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Document 52011IP0090

    Relazione 2010 sui progressi realizzati dalla Turchia Risoluzione del Parlamento europeo del 9 marzo 2011 sulla relazione 2010 sui progressi compiuti dalla Turchia

    GU C 199E del 7.7.2012, p. 98–106 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

    7.7.2012   

    IT

    Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

    CE 199/98


    Mercoledì 9 marzo 2011
    Relazione 2010 sui progressi realizzati dalla Turchia

    P7_TA(2011)0090

    Risoluzione del Parlamento europeo del 9 marzo 2011 sulla relazione 2010 sui progressi compiuti dalla Turchia

    2012/C 199 E/13

    Il Parlamento europeo,

    vista la relazione 2010 della Commissione sui progressi compiuti dalla Turchia (SEC(2010)1327),

    viste le sue precedenti risoluzioni del 27 settembre 2006 sui progressi compiuti dalla Turchia verso l'adesione (1), del 24 ottobre 2007 sulle relazioni UE-Turchia (2), del 21 maggio 2008 sulla relazione concernente i progressi compiuti dalla Turchia nel 2007 (3), del 12 marzo 2009 sulla relazione concernente i progressi compiuti dalla Turchia nel 2008 (4) e del 10 febbraio 2010 sulla relazione concernente i progressi compiuti dalla Turchia nel 2009 (5),

    vista la sua risoluzione del 21 settembre 2010 sulle relazioni economiche e commerciali con la Turchia (6),

    visto il quadro negoziale per la Turchia del 3 ottobre 2005,

    viste la decisione 2008/157/CE del Consiglio, del 18 febbraio 2008, relativa ai principi, alle priorità e alle condizioni contenuti nel partenariato per l'adesione con la Repubblica di Turchia (7) («partenariato per l'adesione»), nonché le precedenti decisioni del Consiglio, del 2001, 2003 e 2006, sul partenariato per l'adesione,

    viste le conclusioni del Consiglio del 14 dicembre 2010,

    visto l'articolo 110, paragrafo 2, del suo regolamento,

    A.

    considerando che i negoziati di adesione con la Turchia sono stati avviati il 3 ottobre 2005, dopo l'approvazione del quadro negoziale da parte del Consiglio, e che l'apertura di tali negoziati ha costituito il punto di partenza di un processo di lunga durata e senza limiti di tempo,

    B.

    considerando che la Turchia si è impegnata a intraprendere riforme, a intrattenere relazioni di buon vicinato e ad allinearsi progressivamente alle posizioni dell'Unione europea, e che tali sforzi andrebbero considerati come un'opportunità di modernizzazione per la stessa Turchia,

    C.

    considerando che la piena osservanza di tutti i criteri di Copenaghen, al pari della capacità di integrazione all'Unione, rimangono la base per l'adesione all'Unione europea, conformemente alle conclusioni del Consiglio europeo del dicembre 2006, e che l'Unione deve rimanere una comunità fondata su valori condivisi,

    D.

    considerando che la Commissione ha concluso che, nel 2010, la Turchia ha proseguito il proprio processo di riforme politiche, ma che la mancanza di dialogo e di volontà di giungere ad un compromesso tra i principali partiti politici ha un impatto negativo sulle relazioni tra le principali istituzioni politiche e rallenta le riforme politiche,

    E.

    considerando che la Turchia non ha ancora attuato, per il quinto anno consecutivo, le disposizioni contenute nell'accordo di associazione CE-Turchia e nel relativo protocollo aggiuntivo,

    1.

    loda i cittadini e la società civile turca per il loro sostegno a favore di una maggiore democratizzazione della Turchia ed il loro impegno per una società aperta e pluralistica e invita le istituzioni e gli Stati membri dell'Unione europea a utilizzare appieno a questo proposito tutti gli strumenti della politica dell'Unione europea in materia di allargamento per i paesi candidati;

    2.

    prende atto della lentezza dei progressi della Turchia in materia di riforme e ricorda che il governo turco si è impegnato a intraprendere riforme di ampio respiro allo scopo di soddisfare i criteri di Copenaghen, nonché ai fini della propria modernizzazione; invita il governo a intensificare i suoi sforzi al riguardo;

    3.

