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Document 52014DC0357
COMMUNICATION FROM THE COMMISSION TO THE EUROPEAN PARLIAMENT, THE COUNCIL, THE EUROPEAN ECONOMIC AND SOCIAL COMMITTEE AND THE COMMITTEE OF THE REGIONS concerning the European Union Strategy for the Adriatic and Ionian Region
COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI relativa alla strategia dell'Unione europea per la regione adriatica e ionica
COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI relativa alla strategia dell'Unione europea per la regione adriatica e ionica
/* COM/2014/0357 final */
COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI relativa alla strategia dell'Unione europea per la regione adriatica e ionica /* COM/2014/0357 final */
Sommario 1............ Introduzione. 3 2............ Sfide e
opportunità. 4 2.1......... Sfide. 4 2.2......... Opportunità. 5 3............ La risposta:
un piano d'azione. 6 3.1......... Crescita
blu. 7 3.2......... Collegare
la regione. 8 3.3......... Qualità
ambientale. 9 3.4......... Turismo
sostenibile. 10 4............ Governance e
attuazione. 10 5............ Collegamenti
con le politiche UE.. 12 6............ Collegamenti
più ampi 12 7............ Conclusioni 13 Allegato Mappa della strategia dell'UE per la regione
adriatica e ionica. 14 1.
Introduzione La presente comunicazione illustra le esigenze e il
potenziale per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva nella regione
adriatica e ionica. Essa fornisce un quadro di riferimento per una strategia
macroregionale e un piano d'azione coerenti al fine di rispondere alle sfide e
trarre vantaggio dalle opportunità mediante la cooperazione tra i paesi
partecipanti. La regione è uno spazio funzionale definito
primariamente dal bacino dei mari Adriatico e Ionico. Poiché essa copre anche
un'importante zona terreste le zone marine, costiere e terrestri sono trattate
come sistemi interconnessi. Con un movimento di beni, servizi e persone ancor
più intenso grazie all'adesione della Croazia all'UE, e con la prospettiva di
adesione per altri paesi della regione le aree portuali hanno un ruolo di
primaria importanza. L'attenzione ai collegamenti terra-mare evidenzia inoltre
l'impatto delle attività non sostenibili svolte sulla terraferma per le aree
costiere e gli ecosistemi marini. La regione, che accoglie oltre 70 milioni di
persone, ha un ruolo strategico nel rafforzamento della continuità geografica
in Europa. La strategia si basa sull'iniziativa adriatico-ionica[1], che riguarda otto paesi (mappa in
allegato), ed è aperta ad altri partner nella regione. La prosperità, da raggiungere con il commercio e
l'imprenditoria, consentirà alla regione di voltare la pagina della crisi
economica. La sua popolazione merita migliori prospettive di lavoro, una
mobilità più funzionale, scorte di energia più sicure e integrate e una
maggiore qualità ambientale. Il Consiglio europeo del dicembre 2012 ha chiesto
alla Commissione di presentare una strategia dell'UE per la regione adriatica e
ionica (EUSAIR) entro la fine del 2014. L'obiettivo generale della strategia è
promuovere una prosperità economica e sociale sostenibile nella regione
mediante la crescita e la creazione di posti di lavoro e il miglioramento della
sua attrattiva, competitività e connettività, preservando al tempo stesso
l'ambiente e assicurandosi che gli ecosistemi costieri e marini restino sani ed
equilibrati. Tale obiettivo sarà raggiunto grazie alla cooperazione tra paesi
che condividono una parte importante della loro storia e geografia. La
strategia apporta un chiaro valore aggiunto europeo poiché rinforza
l'attuazione delle politiche dell'UE in atto nella regione offrendo al tempo
stesso ai paesi partecipanti una preziosa opportunità di allineare le loro
politiche con la visione complessiva dell'UE 2020. Essa contribuirà inoltre ad
avvicinare ancor di più all'UE i paesi dei Balcani occidentali, dando loro
l'opportunità di lavorare a stretto contatto con gli Stati membri per
affrontare le sfide e trarre vantaggio dalle opportunità comuni specifiche
della regione. La
strategia trarrà beneficio da: -
l'esperienza
di oltre un decennio nell'ambito dell'iniziativa intergovernativa
adriatico-ionica. Tale collaborazione proficua ha già creato forti legami tra i
paesi partecipanti, e spin-off di collaborazione regionale tra città, camere di
commercio e università; -
la
strategia marittima per il Mare Adriatico e il Mar Ionio, adottata dalla
Commissione il 30 novembre 2012[2],
che riguarda le opportunità di crescita blu per il bacino marino; -
la
coincidenza del suo avvio con l'inizio del periodo di programmazione 2014-2020.
