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Document 52002DC0748

Comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo , al Comitato Economico e Sociale ed al Comitato delle Regioni - Attuazione del mainstreaming della dimensione di genere nei documenti di programmazione dei fondi strutturali 2000-2006

/* COM/2002/0748 def. */

52002DC0748

Comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo , al Comitato Economico e Sociale ed al Comitato delle Regioni - Attuazione del mainstreaming della dimensione di genere nei documenti di programmazione dei fondi strutturali 2000-2006 /* COM/2002/0748 def. */


COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL CONSIGLIO, AL PARLAMENTO EUROPEO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE ED AL COMITATO DELLE REGIONI - Attuazione del mainstreaming della dimensione di genere nei documenti di programmazione dei fondi strutturali 2000-2006

1. Oggetto della comunicazione

La presente comunicazione analizza il grado di attuazione del mainstreaming della dimensione di genere nel quadro della programmazione dei Fondi strutturali 2000-2006. Essa enumera i progressi realizzati e presenta una serie di esempi di buone pratiche, indicando anche i settori nei quali i progressi rimangono ancora lenti.

La comunicazione analizza la situazione in tutti e quattro i fondi comunitari [1], nonché nei programmi degli obiettivi 1, 2 e 3. Le informazioni sono state tratte principalmente dal documento denominato "Esame della proposta di attuazione del nuovo regolamento FSE nell'UE", dallo studio "Integrazione delle pari opportunità per donne e uomini negli interventi a titolo degli obiettivi 1 e 2 dei fondi strutturali" e da altri documenti [2].

[1] Il Fondo Sociale Europeo (FSE); il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR); il Fondo europeo agricolo di orientamento e di garanzia (FEAOG); lo Strumento finanziario d'orientamento della pesca (SFOP).

[2] cfr. http://europa.eu.int/comm/regional-policy/sources/docgener

Le conclusioni di questi documenti sono state confermate in occasione di numerose conferenze, seminari e workshop durante i quali esperti di Fondi strutturali ed esperti in questioni di parità tra i sessi a vari livelli hanno confrontato le proprie esperienze, idee e strategie. La 3a conferenza europea sul mainstreaming della dimensione di genere nei Fondi strutturali, svoltasi nel giugno 2002 a Santander, in Spagna [3], manifestazioni nazionali o regionali come la "Conferenza sul mainstreaming della dimensione di genere nei fondi strutturali in Irlanda e nel Regno Unito" che si è tenuta nel maggio 2002 in Galles, la conferenza sulla parità di opportunità, sull'occupazione e sui fondi strutturali svoltasi in Grecia a fine febbraio 2002, e un workshop che ha visto la partecipazione di un esperto esterno e di amministratori della Commissione addetti ai Fondi strutturali hanno evidenziato che, nonostante la grande varietà dei temi, la maggior parte delle questioni-chiave emerse coincidevano.

[3] La documentazione verrà inserita sul sito web, cfr. nota 1.

Il presente documento vuole apportare un contributo alla revisione intermedia dei Fondi strutturali, in occasione della quale si decide sull'assegnazione della riserva di prestazione e su tutte le modifiche riguardanti gli stanziamenti finanziari, gli obiettivi, le priorità e le misure.

2. Contesto

I Fondi strutturali sono i principali strumenti finanziari miranti a ridurre gli squilibri disparità di sviluppo ed a promuovere la coesione economica e sociale nell'Unione europea. Il bilancio totale per il periodo 2000-2006 ammonta a 195 miliardi di euro, di cui il 69,7% va all'obiettivo 1, l'11,5% all'obiettivo 2 e il 12,3% all'obiettivo 3.

I Fondi strutturali dovrebbero costituire un importante catalizzatore per le politiche comunitarie e nazionali in materia di parità tra i sessi. Il regolamento generale dei Fondi strutturali [4] (2000-2006) pone la parità tra i sessi tra gli obiettivi chiave e dispone che questa dimensione debba essere integrata nelle attività cofinanziate dal fondo. La questione della parità tra i sessi è esplicitamente citata in 10 dei 56 articoli. Il regolamento rispecchia gli obblighi del trattato di Amsterdam, che ha ufficialmente ancorato a livello comunitario il doppio approccio che prevede di combinare il mainstreaming della dimensione di genere con azioni specifiche. Questo doppio approccio è ripreso anche nel regolamento del FSE. [5]

[4] Regolamento (CE) n° 1260/1999 del Consiglio del 21 giugno 1999 recante disposizioni generali sui Fondi strutturali

[5] Regolamento (CE) n. 1784/1999 del Parlamento europeo e del Consiglio del 12 luglio 1999 relativo al Fondo sociale europeo, art. 2 par. 1 punto e par. 2 punto c

Anche il regolamento del FESR [6] ed il regolamento del FEAOG [7] contengono riferimenti alla parità tra i sessi, che rientra anche negli obiettivi di tutte e quattro le iniziative comunitarie 2000-2006 (EQUAL, INTERREG III, URBAN II e LEADER+).

[6] Regolamento (CE) n° 1783/1999 del Parlamento europeo e del Consiglio del 12 luglio 1999 relativo al Fondo Europeo di Sviluppo Regionale, articolo 2, paragrafo 2, punto f)

[7] Regolamento (CE) n. 1257/1999 del Consiglio del 17 maggio 1999 sul sostegno allo sviluppo rurale da parte del Fondo europeo agricolo di orientamento e di garanzia (FEAOG) e che modifica ed abroga taluni regolamenti, articolo 2

I Fondi strutturali, ed in particolare il FSE, sono i principali strumenti finanziari volti a sostenere la strategia europea per l'occupazione (SEE). La SEE ha integrato la dimensione del genere come priorità orizzontale in tutti i suoi pilastri, oltre ad un pilastro specificamente dedicato alle pari opportunità, il quale contiene degli orientamenti espressamente dedicati alle implicazioni di genere per l'occupazione.

L'impegno dei Fondi strutturali a favore della parità tra i sessi non è una novità. Già il regolamento per il periodo 1994-1999 considerava la parità di opportunità tra uomini e donne sul mercato del lavoro come un obiettivo comunitario e un compito prioritario per il FSE. Nel 1996 il Consiglio dei Ministri aveva adottato una risoluzione sull'integrazione della parità di opportunità per gli uomini e le donne nei Fondi strutturali. [8]

[8] Risoluzione del Consiglio del 2 dicembre 1996 sull'integrazione della parità di opportunità per le donne e gli uomini nei Fondi strutturali europei

Tuttavia fino ad oggi i fondi hanno finanziato soprattutto misure specifiche a favore delle donne o progetti pilota. Si tratta di misure importanti, che tuttavia da sole non possono porre rimedio alle diseguaglianze strutturali. Inoltre, la parità tra i sessi è stata considerata un compito dipendente principalmente dal FSE, benché le conclusioni delle valutazioni finali del FSE per il periodo 1994-1999 [9], basate su risultati specifici dei vari paesi, abbiano evidenziato che le misure, come del resto i posti di lavoro creati grazie alle misure, tendessero a rispecchiare un atteggiamento improntato alla segregazione professionale e a stereotipi sessisti.

[9] "Conclusioni delle valutazioni finali del FSE" Commissione europea, ottobre 2001

L'iniziativa NOW (New Opportunities for Women), lanciata nel quadro dell'iniziativa comunitaria OCCUPAZIONE, ha segnato una svolta, anticipando una serie di misure volte a ridurre la segregazione verticale ed orizzontale. I successi in materia di imprenditorialità femminile e di azioni miranti a ridurre la segregazione sul mercato del lavoro rappresentano una base importante per le attuali attività del fondo.

