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Document 52016DC0087

COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO; AL CONSIGLIO; AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI Piano d'azione dell’Unione europea contro il traffico illegale di specie selvatiche

COM/2016/087 final

Bruxelles, 26.2.2016

COM(2016) 87 final

COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI

Piano d'azione dell’Unione europea contro il traffico illegale di specie selvatiche

{SWD(2016) 38 final}


COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO; AL CONSIGLIO; AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI

Piano d'azione dell'Unione europea contro il traffico illegale di specie selvatiche

1. Presentazione del contesto

Il traffico illegale di specie selvatiche 1 è diventato uno dei reati di criminalità organizzata più redditizi al mondo. L'esatta portata del fenomeno è difficile da quantificare, ma secondo le stime di diverse fonti 2 i profitti originati da tale traffico andrebbero dagli 8 ai 20 miliardi di EUR l'anno. Tale forma di traffico interessa un'ampia gamma di specie protette, tra cui elefanti, rinoceronti, coralli, pangolini, tigri e grandi scimmie.

Un problema in aumento in tutto il mondo…

Il commercio illegale di avorio è più che raddoppiato dal 2007 e più che triplicato dal 1998. Tra il 2007 e il 2013, il bracconaggio di rinoceronti è aumentato del 7 000% in Sudafrica, mettendo a repentaglio la sopravvivenza stessa della specie 3 . Solo tra novembre 2013 e aprile 2014, le autorità di diversi paesi di transito e di destinazione hanno sequestrato oltre 4 000 tonnellate di legno di rosa, a elevato pericolo di estinzione, che si presume siano state esportate illegalmente dal Madagascar.

L'UE ha un ruolo importante da svolgere nella lotta a questo tipo di traffico, considerato che attualmente l'Europa è un mercato di destinazione e uno snodo per il traffico in transito verso altre regioni, nonché un territorio da cui vengono prelevate alcune specie destinate al commercio illegale. Negli ultimi anni gli Stati membri hanno comunicato, in particolare, casi di sequestro di avorio e corno di rinoceronte in transito e importazioni illegali di esemplari vivi di rettili e di uccelli esotici, mentre dall'UE sono state vendute illegalmente all'Asia diverse tonnellate di anguille in grave pericolo di estinzione.

… con serie conseguenze in termini di Stato di diritto, criminalità e sicurezza

Il traffico illegale di specie selvatiche ha effetti devastanti sulla biodiversità poiché minaccia la sopravvivenza di alcune specie. Il fenomeno favorisce la corruzione, da cui a sua volta trae vantaggio, minando così lo stato di diritto. In alcune regioni africane, in particolare, ha conseguenze estremamente negative sul potenziale di sviluppo economico 4 .

Il traffico illegale di specie selvatiche rappresenta su cui convergono gli interessi della criminalità, visti i profitti elevati e la bassa priorità attribuita all'applicazione della normativa in materia rispetto ad altre forme di traffico e il conseguente rischio molto basso di essere individuati e sanzionati. Sono stati regolarmente riportati collegamenti con il riciclaggio di denaro e altre forme di criminalità organizzata, quali il traffico di sostanze stupefacenti e di armi da fuoco 5 . Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha riconosciuto che il traffico illegale di specie selvatiche in Africa centrale alimenta i conflitti e minaccia la sicurezza regionale e nazionale, costituendo una fonte di finanziamento per i gruppi di miliziani 6 .

Una maggiore visibilità a livello internazionale...

Negli ultimi anni sulla scena politica internazionale si è registrata una crescente attenzione verso il traffico illegale di specie selvatiche, dovuta a un aumento della sua portata e delle relative conseguenze. Nel luglio 2015 l'Assemblea generale dell'ONU ha adottato la prima risoluzione su questo specifico argomento, patrocinata anche da tutti gli Stati membri dell'UE 7 . La questione è stata inoltre espressamente sollevata in occasione di altri importanti eventi internazionali recenti, quali la conferenza di alto livello tenutisi a Kasane, in Botswana, nel marzo 2015 8 e il vertice del G7 del giugno 2015 9 . La comunità internazionale, inclusa l'UE e i suoi Stati membri, ha quindi assunto impegni congiunti, al fine di intensificare l'azione di lotta al traffico illegale di specie selvatiche.

Numerose misure sono state adottate per combattere il fenomeno nell'ambito della Convenzione sul commercio internazionale delle specie di flora e fauna selvatiche minacciate (CITES), un trattato internazionale fondamentale che disciplina il commercio internazionale di specie selvatiche e cui l'UE ha aderito nel 2015. Gli Stati Uniti hanno istituito una task force presidenziale e adottato una strategia nazionale di lotta al traffico illegale di specie selvatiche. Paesi di destinazione di grande importanza, quali la Cina, stanno mostrando un maggiore impegno, nello specifico mediante iniziative rafforzate in materia di applicazione della normativa, e coopereranno più strettamente con l'UE su tali questioni. L'Unione africana ha iniziato ad attuare una strategia su scala continentale.

…che dovrà tradursi in azioni concrete

L'UE svolge già un ruolo di primo piano nella lotta al traffico illegale di risorse naturali, grazie all'adozione di politiche ambiziose sul legname e sui prodotti della pesca. Il piano d'azione dell'UE dimostra che l'UE è pronta a rispondere alle aspettative e onorare gli impegni a livello internazionale e che ha aumentato il livello di ambizione per le azioni di lotta al traffico illegale di specie selvatiche. Inoltre, in tal modo si contribuirà a garantire che i notevoli investimenti effettuati negli ultimi decenni attraverso il sostegno allo sviluppo previsto dall'UE per la conservazione delle specie selvatiche in tutto il mondo non siano pregiudicati dalle attività criminali.