Ciò le consente di essere sistematicamente inclusa nei programmi dell'UE,
nazionali e regionali, e di mobilitare tutte le politiche e i programmi a
sostegno di questo approccio; -
gli
insegnamenti tratti dalle strategie macroregionali esistenti[3],
ossia la strategia dell'Unione europea per la regione del mar Baltico e la
strategia dell'Unione europea per la regione del Danubio, anche per quanto
riguarda la cooperazione con i paesi non-UE. Gli insegnamenti sottolineano, ad
esempio, la necessità di concentrarsi su un numero limitato di sfide o di
opportunità comuni e di assicurare la responsabilità, l'impegno e la leadership
dei paesi partecipanti. Essi indicano inoltre la necessità di rafforzare la
capacità istituzionale e amministrativa. 2.
Sfide e opportunità 2.1
Sfide La regione adriatico-ionica si trova ad affrontare
una serie di sfide comuni. Nella storia della regione non mancano situazioni
difficili dal punto di vista politico ed economico e conflitti. Tuttavia,
l'adesione della Slovenia e della Croazia, e la prospettiva dell'ingresso
nell'UE per gli altri paesi, offrono un'opportunità di rafforzare i legami e di
superare l'eredità del passato. Le sfide principali sono: − Disparità
socioeconomiche: vi sono forti contrasti tra i paesi, sia in
termini di PIL pro capite che di tasso di disoccupazione. Mentre in alcune
regioni il PIL pro capite è superiore del 20% alla media europea e il tasso di
disoccupazione è pari al 4%, in altre il PIL pro capite è inferiore del 70%
alla media europea e il tasso di disoccupazione è pari al 30%. Per mancanza di
capacità le imprese non riescono a sfruttare a sufficienza la dimensione
transnazionale della commercializzazione, dell'innovazione o della ricerca, in
particolare per quel che riguarda l'economia blu. Sono rari i cluster che
coinvolgono le imprese, la ricerca e il settore pubblico. −
Trasporti: La
regione ha un notevole deficit nelle infrastrutture, in particolare tra gli
Stati membri dell'UE di lunga data e gli altri paesi, con conseguente scarsa
accessibilità. La rete stradale e ferroviaria dei Balcani occidentali, in
particolare, va urgentemente ristrutturata, vanno rimosse le strozzature e
ripristinate le connessioni mancanti, sono necessari connessioni intermodali,
sistemi di gestione del traffico e un potenziamento della capacità. La
congestione del traffico marittimo è in crescita, e la capacità di sorveglianza
e coordinamento va potenziata. Tempi di attesa eccessivi e lunghe procedure
alle frontiere ostacolano ulteriormente il movimento. Il trasporto multimodale
è poco sviluppato; −
Energia:
l'interconnessione delle reti elettriche è inadeguata, e ciò impedisce lo
sviluppo di un mercato dell'energia integrato, limitando la capacità e
ostacolando lo sfruttamento redditizio delle fonti di energia rinnovabile. Sono
inoltre necessari investimenti nelle reti del gas, compreso il GNL, per
assicurare una fornitura efficiente e diversificata; −
Ambiente:
l'uso
sempre più intenso delle aree marine e costiere minaccia gli ecosistemi. Il
turismo non sostenibile ha un impatto negativo sull'acqua, sul terreno e sulla
biodiversità. La scarsa profondità e la natura semichiusa[4] rendono
il mar Adriatico vulnerabile all'inquinamento. La pesca eccessiva,
l'attrezzatura per la pesca abbandonata e l'acquacoltura non ecologica
minacciano tanto la biodiversità marina quanto la salute umana. Le acque reflue
non trattate e i rifiuti solidi di origine prevalentemente terrestre, gli
scarichi delle attività agricole che causano eutrofizzazione, le specie
invasive provenienti dalle acque di zavorra e l'inquinamento originato dalle
esplorazioni per il petrolio e il gas peggiorano ulteriormente la situazione.
