.
1.4Raccomanda di realizzare attività di mappatura granulare per acquisire una conoscenza dettagliata delle sfide e delle opportunità (attuali e future) della transizione a livello dell'UE, nazionale e regionale. I responsabili politici ai livelli appropriati e le imprese devono basarsi su queste conoscenze per mettere a punto piani globali di transizione e strategie in materia di competenze, in collaborazione con le parti sociali e altri portatori di interessi, nonché monitorare i progressi compiuti. L'Osservatorio per una transizione giusta, istituito dalla Commissione europea, può guidare la mappatura delle politiche e delle buone pratiche e coadiuvare gli Stati membri fornendo dati e svolgendo attività di monitoraggio.
1.5Invita la Commissione europea e gli Stati membri a garantire finanziamenti adeguati potenziando il Fondo per una transizione giusta e il Fondo sociale per il clima, tramite il loro allineamento ad altri fondi dell'UE che contribuiscono al raggiungimento degli obiettivi della transizione giusta, rafforzando e collegando tra loro altri metodi di finanziamento, nonché mobilitando dei finanziamenti privati per la transizione.
2.Introduzione
2.1Il Green Deal europeo sancisce l'impegno giuridicamente vincolante dell'Unione europea a ridurre le emissioni del 55 % entro il 2030 e a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. La comunicazione della Commissione sul Green Deal europeo afferma che la transizione deve essere giusta e inclusiva e mettere al primo posto le persone, con particolare attenzione alle regioni, ai settori e ai lavoratori che dovranno affrontare le maggiori difficoltà. "Perseguire una transizione climatica giusta ed equa con l'obiettivo di rimanere competitivi a livello mondiale e di aumentare la nostra sovranità energetica" è anche una delle priorità del Consiglio europeo per il periodo 2024-2029.
2.2La comunicazione della Commissione sull'obiettivo climatico dell'Europa per il 2040 prospetta una riduzione netta delle emissioni di gas a effetto serra del 90 % rispetto ai livelli del 1990. Il CESE sostiene il traguardo raccomandato del 90 % da raggiungere entro il 2040, in quanto è in linea con i dati scientifici relativi alla giusta quota di partecipazione dell'Europa all'obiettivo di 1,5°C, ma sottolinea che un'azione coordinata in tutti i settori risulta fondamentale al fine di conseguire l'obiettivo per il 2040. Al tempo stesso, sottolinea che si tratta di un traguardo impegnativo che può essere raggiunto solo se vengono attuate politiche di sostegno volte a garantire la competitività delle industrie europee e una transizione giusta, nonché utilizzando tutte le tecnologie a zero e a basse emissioni di carbonio in maniera efficace sotto il profilo dei costi. Saranno essenziali misure di ridistribuzione per parare gli impatti sociali, così che nessuno rimanga indietro.
2.3Oltre a presentare sfide impegnative, la transizione offrirà nuove opportunità di fare impresa e creare occupazione per i lavoratori a ogni livello di competenza, ma gioverà ad alcune regioni più che ad altre. La politica di coesione dell'UE e le misure nazionali continueranno a svolgere un ruolo essenziale nel sostenere le regioni più colpite dalla transizione. Si stima che la transizione interesserà direttamente il 40 % dei lavoratori nell'UE.
2.4Allo stesso tempo, vi è il rischio di un regresso rispetto agli obiettivi del Green Deal dell'UE, con un crescente rigetto da parte dei cittadini e della politica nei confronti delle politiche verdi, in quanto la transizione, nella sua forma attuale, viene percepita come iniqua, poiché aumenta gli obblighi per le imprese e contribuisce all'assenza dei presupposti fondamentali per una più solida giustificazione economica ("business case") in Europa. Tuttavia, dai sondaggi di opinione effettuati emerge che la maggioranza degli europei è favorevole a una transizione verde equa.
2.5È essenziale che la transizione sia giusta. Negli orientamenti per una transizione giusta elaborati dall'Organizzazione internazionale del lavoro si afferma che, affinché sia giusta per tutti, una transizione verso un'economia sostenibile dal punto di vista ambientale deve essere gestita correttamente e contribuire agli obiettivi di un lavoro dignitoso per tutti, dell'inclusione sociale e dell'eliminazione della povertà.