Il piano d'azione apporta un contributo determinante al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile previsti dall'agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, concordata dai capi di Stato in occasione di un vertice delle Nazioni Unite tenutosi a settembre 2015. L'obiettivo 15, relativo alla biodiversità, prevede di prendere misure d'urgenza per porre fine al bracconaggio e al traffico di specie vegetali e animali protette e di occuparsi sia della domanda che dell'offerta di prodotti di specie selvatiche di origine illegale 10 .

In una risoluzione adottata nel gennaio 2014 11 , il Parlamento europeo ha esortato a creare un piano d'azione. L'adozione di un piano d'azione dell'UE è stata inoltre sostenuta da molti Stati membri dell'Unione, organizzazioni internazionali, ONG e imprese, nell'ambito di una consultazione delle parti interessate riguardo all'approccio adottato dall'UE contro il traffico illegale di specie selvatiche, avviata dalla Commissione europea nel febbraio 2014 12 .

L'UE e i suoi Stati membri devono affrontare il problema di concerto. In tutti gli Stati membri sono in atto dal 1983 13 norme su scala di UE che disciplinano il traffico illegale di specie selvatiche dando attuazione alla CITES e, nel 2007, la Commissione ha formulato una raccomandazione per l'esecuzione della relativa normativa.

Tuttavia, le relazioni 14 rivelano significative differenze nell'attuazione e nell'applicazione di queste norme comuni da parte degli Stati membri. Tale aspetto rappresenta un serio rischio, poiché gli autori di reati possono facilmente sfruttare questa situazione per deviare di conseguenza le rotte del commercio, come dimostrato da diversi casi avvenuti in anni recenti. È inoltre emerso da diverse relazioni e nell'ambito della consultazione delle parti interessate che anche la scarsa consapevolezza e la mancanza di un impegno politico sono tra i principali ostacoli a una lotta efficace contro il traffico illegale di specie selvatiche.

Un impegno congiunto dell'UE e dei suoi Stati membri sotto forma di un piano d'azione, al fine di adottare una serie di misure che diano attuazione agli impegni comuni assunti a livello internazionale e che riconoscano a livello politico l'importanza di affrontare il problema, è un modo per garantire un'applicazione normativa più uniforme a livello dell'UE. Il piano contribuirà a rafforzare la credibilità dell'UE a livello mondiale nelle richieste formulate nei confronti dei partner internazionali per l'adozione di misure più decisive contro il traffico illegale di specie selvatiche.

Nell'attuare il piano d'azione, sarà essenziale collaborare strettamente con le parti interessate, tra cui le organizzazioni della società civile e i settori economici coinvolti, per l'elaborazione di numerose misure specifiche che rispecchino al meglio le competenze e le conoscenze disponibili e garantiscano il maggiore impatto possibile.

2. Le componenti del piano d'azione

Il piano d'azione dell'UE prevede una serie di misure che le istituzioni dell'UE e/o gli Stati membri dovranno adottare e che sono presentate nell'allegato della presente comunicazione.

Per sostenere tali misure saranno ovviamente necessarie appropriate risorse finanziarie e umane. Il presente piano d'azione fornisce l'impulso e il quadro per utilizzare al meglio le risorse esistenti dell'UE. Le misure sono essenzialmente dirette a migliorare la cooperazione tra tutti gli attori interessati, a utilizzare più efficacemente gli strumenti e le politiche esistenti e a rafforzarne le sinergie, per garantire una migliore lotta al traffico illegale di specie selvatiche nell'UE e in tutto il mondo.

Le misure, intese a risolvere in modo globale un problema complesso coinvolgendo tutte le organizzazioni interessate, si basano su tre priorità:
1) prevenire il traffico illegale di specie selvatiche e affrontarne le cause alla radice;

2) rendere più efficaci l'attuazione e l'applicazione delle norme esistenti, nonché la lotta alla criminalità organizzata connessa al traffico di specie selvatiche;

3) rafforzare il partenariato globale tra paesi di origine, di consumo e di transito contro il traffico illegale di specie selvatiche.

Gli obiettivi e le relative azioni previsti nell'ambito di ciascuna priorità sono presentati in dettaglio nella tabella in allegato.

Priorità 1: prevenire il traffico illegale di specie selvatiche e affrontarne le cause alla radice.

Verranno profusi sforzi per ridurre la domanda e l'offerta di prodotti legati al traffico illegale di specie selvatiche, sia nell'UE che a livello mondiale, utilizzando gli strumenti multilaterali (CITES) e specifici dell'UE, sostenendo apposite campagne e limitando ulteriormente il commercio di avorio all'interno e in provenienza dall'UE (obiettivo 1.1 — cfr. la tabella nell'allegato). Un modo fondamentale per affrontare alla radice le cause del traffico illegale di specie selvatiche è garantire che le comunità rurali nei paesi di origine siano più impegnate nei confronti della conservazione delle specie selvatiche e che ne traggano vantaggio (obiettivo 1.2).

Garantire una collaborazione più attiva con i settori economici, da quelli attivi nel commercio di specie selvatiche o che utilizzano prodotti di specie selvatiche a quelli che forniscono servizi a tale commercio, rappresenta un altro aspetto molto importante, che riflette l'impegno dell'UE per la gestione sostenibile delle filiere di approvvigionamento mondiali 15 (obiettivo 1.3). Infine, saranno adottate misure multilaterali e bilaterali per combattere la corruzione, un fattore essenziale di agevolazione del traffico illegale di specie selvatiche nell'intera catena di applicazione della normativa (obiettivo 1.4).

Priorità 2: rendere più efficaci l'attuazione e l'applicazione delle norme esistenti, nonché la lotta alla criminalità organizzata connessa al traffico di specie selvatiche.