La qualità dell'aria, spesso peggiorata dalle condizioni climatiche e
geografiche locali, è danneggiata dalle emissioni del trasporto marittimo e
dalle attività costiere (porti, industrie). La caccia illegale di uccelli
migratori ha un impatto sull'intera UE. Le reti di aree protette, quali NATURA 2000
ed Emerald, non sono ancora complete; −
Rischi
e pericoli naturali e di origine umana conseguenza del cambiamento climatico: oltre
a un'attività sismica importante, la regione è esposta e vulnerabile alle
conseguenze avverse del cambiamento climatico. La mancanza di strategie comuni
di valutazione del rischio, di gestione del rischio di catastrofe e di
strategie integrate di mitigazione e adattamento è un serio problema. Con
livelli disuguali di esperienza, risorse e competenze, i paesi non possono affrontare
da soli l'innalzamento del livello del mare, le inondazioni, la siccità,
l'erosione del suolo e gli incendi boschivi; −
Questioni
amministrative e istituzionali: la capacità a livello nazionale,
regionale e locale deve essere rinforzata per assicurare che le strutture siano
in grado di lavorare con le loro controparti oltre frontiera, nonché di
coordinare le varie politiche. I paesi rischiano di procedere a velocità
differenti nell'allineamento alla legislazione dell'UE e nell'accesso agli
strumenti finanziari, ostacolando così l'attuazione dell'approccio
macroregionale. Esistono anche sfide legate alla corruzione, che mina la
fiducia del pubblico e lo sviluppo. Le pressioni migratorie e il crimine
organizzato transfrontaliero richiedono politiche coordinate di sicurezza delle
frontiere. 2.2
Opportunità La regione offre anche molte opportunità, con un
grande potenziale per la crescita intelligente, sostenibile e inclusiva: − L'economia blu può dare importanti contributi alla crescita
che vanno dallo sviluppo delle tecnologie blu alla produzione e al consumo
sostenibile di prodotti ittici. Essa include nicchie di mercato, ad esempio
nelle attività ricreative, di svago e nelle piccole crociere. L'innovazione può
consentire al vulnerabile settore delle costruzioni navali di passare a navi a
basse emissioni ed efficienti dal punto di vista energetico[5], e di collaborare con i settori collegati quali l'attrezzatura
marina e la robotica; −
Connettività: la
regione è situata in un importante punto di intersezione dell'Europa. Il bacino
dei mari Adriatico e Ionico è una via d'acqua naturale che penetra in
profondità nell'UE e permette il viaggio via mare più economico dall'estremo
oriente via Suez, accorciando la distanza con i mercati dell'Europa centrale di
3 000 chilometri rispetto ai porti settentrionali. Vi è il potenziale per
una migliore connettività terra-mare e un migliore trasporto intermodale, che
farebbero crescere la competitività delle economie dell'entroterra; −
Patrimonio
culturale e naturale e biodiversità: insieme alla straordinaria
bellezza naturale, il patrimonio culturale, storico e archeologico della
regione costituisce uno dei suoi principali punti di forza. La regione vanta
città di fama mondiale (Venezia, Dubrovnik, Mostar, Atene) e siti naturalistici
(i laghi di Plitvice e Skadar) nonché una grande biodiversità: la flora è
eccezionalmente ricca, in particolare nell'eco-regione dell'arco dinarico; − Turismo: il
turismo, una delle fonti principali del PIL e già in rapida espansione, può
trarre ulteriore beneficio da una cooperazione potenziata e sostenibile per
espandere il mercato e la stagione. La regione può diventare una vetrina per
prodotti e servizi turistici sostenibili, responsabili e diversificati. Le
attuali opportunità commerciali possono essere sfruttate più dinamicamente, ad
esempio mediante crociere che contribuiscono all'economia locale e attività di
pesca ricreativa. La gestione del turismo sostenibile può eliminare la
burocrazia, creare un clima più favorevole alle imprese/alle PMI, stabilire
standard, regole e statistiche comuni e promuovere i partenariati
pubblico-privati. 3.
