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Comitato economico e sociale europeo

NAT/736

Facilitare l'accesso degli attori non statali ai finanziamenti delle azioni per il clima

PARERE 

Comitato economico e sociale europeo

Facilitare l'accesso degli attori non statali ai finanziamenti delle azioni per il clima

(parere d'iniziativa)

Relatore: Cillian LOHAN (IE-III)

Base giuridica

Art. 29, paragrafo 2, del Regolamento interno

Parere d'iniziativa

Decisione dell'Assemblea plenaria

15/02/2018

Sezione competente

Agricoltura, sviluppo rurale, ambiente

Adozione in sezione

27/11/2018

Adozione in sessione plenaria

12/12/2018

Sessione plenaria n.

539

Esito della votazione (favorevoli/contrari/astenuti)

114/6/7



1.Conclusioni e raccomandazioni

1.1Il CESE desidera porre l'accento sul fatto che, malgrado gli ingenti fondi promessi con i patti finanza-clima, sussiste un problema con i piccoli attori non statali impegnati a favore del clima, che riguarda il loro accesso ai finanziamenti necessari per garantire il sostegno e la realizzazione di iniziative potenzialmente trasformative.

1.2I flussi di finanziamenti per il clima nell'Unione europea devono essere monitorati e mappati con urgenza, in modo da facilitare la misurazione dell'impatto per gli attori non statali impegnati a favore del clima, ed assicurare la valutazione dei progressi verso una più ampia trasformazione dell'economia in un modello a basse emissioni di carbonio.

1.3Esistono diverse fonti di finanziamento così come diverse sono le iniziative dal basso verso l'alto che richiedono l'accesso. Non esiste però alcun meccanismo che consenta di affrontare tale sfasatura, problema che dovrebbe quindi essere risolto con l'istituzione, a livello UE, di un Forum inclusivo sui finanziamenti per il clima.

1.4Il CESE propone un Forum sui finanziamenti per il clima per affrontare le questioni chiave, riunendo i principali soggetti interessati allo scopo di individuare gli ostacoli, definire soluzioni e identificare i meccanismi più efficienti per una migliore distribuzione delle risorse finanziarie, compreso un servizio di abbinamenti per collegare i progetti con adeguate fonti per il finanziamento di azioni per il clima.

1.5Occorre creare (dandone poi effettiva comunicazione) un meccanismo che consenta di accedere a iniziative che necessitano di importi ridotti, e che preveda:

·una procedura di richiesta semplificata

·obblighi di rendicontazione semplificati

·finanziamenti complementari

·un sostegno ai progetti in fase di elaborazione, la possibilità di una pre-richiesta di finanziamento

·azioni di sostegno per lo sviluppo di capacità, la creazione di reti di contatti, la realizzazione di scambi e lo sviluppo di piattaforme a livello locale, regionale, nazionale ed europeo.

1.6Una particolare attenzione per i finanziamenti delle azioni per il clima non dovrebbe tuttavia comportare l'esclusione di finanziamenti responsabili in altri settori. In tutti i finanziamenti, però, dovrebbe essere verificato l'impatto sul clima, in modo da assicurare che ogni finanziamento non collegato ad azioni specificamente destinate al clima non sia in contrasto con gli impegni e gli obiettivi in materia di clima. Tale principio deve essere rispettato, nel quadro dell'accordo di Parigi (articolo 2, par. 1, lettera c)), affinché i flussi finanziari esistenti risultino coerenti con un percorso diretto verso bassi livelli di emissioni di gas a effetto serra e uno sviluppo resiliente ai cambiamenti climatici.

1.7Occorre poi sviluppare uno strumentario, con una strategia di comunicazione chiara, che doti gli attori non statali, a tutti i livelli, delle capacità necessarie per comprendere e accedere ai finanziamenti per il clima. Tale strumentario dovrebbe assistere i promotori di progetti nell'elaborazione di progetti che contribuiranno a un'economia a basse emissioni di carbonio e resiliente ai cambiamenti climatici.