Sebbene le norme esistenti a livello internazionale e dell'UE sul commercio di specie selvatiche siano globalmente appropriate, numerosi studi e relazioni 16 rivelano difficoltà significative sul piano dell'attuazione e dell'applicazione. È questo il caso, in particolare, del fenomeno relativamente recente della criminalità organizzata connessa alle specie selvatiche. Sarà necessario condurre per tutti gli Stati membri un esame delle lacune nell'attuazione ed elaborare strategie intese a colmarle, in modo da garantire che le norme esistenti siano applicate con maggiore coerenza in tutta l'UE (obiettivo 2.1).

La definizione congiunta delle priorità di applicazione della normativa e il sostegno specifico fornito da Europol ed Eurojust per i casi transfrontalieri contribuiranno a dare un approccio più strategico ai controlli e all'applicazione della normativa. In linea con l'agenda dell'UE in materia di sicurezza, nel 2016 verrà avviato un riesame inteso a valutare se l'attuale quadro legislativo dell'UE in materia di lotta alla criminalità ambientale, in particolare alla criminalità organizzata connessa al traffico di specie selvatiche, sia commisurato alle finalità.

L'obiettivo 2.2 mira a rafforzare le capacità di tutti gli elementi della catena di applicazione della normativa e nel sistema giudiziario, per adottare misure efficaci contro il traffico illegale di specie selvatiche nell'UE. A tal fine, le azioni nazionali devono essere dirette a migliorare la cooperazione e il coordinamento tra agenzie, nonché la comunicazione e il flusso di dati, mediante la condivisione delle migliori pratiche a livello di UE. La base di conoscenze sui casi di traffico illegale di specie selvatiche deve essere ampliata, puntando sul ruolo fondamentale della formazione.

Lottare più efficacemente contro la criminalità organizzata (obiettivo 2.3) nel settore del traffico illegale di specie selvatiche richiede interventi di sensibilizzazione mirati destinati agli specialisti in materia di criminalità organizzata, criminalità informatica e riciclaggio di denaro. Inoltre, tutti gli Stati membri devono onorare gli impegni assunti a livello internazionale, al fine di garantire che gli ordinamenti nazionali in materia di criminalità organizzata disciplinino il traffico illegale di specie selvatiche e che possano essere irrogate sanzioni adeguate per tale reato. Infine, la cooperazione internazionale in materia di applicazione della normativa (obiettivo 2.4) deve essere potenziata grazie alla partecipazione a operazioni internazionali per l'applicazione della normativa, all'assistenza tecnica e al sostegno finanziario mirato.

Priorità 3: rafforzare il partenariato globale tra paesi di origine, di consumo e di transito contro il traffico illegale di specie selvatiche.

Saranno adottate diverse misure per aumentare i finanziamenti volti a sostenere i paesi in via di sviluppo nelle iniziative intraprese per lottare contro il traffico illegale di specie selvatiche nonché per rendere il sostegno ancora più efficace e farne un uso più strategico. A tal fine, saranno effettuate valutazioni complete delle esigenze e il sostegno sarà coordinato in modo più efficace con altri donatori (obiettivo 3.1). Per rafforzare il partenariato globale contro il traffico illegale di specie selvatiche, gli strumenti diplomatici dell'UE e dei suoi Stati membri, così come altri strumenti, nello specifico la politica commerciale dell'UE, devono essere utilizzati più efficacemente nelle relazioni con i principali paesi di origine, di transito e di consumo, nonché con le organizzazioni regionali pertinenti (obiettivo 3.2).

Occorre sviluppare strumenti migliori per affrontare i collegamenti tra il traffico illegale di specie selvatiche e la sicurezza presenti in alcune regioni (obiettivo 3.3). Infine, i processi multilaterali previsti nell'ambito degli accordi e dei consessi internazionali devono essere utilizzati per far sì che la questa tematica continui a essere all'ordine del giorno dei dibattiti internazionali, per confermare l'impegno politico e per verificare che gli impegni siano onorati. La prossima conferenza delle parti della CITES, che si terrà a settembre 2016, sarà particolarmente importante a questo fine (obiettivo 3.4).

3. Monitoraggio e valutazione

Il piano d'azione interessa i cinque anni dal 2016 al 2020. La tabella dell'allegato collega ogni misura a un attore dell'UE (i servizi della Commissione, il SEAE, Europol ed Eurojust) e/o agli Stati membri e precisa i termini per l'attuazione. I servizi della Commissione e il SEAE creeranno un quadro di controllo per monitorare l'attuazione.

Il gruppo "Esecuzione" per il settore del commercio di specie selvatiche dell'UE, istituito dal regolamento (CE) n. 338/97 e composto dai rappresentanti delle autorità competenti per l'applicazione della normativa degli Stati membri dell'UE, è tenuto a esaminare due volte all'anno i progressi compiuti. Entro il luglio 2018 la Commissione riferirà al Consiglio e al Parlamento europeo in merito ai progressi nell'attuazione del piano d'azione, nonché all'appropriatezza e alla pertinenza delle priorità e degli obiettivi stabiliti nel documento. I progressi realizzati e il successo ottenuto dal piano d'azione nel mettere un freno al traffico illegale di specie selvatiche saranno valutati nel 2020 e, a partire da questa base, la Commissione esaminerà le ulteriori azioni necessarie.

Un gruppo interservizi in seno alla Commissione coordinerà le attività nei settori interessati e garantirà che tutti i servizi della Commissione coinvolti e il SEAE svolgano i compiti loro assegnati.

4. Collegamenti con altre iniziative e politiche dell'UE

Il piano d'azione sostituirà la raccomandazione della Commissione 2007/425/CE, che individua una serie di azioni per l'applicazione del regolamento (CE) n. 338/97 del Consiglio, relativo alla protezione di specie della flora e della fauna selvatiche mediante il controllo del loro commercio.