    è preoccupato per lo scontro in corso tra i partiti politici e per la mancanza di volontà del governo e dell'opposizione di lavorare verso un consenso sulle riforme chiave; sollecita tutti i soggetti politici, il governo e l'opposizione a collaborare per rafforzare il pluralismo politico in seno alle istituzioni dello Stato e per promuovere l'ammodernamento e la democratizzazione dello Stato e della società; invita tutte le forze dell'opposizione ad impegnarsi in modo costruttivo nel processo di riforma;

    4.

    sottolinea il ruolo cruciale di un sistema di controlli e di equilibri nel governo di uno Stato democratico moderno, che deve fondarsi sul principio della separazione dei poteri e sull'equilibrio tra potere esecutivo, legislativo e giudiziario, sul rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali, in particolare la libertà d'espressione e la libertà di stampa, e su una cultura politica partecipativa che rifletta realmente il pluralismo di una società democratica;

    5.

    sottolinea il ruolo della Grande assemblea nazionale turca in qualità di istituzione che dovrebbe apportare un contributo fondamentale al rafforzamento di un sistema di controlli ed equilibri e sostenere, in modo attivo e costruttivo, sulla base di un impegno trasversale tra i partiti, le riforme di modernizzazione, garantendo nel contempo che le politiche governative siano soggette ad un controllo democratico;

    6.

    ritiene che l'adozione di emendamenti costituzionali rappresenti un passo nella giusta direzione e ne sollecita un'adeguata applicazione, nel pieno rispetto delle norme della Convenzione europea dei diritti dell'uomo (CEDU) e della giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell'uomo; sottolinea tuttavia nel contempo la pressante necessità di una riforma costituzionale globale, che trasformi la Turchia in una democrazia pluralistica a pieno titolo, fondata sulla protezione dei diritti umani e delle libertà fondamentali; plaude alla volontà dichiarata dal governo e dall'opposizione di intraprendere tale riforma ed invita il governo a garantire che tutti i partiti politici e la società civile siano strettamente coinvolti nell'intero processo costituzionale; sollecita l'attuazione del pacchetto di modifiche costituzionali; raccomanda che anche la commissione di Venezia sia invitata a partecipare;

    7.

    plaude ai diversi gesti simbolici di buona volontà del governo, nonché ad alcuni passi concreti nell'ambito della libertà di pensiero, coscienza e religione nonché della tutela delle minoranze e dei diritti culturali; insiste tuttavia sul fatto che sono necessari miglioramenti sistematici per giungere ad un pieno riconoscimento dei diritti delle minoranze; incoraggia in particolare il governo a dare nuovo impeto all'apertura democratica ed invita l'opposizione a sostenere e ad impegnarsi in modo costruttivo in tale processo;

    Conformità con i criteri di Copenaghen

    8.

    esprime preoccupazione per il deterioramento della libertà di stampa, per alcuni atti di censura e per il diffondersi di una crescente autocensura tra i mezzi di comunicazione turchi, nonché su Internet; invita il governo della Turchia a sostenere i principi della libertà di stampa; sottolinea che una stampa indipendente costituisce un elemento cruciale per una società democratica ed evidenzia, in tale contesto, il ruolo essenziale del potere giudiziario nel tutelare e rafforzare la libertà di stampa, garantendo in tal modo uno spazio pubblico per un dibattito libero e contribuendo al corretto funzionamento del sistema di controlli ed equilibri; evidenzia la necessità di adottare una nuova legge sui mezzi di comunicazione, che affronti, tra l'altro, le questioni concernenti l'indipendenza, la proprietà ed il controllo amministrativo; decide di seguire da vicino il caso di Nedim Șener, Ahmet Șık e altri giornalisti perseguitati dalla polizia o dalla magistratura;

    9.

    accoglie con favore le nuove norme su radio e televisione che consentono vari sviluppi positivi, come l'aumento della quota che i soggetti stranieri possono legalmente possedere nei mezzi di comunicazione turchi (fino al 50 % a fronte del precedente 25 %), ma esprime preoccupazione per il fatto che le trasmissioni possono essere interrotte per motivi di sicurezza nazionale, senza un'ordinanza di un tribunale o la decisione di un giudice; rileva con preoccupazione la prassi di avviare procedimenti penali – in particolare ai sensi dell'articolo 285, «violazione della riservatezza di un'indagine penale», e dell'articolo 288, «tentativo di influenzare gli organi giudiziari», del codice penale – contro i giornalisti che diffondono le prove di violazioni dei diritti umani e di altre questioni di interesse pubblico; considera la criminalizzazione delle opinioni un ostacolo cruciale alla protezione dei diritti umani in Turchia e deplora le restrizioni sproporzionate alla libertà di espressione, di associazione e di riunione; sollecita la Turchia a rispettare rigorosamente a tale riguardo gli obblighi internazionali assunti nel campo dei diritti umani, modificando la legislazione nazionale in materia e provvedendo alla formazione di polizia e magistrati;

    10.

