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Sviluppo rurale

La politica di sviluppo rurale costituisce il secondo pilastro della politica agricola comune dell’Unione europea (Unione). Essa cerca di aiutare le zone rurali dell’Unione ad affrontare le sfide economiche, ambientali e sociali cui devono far fronte. Si basa su tre obiettivi a lungo termine:

  • promuovere la competitività del settore agricolo e forestale;
  • gestire le risorse naturali in modo sostenibile e attuare misure di azione climatica;
  • raggiungere uno sviluppo territoriale equilibrato delle zone rurali, che preveda la creazione e il mantenimento di posti di lavoro.

I finanziamenti dell’Unione per lo sviluppo rurale sono disponibili tramite il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR). La dotazione finanziaria del FEASR per il periodo 2021-2027 ammonta a 95,5 miliardi di euro, che comprende un’iniezione di 8,1 miliardi di euro, parte dello strumento dell’Unione per la ripresa NextGenerationEU per aiutare ad affrontare le sfide poste dalla pandemia di COVID-19.

La politica è attuata per mezzo di programmi di sviluppo rurale settennali (PSR) elaborati in collaborazione con l’Unione. Tali programmi si concentrano su sei priorità:

  • trasferire conoscenze e innovazione;
  • promuovere la competitività di tutti i tipi di agricoltura e la gestione sostenibile delle foreste;
  • promuovere l’organizzazione della filiera alimentare;
  • preservare, ripristinare e valorizzare gli ecosistemi;
  • incentivare l’uso efficiente delle risorse e il passaggio a un’economia a basse emissioni di carbonio;
  • promuovere l’inclusione sociale, la riduzione della povertà e lo sviluppo economico nelle zone rurali.

I principi, le regole e le norme per l’attuazione del FEASR, come per gli altri fondi strutturali e di investimento europei, sono contenuti nel regolamento (UE) n. 1303/2013.

Le regole per la spesa per lo sviluppo rurale nel periodo 2021-2022 sono stabilite nel regolamento di transizione sulla politica agricola comune, adottato il 23 dicembre 2020. Il regolamento espande le disposizioni esistenti (inizialmente in vigore per il periodo 2014-2020) con alcuni elementi aggiuntivi, per garantire un’agevole transizione alla futura legislazione sulla politica agricola comune, predisposta per essere avviata nel 2023.

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