Il piano d'azione sarà attuato in modo da garantire la coerenza con le attuali politiche dell'UE di rilevanza per il commercio illegale di risorse naturali, tra cui rientrano il piano d'azione dell'UE concernente l'applicazione delle normative, la governance e il commercio nel settore forestale (FLEGT), la politica dell'UE di lotta contro la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata (INN) e le iniziative dell'UE contro il traffico di rifiuti, droghe, beni contraffatti, armi da fuoco o esseri umani, il riciclaggio di denaro e i flussi finanziari illeciti.

ALLEGATO — Tabella delle azioni

Priorità I — Prevenire il traffico illegale di specie selvatiche e affrontarne le cause alla radice.

Azioni

Responsabile

Risultati attesi

Programmazione

Obiettivo 1.1

Ridurre la domanda e l'offerta di prodotti di specie selvatiche di origine illegale.

1. Accrescere il sostegno alle campagne di sensibilizzazione e mirate alla riduzione della domanda nell'UE e in tutto il mondo.

COM/

ARVP 17

SM

Adozione di misure ed erogazione di finanziamenti per attività di sensibilizzazione e di riduzione della domanda di prodotti di specie selvatiche di origine illegale in importanti paesi terzi e dell'UE, in particolare per le specie commerciate illegalmente in grandi quantità all'interno dell'UE.

Continua. Prima tappa alla fine del 2016.

COM/

SM

Condivisione tra gli Stati membri degli strumenti e dei materiali di sensibilizzazione esistenti.

Fine del 2016.

2. Continuare a limitare il commercio di avorio all'interno e in provenienza dall'UE.

COM/

Pubblicazione di orientamenti della Commissione intesi a garantire un'interpretazione uniforme delle norme dell'UE, al fine di sospendere l'esportazione di avorio grezzo pre-convenzione e di garantire che siano commercializzati nell'UE soltanto oggetti antichi in avorio legali.

Fine del 2016.

SM

Divieto di emissione da parte degli Stati membri di documenti di esportazione e riesportazione per l'avorio grezzo pre-convenzione.

Autorizzazione per gli Stati membri a rilasciare soltanto certificati commerciali intra-UE per oggetti antichi in avorio, in base ai criteri definiti negli orientamenti.

Continua. Prima tappa alla fine del 2016.

3. Ridurre o vietare le importazioni non sostenibili di specie in via di estinzione, proponendone l'inserimento negli elenchi delle appendici della CITES (ad es. specie rare di rettili).

COM

Presentazione di nuove proposte di inserimento negli elenchi, da sottoporre alla valutazione della conferenza delle parti della CITES.

Continua. Prima tappa: aprile 2016.

Obiettivo 1.2

Garantire che le comunità locali nei paesi di origine siano impegnate nei confronti della conservazione delle specie selvatiche e ne traggano vantaggio.

4. Rafforzare l'impegno delle comunità rurali nella gestione e nella conservazione delle specie selvatiche.

COM/

SM

Priorità data, nell'ambito delle politiche e dei finanziamenti pertinenti dell'UE e degli Stati membri, alla necessità di garantire un impegno effettivo da parte delle comunità rurali nel definire e attuare le misure di lotta al traffico illegale di specie selvatiche.

Continua. Prima tappa alla fine del 2016.

5. Sostenere lo sviluppo di mezzi di sussistenza sostenibili e alternativi per le comunità che vivono negli habitat di specie selvatiche o nelle zone circostanti.

COM/

ARVP/

SM

Priorità data, nell'ambito delle politiche dell'UE e degli Stati membri sul finanziamento delle aree rurali nei paesi di origine, al sostegno destinato alle attività economiche che apportano vantaggi alle comunità rurali residenti negli habitat di specie selvatiche o nelle zone circostanti.

Continua. Prima tappa alla fine del 2016.

Obiettivo 1.3

Accrescere l'impegno del settore economico nelle iniziative di lotta al traffico illegale di specie selvatiche e incoraggiare un approvvigionamento sostenibile dei prodotti di specie selvatiche.

6. Sensibilizzare i settori economici attivi nel commercio di prodotti di specie selvatiche, all'interno dell'UE o provenienti dall'UE, o che agevolino tale commercio.

COM

Identificazione dei principali soggetti nei settori economici connessi al commercio di specie selvatiche a livello di UE e istituzione di regolari canali di comunicazione sulle questioni connesse al commercio di specie selvatiche tra detti soggetti e la Commissione.

Fine del 2016.

COM

Organizzazione di sessioni del gruppo "Esecuzione" per il settore del commercio di specie selvatiche dell'UE con i soggetti economici, al fine di discutere questioni specifiche (ad es., la medicina tradizionale cinese, gli animali da compagnia esotici, l'industria del lusso, il turismo venatorio, i trasporti, le società di spedizione, il commercio online).

Continua. Prima tappa alla fine del 2016.

7. Sostenere le iniziative del settore privato finalizzate a ridurre il commercio illegale di specie selvatiche e promuovere un approvvigionamento sostenibile di prodotti di specie selvatiche nell'UE/provenienti dall'UE.

COM/

SM

Sostegno alle iniziative private e ai partenariati pubblico-privati esistenti e condivisione delle migliori pratiche, al fine di incoraggiare nuove iniziative.

Fine del 2017.

Obiettivo 1.4

Affrontare la corruzione associata al traffico illegale di specie selvatiche.

8. Sostenere le iniziative di lotta alla corruzione associata al traffico illegale di specie selvatiche a livello nazionale, regionale e internazionale.

COM/

ARVP/

Integrazione del traffico illegale di specie selvatiche nelle politiche e negli strumenti dell'UE di lotta alla corruzione (in particolare, nell'ambito dei dialoghi con i principali paesi terzi beneficiari di aiuti di bilancio).

Continua. Prima tappa alla fine del 2016.