La risposta: un piano d'azione Nella sua relazione[6] sul
valore aggiunto delle strategie macroregionali la Commissione ha raccomandato
che le nuove strategie si concentrino su un numero limitato di obiettivi ben
definiti in relazione a esigenze particolari di miglior cooperazione ad alto
livello. Pertanto, utilizzando un approccio dal basso verso l'alto, sono state
effettuate ampie consultazioni delle parti interessate per identificare
obiettivi chiari specifici della regione. A questo fine sarà attuato un piano d'azione
progressivo[7], che
accompagna la strategia ed espande la dimensione marittima includendo
l'entroterra. Articolato attorno a quattro pilastri interdipendenti di
rilevanza strategica, il piano presenta un elenco di possibili azioni
indicative. I pilastri sono:
Crescita blu
Collegare la regione (reti
di trasporti ed energia)
Qualità ambientale
Turismo sostenibile
Sono
inoltre stati identificati due aspetti trasversali: -
sviluppo
di capacità, compresa la comunicazione, per un'attuazione efficiente e per
sensibilizzare l'opinione pubblica e aumentare il sostegno; -
ricerca
e innovazione per stimolare i posti di lavoro altamente qualificati, la crescita
e la competitività. La cooperazione nelle reti transnazionali può contribuire
ai mercati con nuove idee e favorire lo sviluppo di nuovi prodotti e servizi. Inoltre, la mitigazione del cambiamento climatico e
l'adattamento, nonché la gestione del rischio di catastrofe sono principi
orizzontali comuni a tutti e quattro i pilastri. Il processo di consultazione ha inoltre
identificato, nell'ambito di ciascun pilastro, un numero limitato di temi per
il piano d'azione, segnatamente quelli che richiedono più urgentemente
attenzione e al contempo possono guadagnare di più da azioni congiunte. Tali
temi sono inoltre pertinenti per le politiche dell'UE, in particolare quelle
con una dimensione territoriale. I temi selezionati nell'ambito di ciascun
pilastro sono illustrati nel seguito. 3.1.
Crescita blu L'obiettivo di questo pilastro, coordinato da Grecia
e Montenegro[8], è
favorire una crescita marina e marittima innovativa nella regione promuovendo
lo sviluppo economico sostenibile e le opportunità imprenditoriali e di lavoro
nell'economia blu, anche nei settori della pesca e dell'acquacoltura. A questo
fine vanno promossi i cluster che coinvolgono centri di ricerca, agenzie
pubbliche e imprese private. Una gestione coordinata della pesca migliorerà la
raccolta di dati, la sorveglianza e il controllo. Gli sforzi congiunti di
pianificazione e un'accresciuta capacità amministrativa e di cooperazione
miglioreranno l'uso delle risorse esistenti e la governance marittima a livello
del bacino marino. Tecnologie blu Creare posti di lavoro altamente qualificati e opportunità economiche, ponendo l'accento su ricerca e innovazione, sviluppo di cluster e trasferimento di conoscenze connessi alle tecnologie blu specifiche per la regione e legate alle strategie nazionali e regionali di specializzazione intelligente (ad esempio costruzioni navali "verdi", navigazione da diporto, biotecnologie, robotica sottomarina). Pesca e acquacoltura Aumentare la redditività e la sostenibilità della pesca e dell'acquacoltura migliorando la raccolta di dati, la sorveglianza e il controllo, attuando piani pluriennali di gestione della pesca a livello di bacino marino, armonizzando gli standard, migliorando le competenze e la capacità per rispettare la legislazione e le norme UE e accrescendo il valore aggiunto della catena del valore dei prodotti ittici locali, in particolare mediante ricerche speciali e piattaforme di innovazione, sviluppo congiunto di studi di mercato, commercializzazione e trasformazione più trasparenti. Governance e servizi marini e marittimi Migliorare la capacità amministrative e istituzionale, i servizi marittimi e la governance, compresa la condivisione di dati, la pianificazione condivisa e la gestione coordinata delle risorse esistenti (per esempio la pianificazione dello spazio marittimo e la gestione integrata delle zone costiere). Tra i possibili obiettivi da raggiungere entro il 2020: ·
aumentare
del 20% - rispetto alla situazione di base - l'investimento in ricerca nel
settore delle tecnologie blu; ·
adottare e attuare a livello di bacino marino piani
pluriennali di gestione della pesca; ·
includere il 100% delle acque soggette a giurisdizione
nazionale nella pianificazione dello spazio marittimo e il 100% della linea
costiera nella gestione costiera integrata, con piena applicazione dei relativi
meccanismi di attuazione. 3.2.