Sulla base di quest'esperienza, la dimensione della parità tra gli uomini e le donne è stata integrata nei documenti di lavoro metodologici destinati alla preparazione del periodo di programmazione 2000-2006, con particolare accento sulla programmazione, sulla valutazione ex-ante, sul controllo e sulla valutazione. [10]. La Commissione ha del pari elaborato un documento tecnico specifico che enumera gli orientamenti pratici per il mainstreaming della dimensione di genere nelle attività cofinanziate dai Fondi strutturali, ed ha formulato una definizione del mainstreaming della dimensione di genere nel campo dei Fondi strutturali: [11].

[10] Documento di lavoro 2 "La valutazione ex-ante degli interventi dei fondi strutturali", allegato IV, Commissione europea; Documento di lavoro 3 "Indicatori di sorveglianza, monitoraggio e valutazione: una metodologia indicativa ", allegato 2, scheda I, Commissione europea"

[11] Documento tecnico 3 "Integrazione delle pari opportunità per donne e uomini nei programmi e nei progetti dei Fondi strutturali, Commissione europea, marzo 2000

Per «mainstreaming» si intendono gli sforzi atti ad assicurare che tutti i provvedimenti e le attività generali (in sede di programmazione, attuazione, sorveglianza e valutazione) tengano conto in modo attivo ed esplicito degli effetti sulla condizione maschile e femminile. Il termine comprende anche la progettazione, attuazione, sorveglianza e valutazione di misure e attività specifiche intese a promuovere l'uguaglianza tra i sessi in termini di partecipazione e benefici.

Nel complesso, i piani e i programmi dovrebbero contribuire a migliorare la parità tra i sessi e riuscire ad evidenziare il proprio impatto prima, durante e dopo la fase di attuazione.

3. Mainstreaming della dimensione di genere nei documenti di programmazione per gli obiettivi 1, 2 e 3

3.1. Priorità tematiche delle misure a favore della parità tra i sessi

La parità tra i sessi è affrontata in maniera più efficace negli attuali programmi dei Fondi strutturali rispetto al precedente periodo di programmazione . Tuttavia, come già nel corso del periodo precedente, il tema della parità tra uomini e donne resta concentrato nel settore dell'impiego e dello sviluppo delle risorse umane, dove è in gran parte finanziato dal FSE, mentre è trascurato in altri settori come l'ambiente, i trasporti, lo sviluppo rurale, la ricerca e lo sviluppo, ecc.. Nella maggior parte dei programmi mancano i collegamenti tra la parità tra i sessi ed altri temi orizzontali come lo sviluppo sostenibile o il sostegno alla società della conoscenza.

3.1.1. Il punto sulle misure finanziate dal FSE - sviluppo delle risorse umane

Il FSE svolge un ruolo importante nella riduzione delle disparità tra uomini e donne in materia d'occupazione e nel conseguimento degli obiettivi SEE entro il 2010. Esso svolge un ruolo particolare in relazione al traguardo, fissato in occasione del Consiglio europeo di Lisbona, di fare crescere il tasso di partecipazione delle donne fino al 60 %, e gli obiettivi, concordati a Barcellona, di assicurare un posto in un nido almeno al 90% dei bambini di età compresa tra tre anni e l'età scolastica, e almeno al 33% dei bambini di età inferiore a tre anni.

Nel 2001 i tassi d'occupazione delle donne sono aumentati praticamente in tutti gli Stati membri. Tuttavia il tasso d'occupazione delle donne nell'Ue (54,9%) resta inferiore di 18 punti al tasso degli uomini (73%), e rimane al di sotto di 5,1 punti rispetto all'obiettivo fissato in occasione del Consiglio europeo di Lisbona. Inoltre le donne continuano ad essere sovrarappresentate nel lavoro a tempo parziale. Il tasso di disoccupazione femminile a medio termine nell'Ue è attualmente superiore di 2,4 punti a quello degli uomini. La presenza di bambini ha un maggior impatto sulla situazione occupazionale delle donne che su quella degli uomini. Il tasso d'occupazione delle donne senza figli dai 20 ai 50 anni (68%) è di 12 punti superiore a quello delle donne con bambini di meno di 6 anni (56%).

Divario di genere in materia d'occupazione [12]

[12] Documento di lavoro ad uso del personale della Commissione: Valutazione dell'attuazione degli orientamenti per l'occupazione 2001 - documento di riferimento per la relazione congiunta sull'occupazione 2002

>SPAZIO PER TABELLA>

Nella maggior parte dei programmi del FSE, le priorità relative alla parità tra i sessi si concentrano su due obiettivi principali: migliorare l'accesso e la partecipazione delle donne all'occupazione, all'istruzione e alla formazione e migliorare la conciliazione tra lavoro e vita di familiare.

La maggioranza delle misure riguardanti la partecipazione delle donne all'occupazione, all'istruzione e alla formazione mira a promuovere la capacità d'inserimento professionale delle donne già disoccupate o a rischio di disoccupazione ed a superare gli ostacoli legati alle qualifiche per le donne che arrivano o ritornano sul mercato del lavoro (ad esempio, misure riguardanti la formazione e l'orientamento delle donne e attività di sensibilizzazione e informazione).

Sforzi limitati vengono fatti per migliorare la qualità dei posti di lavoro delle donne, le responsabilità ad esse assegnate nonché l'evoluzione della loro carriera. Poche sono invece le misure miranti a ridurre il divario salariale tra uomini e donne o a promuovere l'accesso delle donne a posizioni di responsabilità o ad occupazioni altamente qualificate - in cui gli uomini fanno tradizionalmente la parte del leone - nel settore dell'informazione e delle tecnologie. Anche la promozione dell'imprenditorialità femminile e della fondazione di imprese da parte di donne è una priorità citata solo in alcuni programmi.

Le misure volte a permettere una migliore conciliazione del lavoro e della vita familiare comprendono principalmente il sostegno alle strutture di accoglienza dei bambini. Le cure alle persone anziane e ad altre persone non indipendenti ricevono scarsa attenzione. Alcune attività mirano a promuovere una maggiore flessibilità dell'orario di lavoro, ma spesso sono carenti le relative politiche d'accompagnamento.

Il principale problema constatato in occasione del precedente periodo di programmazione - ovvero il fatto che molte misure rafforzano le abitudini esistenti e la segregazione tra i sessi - si ritrova anche nell'attuale periodo. Le misure volte a favorire l'accesso delle donne al settore dei servizi tradizionali, le offerte di orientamento, qualifica e formazione o gli investimenti nelle strutture di accoglienza dei bambini sono più frequenti rispetto alle attività volte a ridurre la segregazione tra i sessi sul mercato del lavoro o gli squilibri salariali tra uomini e donne, o anche a promuovere l'accesso delle donne a posti di responsabilità.

Il rischio di rafforzare la segregazione tra i sessi appare come particolarmente elevato nei settori in piena crescita come il settore delle tecnologie dell'informazione. La maggior parte delle misure in questi settori non tiene alcun conto delle diseguaglianze tra i sessi e non prevede nessuna azione mirante a promuovere la partecipazione paritaria delle donne e degli uomini.