    si rammarica del fatto che numerose disposizioni di legge – ad esempio gli articoli 301, 318 e 220, paragrafo 6, in combinato disposto con l'articolo 314, paragrafo 2, del codice penale, e l'articolo 7, paragrafo 2, della legge antiterrorismo, legge n. 5816 del 25 luglio 1951 – nonché le dichiarazioni del governo e le attività della magistratura inquirente continuino a limitare la libertà di espressione; ribadisce il suo invito al governo a completare la revisione del quadro giuridico sulla libertà di espressione e ad adeguarlo senza indugio alla CEDU e alla giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell'uomo; in tale contesto, riafferma la necessità che il governo turco fornisca ai pubblici ministeri chiari orientamenti riguardo a leggi che sono frequentemente utilizzate per limitare la libertà di espressione; si rammarica del ricorso reiterato e sproporzionato alla chiusura di siti web e chiede al governo di presentare emendamenti alla legge relativa ad Internet (legge n. 5651) al fine di garantire che essa non limiti più la libertà di espressione o il diritto dei cittadini di accedere alle informazioni;

    11.

    invita il governo a sostenere il diritto alla libertà di riunione e di associazione, sancito dagli articoli 33 e 34 della Costituzione turca; deplora e condanna, in tale contesto, la violenta repressione della polizia nei confronti delle manifestazioni studentesche tenutesi all'Università di Ankara nel dicembre 2010;

    12.

    riconosce che la questione dei diritti dei rom in Turchia sta ricevendo un livello significativo di attenzione e che sia il governo sia l'opposizione si stanno impegnando politicamente nella questione; suggerisce di monitorare e riesaminare con attenzione l'attuazione del piano governativo degli alloggi per i rom, specie per quanto riguarda la sostenibilità e la metodologia del piano stesso; incoraggia il governo a mettere in pratica l'inclusione attiva ed una consultazione credibile delle comunità rom, nell'ambito di ogni processo inclusivo riguardante i rom nel paese;

    13.

    plaude ai progressi conseguiti nella riforma del settore giudiziario e ribadisce la sua posizione secondo cui l'indipendenza e l'imparzialità del settore giudiziario sono uno degli elementi fondamentali per il funzionamento di una società democratica e pluralistica; esprime preoccupazione per il fatto che le condizioni del sistema giudiziario turco non siano ancora state migliorate in maniera sufficiente al fine di garantire il diritto a un processo equo e rapido; invita il governo ad attuare gli emendamenti alla Costituzione adottati in tale settore, nel pieno rispetto della separazione tra il potere esecutivo ed il potere giudiziario e dell'indipendenza e imparzialità di quest'ultimo, in linea con le norme europee;

    14.

    è tuttavia preoccupato per l'interpretazione, da parte della Corte suprema turca, del codice di procedura penale che proroga il periodo di detenzione preventiva fino a dieci anni, in chiara violazione delle norme europee in materia; invita la Grande assemblea nazionale turca a modificare la pertinente normativa in conformità della giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell'uomo; ricorda inoltre l'obbligo per la Turchia di rispettare rigorosamente il suo impegno, a norma dell'articolo 6 della CEDU, in relazione ad un processo equo in tempi ragionevoli, in particolare attraverso la creazione di Corti d'appello nel proprio ordinamento giuridico, rafforzando nel contempo la capacità delle sue Corti supreme;

    15.

    plaude alla decisione adottata dalla Corte europea dei diritti dell’uomo in relazione alla causa Dink c. Turchia il 14 settembre 2010; invita, pertanto, le autorità turche ad accettare pienamente le conseguenze della decisione attuando misure adeguate per proteggere l'esercizio della libertà di espressione; esprime preoccupazione per gli ostacoli artificiali sollevati dall'amministrazione statale turca che impediscono lo smascheramento dei veri istigatori del delitto del giornalista armeno Hrant Dink;

    16.

    accoglie con favore il fatto che gli emendamenti costituzionali adottati forniscono finalmente la base per l'istituzione di un mediatore e sollecita il governo a predisporre, ed il parlamento ad adottare, una legge che preveda una procedura di nomina democratica che condurrebbe a tale nuova carica una personalità ampiamente rispettata; plaude alla proposta di creare un Istituto nazionale per i diritti dell'uomo e chiede che l'Assemblea nazionale turca consulti la società civile e fornisca garanzie sufficienti in merito all'indipendenza del nuovo organo in conformità dei «principi di Parigi»;

    17.

    plaude ai progressi compiuti nel quadro delle relazioni tra sfera civile e sfera militare, in particolare l'aumento del controllo civile limitando la competenza dei tribunali militari, attraverso l'assoggettamento al ricorso giurisdizionale delle decisioni del Consiglio militare supremo e i meccanismi grazie ai quali ufficiali di alto rango vengono giudicati da tribunali civili; nota che tali progressi andrebbero ulteriormente perseguiti al fine di assicurare un completo controllo civile ed invita il parlamento turco ad assumere un ruolo attivo nel garantire il controllo parlamentare sulle forze di sicurezza, incluso un pieno controllo sul bilancio della difesa;

    18.