Collegare la regione L'obiettivo
di questo pilastro, coordinato da Italia e Serbia[9], è
migliorare la connettività nei trasporti e nell'energia nella regione e con il
resto dell'Europa. Per lo sviluppo della regione sono necessarie reti di
trasporti e di energia interconnesse e sostenibili. La cooperazione è
necessaria per ridurre le strozzature e sviluppare reti di infrastrutture e
quadri normativi. Il controllo coordinato del traffico marittimo e del
trasporto multimodale aumenterà la competitività. Trasporto marittimo La sicurezza del traffico marittimo dipende dai sistemi di sorveglianza armonizzati e dalla creazione di porti intermodali moderni che lavorino in cluster. La cooperazione tra paesi e porti è necessaria per migliorare la gestione del traffico in caso di congestione e per competere su scala globale, in particolare con i porti dell'Europa settentrionale. Connessioni intermodali con l'entroterra È necessario migliorare le connessioni intermodali con l'entroterra per sostenere la crescita del trasporto marittimo di merci. Lo sviluppo di nodi e hub che combinino trasporti marittimi, via ferrovia, stradali, aerei e navigazione interna va attuato in base a schemi di trasporto sostenibile connessi, tra l'altro, ai piani locali e regionali per la qualità dell'aria. Le misure congiunte, materiali e immateriali, dovrebbero ridurre le strozzature alle frontiere. Reti energetiche I tre obiettivi della politica energetica dell'UE - competitività, sicurezza dell'approvvigionamento e sostenibilità - saranno raggiunti grazie a un mercato dell'energia interconnesso. Sono necessari investimenti per collegare le reti elettriche e completare le reti del gas. Saranno applicate misure di regolamentazione per rimuovere gli ostacoli agli investimenti transfrontalieri. || Tra i possibili obiettivi da raggiungere entro il 2020: ·
raddoppiare
l'attuale quota del mercato dei container della regione adriatico-ionica,
limitando nel contempo l'impatto ambientale; ·
ridurre del 50% l'attuale tempo di attesa alle frontiere
regionali. 3.3.
Qualità ambientale L'obiettivo di questo pilastro, coordinato da
Slovenia e Bosnia-Erzegovina[10], è affrontare il tema della qualità
ambientale mediante la cooperazione regionale. Ciò contribuirà alle buone
condizioni ambientali degli ecosistemi marini e costieri, riducendo
l'inquinamento del mare, mitigando e compensando l'impermeabilizzazione del
suolo[11],
riducendo l'inquinamento dell'aria[12] e arrestando la
perdita di biodiversità e la degradazione degli ecosistemi. L'azione congiunta
per la conservazione di ecosistemi comuni a più paesi è benefica per il
patrimonio naturale europeo: essa assicura inoltre che gli investimenti in
infrastrutture non deteriorino l'ambiente e il paesaggio e non aumentino
l'inquinamento. Ambiente marino - Minacce alla biodiversità costiera e marina: la pressione sugli ecosistemi marini e costieri viene ridotta mediante una migliore conoscenza della biodiversità, un'attuazione coordinata della pianificazione dello spazio marittimo/della gestione integrata delle zone costiere, la pertinente normativa ambientale[13] e la politica comune della pesca. Il miglioramento delle reti transfrontaliere di aree marine protette in acque aperte, e lo scambio di migliori pratiche tra le loro autorità di gestione proteggono ulteriormente la biodiversità. - Inquinamento del mare: le minacce alla fauna marina e alla salute umana possono essere notevolmente ridotte grazie agli investimenti coordinati in impianti di trattamento dei rifiuti solidi e delle acque, agli sforzi congiunti per gestire l'intero ciclo di vita dei rifiuti marini, alle capacità condivise per prevenire e affrontare le fuoriuscite di petrolio e altri eventi inquinanti su larga scala, alla limitazione del rumore sottomarino nonché alla sensibilizzazione degli agricoltori in merito alle conseguenze negative dell'uso eccessivo di nitrati. Habitat terrestri transnazionali e biodiversità Saranno incoraggiate la gestione condivisa delle ecoregioni transfrontaliere, le popolazioni sane di grandi carnivori e le misure per aumentare il rispetto delle norme sulla caccia agli uccelli migratori. Tra i possibili obiettivi: ·
istituire entro la fine del 2015 una piattaforma comune a tutti i
paesi per la raccolta di dati, la ricerca e l'analisi; ·
potenziare
le reti NATURA 2000 ed Emerald e istituire una rete coerente di aree marine
protette nell'ambito della direttiva quadro sulla strategia marina entro il
2020;
includere nelle aree marine protette il 10% della superficie
dei mari Adriatico e Ionio entro il 2020, come previsto dagli impegni
internazionali.