I programmi spagnoli rappresentano un buon esempio di un'ampia gamma di azioni miranti a rafforzare la presenza delle donne sul mercato del lavoro. Su 12 interventi nelle regioni dell'obiettivo 1, 8 regioni applicano le misure seguenti: migliorare la capacità d'inserimento professionale delle donne; promuovere le attività economiche delle donne (ovvero donne imprenditrici); lottare contro la segregazione verticale ed orizzontale, nonché contro la discriminazione salariale; promuovere la conciliazione tra famiglia e lavoro. Ciascuna regione prevede una serie di azioni, ovvero: formazione (soprattutto in settori nei quali le donne sono sottorappresentate); aiuti finanziari alle imprese che assumono donne disoccupate; creazione e rafforzamento di imprese fondate, gestite o dirette da donne; campagne d'informazione e di diffusione; ricerca; promozione della presenza di donne tra i quadri decisionali, ecc..

Nel programma dell'obiettivo 1 portoghese "Impiego, formazione e sviluppo sociale", la misura "promozione della parità di opportunità tra donne e uomini" si riferisce in senso ampio a soggetti ed azioni potenziali. È strutturata in tre gruppi di progetti:

1) Misure strutturali, tra cui studi e statistiche, sensibilizzazione e formazione, premi di riconoscimento assegnati ad imprese e servizi pubblici, creazione di un osservatorio del mainstreaming della dimensione di genere

2) Sostegno ad interventi a favore della parità tra i sessi, ad esempio per datori di lavoro che creano nuovi schemi di lavoro, promozione dell'accesso delle donne alla formazione nelle tecnologie dell'informazione e della telecomunicazione (TIC) ed alle professioni dominate dagli uomini

3) Sostegno alle ONG incaricate della parità tra i sessi (rafforzamento delle capacità)

3.1.2. Misure a favore della parità tra i sessi finanziate dal FESR

Un numero ridotto di programmi finanziati dal FESR prevede azioni specifiche volte a promuovere la parità tra i sessi. Essi si riferiscono principalmente alle regioni dell'obiettivo 1, in particolare all'Italia, al Regno Unito ed alla Finlandia, e riguardano lo sviluppo locale ed urbano, nonché l'innovazione e la RS.

Un gruppo di progetti sovvenzionati nel quadro di questi programmi mira a sostenere i servizi, in particolare a sviluppare nuove strutture di servizi o a sperimentare servizi sociali per migliorare l'accesso al mercato del lavoro.

Alcune azioni sono direttamente correlate con il settore sanitario, come ad esempio le misure di sensibilizzazione sanitaria, in particolare le campagne volte a combattere le gravidanze nelle adolescenti, la tossicodipendenza e l'abuso di alcool.

Un determinato numero di progetti mira a migliorare le condizioni di vita e ambientali nelle località e zone urbane. Alcuni di essi sviluppano nuovi modelli di partecipazione o stimolano/incoraggiano gli abitanti a migliorare il loro ambiente, o promuovendo il benessere dei bambini e dei giovani. Altri prevedono invece strategie di progettazione e di gestione immobiliare gestite dalla Comunità, segnatamente cercando di affrontare i problemi di mobilità, accesso ai servizi o sicurezza correlati al genere, alla disabilità o all'età.

Un'altra serie di azioni riguarda il settore dell'innovazione e della società dell'informazione, e comporta iniziative volte a promuovere la partecipazione delle donne all'innovazione e alla RS, ad integrare una prospettiva di genere nel sostegno allo sviluppo ed alla gestione dei parchi scientifici, dei centri d'innovazione e dei poli tecnologici e mediologici.

Svariate azioni sostengono progetti e strutture di accoglienza dei bambini offrendo la possibilità di riconciliare famiglia e lavoro. Soprattutto nel settore dell'accoglienza dei bambini gli interventi e la cooperazione tra i fondi sono stati rafforzati rispetto al periodo di programmazione precedente. Ad esempio, in Irlanda, in Grecia ed in Italia, dove i servizi di accoglienza dei bambini sono contemporaneamente sostenuti dal FSE e dal FESR.

Il programma a titolo dell'obiettivo 1 per la Finlandia orientale rappresenta un buon esempio in proposito. La misura "sviluppare le strutture della vita quotidiana", contenuta nel supplemento al programma, mira a sviluppare tipi di partecipazione nonché strutture di servizio e attività innovative. Il suo obiettivo è di trarre vantaggio dalla società civile e sviluppare nuove interazioni tra vari gruppi di persone nonché tra la vita professionale e il tempo libero. Per quanto riguarda l'impatto sulla parità tra i sessi, le attività mirano alla creazione di nuovi posti di lavoro per le donne. L'integrazione della TI nella vita quotidiana è volta a rafforzare l'interesse delle donne per la tecnologia nonché la richiesta da parte del mercato di donne qualificate nel settore della TI.

Il supplemento al programma italiano nel quadro dell'obiettivo 1 per il Mezzogiorno mira, nel quadro della promozione di centri di competenza, ad incoraggiare in particolar modo le iniziative di donne imprenditrici nel settore della tutela dell'ambiente.

3.1.3. Misure a favore della parità tra i sessi finanziate dal FEAOG e dallo SFOP

La dimensione di genere è meno visibile nella maggioranza delle misure del FEAOG e dello SFOP rispetto ai programmi del FSE.

L'attuazione del regolamento relativo al FEAOG [13] ha visto emergere alcuni ostacoli che rendono difficile l'integrazione del principio della parità tra i sessi. La maggioranza dei finanziamenti riguarda il settore dell'agricoltura, nel quale le donne sono sottorappresentate. Le azioni sono principalmente imperniate sulle aziende agricole, ed i beneficiari sono i proprietari delle stesse. Il fatto che solo un proprietario su cinque sia una donna riduce la possibilità per le donne di beneficiare direttamente di questi progetti. Le mogli degli agricoltori e le dipendenti delle aziende agricole sono ignorate da questo tipo di finanziamento.

[13] Cfr. nota 7

Per la maggior parte dei programmi vi è una carenza di statistiche aggregate per sesso, di analisi delle diseguaglianze tra i sessi nelle zone rurali nonché nel settore dell'agricoltura e della pesca, e di valutazioni dell'impatto in termini di genere. Alcuni programmi individuano chiaramente gli handicap a carico delle donne, ma tralasciano misure volte a combatterli garantendo alle donne la parità di partecipazione e beneficio delle azioni. Le diseguaglianze potrebbero perfino aumentare, se pensiamo che una misura volta ad incoraggiare i giovani agricoltori a riprendere o modernizzare aziende agricole prevede esplicitamente che meno del 6% dei beneficiari saranno donne. Solo in casi eccezionali vengono stanziati importi per promuovere l'accesso delle donne mediante delle quote. Alcune regioni (ad esempio la regione Provence Alpes Côte d'Azur, in Francia) hanno preso l'iniziativa di includere la parità tra i sessi tra i criteri di selezione dei progetti.

Le azioni correlate ai settori nei quali le donne sono maggiormente rappresentate riguardano una percentuale relativamente bassa dei programmi. Le misure che potrebbero avere un'incidenza positiva sulla parità tra i sessi riguardano soprattutto settori come la diversificazione, la formazione, le nuove prospettive d'occupazione e la creazione di piccole imprese nel turismo rurale, la produzione e la vendita di prodotti regionali, l'accoglienza dei bambini.