    sottolinea che le indagini sui casi di presunti progetti di colpi di Stato quali Ergenekon e Sledgehammer devono dimostrare la forza, l'indipendenza ed il funzionamento corretto e trasparente delle istituzioni democratiche turche e del sistema giudiziario turco; è preoccupato per i periodi di detenzione eccessivamente lunghi prima dei processi e sottolinea la necessità di garanzie giudiziarie efficaci per tutti i sospettati; è preoccupato per la mancanza di progressi in dette indagini e osserva che la recente detenzione di giornalisti molto noti come Nedim Șener e Ahmet Șık potrebbe condurre ad una perdita di credibilità di tali processi i quali dovrebbero, al contrario, rafforzare la democrazia;

    19.

    si rammarica che le modifiche relative alla chiusura dei partiti politici, proposte nella recente riforma costituzionale non abbiano riscosso una maggioranza in seno alla Grande assemblea nazionale turca e sollecita tutti i partiti politici ad allineare la legislazione pertinente al relativo parere della commissione di Venezia;

    20.

    ribadisce l'appello lanciato nelle sue precedenti risoluzioni per una riforma del sistema elettorale che riduca la soglia del 10 %, al fine rafforzare il pluralismo politico e riflettere meglio il pluralismo della società turca; deplora in particolare che nel 2010 non sia stata intrapresa alcuna riforma in tale ambito; chiede una revisione globale delle norme relative al finanziamento dei partiti ed alle spese elettorali, al fine di rafforzare la democrazia interna ai partiti e promuovere un sistema politico più aperto; invita i partiti politici a rafforzare la loro democrazia interna e ad accrescere la responsabilità dei membri eletti dinanzi agli elettori;

    21.

    si rammarica che non siano stati compiuti progressi nel limitare le immunità dei membri del parlamento per quanto riguarda i reati di corruzione e nota nel contempo la preoccupazione per la protezione adeguata dell'espressione di posizioni non violente in seno al parlamento; invita pertanto il governo ed il parlamento a convenire su una riforma adeguata del sistema di immunità parlamentare;

    22.

    prende atto dell'attuale presidenza turca del Comitato dei ministri del Consiglio d'Europa ed incoraggia la Turchia ad attuare il suo impegno a rispettare i valori del Consiglio d'Europa ratificando la Convenzione quadro per la difesa delle minoranze nazionali e ratificando i protocolli aggiuntivi alla CEDU;

    23.

    plaude alla ratifica da parte della Grande Assemblea nazionale turca del protocollo facoltativo alla convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura e invita la Turchia ad applicarne le disposizioni quanto prima e in stretta cooperazione con la sottocommissione sulla prevenzione della tortura e di altri trattamenti o pene crudeli, inumani o degradanti;

    24.

    sostiene il dialogo in corso tra il governo e le comunità religiose, incluse le comunità alevita, greca, armena, aramea ed altre comunità cristiane; è tuttavia deluso dal fatto che siano stati compiuti solo progressi limitati in relazione al quadro giuridico per il funzionamento di tali comunità, in particolare per quanto riguarda la possibilità per tali comunità di ottenere personalità giuridica, di aprire e gestire centri di culto, di formare il clero e di risolvere problemi di proprietà non coperti dalla legge sulle fondazioni; chiede – pur notando i ritardi ed i problemi procedurali – uno sforzo efficace e costante per quanto riguarda l'attuazione della legge sulle fondazioni, che deve consentire alle comunità di cui sopra di operare senza indebite restrizioni, in linea con la CEDU e la giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’uomo; sollecita il governo ad aumentare ulteriormente il suo sostegno alla libertà di coscienza e alla pluralità religiosa nella società turca;

    25.

    invita pertanto il governo ad affrontare tali questioni in modo sistematico, modificando la legislazione e garantendone la corretta applicazione a tutti i livelli di governo, incluse le municipalità; sottolinea, in tale contesto, le raccomandazioni adottate dalla commissione di Venezia nella primavera 2010, relative alla personalità giuridica delle comunità religiose e al titolo ecclesiastico di «ecumenico» del patriarcato ortodosso; plaude alla recente decisione dell'Assemblea delle Fondazioni di trasferire l'orfanotrofio greco per ragazzi Büyükada al Patriarcato ecumenico, in linea con la sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo e la concessione della cittadinanza turca a vari esponenti del clero greco-ortodosso al fine di facilitare il lavoro del Patriarcato e del Santo Sinodo; accoglie con favore la cerimonia religiosa nel museo del Monastero Sümela a Trabzon e la cerimonia nella chiesa dell'isola Akdamar, nella provincia di Van; si rammarica per la decisione della Corte suprema turca contro il monastero di Mor Gabriel, concernente una disputa territoriale con i villaggi e il ministero del Tesoro turco; ribadisce l'auspicio che le affermazioni del governo sulla riapertura della scuola greco-ortodossa di Halki siano presto seguiti da azioni e misure per garantire la libera formazione del clero delle comunità cristiane; esorta il governo a prestare particolare attenzione al materiale didattico utilizzato nelle scuole, che dovrebbe riflettere la pluralità religiosa della società turca e la necessità di materiale scolastico privo di pregiudizi;