3.4.
Turismo sostenibile L'obiettivo di questo pilastro, coordinato da
Croazia e Albania[14], è sviluppare appieno il potenziale
della regione in termini di turismo innovativo, sostenibile, responsabile e di
qualità. La diversificazione dei prodotti e dei servizi turistici e il
superamento della stagionalità permetteranno di stimolare le imprese e creare
posti di lavoro. La promozione a livello mondiale del "marchio"
adriatico-ionico di prodotti e servizi turistici accrescerà la domanda. Offerta turistica diversificata (prodotti e servizi) Il potenziale del ricco patrimonio della regione non è ancora sfruttato al meglio. Si può approfittare del clima e del mercato per creare una dinamica fortemente orientata alle imprese e basata sulle migliori pratiche. Il turismo alternativo non stagionale può essere promosso nei piani di azione per lo sviluppo territoriale. Diversificare e migliorare la qualità dell'offerta turistica è fondamentale per prodotti e servizi turistici sostenibili. Gestione del turismo sostenibile e responsabile (innovazione e qualità) Sono necessarie ulteriori misure per lo sviluppo responsabile e sostenibile del settore del turismo. Esse includono standard e regole comuni, la riduzione dell'impatto ambientale del turismo di massa, il miglioramento delle competenze e il coinvolgimento di tutte le parti interessate (pubbliche, private, visitatori) nella promozione di un concetto di turismo sostenibile e responsabile. Tra i possibili obiettivi da raggiungere entro il 2020: ·
aumentare del 50% gli arrivi di turisti fuori stagione;
creare 5 nuovi
itinerari turistici macroregionali.
4.
Governance e attuazione L'esperienza
delle strategie macroregionali esistenti dimostra che la qualità e la stabilità
dei meccanismi di governance sono cruciali per un'attuazione efficace. La
relazione della Commissione sulla governance del maggio 2014[15]
identifica tre esigenze principali: rafforzamento della leadership politica,
processo decisionale efficace e buona organizzazione. Una migliore
governance non dipende da nuovi fondi o dalla burocrazia, ma dalle modalità e
dai ruoli nell'attuazione della strategia e nell'avvio e nel finanziamento
delle azioni congiunte. La governance deve avere una dimensione sia politica
che operativa, con i ministeri responsabili e gli organismi di attuazione che
definiscono gli obiettivi strategici e si assicurano che il lavoro sia seguito
rigorosamente. Ciò assicurerà risultati chiari e un maggiore impatto. Coordinamento È
necessario il coordinamento tra i paesi partecipanti e tra i vari ministeri e
livelli decisionali di ciascun paese. Per ciascun pilastro, due coordinatori
dei ministeri pertinenti che rappresentano i due paesi lavoreranno a stretto
contatto con le controparti oltre frontiera per sviluppare e attuare il piano
d'azione. La Commissione
agirà da facilitatore indipendente, e fornirà la prospettiva dell'UE, sostenuta
dal gruppo ad alto livello sulle strategie macroregionali con rappresentanti dei
28 paesi dell'UE e dei paesi non UE che partecipano alle strategie. Attuazione Per una buona
attuazione sono necessari: -
il
riconoscimento da parte dei paesi che la strategia è trasversale alle politiche
settoriali e che interessa tutti i livelli di governo; -
la
piena ed effettiva partecipazione dei paesi non UE a tutti i livelli; -
un
supporto politico ad alto livello, con i ministri che determinano la direzione
complessiva della strategia, assumendosi le responsabilità, allineando le
politiche e i finanziamenti, e fornendo risorse e legittimazione per il
processo decisionale a livello tecnico; -
