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Document 52014DC0654R(01)
COMMUNICATION FROM THE COMMISSION TO THE EUROPEAN PARLIAMENT AND THE COUNCIL on the short term resilience of the European gas system Preparedness for a possible disruption of supplies from the East during the fall and winter of 2014/2015
COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO E AL CONSIGLIO sulla resilienza di breve termine del sistema del gas europeo Preparazione in vista di un'eventuale interruzione delle forniture dall'Est tra l'autunno e l'inverno 2014/2015
COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO E AL CONSIGLIO sulla resilienza di breve termine del sistema del gas europeo Preparazione in vista di un'eventuale interruzione delle forniture dall'Est tra l'autunno e l'inverno 2014/2015
/* COM/2014/0654 final/2 */
COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO E AL CONSIGLIO sulla resilienza di breve termine del sistema del gas europeo Preparazione in vista di un'eventuale interruzione delle forniture dall'Est tra l'autunno e l'inverno 2014/2015 /* COM/2014/0654 final/2 */
1. Introduzione
Il 28 maggio 2014 la Commissione ha adottato la
strategia europea di sicurezza energetica[1]
che definisce un piano globale per rafforzare la sicurezza
dell'approvvigionamento energetico. Prendendo atto della situazione in Ucraina
e nell'eventualità di un'interruzione dell'approvvigionamento di gas verso
l'Unione, la strategia contempla una serie di misure da adottare nell'immediato
per rendere l'Unione più resiliente a un'eventuale grave interruzione delle
forniture di gas nel prossimo inverno. Tra queste misure immediate figura la
proposta della Commissione, approvata dal Consiglio europeo del 27 giugno 2014,
di lanciare prove di stress per testare la resilienza del sistema del gas
europeo nell'eventualità di una grave interruzione delle forniture di gas verso
l'UE nel corso del prossimo inverno[2]. Agli inizi di
luglio la Commissione ha chiesto agli Stati membri, alle parti contraenti della
Comunità dell'energia, più la Georgia[3],
alla Svizzera e alla Turchia di elaborare un modello che simuli gli effetti di
vari possibili scenari di interruzione delle consegne di gas nei rispettivi
paesi nel prossimo inverno e di descrivere le misure previste a fronte di un
eventuale deficit dell'approvvigionamento. La Commissione ha poi chiesto alla
Norvegia di rendere nota la propria capacità di rispondere a una tale
interruzione incrementando le forniture di gas. La Commissione ha proposto a
tre "gruppi di riflessione" di studiare in particolare la situazione
nelle zone in cui si prevedono i maggiori disagi. Si
tratta della regione sud-orientale dell'Unione (Bulgaria, Croazia, Grecia,
Ungheria e Romania), degli Stati baltici e della Finlandia e dei paesi
contraenti della Comunità dell'energia. Durante l'estate le
autorità nazionali hanno lavorato sodo per raccogliere i dati e eseguire
le valutazioni in tempi strettissimi e tra agosto e settembre 2014 hanno
trasmesso le rispettive relazioni nazionali[4]
alla Commissione. Anche la rete europea dei gestori dei sistemi di trasporto
del gas ("ENTSOG") ha modellizzato gli effetti dell'interruzione
dell'approvvigionamento sul sistema del gas in tutta l'Unione, con il
contributo di diverse associazioni di settore, dell'Agenzia internazionale
dell'energia[5],
del G7 e di altri paesi partner fondamentali. Metodologia e scenari delle prove di
stress La Commissione ha proposto a tutti i
partecipanti alle prove di stress due scenari, uno di interruzione della rotta
ucraina di transito del gas e l'altro di interruzione dei flussi di
gas russo verso l'Europa per un periodo di un mese e per un periodo di sei
mesi (da settembre a febbraio), ipotizzando in ogni scenario condizioni
invernali medie. L'ENTSOG ha sviluppato inoltre un sotto-scenario sugli effetti
di un'ondata di freddo di due settimane a febbraio per testare l'impatto del
picco di domanda su un sistema di approvvigionamento già molto provato. Queste
proposte, basate su precedenti esperienze, rispondono alla necessità di mettere
alla prova i sistemi energetici europei in condizioni estreme, ovvero
nell'ipotesi in cui il principale fornitore esterno dell'Europa interrompa
completamente le forniture di gas naturale. Per
i paesi dell'Europa sud-orientale, che si riforniscono essenzialmente
attraverso l'Ucraina, gli effetti dello scenario di interruzione del transito
attraverso l'Ucraina e dello scenario di interruzione totale delle forniture
russe sono essenzialmente simili, mentre gli Stati baltici e la Finlandia non
risulterebbero colpiti dall'interruzione del transito attraverso l'Ucraina.
Nella relazione la Commissione si riferisce quindi essenzialmente agli effetti
dello scenario di interruzione delle forniture di gas russo durante 6 mesi, in
condizioni invernali normali, e con un'ondata di freddo a febbraio. Queste prove di
stress si sono dimostrate di per sé molto preziose poiché, per la prima volta,
tracciano un quadro molto completo delle ripercussioni e del grado di
preparazione del settore del gas europeo nell'eventualità di
un'interruzione grave dell'approvvigionamento di gas dai paesi dell'Est. La presente comunicazione della Commissione presenta
i principali risultati delle prove di stress e formula una serie di
raccomandazioni specifiche. Parallelamente, in una serie di documenti di lavoro
elaborati dai servizi della Commissione, sono riportate le relazioni dei tre gruppi
di riflessione, una relazione sulla cooperazione con il G7 e altri paesi
partner e una relazione sul riesame del regolamento sulla sicurezza
dell'approvvigionamento di gas[6].
La Commissione si accinge inoltre a adottare una raccomandazione sull'applicazione
delle norme del mercato interno alla Comunità dell'energia.
2. Risultati delle
prove di stress
2.1 Situazione
dei flussi di transito Parallelamente alle
prove di stress, già dalla scorsa primavera la Commissione è attivamente
impegnata a negoziare un compromesso tra Russia e Ucraina nella controversia
sulle fatture di gas e i pagamenti arretrati, nell'intento di assicurare
consegne di gas sufficienti all'Ucraina e la stabilità del transito verso l'UE
e gli altri paesi contraenti della Comunità dell'energia. Nel corso dell'anno
la Commissione europea e le autorità russe e ucraine hanno partecipato ad una
serie di incontri, anche a livello ministeriale. Nell'ultima riunione
ministeriale trilaterale del 26 settembre a Berlino, le posizioni delle parti
si sono avvicinate su una serie di punti chiave della proposta di compromesso
avanzata dalla Commissione. Il cosiddetto "pacchetto inverno" è
attualmente oggetto di consultazione a Mosca e Kiev e una prossima riunione
trilaterale è prevista prima del Consiglio europeo di ottobre. Un accordo tra
le parti garantirebbe le consegne di gas all'Ucraina durante il periodo
invernale. Nel
complesso la stabilità delle forniture di gas russo verso l'UE e il transito
attraverso l'Ucraina dipendono da molteplici fattori, che l'UE controlla solo
in parte. Per prudenza, è opportuno prendere in considerazione tutti gli
scenari possibili, anche l'ipotesi di gravi interruzioni delle consegne di gas.
In tal senso le proiezioni esposte di seguito non vanno prese come una prognosi
ma come un potenziale scenario e una base per la definizione delle misure di
emergenza. A settembre e
ottobre 2014 i flussi di gas russo verso l'UE sono stati in alcuni periodi
inferiori al previsto, un fenomeno stimato preoccupante dalla Commissione.
Nello specifico a settembre sono state segnalate riduzioni delle consegne di
Gazprom a una serie di società dell'UE, riduzioni che non hanno però inciso
sulla sicurezza dell'approvvigionamento nell'UE o nei paesi vicini. I flussi
inversi effettivi dalla Slovacchia all'Ucraina sono rimasti stabili, mentre i
flussi inversi dalla Polonia verso l'Ucraina sono stati interrotti per due
giorni, per poi riprendere rapidamente. Il 25 settembre sono state inoltre
interrotte sine die le consegne dall'Ungheria verso l'Ucraina dato
l'aumento dei volumi di gas in entrata in Ungheria verso gli impianti di
stoccaggio. La Commissione controlla attentamente la situazione, in
collaborazione con il gruppo di coordinamento del gas. 2.2 Situazione
dell'approvvigionamento europeo in caso di interruzione La
Commissione ha chiesto a ENTSOG di modellizzare diversi scenari di interruzione
dell'approvvigionamento. Il modello mostra che, nei diversi scenari di
interruzione di sei mesi, l'Unione europea e le parti contraenti della Comunità
dell'energia, esclusa l'Ucraina, dopo una riorganizzazione del mix di
approvvigionamento, registrerebbero ancora un deficit di gas tra cinque e nove
miliardi di m3[7]. Il modello mostra inoltre che
- nell'ipotesi del massimo sfruttamento delle infrastrutture e a condizioni di
mercato normali[8] - nell'eventualità di un'interruzione
di sei mesi, i volumi russi verrebbero sostituiti, in particolare tramite
l'importazione di volumi aggiuntivi di GNL[9],[10].
Sebbene ENTSOG non abbia modellizzato l'effetto dell'interruzione di
approvvigionamento sui prezzi, la necessità di sostituire i volumi andrebbe di
pari passo con aumenti di prezzo tali da indurre l'importazione di consistenti
volumi aggiuntivi di GNL. Nella misura consentita dalla capacità di
interconnessione o dall'accesso diretto agli impianti di importazione del GNL,
sono questi segnali di prezzo che fanno sì che il gas si sposti verso i mercati
dove è più necessario, per esempio per il riscaldamento e la produzione di
energia elettrica. L'aumento dei prezzi avrebbe inoltre come effetto uno
svuotamento significativo degli stoccaggi e una riduzione volontaria della
domanda. La
modellizzazione mostra inoltre quali sarebbero i paesi più colpiti
dall'interruzione delle forniture di gas. Tabella 1 -
Volumi mancanti di gas per paese interessato su un periodo di 6 mesi nello
scenario di interruzione dell'approvvigionamento russo e ipotizzando un'ondata
di freddo (deficit totale in milioni di m³ e maggior deficit mensile relativo
in %) Fonte: ENTSOG Figura 1 – Sostituzione del gas russo nello scenario di interruzione
delle forniture russe per un periodo di 6 mesi[11] Fonte: ENTSOG Per questo esercizio la modellizzazione
di ENTSOG prevede due scenari, uno "non cooperativo" e uno
"cooperativo"[12], che si differenziano essenzialmente per il fatto che lo scenario
"cooperativo" presuppone, quale elemento essenziale, una pari
ripartizione (relativa) del carico in virtù della quale la solidarietà tra
Stati membri permette di distribuire equamente le carenze di gas tra Stati
membri confinanti. Nello scenario "non
cooperativo", invece, gli Stati membri ridurrebbero o sospenderebbero le
esportazioni di gas tra di loro e verso i paesi contraenti della Comunità
dell'energia nel caso in cui la domanda interna non possa essere più pienamente
soddisfatta. Lo scenario "cooperativo"
presuppone che l'Ucraina e la Moldova[13] continuino a rifornirsi di gas dagli
Stati membri almeno attraverso la Slovacchia a piena capacità, mentre lo scenario
"non cooperativo" ipotizza un livello di esportazioni pari al 50%
della capacità in termini di flussi inversi della Slovacchia. In mancanza di cooperazione tra gli Stati membri e di ulteriori
misure nazionali, Bulgaria, Romania,
Serbia, ex Repubblica jugoslava di Macedonia e Bosnia-Erzegovina potrebbero
registrare gravi deficit di approvvigionamento del 40% o molto superiori[14],
se non altro verso la fine del periodo di interruzione di 6 mesi (scenario di
interruzione del transito attraverso l'Ucraina e scenario di interruzione
totale delle forniture russe). Deficit di simile entità sono ipotizzati nello
scenario di interruzione totale delle forniture russe verso l'Unione per
Lituania, Estonia e Finlandia. Anche l'Ungheria e la Polonia[15]
ne risentirebbero, sebbene in misura minore, con deficit rispettivamente del
30% e del 20%. La figura 2 illustra i principali effetti dei due scenari di
interruzione. Nello
scenario cooperativo gli effetti dell'interruzione risultano notevolmente
attenuati negli Stati membri e nei paesi contraenti della Comunità dell'energia
più esposti, in particolare Bulgaria, Estonia, Bosnia-Erzegovina, ex Repubblica
jugoslava di Macedonia e Serbia. D'altro canto è probabile che anche Grecia e
Lettonia registrino deficit non trascurabili[16].