    26.

    condanna fermamente le continue violenze terroristiche perpetrate dal PKK, che figura sull'elenco delle organizzazioni terroristiche stilato dall'UE, e da altri gruppi terroristi in territorio turco; invita la Turchia, l'UE e i suoi Stati membri ad intensificare la loro cooperazione nella lotta contro il terrorismo, in stretto coordinamento con il coordinatore antiterrorismo e con Europol e nella severa osservanza del diritto internazionale in materia di diritti umani;

    27.

    invita il governo a potenziare i suoi sforzi nel quadro del processo di apertura democratica, al fine di affrontare in modo esaustivo la questione curda per conseguire una soluzione pacifica, in particolare garantendo un'interpretazione coerente della legge, al fine di consentire l'uso della lingua curda nella vita politica e pubblica e nelle scuole, modificando la legislazione antiterroristica onde evitare gli abusi ed interpretazioni troppo ampie, garantendo i diritti alla libertà di espressione, associazione e riunione, affrontando efficacemente i problemi degli sfollati dalle loro regioni di origine a causa, tra l'altro, del lungo conflitto e migliorando ulteriormente la situazione socioeconomica nel sud-est del paese; esprime preoccupazione, in tale contesto, per i processi in corso a Diyarbakir di 151 attivisti politici curdi – tra cui otto sindaci eletti e ancora in carica – che rappresentano un'interferenza nell'attività politica;

    28.

    plaude al rafforzamento del quadro giuridico inteso a garantire i diritti delle donne e la parità di genere mediante il pacchetto costituzionale; nutre preoccupazione per il crollo delle cifre relative al tasso di attività persino tra le donne molto istruite; sollecita il governo, le imprese e la società civile ad adottare misure esaustive – ad esempio lottando contro l'analfabetismo femminile, agevolando attivamente l'accesso delle ragazze all'istruzione secondaria e fornendo strutture per la cura dei bambini – intese ad affrontare il problema della povertà delle donne e rafforzare la loro inclusione sociale e la loro partecipazione al mercato del lavoro; incoraggia altresì l'introduzione di un sistema di quote riservate al fine di garantire una presenza femminile significativa a tutti i livelli nelle imprese, nel settore pubblico e in politica; invita in particolare i partiti politici a sfruttare l'opportunità offerta dalle prossime elezioni per rafforzare la partecipazione attiva delle donne in politica;

    29.

    deplora fortemente i livelli persistentemente elevati di violenza domestica, compresi i cosiddetti delitti d'onore ed il fenomeno dei matrimoni forzati; si compiace, a questo riguardo, delle iniziative dei movimenti femminili che danno visibilità a queste problematiche e sollecita il governo ad accrescere i suoi sforzi preventivi a tutti i livelli, in particolare applicando la legge n. 4320 sulla protezione della famiglia e monitorandone l'attuazione da parte delle forze di polizia e del potere giudiziario, obbligando le municipalità di oltre 50 000 abitanti a fornire strutture di accoglienza adeguate alle donne e ai minori in pericolo, monitorando in modo efficace il pieno rispetto di tale obbligo ed istituendo un sistema di assistenza per le donne ed i minori che lasciano tali strutture di accoglienza, al fine di fornire loro sostegno psicologico, assistenza giuridica e cure sanitarie adeguate e di assisterli nel reinserimento nella società; invita il governo ad approntare un controllo adeguato ed efficace del rispetto di tale obbligo da parte delle municipalità; sollecita il sistema giudiziario a garantire che la violenza contro le donne e i minori, nonché contro quanti si oppongono ai cosiddetti delitti di onore, sia punita in modo commisurato ed adeguato;

    30.

    esorta il governo a provvedere affinché l'uguaglianza a prescindere da sesso, genere, origine etnica o razziale, religione o credo, disabilità, età od orientamento sessuale sia garantita dalla legge ed effettivamente applicata; deplora le recenti azioni legali avviate contro le associazioni LGBT, ma si compiace del fatto che le cause in questione siano state respinte dai giudici; rileva, tuttavia, la necessità di ulteriori azioni contro l'omofobia e la discriminazione sulla base dell'orientamento sessuale, come stabilito dalla raccomandazione agli Stati membri del comitato dei ministri del Consiglio d'Europa in materia di misure volte a lottare contro la discriminazione sulla base dell'orientamento sessuale o dell'identità di genere; invita il governo turco ad ordinare alle forze armate turche di porre fine alla classificazione dell'omosessualità come malattia «psicosessuale»; chiede che il progetto di legge sulla lotta alla discriminazione e il comitato per la parità sia allineato agli standard dell'Unione europea, anche per quanto riguarda gli aspetti di genere e dell'orientamento sessuale; esorta le autorità nazionali e locali a porre fine ai frequenti omicidi di persone transgenere, tra cui lavoratori del sesso transgenere;