3.Limiti degli attuali strumenti politici dell'UE
3.1Il CESE accoglie con favore e apprezza i numerosi strumenti politici esistenti a livello europeo che si occupano, in modo diretto o indiretto, della transizione giusta, ma rileva anche le contraddizioni e i divari esistenti tra alcune politiche.
3.2Il CESE valuta positivamente la raccomandazione del Consiglio relativa alla garanzia di una transizione equa verso la neutralità climatica, ma osserva anche che questo testo, non vincolante, non offre la piattaforma politica globale di cui l'UE ha bisogno per affrontare tutti gli effetti della transizione. Ne consegue che gli Stati membri dovrebbero essere sostenuti nei loro sforzi per attuare la raccomandazione conformemente ai rispettivi contesti nazionali.
3.3Il meccanismo per una transizione giusta e il proposto Fondo sociale per il clima saranno estremamente utili per rafforzare e gestire una transizione giusta a livello regionale e settoriale. Tuttavia, essi hanno dimensioni e portata limitate, e coprono soltanto una piccola parte del processo di transizione. Le risorse finanziarie del Fondo sociale per il clima e del Fondo per una transizione giusta dovrebbero essere utilizzate in maniera efficace, in quanto non saranno sufficienti per conseguire gli obiettivi per i quali tali strumenti sono stati concepiti.
3.4Al fine di colmare il divario tra gli strumenti dell'UE per una transizione giusta, l'obiettivo del quadro strategico per una transizione giusta dovrebbe essere quello di consentire la piena realizzazione dell'accordo di Parigi, dell'Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile e dei suoi obiettivi di sviluppo sostenibile, del pilastro europeo dei diritti sociali e della strategia per la competitività a lungo termine. Gli orientamenti dell'OIL per una transizione giusta dovrebbero fornire opzioni specifiche per la formulazione, l'attuazione e il monitoraggio del quadro strategico.
4.Un pacchetto strategico dell'UE su una transizione giusta per il mondo del lavoro e strumenti di accompagnamento
4.1La transizione giusta è un processo complesso che interessa gran parte della società, e un unico strumento politico non è sufficiente per affrontare questa sfida. Il CESE invita quindi a valutare eventuali lacune negli strumenti politici esistenti e, ove necessario, ad integrarli con nuove misure adeguate per creare un pacchetto strategico coordinato per il mondo del lavoro. Il pacchetto dovrebbe integrare gli strumenti esistenti a livello dell'UE e lasciare agli Stati membri un margine di manovra sufficiente per adottare soluzioni adeguate a livello nazionale o regionale. Le proposte che seguono illustrano le componenti di tale pacchetto.
4.2Il pacchetto dovrebbe incorporare gli elementi del mondo del lavoro indirizzandoli verso una transizione giusta, tenendo conto della ripartizione delle competenze definita nei Trattati e del ruolo delle parti sociali, vale a dire: i settori, le regioni, i posti di lavoro e le competenze (compresi aspetti quali il genere, il rapporto tra le generazioni e i gruppi vulnerabili), la protezione sociale, la cooperazione tra Stati membri, la governance, le attività economiche e le imprese (in particolare le PMI), i finanziamenti e gli investimenti.
Settori
4.3Un approccio settoriale al miglioramento e al monitoraggio della qualità del lavoro è essenziale. Il Green Deal europeo afferma che la transizione è necessaria in tutti i settori, secondo tempistiche differenti e con gradi variabili. Tuttavia, le industrie con livelli più elevati di emissioni di gas a effetto serra – come i settori energetici basati sui combustibili fossili quali il petrolio, il carbone e il gas, nonché i trasporti – si troveranno ad affrontare una transizione più impegnativa. Allo stesso tempo, l'innovazione è necessaria per prendere in esame opzioni energetiche decarbonizzate, lo stoccaggio dell'energia, la cattura del carbonio e altre tecnologie che possano facilitare la transizione. Tali cambiamenti avranno un impatto sulle imprese attive in questi settori, sui loro lavoratori e sulle regioni in cui hanno sede, oltre che sulla competitività e sulla disponibilità di alimenti.
