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Document 32022H0627(04)

    Raccomandazione del Consiglio del 16 giugno 2022 relativa alla garanzia di una transizione equa verso la neutralità climatica 2022/C 243/04

    ST/9107/2022/INIT

    GU C 243 del 27.6.2022, p. 35–51 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, GA, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

    27.6.2022   

    IT

    Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

    C 243/35


    RACCOMANDAZIONE DEL CONSIGLIO

    del 16 giugno 2022

    relativa alla garanzia di una transizione equa verso la neutralità climatica

    (2022/C 243/04)

    IL CONSIGLIO DELL’UNIONE EUROPEA,

    visto il trattato sul funzionamento dell’Unione europea, in particolare l’articolo 166, paragrafo 4, e l’articolo 292, in combinato disposto con l’articolo 149,

    vista la proposta della Commissione europea,

    considerando quanto segue:

    (1)

    Le emissioni di gas a effetto serra devono essere ridotte quanto prima, in particolare per ridurre l’innalzamento del livello del mare e la probabilità di eventi meteorologici estremi che colpiscono già tutte le regioni del mondo (1) e per diminuire i costi economici e sociali associati agli effetti del riscaldamento globale (2). L’Unione e gli Stati membri sono parti dell’accordo di Parigi adottato il 15 dicembre 2015 nell’ambito della convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC) («accordo di Parigi») (3), che vincola le parti a mantenere l’aumento della temperatura media mondiale ben al di sotto di 2 °C rispetto ai livelli preindustriali e a proseguire l’azione volta a limitare tale aumento a 1,5 °C rispetto ai livelli preindustriali.

    (2)

    I cambiamenti climatici e il degrado ambientale rappresentano gravi minacce che richiedono un intervento urgente, come ribadito di recente nella sesta relazione di valutazione del gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico (IPCC) sulle basi fisico-scientifiche. Le sofferenze umane e le perdite economiche dovute alla maggiore frequenza di eventi climatici estremi, come inondazioni, ondate di calore, siccità e incendi boschivi, stanno diventando sempre più frequenti. Nell’Unione tali perdite ammontano già, in media, a oltre 12 miliardi di EUR all’anno (4).

    Esse potrebbero aumentare fino a raggiungere 175 miliardi di EUR pari all’1,38 % del PIL dell’Unione all’anno se l’incremento della temperatura globale toccherà 3 °C rispetto ai livelli preindustriali, rispetto a 65 miliardi di EUR nel caso di 2 °C e 36 miliardi di EUR all’anno nel caso di 1,5 °C. Ciò danneggerebbe in modo sproporzionato alcuni gruppi, in particolare le persone che si trovano già in situazioni di vulnerabilità e le regioni che sono già in difficoltà.

    (3)

    La comunicazione della Commissione, dell’11 dicembre 2019, dal titolo «Green Deal europeo» («Green Deal europeo»), illustra la strategia che consente all’Unione di diventare il primo continente climaticamente neutro e di trasformare l’Unione in una società sostenibile, più giusta e più prospera che rispetti i limiti del pianeta. La necessità di una transizione equa è parte integrante del Green Deal europeo, che ha sottolineato che occorre garantire che nessuna persona e nessun luogo siano esclusi da questo processo. La normativa europea sul clima (5) stabilisce l’obiettivo vincolante della neutralità climatica in tutta l’Unione entro il 2050 e un traguardo intermedio vincolante per una riduzione interna netta delle emissioni di gas a effetto serra di almeno il 55 % rispetto ai livelli del 1990 entro il 2030. L’8o programma di azione per l’ambiente fino al 2030 (6) mira ad accelerare la transizione verde verso un’economia circolare climaticamente neutra, sostenibile, non tossica, efficiente sotto il profilo delle risorse, basata sulle energie rinnovabili, resiliente e competitiva in modo giusto, equo e inclusivo, nonché a proteggere, ripristinare e migliorare lo stato dell’ambiente.

    (4)

    Alla luce della guerra di aggressione della Russia nei confronti dell’Ucraina, la comunicazione della Commissione, del 18 maggio 2022, dal titolo «piano REPowerEU» («piano REPowerEU»), in linea con la dichiarazione di Versailles del 10 e 11 marzo 2022, definisce misure intese a eliminare gradualmente la dipendenza dell’Unione dai combustibili fossili provenienti dalla Russia diversificando le forniture di gas e riducendo più rapidamente la dipendenza dai combustibili fossili, anche mediante la diffusione di pompe solari, a vento e di calore, la decarbonizzazione dell’industria e l’accelerazione dell’iter autorizzativo dei progetti di energie rinnovabili.

    (5)

    La trasformazione in un’economia e una società climaticamente neutre richiede un’azione politica globale e investimenti considerevoli in molti settori, quali l’azione per il clima, l’energia, i trasporti, l’ambiente, l’industria, la ricerca e l’innovazione (7). Per conseguire il traguardo vincolante a livello dell’Unione per il 2030, il 14 luglio 2021 la Commissione ha redatto una comunicazione dal titolo «Pronti per il 55 %: realizzare l’obiettivo climatico dell’UE per il 2030 lungo il cammino verso la neutralità climatica», nonché una serie di relative proposte legislative ("pacchetto «Pronti per il 55 %»). Il pacchetto «Pronti per il 55 %» comprende alcune proposte di aggiornamento della legislazione pertinente, tra cui il sistema per lo scambio di quote di emissioni (UE ETS) (8) dell’UE, le direttive sulla tassazione dell’energia, sull’efficienza energetica e sulle energie rinnovabili, il regolamento sui livelli di prestazione in materia di emissioni di CO2 delle autovetture e dei furgoni, il regolamento relativo all’inclusione delle emissioni e degli assorbimenti di gas a effetto serra risultanti dall’uso del suolo, dal cambiamento di uso del suolo e dalla silvicoltura, la direttiva sull’infrastruttura per i combustibili alternativi e il regolamento sulla condivisione degli sforzi in relazione ai settori che non rientrano nell’attuale sistema UE ETS, ossia i settori dei trasporti e dell’edilizia.

    Esso comprende inoltre nuove proposte legislative, in particolare per sostenere l’uso di carburanti più puliti nei settori del trasporto aereo e marittimo, nonché per introdurre un meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere e istituire un Fondo sociale per il clima, che è direttamente collegato alla proposta di introdurre un sistema di scambio delle quote di emissioni per i combustibili impiegati nell’edilizia e nel trasporto su strada. Il pacchetto «Pronti per il 55 %», combinato con misure adottate a livello dell’Unione per sostenere e incentivare i necessari investimenti pubblici e privati, è volto a sostenere e accelerare la crescita di nuovi mercati, per esempio per i combustibili puliti e i veicoli a basse emissioni, riducendo in tal modo i costi della transizione sostenibile sia per le imprese che per i cittadini.

    (6)

    Nella riunione del 20 giugno 2019 il Consiglio europeo si è impegnato, nella sua «Una nuova agenda strategica per il periodo 2019-2024», a garantire una transizione equa verso la neutralità climatica che sia inclusiva e non lasci indietro nessuno. A livello internazionale gli Stati membri hanno approvato gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite e ratificato l’accordo di Parigi, che fanno riferimento agli imperativi di una giusta transizione per la forza lavoro e alla creazione di posti di lavoro decorosi e di qualità, nonché alla necessità di un adattamento e di uno sviluppo delle capacità che tengano conto degli aspetti legati al genere. Gli orientamenti dell’Organizzazione internazionale del lavoro forniscono un quadro politico consolidato a livello internazionale per una transizione giusta verso economie e società ecologicamente sostenibili per tutti (9). Inoltre, 54 firmatari (paesi e parti sociali) hanno approvato la «Dichiarazione di Slesia sulla solidarietà e l’equa transizione» (10), adottata alla 24° conferenza delle parti (COP) dell’UNFCCC a Katowice, tra cui la Commissione, a nome dell’Unione, e 21 singoli Stati membri. L’Unione e 10 Stati membri hanno firmato la dichiarazione dal titolo «Supporting the Conditions for a Just Transition Internationally» (Sostenere le condizioni per una transizione giusta a livello internazionale), adottata in occasione della COP-26 dell’UNFCCC a Glasgow, in cui si impegnano a includere informazioni sulla transizione giusta nelle relazioni biennali sulla trasparenza nel contesto della comunicazione delle rispettive politiche e misure per conseguire i propri contributi stabiliti a livello nazionale.

    (7)

    L’equità e la solidarietà sono principi fondanti delle politiche dell’Unione verso la transizione verde e rappresentano un requisito per il sostegno ampio e continuo dei cittadini. Il Green Deal europeo sottolinea che la transizione deve essere equa e inclusiva e mettere al primo posto le persone, tributando particolare attenzione al sostegno alle regioni, alle industrie, ai lavoratori, alle famiglie e ai consumatori che dovranno affrontare i problemi maggiori. Inoltre la comunicazione della Commissione, del 14 gennaio 2020, dal titolo «Un’Europa sociale forte per transizioni giuste», sottolinea che l’attuazione del Green Deal europeo darà all’Europa gli strumenti necessari per migliorare la convergenza verso l’alto, l’equità sociale e la prosperità condivisa. La comunicazione della Commissione, del 23 febbraio 2022, sul lavoro dignitoso in tutto il mondo per una transizione globale giusta e una ripresa sostenibile pone la promozione del lavoro dignitoso in tutto il mondo al centro di una transizione giusta e di una ripresa inclusiva, sostenibile e resiliente dalla pandemia.

    (8)

    La comunicazione della Commissione, del 4 marzo 2021, dal titolo «Il piano d’azione del pilastro europeo dei diritti sociali» (11), sottolinea che sono necessari unità, coordinamento e solidarietà per fare un salto in avanti verso un decennio più verde e più digitale in cui gli europei possano prosperare. Esso ha proposto tre obiettivi principali dell’UE per il 2030, vale a dire: che almeno il 78 % della popolazione di età compresa tra i 20 e i 64 anni dovrebbe avere un lavoro entro il 2030 (12); che almeno il 60 % di tutti gli adulti dovrebbe partecipare ogni anno ad attività di formazione (13); e che il numero di persone a rischio di povertà o di esclusione sociale dovrebbe essere ridotto di almeno 15 milioni entro il 2030 (14). Questi obiettivi principali per il 2030 sono stati accolti con favore dai leader dell’Unione nella dichiarazione di Porto dell’8 maggio 2021 nella riunione informale dei capi di Stato o di governo a Porto il 7-8 maggio 2021 e dal Consiglio europeo nelle sue conclusioni del 24-25 giugno 2021.