2.Introduzione

2.1Il presente parere si basa sui precedenti pareri del CESE Una coalizione per rispettare gli impegni dell'accordo di Parigi 1 e Promuovere azioni a favore del clima da parte di attori non statali 2 , nonché sul recente studio del CESE 3 che ha posto in evidenza gli ostacoli che impediscono un maggiore coinvolgimento degli attori non statali nell'azione per il clima.

2.2Nel 2018 il CESE ha sollecitato un "dialogo europeo per l'azione a favore del clima da parte di attori non statali" inteso a rafforzare ed estendere l'ambito e la portata delle azioni a favore del clima intraprese da questi attori con sede in Europa. In tale contesto affermava che lo scopo del dialogo non deve essere soltanto quello di mettere in evidenza e presentare azioni, ma anche quello di rispondere alle esigenze degli attori non statali, stimolando la creazione di nuovi partenariati tra attori statali e non statali, favorendo l'apprendimento tra pari, la formazione e la condivisione di consulenza/assistenza tra attori non statali, aumentando i finanziamenti disponibili e agevolando l'accesso ad essi.

2.2.1Gli attori non statali sono soggetti che non figurano tra le parti della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (United Nations Framework Convention on Climate Change - UNFCCC). Si tratta di un'ampia accezione, nella quale rientrano quindi diverse categorie di soggetti: ad esempio, piccole e medie imprese e microimprese, investitori, cooperative, città e regioni, sindacati, comunità e gruppi di cittadini, organizzazioni confessionali, organizzazioni giovanili e altre organizzazioni non governative.

2.2.2Il processo relativo al dialogo europeo proposto dovrebbe sostenere l'accesso al finanziamento delle azioni intraprese da attori non statali:

·offrendo una mappatura delle opportunità di finanziamento;

·fornendo consulenza sui progetti finanziabili;

·esaminando il modo in cui l'attuale catena di valore finanziario (sia pubblica che privata) fornisce finanziamenti per gli investimenti in materia di clima che gli attori non statali puntano a realizzare;

·analizzando le possibilità di un'efficace distribuzione dei fondi/finanziamenti a progetti di piccole dimensioni e potenzialmente trasformativi;

·analizzando le attuali procedure di dialogo e di consultazione con gli attori non statali, al fine di definire nuove tecniche e buone pratiche volte a rafforzare l'impiego dei fondi europei e internazionali disponibili;

·chiedendo che il prossimo quadro finanziario pluriennale dell'UE venga incontro alle ambizioni più elevate in materia di clima degli attori non statali e ne stimoli le azioni;

·esplorando le possibilità di finanziamenti innovativi (finanziamento tra pari, finanziamento collettivo, microfinanziamento, obbligazioni verdi ecc.).

2.3Sebbene i finanziamenti per il clima possano essere intesi in molti modi, la commissione permanente delle finanze della convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC) li definisce come "finanziamenti volti a ridurre le emissioni e a incrementare i pozzi di assorbimento di gas a effetto serra, nonché a ridurre la vulnerabilità e mantenere e aumentare la resilienza dei sistemi umani ed ecologici nei confronti degli effetti negativi dei cambiamenti climatici".

2.4Il presente parere esamina i finanziamenti per il clima in relazione agli Stati membri dell'UE e agli Stati che tra questi non sono parti dell'UNFCCC, permettendo alle organizzazioni della società civile, ai comuni e agli enti locali di accedere agli strumenti finanziari necessari per fornire assistenza nell'elaborazione e attuazione di progetti, iniziative e attività che contribuiscono a ridurre le emissioni, e creando comunità resilienti ai cambiamenti climatici.

2.5È importante considerare il parere alla luce del concetto di giustizia climatica 4 , quale strumento per garantire che i costi dell'azione per il clima non si ripercuotano in maniera sproporzionata sui soggetti più poveri e più vulnerabili della società.

2.6Il finanziamento delle prime fasi di una transizione verso un'economia a basse emissioni di carbonio, e della promozione dell'adattamento e della mitigazione, è essenziale per garantire una transizione equa e accelerare le iniziative a livello di base.