Proposte:
·La Commissione, in stretta collaborazione con gli Stati membri, dovrebbe coordinare una mappatura granulare per comprendere quali settori strategici si rafforzeranno, si trasformeranno oppure si ridimensioneranno fino a scomparire gradualmente. Tale mappatura dovrebbe indicare misure di sostegno adeguate, come i finanziamenti dell'UE, gli aiuti di Stato, la previdenza sociale, il sostegno sociale temporaneo e le iniziative di riqualificazione, al fine di agevolare le transizioni da un posto di lavoro all'altro. Tale mappatura dovrebbe comprendere un'analisi degli impatti della transizione sull'occupazione e sulle competenze nei diversi paesi, regioni e settori, nonché sui subappaltatori e sulle catene del valore a valle. In linea con le raccomandazioni contenute negli orientamenti politici 2024-2029, la mappatura dovrebbe anche esaminare le potenziali ricadute negative della transizione dell'Europa anche su altre parti del mondo per mitigarle attraverso i piani di transizione settoriale e territoriale.
·I percorsi di transizione e i piani per la transizione da un posto di lavoro a un altro dovrebbero essere messi a punto in collaborazione con le parti sociali e nel quadro della contrattazione collettiva.
·Al momento di esaminare i piani settoriali bisognerebbe prendere in considerazione gli aspetti relativi alla reciprocità e gli impegni globali, compresi gli accordi commerciali internazionali.
Territori
4.4La graduale eliminazione di alcuni settori avrà un impatto profondo sui territori che da essi dipendono, e ciò avverrà in momenti diversi e con un'intensità diversa. I territori colpiti dovranno ristrutturare e diversificare le loro economie indirizzandole verso nuove attività economiche, preparare la manodopera ai cambiamenti emergenti e ai posti di lavoro futuri e mantenere la coesione sociale. I lavoratori dell'UE dovrebbero avere la "libertà di rimanere" e di accedere a posti di lavoro locali di alta qualità e produttivi, che contribuiscano allo sviluppo e al benessere della loro comunità di appartenenza, soprattutto nel caso delle aree rurali. Ciò richiede la creazione di un ambiente favorevole che sostenga i cambiamenti strutturali nelle imprese esistenti, nonché gli investimenti e la creazione di posti di lavoro per la transizione verde.
Proposte:
·La Commissione europea e gli Stati membri dovrebbero garantire che i territori intraprendano percorsi di transizione pensati in funzione del luogo considerato e sviluppati in collaborazione con gli enti locali e le parti sociali del livello opportuno, e che dispongano di piani di transizione settoriale atti ad assicurare opzioni alternative in termini di occupazione e corsi di formazione. Gli Stati membri dovrebbero sostenere le iniziative di tipo partecipativo e garantire un'ampia consultazione delle persone residenti nel territorio considerato e della società civile.
Occupazione e competenze
4.5Nel corso della transizione si assisterà a una sostanziale diminuzione dei posti di lavoro in alcuni settori e a una trasformazione dei profili professionali e delle competenze richieste in altri. Potrebbe esservi un effetto complessivamente positivo sul numero di posti di lavoro grazie a politiche che conseguano l'obiettivo di una riduzione del 55 % delle emissioni di gas a effetto serra entro il 2030. Il processo più marcato sarebbe la sostituzione e/o la ridefinizione dei posti di lavoro. Tale processo dipenderà dal contesto nazionale e dal punto di partenza.
Proposte:
·La Commissione europea e gli Stati membri dovrebbero adoperarsi per arrivare a una visione comune e mettere a punto degli orientamenti per garantire posti di lavoro di qualità, la sicurezza del lavoro e le condizioni di lavoro nei posti di lavoro verdi. Essi dovrebbero anche agevolare gli scambi tra gli Stati membri per promuovere le buone pratiche e illustrare le modalità di attuazione dell'acquis sociale dell'UE a livello nazionale. Il CESE accoglie con favore l'intenzione della Commissione di elaborare, insieme alle parti sociali, una tabella di marcia per posti di lavoro di qualità, come proposto negli orientamenti politici per il periodo 2024-2029, e invita la Commissione a prendere in considerazione le proposte formulate nel presente parere.
·L'utilizzo di previsioni e analisi aggiornate del mercato del lavoro e del fabbisogno di competenze a livello regionale, settoriale e occupazionale consente di individuare e prevedere i fabbisogni di competenze trasversali e specifiche di ciascuna occupazione, anche per adeguare di conseguenza i programmi di studio al fine di soddisfare i fabbisogni nel breve e nel lungo termine.