    (9)

    Con l’attuazione delle giuste politiche di accompagnamento (15), la transizione verde potrebbe creare complessivamente circa un milione di posti di lavoro di qualità supplementari (16) nell’Unione entro il 2030 e due milioni entro il 2050 (17) in settori quali l’edilizia, le tecnologie dell’informazione e della comunicazione («TIC») o le energie rinnovabili, attenuando nel contempo il protratto calo dei posti di lavoro che richiedono qualifiche medie a seguito dell’automazione e della digitalizzazione. Tuttavia, in uno scenario pessimistico, gli effetti della transizione verde verso la neutralità climatica, se non sostenuti da un’adeguata combinazione di politiche, potrebbero comportare una perdita di posti di lavoro e PIL pari allo 0,39 % nell’Unione, nonché una perdita di posti di lavoro fino allo 0,26 % (18).

    (10)

    L’impatto della transizione verde sulle imprese e sull’occupazione varierà a seconda del settore, dell’occupazione, della regione e del paese, e ciò comporterà cambiamenti di posto di lavoro all’interno di un settore e di un ecosistema industriale, nonché una significativa riallocazione della forza lavoro tra tali settori ed ecosistemi (19). La ristrutturazione e l’adeguamento delle imprese, dei settori e degli ecosistemi interessati richiedono lo sviluppo di nuovi modelli di business e una significativa riallocazione della forza lavoro tra settori e regioni. Per esempio si prevedono perdite di posti di lavoro in alcune attività minerarie o nella produzione di energia a partire da combustibili fossili, nonché in alcune parti del settore automobilistico. Per contro si prevedono nuove opportunità di lavoro nelle attività circolari di conservazione del valore, nonché nella produzione di trasporti ed energie sostenibili. Gli Stati membri dovrebbero pertanto adottare approcci granulari, incentrati sulle singole regioni e i singoli ecosistemi interessati, in collaborazione con le parti sociali e/o le autorità locali e regionali e i portatori di interessi.

    (11)

    Creando opportunità di lavoro di qualità per tutti e adottando nel contempo misure per alleviare e prevenire la povertà energetica e dei trasporti, la transizione verde può contribuire all’aumento dei redditi e alla riduzione delle disuguaglianze e della povertà in generale (20). Essa può pertanto contribuire alla lotta contro l’esclusione sociale e le disuguaglianze socioeconomiche preesistenti, al miglioramento della salute e del benessere e alla promozione dell’uguaglianza, anche di genere. Occorre prestare particolare attenzione a determinati gruppi di popolazione, in particolare quelli che si trovano già in situazioni di vulnerabilità. Tra questi vi sono, in particolare, le famiglie che si situano nella fascia di reddito basso e medio-basso, che spendono una quota elevata del loro reddito in servizi essenziali come l’energia, i trasporti e gli alloggi, nonché le microimprese e le piccole e medie imprese. I risultati della modellizzazione mostrano che il carattere progressivo o regressivo delle imposte ambientali dipenderà in larga misura dall’elaborazione degli strumenti, compresa, per esempio, la misura in cui le riduzioni delle imposte sul reddito o altre opzioni di reimpiego dei proventi sono destinate ai percettori di reddito più basso (21).

    (12)

    Le attività circolari di conservazione del valore, compresi i modelli di business per la riparazione, il riutilizzo, la rifabbricazione e la servitizzazione, possono favorire un accesso sostenibile e a prezzi contenuti a beni e servizi. Inoltre, tali attività creano posti di lavoro e opportunità a vari livelli di competenze (anche per le donne, le persone con disabilità e i gruppi in situazioni di vulnerabilità) presso entità dell’economia sociale attive in tali settori. Promuovendo la circolarità dei prodotti, esse riducono notevolmente le emissioni di carbonio, mentre i posti di lavoro creati sono in prossimità dei prodotti che devono essere sottoposti a manutenzione, ammodernati o condivisi.

    (13)

    Dagli ultimi dati disponibili delle statistiche dell’UE sul reddito e sulle condizioni di vita per il 2019/2020 emerge che la povertà energetica ha colpito circa l’8 % della popolazione dell’Unione, vale a dire oltre 35 milioni di persone, che non sono riuscite a riscaldare adeguatamente le loro abitazioni, con notevoli differenze tra gli Stati membri e tra i gruppi di reddito (22). Secondo le stime dell’Osservatorio della povertà energetica, basate su una combinazione di indicatori, oltre 50 milioni di famiglie nell’Unione si trovano in condizioni di povertà energetica (23). La povertà energetica, che deriva da una combinazione di basso reddito, una quota elevata del reddito disponibile destinata all’energia e una scarsa efficienza energetica, rappresenta da tempo una grande sfida per l’Unione. Inoltre, il rischio di povertà energetica aumenta laddove i prezzi dell’energia sono elevati e volatili a causa di una serie di fattori, tra cui quelli connessi alla guerra di aggressione della Russia nei confronti dell’Ucraina e alla conseguente risposta politica dell’Unione. In molti Stati membri questa forma di povertà non colpisce solo le famiglie a basso reddito, ma anche quelle a reddito medio-basso.

    Anche le famiglie con un fabbisogno energetico superiore alla media, comprese le famiglie con bambini (tra cui le famiglie monoparentali), persone con disabilità e anziani, sono più esposte alla povertà energetica (24) e ai suoi effetti. Anche le donne, in particolare nelle famiglie monoparentali e le donne anziane (25), sono particolarmente colpite dalla povertà energetica. Oltre alla povertà energetica, trova sempre maggiore riconoscimento il concetto della povertà dei trasporti, in base al quale alcune categorie di popolazione non sono in grado di raggiungere un livello di servizi di trasporto necessario dal punto di vista sociale e materiale. In assenza delle giuste misure di accompagnamento per alleviare e prevenire la povertà energetica e dei trasporti, tali forme di povertà rischiano di essere aggravate in particolare a causa dell’internalizzazione dei costi delle emissioni nella formazione dei prezzi o a causa dei costi di adattamento ad alternative più efficienti e a basse emissioni.

    (14)

    I principi di equità sociale, coesione e solidarietà sono parte integrante dei pertinenti quadri per il clima, l’energia e l’ambiente a livello dell’Unione, anche attraverso il principio «chi inquina paga» e la condivisione degli sforzi tra gli Stati membri, nonché in una ridistribuzione delle quote UE ETS ai fini della solidarietà, della crescita e delle interconnessioni all’interno dell’Unione e del loro utilizzo per il Fondo per la modernizzazione, che contribuisce al notevole fabbisogno di investimenti degli Stati membri a reddito più basso per modernizzare i loro sistemi energetici. Il quadro della legislazione dell’Unione in materia di energia fornisce inoltre agli Stati membri strumenti per assicurare la protezione dei clienti in condizioni di povertà energetica e dei clienti civili vulnerabili, evitando nel contempo distorsioni del mercato. Tali strumenti, pur contribuendo ad agevolare la transizione verde, sono intesi a fornire i mezzi per garantire la necessaria protezione in generale, come dimostrato per esempio dalla comunicazione della Commissione, del 13 ottobre 2021, dal titolo «Risposta all’aumento dei prezzi dell’energia: un pacchetto di misure d’intervento e di sostegno», e dal piano REPowerEU.

    (15)

    Gli Stati membri dispongono di una serie di strumenti per definire e coordinare le loro azioni per una transizione equa. I piani nazionali per l’energia e il clima (PNEC) preparati conformemente al regolamento (UE) 2018/1999 del Parlamento europeo e del Consiglio (26) dovrebbero valutare il numero di famiglie in condizioni di povertà energetica e delineare le misure necessarie per affrontare le implicazioni sociali e territoriali della transizione energetica. I piani territoriali per una transizione giusta preparati conformemente al regolamento (UE) 2021/1056 del Parlamento europeo e del Consiglio (27) dovrebbero individuare i territori ammissibili al sostegno nell’ambito del Fondo per una transizione giusta fino al 2027. Finanziati da NextGenerationEU, i piani nazionali per la ripresa e la resilienza (PRR) preparati conformemente al regolamento (UE) 2021/241 del Parlamento europeo e del Consiglio (28) stabiliscono riforme e investimenti per promuovere la transizione verde, la crescita inclusiva, la coesione sociale e territoriale, la resilienza e le prospettive per la prossima generazione, con un orizzonte di attuazione fino al 2026. Alcune azioni per una transizione equa sono attuate anche nel quadro di altri programmi e iniziative, in particolare nell’ambito dei fondi della politica di coesione.

    (16)

    Sulla base dei principi e delle politiche, in particolare, del Green Deal europeo e del pilastro europeo dei diritti sociali, vi sono margini per migliorare la definizione delle politiche in modo globale e trasversale, nonché per garantire la coerenza degli sforzi di spesa, sia a livello dell’Unione che a livello nazionale. Nella comunicazione della Commissione, del 17 settembre 2020, dal titolo «Valutazione a livello dell’Unione dei piani nazionali per l’energia e il clima – Impulso alla transizione verde e promozione della ripresa economica attraverso la pianificazione integrata delle misure nei settori dell’energia e del clima», la Commissione, pur riconoscendo che gli PNEC definitivi forniscono alcuni indicatori e strategie sulla povertà energetica, ha concluso che non sempre essi definiscono in modo chiaro le priorità relative al fabbisogno di finanziamenti per la transizione equa, come anche per la riqualificazione professionale, il miglioramento delle competenze o il sostegno agli adeguamenti nel mercato del lavoro. I piani territoriali per una transizione giusta dovrebbero concentrarsi su territori selezionati, pertanto non sono stati concepiti per definire una strategia e politiche generali per una transizione equa a livello nazionale. Sebbene le riforme e gli investimenti che queste due tipologie di piani sostengono e contribuiscono a finanziare siano concepiti in modo da produrre un impatto duraturo, sia i piani territoriali per una transizione giusta che i piani per la ripresa e la resilienza sono limitati nel tempo.

    (17)

    Una transizione equa verso la neutralità climatica nell’Unione entro il 2050 garantirà che nessuno sia lasciato indietro, in particolare i lavoratori e le famiglie maggiormente colpiti dalla transizione verde, soprattutto coloro che si trovano già in situazioni di vulnerabilità. A tal fine, come enunciato nella presente raccomandazione, gli Stati membri dovrebbero predisporre pacchetti strategici globali (29), rafforzare gli elementi trasversali che promuovono una transizione verde equa e utilizzare in modo ottimale i finanziamenti pubblici e privati. I pacchetti strategici dovrebbero prendere in considerazione le persone e le famiglie maggiormente colpite dalla transizione verde, in particolare per quanto riguarda la perdita di posti di lavoro ma anche il cambiamento delle condizioni di lavoro e/o la necessità di svolgere nuovi compiti nel posto di lavoro, nonché i soggetti colpiti dalle ripercussioni negative sul reddito disponibile, sulla spesa e sull’accesso ai servizi essenziali. Nell’ambito dei gruppi più colpiti, i pacchetti strategici dovrebbero prendere in considerazione in particolare (senza peraltro limitarvisi) le persone e le famiglie in situazioni di vulnerabilità, segnatamente le persone più lontane dal mercato del lavoro, per esempio a causa delle loro competenze, delle condizioni territoriali del mercato del lavoro o di altre caratteristiche, quali sesso, razza o origine etnica, religione o convinzioni personali, disabilità, età o orientamento sessuale. Tra le persone e le famiglie in situazioni di vulnerabilità rientrano inoltre le persone e le famiglie che vivono o rischiano di trovarsi in condizioni di povertà e/o di povertà energetica, che devono affrontare ostacoli alla mobilità oppure oneri eccessivi in termini di costi abitativi, comprese le famiglie monoparentali, in cui il capofamiglia è più spesso una donna che un uomo. I pacchetti strategici dovrebbero essere adattati alle circostanze locali, tenendo conto delle esigenze delle regioni più vulnerabili e remote dell’Unione, comprese le regioni ultraperiferiche e le isole.