Secondo la simulazione, considerate le infrastrutture di approvvigionamento e
le fonti di gas di cui dispongono attualmente, gli Stati membri in grigio sulla
mappa non sarebbero direttamente colpiti. Figura
2
– Mappe delle probabili interruzioni dell'approvvigionamento – prima
dell'adozione di ulteriori misure nazionali – a febbraio, alla fine di un
periodo di 6 mesi di interruzione delle forniture di gas russo, nello
scenario cooperativo e nello scenario non cooperativo, in condizioni
invernali normali[17] Scenario cooperativo || Scenario non cooperativo Fonte: ENTSOG Effetti di un'interruzione
duratura delle forniture in Ucraina L'Ucraina occupa, tra i paesi contraenti della
Comunità dell'energia, una posizione decisamente unica.
Il paese vanta una considerevole capacità di trasmissione e di stoccaggio che,
seppure vada modernizzata, gli permette di reagire a un'interruzione
dell'approvvigionamento in modo maggiormente differenziato rispetto agli altri
paesi contraenti. L'Ucraina consuma di norma circa 50 miliardi di m3
l'anno, di cui circa 20 prodotti a livello nazionale e il resto importati
essenzialmente dalla Russia. Dal 16 giugno 2014 tuttavia le forniture
di gas russo destinato al consumo ucraino. La valutazione delle prove di stress
svolta dal paese mostra che la produzione nazionale e gli impianti di
stoccaggio possono coprire tra il 50% e il 70% della domanda, in presenza di
misure di gestione della domanda. Le importazioni dall'Unione contribuirebbero
in parte a coprire il deficit di gas, nello scenario ottimistico previsto
dall'Ucraina[18]. Un passo importante in questa
direzione è stata l'inversione di flusso Slovacchia-Ucraina che, operativa
dagli inizi di settembre, può spedire fino a 27 milioni di m3 di gas
al giorno, di cui due terzi su base continua. Un'ipotetica
ondata di freddo di 2 settimane verso la fine del periodo di interruzione di
6 mesi inciderebbe sicuramente in modo negativo sulla sicurezza
dell'approvvigionamento. Come mostra la figura
3, secondo il modello ENTSOG, anche in questo caso in
uno scenario cooperativo i deficit nei paesi più colpiti sarebbero ridotti
rispetto ai livelli che raggiungerebbero in uno scenario non cooperativo. In
uno scenario cooperativo risulterebbero tuttavia colpiti altri Stati membri
dell'Europa centro-orientale e occidentale, quali Austria, Repubblica ceca,
Germania (settentrionale)[19],
Italia e Slovacchia, per effetto del flusso di gas verso paesi con deficit più
elevati. Secondo il modello, questi deficit si attesterebbero al di sotto del
10%, ovvero un livello in cui si verifica di norma un riduzione (naturale)
della domanda indotta dal prezzo, senza dover intervenire con misure
addizionali. Figura 3 – Mappe delle probabili interruzioni dell'approvvigionamento
– prima dell'adozione di ulteriori misure nazionali – a febbraio alla
fine di un periodo di 6 mesi di interruzione dell'approvvigionamento di gas
russo nello scenario cooperativo e in quello non cooperativo durante un'ondata
di freddo Scenario cooperativo || Scenario non-cooperativo Fonte: ENTSOG Esposizione
del settore del riscaldamento a un'interruzione della fornitura di gas Circa la metà del consumo di energia
primaria dell'UE è dovuto al riscaldamento degli ambienti e dell'acqua nei
settori residenziale e terziario e alla produzione di calore di processo nelle
industrie. Il riscaldamento degli ambienti e dell'acqua negli edifici comporta
un consumo particolarmente elevato di gas in Ungheria, Italia, Paesi Bassi e
Regno unito, come si evince dalla figura 4 di seguito. Figura 4 –
Distribuzione per Stato membro della domanda di calore degli utenti finali per
il riscaldamento degli ambienti e dell'acqua nei settori residenziale e dei
servizi, per tipo di combustibile e vettore energetico. . Fonte: Valutazione del mercato del riscaldamento dell'UE-28 per il 2010,
Stratego Per riscaldare gli ambienti e l'acqua nell'UE si ricorre a caldaie
individuali per il consumo proprio (88%) o al teleriscaldamento (12%). Questa
media tuttavia non tiene conto di alcune importanti differenze, dal momento che
negli Stati membri dell'Europa settentrionale, della regione baltica e
dell'Europa centrale e orientale la percentuale di utilizzo del teleriscaldamento
è compresa tra il 14% e il 56%[20];
in questi paesi fanno ricorso agli impianti di teleriscaldamento dal 10 alla
metà degli utenti domestici[21].
In media, il 44% degli impianti di teleriscaldamento è alimentato a gas e la
percentuale sale all'80% nei paesi in cui il teleriscaldamento è ben radicato,
come la Lettonia, la Lituania, la Slovacchia, la Bulgaria e l'Ungheria. Di
conseguenza, nei paesi baltici e in Finlandia, il consumo di gas negli impianti
di teleriscaldamento e nelle centrali termoelettriche in genere rappresenta
circa il 50% del consumo totale di gas. Gli impianti di teleriscaldamento alimentati a gas
(ad eccezione di quelli con capacità di passaggio ad altri combustibili) e gli
utenti che utilizzano il riscaldamento distribuito sono in genere considerati
clienti protetti[22]
e pertanto sono gli ultimi ad essere interessati da eventuali sospensioni della
fornitura. Inoltre, molti Stati membri hanno imposto l'obbligo agli impianti di
riscaldamento di passare ad altri combustibili, anche se si registrano
differenze significative tra i vari Stati (dal 100% della Finlandia a meno del
20% in Romania e Bulgaria). 2.3 Valutazione
delle misure proposte nelle relazioni nazionali Come si evince dagli scenari prospettati
dall'ENTSOG, le possibili interruzioni delle forniture di gas russo avrebbero
ripercussioni molto diverse da uno Stato membro all'altro, a seconda della loro
posizione geografica e delle fonti di approvvigionamento di cui dispongono. La
varietà dei livelli di incidenza si riflette anche nelle misure che Stati
membri e parti contraenti della Comunità dell'energia hanno elencato nelle
relazioni sulle prove di stress presentate alla Commissione. Mentre alcuni dei
paesi più vulnerabili potrebbero essere costretti a ricorrere con una certa urgenza
a misure drastiche (ad esempio, limitazione dell'approvvigionamento o rilascio
di scorte strategiche) nel periodo considerato nel modello, altri Stati membri
lasciano che il settore del gas operi in base ai fondamentali di mercato. È
importante notare che una gestione oculata e basata sul mercato della crisi
dell'approvvigionamento negli Stati membri meno colpiti avrà nell'insieme
ricadute positive sulla gestione del problema per tutta l'UE e per la Comunità
dell'energia. Figura 5 – Panoramica delle diverse misure previste dagli Stati membri
nelle rispettive relazioni ipotizzando un periodo di 6 mesi di interruzione
delle rotte ucraine di transito del gas e di interruzione totale delle
forniture di gas russo.
Fonte:
relazioni nazionali sulle prove di stress 2.3.1 Stoccaggio Lo
stoccaggio, ove disponibile, è uno strumento fondamentale per bilanciare la
domanda e l'offerta in tutti gli Stati membri e le parti contraenti della
Comunità dell'energia[23].
All'inizio di Ottobre i livelli di riempimento degli stoccaggi nell'UE erano
molto elevati, pari a circa il 90%. Solo due Stati membri (Ungheria e
Portogallo) avevano livelli inferiori all'80%, ma il rapporto tra riempimento
degli stoccaggi e domanda in Ungheria è attualmente al di sopra della media,
grazie alle elevate capacità di stoccaggio del paese. Figura 6
– Livelli di stoccaggio (%) per Stato
membro, riempimento degli stoccaggi rispetto alla domanda interna (%) e
capacità di stoccaggio rispetto alla domanda interna (%), ottobre 2014[24]
Fonte: Piattaforma per la trasparenza IGSA GSE e
Eurogas; analisi della Commissione. Tuttavia, stando ai dati forniti nelle relazioni
nazionali e all'analisi dell'ENTSOG, una crisi di lunga durata o semplicemente
un inverno rigido potrebbe azzerare rapidamente le scorte, rendendo così
necessario il ricorso ad altre misure di sicurezza dell'approvvigionamento per
garantire l'approvvigionamento dei clienti. Nel valutare i vari piani nazionali per l'utilizzo
delle scorte, è opportuno fare una serie di osservazioni importanti. In primo
luogo, la possibilità di incrementare la capacità fisica di stoccaggio in tempi
brevi è pressoché nulla. In secondo luogo, a meno che non prendano misure per
evitare un esaurimento troppo rapido delle scorte, i paesi che ricorrono a un
aumento a breve termine dei tassi di prelievo dovranno far fronte alle
ripercussioni in caso di protrazione dell'interruzione dell'approvvigionamento,
compresa la sensibile diminuzione dei tassi di prelievo conseguente alla
riduzione dei livelli delle scorte. Accumulare le scorte a livelli superiori rispetto ai
livelli usuali e garantire un ritmo dei prelievi che tenga conto della
possibilità di un inverno lungo possono rivelarsi importanti misure
preparatorie negli Stati membri più esposti in caso di crisi. Lo stoccaggio può
essere utilizzato per garantire l'approvvigionamento secondo modalità più o
meno basate sul mercato. Diversi Stati membri hanno adottato misure preventive
per garantire la sicurezza dell'approvvigionamento: obblighi di stoccaggio
connessi alla fornitura (ad esempio la Bulgaria, la Danimarca, la Francia,
l'Italia, la Polonia, il Portogallo, la Slovacchia e la Spagna) e stoccaggio
strategico (ad esempio, l'Ungheria). Inoltre, alcuni piani nazionali, come
quello dell'Ungheria, prevedono misure che incoraggiano l'accumulo di scorte
mediante la riduzione delle tariffe di trasporto, che possono rappresentare una
parte significativa dei costi di stoccaggio. Occorre prestare particolare
attenzione per evitare che l'accumulo di scorte, attività del tutto legittima
per la quale si ricorre spesso a gas importato, non danneggi le transazioni
transfrontaliere volte a fornire gas al di fuori del paese. 2.3.2 Sostituzione
dei volumi mancanti attraverso l'incremento della produzione interna o
l'acquisto di maggiori quantità di gas da un'altra fonte Un
modo ovvio per sostituire i volumi di gas mancanti da una fonte è importare gas
da un'altra fonte o aumentare la produzione interna. In generale, è altamente improbabile che l'aumento
della produzione interna di gas dell'UE abbia un'incidenza significativa a
breve termine, soprattutto a causa di vincoli tecnici dei sistemi. Per quanto
riguarda le importazioni, le possibilità di ulteriori forniture attraverso i
gasdotti dal Nord Africa al momento sono ridotte e la produzione norvegese è al
limite. Il GNL rappresenta chiaramente la fonte di importazione con il maggiore
potenziale, dato che i terminali GNL nell'UE hanno una capacità sufficiente per
accogliere nuovi volumi[25].