COM/

ARVP/

SM

Trattazione della questione durante gli incontri bilaterali con i principali paesi partner e nelle sedi multilaterali pertinenti, tra cui il G7, il G20 e la convenzione delle Nazioni Unite contro la corruzione.

Continua. Prima tappa alla fine del 2016.

COM/

SM

Presentazione di una pertinente proposta di risoluzione, da sottoporre alla valutazione della 17a conferenza delle parti della CITES.

Aprile 2016.

Priorità 2 — Rendere più efficaci l'attuazione e l'applicazione delle norme esistenti, nonché la lotta alla criminalità organizzata connessa al traffico di specie selvatiche

Azioni

Responsabile

Risultati attesi

Programmazione

Obiettivo 2.1 Garantire un'attuazione più uniforme delle norme dell'UE sul commercio di specie selvatiche e sviluppare un approccio più strategico per i controlli e l'applicazione delle norme riguardanti la lotta al traffico delle specie selvatiche a livello di UE.

9. Sviluppare strategie per migliorare la conformità a livello nazionale con la normativa dell'UE relativa alle specie selvatiche.

COM

Valutazione da parte della Commissione delle lacune nell'attuazione dei regolamenti dell'UE relativi al commercio di specie selvatiche in ogni Stato membro e proposta di raccomandazioni su come ovviare a tali lacune.

Fine del 2016.

SM

Attuazione delle raccomandazioni negli Stati membri.

2017

COM

Monitoraggio proattivo dell'attuazione delle norme dell'UE sull'importazione dei trofei di caccia nell'UE, al fine di confermarne l'origine legale e sostenibile.

Continua. Prima tappa alla fine del 2016.

10. Migliorare le percentuali di rilevamento di attività illegali.

SM

Oltre ai controlli ai valichi di frontiera previsti dal regolamento (CE) n. 338/97, monitoraggio e verifica dell'applicazione delle disposizioni sui territori nazionali, in particolare mediante controlli regolari dei commercianti e dei detentori di animali, quali negozi di animali, allevamenti e vivai.

Continua. Prima tappa alla fine del 2016.

11. Intensificare le iniziative intese a garantire l'attuazione della tabella di marcia dell'UE verso l'eliminazione dell'uccisione, della cattura e del commercio illegale degli uccelli selvatici (altresì rilevante nell'ambito della priorità 1).

COM

Erogazione di finanziamenti per la task force intergovernativa sull'uccisione illegale di uccelli nel Mediterraneo, istituita nell'ambito della convenzione sulle specie migratrici, e organizzazione della prima riunione.

Metà 2016.

COM/

SM

Adozione di azioni volte a migliorare il monitoraggio e l'applicazione delle norme a livello nazionale.

Continua. Prima tappa alla fine del 2016.

12. Definire e valutare regolarmente i rischi prioritari.

SM

Definizione a livello nazionale delle priorità di applicazione per quanto concerne le specie e i prodotti interessati (quali anguille, avorio, corni di rinoceronte, rettili e uccelli vivi), le rotte commerciali e le modalità di contrabbando.

Continua. Prima tappa alla fine del 2016.

COM/

Europol/SM

In base alla valutazione comune basata sui rischi, concordare priorità a livello dell'UE nell'ambito del gruppo "Esecuzione" per il settore del commercio di specie selvatiche, in cooperazione con Europol.

Continua. Prima tappa alla fine del 2016.

13. Migliorare la cooperazione tra Stati membri sui casi di traffico transfrontaliero di specie selvatiche.

COM/

Europol/Eurojust

Erogazione di sufficienti risorse nell'ambito di Europol ed Eurojust per le attività relative al traffico illegale di specie selvatiche.

Continua. Prima tappa alla fine del 2016.

Europol/Eurojust/SM

Svolgimento di regolari attività congiunte che prevedano una cooperazione transfrontaliera da parte degli Stati membri dell'UE (agevolate da Europol).

Continua. Prima tappa alla fine del 2016.

Europol/Eurojust/SM

Istituzione di squadre investigative comuni, con il coinvolgimento di Europol e Eurojust.

Continua. Prima tappa alla fine del 2016.

14. Rivedere la politica e il quadro legislativo dell'UE in materia di criminalità ambientale, in linea con l'agenda europea sulla sicurezza.

COM

Riesame dell'efficacia della direttiva 2008/99/CE, anche per quanto concerne le sanzioni penali applicabili al traffico illegale di specie selvatiche in tutta l'UE.

2016

Obiettivo 2.2 Accrescere le capacità di lotta al traffico illegale di specie selvatiche di tutti i soggetti della catena di applicazione della normativa e del sistema giudiziario.

15. Migliorare la cooperazione, il coordinamento, la comunicazione e il flusso di dati tra le agenzie responsabili per l'applicazione della normativa.

SM

Istituzione di un meccanismo di coordinamento (quale una task force interagenzia e/o un protocollo d'intesa) tra le agenzie pertinenti (dogane, servizi di ispezione, polizia, autorità competenti della gestione e dell'applicazione della CITES) in ogni Stato membro e accesso ai pertinenti canali di comunicazione per tutte le autorità con responsabilità nel settore.

Metà 2017.

SM

Esame da parte degli Stati membri delle possibilità di scambio di dati tra le autorità responsabili in questo ambito in base alla normativa nazionale.

Metà 2017.

COM/

SM

Raccolta e condivisione a livello europeo delle migliori pratiche per la cooperazione interagenzia, nonché effettivo monitoraggio ed effettiva applicazione della normativa all'interno degli Stati membri, mediante il gruppo "Esecuzione" per il settore del commercio di specie selvatiche.

Continua. Prima tappa alla fine del 2016.

16. Migliorare la base di conoscenze su controlli, indagini, azioni penali e procedimenti giudiziari riguardanti il traffico illegale di specie selvatiche.