·Gli Stati membri dovrebbero sviluppare e promuovere strategie di miglioramento del livello delle competenze e di riqualificazione per aumentare la partecipazione degli adulti alla formazione per le nuove competenze e i nuovi posti di lavoro della transizione. Dovrebbero inoltre aggiornare i piani di studio e i programmi in materia di istruzione e formazione professionale (IFP) e promuovere partenariati più stretti tra gli attori dell'istruzione e della formazione e le PMI, le imprese sociali di inserimento lavorativo e le parti sociali, seguendo il modello nazionale di governance e pratica dell'IFP. Infine, dovrebbero introdurre o rafforzare i regimi di sostegno per apprendistati, tirocini retribuiti e programmi di affiancamento lavorativo con una forte componente di formazione, in particolare nelle micro, piccole e medie imprese, comprese quelle che contribuiscono al raggiungimento degli obiettivi climatici e ambientali, e nei settori alle prese con carenze di competenze. Tali regimi dovrebbero essere soggetti a monitoraggio e valutazione a livello nazionale o regionale, e dovrebbero puntare a salvaguardare la qualità del lavoro.
·Bisogna fornire incentivi adeguati alle PMI affinché investano nel miglioramento del livello delle competenze e nella riqualificazione e promuovano una cultura dell'apprendimento permanente per gli imprenditori e i lavoratori, anche attraverso le microcredenziali.
·Occorre favorire la creazione di reti tra le PMI ai fini della condivisione delle conoscenze.
·Va promosso il dialogo sociale sulla base di buone pratiche al fine di garantire alle persone occupate, o in fase di transizione da un posto di lavoro a un altro, un sostegno per seguire corsi di formazione, di durata variabile, nell'ottica di sviluppare le proprie competenze. Questi aspetti potrebbero essere presi in considerazione nel nuovo patto per il dialogo sociale europeo proposto per l'inizio del 2025,.
·La transizione giusta dovrebbe essere integrata nelle strategie nazionali in materia di competenze, tenendo conto delle proposte formulate dalla Commissione nell'agenda per le competenze per l'Europa e nella nuova strategia industriale aggiornata. Anche i partenariati per le competenze nell'ambito del patto per le competenze costituiranno uno strumento importante.
·Le strategie in materia di competenze dovrebbero affrontare le disuguaglianze di genere preesistenti e garantire che le politiche per la transizione giusta migliorino attivamente la parità di genere,. È inoltre opportuno prestare particolare attenzione agli impatti in termini di cambiamento o perdita del lavoro per i gruppi sociali a rischio di esclusione dal mercato del lavoro, come le persone con disabilità, gli anziani, i migranti o i disoccupati di lungo periodo.
·Il CESE invita la Commissione europea a prendere in considerazione i punti di cui sopra nella prossima revisione del piano d'azione sul pilastro europeo dei diritti sociali.
Sistemi previdenziali e di protezione sociale
4.6Ogni Stato membro dovrebbe essere incoraggiato a rivedere i propri sistemi previdenziali e di protezione sociale per garantirne l'idoneità a sostenere la transizione verde, ad accompagnare le persone interessate nel modo più efficiente possibile verso un'occupazione sostenibile, nonché a ridurre la povertà e le disuguaglianze. La protezione sociale apporta un contributo ai fini dell'adattamento ai cambiamenti climatici e della loro mitigazione; inoltre, sostiene una transizione giusta proteggendo il reddito, la salute e il posto di lavoro dei cittadini e può a sua volta rafforzare il sostegno pubblico per la transizione.
Proposte:
·La Commissione europea dovrebbe integrare le iniziative per una transizione giusta nell'attuazione del pilastro europeo dei diritti sociali e del semestre europeo. L'UE e i suoi Stati membri dovrebbero garantire la libertà di movimento in termini di sicurezza sociale quando un lavoratore si trasferisce in un altro Stato membro, in linea con il regolamento (CE) n. 883/2004.
·Gli Stati membri dovrebbero essere incoraggiati a rivedere e adeguare, se necessario, i loro sistemi previdenziali e di protezione sociale per far fronte alle attuali sfide sociali, ambientali ed economiche, al fine di garantire che i costi e i benefici della transizione verde siano ripartiti equamente e assicurare servizi di interesse generale di alta qualità, accessibili e a prezzi abbordabili. Tali sistemi potrebbero includere, tra l'altro, politiche attive del mercato del lavoro, prestazioni di disoccupazione, un sostegno adeguato alle persone che vivono in condizioni di povertà o a rischio di povertà, salari minimi, eco-buoni e un sostegno diretto al reddito, in funzione del contesto nazionale. Le autorità nazionali dovrebbero collaborare con le imprese senza scopo di lucro, le imprese dell'economia sociale e altri prestatori di servizi sociali per individuare i nuclei familiari e i singoli cittadini vulnerabili e sostenerli con misure temporanee.