Il mercato a pronti (forniture spot) del GNL è abbastanza grande da fornire
volumi aggiuntivi, e lo stesso vale per il settore delle spedizioni. Inoltre,
il recente calo dei prezzi del GNL asiatico ha reso il gas naturale liquefatto
un'alternativa più economica per l'UE. Tuttavia, dato che in caso di scarsità
di risorse o interruzione dell'approvvigionamento il prezzo del GNL aumenterà,
l'acquisto di forniture spot potrebbe rivelarsi costoso[26].
Inoltre, una spedizione può impiegare almeno una settimana a giungere nella
zona di crisi. 2.3.3 Agire
sul piano della domanda La
riduzione della necessità di gas permetterà di attenuare l'impatto di
un'interruzione. In linea generale, la grande maggioranza delle relazioni
nazionali, in modo particolare nelle regioni più colpite, non ha valutato
l'effetto della potenziale riduzione della domanda (delle industrie o degli
impianti di produzione di energia alimentati a gas) che l'aumento dei prezzi
potrebbe indurre in caso di interruzione dell'approvvigionamento. La domanda
caratterizzata da un'elevata elasticità dei prezzi, stimata nell'ordine del
10%, probabilmente sarà la prima ad abbandonare il mercato con la chiusura
delle unità dettata da ragioni economiche o con il passaggio a combustibili
alternativi (biomassa o petrolio), qualora tale passaggio sia economicamente
conveniente. Solo un numero esiguo di relazioni nazionali sulle prove di stress
descrivono misure sul lato della domanda basate sul mercato e sugli incentivi,
e i paesi più colpiti non hanno esperienza nell'attuazione di tali misure. La limitazione dei consumi in base a una sequenza
prestabilita di gruppi di utenti è il più importante strumento sul lato della
domanda di cui dispongono le autorità che sono tutte disposte a farne uso,
anche alla luce delle disposizioni contenute nel regolamento sulla sicurezza
dell'approvvigionamento di gas. Questi piani generalmente prevedono di iniziare
dagli utenti industriali più flessibili, per finire con i clienti protetti, tra
i quali figurano in primo luogo le famiglie. Per quanto riguarda questa
limitazione sul lato della domanda, la Commissione osserva che molti piani non
quantificano né specificano gli effetti esatti delle misure previste sui
singoli gruppi di clienti, dando luogo a un'assenza di chiarezza circa l'esatta
portata delle eventuali conseguenze di un'interruzione della fornitura per i
vari gruppi di clienti[27]. 2.3.4 Passaggio
ad altri combustibili I
sistemi di teleriscaldamento in molti Stati membri colpiti sono alimentati
prevalentemente a gas. Inoltre, la quota della produzione di energia a partire
dal gas nel 2012 era pari o superiore al 25% per Croazia, Grecia, Ungheria,
Lettonia e Lituania[28].
L'aumento
dei prezzi del gas può comportare il temporaneo passaggio ad altri
combustibili, dettato da considerazioni economiche in una situazione di crisi.
Inoltre, i piani nazionali di tutti i paesi che si trovano a fronteggiare un
probabile taglio degli approvvigionamenti prevedono la possibilità di imporre
il passaggio ad altri combustibili. Nell'ambito di tali misure, viene chiesto
generalmente agli utenti che dispongono di impianti a doppia alimentazione
(cosiddetti dual fuel) di passare da un tipo di alimentazione all'altro.
Gli Stati membri hanno notificato l'obbligo di stoccaggio sul posto di combustibili
alternativi (come la biomassa o il petrolio) per un determinato, e
relativamente breve, periodo di tempo[29].
In
generale, gli Stati membri non prevedono grossi problemi di logistica o di
approvvigionamento per quanto riguarda la predisposizione del passaggio ad
altri combustibili durante i periodi di approvvigionamento obbligatorio a
livello nazionale. Tuttavia non sono state ancora effettuate prove per testare
la resistenza del sistema in caso di lunghi periodi di interruzione
dell'approvvigionamento e quindi di passaggio ad altri combustibili. Se
necessario, è possibile utilizzare le scorte petrolifere strategiche per
alimentare le centrali elettriche e le unità di riscaldamento centralizzate,
secondo quanto previsto dalla normativa[30]. La Commissione osserva che in alcuni paesi della
Comunità dell'energia potrebbero sorgere difficoltà a causa dell'assenza di
scorte di petrolio e carbone destinate al riscaldamento. Ad esempio in Serbia,
o in Bosnia-Erzegovina, sebbene un terzo degli impianti di teleriscaldamento
possa passare dal gas al petrolio, le scorte di petrolio si esaurirebbero in
fretta. Anche nel caso della Moldova, il passaggio dal gas al carbone per la
produzione di energia elettrica potrebbe essere difficoltoso se non si
garantisce in tempo utile lo stoccaggio del carbone. Varie relazioni nazionali citano la possibilità di
passare dal gas, in particolare per il riscaldamento, al consumo di energia
elettrica, anche facendo ricorso alle energie rinnovabili (biomassa sostenibile
prodotta localmente, pompe di calore, ecc.) e la possibilità di utilizzare
l'accumulo termico nei sistemi di teleriscaldamento. Sebbene l'energia
elettrica possa essere in larga parte una misura efficace per far fronte alla
carenza di gas, occorre considerare attentamente alcuni fattori, ad esempio il
ruolo degli impianti di produzione di energia a partire dal gas nella fornitura
di riserve di sistema, nonché nel bilanciamento del sistema, e i limiti della
rete nel far fronte alla domanda eccezionalmente alta e protratta nel tempo[31].
Dalle
discussioni tra gli Stati baltici e la Finlandia, nonché tra altri paesi come
la Grecia e la Bulgaria, emerge una propensione per la cooperazione e
scaturisce una riflessione comune sull'interazione tra i due settori. Nel
complesso tuttavia le relazioni nazionali e la valutazione effettuata dalla
rete europea dei gestori dei sistemi di trasmissione dell'energia elettrica
(ENTSO-E), sulla base dei migliori dati disponibili, non forniscono una
descrizione esaustiva, che invece sarebbe necessaria, degli effetti di ricaduta
che un'interruzione dell'approvvigionamento del gas avrebbe sul settore
energetico. 2.3.5 Calendario
delle misure non basate sul mercato Nella
figura 7 di seguito è riportata un'analisi, effettuata dalla Commissione, del
possibile calendario per l'introduzione di misure non basate sul mercato
durante il periodo di 6 mesi di interruzione totale delle forniture di gas
russo. Alcune differenze, al di là di quelle relative al livello di esposizione
al rischio, sono probabili anche a causa delle decisioni politiche prese dagli
Stati membri riguardo alla gestione di una crisi di approvvigionamento. Alcuni
paesi, come la Repubblica Ceca e la Germania, che, sulla base dei calcoli
relativi allo "scenario cooperativo" dell'ENTSOG, saranno
probabilmente interessati in misura minore solo durante un'ondata di freddo,
segnalano l'introduzione di misure non basate sul mercato a uno stadio molto
precoce e in maniera preventiva, in modo da garantire l'approvvigionamento ai
clienti protetti. È possibile riscontrare anche altre differenze tra paesi che
hanno adottato rapidamente misure non basate sul mercato, come la Grecia e la
Croazia, e paesi che hanno palesemente dato priorità quanto più a lungo
possibile alle misure basate sul mercato, come la Bulgaria, l'Ungheria e la
Romania. Inoltre, effettuando una lettura incrociata di queste analisi
nazionali e delle mappe dell'ENTSOG che indicano le regioni interessate e i
livelli di impatto in una crisi di approvvigionamento, si può osservare che, nello
scenario cooperativo, l'introduzione di misure non basate sul mercato può
essere notevolmente ritardata. Tutto ciò suggerisce che è possibile migliorare
la situazione globale attraverso un maggiore coordinamento. Figura
7 – Grafico dell'introduzione temporanea di misure nazionali Fonte: relazioni nazionali,
analisi della Commissione 3.
Conclusioni 3.1 Valutazione
delle misure degli Stati membri Un'interruzione prolungata delle rotte ucraine di
transito del gas e, a maggior ragione, l'interruzione totale delle forniture
russe avranno un impatto notevole nell'UE, e a soffrirne di più saranno gli
Stati membri dell'Europa orientale e i paesi della Comunità dell'energia. Le relazioni nazionali mettono in luce due carenze
principali per quanto riguarda la sicurezza dell'approvvigionamento a breve
termine dell'Unione. In primo luogo, diversi progetti di infrastrutture,
avviati con l'esplicito intento di accrescere la sicurezza
dell'approvvigionamento in seguito alla crisi del 2009, non sono stati ancora
(completamente) attuati a causa di una serie di problemi, che vanno dalla
mancanza di sostegno politico alla gestione insoddisfacente dei progetti e
all'assenza di una cooperazione transfrontaliera[32]
In
secondo luogo, molte delle strategie nazionali in materia di sicurezza
dell'approvvigionamento sono unilaterali, presentano un livello di
coordinamento inadeguato e/o prevedono una cooperazione insufficiente. Da tutto
ciò consegue che il livello di efficienza complessivo nella gestione della
sicurezza dell'approvvigionamento del gas nell'Unione non è ottimale, come
verrà spiegato nel dettaglio più avanti. L'analisi dell'ENTSOG evidenzia
che una cooperazione basata su un utilizzo ottimizzato dell'infrastruttura e
sulla ripartizione relativa degli oneri permette di garantire la fornitura di
gas ai clienti protetti negli Stati membri e alle parti contraenti della
Comunità dell'energia, nonché significative esportazioni verso l'Ucraina[33].
Ciononostante, oltre all'ottimizzazione dei flussi di gas nazionali e
transfrontalieri, gli Stati membri della regione baltica, la Finlandia, i paesi
dell'Europa centrale e sudorientale e le parti contraenti della Comunità
dell'energia dovranno adottare un'ampia gamma di misure supplementari per
ridurre al minimo la quantità di gas "non fornita" o mancante per i
clienti non protetti. Dal momento che il modello dell'ENTSOG ha già preso in
considerazione l'ottenimento di ulteriore gas da un'eventuale produzione
nazionale, il ricorso a fonti esterne o lo stoccaggio, la prossima misura più
probabile (oltre ad altri tipi di misure che agiscono sulla domanda) è il
passaggio ad altri combustibili, obbligatorio o indotto dai prezzi. Un buon
esempio è la Finlandia, che a prima vista sembra essere lo Stato membro più
vulnerabile, ossia quello in cui la quantità di gas non fornita o mancante
potrebbe arrivare al 100% nello scenario, ipotizzato dal modello, di 6 mesi di
interruzione delle forniture russe. Tuttavia, occorre sottolineare innanzi
tutto che la quota di clienti protetti cui sarebbero destinate le forniture di
gas è minima. Inoltre, tenuto conto che in Finlandia vige un sistema di
passaggio obbligatorio a un altro combustibile, nonché l'obbligo di detenere
scorte importanti di combustibili alternativi, il paese riuscirà con ogni
probabilità, con una logistica ben strutturata, a sostituire tutti i volumi di
gas senza dover limitare la domanda. È molto probabile invece che gli Stati
membri della regione baltica, dell'Europa centrale e dell'Europa sudorientale e
le parti contraenti della Comunità dell'energia maggiormente colpiti[34]
debbano limitare i consumi dei clienti non protetti, soprattutto verso la fine
del periodo modellizzato. Tutte le relazioni nazionali prevedono misure per
far fronte a un'eventuale interruzione dell'approvvigionamento. La sequenza di
queste misure è importante ed è fondamentale che il mercato funzioni il più a
lungo possibile. Quando il mercato funziona, i segnali di prezzo attirano nuove
forniture di gas, soprattutto di GNL, verso l'UE e, all'interno dell'UE, verso
i paesi che lamentano una maggiore penuria, purché esistano le infrastrutture
necessarie. I segnali di prezzo promuovono l'utilizzo commerciale dello
stoccaggio quale strumento per assicurare l'equilibrio tra domanda e offerta e
favoriscono la riduzione della domanda e il passaggio ad altri combustibili
dettato da considerazioni economiche. Gli Stati membri non devono impedire i
flussi transfrontalieri di gas. L'aumento dei prezzi non è il segnale di una
crisi di approvvigionamento, né giustifica interventi sul mercato in nome della
sicurezza dell'approvvigionamento. Ciò tuttavia non dispensa gli Stati membri
vulnerabili dall'obbligo di mettere a punto adeguatamente, e nella giusta
sequenza, le misure cui ricorrere per prepararsi e rispondere a un'emergenza.