SM

Trasmissione più sistematica da parte degli Stati membri alla Commissione dei dati qualitativi e statistici pertinenti, tra cui dati su controlli, indagini, sequestri, azioni penali e sentenze, incluse le sanzioni irrogate, e comunicazione sistematica a Europol di tutti i casi afferenti alla criminalità organizzata e/o transfrontaliera.

Continua. Prima tappa alla fine del 2016.

COM/

SM

Snellimento della metodologia per la raccolta di dati nel settore del traffico delle specie selvatiche in tutta l'UE e sensibilizzazione relativa alle statistiche sui reati nell'ambito dei pertinenti gruppi di esperti.

Continua. Prima tappa alla fine del 2016.

COM/

ENPE

Creazione di una banca dati che raccolga la giurisprudenza sul traffico illegale di specie selvatiche degli Stati membri presso l'ENPE 18 , al fine di facilitare la condivisione di conoscenze.

Metà 2017.

17. Potenziare la formazione per tutti i soggetti della catena di applicazione della normativa, incluse le attività di formazione congiunte.

COM

Integrazione della formazione sul traffico illegale di specie selvatiche nel programma degli istituti di formazione dell'UE, quali CEPOL, ERA ed altri.

Continua. Prima tappa alla fine del 2016.

COM/

SM

Compilazione e condivisione nell'UE del materiale di formazione esistente.

Fine del 2016.

COM

Ammissibilità della formazione sulla lotta al traffico illegale di specie selvatiche al sostegno finanziario previsto da diversi strumenti finanziari pertinenti dell'UE (LIFE, Fondo sicurezza interna, ecc.).

Continua. Prima tappa alla fine del 2016.

SM

La formazione è organizzata regolarmente negli Stati membri ed è estesa all'intera catena di applicazione della normativa/giudiziaria, incluse sessioni di formazione congiunte che riuniscano diverse agenzie preposte all'applicazione delle norme, pubblici ministeri e giudici.

Continua. Prima tappa alla fine del 2016.

18. Rafforzare o, laddove applicabile, istituire reti di responsabili dell'applicazione normativa a livello nazionale e regionale e migliorarne la cooperazione.

SM

Sostegno all'istituzione di reti nazionali pertinenti in ogni Stato membro.

Metà 2017.

COM

Organizzazioni di incontri congiunti delle reti pertinenti dell'UE 19 .

Continua. Prima tappa alla fine del 2016.

19. Migliorare la custodia delle specie animali o vegetali vive sequestrate o confiscate.

SM

Disponibilità di strutture in tutti gli Stati membri in cui custodire temporaneamente gli esemplari vivi sequestrati o confiscati e istituzione di meccanismi che consentano, ove necessario, una loro sistemazione a lungo termine. Erogazione di assistenza ad altri Stati membri.

Continua. Prima tappa alla fine del 2016.

Obiettivo 2.3 Lottare più efficacemente contro la criminalità organizzata connessa alle specie selvatiche

20. Valutare regolarmente la minaccia rappresentata dal traffico organizzato di specie selvatiche nell'UE.

Europol

Inclusione nelle valutazioni della minaccia rappresentata dalla criminalità organizzata e dalle forme gravi di criminalità (SOCTA) di un esame, basato su dati, della minaccia posta dal traffico illegale di specie selvatiche, e, ove possibile, di analisi delle minacce nazionali fornite dagli Stati membri.

Continua. Prima tappa nella prima metà del 2017

21. Rafforzare le capacità degli esperti pertinenti di affrontare i collegamenti tra il traffico illegale di specie selvatiche e la criminalità organizzata, tra cui la criminalità informatica e i relativi flussi finanziari illeciti.

COM/

SM

Attività di sensibilizzazione condotte nelle sedi pertinenti (la rete di pubblici ministeri specializzati nella lotta alla criminalità organizzata — REFCO e le unità nazionali responsabili in materia di criminalità organizzata, criminalità informatica e indagini finanziarie).

Continua. Prima tappa alla fine del 2016.

SM

Rafforzamento delle capacità necessarie per affrontare il traffico illegale di specie selvatiche online nell'ambito delle unità competenti e predisposizione di canali per dare avvio, in casi specifici, all'assistenza dalle unità specializzate in materia di criminalità informatica (ad es., indagini sulla rete scura non indicizzata, il cosiddetto "darkweb", uso scorretto di monete virtuali).

Continua. Prima tappa alla fine del 2016.

COM/

SM

Integrazione della questione nell'agenda del GAFI 20 , del CARIN 21 e del gruppo Egmont, una rete di unità di informazione finanziaria.

Fine del 2016.

COM/

SM

Richiesta da parte del GAFI di elaborare orientamenti sui collegamenti tra il riciclaggio di denaro e il traffico illegale di specie selvatiche.

Fine del 2016.

SM

Organizzazione di formazioni sulle indagini nei flussi finanziari illeciti connessi al traffico illegale di specie selvatiche.

Continua. Prima tappa alla fine del 2016.

22. In linea con gli impegni assunti a livello internazionale, gli Stati membri garantiscono che il traffico organizzato di specie selvatiche costituisca in tutta l'UE un reato grave previsto dalla convenzione delle Nazioni Unite contro la criminalità organizzata internazionale e sia quindi punibile con una pena massima di almeno quattro anni di reclusione.

SM

Esame e, se del caso, modifica della normativa nazionale pertinente.

Fine del 2017.

23. In linea con la risoluzione dell'Assemblea generale dell'ONU, gli Stati membri rivedono la normativa nazionale in materia di riciclaggio di denaro, al fine di garantire che i reati connessi al traffico illegale di specie selvatiche possano essere considerati reati presupposti e costituire oggetto di ricorso nell'ambito della normativa nazionale sui proventi di reato.

SM

Esame e, se del caso, modifica della normativa nazionale pertinente.

Fine del 2017.