2.7Per i microprogetti e i progetti di piccole dimensioni può risultare complicato accedere a importi compresi tra 2 000 e 250 000 EUR. Sono pertanto necessari meccanismi efficaci per garantire che le azioni di tipo partecipativo su piccola scala non siano escluse dal potenziale trasformativo dei finanziamenti a favore del clima.

2.8Nel corso dell'ultimo decennio, l'UE ha messo a punto con successo una serie di meccanismi di finanziamento adeguati alle esigenze di questo tipo - lo Strumento europeo per la democrazia e i diritti umani (EIDHR), l'Alleanza mondiale contro il cambiamento climatico (AMCC), gli strumenti finanziari per i cofinanziamenti delle ONG e la cooperazione decentrata - che potrebbero ispirare lo sviluppo di adeguati strumenti in materia di cambiamenti climatici.

3.Problemi individuati

Contesto

3.1Il CESE aderisce con decisione all'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite e all'accordo di Parigi. Tuttavia, la traiettoria che stiamo seguendo consentirebbe al massimo di limitare l'aumento della temperatura a 3ºC o più, ben al di là di quanto previsto dall'accordo di Parigi. La transizione verso la sostenibilità richiederà notevoli sforzi e cospicui investimenti. Per il periodo 2015-2050, gli importi totali annui degli investimenti relativi alle misure di attenuazione in ambito energetico a favore di percorsi di limitazione del riscaldamento a 1,5ºC, sono in media stimati pari a circa 900 miliardi di USD, secondo la relazione speciale dell'IPCC sull'impatto di un riscaldamento globale di 1,5ºC rispetto ai livelli preindustriali.

3.2Gli investimenti necessari per affrontare i cambiamenti climatici sono ingenti, ma non come quelli che sono stati richiesti negli ultimi anni per salvare un settore finanziario al collasso. In tale occasione sono stati mobilitati investimenti pari a 2 500 miliardi di EUR. Il potenziale collasso degli ecosistemi che ci sorreggono meriterebbe una risposta di entità quantomeno pari.

3.3Troppo spesso la discussione in materia di finanziamenti per il clima si concentra sulla creazione di nuove linee esplicite di finanziamento, mentre l'accordo di Parigi chiede che tutti i flussi finanziari siano coerenti con un percorso diretto verso le basse emissioni di gas a effetto serra e lo sviluppo resiliente ai cambiamenti climatici.

3.4Il partenariato di Marrakech e il Piano globale d'azione per il clima offrono l'opportunità di coinvolgere gli attori non statali nel processo formale UNFCCC. Non viene rivolta alcuna particolare attenzione, in sede di elaborazione dei pacchetti di finanziamento, a incentivare la realizzazione di azioni in seno all'UE e a finanziare interventi per massimizzarne l'impatto potenziale.

3.5Anche se in materia di finanziamento della lotta contro il riscaldamento globale e i suoi effetti sono stati fatti progressi, questi non sono sufficienti. L'ultimo rapporto del gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico 5 afferma chiaramente che stiamo attraversando un periodo critico, che richiede l'adozione, nel prossimo decennio, di azioni radicali necessarie per limitare gli effetti a livelli gestibili. La priorità deve essere data a una finanza e un'economia sostenibili, in particolare attraverso una legislazione chiara, stabile e basata sugli incentivi.

3.6Non basta destinare una percentuale fissa del bilancio ai finanziamenti per il clima, se un'altra parte del bilancio viene spesa per finanziare attività dannose per il clima. Ogni spesa deve essere valutata complessivamente in termini di impatto sul clima. Un documento di lavoro del Fondo monetario internazionale quantifica in 5 300 miliardi di USD l'anno, ossia oltre 15 miliardi di USD al giorno, i sussidi diretti e indiretti alle energie fossili. L'impatto negativo di questi sussidi non potrebbe essere compensato nemmeno con i 100 miliardi di USD l'anno di cui dovrebbe essere dotato l'auspicato Fondo verde per il clima.