Anche i paesi vulnerabili dovrebbero ricorrere innanzi tutto e senza riserve
alle misure basate sul mercato ma, qualora queste non fossero più sufficienti,
dovrebbero adottare in caso di emergenza misure non basate sul mercato. Quando
è necessario adottare misure non basate sul mercato, è molto importante optare
per quelle meno distorsive e più proporzionate prima di passare a quelle più
intrusive, tenendo debitamente conto dell'effetto della misura a livello
transfrontaliero. 3.2 Necessità
di intensificare la cooperazione e il coordinamento Come indicato, nell'elaborazione delle strategie di
sicurezza dell'approvvigionamento, in generale le relazioni nazionali si
presentano fortemente orientate verso approcci nazionali piuttosto che
tenere conto della dimensione regionale. Nelle loro relazioni nazionali molti
Stati membri hanno ipotizzato l'assenza di certezza delle forniture da taluni
paesi limitrofi, il che li ha spinti a ipotizzare anche l'assenza di
esportazioni che indeboliscono la sicurezza dell'approvvigionamento su una più
ampia scala regionale e unionale. La cooperazione è pertanto essenziale per
esempio nella regione baltica in quanto l'ubicazione dello stoccaggio di
Inčukalns è talmente importante che, se non è più fruibile, in cinque
giorni l'Estonia si troverebbe impossibilitata a rifornire di gas anche i
clienti protetti. L'assenza di coordinamento si rispecchia in un certo
numero di discrepanze nelle misure indicata da diversi Stati membri, anche
limitrofi. Fra tali discrepanze si annoverano l'inclusione dell'aumento di
capacità in diversi piani dei medesimi fornitori esterni oppure diverse ipotesi
di flusso fra interconnettori condivisi. Si tratta ovviamente di un prodromo di
esiti inefficienti, in particolare in una situazione di crisi abbinata a
mercati tesi, il che può tradursi in un senso di falsa sicurezza. Laddove è
chiaro che si è registrato un certo coordinamento prima dell'esecuzione delle
prove di stress, rinforzato ulteriormente da nuove discussioni, l'analisi
comparativa delle relazioni mostra che esiste ancora un margine nonché
l'esigenza di cooperare più strettamente a livello transfrontaliero (obiettivo
di base), al fine di garantire ipotesi realistiche per quanto attiene ai flussi
di gas attesi fra i punti di interconnessione.
Alla luce di quanto esposto in precedenza, è
evidente che la cooperazione transfrontaliera deve spingersi oltre il mero
controllo di coerenza transfrontaliera delle misure nazionali e dev'essere
esteso al fine di includervi l'identificazione delle sinergie
transfrontaliere, e concordare le modalità di realizzazione delle misure di
solidarietà. Un siffatto approccio si tradurrebbe essenzialmente in una
maggiore efficienza, non solo in termini economici, bensì anche per quanto
attiene alla sicurezza dell'approvvigionamento del gas sul breve periodo.
Esistono esempi di tale cooperazione fra Stati
membri che la Commissione accoglie con favore in quanto primo vero passo verso
il miglioramento della sicurezza dell'approvvigionamento a livello regionale.
Fra gli esempi si può annoverare l'accordo previsto fra l'Estonia e la Lituania
in base al quale i clienti protetti di entrambi i paesi saranno approvvigionati
prima dei clienti non protetti di entrambi i paesi. Un altro esempio è costituito
dall'accordo intergovernativo fra l'Ungheria e la Croazia sulla sicurezza
dell'approvvigionamento, che, anche se dev'essere ancora attuato, riflette un
approccio costruttivo verso la cooperazione. La cooperazione può inoltre
manifestarsi nell'uso condiviso delle infrastrutture, per esempio gli
stoccaggi, o nell'incremento della generazione di energia in alcuni Stati
membri per consentire ad altri Stati membri di fruire del gas così rilasciato
per approvvigionare i clienti protetti. Un esempio interessante a tal proposito
è lo sviluppo della cooperazione fra la Grecia e la Bulgaria che prevede uno
scambio di gas ed energia elettrica per stabilizzare entrambi i sistemi in caso
di carenze gravi. Un approccio collaborativo rafforzato richiederà
accordi fra le parti interessate relativamente ai termini e alle condizioni
organizzativi, commerciali e normativi della cooperazione in caso di crisi. Per
costruire la fiducia è necessario concordare prima norme chiare a livello
europeo o regionale. È possibile che una maggiore cooperazione transfrontaliera
non sia interamente realizzata sotto ogni aspetto entro il prossimo inverno.
Tuttavia, tenuto conto dei maggiori rischi attuali, gli Stati membri e i paesi
limitrofi dovrebbero immediatamente avviare tale processo oppure rafforzare le
iniziative già avviate, al fine di raggiungere un accordo sulle informazioni
fondamentali nonché in merito alle azioni individuali e comuni da attuare in
un'eventuale situazione di crisi. Tali accordi, comprensivi delle misure suscettibili
di essere attuate in caso di necessità durante il prossimo inverno, possono
essere agevolati dalla Commissione europea onde addivenire a un accordo in
tempi relativamente brevi. Si devono avviare forme di cooperazione per ridurre
le carenze di gas in uno Stato membro garantendo e consentendo
l'approvvigionamento transfrontaliero anche se esso genera alcuni
"sacrifici" anche nel paese "donatore". Applicando questo
principio, la responsabilità relativa al ruolo di coordinamento e alla
sicurezza dell'approvvigionamento dei TSO deve essere pienamente incanalata,
con il sostegno delle autorità nazionali di regolamentazione, in modo da
consentire loro di erogare flussi verso il paese limitrofo anche se non hanno
garantito il pieno funzionamento del sistema nella loro zona di responsabilità.
Si tratta anche di un'opportunità per migliorare la sicurezza
dell'approvvigionamento sul lungo periodo grazie a partenariati regionali.
In tale contesto la Commissione sottolinea il ruolo
speciale degli Stati membri sul cui territorio transita il gas diretto verso i
mercati "a valle". Per quanto concerne l'approvvigionamento verso
l'Europa centrale e sudorientale, la Germania, la Repubblica ceca, l'Austria,
la Slovacchia, l'Ungheria e la Slovenia dispongono tutte di importanti
infrastrutture che devono essere sfruttate in modo ottimale già come base per
un mercato interno funzionante. Inoltre, in una specifica situazione di
sicurezza dell'approvvigionamento va altresì garantito a tali paesi di poter
continuare a consentire il transito del gas verso i mercati in cui le carenze
sono più importanti. È chiaro tuttavia che questo tipo di cooperazione
non può essere unidirezionale, bensì dovrebbe consentire un'opportuna
allocazione dei costi delle misure necessarie per far fronte alla crisi sul
breve ma anche sul medio e lungo termine. Il concetto secondo il quale i
consumatori di un paese sostengono i costi delle misure afferenti alla
sicurezza dell'approvvigionamento e di conseguenza godono di livelli di
protezione superiori ha spesso costituito un ostacolo allo sviluppo di regimi
di cooperazione. Le misure di solidarietà non sono sovvenzioni né prestiti ma
misure di risposta operative all'emergenza cui il beneficiario dovrà in ultima
istanza contribuire. La solidarietà che incentiva un comportamento opportunista
non è solidarietà. Sarebbe comunque inopportuno considerare la solidarietà
esclusivamente in un ambito meramente commerciale di breve periodo.
Una cooperazione rafforzata non solo genera vantaggi
tangibili sul breve periodo per gli Stati membri più esposti al rischio di
emergenze nel prossimo inverno. È nell'interesse di tutti che l'introduzione
delle misure più energiche e radicali, come la limitazione della domanda, le
restrizioni degli scambi o lo svincolo di scorte strategiche, sia ritardata e
ridotta al minimo, poiché tali misure possono minare alla radice il mercato
interno dell'energia per un lungo periodo, il che a sua volta può intaccare la
fiducia degli investitori (per es. nello stoccaggio commerciale) e ridurre
l'attrattiva del mercato UE per le forniture esterne da fonti nuove ed
esistenti. Gli approcci basati sull'isolamento e il sospetto sono contrari alla
solidarietà necessaria per creare una vera e propria Unione dell'energia.
Questo richiederà però anche che gli Stati membri più vulnerabili facciano
tutto quanto è in loro potere per evitare di trovarsi in una situazione di
emergenza, seguendo le indicazioni discusse oltre, al capitolo 4. 4. Raccomandazioni Nel complesso la politica energetica dell'UE mira a
completare il mercato interno dell'energia, ad aumentare l'efficienza
energetica, a ridurre le emissioni di gas a effetto serra, a diversificare le
fonti di approvvigionamento e a sfruttare le fonti locali, che congiuntamente
migliorano la sicurezza dell'approvvigionamento nell'UE. La presente relazione
è incentrata tuttavia sulle raccomandazioni specifiche che garantiranno all'UE
di essere più preparata e di trovarsi in una posizione di poter far fronte a un
rischio concreto di interruzioni dell'approvvigionamento da est nel prossimo
inverno. 4.1 Raccomandazioni
urgenti per il prossimo inverno La Commissione ha
raggruppato le raccomandazioni di breve termine intorno a tre temi, ossia i)
far funzionare il mercato, ii) definire chiaramente il momento di arresto del
mercato e quindi il momento in cui sono necessarie le misure di emergenza, e
iii) coordinare e cooperare per pianificare le emergenze e gli interventi
possibili i) Far funzionare il mercato sul breve periodo 1. Massimizzare
la capacità degli interconnettori ed eliminare o contrastare le restrizioni al
commercio transfrontaliero Si
deve massimizzare la capacità degli interconnettori, garantendo nel contempo
che la capacità massima sia messa a disposizione del mercato, per es.
applicando senza indugi procedure efficaci di gestione della congestione[35]
nonché meccanismi di allocazione della capacità[36].
Nella fattispecie le restrizioni alle esportazioni possono incidere
negativamente in caso di crisi del gas. Come risulta dall'analisi svolta dell'ENTSOG,
le restrizioni all'esportazione possono seriamente aggravare le conseguenze di
una crisi del gas nei paesi più colpiti e possono aumentare il numero di paesi
che si troverebbero ad affrontare serie interruzioni dell'approvvigionamento.