Un certo numero di piani di sviluppo rurale (PDR) menziona il principio della parità tra i sessi, ma riferendosi ad altri fondi, in particolare al FSE, che interviene nelle zone rurali nel settore della formazione professionale e dell'occupazione, ed al FESR, per gli aspetti relativi all'attrezzatura, ai servizi, alle piccole e medie imprese. Mentre tutte le regioni sono intitolate a beneficiare del finanziamento FSE, solo le regioni classificate nell'obiettivo 1 o 2 possono beneficiare del FESR.

Nel quadro dell'iniziativa comunitaria LEADER +, finanziata dal FEAOG, alcuni Stati membri prevedono una quota di donne per le partnership nei gruppi d'azione locale (GAL): il 40% in Svezia, con l'obiettivo di raggiungere il 50%; il 20% nei Paesi Bassi. I programmi presentati in LEADER + tengono conto delle necessità delle donne nelle zone rurali. Tuttavia, visto che questi programmi stati appena lanciati, è troppo presto per appurare in quale misura le donne delle zone rurali beneficeranno dell'introduzione di questa priorità.

Della insufficiente integrazione della prospettiva di genere si è discusso in occasione del Consiglio agricoltura del maggio 2002. Nelle sue conclusioni, il Consiglio ha invitato a promuovere la parità di opportunità tra donne e uomini su scala europea e ad integrarla in tutti i programmi sovvenzionati dai Fondi strutturali. Questi impegni dovrebbero essere ora tradotti in obiettivi, attività e misure specifiche. [14]

[14] 2428a riunione del Consiglio - AGRICOLTURA - Bruxelles, 27 maggio 2002, 8959/02 (Stampa 148)

La programmazione 2000-2006 per la politica comune della pesca tiene conto del mainstreaming della dimensione di genere e delle condizioni e necessità delle donne nel settore della pesca sulla base delle raccomandazioni contenute nello studio "Il ruolo delle donne nel settore della pesca nei 15 Stati membri" e delle iniziative nazionali e regionali. Il regolamento n. 2792/1999 [15] ha tenuto conto dei temi attinenti al mainstreaming della dimensione di genere:

[15] Regolamento (CE) n. 2792/1999 del Consiglio, del 17 dicembre 1999, che definisce modalità e condizioni delle azioni strutturali nel settore della pesca, cfr. nota 2.

- All'articolo 11, le attività delle famiglie di pescatori, la riqualificazione professionale, la formazione, il miglioramento delle condizioni sanitarie e delle condizioni di lavoro sono incorporate nelle attività dello SFOP, sulla base del programma precedente.

- All'articolo 15, il regolamento tiene conto delle azioni d'interesse collettivo in senso ampio, nelle quali le donne svolgono un ruolo molto importante. Esso prevede in particolare il finanziamento di attività di formazione a terra, la costituzione di vivai di imprese (le donne potrebbero essere attive in altre attività commerciali a terra).

Tuttavia, gli esempi positivi dell'attuazione effettiva della prospettiva della parità tra i sessi sono raramente visibili. Al fine di migliorare la prospettiva di genere, nel gennaio 2003 la Commissione organizzerà a Bruxelles una conferenza sul ruolo delle donne nel settore della pesca. La conferenza permetterà lo scambio di esperienze e buone pratiche nonché l'individuazione delle iniziative mirate alla definizione di benchmark maggiormente meritevoli di promozione.

3.2. La strategia per giungere alla parità tra i sessi

Il quadro legislativo per il 2000-2006 ha contribuito a dare maggiore evidenza alla parità tra i sessi nei documenti di programmazione. Gli Stati membri hanno accettato di impegnarsi a favore della parità tra i sessi, anche se numerosi programmi difettano di precisione. La maggior parte dei programmi soffre di un considerevole divario tra l'analisi e la strategia di programmazione. Solo in alcuni dei piani e programmi è presente uno sforzo di analisi delle differenze di condizione socioeconomica tra donne e uomini mirato a definire chiaramente gli ostacoli da superare. Anche nei casi in cui l'analisi indica chiaramente determinate diseguaglianze tra i generi, la strategia volta a ridurre tali disparità ed a raggiungere la parità non corrisponde sempre all'analisi. Ad esempio, alcune serie carenze o diseguaglianze relative alla situazione delle donne sul mercato del lavoro e nella vita economica, benché identificate nei dati, spesso non vengono menzionate nella strategia né nelle relative priorità e misure previste. L'analisi condotta nei programmi non sfocia sempre nella definizione di obiettivi strategici riguardanti la parità di genere o a misure concrete nei supplementi di programma.

3.2.1. Visibilità della doppia strategia: mainstreaming della dimensione di genere ed azione specifica

I quadri comunitari di sostegno (Q.C.S.) ed i documenti unici di programmazione (DOCUP) manifestano spesso l'intenzione di integrare orizzontalmente la parità tra i sessi in tutte le azioni e priorità dei programmi e di adottare misure specifiche per ridurre le disparità di genere. Come già in occasione dei periodi precedenti, il FSE è il fondo nel quale questo doppio approccio è più visibile.

Numerosi interventi a titolo degli obiettivi 1 e 2 prevedono azioni specifiche a favore della parità tra i sessi. Tuttavia, benché per oltre dieci anni nel quadro dei programmi e delle iniziative dei Fondi strutturali siano state promosse azioni specifiche - peraltro chiaramente identificate come parte integrante della strategia del mainstreaming di genere - quasi due terzi dei programmi non fanno alcuna menzione di azioni specifiche.

Strumenti o procedure miranti a garantire la parità tra i sessi nelle misure o priorità generali sono presenti - in una determinata misura - nel 70% degli interventi a titolo dell'obiettivo 2, ma solo in una minoranza di interventi a titolo dell'obiettivo 1. [16]

[16] I dati relativi ai programmi degli obiettivi 1 e 2 del capitolo III sono stati tratti dallo studio "Integrazione delle pari opportunità negli interventi a titolo degli obiettivi 1 e 2 dei fondi strutturali"

Anche se spesso vi è l'intenzione di trattare la dimensione di genere come un tema trasversale, essa è assente della descrizione delle priorità e misure, in particolare nei supplementi di programma. Solo in pochi programmi è visibile un autentico approccio trasversale; tali programmi contengono una valutazione sistematica dell'impatto sulla parità tra i sessi nonché le tecniche e gli strumenti adatti a fare in modo che la parità tra i sessi sia uno dei criteri alla base della selezione, del monitoraggio e della valutazione dei progetti. I buoni esempi si trovano in Germania - programmi per l'obiettivo 2 della Baviera, della Renania settentrionale-Vestfalia e della Bassa Sassonia, e programmi dell'obiettivo 1 di Berlino, del Brandeburgo e della Sassonia-Anhalt; nel Regno Unito: programmi per l'obiettivo 2 dell'Inghilterra nordoccidentale e dello Yorkshire & Humber, e programmi per l'obiettivo 1 dello Yorkshire meridionale e del Galles occidentale/regione delle valli; nonché nella Finlandia: programma per l'obiettivo 1 relativo all'est del paese.