    (18)

    Il sostegno attivo a un’occupazione di qualità dovrebbe concentrarsi sull’assistenza ai lavoratori, alle persone in cerca di lavoro, alle persone che non hanno un lavoro, né seguono un percorso scolastico o formativo (NEET) e ai lavoratori autonomi maggiormente colpiti dalla transizione verde. In particolare le persone sottorappresentate, come le donne, i lavoratori poco qualificati, le persone con disabilità, gli anziani o le persone con capacità relativamente ridotte di adattarsi ai cambiamenti del mercato del lavoro, necessitano di un sostegno per migliorare la loro occupabilità e trovare un impiego, in linea con la raccomandazione (UE) 2021/402 della Commissione (30). Basandosi sugli orientamenti strategici precedenti, in particolare la raccomandazione e le decisioni (UE) 2020/1512 (31) e (UE) 2021/1868 del Consiglio (32), i pacchetti strategici dovrebbero pertanto includere misure ad hoc per sostenere gli incentivi all’assunzione e alla transizione, il sostegno all’imprenditorialità, in particolare per le donne o le persone con disabilità, e misure per la creazione di posti di lavoro di qualità, in particolare per le microimprese e le piccole e medie imprese nei territori più colpiti. Tali misure, combinate con un adeguato sostegno dell’Unione, possono anche essere determinanti per affrontare le sfide del mercato del lavoro, come quelle derivanti dall’afflusso di rifugiati ucraini, in particolare negli Stati membri più colpiti. Essi dovrebbero inoltre promuovere l’attuazione e l’applicazione efficaci delle norme vigenti in materia di condizioni di lavoro e di sostegno a una ristrutturazione socialmente responsabile, in linea con le regole e le norme in vigore. Alle parti sociali spetta il compito fondamentale di contribuire ad affrontare, tramite il dialogo, le conseguenze occupazionali e sociali delle sfide connesse alla transizione verde.

    (19)

    L’accesso a un’istruzione, una formazione e un apprendimento permanente inclusivi e di qualità per tutti è essenziale per garantire che la forza lavoro disponga delle competenze necessarie per realizzare la transizione verde. Pertanto gli aspetti della transizione equa dovrebbero essere integrati nello sviluppo e nell’attuazione di strategie nazionali in materia di competenze, tenendo conto delle proposte formulate dalla Commissione nella «agenda per le competenze per l’Europa» (33) e nella «nuova strategia industriale aggiornata» (34). Anche i partenariati per le competenze nell’ambito del patto per le competenze costituiranno uno strumento importante. La realizzazione di previsioni e analisi aggiornate del mercato del lavoro e del fabbisogno di competenze, anche a livello regionale, settoriale e occupazionale, consente di individuare e prevedere il pertinente fabbisogno di competenze trasversali e di competenze specifiche di ciascuna occupazione, anche come base per adeguare i programmi di studio al fine di soddisfare il fabbisogno di competenze per la transizione verde. L’istruzione e formazione professionale dovrebbe trasmettere ai giovani e agli adulti, con particolare attenzione alle donne e ai lavoratori poco qualificati, le competenze necessarie per gestire la transizione verde a norma della raccomandazione 2020/C 417/01 del Consiglio (35).

    Gli apprendistati e i tirocini retribuiti, con solide componenti di formazione, in particolare per i giovani, contribuiscono alle transizioni nel mercato del lavoro, segnatamente verso attività che favoriscono il conseguimento degli obiettivi climatici e ambientali, e sono utili per i settori che devono far fronte a una particolare carenza di competenze. È opportuno promuovere una maggiore partecipazione degli adulti all’apprendimento permanente al fine di rispondere alle esigenze di miglioramento delle competenze e di riqualificazione, anche consentendo ai singoli di accedere a una formazione adeguata alle loro esigenze e, se del caso, attraverso brevi corsi di qualità sulle competenze per la transizione verde, tenendo conto della raccomandazione del 16 giugno 2022 (36), che mira a facilitare la valorizzazione e il riconoscimento dei risultati di tali corsi.

    (20)

    La composizione dei sistemi fiscali e previdenziali e dei sistemi di protezione sociale dovrebbe essere esaminata alla luce delle esigenze specifiche derivanti dalla transizione verde, tenendo conto anche del principio «chi inquina paga» e della necessità che le politiche di accompagnamento non introducano sovvenzioni al consumo di combustibili fossili, non vincolino i consumatori a una tecnologia specifica, non riducano gli incentivi per la ristrutturazione degli edifici e la sostituzione dei sistemi di energia termica e, in generale, non riducano gli incentivi nell’ambito delle misure di efficienza energetica. Una combinazione di varie politiche può sostenere le famiglie e i lavoratori più vulnerabili maggiormente colpiti dalla transizione verde. A seconda della situazione nazionale e individuale, ciò potrebbe comportare, per esempio, uno spostamento del carico fiscale dal lavoro verso obiettivi climatici e ambientali, come previsto nella proposta di revisione della direttiva sulla tassazione dell’energia (37), un riesame dei regimi di disoccupazione e/o un sostegno diretto al reddito temporaneo e mirato, laddove necessario. I sistemi di protezione sociale, ivi comprese le politiche di inclusione sociale, possono essere riesaminati e, se del caso, adattati alla luce della transizione verde, in particolare per garantire la sicurezza del reddito, soprattutto durante le transizioni professionali, e per fornire servizi sociali, sanitari e assistenziali adeguati attraverso infrastrutture sociali idonee, in particolare nei territori più colpiti (per esempio le zone rurali e remote, quali le regioni ultraperiferiche) al fine di prevenire l’esclusione sociale e affrontare i rischi per la salute. Al fine di prevenire e combattere l’esclusione sociale dei minori, gli investimenti nelle infrastrutture sociali per i minori mirano a garantire l’accesso dei minori bisognosi a servizi fondamentali, come stabilito dalla raccomandazione (UE) 2021/1004 del Consiglio (38).

    (21)

    Per sviluppare una resilienza fisica e finanziaria agli effetti irreversibili dei cambiamenti climatici in modo inclusivo, è necessario promuovere soluzioni di sensibilizzazione sui rischi e di riduzione e trasferimento dei rischi, in particolare aumentando la disponibilità di soluzioni assicurative e investendo nella gestione dei rischi di catastrofi e nell’adattamento agli stessi per ridurre gli effetti fisici dei cambiamenti climatici, riducendo in tal modo le perdite e il divario in termini di protezione dagli eventi climatici, tenendo conto delle microimprese e delle piccole e medie imprese, nonché delle zone rurali e remote, quali le regioni ultraperiferiche e le isole. La gestione dei rischi di catastrofi, compresi i sistemi di protezione civile a livello nazionale e dell’Unione, dovrebbe essere rafforzata per prevenire meglio gli shock climatici, prepararvisi e rispondere nel modo migliore.

    (22)

    Ogni persona ha il diritto di accedere a servizi essenziali di qualità, compresi l’energia, i trasporti, l’acqua, i servizi igienico-sanitari, i servizi finanziari e le comunicazioni digitali, e per le persone in stato di bisogno dovrebbe essere disponibile un sostegno per l’accesso equo a tali servizi (39). Inoltre, le persone in stato di bisogno dovrebbero avere accesso ad alloggi sociali o all’assistenza abitativa di qualità (40). Inoltre, le famiglie a basso e medio reddito, i clienti vulnerabili, compresi gli utenti finali, le persone che vivono o rischiano di trovarsi in condizioni di povertà energetica e le persone che abitano negli alloggi sociali possono beneficiare dell’applicazione del principio «l’efficienza energetica al primo posto». Oltre a proteggere e responsabilizzare i consumatori di energia, occorrono misure specifiche per prevenire e affrontare le cause profonde della povertà energetica, in particolare attraverso la promozione di investimenti destinati a migliorare l’efficienza energetica, segnatamente nel settore dell’edilizia sociale. Gli aggiornamenti proposti della direttiva sull’efficienza energetica (41) e della direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia (42) sono anche intesi ad affrontare anche i principali ostacoli non economici alla ristrutturazione, quali la divergenza di interessi, compresi gli assetti proprietario/locatario e le strutture di comproprietà. In tale contesto è opportuno prestare un’attenzione particolare alle donne e a determinati gruppi che corrono maggiormente il rischio di trovarsi in condizioni di povertà energetica, per esempio le persone con disabilità, le famiglie monoparentali, gli anziani, i minori e le persone appartenenti a minoranze etniche o razziali.

    Le difficoltà di mobilità preesistenti ed emergenti possono essere affrontate mediante misure di sostegno e lo sviluppo delle infrastrutture necessarie, come i trasporti pubblici. L’accessibilità, anche economica, e la sicurezza della mobilità sostenibile e di diverse modalità di trasporto, compresi i trasporti pubblici e privati, sono fondamentali per garantire che tutti traggano beneficio dalla transizione verde e ne facciano parte integrante. La mobilità urbana svolge un ruolo significativo in questo contesto, come dimostra anche la comunicazione della Commissione, del 14 dicembre 2021, dal titolo «Il nuovo quadro dell’UE per la mobilità urbana».

    (23)

    Un approccio alla transizione equa che coinvolge tutta la società dovrebbe sostenere un’azione politica basata sul coordinamento in sede di definizione delle politiche e sul rafforzamento delle capacità operative a tutti i livelli e in tutti i settori strategici pertinenti, attribuendo altresì un ruolo attivo alle autorità regionali e locali. Dovrebbe inoltre essere basato sul coinvolgimento delle parti sociali a tutti i livelli e in tutte le fasi, nonché su una partecipazione efficace e incisiva della società civile e dei portatori di interessi. Tale coordinamento e tale impegno potrebbero garantire che i principi di equità e solidarietà del Green Deal europeo siano integrati sin dall’inizio nell’elaborazione, nell’attuazione e nel monitoraggio delle politiche, e fungano da base per un sostegno ampio e a lungo termine a politiche inclusive che favoriscano la transizione verde.

    (24)

    Una solida base di conoscenze è fondamentale per mettere in atto politiche sociali e del mercato del lavoro valide che garantiscano una transizione equa e inclusiva. A tal fine, la graduale armonizzazione e la coerenza delle definizioni, dei concetti, delle classificazioni e delle metodologie, in particolare sulla base della raccomandazione (UE) 2020/1563 della Commissione (43), facilitano le valutazioni e la loro comparabilità. Ulteriori azioni di ricerca e innovazione possono contribuire alla base di conoscenze che può alimentare il dibattito politico e pubblico. Le interazioni con il pubblico, in tutta la sua diversità, e con i principali portatori di interessi, per esempio sui risultati delle valutazioni, delle previsioni e delle attività di monitoraggio, possono a loro volta contribuire all’elaborazione delle politiche e alla titolarità.