In quest'occasione la Commissione rammenta l'articolo 11, paragrafo 5, del
regolamento sulla sicurezza dell'approvvigionamento di gas, che recita "[...]
non siano introdotte misure che limitino indebitamente il flusso di gas nel
mercato interno" o "che potrebbero mettere seriamente in
pericolo la situazione dell'approvvigionamento di gas in un altro Stato membro". La Commissione incoraggia un'attuazione rapida delle
norme sull'accesso alle infrastrutture (stoccaggio compreso) da parte di terzi,
anche nei casi in cui siano state concesse deroghe al terzo pacchetto
sull'energia, come nel caso della Lettonia e dell'Estonia. 2. Ottimizzare
il ricorso allo stoccaggio Negli ultimi anni è notevolmente aumentata la
trasparenza sui livelli di stoccaggio e la piattaforma Gas Storage Europe (GSE)
rappresenta un'iniziativa encomiabile in grado di fornire informazioni
aggiornate in merito a quasi tutti gli stoccaggi dell'UE. La Romania (Romgaz)
dovrebbe fare un ultimo sforzo e pubblicare anche sulla piattaforma GSE i
propri dati relativi allo stoccaggio[37]. Le autorità nazionali di regolamentazione dispongono
di strumenti in grado di fornire incentivi economici agli operatori del
mercato, per es. mediante la riduzione delle tariffe di trasmissione per
immettere gas nello stoccaggio, al fine di promuovere un aumento delle
immissioni. Recentemente questa soluzione si ' dimostrata vantaggiosa per
l'Ungheria e nelle ultime settimane si è registrata una crescita sostenuta dei
livelli di stoccaggio anche se questi restano lievemente al di sotto della
media UE[38]. I modelli di prelievo dagli stoccaggi sono plasmati
dall'economia e non necessariamente da una strategia di sicurezza
dell'approvvigionamento, in particolare se gli obblighi di fornitura non sono
fatti rispettare correttamente. È possibile concedere incentivi economici per
dissuadere gli operatori del mercato da un ricorso troppo rapido allo
stoccaggio quando è invece possibile ricorrere ad altre fonti gasiere, come il
GNL. Tali incentivi, già usati dal TSO danese, potrebbero assumere la forma
recentemente diffusasi di pagamenti ai proprietari del gas in stoccaggio per
mantenere il gas in stoccaggio anziché prelevarlo. In ultima istanza e in circostanze debitamente
giustificate, se tali incentivi economici si
rivelano inefficaci, è possibile prendere in considerazione l'introduzione di
tariffe di prelievo disincentivanti per gli stoccaggi o addirittura limitazioni
e massimali di prelievo per diversi orizzonti temporali durante tutto
l'inverno. Queste azioni mirano a garantire uno svuotamento più prudente degli
stoccaggi, specialmente durante i periodi in cui i mercati nell'UE sono meno
tesi. Va tuttavia chiarito che tali tariffe o massimali devono essere
proporzionati ai rischi relativi alla sicurezza dell'approvvigionamento e non
dovrebbero aggravare la situazione della sicurezza dell'approvvigionamento nei
paesi limitrofi. 3. Garantire
la tempestiva realizzazione dei progetti infrastrutturali La
Commissione accoglie con favore l'imminente entrata in funzione del terminal
GNL di Klaipeda in Lituania. L'esistenza di tale infrastruttura che consente
una sufficiente diversificazione delle forniture è essenziale sia per
diversificare le forniture, sia per garantire una rete gasiera più flessibile.
Va pertanto garantito che l'entrata in funzione dei progetti il cui
completamento è previsto per i prossimi mesi sia attuata senza ritardi. In
particolare per quanto attiene al prossimo inverno, fra essi si annoverano
l'interconnettore fra la Slovacchia e l'Ungheria (1° gennaio 2015) e il
terminal GNL di Świnoujście
in Polonia (1° febbraio 2015). Gli Stati membri dovrebbero informare
la Commissione con largo anticipo, precisandone i motivi, qualora si
verificassero ritardi, onde identificare congiuntamente le eventuali azioni
immediate che consentano l'eliminazione o almeno la minimizzazione del ritardo. ii) Definire
chiaramente il momento il mercato smette di funzionare e in cui sono necessarie
le misure di emergenza 4.
Realizzare gli obblighi
derivati dalla norma sulla fornitura stabiliti dal regolamento sulla sicurezza
dell'approvvigionamento del gas Si dovrebbe incoraggiare i fornitori di gas a
prepararsi in modo responsabile a diverse situazioni di erogazione suscettibili
di verificarsi il prossimo inverno. Garantire la sicurezza
dell'approvvigionamento significa essere ben preparati a un'eventuale
interruzione: si tratta di una responsabilità condivisa fra le autorità
pubbliche e il settore interessato. Il regolamento sulla sicurezza
dell'approvvigionamento del gas contiene una norma di fornitura che va onorata,
attuata e applicata nella pratica. La Commissione europea intende agevolare la
piena attuazione di tutte le disposizioni di tale regolamento. Spetta tuttavia
alle autorità nazionali competenti applicare la norma relativa all'obbligo di
fornitura e accertare se i fornitori hanno garantito forniture sufficienti e
opzioni di flessibilità per rifornire i loro clienti il prossimo inverno,
tenuto conto dei diversi scenari. In caso contrario, le autorità nazionali competenti
dovrebbero raccomandare o imporre, a seconda degli strumenti a disposizione
nell'ambito della legislazione nazionale, di dotarsi di opzioni supplementari
per disporre di maggiori quantitativi di gas o di una maggiore flessibilità su
base commerciale. Come indicato in precedenza, la possibilità di costruire
gasdotti supplementari verso l'Europa è limitata e alcuni Stati membri hanno un
accesso limitato a fonti alternative diverse da quelle russe. Ne consegue che
il GNL è la principale alternativa per incrementare le forniture in caso di
gravi carenze. Tuttavia, dal punto di vista commerciale e operativo, il ricorso
tempestivo a navi gasiere per il trasporto di GNL durante una crisi può
richiedere risorse in termini finanziarie e di tempo. Pertanto stoccare volumi
supplementari di gas o sottoscrivere una forma di "assicurazione
GNL", per esempio sotto forma di opzioni di acquisto di GNL, può ridurre
notevolmente l'esposizione delle imprese poiché si circoscrive sia il prezzo,
sia il rischio operativo. Si può tener conto delle modalità con cui gli
operatori del mercato effettuano gli acquisti di GNL in tempi di gravi
interruzioni del mercato in modo da non deteriorare ulteriormente e fortemente
la situazione economica di un dato paese, pur attenendosi ai principi del
mercato. Si può tenere in considerazione di concludere appositi accordi
chiaramente delimitati con altri grandi importatori di GNL, come il Giappone. 5. Per
i paesi che hanno una norma di aumento della fornitura e che hanno adottato
misure volte a limitare temporaneamente tali norme in caso di emergenza a
livello regionale o unionale Il
regolamento sulla sicurezza dell'approvvigionamento del gas istituisce un
obbligo per gli Stati membri per garantire la fornitura dei clienti protetti in
diverse circostanze difficili. Esso obbliga tuttavia gli Stati membri a
identificare il modo con cui sia possibile ridurre la norma di aumento della
fornitura o gli obblighi supplementari imposti alle imprese del settore del gas
naturale al di là di tali circostanze difficili, in uno spirito di solidarietà,
in caso di emergenza a livello regionale o unionale. Un'eventuale riduzione
potrebbe liberare determinati quantitativi di gas che altrimenti non sarebbero
necessariamente usati, incrementando così la liquidità sul mercato ed
eventualmente riducendo le carenze di gas in altre regioni. L'analisi dei piani
d'azione preventiva e i piani d'emergenza[39]
mostra che alcuni Stati membri hanno già adottato disposizioni
particolareggiate per applicare tale riduzione. La Commissione intende
collaborare con quanti non abbiano ancora concordato le opportune misure. 6. Massimizzare
il potenziale di passaggio ad altri combustibili e garantire l'attuazione
operativa Le capacità di passaggio ad altri combustibili sono
un elemento fondamentale nella prevenzione e nel superamento delle interruzioni
della fornitura. A titolo di esempio, poiché la Finlandia è interamente
dipendente dal gas russo e non può ricevere forniture di gas da altre fonti, si
è dotata di misure volte a garantire un obbligo di ampia portata per quanto riguarda
il passaggio ad altri combustibili che rappresentino un'alternativa
sostenibile. Le relazioni nazionali hanno mostrato che il potenziale di
passaggio ad altri combustibili è molto diverso fra gli Stati membri e i paesi
contraenti della Comunità dell'energia. Considerato che gli Stati membri
hanno già pianificato[40]
di passare alle energie rinnovabili per circa il 10% delle loro necessità in
termini di riscaldamento, tali piani dovrebbero essere accelerati attraverso il
fondo strutturale europeo e il fondo europeo per gli investimenti e beneficiare
dell'esperienza già acquisita. Le autorità nazionali competenti dovrebbero
garantire di disporre di tutte le misure amministrative e operative in grado di
agevolare il passaggio ad altri combustibili su ampia scala, in particolare ove
si ricorre al teleriscaldamento, compresa il collaudo degli impianti al fine di
accertare che il passaggio sia effettivamente possibile. Considerato che il
petrolio è il combustibile maggiormente interessato, è essenziale garantire che
gli aspetti logistici di tale passaggio di massa (eventualmente sostenuto) sia
pianificato in anticipo, compreso il possibile uso delle scorte strategiche di
petrolio in talune circostanze. Lo stesso vale per il passaggio alla biomassa. Nel settore industriale, le unità di cogenerazione
possono essere spente e la loro produzione sostituita dalle caldaie per il solo
riscaldamento di cui è munita la maggior parte degli impianti di cogenerazione
industriali come capacità di riserva, a condizione che l'energia elettrica
prodotta da tali unità possa essere sostituita da elettricità di rete e che
tale sostituzione sia interessante sotto il profilo finanziario. 7.
Attuare le misure di
efficienza energetica di breve termine e di moderazione della domanda La
realizzazione di un livello apprezzabile di riduzione della domanda invitando
gli utenti ad abbassare le temperature degli ambienti o assistendoli
nell'applicare altre misure di risparmio energetico può rivelarsi utile per
colmare una carenza di approvvigionamento. Le campagne pubbliche in questo
senso si sono dimostrate efficaci per assorbire almeno parzialmente le carenze
dell'approvvigionamento nel settore dell'energia elettrica in seguito
all'incidente di Fukushima in Giappone e all'esplosione della centrale di
Vasilikos a Cipro. Le misure immediatamente disponibili che possono essere
attuate rapidamente con investimenti iniziali contenuti comprendono per es.
l'isolamento termico, l'apposizione di pannelli riflettenti dietro i radiatori
e l'isolamento delle condutture. Queste misure possono essere attuate
attraverso diversi mezzi, compresi gli obblighi facenti capo al fornitore di
energia a norma della direttiva UE sull'efficienza energetica.