3.7La transizione energetica non potrà essere attuata con successo, in tempo utile e in linea con gli impegni europei assunti nel quadro dell'accordo di Parigi, se la questione della povertà energetica viene trascurata politicamente. Occorre garantire un'equa distribuzione tra tutti i livelli di governo e gli attori del mercato, compresi i cittadini, dei costi e dei vantaggi finanziari e sociali derivanti dalla transizione dell'Europa verso l'energia sostenibile. Dallo studio scientifico di Heat Roadmap Europe 6 emerge che l'Europa è in grado di ridurre, entro il 2050, le proprie emissioni di gas serra dell'86 % rispetto ai livelli del 1990, con le tecnologie esistenti, in maniera efficace sotto il profilo dei costi e a prezzi accessibili.

3.8Le ricerche svolte per l'elaborazione del presente parere hanno evidenziato la mancanza di informazioni sulla mappatura dei flussi di finanziamenti di azioni specifiche per il clima all'interno degli Stati membri. Non è facile stabilire se i fondi siano ripartiti in importi più piccoli e accessibili o quale possa essere l'effetto trasformativo di un finanziamento. Questa mancanza di monitoraggio e di rendicontazione aumenta l'ambiguità attorno al problema percepito, e ostacola lo sviluppo delle soluzioni più efficaci.

Accesso per le imprese e le PMI

3.9L'accesso ai finanziamenti resta una sfida principale per tutti i tipi di attori non statali, comprese le diverse sfide cui devono far fronte le PMI e le imprese di dimensioni maggiori. Questa sfida richiede non solo la disponibilità di maggiori finanziamenti e di finanziamenti supplementari, ma anche chiarezza per quanto riguarda i meccanismi di finanziamento già esistenti.

3.10Inoltre, risulta difficile definire il concetto di "investimento verde". Gli investitori sono interessati principalmente ai rischi e ai rendimenti ed hanno difficoltà nel valutare il potenziale impatto sul clima di un progetto proposto, e nel misurare le sue probabilità di successo. I prestatori privati saranno riluttanti a finanziare un progetto senza una chiara comprensione dei rischi di investimento e in assenza di meccanismi di attenuazione dei rischi, ovvero senza garanzie.

Accesso delle amministrazioni locali e regionali

3.11Tra i fattori che limitano l'accesso ai finanziamenti da parte dei governi subnazionali figurano: i bassi rating di credito; la limitata capacità di mobilitare i finanziamenti privati a causa dell'insufficiente dimensione del mercato degli investimenti in infrastrutture a basse emissioni e dei profili di rischio/rendimento poco attraenti; come pure i limiti sovrani fissati dai governi nazionali riguardo alla possibilità per un governo subnazionale di chiedere prestiti al settore privato o all'entità di tali prestiti.

Accesso per le iniziative comunitarie

3.12Attualmente vi sono diverse migliaia di iniziative di base sul cambiamento climatico e sulla sostenibilità in Europa. Tali iniziative possono contribuire in maniera significativa agli obiettivi dell'UE in materia di clima, energia e sostenibilità, ma si basano per lo più su azioni di volontariato, e la loro organizzazione ed espansione sono in gran parte ostacolate dalla mancanza di finanziamenti e di sostegno professionale. Spesso sono necessarie risorse assai modeste, senza le quali però le iniziative non riescono a svilupparsi e a realizzare progetti. Il potenziale trasformativo di queste iniziative non viene sfruttato.

3.13In molti casi le iniziative locali di base hanno difficoltà ad accedere alle fonti convenzionali di finanziamento. Spesso gli importi minimi di finanziamento previsti dai bandi risultano troppo elevati e vanno ben oltre le necessità o le capacità di gestione delle iniziative locali su scala ridotta. I requisiti di cofinanziamento pongono ulteriori ostacoli.

3.14Riuscire a conciliare i requisiti di finanziamento con l'eccessiva burocrazia e i complessi processi è una delle difficoltà che devono superare i gruppi di piccole dimensioni per accedere ai finanziamenti. Anche se si tratta di tipi di progetti/iniziative che assumono individualmente dimensioni ridotte, l'effetto cumulativo può essere notevole. Vi sono inoltre molti altri benefici e vantaggi locali a catena quando piccoli programmi di prossimità vengono sostenuti con finanziamenti adeguati.