·I sistemi di protezione sociale possono essere adattati per garantire la sicurezza del reddito, soprattutto durante le transizioni da un posto di lavoro a un altro, e per fornire servizi sanitari e assistenziali attraverso infrastrutture sociali idonee, in particolare nei territori più colpiti e per i gruppi sociali più vulnerabili, al fine di prevenire l'esclusione sociale e affrontare i rischi per la salute e quelli legati al clima.
·Gli Stati membri dovrebbero introdurre incentivi all'assunzione e alla transizione mirati e ben concepiti per accompagnare la mobilità nel mercato del lavoro tra settori, regioni e paesi.
Cooperazione tra Stati membri
4.7La cooperazione è essenziale per sostenere la coesione e la competitività – invece di una corsa al ribasso – all'interno dell'UE. Molte delle politiche necessarie per un Green Deal giusto vengono definite a livello nazionale e richiederanno sforzi coordinati da parte degli Stati membri.
Proposte:
·Poiché la perdita e l'aumento di posti di lavoro non saranno equamente distribuiti in tutta l'UE e siccome i territori hanno punti di forza diversi in rapporto a varie tecnologie e competenze, la politica industriale e la politica di coesione dovrebbero essere allineate per rafforzare la posizione dell'UE come attore economico globale ai fini di una transizione giusta a livello dell'Unione.
·L'UE dovrebbe adottare una strategia industriale in linea con gli obiettivi di una transizione giusta che garantisca condizioni di parità. A tal fine, potrebbe individuare le industrie e le catene del valore strategiche e il potenziale economico di ciascuna regione e coordinare i loro contributi alle catene del valore in tutta l'UE,, sulla falsariga, ad esempio, del modello IPCEI.
·La politica di coesione deve continuare a essere un motore importante di una transizione giusta nelle regioni fortemente dipendenti da infrastrutture basate sui combustibili fossili. Un apposito fondo a livello dell'UE, come il proposto Fondo europeo per la competitività, può fornire sovvenzioni e prestiti per sviluppare progetti industriali strategici nelle regioni che non dispongono della capacità di bilancio necessaria per questo tipo di investimenti. L'erogazione di un sostegno finanziario pubblico – come sovvenzioni, prestiti e appalti pubblici – dovrebbe rispettare le condizionalità sociali e ambientali, per garantire che i finanziamenti pubblici dipendano dal conseguimento di progressi.
·È necessario un sostegno specifico per gli Stati membri che non utilizzano in misura sufficiente gli strumenti di finanziamento strategici dell'UE per l'innovazione, la R&S e l'espansione delle industrie, in particolare nei paesi soggetti a vincoli di bilancio.
·A livello nazionale, piani nazionali coordinati tra i diversi settori e mercati del lavoro devono puntare a salvaguardare la qualità dei posti di lavoro per la transizione, fornendo nel contempo meccanismi adeguati che consentano alle parti sociali nazionali di contribuire al processo.
Governance
4.8La dimensione di governance della transizione giusta non può essere sottovalutata. Uno strumento o un insieme di strumenti strategici non sono sufficienti per gestire la complessità della transizione giusta. I compromessi tra gli strumenti strategici dovrebbero essere evitati o limitati grazie a un'individuazione precoce.
Proposte:
·Un approccio alla politica pertinente che sia onnicomprensivo, coordinato e integrato è al centro del quadro strategico per una transizione giusta. I dialoghi sociali e civici rappresentativi della società e la partecipazione degli enti locali e regionali sono la pietra angolare della sua realizzazione.
·Bisogna creare strumenti di analisi e monitoraggio per contribuire a elaborare pacchetti strategici globali e monitorare l'efficienza dei programmi di transizione da un posto di lavoro a un altro (misure di riqualificazione e miglioramento delle competenze, indennità di transizione, ecc.).