Nell'industria la domanda di energia può essere ottimizzata a breve termine
mediante l'introduzione di audit energetici e l'adozione di regimi di gestione
energetica. 8. Precisare
il ruolo dei TSO nelle situazioni di emergenza e garantire che tale ruolo sia
ben compreso dai TSO Occorre valutare se può rivelarsi necessario
investire i TSO di responsabilità supplementari, sotto la supervisione delle
autorità nazionali di regolamentazione, in modo da consentire loro di andare
oltre il monitoraggio dell'equilibrio fra domanda e offerta sulla rete nonché
di adottare azioni preventive o di risposta atte a garantire la sicurezza
operativa dell'approvvigionamento. Queste azioni potrebbero eventualmente
coinvolgere i TSO che effettuano acquisti di gas in circostanze specifiche e
chiaramente definite nonché la contrattazione del trasporto verso la zona di
mercato ed eventualmente la contrattazione di capacità di stoccaggio. Un simile
sistema esiste per esempio nei Paesi Bassi dove il TSO ha ricevuto il mandato
di stoccare il gas per rilasciarlo qualora la temperatura scendesse al di sotto
di un certo livello. I TSO che svolgono tali ruoli a livello nazionale
devono coordinarsi in modo efficace con i loro omologhi transfrontalieri. Va
inoltre garantito nel modo più assoluto che il ruolo del TSO sia specificamente
circoscritto ed esplicitamente limitato a circostanze ben definite di
fallimento del mercato. La funzione di servizio pubblico, che in questo caso
sarebbe imposta al TSO, non dovrebbe interferire nella caratteristica
fondamentale della concezione del mercato interno UE dell'energia, ossia che i
TSO non dovrebbero essere partecipanti attivi nella negoziazione di beni o nel
mercato della fornitura. iii) Coordinare e
cooperare per pianificare le emergenze e gli interventi possibili 9. Esigenza
di sviluppare ulteriormente la cooperazione regionale in materia di sicurezza
dell'approvvigionamento del gas In
linea di principio tutti i paesi dovrebbero coordinarsi e collaborare
strettamente con i loro omologhi transfrontalieri per stabilire
interconnessioni o per garantire che tali interconnessioni possano essere
fruite in modo efficiente con reciproco vantaggio. In taluni casi, come per
esempio la Grecia e la Bulgaria, tale cooperazione dovrebbe essere ancora più
ampia al fine di far fronte alla possibile specifica sicurezza dell'approvvigionamento
delle rispettive carenze di gas e di energia elettrica che potrebbero essere
ridotte mediante un accordo. La cooperazione regionale può inoltre incentrarsi
anche sulla certezza delle forniture ai clienti protetti, come previsto dalla
Lituania e dall'Estonia. La cooperazione regionale può anche riguardare l'uso
degli stoccaggi in caso di emergenza. Si può tener conto delle modalità con cui gli
operatori del mercato effettuano gli acquisti di GNL in tempi di gravi
interruzioni del mercato in modo da non deteriorare ulteriormente e fortemente
la situazione economica di un dato paese, pur attenendosi ai principi del
mercato. Si può tenere in considerazione di concludere in seno all'UE appositi
accordi chiaramente delimitati, come con altri grandi importatori di GNL, quale
il Giappone. 10. Esigenza
di maggiore trasparenza I
TSO e le autorità nazionali di regolamentazione nonché gli Stati membri
dovrebbero adoperarsi per conseguire il maggior livello di trasparenza nelle
loro azioni nei confronti l'uno dell'altro, delle parti interessate e del
grande pubblico. In una rete interconnessa e nel processo di completamento del
mercato interno, le azioni di uno Stato membro o di un paese (o dei rispettivi
operatori del mercato) hanno ripercussioni sugli altri mercati. In una
situazione di forti tensioni come quella attuale tutte le azioni possono essere
interpretate sotto il profilo politico. È pertanto essenziale che tali azioni
siano spiegate onde dissipare i timori e costruire la fiducia. 11. Il
ruolo di monitoraggio della Commissione e il ricorso al gruppo di coordinamento
del gas Il gruppo di coordinamento del gas è stato istituito
nel 2004[41]
anche se è stato sostanzialmente rafforzato dal regolamento sulla sicurezza di
approvvigionamento del gas. Negli ultimi anni si è dimostrato una formidabile
piattaforma per lo scambio di informazioni e per discutere di sicurezza
dell'approvvigionamento del gas. Questo a sua volta ha contribuito a una
maggiore trasparenza e alla costruzione della fiducia fra i suoi membri. La Commissione intende monitorare attentamente la
situazione per quanto attiene alla sicurezza dell'approvvigionamento in stretta
collaborazione con le autorità nazionali competenti. La Commissione continuerà
a indire riunioni regolari con il gruppo di coordinamento del gas per discutere
con gli Stati membri e le parti interessate e userà anche le riunioni di
emergenza del gruppo per condividere informazioni e discutere delle misure
adottate in caso di interruzioni dell'approvvigionamento potenziali o effettive.
La Commissione continuerà a coordinare l'azione e garantire che sia dichiarata
l'emergenza, ma anche che siano attuate le misure non basate sul mercato, a
norma del regolamento sulla sicurezza dell'approvvigionamento del gas. Poiché l'analisi degli effetti dell'interruzione
dell'approvvigionamento del gas sul settore dell'energia elettrica si è finora
rivelata inconcludente, il gruppo di coordinamento del gas dovrebbe inoltre,
con l'ausilio dell'ENTSOG e dell'ENTSO-E, seguire la questione, al fine di determinare
i possibili effetti delle ricadute. 12. Cooperazione
con paesi non membri dell'UE La Commissione europea ha invitato i principali
partner energetici internazionali a contribuire alla presente comunicazione, in
particolare attraverso osservazioni o suggerimenti relativamente alla
potenziale flessibilità per ulteriori forniture di gas. Fra questi partner si
annoverano i paesi del G7 non membri dell'UE nonché la Norvegia, la Svizzera,
la Turchia e l'Agenzia internazionale per l'energia (IEA). La Commissione
invita inoltre questi importanti partner esterni, compresi quelli che
possiedono le capacità e il potenziale di esportare GNL nonché gli importatori
di GNL, a proseguire anche nell'ambito del G7 e dell'IEA la cooperazione
avviata con la presente comunicazione. 4.2 Misure di medio periodo (entro la fine del
2015) 13. Raccomandazione
della Commissione sull'applicazione delle norme sul mercato interno
dell'energia fra gli Stati membri dell'UE e le parti contraenti della Comunità
dell'energia Una
stretta cooperazione fra le autorità e l'applicazione coerente della
legislazioni unionale sul mercato interno alle frontiere fra le parti
contraenti e gli Stati membri dell'UE sono elementi in grado di migliorare la
sicurezza in materia di deficit di approvvigionamento presso le parti
contraenti e gli Stati membri dell'UE. Fra gli esempi positivi si possono
citare le soluzioni reperite circa l'inversione di flusso dalla Slovacchia
all'Ucraina. Un'applicazione coerente della legislazione contenuta nel terzo
pacchetto sul mercato interno costituisce un elemento fondamentale su cui si
può sviluppare ulteriormente la cooperazione transfrontaliera. Al fine di agevolare tale cooperazione con un atto
formale, la Commissione pubblicherà una raccomandazione agli Stati membri affinché
collaborino con le parti contraenti per applicare il terzo pacchetto e su
questioni relative alla sicurezza dell'approvvigionamento. La Commissione
sottolinea tuttavia che, in assenza di mercati del gas funzionanti e di
attuazione del terzo pacchetto sul versante delle parti contraenti, le
raccomandazioni dell'UE non possono sostituirsi ai negoziati necessari che
devono tenersi fra gli Stati membri dell'UE e le parti contraenti nella regione
interessata relativamente all'uso delle infrastrutture comuni e ai termini di
tale uso in caso di crisi. 14. Accelerare
l'entrata in funzione e la realizzazione dei principali progetti di interesse
comune o dei progetti di interesse della Comunità dell'energia Si
devono adottare tutte le misure necessarie per accelerare e, se possibile,
evitare ulteriori ritardi nella realizzazione delle infrastrutture chiave
ritenute di importanza fondamentale sotto il profilo della sicurezza
dell'approvvigionamento[42].
Fra queste vi sono, a titolo di esempio, gli interconnettori fra Romania e
Bulgaria, fra Bulgaria e Serbia e fra Romania e Moldova, che la Commissione ha
selezionato sulla base di date di entrata in funzione precise e prossime.
Questi progetti vanno proseguiti speditamente e completati entro la fine del
2015. La Commissione seguirà attentamente tali progetti ed è inoltre pronta ad
agevolare eventuali negoziati che ancora dovessero svolgersi per portare a
termine tutti questi progetti. 15. Rivalutazione
delle esenzioni sui flussi invertiti effettivi I
flussi invertiti consentono agli Stati membri di essere davvero connessi
flessibilmente fra loro. Spesso tali investimenti sono relativamente contenuti
ma incidono significativamente sulla sicurezza dell'investimento a favore
dell'inversione dei flusso sul gasdotto di Yamal sul confine fra Germania e
Polonia e più recentemente sul confine fra Slovacchia e Ucraina. Gli Stati
membri dovrebbero collaborare per valutare nuovamente se le circostanze che
hanno consentito le esenzioni per un progetto di inversione di flusso non siano
mutate, nella fattispecie alla luce della sicurezza rafforzata della situazione
dell'approvvigionamento nonché considerato il fatto che molti Stati membri
recentemente hanno tratto notevoli benefici dalle opzioni di negoziazione e
fornitura supplementari, come le nuove offerte di traiettorie. È questo in
particolare il caso della capacità di inversione di flusso di alcuni delle
principali condotte di gas che attualmente effettuano solo il trasporto da est
a ovest (Obergailbach, Waidhaus e l'interconnettore BBL fra i Paesi Bassi e il
Regno Unito) nonché dell'interconnettore fra Austria e Ungheria. 16. Passaggio
ad altri combustibili attraverso il teleriscaldamento e la cogenerazione nei
settori residenziale/terziario e industriale Le
reti di teleriscaldamento sono dotate di flessibilità tecnologica poiché
possono funzionare con fonti diverse e multiple. Le reti progettate per il gas
naturale possono effettuare la transizione verso le fonti alternative, come la
biomassa, il calore refluo, la cogenerazione, l'energia solare, la geotermia,
le pompe di calore, i rifiuti urbani, ecc. Le transizioni possono avvenire in
1-2 anni, a seconda dei requisiti specifici di dimensione e capacità. Dove esistono già i sistemi di
teleriscaldamento che tuttavia non connettono tutti gli edifici della zona,
l'espansione di questi sistemi, in sostituzione dell'approvvigionamento del gas
verso le caldaie singole, può rappresentare un modo efficiente in termini di
costi per effettuare il passaggio verso le energie rinnovabili locali e altre
fonti a basse emissioni di carbonio. Il passaggio degli impianti di cogenerazione
industriali e di medie dimensioni per il settore terziario (ospedali,
centri commerciali, complessi di uffici) verso le energie rinnovabili o a basse
emissioni di carbonio può avvenire in 1-2 anni, a seconda dei requisiti
specifici di dimensione e capacità. Le industrie a forte consumo di calore (per es.