    31.

    ritiene che la Turchia, in linea con gli obblighi derivanti dal diritto internazionale, dovrebbe adottare una legislazione intesa ad introdurre il servizio civile o sociale quale alternativa al servizio militare, che non sia punitiva per quanto concerne la durata e che sia basata sulla libera scelta; chiede al governo di garantire il pieno rispetto della sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo nella causa Ülke c. Turchia, modificando la legislazione in modo da porre fine ai processi contro gli obiettori di coscienza per il rifiuto di svolgere il servizio militare; chiede al governo di indagare sui presunti maltrattamenti di obiettori di coscienza sotto custodia militare e di prendere provvedimenti per evitare tali abusi in futuro;

    32.

    sottolinea l'importanza di assicurare una protezione efficace ai difensori dei diritti umani; esprime preoccupazione per il perdurare delle cause e dei procedimenti giudiziari contro i difensori dei diritti umani e richiama in particolare l'attenzione sul processo contro Pinar Selek, che è durato dodici anni nonostante tre decisioni di assoluzione; invita la Commissione a seguire da vicino tale caso, come pure tutti gli altri casi analoghi, ed a presenziare sistematicamente a questo tipo di processi;

    33.

    esorta i principali partiti politici a giungere ad una soluzione sul divieto di indossare il velo nelle università, onde contrastare gli effetti di polarizzazione che tale questione produce sulla società turca; invita a basare tale soluzione sulla libera scelta delle donne;

    34.

    rinnova con forza il suo appello al governo turco – in assenza a tutt'oggi di progressi dopo la risoluzione 1625 dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa – a perseguire politiche volte a preservare il carattere biculturale delle isole turche di Gökçeada (Imbros) e Bozcaada (Tenedos) e, in particolare, ad affrontare i problemi incontrati dai membri della minoranza greca in materia di istruzione e diritti di proprietà;

    Migliorare la coesione sociale e la prosperità

    35.

    loda la resistenza dell'economia turca di fronte alla crisi economica globale; sottolinea che tale ripresa economica rappresenta un'opportunità unica per accrescere la partecipazione dei lavoratori ed aumentare il tasso di occupazione – che sono ancora ad un livello molto basso che raggiunge appena il 50 % – e per mettere in moto un processo di inclusione sociale progressiva; sottolinea la responsabilità condivisa del governo e delle parti sociali e li invita ad intensificare la cooperazione al fine di rafforzare le basi di un'economia sociale di mercato;

    36.

    esorta il governo turco e i governi degli Stati membri dell'Unione europea a considerare e presentare l'integrazione dei cittadini dell'Unione europea di origine turca nelle società dei loro nuovi paesi di residenza non come una minaccia, ma come un'opportunità per il futuro delle nostre società;

    37.

    nota l'interdipendenza dell'economia dell'Unione europea e dell'economia turca e sottolinea il suo potenziale per aumentare la prosperità sia nell'UE sia in Turchia, parallelamente al progredire dell'integrazione della Turchia nel mercato dell'Unione europea;

    38.

    plaude ai miglioramenti introdotti dagli emendamenti costituzionali nel settore del dialogo sociale e dei diritti sindacali; insiste tuttavia sul fatto che, oltre a tali miglioramenti, il quadro giuridico, inclusa la legislazione in materia sindacale in corso, deve essere allineato con le norme dell'OIL e dell'Unione europea; invita tutte le parti del Consiglio economico e sociale a rafforzare il loro impegno e la loro cooperazione per perseguire tale obiettivo;

    39.

    ribadisce la necessità di rafforzare la coesione tra le regioni turche e tra le zone rurali ed urbane; sottolinea, in tale contesto, il ruolo particolare dell'istruzione e la necessità di risolvere le ampie disparità persistenti a livello regionale, per quanto riguarda la qualità dell'istruzione ed il tasso di iscrizione scolastica;

    40.

    sollecita il governo turco a considerare appieno le ripercussioni in termini ambientali e di sostenibilità dei suoi progetti di nuove infrastrutture idriche ed energetiche nel quadro del progetto per l'Anatolia sudorientale (GAP), che rischiano di distruggere l'ambiente ed il paesaggio unico di alcune regioni e, in particolare, l'impatto di tale progetto sul vicino Iraq; rileva in particolare la necessità di garantire che il progetto di legge sulla protezione della natura e sulla biodiversità sia modificato al fine di preservare il patrimonio culturale ed archeologico nel pieno rispetto delle norme europee e di assegnare in modo chiaro le responsabilità per la protezione della natura in seno all'esecutivo; invita il governo ad adottare un quadro d'intervento più ambizioso, sostenuto da piani d'azione specifici, per combattere l'aumento delle emissioni di carbonio;