    (25)

    Occorre disporre di opportuni dati e indicatori granulari, disaggregati per genere e di elevata qualità, in particolare al fine di valutare gli impatti occupazionali, sociali e distributivi delle politiche in materia di cambiamenti climatici. Attualmente tali dati e indicatori non sono interamente disponibili. Per esempio, sebbene siano stati compiuti alcuni progressi nella misurazione della povertà energetica, si potrebbero elaborare indicatori per valutare la povertà dei trasporti, tenendo conto delle circostanze nazionali. Il monitoraggio e la valutazione possono essere rafforzati attraverso una serie di azioni incentrate su indicatori, quadri di valutazione, progetti pilota su piccola scala e sperimentazioni di politiche. Le azioni dovrebbero basarsi sui quadri di valutazione esistenti (quali il quadro di valutazione della situazione sociale e il quadro operativo del Green Deal europeo), che contengono informazioni pertinenti su aspetti specifici delle politiche in materia di transizione equa.

    (26)

    Alla luce del notevole fabbisogno di investimenti derivante dalla transizione verde, è particolarmente importante utilizzare in modo ottimale ed efficiente i finanziamenti pubblici e privati, mobilitare tutte le risorse disponibili e impiegarle in modo efficace. A livello di Unione, le azioni pertinenti sono sostenute attraverso il bilancio dell’Unione e NextGenerationEU. Esse saranno attuate nell’ambito del dispositivo per la ripresa e la resilienza, del meccanismo per una transizione giusta, compreso il Fondo per una transizione giusta (JTF), del Fondo sociale europeo Plus (FSE +), del Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), del Fondo di coesione, dell’assistenza alla ripresa per la coesione e i territori d’Europa (REACT-EU), del programma ERASMUS + e del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione per i lavoratori espulsi dal lavoro (FEG), del programma LIFE, del programma Orizzonte Europa, dei Fondi per la modernizzazione e l’innovazione (44) e dei fondi nell’ambito della politica agricola comune (PAC). La Commissione sostiene inoltre gli Stati membri attraverso lo strumento di sostegno tecnico, offrendo un’assistenza tecnica su misura per elaborare e attuare le riforme, comprese quelle che promuovono una transizione equa verso la neutralità in termini di emissioni di carbonio.

    (27)

    Il semestre europeo è il quadro di coordinamento delle politiche economiche e occupazionali dell’Unione. Esso continuerà a svolgere tale ruolo durante la fase di ripresa e nel promuovere le transizioni verde e digitale, articolandosi nelle quattro dimensioni della sostenibilità competitiva e supportando la realizzazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile. Nel quadro del semestre europeo, la Commissione monitorerà attentamente i risultati e gli impatti socioeconomici e, se del caso, proporrà raccomandazioni mirate specifiche per paese volte a garantire che nessuno sia lasciato indietro. La complementarità con le misure sostenute nell’ambito del dispositivo per la ripresa e la resilienza sarà una priorità. Il monitoraggio della presente raccomandazione si svolgerà pertanto, se del caso, nel contesto del semestre europeo, anche nel quadro dei pertinenti comitati, nei loro rispettivi settori di competenza, sulla base di opportune analisi, delle valutazioni dell’impatto strategico e dello stato di attuazione degli orientamenti forniti nella presente raccomandazione. La modalità di monitoraggio non comporterà inutili oneri amministrativi per gli Stati membri.

    (28)

    Inoltre, nella redazione del progetto di aggiornamento e dell’ultimo aggiornamento dei loro PNEC rispettivamente nel 2023 e nel 2024, a norma dell’articolo 14 del regolamento (UE) 2018/1999, gli Stati membri dovrebbero basarsi sulla presente raccomandazione per considerare l’integrazione delle valutazioni degli impatti occupazionali, sociali e distributivi e degli aspetti relativi alla transizione equa nelle cinque dimensioni dell’Unione dell’energia e rafforzare ulteriormente le misure politiche per affrontare tali impatti, con particolare attenzione alla povertà energetica.

    (29)

    Inoltre, il monitoraggio dell’attuazione della presente raccomandazione può essere effettuato sulla base di dati disponibili nel contesto dei processi consolidati di sorveglianza multilaterale, come il semestre europeo. Il Consiglio o la Commissione possono chiedere al comitato per l’occupazione e al comitato per la protezione sociale, a norma rispettivamente degli articoli 150 e 160 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea, e in cooperazione con altri comitati pertinenti, in particolare il comitato di politica economica, di esaminare, nei rispettivi settori di competenza, l’attuazione della presente raccomandazione sulla base di relazioni adeguate della Commissione e di altri strumenti di sorveglianza multilaterale. Anche in questo contesto la Commissione si sta adoperando per migliorare la disponibilità dei dati, disaggregati per genere, aggiornare e utilizzare i quadri e gli orientamenti metodologici esistenti, anche per misurare la povertà energetica e dei trasporti e le disuguaglianze ambientali, nonché per valutare l’efficacia e l’impatto effettivo delle misure politiche,

    HA ADOTTATO LA PRESENTE RACCOMANDAZIONE:

    OBIETTIVO

    1)

    In linea con i principi del Green Deal europeo e del pilastro europeo dei diritti sociali, la presente raccomandazione mira a garantire che la transizione dell’Unione verso un’economia climaticamente neutra e sostenibile dal punto di vista ambientale entro il 2050 sia equa e non lasci indietro nessuno.

    2)

    A tal fine, gli Stati membri sono invitati ad adottare e ad attuare, se del caso in stretta cooperazione con le parti sociali, pacchetti strategici completi e coerenti che affrontino gli aspetti occupazionali e sociali per promuovere una transizione equa in tutte le politiche, in particolare quelle in materia di clima, energia e ambiente, nonché per fare un uso ottimale dei finanziamenti pubblici e privati.

    DEFINIZIONI

    3)

    Ai fini della presente raccomandazione si applicano le definizioni seguenti:

    a)

    «transizione verde»: la transizione dell’economia e della società dell’Unione verso il conseguimento degli obiettivi climatici e ambientali, principalmente attraverso politiche e investimenti, in linea con la normativa europea sul clima che stabilisce l’obbligo di conseguire la neutralità climatica entro il 2050, con il Green Deal europeo e gli impegni internazionali, compreso l’accordo di Parigi, con altri accordi multilaterali in materia di ambiente e con gli obiettivi di sviluppo sostenibile;

    b)

    «obiettivi climatici e ambientali»: i sei obiettivi stabiliti dal regolamento (UE) 2020/852 del Parlamento europeo e del Consiglio (45), vale a dire: la mitigazione dei cambiamenti climatici; l’adattamento ai cambiamenti climatici; l’uso sostenibile e la protezione delle acque e delle risorse marine; la transizione verso un’economia circolare; la prevenzione e la riduzione dell’inquinamento; e la protezione e il ripristino della biodiversità e degli ecosistemi;

    c)

    «persone e famiglie maggiormente colpite dalla transizione verde»: coloro il cui accesso effettivo a occupazioni di qualità, compreso il lavoro autonomo, e/o all’istruzione e alla formazione e/o a un tenore di vita dignitoso e a servizi essenziali è notevolmente limitato o rischia di essere significativamente limitato quale conseguenza diretta o indiretta della transizione verde;

    d)

    «persone e famiglie in situazioni di vulnerabilità»: coloro che, indipendentemente dalla transizione verde, affrontano o rischiano di trovarsi ad affrontare una situazione caratterizzata da un accesso limitato a occupazioni di qualità, compreso il lavoro autonomo, e/o all’istruzione e alla formazione e/o a un tenore di vita dignitoso e a servizi essenziali, e ciò implica scarse capacità di adattamento alle conseguenze della transizione verde;

    e)

    «microimprese e piccole e medie imprese»: imprese che occupano meno di 250 persone, inclusi i lavoratori autonomi individuali, il cui fatturato annuo non supera i 50 milioni di EUR e/o il cui totale di bilancio annuo non supera i 43 milioni di EUR, in base al metodo di calcolo di cui agli articoli da 3 a 6 dell’allegato I del regolamento (UE) n. 651/2014 della Commissione (46);

    f)

    «povertà energetica»: «l’impossibilità per una famiglia di accedere ai servizi energetici essenziali a un tenore di vita dignitoso e alla salute, compresa un’erogazione adeguata di calore, raffrescamento, illuminazione ed energia per alimentare gli apparecchi, nel rispettivo contesto nazionale, della politica sociale esistente e delle altre politiche pertinenti» (47); si applicherà la definizione di «povertà energetica» di cui alla presente raccomandazione, a meno che la direttiva 2012/27/UE del Parlamento europeo e del Consiglio (48), nella versione eventualmente modificata o sostituita a seguito della proposta della Commissione del 14 luglio 2021 (49), contenga un’altra definizione di detto concetto, nel qual caso si applicherà tale definizione ai fini della presente raccomandazione;

    g)

    «servizi essenziali»: servizi essenziali di qualità, compresi l’acqua, i servizi igienico-sanitari, l’energia, i trasporti e la mobilità, i servizi finanziari e le comunicazioni digitali; per le persone in stato di bisogno dovrebbe essere disponibile un sostegno per l’accesso a tali servizi, conformemente al principio 20 del pilastro europeo dei diritti sociali, unitamente alla fornitura di opportunità di risparmio, anche attraverso servizi di riutilizzo, riparazione, donazione e condivisione;

    h)

    «pacchetto strategico»: un insieme completo e coerente di misure politiche che integra le politiche in materia di occupazione, competenze e aspetti sociali con le politiche in materia di clima, energia, trasporti, ambiente e altre politiche relative alla transizione verde, attraverso un approccio intersettoriale ben coordinato basato su una o più strategie e/o piani d’azione nazionali e che beneficia, se del caso, di meccanismi di coordinamento e di governance a livello dell’Unione e a livello nazionale.