Obiettivo 2.4 Migliorare la cooperazione internazionale in materia di applicazione della normativa contro il traffico illegale di specie selvatiche.

24. Intensificare la cooperazione in materia di applicazione della normativa tra Stati membri, soggetti dell'UE responsabili dell'applicazione, principali paesi terzi, altre reti regionali di applicazione per le specie selvatiche nonché reti mondiali pertinenti (Consorzio internazionale per la lotta al crimine contro flora e fauna selvatica — ICCWC 22 e la rete internazionale per la conformità e l'applicazione delle normative ambientali — INECE).

COM/

Europol

Organizzazione di incontri congiunti tra Europol, il gruppo "Esecuzione" per il settore del commercio di specie selvatiche e le pertinenti reti regionali responsabili dell'applicazione (ad esempio, l'ASEAN Wildlife Enforcement Network (ASEAN-WEN) e la task force sull'accordo di Lusaka), nonché l'INECE.

Continua. Prima tappa alla fine del 2016.

COM

Condivisione delle migliori pratiche nella cooperazione in materia di applicazione della normativa.

Fine del 2016.

SM/

Europol

Partecipazione degli Stati membri, assistiti da Europol, a operazioni congiunte internazionali relative all'applicazione della normativa.

Continua. Prima tappa alla fine del 2016.

25. Sostenere il rafforzamento delle capacità per l'applicazione normativa nei principali paesi di origine e di destinazione, ivi compresa l'applicazione della normativa nelle zone protette.

COM/

ARVP/

SM

Erogazione di un continuo sostegno finanziario per le attività dell'ICCWC, incluse le valutazioni dei sistemi di applicazione basate sul suo kit di strumenti denominato Wildlife and Forest Crime Analytical Toolkit.

Continua. Prima tappa alla fine del 2016.

COM/

ARVP/

SM

Considerazione dei risultati delle raccomandazioni sul kit di strumenti dell'ICCWC nel sostegno mirato fornito ai paesi terzi.

Continua. Prima tappa alla fine del 2016.

Priorità 3 — Rafforzare il partenariato globale tra paesi di origine, di consumo e di transito contro il traffico illegale di specie selvatiche.

Azioni

Responsabile

Risultati attesi

Programmazione

Obiettivo 3.1

Fornire un sostegno mirato superiore, più efficace e più strategico ai paesi in via di sviluppo.

26. Garantire che si tenga conto del traffico illegale di specie selvatiche nei finanziamenti previsti dall'UE nell'ambito dei pertinenti programmi nei settori della gestione delle risorse naturali, dell'ambiente, della criminalità organizzata, della sicurezza e della governance.

COM/

ARVP/

Ricorso all'approccio strategico per la conservazione delle specie selvatiche in Africa 23 in quanto base per programmare il pertinente sostegno allo sviluppo.

Sviluppo di ulteriori approcci regionali o tematici.

Mobilitazione a favore della lotta al traffico illegale di specie selvatiche dei flussi di finanziamento della cooperazione allo sviluppo, tra cui il fondo europeo di sviluppo (FES), lo strumento di cooperazione allo sviluppo (DCI), lo strumento inteso a contribuire alla stabilità e alla pace, nonché altri strumenti finanziari, quali lo strumento di partenariato, nell'ambito dei pacchetti finanziari concordati per i programmi di sostegno, e valutazione di nuove possibili fonti di finanziamento.

Continua. Prima tappa alla fine del 2016.

27. Accrescere l'efficacia del sostegno finanziario contro il traffico illegale di specie selvatiche.

COM/

ARVP/

SM

Organizzazione di regolari incontri in paesi di importanza essenziale, al fine di coordinare le attività dei donatori.

Richiesta ai paesi beneficiari di fornire informazioni sull'efficacia delle misure di lotta al traffico illegale di specie selvatiche finanziate dall'UE nel far fronte al problema (utilizzando indicatori quali il numero di confische e di procedimenti giudiziari conclusi con successo).

Continua. Prima tappa alla fine del 2016.

Obiettivo 3.2

Rafforzare e coordinare migliori azioni di lotta contro il traffico illegale di specie selvatiche e le sue cause con i paesi di origine, di transito e di destinazione pertinenti.

28. Intensificare il dialogo con i principali paesi di origine, di transito e di destinazione, incluso il dialogo con le comunità locali, la società civile e il settore privato.

COM/

ARVP/

SM

Definizione dei paesi prioritari

Creazione di specifiche strutture di dialogo e di cooperazione tecnica.

Regolare iscrizione della questione all'ordine del giorno dei dialoghi politici e settoriali e delle riunioni di alto livello con regioni o paesi terzi.

Continua. Prima tappa alla fine del 2016.

ARVP/

SM

Istituzione di una rete di punti focali presso le delegazioni e le ambasciate nei paesi pertinenti, ricorrendo, ove opportuno, alle strutture esistenti, quali la rete per la "diplomazia verde".

Fine del 2016.

29. Utilizzare attivamente le politiche e gli strumenti commerciali dell'UE, al fine di sostenere le iniziative di lotta al traffico illegale di specie selvatiche.

COM/

ARVP/

Proposta da parte dell'UE di impegni ambiziosi di lotta al traffico illegale di specie selvatiche, da includere nei futuri accordi di libero scambio, ad esempio con il Giappone e gli Stati Uniti (Partenariato transatlantico su commercio e investimenti — TTIP).

Integrazione negli attuali accordi di libero scambio e nel regime SGP+ di un monitoraggio proattivo dell'attuazione degli impegni relativi al traffico illegale di specie selvatiche.

Iscrizione del traffico illegale di specie selvatiche all'ordine del giorno dei dialoghi commerciali bilaterali dell'UE con i partner di importanza essenziale e con il comitato dell'OMC per il commercio e l'ambiente.

Continua. Prima tappa alla fine del 2016.