Il programma a titolo dell'obiettivo 2 relativo all'Inghilterra nordoccidentale presenta una strategia dettagliata e completa per il mainstreaming della dimensione di genere come tema trasversale. Degli obiettivi specifici in materia di parità delle opportunità sono stati sviluppati per le tre priorità verticali; essi sono imperniati in particolare sulla creazione e sulle cifre relative ai posti di lavoro creati e salvaguardati, sugli aiuti alle giovani imprese ed alle PMI e sulla garanzia di risultati positivi in termini d'istruzione, occupazione, occupazione indipendente e creazione di microimprese. La strategia a favore della parità delle opportunità associa tre meccanismi: criteri di notazione e di valutazione per i progetti, un gruppo consultivo sulle pari opportunità, sostegno ed orientamento in favore degli sponsor dei progetti.

- Raccomandazione/azione necessaria:

I responsabili di programmi a qualsiasi livello devono dimostrare il loro impegno a favore del mainstreaming della dimensione di genere come priorità trasversale attraverso tutti i fondi ed obiettivi.

3.2.2. Obiettivi, dati ed indicatori

Gli obiettivi e i target specificamente mirati a ridurre le diseguaglianze tra i sessi (ad esempio la diminuzione della segregazione verticale o orizzontale sul mercato del lavoro, la riduzione del divario salariale di genere) ed a promuovere l'uguaglianza (ad esempio l'aumento del tasso di occupazione femminile o del numero di donne che fondano un'impresa) sono rari. Obiettivi chiaramente quantificati sono proposti in una minoranza di interventi relativi a tutti gli obiettivi, come nei programmi a titolo dell'obiettivo 1 del Burgenland (Austria), della Turingia (Germania), della Finlandia settentrionale, nel programma di formazione professionale e d'integrazione sociale del Portogallo, e nello Yorkshire meridionale (Regno Unito).

Il programma dedicato alla Guadalupa (Francia) contiene una serie di obiettivi quantificati: riduzione del 25% della disoccupazione femminile entro il 2006; formazione di 60500 donne (= 55%); formazione di 125 donne imprenditrici (= 50%); formazione di 1947 donne analfabete (= 59%).

Conformemente all'obbligo stabilito dall'articolo 36, paragrafo 2 del regolamento generale, la grande maggioranza degli interventi a titolo dei tre obiettivi prevede che nella diagnosi della situazione siano inseriti almeno dei dati di base ripartiti per sesso. Numerosi programmi presentano perfino statistiche sistematiche e complete disaggregate per sesso.

I dati ripartiti per sesso sono necessari per lo sviluppo di indicatori correlati alle questioni di genere, ovvero per osservare le diseguaglianze di genere e misurare i progressi realizzati in materia di parità.

In realtà, quasi il 50% degli interventi effettuati a titolo dell'obiettivo 1 e quasi il 30% di quelli a titolo dell'obiettivo 2 non prevede alcun indicatore che tenga conto della dimensione di genere o della parità tra i sessi. Solo in una piccola minoranza di interventi essi sono presentati espressamente, ad esempio in Germania, Spagna, Finlandia, Portogallo e nel Regno Unito.

In Irlanda, la sottomisura di ricerca silvicola di RDTI [17] (complemento di programmazione dell'obiettivo 1) contiene i seguenti indicatori volti a misurare la parità tra i sessi:

[17] Research, Technological Development and Innovation (Ricerca, sviluppo tecnologico e innovazione)

- Ripartizione di genere delle persone che effettuano missioni di ricerca di breve periodo (obiettivo 2006 45%)

- Equilibrio di genere del personale del COFORD [18] (obiettivo 2006 40-50%)

[18] Irish national Council for forest Research and Development (Consiglio nazionale irlandese per la ricerca e lo sviluppo)

- Raccomandazione/azioni necessarie:

La fornitura e l'utilizzo sistematico di dati ripartiti per sesso e di indicatori ed obiettivi quantificati sono necessari per misurare l'efficacia delle attività dei Fondi strutturali in materia di parità tra i sessi, in particolare per quanto riguarda il riesame intermedio. Per la valutazione intermedia - elemento chiave del riesame intermedio -, sono necessari indicatori di parità che invece di procedere a un calcolo aritmetico misurino la diminuzione delle disparità o il miglioramento della parità tra donne e uomini in termini di risultati e d'impatto.

3.3. Strumenti per il mainstreaming della dimensione di genere nella programmazione e nell'attuazione

Il mainstreaming della dimensione di genere è un settore di competenza relativamente nuovo, la cui attuazione nelle politiche e nei programmi nazionali non è facile. È quindi essenziale avvalersi di tutte le risorse e competenze disponibili. Per quanto riguarda i Fondi strutturali, questo può essere fatto a numerosi livelli molte sedi, ad esempio in sede di valutazione ex-ante, nelle partnership, nei comitati di monitoraggio, nella formazione, nello stanziamento di risorse, nei criteri di selezione dei progetti, nell'informazione e nella pubblicità.

Valutazione ex-ante riguardante la dimensione di genere

Nonostante la chiara esigenza formulata all'articolo 41, paragrafo 2, punto c) del regolamento generale, gran parte dei programmi non prevede una valutazione ex-ante della situazione in termini di parità tra i sessi.

Un buono esempio è fornito dalla valutazione ex-ante del programma a titolo dell'obiettivo 1 dedicato all'Andalusia. La valutazione è preceduta da un'analisi/una diagnosi completa della situazione delle donne sul mercato del lavoro - per settore, età, salario -, nell'istruzione e nella formazione professionale, nelle imprese, nelle zone rurali, riguardo alla conciliazione con la vita di famiglia, ecc., a partire da dati attualizzati ripartiti per sesso. Tale analisi affronta i fattori all'origine degli squilibri da combattere. La valutazione ex-ante riassume le conclusioni in una matrice che stabilisce il grado di coerenza di ogni priorità e misura del programma rispetto alle priorità dell'Ue nel settore della parità di opportunità. Il loro impatto viene valutato in base alla scala seguente: "impatto forte; impatto medio; impatto debole, o impossibile da valutare." Inoltre la valutazione quantifica i risultati previsti in termini di quantità di donne beneficiarie delle misure. Per garantire la realizzazione dei risultati quantificati, propone l'inserimento di alcune misure e di alcuni indicatori nel complemento di programmazione, nonché la creazione di un osservatorio. Purtroppo la diagnosi, la valutazione e le raccomandazioni non sono state trasferite integralmente nel supplemento al programma.

Partnership per la parità

L'articolo 8, paragrafo 1 del regolamento indica espressamente che nella designazione dei partner bisogna tenere conto della necessità di promuovere la parità tra i sessi . Conoscenze e competenze adeguate in materia di parità tra i sessi, nelle fasi appropriate ed ai livelli ottimali, sono essenziali per il successo dei progetti e programmi.

In realtà, la maggioranza dei documenti di programmazione relativi agli obiettivi 2 e 3 parla di consultazione di organismi specializzati nelle questioni di parità durante la preparazione dei programmi. Tuttavia nella maggior parte dei casi tale consultazione si è limitata ad una consultazione formale, a distanza di organismi o servizi nazionali o regionali incaricati della parità tra i sessi. Le organizzazioni che si occupano della parità tra i sessi, in particolare ONG, sono state sistematicamente associate solo in una minoranza di casi, come ad esempio nei programmi attuati a titolo dell'obiettivo 2 in Austria, Germania e Spagna, mentre quasi quattro programmi su cinque riguardanti l'obiettivo 1 non menzionano alcuna consultazione di un organismo attivo nel campo della parità tra i sessi.