    PACCHETTI STRATEGICI PER UNA TRANSIZIONE VERDE EQUA

    4)

    Al fine di fornire un sostegno attivo a occupazioni di qualità per una transizione equa e sulla base della raccomandazione (UE) 2021/402, gli Stati membri sono incoraggiati, in stretta cooperazione con le parti sociali, a prendere in considerazione le seguenti misure a sostegno delle persone maggiormente colpite dalla transizione verde, in particolare quelle che si trovano in situazioni di vulnerabilità e, se del caso, ad assisterle nella transizione, attraverso l’occupazione o il lavoro autonomo, verso attività economiche che contribuiscono agli obiettivi climatici e ambientali:

    a)

    sostenere efficacemente l’accesso a occupazioni di qualità e il mantenimento delle stesse, in particolare attraverso servizi per l’impiego, compresa un’assistenza su misura nella ricerca di un lavoro e corsi di apprendimento che, se del caso, si concentrino anche sulle competenze verdi e digitali; prendere in considerazione anche programmi di occupazione ben concepiti, mirati e vincolati a scadenze precise che preparino, attraverso la formazione, i beneficiari (in particolare le persone appartenenti a gruppi sottorappresentati e le persone in situazioni di vulnerabilità), affinché possano continuare a partecipare al mercato del lavoro;

    b)

    fare un uso efficace di incentivi all’assunzione e alla transizione mirati e ben concepiti, anche prendendo in considerazione l’utilizzo adeguato di sussidi salariali e all’assunzione, nonché di incentivi relativi agli oneri sociali, per accompagnare le transizioni tra settori nel mercato del lavoro e la mobilità del lavoro tra regioni e paesi, in considerazione delle opportunità e delle sfide della transizione verde;

    c)

    promuovere l’imprenditorialità, comprese le imprese e tutte le altre entità dell’economia sociale (50), in particolare nelle regioni che devono affrontare le sfide legate alla transizione e, se del caso, nei settori che promuovono obiettivi climatici e ambientali quali l’economia circolare, prestando particolare attenzione all’imprenditorialità femminile; il sostegno dovrebbe combinare misure finanziarie, tra cui sovvenzioni, prestiti o investimenti azionari, e misure non finanziarie, compresi servizi di formazione e consulenza, con particolare attenzione alle attività di sensibilizzazione, adattate a ogni fase del ciclo di vita aziendale; il sostegno dovrebbe essere inclusivo e accessibile ai gruppi sottorappresentati e svantaggiati;

    d)

    stimolare la creazione di posti di lavoro di qualità, in particolare nei territori maggiormente colpiti dalla transizione verde e, se del caso, nei settori che promuovono obiettivi climatici e ambientali, quali l’economia circolare, agevolando l’accesso ai finanziamenti e ai mercati per le microimprese e le piccole e medie imprese, in particolare quelle che contribuiscono agli obiettivi climatici e ambientali, al fine di promuovere la competitività, l’innovazione e l’occupazione di qualità in tutto il mercato unico, anche nei settori e negli ecosistemi di rilevanza strategica in contesti nazionali e locali;

    e)

    analizzare l’impatto della transizione verde sulla salute e la sicurezza sul luogo di lavoro e promuovere di conseguenza misure volte ad affrontare i nuovi rischi o il potenziale aggravamento dei rischi esistenti, tenendo conto della comunicazione della Commissione, del 28 giugno 2021, dal titolo «Quadro strategico dell’UE in materia di salute e sicurezza sul luogo di lavoro 2021-2027 - Sicurezza e salute sul lavoro in un mondo del lavoro in evoluzione» del 28 giugno 2021;

    f)

    garantire un’attuazione e un’applicazione efficaci delle norme vigenti in materia di condizioni di lavoro, in particolare per quanto riguarda la salute e la sicurezza sul lavoro, l’organizzazione del lavoro e il coinvolgimento dei lavoratori, al fine di salvaguardare condizioni di lavoro eque e la qualità del lavoro nella transizione, anche nelle attività economiche che contribuiscono agli obiettivi climatici e ambientali;

    g)

    promuovere l’utilizzo di pratiche sugli appalti pubblici socialmente responsabili (51), anche attraverso criteri di aggiudicazione basati su aspetti sociali che creino opportunità per le persone maggiormente colpite dalla transizione verde, promuovendo nel contempo criteri di aggiudicazione verdi;

    h)

    prevedere il pieno e significativo coinvolgimento, comprese l’informazione e la consultazione, dei lavoratori a tutti i livelli e dei loro rappresentanti per quanto riguarda l’anticipazione dei cambiamenti e la gestione dei processi di ristrutturazione, compresi quelli legati alla transizione verde, in linea con la comunicazione della Commissione, del 13 dicembre 2013, dal titolo «Quadro UE per la qualità nell’anticipazione dei cambiamenti e delle ristrutturazioni».

    5)

    Al fine di garantire la parità di accesso a un’istruzione, una formazione e un apprendimento permanente inclusivi, a prezzi abbordabili e di qualità, nonché le pari opportunità, anche al fine di rafforzare la parità di genere, gli Stati membri sono incoraggiati a prendere in considerazione le misure seguenti, da attuare in stretta cooperazione con le parti sociali, nel rispetto della loro autonomia, in particolare a sostegno delle persone e delle famiglie maggiormente colpite dalla transizione verde, soprattutto quelle che si trovano in situazioni di vulnerabilità:

    a)

    integrare gli aspetti occupazionali e sociali della transizione verde, comprese le potenziali carenze di manodopera, nello sviluppo e nell’attuazione delle pertinenti strategie nazionali che affrontano le sfide in materia di competenze, per esempio nell’ambito dell’agenda per le competenze per l’Europa, e sostenere l’istituzione e il coordinamento di partenariati con i portatori di interessi, anche nell’ambito del patto per le competenze, garantendo in particolare che le competenze siano al centro dei percorsi di transizione tracciati congiuntamente per gli ecosistemi industriali pertinenti che contribuiscono agli obiettivi climatici e ambientali;

    b)

    sviluppare previsioni e analisi aggiornate del mercato del lavoro e del fabbisogno di competenze, individuando e prevedendo il fabbisogno di competenze trasversali e specifiche di ciascuna occupazione. Basarsi sugli strumenti e sulle iniziative esistenti, avvalendosi anche dell’esperienza e della cooperazione delle parti sociali e dei pertinenti. portatori di interessi; prendere in considerazione l’adattamento dei programmi di istruzione e formazione, in funzione delle circostanze nazionali e regionali, alle esigenze della transizione verde e, di conseguenza, la fornitura di orientamento scolastico e professionale;

    c)

    fornire un’istruzione e una formazione iniziali inclusive, accessibili, a prezzi abbordabili e di elevata qualità, comprese un’istruzione e una formazione professionali, che dotino i discenti di capacità e competenze pertinenti ai fini della transizione verde. Un apprendimento per la sostenibilità, che includa scienze, tecnologia, ingegneria e matematica (STEM), approcci interdisciplinari e competenze digitali, dovrebbe essere preso in considerazione e promosso, se del caso, come parte integrante dei programmi di istruzione e formazione; adottare azioni specifiche per attirare le persone con disabilità, le donne, i lavoratori poco qualificati e altri gruppi attualmente sottorappresentati nei settori professionali interessati e promuovere la loro carriera;

    d)

    introdurre o rafforzare regimi di sostegno per apprendistati e, ove possibile, per tirocini di qualità retribuiti e regimi di affiancamento lavorativo con una forte componente di formazione, in particolare nelle microimprese e nelle piccole e medie imprese, anche quelle che contribuiscono agli obiettivi climatici e ambientali e in settori che devono far fronte a una particolare carenza di competenze, come l’edilizia e le TIC. Tali regimi dovrebbero essere soggetti a monitoraggio e valutazione a livello nazionale o regionale, e dovrebbero salvaguardare la qualità del lavoro, tenendo in considerazione le raccomandazioni 2018/C 153/01 (52) e 2014/C 88/01 del Consiglio (53);

    e)

    aumentare la partecipazione degli adulti alla formazione lungo tutto l’arco della vita lavorativa, in linea con le esigenze di miglioramento delle competenze e di riqualificazione per la transizione verde, garantendo che sia disponibile un sostegno per la formazione sul posto di lavoro, le transizioni professionali e le competenze trasversali, in particolare per facilitare la riconversione verso settori e attività economiche per le quali si prevede un’espansione; consentire ai singoli di cercare una formazione adeguata alle loro esigenze, tra l’altro attraverso brevi corsi di qualità sulle competenze per la transizione verde; a tal fine, prevedere di fornire l’accesso a congedi di formazione retribuiti e orientamento professionale come pure l’opzione di creare conti individuali di apprendimento, tenendo conto della raccomandazione del Consiglio del 16 giugno 2022 (54), e promuovere lo sviluppo di corsi brevi e di qualità ampiamente riconosciuti, tenendo conto della raccomandazione del 16 giugno 2022 (55).

    6)

    Al fine di garantire che i sistemi fiscali e previdenziali e i sistemi di protezione sociale, incluse le politiche di inclusione sociale, continuino a essere equi nel contesto della transizione verde, e tenendo conto, se del caso, della raccomandazione 2019/C 387/01 del Consiglio (56), gli Stati membri sono incoraggiati a prendere in considerazione le misure seguenti a sostegno delle persone e delle famiglie maggiormente colpite dalla transizione verde, in particolare quelle che si trovano in situazioni di vulnerabilità, al fine di sostenere le transizioni nel mercato del lavoro, comprese le transizioni verso attività economiche che contribuiscono agli obiettivi climatici e ambientali, prevenire e alleviare la povertà energetica e dei trasporti in funzione delle circostanze nazionali e attenuare l’impatto regressivo delle misure politiche:

    a)

    valutare e, ove necessario, adattare i sistemi fiscali alla luce delle sfide derivanti dalla transizione verso la neutralità climatica, in particolare allentando la pressione fiscale sul lavoro e riducendo il carico fiscale per i gruppi a basso e medio reddito orientandolo verso altre fonti che contribuiscono agli obiettivi climatici e ambientali, prevenendo e attenuando l’impatto regressivo, preservando il carattere progressivo dell’imposizione fiscale diretta e salvaguardando il finanziamento di misure adeguate di protezione sociale e di investimento, in particolare quelle mirate alla transizione verde;

    b)

    rivedere e, ove opportuno, adattare i sistemi di protezione sociale, comprese le politiche di inclusione sociale, alla luce delle sfide occupazionali, sociali e sanitarie poste dalla transizione verde; a tal fine, valutare le modalità più efficaci per garantire l’offerta di un’adeguata sicurezza del reddito, per esempio attraverso regimi innovativi di transizione professionale, prestazioni di disoccupazione e sistemi di reddito minimo, e per adattarla in base alle esigenze derivanti dalla transizione verde; garantire altresì la fornitura di servizi sociali, sanitari e di assistenza a lungo termine di buona qualità, accessibili e a prezzi abbordabili, in particolare per le persone e le famiglie maggiormente colpite dalla transizione verde, segnatamente investendo in infrastrutture sociali per l’assistenza all’infanzia, l’assistenza a lungo termine e l’assistenza sanitaria;

    c)

    fornire, ove necessario, e a integrazione delle misure di cui al punto 7, lettera a), durante il periodo di attuazione, un sostegno diretto al reddito mirato e temporaneo, in particolare alle persone e alle famiglie in situazioni di vulnerabilità, per attenuare l’andamento negativo del reddito e dei prezzi, anche unitamente a migliori incentivi per conseguire quanto prima i necessari obiettivi climatici e ambientali, preservando nel contempo i segnali di prezzo a sostegno della transizione verde; a tal fine, assicurare la disponibilità di finanziamenti adeguati per tali misure, anche migliorando la qualità della spesa pubblica, utilizzando in maniera ottimale i pertinenti fondi dell’Unione e attingendo alle risorse di bilancio generate dalle imposte ambientali e sull’energia e dal sistema per lo scambio di quote di emissioni UE ETS, tra l’altro;

    d)

    migliorare le soluzioni di sensibilizzazione sui rischi, riduzione e trasferimento dei rischi per quanto riguarda le famiglie e le imprese, in particolare le microimprese e le piccole e medie imprese, segnatamente garantendo la disponibilità e l’accessibilità economica di soluzioni assicurative, in particolare per le persone e le famiglie in situazioni di vulnerabilità.