·Gli impatti a lungo termine sul piano ambientale, economico e sociale devono essere presi sistematicamente in considerazione a tutti i livelli di elaborazione delle politiche, in particolare nelle valutazioni ex ante. I responsabili politici dovrebbero periodicamente presentare al pubblico i risultati delle valutazioni e delle attività di previsione e di monitoraggio, e organizzare scambi con le parti sociali, la società civile e altri portatori di interessi sui risultati e sugli eventuali adeguamenti.
·I responsabili politici a tutti i livelli dovrebbero prevedere il pieno e significativo coinvolgimento dei lavoratori di ogni livello e dei loro rappresentanti, oltre che delle imprese di ogni settore e dimensione, per quanto riguarda l'anticipazione dei cambiamenti e la gestione dei processi di ristrutturazione, compresi quelli legati alla transizione verde, in tutte le fasi dell'elaborazione e dell'attuazione delle politiche.
·La partecipazione all'elaborazione delle politiche dovrebbe consentire ai cittadini, alla società civile, alle parti sociali e ai soggetti interessati di contribuire alla definizione e all'attuazione di soluzioni pertinenti ai livelli appropriati. Una particolare attenzione va riservata al sondaggio delle opinioni dei rappresentanti dei gruppi vulnerabili/sottorappresentati.
·Gli approcci strategici devono coordinare l'elaborazione delle politiche a tutti i livelli e in tutti i settori politici pertinenti, compresa la ricerca e l'innovazione. A livello verticale, ciò significa incoraggiare gli enti regionali e locali a svolgere un ruolo attivo nella pianificazione, nello sviluppo, nell'attuazione e nel monitoraggio delle politiche per una transizione equa. A livello orizzontale, i responsabili politici devono collaborare in tutti i settori tematici strategici per individuare le lacune, le sovrapposizioni, i compromessi e le sinergie tra le opzioni strategiche. L'individuazione di tali elementi è sostenuta dallo sviluppo e dall'integrazione di valutazioni (ex ante) solide e trasparenti relative agli impatti occupazionali, sociali e distributivi.
Proposte specifiche a livello dell'UE:
·Sebbene il regolamento sulla governance dell'energia e la normativa europea sul clima siano stati recentemente adottati e aggiornati, si propone che nelle future revisioni, come previsto nella lettera d'incarico al commissario designato per l'Energia e l'edilizia abitativa, si valuti la possibilità di integrare obiettivi di transizione giusta nelle strutture di governance multilivello. In questo rientra garantire l'allineamento dei piani nazionali per l'energia e il clima (PNEC) al dialogo sociale e civico sulle priorità della transizione giusta, nonché rafforzarne l'integrazione con altri settori strategici, come la politica agricola comune.
·L'Osservatorio dell'UE per una transizione giusta dovrebbe monitorare il processo di transizione giusta dell'UE, comprese le politiche e le strategie nazionali basate su orientamenti a livello dell'UE, ad esempio nel semestre europeo e nei piani nazionali per l'energia e il clima, coinvolgendo le parti sociali e la società civile nell'elaborazione di una serie di indicatori per il monitoraggio. L'Osservatorio dovrebbe anche contribuire a previsioni e analisi aggiornate del mercato del lavoro e del fabbisogno di competenze, individuando e prevedendo i fabbisogni di competenze trasversali e specifiche di ciascuna occupazione. Ciò dovrebbe avvenire mediante scambi regolari con i responsabili politici a livello nazionale e regionale.
·Per consentire un coordinamento orizzontale, il CESE propone di utilizzare i laboratori per le politiche dell'UE guidati dal Centro comune di ricerca della Commissione per riunire un gruppo diversificato di direzioni generali fin dalle prime fasi del processo di elaborazione delle politiche, al fine di considerare i problemi strategici in una prospettiva interdipartimentale.
·Per integrare in modo più incisivo e significativo la partecipazione dei cittadini nel processo politico, il CESE raccomanda di creare un quadro di valutazione che indichi quali proposte dei cittadini sono state accolte e, in caso contrario, ne spieghi le motivazioni.
Proposte specifiche a livello nazionale:
·Per soddisfare le esigenze della transizione giusta delineate nelle altre sezioni, gli Stati membri dovrebbero rafforzare le capacità operative dei servizi pubblici pertinenti al fine di fornire orientamenti e sostegno efficaci per l'attuazione di politiche in materia di transizione equa.
·La legislazione vigente in materia di diritti di informazione e consultazione deve essere attuata in maniera efficace a livello nazionale.