Nelle regioni in cui durante il periodo precedente esistevano già partnership con organizzazioni che difendono la parità tra i sessi, queste strutture svolgono un ruolo importante e restano anche associate a tutte le tappe del processo nel corso dell'attuale periodo; si tratta ad esempio degli uffici regionali "donne ed occupazione" in Renania-Vestfalia settentrionale (Germania) e del gruppo di lavoro "donne ed economia" a Berlino. A Berlino, dalla fine dell'anno 2000, è stato istituito un "comitato per la parità tra i sessi", posto sotto la responsabilità del ministero competente, con il compito di sorvegliare e fornire consulenze in relazione all'ulteriore attuazione dell'approccio improntato al mainstreaming della dimensione di genere in tutti gli interventi dei fondi strutturali.

- Raccomandazione/azione necessaria:

Le autorità di gestione, i comitati di sorveglianza , gli amministratori di programma ed i promotori di progetti a livello locale sono invitati a formare e mantenere partnership con esperti in parità tra i sessi a tutti i livelli e in tutte le fasi del processo d'attuazione, ad esempio mediante di riunioni o consultazioni regolari, riunioni ad hoc riguardanti questioni specifiche, gruppi di lavoro, ecc..

Comitati di monitoraggio

Equilibrio tra i sessi

Alcuni Stati membri hanno espresso l'intenzione di promuovere una partecipazione equilibrata delle donne e degli uomini ai comitati di sorveglianza, ai sensi dell'articolo 35, paragrafo 1 del regolamento generale. Tuttavia, questa dichiarazione sembrerebbe più una raccomandazione che un vero e proprio impegno. Solo il 16% dei programmi a titolo dell'obiettivo 2 e il 14% di quelli a titolo dell'obiettivo 1 specificano chiaramente l'intenzione di promuovere o garantire l'equilibrio tra i sessi nell'ambito dei comitati di sorveglianza. La maglia nera va al Belgio, alla Spagna, alla Francia, all'Italia, al Portogallo ed ai Paesi Bassi, che nei loro programmi a titolo dell'obiettivo 1 o 2 non hanno inserito quasi nessun riferimento all'equilibrio tra i sessi.

Equilibrio tra i sessi nei comitati di sorveglianza in base alla maggioranza dei documenti di programmazione relativi agli obiettivi 1 e 2

>SPAZIO PER TABELLA>

Partecipazione di esperti in parità tra i sessi

Nella maggioranza degli interventi a titolo degli obiettivi 1 e 3, le organizzazioni o gli organismi nazionali o regionali incaricati della parità tra i sessi sono ufficialmente rappresentati nei comitati di sorveglianza. Per contro, quasi il 60% degli interventi a titolo dell'obiettivo 2 non cita alcuna partecipazione di tali organizzazioni. Tra le importanti eccezioni; alcuni programmi regionali degli obiettivi 1 e 2 in Germania e nel Regno Unito, che vi fanno riferimento in modo molto preciso.

Il programma attuato in Baviera (Germania) a titolo dell'obiettivo 2 elenca espressamente i rappresentanti degli organismi per la parità tra i sessi designati per partecipare al comitato di sorveglianza: autorità pubbliche competenti, ONG dedicate alle donne, autorità incaricate degli affari familiari, una serie di rappresentanti locali.

Il programma a titolo dell'obiettivo 2 per lo Yorkshire & Humber (R.U.) cita esplicitamente la partecipazione del consiglio per le pari delle opportunità e della rete per la formazione delle donne.

Gruppi di lavoro incaricati della parità tra i sessi

Nella grande maggioranza - quasi tre quarti - degli interventi a titolo degli obiettivi 1 e 2, non vi sono riferimenti alla costituzione di gruppi di lavoro incaricati delle questioni attinenti alla parità tra i sessi. Solo una piccola minoranza di interventi cita esplicitamente la creazione di tali gruppi.

Il gruppo di lavoro incaricato delle questioni attinenti alla parità tra i sessi nell'ambito del comitato di sorveglianza del programma d'obiettivo 3 in Svezia analizza gli aspetti della parità in tutto il programma e se del caso può proporre le modifiche necessarie; inoltre formula proposte per l'utilizzo di fondi speciali dedicati alla parità tra i sessi. Il gruppo di lavoro ha organizzato una conferenza nazionale sulla parità tra i sessi per tutti i soggetti che lavorano al programma dell'obiettivo 3 (a meno che il programma dell'obiettivo 3 non riguardi gli aspetti della parità tra i sessi) e - in collaborazione con l'ufficio di mediazione nazionale per la parità tra i sessi - sta producendo materiali didattici sulle maniere di affrontare le questioni della parità tra i sessi - destinato particolarmente alle strutture con meno di 10 lavoratori dipendenti.

- Raccomandazione/azione necessaria:

I comitati di sorveglianza sono i soggetti chiave deputati a+ sorvegliare l'attuazione dei programmi ed il conseguimento degli obiettivi. La conoscenza degli obiettivi in materia di parità tra i sessi e degli strumenti necessari per il mainstreaming della dimensione di genere è dunque essenziale e deve essere garantita attraverso la creazione di appositi gruppi di lavoro, la partecipazione di esperti in questioni di parità e l'equilibrio tra i sessi nell'ambito dei comitati. Nel periodo di lavoro in corso, ciò può essere realizzato intervenendo al momento della sostituzione di singoli membri dei comitati.

Formazione al mainstreaming della dimensione di genere

Attuare sistematicamente il mainstreaming della dimensione di genere non è un compito facile e richiede una formazione specifica sull'utilizzo dei vari strumenti. Tuttavia, il 85% circa degli interventi non prevede alcuna misura di sensibilizzazione o formazione sulle questioni attinenti alla parità ad uso del personale delle autorità di gestione dei Fondi strutturali o dei membri dei comitati di sorveglianza. Solo alcuni programmi forniscono buoni esempi, ad esempio in Germania, nel Regno Unito ed in Irlanda.

In Irlanda, corsi di formazione al mainstreaming della dimensione di genere sono offerti ai membri del comitato di sorveglianza e a tutte le persone incaricate di attuare il FSE giorno per giorno. L'unità "parità tra i sessi NDP" del Ministero per la giustizia, la parità e le riforme legislative, organizza corsi di formazione per i quadri decisionali a livello politico e per gli organi di attuazione, su temi quali ad esempio il mainstreaming della dimensione di genere nel settore dello sviluppo urbano.

- Raccomandazione/azione necessaria:

Ad eccezione degli esperti della parità tra i sessi associati alla programmazione ed all'attuazione, coloro che incidono sull'attuazione dei programmi devono usufruire di una formazione specifica sui vantaggi del mainstreaming della dimensione di genere nonché sugli strumenti chiave per un'efficace attuazione del mainstreaming. Di questa formazione dovrebbero usufruire inoltre i membri dei comitati di sorveglianza, le autorità di gestione e di pagamento, gli esperti di progetti, i segretariati dei programmi, i candidati che presentano i progetti e coloro che li promuovono e sostengono.

Assegnazione di risorse ad azioni specifiche per la promozione della parità tra i sessi

Gli stanziamenti finanziari previsti per azioni specifiche a favore della parità tra i sessi variano a seconda degli Stati membri e dei programmi.