pasta e carta) che producono esse stesse calore e che sono dotate di caldaie di
cogenerazione e/o di solo riscaldamento, possono inoltre investire in
flessibilità per stoccare il calore o effettuare il passaggio fra il
riscaldamento a gas a quello elettrico. Questo sarebbe vantaggioso, se
abbastanza flessibile, per beneficiare di prezzi inferiori nei periodi in cui
la produzione di elettricità (rinnovabile) è maggiore. 17. Riduzione
della domanda di riscaldamento nell'industria e nella trasformazione
dell'energia L'industria e il settore della trasformazione
dell'energia (generazione, distribuzione) dispongono di un grande potenziale
per attuare misure di efficienza energetica in grado di ridurre la domanda a
costi ridotti con tempi di ammortamento brevi (inferiori a 2 anni), per esempio
attraverso un monitoraggio e un controllo del processo migliori nonché una
manutenzione preventiva. Identificare i miglioramenti dell'efficienza
energetica a breve termine o a costo zero richiede un'accelerazione degli audit
energetici e dei sistemi di gestione dell'energia nell'ambito della direttiva
sull'efficienza energetica presso le industrie a elevata intensità energetica. 5. Prossime fasi L'esperienza maturata con l'applicazione del
regolamento sulla sicurezza dell'approvvigionamento del gas indica chiari
miglioramenti nella situazione relativa alla sicurezza dell'approvvigionamento
nell'UE dal 2009 ma anche ulteriori margini per rafforzare il quadro
regolamentare unionale. Come dichiarato nella Strategia europea di sicurezza
energetica del 28 maggio 2014, la Commissione procederà al riesame dei
meccanismi esistenti per salvaguardare la sicurezza dell'approvvigionamento e
ne proporrà l'eventuale rafforzamento. In parallelo la Commissione intende (continuare a)
collaborare con (gruppi) specifici (di) Stati membri al fine di elaborare
soluzione a questioni identificate come potenziali fattori di rischio in
occasione di queste prove di stress. Di conseguenza la Commissione intende dare un
seguito alle presenti raccomandazioni lungo due linee d'azione. Innanzitutto
mira a istituire, con l'ACER e gli ENTSO, un monitoraggio permanente
dell'attuazione delle raccomandazioni sul breve periodo e fornire, ove
necessario, assistenza per agevolare o promuovere progetti e discussioni. Essa
continuerà inoltre a lavorare con gli Stati membri, il Parlamento europeo e le
parti interessate per definire i principali obiettivi in materia di sicurezza
approvvigionamento di gas ed energia elettrica per l'UE negli anni venturi. [1] Comunicazione della
Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio, "Strategia europea di
sicurezza energetica", COM(2014) 330 final. http://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/PDF/?uri=CELEX:52014DC0330&from=IT [2] Conclusioni del
Consiglio europeo del 27 giugno 2014, EUCO 79/14, http://www.consilium.europa.eu/uedocs/cms_Data/docs/pressdata/en/ec/143478.pdf [3] Repubblica di Albania,
Bosnia-Erzegovina, ex Repubblica jugoslava di Macedonia, Repubblica di Moldova,
Repubblica del Montenegro, Repubblica di Serbia, Ucraina e l'amministrazione
civile temporanea delle Nazioni Unite in Kosovo in applicazione della
risoluzione 1244 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. La Repubblica
di Georgia è candidata all'adesione alla Comunità dell'energia. [4] Per i tre Stati
baltici e la Finlandia le relazioni nazionali sono sostituite da una relazione
congiunta. [5] L'AIE ha fornito
un'analisi completa del mercato del GNL. [6] Regolamento (UE)
n. 994/2010 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 20 ottobre 2010,
concernente misure volte a garantire la sicurezza dell'approvvigionamento di
gas e che abroga la direttiva 2004/67/CE del Consiglio, GU L 295 del
12.11.2010, pag. 1. [7] Che equivale all'incirca
all'1-2% del consumo annuo dell'UE. [8] Che non sempre si
verificano nella realtà. [9] Nello scenario più
estremo la percentuale di GNL nel mix di approvvigionamento aumenterebbe del
130%, passando da 24 miliardi di m3 a 56 miliardi di m3. [10] È importante
sottolineare che, secondo l'analisi di ENTSOG, aumentando la capacità del
gasdotto OPAL (estensione del gasdotto Nord Stream che va da Greifswald, nel
nord della Germania, a Brandov, alla frontiera ceco-tedesca) dall'attuale
50% al 100% non diminuiranno i volumi di gas mancanti negli Stati membri
orientali, dati gli attuali vincoli infrastrutturali esistenti ad Est.
L'aumento della capacità al 100% avrà come unico effetto la sostituzione di
volumi di GNL in Europa occidentale. [11] Il deficit totale del
22% comprende anche i volumi non consegnati alla Turchia e a Kaliningrad
attraverso gli Stati membri dell'UE. [12] La relazione presentata
da ENTSOG alla Commissione definisce i due scenari rispettivamente come
"subottimale" e "ottimale". [13] Nel caso della Moldova,
malgrado l'ipotesi di ENTSOG sulle consegne, il funzionamento
dell'interconnettore Iasi-Ungheni tra Romania e Moldova, seppur ufficialmente
inaugurato e tecnicamente funzionante, sarebbe ostacolato da problemi di natura
commerciale e regolamentare (licenze). Pertanto, a
meno che questi problemi non vengano risolti, nell'eventualità di
un'interruzione la carenza di gas in Moldova raggiungerebbe il 100%. [14]
Fino al 100% [15] La Polonia unicamente
nello scenario di interruzione totale delle forniture russe. [16] Nello scenario cooperativo
Grecia e Lettonia sarebbero colpite perché entrambe circondate da Stati membri
con un'elevatissima esposizione a un'interruzione dell'approvvigionamento,
mentre i due paesi vantano infrastrutture - impianti di stoccaggio in Lettonia
e terminali di rigassificazione di GNL in Grecia - che fanno da tampone. Se
accettassero di condividere queste infrastrutture, l'equilibrio domanda-offerta
cambierebbe. [17] Entrambe le mappe
mostrano gli effetti, a febbraio, dello scenario di interruzione delle forniture
russe per un periodo di 6 mesi. Qualsiasi misura nazionale, per es. in materia
di gestione della domanda o che impone l'obbligo di passare a altri
combustibili ecc., ha questo deficit probabile come punto di partenza. Di
conseguenza gli Stati membri che non sembrano avere alternative dal mero punto
di vista delle infrastrutture della rete del gas - quali la Finlandia -
potrebbero ricorrere a altre misure nazionali specifiche, come l'elaborato
sistema di passaggio obbligatorio a altri combustibili per gli impianti di
riscaldamento e di produzione di elettricità alimentati a gas. [18] Questo scenario prevede
in particolare la piena capacità di flusso invertito da Slovacchia, Ungheria e
Polonia, e riduzioni dei consumi industriali e di teleriscaldamento. [19] La cosiddetta area di
mercato della NetConnect Germany. [20] In Svezia, in Danimarca
e in Slovacchia questa percentuale ad esempio è pari rispettivamente al 56%, al
53% e al 54%, mentre in Finlandia è del 47%. In Romania, Bulgaria, Slovenia e
Austria la percentuale è compresa tra il 14% e il 19%. [21] In Svezia, Danimarca, Finlandia, Lettonia, Lituania, Polonia e
Slovacchia oltre il 40% degli utenti domestici ricorre al teleriscaldamento. Il
teleriscaldamento è utilizzato dal 10%-40%
dei consumatori in Germania, Austria, Ungheria, Slovenia, Bulgaria, Croazia,
Romania e Repubblica Ceca. [22]
Il
regolamento sulla sicurezza dell'approvvigionamento del gas ha istituito una
categoria di clienti protetti in cui rientrano gli utenti domestici e, a
discrezione degli Stati membri, i servizi sociali essenziali e le PMI
(entro certi limiti), oltre agli impianti di teleriscaldamento che
non possono passare ad altri combustibili e forniscono il servizio ad altri
clienti protetti. [23] NB: l'utilizzo dello
stoccaggio è stato generalmente considerato nel contesto nazionale. [24] Soltanto Gazprom Export
e i gestori dei sistemi di stoccaggio rumeni non hanno ancora comunicato i
livelli di stoccaggio al sito per la trasparenza AGSI di Gas Storage Europe
(GSE). [25] Nel complesso la
capacità di rigassificazione è pari a circa 200 miliardi di m³/anno, ma si
concentra per lo più sulle coste del Mediterraneo e dell'Atlantico. Di
conseguenza, i vincoli dell'interconnessione limitano la capacità di molti
singoli terminali GNL di provvedere all'approvvigionamento di ogni regione
interessata dall'interruzione. [26] Secondo le stime
dell'AIE, i prezzi potrebbero salire fino al 100%. [27] Vale la pena attirare
l'attenzione su un piano specifico dell'Ucraina che, per ridurre la domanda
interna, prevede l'introduzione di una nuova legge che impone di ridurre il
consumo del 20-30%, soprattutto attraverso la riduzione della domanda degli
impianti di teleriscaldamento, delle abitazioni e dell'industria chimica e
l'introduzione di misure nel settore pubblico. Anche se questi tagli possono
essere imposti, è difficile prevedere l'impatto sui consumatori. [28] Tuttavia l'utilizzo del
gas per la produzione di energia elettrica è diminuito negli ultimi anni a
causa di margini di profitto modesti o negativi, in particolare rispetto alla
produzione di energia elettrica a partire dal carbone. [29] Gli obblighi di detenere
scorte riguardano solitamente un periodo di circa 5-15 giorni. La Finlandia è
un'eccezione degna di nota, in quanto prevede l'obbligo di detenere scorte fino
a 5 mesi. [30] Direttiva 2009/119 CE, del 14
settembre 2009, che stabilisce l'obbligo per gli Stati membri di mantenere un
livello minimo di scorte di petrolio greggio e/o di prodotti petroliferi. [31] Ad esempio non si
capisce bene in quale misura, in alcuni Stati della regione balcanica, un
passaggio importante all'energia elettrica, combinato agli effetti delle
inondazioni della primavera 2014 e alla riduzione della fornitura di gas agli
impianti termoelettrici, provocherà seri deficit di approvvigionamento di
energia elettrica. Le relazioni nazionali non esaminano nel dettaglio
queste preoccupazioni. [32]
Tra
questi progetti figurano in particolare gli interconnettori Grecia-Bulgaria,
Romania-Bulgaria, Bulgaria‑Serbia, Moldavia-Romania e Ungheria-Slovacchia
e il progetto per realizzare capacità di inversione di flusso in Romania.