Attività economiche e imprese
4.9Le attività economiche e le imprese (con un particolare accento sulle PMI) come motori della transizione.
Proposte:
·Bisogna promuovere l'imprenditorialità, in particolare nelle regioni che devono affrontare le sfide legate alla transizione e nei settori che promuovono obiettivi climatici e ambientali, prestando particolare attenzione all'imprenditorialità femminile; il sostegno dovrebbe combinare misure finanziarie, tra cui sovvenzioni, prestiti o investimenti azionari, e misure non finanziarie, compresi servizi di formazione e consulenza, adattate a ogni fase del ciclo di vita aziendale; il sostegno dovrebbe essere inclusivo e accessibile ai gruppi sottorappresentati e svantaggiati. Condizioni adeguate per gli investimenti e la creazione di imprese sono essenziali per dare un sostegno efficace all'imprenditorialità.
·Gli Stati membri dovrebbero agevolare l'accesso ai finanziamenti e ai mercati per le microimprese e le piccole e medie imprese, in particolare per quelle che contribuiscono al raggiungimento degli obiettivi climatici e ambientali, con particolare attenzione alle imprese dell'economia sociale, al fine di stimolare la creazione di posti di lavoro di qualità per tutti. Si dovrebbe prestare particolare attenzione ai territori più colpiti dalla transizione e ai settori che sostengono gli obiettivi della transizione.
·Occorre sviluppare le capacità delle organizzazioni dei datori di lavoro che rappresentano le PMI affinché: 1) fungano da consulenti su come rendere i modelli imprenditoriali più ecologici e più sostenibili; 2) svolgano il ruolo di parti sociali nei confronti dei responsabili politici e nel dialogo sociale.
·Per rafforzare la democrazia sul luogo di lavoro si potrebbero incoraggiare modelli imprenditoriali diversificati, compresi sistemi circolari e cooperativi come la steward ownership.
·Bisogna promuovere l'integrazione delle strategie per una transizione giusta negli sforzi di decarbonizzazione del settore privato, con il coinvolgimento tempestivo ed efficace dei sindacati. Attuando tali strategie, le imprese possono anticipare gli effetti della transizione verde sulle loro attività e sulla loro forza lavoro e individuare nuove opportunità.
Finanziamenti e investimenti
4.10Il CESE è convinto che investimenti adeguati siano fondamentali per la realizzazione del quadro strategico per una transizione giusta, e sottolinea la necessità di una migliore assegnazione e di un uso efficiente dei fondi disponibili.
Proposte:
·È necessario un piano europeo di investimenti per la transizione verde che sia commisurato ai fabbisogni di investimenti stimati nelle strategie della Commissione. Gli enormi fabbisogni di investimenti richiedono anche una maggiore attenzione agli investimenti pubblici per accelerare la transizione. A questo proposito, il CESE prende atto con interesse del proposto Fondo europeo per la competitività, annunciato dalla Commissione europea.
·Gli investimenti devono essere destinati ai territori, alle persone e ai gruppi sociali vulnerabili che saranno maggiormente colpiti dalla transizione. Tali investimenti devono essere produttivi e sostenibili.
·Si potrebbe considerare la possibilità di introdurre delle condizionalità per garantire che i fondi siano distribuiti di conseguenza. A tal fine si potrebbero applicare, ex ante, i principi "non arrecare un danno significativo" e "non nuocere alla coesione", nonché introdurre e utilizzare un principio "non arrecare un danno sociale", facendoli seguire da una dimostrazione ex post delle condizioni soddisfatte per accedere ai fondi rimanenti. I portatori di interessi pertinenti potrebbero discutere della necessità di stabilire un principio "non arrecare un danno sociale".
·I finanziamenti a livello dell'UE dovrebbero essere coordinati attraverso un quadro strategico che colleghi i loro obiettivi e semplifichi la comprensione delle opzioni da parte degli Stati membri. Inoltre, in linea con gli orientamenti politici volti ad aumentare i finanziamenti per una transizione giusta, il Fondo per una transizione giusta e il Fondo sociale per il clima potrebbero essere ampliati, e gli Stati membri dovrebbero promuovere pratiche socialmente responsabili in materia di appalti pubblici, anche attraverso criteri di aggiudicazione basati su aspetti sociali che creino opportunità per le persone maggiormente colpite dalla transizione verde, promuovendo nel contempo criteri di aggiudicazione verdi.