    7)

    Al fine di garantire l’accesso a servizi essenziali e alloggi a prezzi accessibili per le persone e le famiglie maggiormente colpite dalla transizione verde, in particolare quelle in situazioni di vulnerabilità e quelle nelle regioni che devono affrontare le sfide legate alla transizione, gli Stati membri sono incoraggiati a prendere in considerazione le misure seguenti:

    a)

    mobilitare il sostegno finanziario pubblico e privato e fornire incentivi per gli investimenti privati nelle fonti di energia rinnovabili e nell’efficienza energetica, integrati da una consulenza ai consumatori che consenta loro di gestire meglio il consumo energetico e adottare decisioni informate sul risparmio energetico, al fine di ridurre l’importo delle loro bollette energetiche, con particolare attenzione alle famiglie e alle comunità vulnerabili; a tal fine, assicurare la disponibilità di finanziamenti adeguati per tali misure, anche migliorando la qualità della spesa pubblica, utilizzando in maniera ottimale i pertinenti fondi dell’Unione e attingendo alle risorse di bilancio generate dalle imposte ambientali e sull’energia e dalle entrate provenienti dal sistema per lo scambio di quote di emissioni UE ETS, tra l’altro;

    b)

    prevenire e alleviare la povertà energetica promuovendo e attuando misure di miglioramento dell’efficienza energetica, compresi investimenti pubblici e privati nelle abitazioni al fine di stimolare ristrutturazioni, anche nel settore dell’edilizia sociale (57); a tal fine, fornire incentivi, sovvenzioni e prestiti ben concepiti, unitamente alla relativa consulenza, anche alle microimprese e alle piccole e medie imprese, prestando nel contempo la dovuta attenzione agli incentivi, in particolare con riferimento ai proprietari e ai locatari, e all’evoluzione dei costi abitativi, specie per le famiglie in situazioni di vulnerabilità;

    c)

    responsabilizzare i consumatori di energia, comprese le famiglie in situazioni di vulnerabilità, sviluppando ulteriormente l’autoapprovvigionamento tramite accordi individuali relativi alle energie rinnovabili e altri servizi attraverso le comunità energetiche dei cittadini e le comunità di energie rinnovabili (58), accompagnati da misure e campagne educative, con un’attenzione particolare alle persone in situazioni di vulnerabilità e ai consumatori che vivono nelle zone rurali e remote, comprese le regioni ultraperiferiche, e alle isole;

    d)

    prevenire e affrontare le sfide e gli ostacoli legati alla mobilità e ai trasporti per le famiglie in situazioni di vulnerabilità, in particolare nelle regioni remote, rurali e a basso reddito, comprese le regioni ultraperiferiche e le isole, nonché nelle città, attraverso misure politiche e di sostegno adeguate e lo sviluppo delle infrastrutture necessarie, al fine di migliorare la connettività essenziale, consentendo l’accesso all’istruzione, alla formazione, ai servizi sanitari, all’occupazione di qualità e alla partecipazione sociale; garantire, nello specifico, la disponibilità, anche in termini di frequenza, dei trasporti pubblici a basse emissioni e, se del caso, promuovere la diffusione di modi sostenibili di mobilità privata (59), con particolare attenzione all’accessibilità, anche economica, e alla sicurezza;

    e)

    agevolare l’accesso al consumo sostenibile, anche dal punto di vista nutrizionale, soprattutto per le persone e le famiglie in situazioni di vulnerabilità e in particolare per i minori, e promuovere opportunità di risparmio nel settore dell’economia circolare, a tal fine, prevedere incentivi e strumenti efficaci, come azioni nel campo dell’innovazione sociale e iniziative locali, sostenere i programmi di riutilizzo, riparazione, riciclaggio, donazione e condivisione, anche attraverso le entità dell’economia sociale, e promuovere l’istruzione e la sensibilizzazione in materia di sostenibilità ambientale per i discenti di tutte le età e in tutti i livelli e tipi di istruzione e formazione.

    ELEMENTI TRASVERSALI PER AZIONI STRATEGICHE A SOSTEGNO DI UNA TRANSIZIONE VERDE EQUA

    8)

    Per far progredire la transizione verde in modo inclusivo e democratico, integrando fin dall’inizio obiettivi di transizione equa nella definizione delle politiche a tutti i livelli e garantendo un approccio efficace alle politiche in materia di transizione equa che coinvolga tutta la società, gli Stati membri sono invitati a:

    a)

    coordinare l’elaborazione delle politiche a tutti i livelli e in tutti i settori strategici pertinenti, comprese la ricerca e l’innovazione, al fine di creare un quadro politico integrato e favorevole che presti la dovuta attenzione agli effetti distributivi e alle ricadute positive e negative, anche nelle regioni transfrontaliere, e, ove possibile, integri strategie di valutazione adeguate e sistematiche, comprese valutazioni ex ante ed ex post;

    b)

    incoraggiare gli enti regionali e locali a svolgere un ruolo attivo nello sviluppo, nell’attuazione e nel monitoraggio delle politiche in materia di transizione equa, considerata la loro vicinanza ai cittadini e alle imprese locali;

    c)

    coinvolgere attivamente le parti sociali a livello nazionale, regionale e locale, nel rispetto della loro autonomia, in tutte le fasi del processo di elaborazione e attuazione delle politiche previste dalla presente raccomandazione, se del caso anche attraverso il dialogo sociale e la contrattazione collettiva; inoltre, promuovere ulteriormente il pieno coinvolgimento delle parti sociali nella definizione e nell’attuazione di percorsi di transizione per gli ecosistemi industriali nel quadro della nuova strategia industriale aggiornata;

    d)

    rendere autonomi e in grado di agire le persone, specialmente le donne, la società civile e i portatori di interessi, comprese le organizzazioni che rappresentano le persone in situazioni di vulnerabilità (tra cui persone con disabilità, giovani e bambini) che chiedono un’azione urgente per il clima, e gli attori dell’economia sociale, anche attraverso il «Patto europeo per il clima» (60), in vista della loro partecipazione al processo decisionale e all’elaborazione e all’attuazione delle politiche, anche avvalendosi di nuovi modelli partecipativi che coinvolgano le persone in situazioni di vulnerabilità;

    e)

    rafforzare le capacità operative dei servizi pubblici pertinenti al fine di fornire orientamenti e sostegno efficaci per l’attuazione di politiche in materia di transizione equa; in particolare, rafforzare i servizi pubblici per l’impiego al fine di sostenere le transizioni nel mercato del lavoro e l’analisi del fabbisogno di competenze, nonché gli ispettorati del lavoro per salvaguardare le condizioni di lavoro; inoltre, mobilitare i servizi sociali e sanitari, se del caso, in particolare per sostenere le transizioni nel mercato del lavoro e affrontare la povertà energetica;

    f)

    sostenere una transizione verde equa anche nei paesi terzi nel contesto dello sviluppo sostenibile e degli sforzi per eradicare la povertà, per esempio adottando politiche di transizione che tengano conto del loro impatto sui paesi terzi e perseguendo la collaborazione con i portatori di interessi e i partenariati globali.

    9)

    Al fine di garantire la disponibilità e la qualità dei dati e degli elementi necessari per mettere in atto politiche sociali e del mercato del lavoro valide che promuovano una transizione equa verso la neutralità climatica, gli Stati membri sono invitati a:

    a)

    rafforzare la base di conoscenze sulle politiche in materia di transizione equa, tra l’altro promuovendo, se del caso, la graduale armonizzazione e la coerenza delle definizioni, dei concetti e delle metodologie, anche sulla base della raccomandazione (UE) 2020/1563 e delle azioni di follow-up nell’ambito del gruppo di coordinamento per la povertà energetica e i consumatori vulnerabili, nonché avvalendosi dei metodi disponibili per le valutazioni dell’impatto delle politiche; includere anche strategie di valutazione e raccolta di dati, in particolare per quanto riguarda le competenze, i compiti e i posti di lavoro che contribuiscono alla transizione verde, utilizzando dati disaggregati per genere nella preparazione e nell’elaborazione delle pertinenti misure politiche e iniziative legislative;

    b)

    sviluppare l’utilizzo di valutazioni (ex ante) solide e trasparenti relative agli impatti occupazionali, sociali e distributivi e integrarle nelle riforme e misure nazionali in materia di clima, energia e ambiente;

    c)

    garantire un monitoraggio efficace e trasparente e una valutazione indipendente (ex post) degli effetti occupazionali, sociali e distributivi delle riforme e misure nazionali che contribuiscono agli obiettivi climatici e ambientali, coinvolgendo le parti sociali e gli altri portatori di interessi nell’individuazione delle questioni oggetto della valutazione e, se del caso, nella definizione e nell’attuazione delle strategie di valutazione e consultazione;

    d)

    rafforzare le azioni di ricerca e innovazione a livello regionale, nazionale e dell’Unione, anche attraverso finanziamenti del programma Orizzonte Europa e azioni nell’ambito dell’agenda politica dello Spazio europeo della ricerca (61), per migliorare la modellizzazione e la valutazione della dimensione macroeconomica, occupazionale e sociale delle politiche in materia di cambiamenti climatici; promuovere il coinvolgimento delle parti sociali nell’attuazione delle pertinenti azioni di ricerca e innovazione, in particolare le missioni nell’ambito di Orizzonte Europa «Adattamento ai cambiamenti climatici» e «Città intelligenti e climaticamente neutre», che possono contribuire a sviluppare soluzioni pratiche a sostegno della transizione verde a livello regionale e locale; utilizzare meglio gli indicatori e i quadri di monitoraggio esistenti e promuovere a livello dell’Unione, ove necessario, lo sviluppo di indicatori per le competenze, i compiti e i posti di lavoro che contribuiscono alla transizione verde;

    e)

    presentare al pubblico, a intervalli regolari, i risultati delle valutazioni e delle attività di previsione e di monitoraggio, e organizzare scambi con le parti sociali, la società civile e altri portatori di interessi sui principali risultati e sugli eventuali adeguamenti.