Inoltre, alcuni interconnettori non sono ancora in grado di far circolare
fisicamente il gas nelle due direzioni e quindi limitano la flessibilità
complessiva del sistema. [33] Con ogni probabilità, i
deficit di approvvigionamento non saranno così ingenti da colpire i clienti
protetti. Nello scenario "non cooperativo" i clienti protetti sono
particolarmente a rischio in Bosnia-Erzegovina e nella ex Repubblica
iugoslava di Macedonia; inoltre, la limitazione dei consumi dei clienti non
protetti sarà presumibilmente molto più alta in altri paesi interessati. [34] Estonia, Lituania,
Lettonia, Polonia, Ungheria, Romania, Bulgaria, Grecia, Bosnia-Erzegovina,
ex Repubblica iugoslava di Macedonia e Serbia. [35] A norma della decisione
2012/490/UE della Commissione che modifica l'allegato I del regolamento (CE)
n. 715/2009. [36] A norma del regolamento
(UE) n. 984/2013 della Commissione. Fatte salve preziose attuazioni
tempestive, detto regolamento va attuato entro il 1° novembre 2015. [37] In linea con l'articolo
19, paragrafo 4, del regolamento (CE) n. 715/2009 relativo alle condizioni
di accesso alle reti di trasporto del gas naturale. [38] Nel contempo
l'immissione supplementare di stoccaggio proveniente all'aumento delle importazioni
di gas dalla Russia attraverso l'Ucraina ha comportato la sospensione delle
esportazioni verso l'Ucraina, il che rappresenta una conseguenza deplorevole. [39] Secondo il regolamento
sulla sicurezza dell'approvvigionamento del gas, gli Stati membri sono tenuti
ad adottare un piano di azione preventiva per eliminare o ridurre i rischi
identificati, nonché un piano d'emergenza contenente le misure volte a
eliminare o ridurre l'impatto dell'interruzione della fornitura del gas. [40] Cfr. i piani nazionali
per le energie rinnovabili. [41] A norma della direttiva
2004/67. [42] Cfr. i progetti
specificatamente elencati nella comunicazione della Commissione europea,
"Strategia europea di sicurezza energetica", pagg. 23 e 24. Allegato 1 - Raccomandazioni specifiche
rivolte agli Stati membri più colpiti Stato membro || Esposizione[1] || RACCOMANDAZIONI SPECIFICHE Estonia || 204 milioni di m³ 100% || Garantire il sostegno politico necessario per raggiungere i principali accordi sulle misure d'urgenza comuni su questioni sensibili come i volumi di gas da condividere e i mercati di destinazione. Adottare rapidamente un piano emergenziale e un piano d'azione preventivo comuni. Concludere prima di dicembre un accordo con la Lituania per l'approvvigionamento dei clienti protetti nel caso di un'emergenza nel terminale di GNL di Klaipeda. Valutare la possibilità di aumentare il livello degli stoccaggi per favorire il passaggio a altri carburanti onde assicurare che gli impianti possano continuare a funzionare durante un'emergenza, in attesa delle consegne di carburante alternativo. Esplorare soluzioni di mercato, come i contratti interrompibili, per soddisfare o alleviare il fabbisogno di gas in caso di un'interruzione dell'approvvigionamento. Garantire l'accesso di terzi al sistema del gas, nonostante la deroga del terzo pacchetto energia. Garantire una chiara volontà politica di accelerare gli investimenti in infrastrutture quali l'interconnessione Estonia-Finlandia (Balticonnector) e il terminale regionale di GNL. Lettonia || 39 milioni di m³ 15% || Garantire il sostegno politico necessario per raggiungere i principali accordi sulle misure d'urgenza comuni su questioni sensibili come i volumi di gas da condividere e i mercati di destinazione. Adottare rapidamente un piano emergenziale e un piano d'azione preventivo comuni. Garantire l'accesso di terzi all'impianto di stoccaggio di Incukalns e al sistema di trasporto del gas lettone, nonostante la deroga del terzo pacchetto energia. Prendere in considerazione soluzioni di mercato e misure orientate alla domanda per attenuare le ripercussioni della crisi. Rivedere la definizione di clienti protetti e allinearla con gli altri Stati membri della regione e con il regolamento (UE) n. 994/2010. Lituania || 693 milioni di m³ 59% || Garantire il sostegno politico necessario per raggiungere i principali accordi sulle misure d'urgenza comuni su questioni sensibili come i volumi di gas da condividere e i mercati di destinazione. Adottare rapidamente un piano emergenziale e un piano d'azione preventivo comuni. Valutare la possibilità di aumentare il livello degli stoccaggi per favorire il passaggio a altri carburanti onde assicurare che gli impianti possano continuare a funzionare durante un'emergenza, in attesa delle consegne di carburante alternativo. Proseguire il lavoro di ammodernamento del gasdotto Klaipeda-Kursenai per un utilizzo più esteso del terminale di GNL di Klaipeda. Finlandia || 2255 milioni di m³ 100% || Garantire il sostegno politico necessario per raggiungere i principali accordi sulle misure d'urgenza comuni su questioni sensibili come i volumi di gas da condividere e i mercati di destinazione. Adottare rapidamente un piano emergenziale e un piano d'azione preventivo comuni. Garantire la realizzabilità del passaggio a altri combustibili durante le emergenze, eliminando eventuali ostacoli alla sostituzione degli stoccaggi, soprattutto sotto il profilo logistico. Garantire una chiara volontà politica di accelerare gli investimenti infrastrutturali, quali l'interconnessione Estonia-Finlandia (Balticonnector) e il terminale regionale di GNL. Continuare il lavori per lo sviluppo dei terminali di GNL locali (Turku, Pori, Tornio). Bulgaria || 843 milioni di m³ 76% || Firmare il memorandum d'intesa con la Grecia sullo scambio elettricità-gas in situazioni di emergenza, mettendo l'accento sull'equilibrio degli interessi. Prendere in considerazione analoghi scambi di elettricità-gas con la Turchia. Piano emergenziale con i settori della cogenerazione e del riscaldamento e con il settore industriale per un passaggio su larga scala a altri combustibili. Portare a termine l'interconnettore Romania-Bulgaria. Impegnarsi al transito di flussi di gas verso l'ex Repubblica jugoslava di Macedonia. Garantire maggiore trasparenza nel settore del gas e accelerare l'attuazione delle norme del mercato interno che incidono sugli scambi. In ultima istanza, la Commissione europea potrà prendere in considerazione una deroga di breve termine alla normativa ambientale per la centrale elettrica a carbone di Varna. Grecia || 109 milioni di m³ 18% || Firmare il memorandum d'intesa con la Bulgaria sullo scambio elettricità-gas in situazioni di emergenza, mettendo l'accento sull'equilibrio degli interessi. Piano emergenziale con i settori della cogenerazione e del riscaldamento e con il settore industriale per un passaggio su larga scala a altri combustibili. Elaborare un piano emergenziale per la sicurezza economica dell'approvvigionamento. Prendere in considerazione un accordo con la Turchia per garantire le forniture di gas in caso di un'interruzione dell'approvvigionamento. Romania || 1027 milioni di m³ 32% || Definire i clienti protetti conformemente al regolamento sulla sicurezza dell'approvvigionamento del gas. Portare a termine l'interconnettore Romania-Bulgaria. Cooperare con la Moldova sulle condizioni di approvvigionamento del gas tramite la rete principale. Verificare la possibilità, per il sistema rumeno, di aumentare il flusso dell'interconnettore Ungheria-Romania. Pubblicare i dati archiviati da ROMGAZ sulla piattaforma per la trasparenza Gas Storage Europe. Ungheria || 2170 milioni di m³ 35% || Aumentare la trasparenza del settore energetico. Impegnarsi a risolvere le questioni riguardanti i test sul gasdotto Slovacchia-Ungheria per consentirne la messa in servizio il 1º gennaio 2015. Concludere accordi con i paesi confinanti per il pieno sfruttamento degli interconnettori (ricezione e invio di gas), in condizioni di mercato e sulla base del principio di solidarietà in una situazione di emergenza per la sicurezza dell'approvvigionamento. A questo fine dare rapidamente attuazione agli aspetti dell'accordo intergovernativo con la Croazia riguardanti la sicurezza dell'approvvigionamento, in modo da permettere anche l'inversione dei flussi verso l'Ungheria. Croazia || 41 milioni di m³ 12% || Verificare l'elevata percentuale di clienti protetti. Dare rapidamente attuazione agli aspetti dell'accordo intergovernativo con l'Ungheria riguardanti la sicurezza dell'approvvigionamento, in modo da permettere anche l'inversione dei flussi verso l'Ungheria. Allegato 2 - Raccomandazioni specifiche
rivolte alle parti contraenti della Comunità dell'energia Parti contraenti || Esposizione || RACCOMANDAZIONI SPECIFICHE Bosnia-Erzegovina || 139 100% || Aumentare le scorte di gasolio per riscaldamento affinché la produzione di calore passi dal gas a altri combustibili entro fine novembre 2014. Limitare la definizione di clienti protetti e consentire l'apertura a livello nazionale dei mercati più importanti dell'elettricità e del gas, soprattutto per gli utenti non domestici, entro fine novembre 2014. Intraprendere un profondo riordino nazionale del settore del gas che permetta ai terzi di accedere a tutte le entità e predisponga la disaggregazione degli operatori, in modo da garantire un uso flessibile delle infrastrutture entro gennaio 2015. Cooperare con Serbia e Ungheria per elaborare e mettere in atto le disposizioni tecniche coordinate per il regime di accesso dei terzi ai gasdotti esistenti. Avviare le consultazioni a novembre 2014. Ex Repubblica jugoslava di Macedonia || 128 100% || Il consumo diretto di gas delle famiglie è marginale e occorre quindi garantire l'approvvigionamento di gasolio per riscaldamento a condizioni di mercato, in modo da permettere il passaggio a altri carburanti (novembre 2014). Preparare, per i singoli impianti industriali, piani di riduzione del consumo di gas da applicare in condizioni di emergenza (novembre 2014). Data la percentuale elevata di consumi a fini industriali, è fondamentale che, per il consumo di gas, la definizione di clienti protetti sia circoscritta alle famiglie e ai settori più sensibili (per es. pubblica amministrazione) e che sia assicurata la piena apertura in ambito nazionale dei mercati del gas e dell'elettricità almeno, per gli utenti non domestici (gennaio 2015). Moldova || n.a. || Verificare attentamente le possibili misure orientate alla domanda (riduzione del consumo, passaggio al gasolio per riscaldamento e all'elettricità) a livello delle singole imprese, delle famiglie e della pubblica amministrazione. Includere questi dati nel piano d'azione in preparazione per novembre 2014. Rilasciare tutti i permessi e le licenze necessari per rendere operativo il gasdotto Iasi-Ungheni tra Romania e Moldova e applicare tariffe del gas non discriminatorie per le importazioni dalla Romania. Completare queste azioni entro novembre 2014. Avviare urgentemente i necessari lavori di costruzione delle infrastrutture di collegamento all'interconnettore per la distribuzione del gas nel territorio moldovo. Cooperare con l'Ucraina e la Romania per stabilire le condizioni alle quali questi paesi sarebbero disposti a rifornire la Moldova tramite le principali reti di gasdotti. Chiedere all'Ucraina le condizioni di accesso e di utilizzo dell'impianto di stoccaggio di Bogorodchany, a ovest del paese. Avviare le consultazioni a novembre 2014. Serbia || 631 64% || Definire, in modo preciso e realistico, la portata di possibili restrizioni da applicare ai settori industriali, circoscrivendo al tempo stesso il gruppo di clienti protetti alle famiglie e ai settori più sensibili (entro fine novembre 2014). Entro gennaio 2015 mette in atto la disaggregazione e garantire il reale accesso dei terzi alle capacità inutilizzate dei gasdotti esistenti e degli stoccaggi di gas, in linea con quanto disposto in dettaglio dal terzo pacchetto. Coordinarsi con l'Ungheria e la Bosnia-Erzegovina per elaborare e mettere in atto disposizioni tecniche coordinate per il regime di accesso dei terzi. Avviare le consultazioni a novembre 2014. Predisporre quanto necessario per iniziare la costruzione dell'interconnettore Bulgaria-Serbia e renderlo operativo nel 2015. Ucraina || 5000 milioni di m³[2] || Trovare un accordo reciprocamente soddisfacente che permetta di ripristinare le forniture di gas russo in Ucraina durante il periodo invernale, sulla base della proposta di "pacchetto autunnale intermedio" presentata dalla Commissione nel quadro dei colloqui trilaterali (da ottobre 2014). Aumentare rapidamente gli stoccaggi di carburante nazionali e esplorare ogni possibilità per aumentare le forniture di gas endogene o da importazione (da novembre 2014). Esaminare ogni possibile misura orientata alla domanda, come anche il passaggio a altri carburanti per il teleriscaldamento, nei diversi comparti industriali, per le famiglie e per la pubblica amministrazione, nel quadro del piano nazionale per le emergenze energetiche (entro ottobre 2014). Rivedere e aggiornare tutte le procedure d'emergenza nei diversi settori energetici, tenendo presenti le minacce specifiche per il prossimo inverno, in linea con le raccomandazioni del piano nazionale per le emergenze energetiche (da ottobre 2014). Proseguire rapidamente il riordino del settore del gas, compresi l'apertura dei mercati del gas e dell'elettricità, il funzionamento dei gasdotti e degli impianti di stoccaggio e la disaggregazione (da gennaio 2015). Montenegro, Kosovo* e Albania || n.a. || Tenuto conto della mancanza di gas nel bilancio energetico di Montenegro, Kosovo* e Albania, un'interruzione dell'approvvigionamento di gas potrebbe avere solo effetti indiretti (aumento della domanda di energia elettrica a livello regionale). La Commissione raccomanda di monitorare attentamente l'evoluzione della domanda e dell'offerta di energia elettrica. [1] Volumi mancanti di gas
per paese colpito su un periodo di 6 mesi nello scenario di interruzione
dell'approvvigionamento russo e ipotizzando un'ondata di freddo (deficit totale
in milioni di m³ e maggior deficit mensile relativo in %) [2] Esposizione basata sulla
valutazione fatta dal paese nella propria relazione nazionale.