·Gli Stati membri avranno inoltre bisogno di un margine di bilancio per investire nella transizione e attuarla. Per quanto riguarda il quadro di governance economica recentemente modificato, il Comitato sottolinea che potrebbero essere necessarie ulteriori iniziative per fare in modo che siano mobilitati capitali privati e pubblici sufficienti a realizzare la transizione verde e a garantire la coesione sociale.
·Gli Stati membri dovrebbero valutare e adattare i sistemi fiscali alla luce delle sfide derivanti dalla transizione, in particolare allentando la pressione fiscale sul lavoro e riducendo il carico fiscale per i gruppi a basso e medio reddito orientandolo verso altre fonti che contribuiscono agli obiettivi climatici e ambientali.
Pacchetto strategico per una transizione giusta per il mondo del lavoro
4.11Il CESE invita ad adottare un pacchetto strategico europeo per una transizione giusta del mondo del lavoro attraverso l'anticipazione e la gestione dei cambiamenti, con il dialogo sociale e la contrattazione collettiva come principi guida. Il pacchetto dovrebbe includere le proposte pertinenti rivolte agli Stati membri formulate più sopra, e in particolare le seguenti misure:
·lanciare un esercizio di mappatura dei fabbisogni e delle strategie in materia di competenze, accompagnato da rigorose valutazioni d'impatto socioeconomico a livello nazionale, settoriale, regionale e locale, condotto insieme a esperti in materia di competenze dotati di risorse sufficienti e con l'ausilio di strutture regionali di monitoraggio e sostegno per assistere le imprese, in particolare le PMI, e i lavoratori nel conseguimento di tali obiettivi. Tale mappatura dovrebbe essere realizzata dalle parti sociali e dai governi ai rispettivi livelli.
·Definire e attuare adeguati programmi di sviluppo delle competenze, a ciascuno dei livelli sopra indicati, che consentano ai lavoratori, ai giovani, ai disoccupati e ad altri gruppi vulnerabili (anziani, persone con disabilità, migranti, ecc.) di riesaminare le proprie competenze e aggiornare il proprio orientamento professionale, aumentare la propria occupabilità e mobilità e compiere transizioni professionali fattibili e auspicabili.
·Istituire un accesso significativo e tutelato a ore di formazione pienamente retribuite per tutti i lavoratori durante l'orario di lavoro, tramite misure quali indennità sostitutive della retribuzione e indipendentemente dal tipo di contratto, con specifiche misure di accesso per le donne e i gruppi vulnerabili.
·Garantire l'istituzione di sistemi efficaci di partecipazione e di informazione e consultazione effettive dei lavoratori a livello aziendale, nel rispetto delle norme in vigore. Garantire inoltre che sia esteso l'ambito di applicazione della contrattazione collettiva, in particolare nei settori emergenti e rispettando i requisiti della direttiva sui salari minimi.
·Integrare le iniziative per una transizione giusta nell'attuazione del pilastro europeo dei diritti sociali e del semestre europeo. L'UE e i suoi Stati membri dovrebbero garantire la libertà di movimento in termini di sicurezza sociale quando un lavoratore si trasferisce in un altro Stato membro, in linea con il regolamento (CE) n. 883/2004.
·Introdurre incentivi forti che inducano le imprese a: dare la priorità al miglioramento delle competenze dei dipendenti in organico per colmare le lacune di competenze; elaborare, pubblicare e aggiornare regolarmente piani aziendali di transizione volti ad anticipare i cambiamenti e a sviluppare strategie per gestirne le eventuali conseguenze; e incoraggiare l'aumento dei contributi per l'apprendistato e la formazione in linea con i modelli nazionali, per finanziare parzialmente la formazione dei lavoratori a livello regionale.
·Coordinare l'anticipazione, la preparazione e la gestione delle ristrutturazioni con le autorità pubbliche pertinenti e le parti interessate, ciascuna nella propria capacità e competenza, e al momento opportuno. Ciò dovrebbe garantire lo sviluppo di percorsi di transizione da un posto di lavoro all'altro, ponendo l'accento sulla tutela del diritto dei lavoratori di rimanere nella propria regione e sul rispetto della loro scelta di rimanere nel proprio settore.
Bruxelles, 13 novembre 2024
Il presidente della sezione Agricoltura, sviluppo rurale e ambiente
Peter SCHMIDT
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