Nel quadro del FSE, il settore politico E (accesso e partecipazione delle donne al mercato del lavoro) riceve appena il 6% dell'aiuto totale, ovvero la quota di sostegno più bassa in assoluto: il settore A (politiche attive del mercato del lavoro) percepisce il 24%, ovvero il finanziamento maggiore, seguito nell'ordine dai settori D (manodopera flessibile): 24%, C (formazione permanente): 21%, e B (integrazione sociale): 15%. La tabella che segue indica il finanziamento FSE del settore E (in euro) e la percentuale sulle spese totali, per ciascuno Stato membro [19]:

[19] Le cifre sono tratte dallo studio "Esame della proposta di attuazione del nuovo regolamento FSE nell'Ue"

>SPAZIO PER TABELLA>

Solo tre Stati membri, l'Austria, l'Italia e la Germania, assegnano al settore politico E più della media dell'Ue. Tuttavia, è difficile comparare i livelli di finanziamento per questo settore politico, giacché un livello di finanziamento relativamente basso di uno Stato membro in questo settore non rispecchia necessariamente scarso interesse per le questioni attinenti alla parità tra i sessi; infatti potrebbe significare semplicemente che le attività volte a promuovere la parità sono finanziate nel quadro degli altri settori politici.

Un raffronto tra lo squilibrio tra i sessi in materia di occupazione e la spesa FSE per azioni specifiche a favore delle donne potrebbe suggerire che alcuni Stati membri con un forte squilibrio occupazionale spendono molto meno rispetto ad altri Stati membri in cui lo squilibrio occupazionale è assai più basso. [20]

[20] Comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo e al Comitato economico e sociale relativa al sostegno del Fondo sociale europeo alla strategia europea per l'occupazione, 23.01.2001, COM (2001) 16 def/2, allegato 5

In base al "Documento di lavoro dei servizi la Commissione sui risultati della programmazione dei Fondi strutturali per il periodo 2000-2006 (obiettivo 1) - allegati tecnici" [21], il 29,63% del bilancio è destinato a sostenere le risorse umane. Nel quadro di questo tipo di sostegno, il 4,6% va ad azioni specifiche in favore delle donne sul mercato del lavoro.

[21] SEC(2001) 1140/2, 18 luglio 2001

- Raccomandazione/azione necessaria:

Nel quadro della revisione intermedia si dovrebbe procedere a una valutazione dell'adeguatezza delle risorse destinate alle attività di promozione della parità. Il duplice approccio - mainstreaming della dimensione di genere e azioni specifiche - non può prescindere da un sufficiente flusso di risorse.

Criteri di selezione di progetti riguardanti la parità tra i sessi

Meno del 25% dei programmi adottano un approccio sistematico volto a inserire la parità tra i sessi nei criteri di selezione dei progetti - sia nel complesso del programma che nella maggior parte delle priorità e misure. Un determinato numero di programmi utilizza metodi di classificazione per la selezione dei progetti. Buoni esempi in proposito possono essere trovati in molti programmi, ad esempio in Germania, in Spagna, in Grecia, in Finlandia, in Portogallo e nel Regno Unito.

Nel programma a titolo dell'obiettivo 1 dedicato alla Campania (Italia), l'impatto sulla parità tra i sessi è uno dei criteri di selezione prioritari in molte misure. Esempi:

- Sostegno allo sviluppo di micro-imprese nei parchi nazionali e regionali;

- Sostegno agli impianti destinati a produrre energie rinnovabili e a migliorare la distribuzione di elettricità nelle zone industriali;

- Sostegno allo sviluppo di competenze umane ed alla creazione di imprese nel settore della cultura e del tempo libero.

- Raccomandazione/azione necessaria:

Dei chiari criteri per la selezione di progetti riguardanti la parità tra i sessi dovrebbero essere definiti dalle autorità di gestione. Gli addetti alla valutazione dei progetti dovrebbero rifiutare le proposte che non prestano un'adeguata attenzione a questi criteri. Ma oltre alla messa a punto di criteri per la selezione di progetti, è importante anche analizzare i progetti scelti al termine del processo di selezione. Le relazioni sull'attuazione del progetto dovrebbero contenere informazioni quali la quantità di progetti relativi alla parità tra i sessi, l'importo loro destinato, i settori specifici che cui si riferiscono, ecc..

Informazione e pubblicità riguardante la parità tra i sessi

Nonostante il chiaro riferimento dell'articolo 46, paragrafo 2, punto a) del regolamento generale, la maggioranza dei programmi non menziona alcuna misura d'informazione e di pubblicità rivolta alle donne o alle organizzazioni femminili. Solo una bassa percentuale - limitata a programmi regionali in Austria, Spagna, Germania, il Regno Unito - fornisce una descrizione delle azioni da seguire per informare le organizzazioni e gli organismi impegnati a favore delle donne e dell'uguaglianza.

Le cifre sono ancora peggiori per quanto riguarda le misure d'assistenza tecnica, che comprendono in particolare, ai sensi dell'articolo 23 del regolamento generale, scambi d'esperienza e di informazioni destinati ai partner, ai beneficiari finali ed al pubblico. Meno dell'8% dei programmi a titolo degli obiettivi 1 e 2, segnatamente in Austria, in Germania e nel Regno Unito, forniscono un'assistenza tecnica specifica per le organizzazioni femminili o attive nel campo della parità tra i sessi. Benché non sia richiesta esplicitamente dal regolamento, l'assistenza tecnica per le organizzazioni attive nel campo della parità tra i sessi può essere considerata come un indicatore dello sforzo profuso dai programmi per coinvolgere le donne ed utilizzare le competenze e l'esperienza di queste organizzazioni.

In Austria è stata creata, una "Unità di coordinamento per il mainstreaming della dimensione di genere nel FSE" per informare e sostenere tutti i soggetti attivi del FSE nel quadro dell'attuazione del mainstreaming della dimensione di genere, attraverso la formazione di reti (tavole rotonde che riuniscono tutti i Länder, contatti internazionali), l'offerta di consulenza nonché la fornitura e la diffusione di informazioni anche ad un pubblico più ampio (siti Internet, basi dati, ecc.). [22]

[22]

- R accomandazione/azione necessaria:

Diffondere e condividere le informazioni ed in particolare le buone pratiche, anche quelle risalenti a precedenti periodi di programmazione, è fondamentale per un efficace mainstreaming della dimensione di genere. La Commissione e le autorità nazionali dovrebbero collaborare per sviluppare meccanismi per la raccolta e la diffusione sistematica di informazioni e buone pratiche, ad esempio tramite guide o manuali di buone pratiche. Inoltre l'attuazione del mainstreaming della dimensione di genere nella programmazione dei Fondi strutturali impone l'introduzione della prospettiva di genere nell'assistenza tecnica e nelle misure generali d'informazione nonché il finanziamento di attività d'informazione specifiche destinate alle donne.

4. Conclusioni/Raccomandazioni

La parità tra gli uomini e le donne è un elemento essenziale della coesione economica e sociale. In seguito alla quarta conferenza mondiale sulle donne, svoltasi a Pechino nel 1995, l'Ue ha adottato un doppio approccio destinato a promuovere efficacemente l'uguaglianza tra gli uomini e le donne: una combinazione equilibrata di misure specifiche a favore del sesso sottorappresentato e di misure "gender mainstreaming", ovvero l'incorporazione della dimensione di genere in tutte le politiche comunitarie. Quest'approccio si applica anche alle attività a favore della parità uomo-donna nel quadro dei fondi strutturali.