un
approccio strategico a livello di Unione assicurato dalla Commissione nel suo
ruolo di garante della dimensione UE; -
il
monitoraggio, la sorveglianza dei progressi e gli orientamenti di attuazione da
parte dei paesi; -
un
buon uso del lavoro delle organizzazioni regionali esistenti; -
un
sostegno affidabile da parte dei coordinatori dei pilastri, in particolare per
quanto riguarda l'uso dell'assistenza istituzionale e per lo sviluppo di
capacità del programma di cooperazione transnazionale adriatico-ionico
2014-2020; -
il
coinvolgimento delle parti interessate fondamentali: autorità nazionali,
regionali e locali, parlamentari (regionali, nazionali ed europei), attori economici
e sociali, società civile, università e ONG. Per far partire
la strategia su un terreno solido vanno prese decisioni tempestive su tali
questioni. Finanziamento La strategia è attuata, tra l'altro, mobilitando e
allineando i fondi nazionali ed europei pertinenti ai quattro pilastri e ai
temi. Approvando la strategia, i governi dei paesi partecipanti si impegnano
ad attingere a tali fondi per attuare il piano d'azione. In particolare, i
fondi strutturali e di investimento europei e lo strumento di assistenza
preadesione 2014-2020 forniscono risorse significative e un'ampia gamma di
strumenti e opzioni tecniche. Sono disponibili altri fondi e strumenti pertinenti
ai pilastri, in particolare Orizzonte 2020 per tutti i pilastri, il meccanismo
per collegare l'Europa per il pilastro 2, il programma LIFE per il pilastro 3,
oltre che per la mitigazione e l'adattamento ai cambiamenti climatici e, per il
pilastro 4, il programma COSME per le PMI. Altri mezzi disponibili provengono
dal quadro per gli investimenti nei Balcani occidentali, dalla Banca europea
per gli investimenti e da altre istituzioni finanziarie internazionali. Tali fondi e strumenti dovrebbero creare un
significativo effetto leva e attrarre finanziamenti da investitori privati. La
strategia potrà inoltre attingere al lavoro fatto in tema di finanziamento
innovativo nell'ambito delle altre due strategie macroregionali. Relazioni e
valutazione La valutazione
sarà basata sul lavoro dei coordinatori dei pilastri, che riferiranno in merito
ai progressi verso gli obiettivi. Per colmare le
lacune nei dati disponibili necessari a stabilire la situazione di partenza, in
particolare nei paesi non UE, sarà promossa la raccolta di dati come questione
di capacità trasversale mediante il programma di cooperazione transnazionale
adriatico-ionica. Anche se l'indicatore di successo principale resta
l'attuazione del piano d'azione, come primo passo vanno sviluppati indicatori
più sofisticati. I paesi
partecipanti organizzeranno un forum annuale per valutare i risultati,
consultarsi sulle modifiche alle azioni e sviluppare nuovi approcci. 5.
Collegamenti con le politiche UE La
strategia, che non richiede modifiche alla legislazione dell'UE, intende
rafforzare le politiche pertinenti per la regione[16]. Essa
promuove inoltre un maggiore rispetto degli obblighi giuridici imposti dall'UE,
affrontando le lacune esistenti e le difficoltà pratiche che portano a ritardi,
soprattutto per quanto riguarda il mercato unico e l'ambiente[17]. Si
pone l'accento su un approccio integrato, connettendo diversi settori politici
per un'attuazione coerente dal punto di vista territoriale delle politiche
dell'UE. Ciò evidenzia le connessioni tra le politiche e i programmi dell'UE,
tra cui le strategie dell'UE per la biodiversità[18], l'adattamento
al cambiamento climatico[19] e i
programmi quadro per ricerca e sviluppo. 6.