    Instaurare relazioni di buon vicinato

    41.

    invita il governo turco e tutte le parti interessate a sostenere attivamente i negoziati in corso sulla questione di Cipro ed a contribuire concretamente ad una sua risoluzione globale e sollecita il governo a favorire un clima adatto per i negoziati, iniziando il ritiro immediato delle sue truppe da Cipro; sollecita con forza le due comunità presenti a Cipro a lavorare intensamente, come chiesto dal Segretario generale delle Nazioni Unite, per sfruttare i progressi già conseguiti nei negoziati, al fine di raggiungere una soluzione sostenibile – in linea con le pertinenti risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, e promuovendo, in particolare, la risoluzione 550 (1984), conformemente ai principi su cui si fonda l'Unione europea – a beneficio dei cittadini ciprioti, dell'Unione europea e della Turchia;

    42.

    incoraggia la Turchia ad intensificare il suo sostegno a favore del comitato per le persone scomparse a Cipro, in particolare facilitandone l'accesso alle aree militari e agli archivi nonché a prendere qualsiasi altra misura idonea, in linea con le sentenze della Corte europea dei diritti dell'uomo sulla questione umanitaria delle persone scomparse;

    43.

    invita le autorità turche e turco-cipriote ad evitare nuovi insediamenti di cittadini turchi sull'isola, dal momento che ciò continuerebbe a modificare l'equilibrio demografico ed a ridurre la lealtà dei suoi cittadini nei confronti di un futuro Stato comune basato su un passato comune; invita la Turchia ad affrontare la questione dell'insediamento di cittadini turchi sull'isola, in linea con la Convenzione di Ginevra e i principi del diritto internazionale;

    44.

    sollecita entrambe le parti, Turchia e Armenia, a ratificare, senza precondizioni, i protocolli e ad aprire il confine ed invita la Turchia a utilizzare il suo peso a livello regionale per rafforzare misure atte a creare fiducia;

    45.

    prende atto dell'intensificazione degli sforzi da parte della Turchia e della Grecia per migliorare le loro relazioni bilaterali; si rammarica tuttavia che la minaccia di casus belli dichiarata dalla Grande assemblea nazionale turca nei confronti della Grecia non sia ancora stata ritirata; si attende che il governo turco ponga fine alle continue violazioni dello spazio aereo greco e ai voli militari turchi sulle isole greche;

    46.

    sottolinea che la Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare è stata firmata dall'UE, dai 27 Stati membri e da tutti gli altri paesi candidati e fa parte dell'acquis comunitario, invita pertanto il governo turco a firmarla e ratificarla senza ulteriori indugi;

    47.

    plaude all'approfondimento delle relazioni tra Turchia e Iraq, incluso il suo governo regionale curdo, e sottolinea in particolare il contributo della Turchia alla stabilizzazione dell'Iraq; sollecita la Turchia a elaborare, insieme al governo iracheno e ad altri paesi vicini, misure per contrastare l'impatto negativo del progetto di diga idroelettrica annunciato dal governo turco;

    Approfondire la cooperazione UE-Turchia

    48.

    deplora la mancata applicazione da parte della Turchia del protocollo aggiuntivo all'accordo di associazione tra la Comunità europea e la Turchia, che continua a influire sul processo negoziale, ed invita il governo turco ad applicare appieno il protocollo;

    49.

    prende atto dei progressi conseguiti dalla Turchia sul capitolo dell'energia ed invita nuovamente il Consiglio ad avviare dei negoziati su tale capitolo senza ulteriore indugio; invita il governo turco ad intensificare i suoi sforzi nei negoziati di adesione al trattato della Comunità dell'energia; accoglie con favore la ratifica dell'accordo intergovernativo sul gasdotto Nabucco e la firma del memorandum d'intesa sul funzionamento del gasdotto di interconnessione Turchia-Grecia-Italia (ITGI), in quanto entrambi i progetti sono importanti per la sicurezza dell'approvvigionamento energetico dell'UE;

    50.

    saluta i negoziati attualmente in corso sul capitolo «sicurezza alimentare e politica veterinaria e fitosanitaria» aperto il 30 giugno 2010; sollecita la Turchia ad adottare tutti i provvedimenti necessari per chiudere determinati capitoli, ad esempio «impresa e politica industriale» e «reti transeuropee»;

    51.