Nell'ambito dei Fondi strutturali per mainstreaming di genere si intendono gli sforzi atti ad assicurare che tutti i provvedimenti e le attività generali (in sede di programmazione, attuazione, sorveglianza e valutazione) tengano conto in modo attivo ed esplicito degli effetti sulla condizione maschile e femminile. Il termine comprende anche la progettazione, attuazione, sorveglianza e valutazione di misure e attività specifiche intese a promuovere l'uguaglianza tra i sessi in termini di partecipazione e beneficio dei Fondi strutturali e, più in generale, della coesione economica e sociale.

L'esperienza dimostra che la parità uomo-donna è un settore politico complesso, e che vi sono numerosi ostacoli all'efficace attuazione di un doppio approccio volto ad associare misure specifiche e di mainstreaming; le raccomandazioni seguenti mirano ad aggirare tali ostacoli:

Azioni immediate

1. Misure specifiche imperniate sul genere sottorappresentato sono essenziali come primo passo, ed è importante che i finanziamenti ad esse destinati siano visibili. Gli Stati membri e le loro autorità di gestione sono invitati ad introdurre incentivi miranti ad aumentare la percezione e l'importanza della dimensione di genere in tutti i programmi dei fondi strutturali. Si potrebbe in particolare pensare ad attribuire, fin dall'inizio - nei criteri di selezione - dei punti supplementari ai progetti che contribuiscono alla parità uomo-donna, garantendo cioè una partecipazione paritaria degli uomini e delle donne.

2. Alcuni Stati membri hanno posto l'accento principalmente sul mainstreaming di genere, rischiando di rendere il proprio effettivo sforzo di finanziamento difficile da identificare e seguire. Gli Stati membri sono quindi invitati ad identificare chiaramente, da un lato, i finanziamenti assegnati ad azioni specifiche a favore della parità uomo-donna, e, dall'altro, i programmi e progetti che contribuiscono a tale parità (mainstreaming della dimensione di genere), nonché a comunicare queste cifre con l'ausilio di chiari indicatori in occasione della revisione intermedia dei Fondi strutturali a partire dal 2003.

3. Realizzare un efficace mainstreaming della dimensione di genere è difficile e richiede competenze specifiche. Giacché si tratta di un settore relativamente nuovo, segnatamente nell'ambito dei fondi strutturali:

a) Gli Stati membri sono invitati ad incoraggiare, tramite le autorità di gestione, i comitati di sorveglianza, i responsabili locali di programmi e di progetti, in particolare a breve termine, il ricorso a esperti in materia di parità tra gli uomini e le donne, e ad assicurare la presenza, nell'ambito dei comitati di sorveglianza dei fondi strutturali, di rappresentanti degli organismi che operano a favore dell'uguaglianza e delle istituzioni scientifiche del settore;

b) Gli Stati membri sono invitati a lanciare azioni di sensibilizzazione e di formazione in materia di mainstreaming della dimensione di genere ad uso delle autorità di gestione, dei membri dei comitati di sorveglianza, dei responsabili dei programmi e dei progetti e dei loro partner.

4. Tutte le politiche traggono vantaggio da una valutazione ex-ante e da una valutazione dell'impatto. Nel contesto del mainstreaming di genere, la valutazione ex-ante dipende dalla disponibilità di dati basati su statistiche ripartite per sesso. La valutazione dell'impatto di genere richiede chiari indicatori, sia qualitativi che quantitativi, relativi alla parità uomo-donna, in modo da poter controllare e valutare il rendimento ed i risultati. Gli Stati membri sono vivamente invitati ad assicurare, segnatamente attraverso le proprie autorità di gestione, che le statistiche disgregate per sesso e la valutazione dell'impatto sulla parità uomo-donna diventino parte integrante degli interventi a titolo dei fondi strutturali, anche in settori "non tradizionali" della parità uomo-donna, come le infrastrutture, i trasporti o l'ambiente.

5. Ciascuno Stato membro è invitato a designare un rappresentante di alto livello incaricato di coordinare la strategia nazionale a favore della parità uomo-donna, a contribuire al coordinamento della strategia comunitaria e a fare parte di un gruppo di alto livello incaricato di sostenere l'attuazione del mainstreaming della dimensione di genere negli interventi dei Fondi strutturali.

Revisione intermedia

La revisione intermedia rappresenterà l'occasione per individuare gli eventuali nuovi orientamenti di programmazione che potrebbero rivelarsi necessari per garantire il conseguimento degli obiettivi iniziali in materia di sostegno alla parità uomo-donna. La valutazione intermedia disponibile a partire dal secondo semestre 2003 costituirà un'importante a base per la revisione intermedia e un prezioso strumento per evidenziare i successi e gli ostacoli incontrati durante l'introduzione della tematica di genere nell'attuazione dei programmi, oltre a permettere di individuare le buone pratiche. [23]

[23] Gli orientamenti della Commissione per la valutazione delle attività dei FONDI STRUTTURALI nel "Documento di lavoro n° 8: La valutazione intermedia degli interventi a titolo dei fondi strutturali" (dicembre 2000) sottolinea la necessità di stabilire in quale misura la dimensione di genere sia stata integrata nei tipi d'intervento."

La revisione intermedia dei Fondi strutturali si baserà sulle conclusioni e raccomandazioni illustrate nella presente raccomandazione, nell'intento di rafforzare la prospettiva della parità tra i sessi nell'applicazione dei programmi durante l'attuale periodo di programmazione, e al contempo fungerà da fondamento per le azioni future.

Nel corso del primo semestre 2003 la Commissione elaborerà degli orientamenti per l'attuazione della revisione intermedia, i quali terranno conto delle raccomandazioni della presente comunicazione.

Considerazioni future

Questi risultati e le raccomandazioni derivate dall'attuale periodo di programmazione dei Fondi strutturali affrontano problemi annosi che possono essere affrontati solo a lungo termine; di conseguenza manterranno sostanzialmente la loro validità per i futuri interventi dei Fondi strutturali. In particolare, l'assegnazione di fondi ad attività a favore della parità uomo-donna dovrà essere mantenuta e perfino aumentata per la maggior parte dei programmi.

Alla luce delle future prospettive della promozione della parità uomo-donna nell'Unione, alcuni temi dovranno comunque essere esaminati più approfonditamente. La Commissione ritiene che i punti più importanti siano i seguenti:

- Le pari opportunità tra le donne e gli uomini devono rimanere una priorità, e il duplice approccio - mainstreaming della dimensione di genere ed azioni specifiche - dimostratosi efficace, deve essere mantenuto.

- Gli investimenti in capitale umano e sociale nella società della conoscenza formeranno la base di una crescita a lungo termine dell'Europa. Di conseguenza i futuri interventi dovrebbero concentrarsi sulla prevenzione dell'esclusione delle donne da questi settori, prestando particolare attenzione a favorire l'alto livello della formazione e dell'occupazione nel settore delle TIC e della RS, nonché al rafforzamento degli sforzi di promozione dell'imprenditorialità femminile, dell'istruzione permanente, della formazione, delle competenze e qualifiche delle donne in settori non tradizionali.

- I Fondi strutturali dovrebbero svolgere un ruolo importante nel contesto specifico del prossimo allargamento dell'Unione, in particolare combattendo i potenziali rischi nei nuovi Stati membri, concentrandosi su rischi corsi dalle donne particolarmente esposte agli effetti negativi della ristrutturazione economica e sociale, come l'aumento della disoccupazione e la diminuzione dell'offerta in materia di accoglienza dei bambini.

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