    USO OTTIMALE DEI FINANZIAMENTI PUBBLICI E PRIVATI

    10)

    Al fine di fornire investimenti e sostegno finanziario efficaci sotto il profilo dei costi, anche alle piccole e medie imprese, in linea con le norme in materia di aiuti di Stato, per affrontare gli aspetti sociali e occupazionali di una transizione verde equa, sfruttando nel contempo le sinergie tra i programmi e gli strumenti disponibili e con particolare attenzione alle regioni e agli ecosistemi industriali maggiormente colpiti, gli Stati membri sono invitati a:

    a)

    attuare pienamente le riforme e gli investimenti pertinenti nell’ambito dei piani per la ripresa e la resilienza, garantendo la complementarità con altri fondi;

    b)

    mobilitare e garantire un uso coerente e ottimale di tutti gli strumenti e tutte le opzioni di finanziamento pertinenti, compresa l’assistenza tecnica, a livello degli Stati membri e dell’Unione, al fine di sostenere le azioni e gli investimenti pertinenti. Gli strumenti di finanziamento dell’Unione comprendono, in particolare, i fondi della politica di coesione, il meccanismo per una transizione giusta, InvestEU, il programma Orizzonte Europa, lo strumento di sostegno tecnico, ERASMUS+, il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione per i lavoratori espulsi dal lavoro (FEG), il programma LIFE, il Fondo per l’innovazione e il Fondo per la modernizzazione;

    c)

    stanziare e mobilitare risorse nazionali adeguate per contribuire all’attuazione di serie complete di misure volte a realizzare una transizione verde equa; tali misure dovrebbero essere adeguatamente finanziate, anche migliorando la qualità della spesa pubblica, mobilitando ulteriori finanziamenti privati e/o utilizzando entrate pubbliche supplementari; in particolare, i proventi generati dall’UE ETS di emissione potrebbero essere utilizzati anche per finanziare misure che attenuino gli effetti sociali negativi della transizione verde; tenere conto degli aspetti occupazionali, sociali e distributivi nello sviluppo di pratiche di bilancio verdi;

    d)

    condividere le migliori pratiche con altri Stati membri, per esempio per quanto riguarda l’elaborazione di documenti di programmazione per i singoli fondi dell’Unione o lo sviluppo di strategie e progetti nazionali pertinenti.

    AZIONI FUTURE PER UNA TRANSIZIONE VERDE EQUA

    11)

    Al fine di dare seguito alla presente raccomandazione, il Consiglio accoglie con favore l’intenzione della Commissione di:

    a)

    intensificare ulteriormente gli scambi con i principali portatori di interessi, le persone e le comunità interessate, nonché gli scambi di migliori pratiche, anche nel contesto dei percorsi di transizione degli ecosistemi industriali (62), segnatamente in un contesto transfrontaliero e con particolare attenzione alle regioni e ai settori maggiormente colpiti;

    b)

    sostenere il rafforzamento dell’adeguatezza, della coerenza e dell’efficacia delle politiche in materia di transizione equa degli Stati membri, anche per quanto riguarda gli aspetti occupazionali, sociali e distributivi da prendere in considerazione in fase di elaborazione, attuazione, monitoraggio e valutazione dei piani nazionali e delle strategie a lungo termine, se del caso anche nel contesto del futuro riesame del regolamento (UE) 2018/1999;

    c)

    valutare, nella revisione del regolamento (UE) n. 651/2014 della Commissione (63) che avrà luogo in previsione della sua scadenza alla fine del 2023, se i dati disponibili giustifichino un allentamento delle norme in materia di aiuti per l’accesso delle imprese sociali ai finanziamenti e di aiuti all’assunzione di lavoratori svantaggiati o molto svantaggiati (64);

    d)

    consolidare la banca dati, in particolare accedendo alle fonti dei dati amministrativi e, se del caso, ai dati relativi a parti sociali, industrie, società civile (65) e sondaggi di opinione, e aggiornare gli orientamenti metodologici per l’analisi degli impatti occupazionali, sociali e distributivi delle politiche in materia di transizione equa, clima ed energia, anche in una prospettiva di genere e, ove opportuno, nel contesto del semestre europeo; rafforzare inoltre la conoscenza e la misurabilità di concetti chiave dell’economia verde, in particolare dei «posti di lavoro verdi» e dei «posti di lavoro sostenibili», a seconda dei casi, in stretta cooperazione con gli Stati membri e tenendo conto degli approcci e dei processi a tutti i livelli anche al fine di anticipare il cambiamento nel mercato del lavoro e affrontare in modo globale i processi di ristrutturazione che richiederanno politiche mirate ed efficaci di miglioramento delle competenze e di riqualificazione;

    e)

    rafforzare, se del caso, le regolari attività di monitoraggio e analisi prospettica dell’evoluzione e dei rischi della povertà energetica nell’Unione, compresi gli aspetti sociali e distributivi, anche per orientare i lavori del gruppo di coordinamento per la povertà energetica e i consumatori vulnerabili e di altri gruppi di esperti pertinenti;

    f)

    sviluppare ulteriormente la ricerca e migliorare la raccolta di dati relativi alla definizione, al monitoraggio e alla valutazione dei progressi verso la fornitura di un accesso adeguato ai servizi essenziali, in stretta cooperazione con gli Stati membri e tenendo conto degli approcci nazionali, anche sviluppando, se del caso, il concetto di «povertà dei trasporti», in particolare nel contesto della transizione verde verso un’economia del benessere sostenibile;

    g)

    esaminare i progressi compiuti nell’attuazione della presente raccomandazione, ove opportuno, nel contesto della sorveglianza multilaterale nel semestre europeo, anche in seno al comitato per l’occupazione e al comitato per la protezione sociale, in cooperazione con altri comitati pertinenti nei rispettivi settori di competenza, in particolare il comitato di politica economica, sulla base dei quadri di valutazione e dei quadri di monitoraggio esistenti, eventualmente integrati da indicatori supplementari in stretta cooperazione con gli Stati membri; prendere in considerazione gli orientamenti forniti nella presente raccomandazione concernenti il regolamento (UE) 2018/1999, in particolare nell’ambito delle relative valutazioni in occasione del prossimo aggiornamento dei PNEC previsto per il 2023-2024.

    Fatto a Lussemburgo, il 16 giugno 2022

    Per il Consiglio

    Il presidente

    O. DUSSOPT


    (1)  IPCC, 2021: Climate Change 2021: The Physical Science Basis (Cambiamenti climatici 2021: le basi fisico-scientifiche). Contributo del gruppo di lavoro I alla sesta relazione di valutazione del gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico.

    (2)  Szewczyk, W., Feyen. L., Matei, A., Ciscar, J.C., Mulholland, E., Soria, A. (2020), Economic analysis of selected climate impacts, Publications Office of the European Union, Luxembourg, doi:10.2760/845605.

    (3)  GU L 282 del 19.10.2016, pag. 4.

    (4)  Commissione europea (2021), studio PESETA IV dal titolo «Climate change impacts and adaptation in Europe» (Impatti del cambiamento climatico e adattamento in Europa), Centro comune di ricerca, Siviglia, http://ec.europa.eu/jrc/en/peseta-iv

    (5)  Regolamento (UE) 2021/1119 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 30 giugno 2021, che istituisce il quadro per il conseguimento della neutralità climatica e che modifica il regolamento (CE) n. 401/2009 e il regolamento (UE) 2018/1999 («Normativa europea sul clima») (GU L 243 del 9.7.2021, pag. 1).

    (6)  Decisione (UE) 2022/591 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 6 aprile 2022, relativa a un programma generale di azione dell’Unione per l’ambiente fino al 2030 (GU L 114 del 12.4.2022, pag. 22).

    (7)  Per quanto riguarda le infrastrutture, per esempio, al fine di conseguire il suo obiettivo di riduzione delle emissioni entro il 2030, l’Unione necessiterà secondo le stime di 350 miliardi di EUR in investimenti aggiuntivi all’anno nel decennio in corso nei soli sistemi energetici, oltre ai 130 miliardi di EUR necessari per il conseguimento di altri obiettivi ambientali.

    (8)  Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio recante modifica della direttiva 2003/87/CE che istituisce un sistema per lo scambio di quote di emissioni dei gas a effetto serra nell’Unione, della decisione (UE) 2015/1814 relativa all’istituzione e al funzionamento di una riserva stabilizzatrice del mercato nel sistema dell’Unione per lo scambio di quote di emissioni dei gas a effetto serra e del regolamento (UE) 2015/757, COM(2021) 551 final.

    (9)  Gli orientamenti definiscono il concetto di transizione giusta e invitano i responsabili politici e le parti sociali a promuovere una transizione giusta a livello globale.

    (10)  Cfr. documento ST 14545/2018 REV 1.

    (11)  Il pilastro europeo dei diritti sociali, proclamato e firmato dal Consiglio, dal Parlamento europeo e dalla Commissione al vertice di Göteborg del novembre 2017, è la bussola dell’Unione verso un’Europa sociale forte.

    (12)  Per raggiungere questo traguardo globale, l’Europa deve puntare almeno a dimezzare il divario di genere a livello occupazionale rispetto al 2019; ridurre al 9 % il tasso di giovani (tra i 15 e i 29 anni) che non hanno un lavoro né seguono un percorso scolastico o formativo (NEET); e aumentare l’offerta di servizi formali di educazione e cura della prima infanzia (ECEC).

    (13)  In particolare, almeno l’80 % delle persone di età compresa tra i 16 e i 74 anni dovrebbe possedere competenze digitali di base; inoltre l’abbandono scolastico precoce dovrebbe essere ulteriormente ridotto e la partecipazione all’istruzione secondaria superiore dovrebbe essere aumentata.

    (14)  Dei 15 milioni di persone da sottrarre allo stato di povertà o di esclusione sociale, almeno 5 milioni dovrebbero essere bambini.

    (15)  Comunicazione della Commissione, del 14 luglio 2021, dal titolo «Pronti per il 55 %: realizzare l’obiettivo climatico dell’UE per il 2030 lungo il cammino verso la neutralità climatica».

    (16)  Documento di lavoro dei servizi della Commissione, Valutazione d’impatto che accompagna la comunicazione «Un traguardo climatico 2030 più ambizioso per l’Europa - Investire in un futuro a impatto climatico zero nell’interesse dei cittadini», SWD(2020) 176 final. Proiezioni basate su E-QUEST che utilizzano uno scenario di riduzione della pressione fiscale sui lavoratori scarsamente qualificati.

    (17)  Commissione europea (2019), Sustainable growth for all: choices for the future of Social Europe, Employment and Social Developments in Europe 2019, 4 July 2019. Based on the In-depth analysis accompanying the Communication of the Commission, COM(2018) 773.

    (18)  SWD(2020) 176 final.

    (19)  SWD(2020) 176 final.

    (20)  Commissione europea (2019), Employment and Social Developments in Europe 2019 – Sustainable growth for all: choices for the future of Social Europe (Sviluppi occupazionali e sociali in Europa 2019 – Crescita sostenibile per tutti: scelte per il futuro dell’Europa sociale), capitolo 5, 4 luglio 2019, e Commissione europea (2020), Employment and Social Developments in Europe 2020 – Leaving no one behind and striving for more: fairness and solidarity in the European social market economy (Sviluppi occupazionali e sociali in Europa 2020 – Non lasciare indietro nessuno e impegnarsi di più: equità e solidarietà nell’economia sociale di mercato europea), capitolo 4.2.2, 15 settembre 2020. In questo contesto la povertà in generale è misurata utilizzando l’indicatore concordato per il tasso di rischio di povertà, in linea con gli indicatori del quadro di valutazione della situazione sociale e con il relativo obiettivo principale per il 2030 nell’ambito del piano d’azione sul pilastro europeo dei diritti sociali.