30. Rafforzare la cooperazione contro il traffico illegale di specie selvatiche con le organizzazioni regionali pertinenti, quali l'Unione africana, la SADC, la Comunità dell'Africa orientale, l'ASEAN, nonché nell'ambito delle pertinenti sedi multilaterali, quali l'ASEM.

COM/

ARVP/

Inclusione regolare della questione all'ordine del giorno degli incontri di alto livello.

Continua. Prima tappa alla fine del 2016.

Obiettivo 3.3

Affrontare la dimensione della sicurezza nell'ambito del traffico illegale di specie selvatiche.

31. Migliorare la base di conoscenze e sviluppare strategie per affrontare i collegamenti tra traffico illegale di specie selvatiche e sicurezza.

COM/

ARVP/

Studio in corso per il miglioramento della base di conoscenze sui collegamenti esistenti tra il traffico illegale di specie selvatiche e altre forme di criminalità organizzata e il finanziamento dei gruppi di miliziani o terroristi.

Metà 2016.

COM/

ARVP/

SM

In base ai risultati, definizione delle prossime tappe nelle pertinenti sedi dell'UE.

Metà 2017.

COM/

ARVP/

SM

Integrazione della dimensione della sicurezza, in relazione al traffico illegale di specie selvatiche, nelle valutazioni situazionali complessive dell'UE per i pertinenti paesi terzi.

Fine del 2016.

ARVP/

SM

Intensificazione della cooperazione ONU-UE sul commercio illegale di specie selvatiche nel contesto delle operazioni di mantenimento della pace e di gestione delle crisi.

Continua. Prima tappa alla fine del 2016.

Obiettivo 3.4

Intensificare le iniziative multilaterali di lotta al traffico illegale di specie selvatiche.

32. Sostenere, nell'ambito degli strumenti internazionali e delle sedi multilaterali, l'adozione e l'attuazione di decisioni, risoluzioni e dichiarazioni politiche forti riguardanti il traffico illegale di specie selvatiche.

COM/

ARVP/

SM

Trattazione della questione nei seguenti ambiti:

CITES — anche, se del caso, sostenendo sanzioni commerciali in caso di infrazione;

convenzione sulle specie migratrici — il piano d'azione di Tunisi per il 2013-2020 riguardante l'eliminazione dell'uccisione, della cattura e del commercio illegale di uccelli selvatici, nell'ambito della convenzione di Berna relativa alla conservazione della vita selvatica e dell'ambiente naturale in Europa;

pertinenti iniziative multilaterali a livello mondiale (ONU, processi di follow-up per Londra e Kasane, G7, G20, ecc.)

Regolare verifica del rispetto degli impegni assunti nelle suddette sedi dall'UE e dai suoi Stati membri.

Continua. Prima tappa alla fine del 2016.

(1)

   La definizione include il commercio illegale, internazionale e non, di specie animali e vegetali selvatiche, nonché dei loro prodotti derivati, e i reati strettamente connessi, quali il bracconaggio.

(2)

    https://www.unodc.org/unodc/en/frontpage/2014/May/wildlife-crime-worth-8-10-billion-annually.html

    https://cites.org/eng/international_dimension_of_illegal_wildlife_trade   http://www.gfintegrity.org/report/briefing-paper-transnational-crime/

(3)

   Il documento di lavoro dei servizi della Commissione che accompagna la presente comunicazione (SWD(2016)38) illustra in dettaglio la portata del traffico illegale di specie selvatiche in tutto il mondo e il ruolo dell'UE nel commercio illegale.

(4)

   Cfr. SWD(2016)38

(5)

   Cfr. SWD(2016)38

(6)

   Risoluzione 2134 (2014) e 2136 (2014), Report of the Secretary-General on the situation in Central Africa and the activities of the United Nations Regional Office for Central Africa, 30 novembre 2015.

(7)

   Risoluzione 69/314.

(8)

    https://www.gov.uk/government/uploads/system/uploads/attachment_data/file/417231/kasane-statement-150325.pdf .

(9)

    https://www.g7germany.de/Content/EN/_Anlagen/G7/2015-06-08-g7-abschluss-eng_en.pdf?__blob=publicationFile&v=3 , pag. 11.

(10)

   Obiettivo 15.7.

(11)

   Cfr. risoluzione del Parlamento europeo del 15 gennaio 2014 (2013/2747(RSP)).

(12)

   Cfr. COM(2014)64 e SWD(2014)347.

(13)

   Regolamento (CE) n. 338/97 del Consiglio.

(14)

   Cfr. SWD(2016)38.

(15)

   Cfr. COM(2015)497, Commercio per tutti — Verso una politica commerciale e di investimento più responsabile.

(16)

   Cfr. SWD(2016)38.

(17)

   Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza/Vicepresidente della Commissione europea.

(18)

   Rete europea dei pubblici ministeri attivi nel settore ambientale.

(19)

   Come ad esempio il gruppo dell'UE "Esecuzione" per il settore del commercio di specie selvatiche, la rete europea dei pubblici ministeri attivi nel settore ambientale — ENPE, il forum europeo dei giudici per l'ambiente — EUFJE, il gruppo di progetto per il coordinamento delle azioni volte a tutelare la salute, il patrimonio culturale, l'ambiente e la natura — PARCS e la rete EnviCrimeNet.

(20)

   Gruppo di azione finanziaria internazionale.

(21)

   Rete interagenzie Camden per il recupero dei beni.

(22)

   Fanno parte del Consorzio Interpol, il segretariato della CITES, l'Organizzazione mondiale delle dogane, l'Ufficio dell'ONU contro la droga e il crimine (UNODC) e la Banca mondiale.

(23)

   "Larger than elephants – Inputs for an EU strategic approach to wildlife conservation in Africa – Synthesis", Ufficio delle pubblicazioni dell'Unione europea, 2015

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