Collegamenti più ampi È necessario garantire il coordinamento con la
contigua strategia dell'UE per la regione del Danubio, nonché con la futura
strategia dell'UE per la regione alpina. Il programma INTERACT può svolgere un
ruolo centrale a tale riguardo. È
necessario sviluppare sinergie con altri organismi intergovernativi che
coincidono con la geografia della strategia, quali l'iniziativa
adriatico-ionica (IAI), o con una portata diversa e più ampia, come il
Consiglio di cooperazione regionale (RCC) o l'iniziativa centroeuropea (InCE). Sono importanti il coordinamento con i programmi e
le iniziative di ambito mediterraneo[20] e la coerenza
con i quadri normativi esistenti[21]. 7.
Conclusioni Dopo
anni di circostanze politiche e sociali difficili, le prospettive della regione
adriatico-ionica sono più favorevoli. Fornendo un quadro di riferimento
generale per il coordinamento delle politiche e la cooperazione territoriale,
la strategia renderà la regione un luogo migliore dove vivere, lavorare e
divertirsi, trasformandola potenzialmente in una vetrina per la crescita,
l'occupazione e le idee e in un portale verso le altre parti del mondo.
L'impegno condiviso può preparare la regione ad affrontare con successo le
sfide e a cogliere le opportunità del ventunesimo secolo. La
Commissione invita pertanto il Consiglio ad approvare la presente
comunicazione. Anche il Parlamento europeo, il Comitato delle regioni e il
Comitato economico e sociale europeo sono invitati a esaminare il presente
documento. Allegato Mappa della strategia dell'UE per la regione adriatica
e ionica [1] L'iniziativa intergovernativa adriatico-ionica è stata
avviata nel 2000 allo scopo di rafforzare la cooperazione regionale per
promuovere la stabilità politica ed economica, costituendo così una base solida
per il processo di integrazione europeo. [2] COM(2012)713. [3] COM(2011)381;
SEC(2011)1071; COM(2012)128, COM(2013)181; COM(2013)468; SWD(2013)233. [4] La profondità media dell'Adriatico del nord è di circa
50 metri e le acque del mar Adriatico si scambiano con quelle del Mediterraneo
solo ogni tre o quattro anni. [5] In
termini di SO2, NO2 e particolati. [6] COM(2013)468
del 27.6.2013. [7] Il
piano di azione verrà rivisto e aggiornato periodicamente quando si manifestano
nuove esigenze. [8] Una coppia di paesi, uno UE e uno non-UE, hanno
coordinato lo sviluppo del piano d'azione negli aspetti che riguardavano il
pilastro scelto. [9] Vedi nota 8. [10] Vedi nota 8. [11] SWD(2012)
101 – Orientamenti sulle migliori pratiche per limitare, contenere o compensare
l'impermeabilizzazione del suolo. [12] In
termini di SO2, No2, particolati e ozono. [13] In
particolare la direttiva sulla strategia per l'ambiente marino e le direttive
habitat e uccelli. [14] Vedi nota 8. [15] Relazione della Commissione sulla governance delle
strategie macroregionali COM(2014)284 del 20 maggio 2014. [16] Quali la direttiva sulla pianificazione dello spazio
marittimo, la politica comune della pesca, la politica UE sulla gestione del
rischio di catastrofe, le reti transeuropee (trasporti ed energia), le future
comunità dei trasporti, ecc. [17] In particolare le direttive uccelli, habitat, le direttive
quadro sull'acqua e sulla strategia marina, la direttiva nitrati, qualità
dell'aria ambiente, limiti nazionali di emissioni e la direttiva quadro sui
rifiuti. [18] COM(2011)
244 [19] COM(2013)
216 [20] In
particolare l’Unione per il Mediterraneo e la Commissione generale per la pesca
nel Mediterraneo. [21] In particolare la convenzione di Barcellona per la
protezione dell’ambiente marino e del litorale del Mediterraneo.