    (21)  IEEP (2021), Green taxation and other economic instruments: internalising environmental costs to make the polluter pay.

    (22)  Inoltre, fino al 6,2 % delle persone che vivono nell’Unione, vale a dire oltre 27 milioni di persone, ha arretrati nel pagamento delle bollette.

    (23)  Commissione europea, EPOV Annual Report: Addressing Energy Poverty in the European Union: State of Play and Action, 2019, pag. 6.

    (24)  Cfr. the report of the workshop on «Energy Poverty», organised on 9 November 2016 for the EP Committee on Industry, Research and Energy (ITRE).

    (25)  Cfr. Gender perspective on access to energy in the EU (europa.eu), Gender and energy| European Institute for Gender Equality (europa.eu), GFE-Gender-Issues-Note-Session-6.2.pdf (oecd.org).

    (26)  Regolamento (UE) 2018/1999 del Parlamento europeo e del Consiglio, dell’11 dicembre 2018, sulla governance dell’Unione dell’energia e dell’azione per il clima che modifica i regolamenti (CE) n. 663/2009 e (CE) n. 715/2009 del Parlamento europeo e del Consiglio, le direttive 94/22/CE, 98/70/CE, 2009/31/CE, 2009/73/CE, 2010/31/UE, 2012/27/UE e 2013/30/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, le direttive del Consiglio 2009/119/CE e (UE) 2015/652 e che abroga il regolamento (UE) n. 525/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio (Testo rilevante ai fini del SEE) (GU L 328 del 21.12.2018, pag. 1).

    (27)  Regolamento (UE) 2021/1056 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 24 giugno 2021, che istituisce il Fondo per una transizione giusta (GU L 231 del 30.6.2021, pag. 1).

    (28)  Regolamento (UE) 2021/241 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 12 febbraio 2021, che istituisce il dispositivo per la ripresa e la resilienza (GU L 57 del 18.2.2021, pag. 17).

    (29)  In particolare le strategie annuali per la crescita sostenibile 2021 e 2022, le raccomandazioni per la zona euro 2021 e le raccomandazioni specifiche per paese.

    (30)  Raccomandazione (UE) 2021/402 della Commissione, del 4 marzo 2021, relativa a un sostegno attivo ed efficace all’occupazione (EASE) in seguito alla crisi COVID-19 (GU L 80 dell’8.3.2021, pag. 1).

    (31)  Decisione (UE) 2020/1512 del Consiglio, del 13 ottobre 2020, relativa agli orientamenti per le politiche degli Stati membri a favore dell’occupazione (GU L 344 del 19.10.2020, pag. 22).

    (32)  Decisione (UE) 2021/1868 del Consiglio, del 15 ottobre 2021, relativa agli orientamenti per le politiche degli Stati membri a favore dell’occupazione (GU L 379 del 26.10.2021, pag. 1).

    (33)  Comunicazione della Commissione, del 1 luglio 2020, dal titolo «Un’agenda per le competenze per l’Europa per la competitività sostenibile, l’equità sociale e la resilienza».

    (34)  Comunicazione della Commissione, del 5 maggio 2021, dal titolo «Aggiornamento della nuova strategia industriale 2020: costruire un mercato unico più forte per la ripresa dell’Europa».

    (35)  Raccomandazione 2020/C 417/01 del Consiglio, del 24 novembre 2020, relativa all’istruzione e formazione professionale (IFP) per la competitività sostenibile, l’equità sociale e la resilienza (GU C 417 del 2.12.2020, pag. 1).

    (36)  Raccomandazione del Consiglio, del 16 giugno 2022, relativa a un approccio europeo alle microcredenziali per l’apprendimento permanente e l’occupabilità (Cfr. pag. 10 della presente Gazzetta ufficiale.).

    (37)  Proposta di una direttiva del Consiglio che ristruttura il quadro dell’Unione per la tassazione dei prodotti energetici e dell’elettricità (rifusione), COM(2021) 563 final, prevede un tale spostamento della tassazione dei prodotti energetici e dell’elettricità verso obiettivi climatici e ambientali.

    (38)  Raccomandazione (UE) 2021/1004 del Consiglio, del 14 giugno 2021, che istituisce una garanzia europea per l’infanzia (GU L 223 del 22.6.2021, pag. 14).

    (39)  «Pilastro europeo dei diritti sociali», proclamato solennemente dal Parlamento europeo, dal Consiglio e dalla Commissione, 17 novembre 2017, principio 20.

    (40)  «Pilastro europeo dei diritti sociali», proclamato solennemente dal Parlamento europeo, dal Consiglio e dalla Commissione, 17 novembre 2017, principio 19 (a).

    (41)  Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio sull’efficienza energetica (rifusione), COM(2021) 558 final.

    (42)  Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio sulla prestazione energetica nell’edilizia (rifusione), COM(2021) 802 final.

    (43)  Raccomandazione (UE) 2020/1563 della Commissione, del 14 ottobre 2020, sulla povertà energetica (GU L 357 del 27.10.2020, pag. 35).

    (44)  Al di fuori del bilancio dell’Unione e del NextGenerationEU.

    (45)  Il regolamento (UE) 2020/852 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 18 giugno 2020, relativo all’istituzione di un quadro che favorisce gli investimenti sostenibili e recante modifica del regolamento (UE) 2019/2088 (GU L 198 del 22.6.2020, pag. 13) («Regolamento sulla tassonomia») prevede un sistema comune di classificazione delle attività economiche sostenibili.

    (46)  Regolamento (UE) n. 651/2014 della Commissione, del 17 giugno 2014, che dichiara alcune categorie di aiuti compatibili con il mercato interno in applicazione degli articoli 107 e 108 del trattato (GU L 187 del 26.6.2014, pag. 1).

    (47)  Sebbene la definizione del concetto «clienti vulnerabili» spetti agli Stati membri, esso comprende le famiglie che non sono in grado di riscaldare o rinfrescare adeguatamente la propria abitazione e/o che hanno arretrati nel pagamento delle bollette, in linea con la raccomandazione della Commissione sulla povertà energetica, C/2020/9600 final (GU L 357 del 27.10.2020, pag. 35).

    (48)  Direttiva 2012/27/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 25 ottobre 2012, sull’efficienza energetica, che modifica le direttive 2009/125/CE e 2010/30/UE e abroga le direttive 2004/8/CE e 2006/32/CE (GU L 315 del 14.11.2012, pag. 1).

    (49)  Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio sull’efficienza energetica (rifusione), COM(2021) 558 final.

    (50)  Comunicazione della Commissione, del 9 dicembre 2021, dal titolo «Creare un’economia al servizio delle persone: un piano d’azione per l’economia sociale».

    (51)  In linea con la direttiva (UE) 2019/882 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 aprile 2019, sui requisiti di accessibilità dei prodotti e dei servizi (GU L 151 del 7.6.2019, pag. 70), e con la comunicazione della Commissione «Acquisti sociali — Una guida alla considerazione degli aspetti sociali negli appalti pubblici (seconda edizione)» (GU C 237 del 18.6.2021, pag. 1).

    (52)  Raccomandazione 2018/C 153/01 del Consiglio, del 15 marzo 2018, relativa a un quadro europeo per apprendistati efficaci e di qualità (GU C 153 del 2.5.2018, pag. 1).

    (53)  Raccomandazione 2014/C 88/01 del Consiglio, del 10 marzo 2014, su un quadro di qualità per i tirocini (GU C 88 del 27.3.2014, pag. 1).

    (54)  Raccomandazione del Consiglio, del 16 giugno 2022, sui conti individuali di apprendimento (Cfr. pag. 26 della presente Gazzetta ufficiale.).

    (55)  Raccomandazione del Consiglio, del 16 giugno 2022, su un approccio europeo alle microcredenziali per l’apprendimento permanente e l’occupabilità (Cfr. pag. 10 della presente Gazzetta ufficiale.).

    (56)  Raccomandazione del Consiglio 2019/C 387/01, dell’8 novembre 2019, sull’accesso alla protezione sociale per i lavoratori subordinati e autonomi (GU C 387 del 15.11.2019, pag. 1).

    (57)  In linea con la comunicazione della Commissione, del 18 febbraio 2022, dal titolo «Disciplina in materia di aiuti di Stato a favore del clima, dell’ambiente e dell’energia 2022», se del caso.

    (58)  «Comunità energetica dei cittadini» definita nell’articolo 2, punto 11, della direttiva (UE) 2019/944 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 5 giugno 2019, relativa a norme comuni per il mercato interno dell’energia elettrica e che modifica la direttiva 2012/27/UE (GU L 158 del 14.6.2019, pag. 125).

    (59)  Comunicazione della Commissione, del 9 dicembre 2020, «Strategia per una mobilità sostenibile e intelligente: mettere i trasporti europei sulla buona strada per il futuro».

    (60)  Comunicazione della Commissione, del 9 dicembre 2020, dal titolo «Patto europeo per il clima».

    (61)  Cfr. le conclusioni del Consiglio, del 26 novembre 2021, sulla futura governance dello Spazio europeo della ricerca (SER), che delineano l’agenda politica del SER per il periodo 2022-2024, compresa l’azione 4 per carriere attraenti e sostenibili nel campo della ricerca, l’azione 7 per una migliore valorizzazione delle conoscenze, l’azione 12 per accelerare la transizione verde/digitale e l’azione 20 per gli investimenti e le riforme nel settore R&I.

    (62)  Come annunciato nella strategia industriale aggiornata, come l’edilizia, le industrie ad alta intensità energetica o la mobilità.

    (63)  Regolamento (UE) n. 651/2014 della Commissione, del 17 giugno 2014, che dichiara alcune categorie di aiuti compatibili con il mercato interno in applicazione degli articoli 107 e 108 del trattato (GU L 187 del 26.6.2014, pag. 1) («Regolamento generale di esenzione per categoria»).

    (64)  In linea con la comunicazione della Commissione, del 9 dicembre 2021, dal titolo «Creare un’economia al servizio delle persone: un piano d’azione per l’economia sociale».

    (65)  Conformemente alla legislazione dell’Unione in materia di protezione dei dati e di accesso alle informazioni del settore pubblico, come il regolamento (UE) 2016/679 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 27 aprile 2016, relativo alla protezione delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali, nonché alla libera circolazione di tali dati e che abroga la direttiva 95/46/CE (regolamento generale sulla protezione dei dati) (GU L 119 del 4.5.2016, pag. 1), e la direttiva (UE) 2019/1024 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 20 giugno 2019, relativa all’apertura dei dati e al riutilizzo dell’informazione del settore pubblico (GU L 172 del 26.6.2019, pag. 56).


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