    plaude alla conclusione dei negoziati su un accordo di riammissione UE-Turchia ed invita il governo turco a garantire, fino all'entrata in vigore di tale accordo, la piena attuazione degli accordi bilaterali esistenti; sottolinea l'importanza di intensificare la cooperazione tra l'Unione europea e la Turchia sulla gestione della migrazione e sul controllo delle frontiere, anche alla luce dell'alta percentuale di immigranti illegali che entrano nel territorio dell'Unione europea attraverso la Turchia; accoglie con favore la consultazione della società civile su tre progetti di legge nel settore dell'asilo ed esorta il governo a presentare quanto prima tali leggi al parlamento; è del parere che, una volta che l'accordo di riammissione sarà entrato in vigore, il Consiglio dovrebbe affidare alla Commissione il mandato di avviare un dialogo in materia di visti, con particolare attenzione alle condizioni di ingresso di imprenditori e studenti che si recano nell'Unione europea, quale misura necessaria in relazione alla mobilità;

    52.

    prende atto della sempre più attiva politica estera della Turchia, intesa a rafforzare il suo ruolo quale attore regionale; sollecita il Vicepresidente della Commissione/Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza a tenere conto appieno di tale dimensione e ad impegnarsi con la Turchia per il coordinamento degli obiettivi e per una corretta promozione degli interessi dell'Unione europea; invita il governo turco ad intensificare il coordinamento della sua politica estera con l'Unione europea; accoglie con favore, in linea di principio, la politica «zero problemi» recentemente enunciata dalla Turchia nei confronti dei paesi vicini, ma sottolinea che l'impegno della Turchia nei confronti dei valori e degli interessi comuni europei deve continuare ad essere inequivocabile; invita il Vicepresidente della Commissione/Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza ad intensificare il dialogo esistente con la Turchia su questioni di politica estere di interesse reciproco; alla luce del fatto che la Turchia è fonte di ispirazione per molti nel mondo arabo, in quanto democrazia laica con una popolazione in maggioranza musulmana, incoraggia vivamente il proseguimento di sforzi concertati a sostegno della democratizzazione e dello sviluppo nel Medio Oriente e nel Nord Africa;

    53.

    sottolinea l'importanza strategica della regione del mar Nero per l'Unione europea; ritiene che la Turchia sia un importante partner dell'Unione europea in tale regione e la invita a sostenere e contribuire attivamente all'attuazione delle politiche e delle iniziative dell'UE nella regione del mar Nero, compresa un'eventuale strategia dell'UE per il mar Nero;

    54.

    sollecita il governo turco a sostenere appieno gli sforzi della comunità internazionale volti ad impedire all'Iran di acquisire armi nucleari e deplora il voto della Turchia contro la relativa risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite; ritiene che la Turchia potrebbe contribuire alla democratizzazione ed al rafforzamento dei diritti umani in Iran, coordinando nel contempo i suoi sforzi con l'Unione europea;

    55.

    ritiene che la Turchia svolga un ruolo importante nel promuovere il dialogo nel quadro del processo di pace in Medio Oriente e nel contribuire alla stabilizzazione del Libano, e la invita a riallacciare i suoi stretti legami con Israele, a riprendere la sua costruttiva mediazione e, in particolare, a contribuire al rafforzamento dell'Autorità palestinese;

    56.

    apprezza il costruttivo impegno della Turchia inteso a sostenere gli sforzi dei partner transatlantici in Afghanistan e nei Balcani; si rammarica tuttavia che la cooperazione strategica NATO-UE al di là degli accordi «Berlin Plus» sia bloccata dall'opposizione della Turchia;

    57.

    chiede al governo turco di firmare e sottoporre a ratifica lo Statuto del Tribunale penale internazionale, accrescendo così il contributo e l'impegno della Turchia al sistema multilaterale globale;

    58.

    prende atto delle conclusioni e dei miglioramenti proposti dalla Commissione nella relazione annuale 2009 sull'attuazione dello strumento di assistenza preadesione (IPA), al fine di stabilire obiettivi e progetti prioritari in conformità con i criteri di adesione, come suggerito dalla relazione speciale della Corte dei conti n. 16/2009; sottolinea l'importanza di monitorare estensivamente l'attuazione dell'IPA, man mano che aumentano i progetti in corso;

    *

    * *

    59.

    incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione, al Segretario generale del Consiglio d'Europa, al presidente della Corte europea dei diritti dell'uomo, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri nonché al governo e al parlamento della Repubblica di Turchia.


    (1)  GU C 306 E del 15.12.2006, pag. 284.

    (2)  GU C 263 E del 16.10.2008, pag. 452.

    (3)  GU C 279 E del 19.11.2009, pag. 57.

    (4)  GU C 87 E dell'1.4.2010, pag. 139.

    (5)  GU C 341 E del 16.12.2010, pag. 59.

    (6)  Testi approvati, P7_TA(2010)0324.

    (7)  GU L 51 del 26.2.2008, pag. 4.


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