3.15La maggior parte, se non addirittura tutti i finanziamenti sono orientati ai progetti e non affrontano la necessità di disporre di risorse per sostenere i processi a diversi livelli: dall'organizzazione a livello di comunità e dallo sviluppo di capacità a livello locale, alla creazione di reti, agli scambi e allo sviluppo di piattaforme a livello regionale, nazionale ed europeo. Il sostegno finanziario in questo settore potrebbe contribuire notevolmente ad accelerare il livello di impegno dei cittadini e delle comunità in materia di azione per il clima, e potrebbe anche contribuire a garantire l'esistenza di una sufficiente organizzazione e collaborazione per sostenere interventi di miglioramento e contribuire all'elaborazione delle politiche.

Accesso ai finanziamenti per l'innovazione

3.16Nella fase iniziale gli imprenditori devono far fronte a numerose sfide, per quanto riguarda l'accesso ai finanziamenti, la mancanza di conoscenze e di esperienze, l'accesso ai mercati e il superamento della fase di avviamento. Il finanziamento dell'innovazione è una componente essenziale della soluzione per la crisi climatica, ma occorre innovare anche nei meccanismi di finanziamento e nella loro attuazione Iniziative come la CCI-CLIMA dell'EIT mirano ad affrontare tali sfide, integrando il clima nei mercati finanziari, democratizzando le informazioni sui rischi climatici e sostenendo gli investimenti in start-up innovative.

4.Soluzioni proposte

4.1Il CESE propone che venga istituito a livello di UE un tipo di Forum sui finanziamenti per il clima, con una rete decentrata. Tale forum consentirebbe di riunire tutte le parti interessate e renderebbe più semplice fornire una risposta coordinata ai problemi descritti in questa sede. Inoltre fungerebbe da canale per lo sviluppo dei meccanismi richiesti, indicati nel presente parere.

4.2Il Forum di finanziamento per il clima deve fungere da piattaforma di dialogo e contribuire a mettere in contatto soluzioni non statali particolarmente promettenti ed efficaci con investitori privati e istituzionali. Particolare attenzione va inoltre rivolta, in tutti gli Stati membri dell'UE e anche altrove, al potenziale di moltiplicazione e di replica, al fine di massimizzare l'impatto. Il CESE, con la sua rete di gruppi della società civile organizzata in tutta Europa, si trova in una posizione privilegiata che gli consentirebbe di far parte di un Forum sui finanziamenti per il clima, facendosi portavoce delle problematiche di base in materia di accesso ai finanziamenti.

4.3Una comunicazione efficace rappresenterà un elemento essenziale di ogni strategia che punta ad affrontare con successo i problemi relativi ai finanziamenti per il clima. La comunicazione deve infatti muoversi in tutte le direzioni, individuando chiaramente i propri destinatari e informandoli con un linguaggio efficace, accurato e appropriato in merito alle opportunità e all'accessibilità delle opzioni finanziarie.

4.4La Commissione europea e le altre istituzioni dell'UE devono elaborare documenti di orientamento per gli attori non statali che intendono avvalersi dei meccanismi di finanziamento esistenti. Occorre un sistema in grado di individuare, analizzare, sintetizzare e diffondere informazioni sulla varietà di fonti di finanziamento disponibili per le azioni per il clima da parte di attori non statali. Tale obiettivo può essere conseguito basandosi sul lavoro svolto dal Comitato europeo delle regioni, che sta studiando misure volte a sviluppare uno strumentario comprendente informazioni di facile comprensione per gli enti locali e regionali, in materia di fondi e finanziamenti disponibili per le azioni per il clima.

4.5È necessario un meccanismo di monitoraggio che consenta di stabilire una mappatura chiara dei flussi di finanziamenti per il clima, contribuendo a individuare gli ostacoli e concentrandosi sulla ricerca di soluzioni pratiche per la loro eliminazione. Si tratta di un primo passo urgente. Un processo di mappatura sarebbe altresì fondamentale per comprendere gli ostacoli all'accesso per i piccoli attori non statali. La mappatura dei finanziamenti contribuirebbe inoltre a individuare le lacune in materia di individuazione di azioni favorevoli per il clima che dovrebbero far parte del processo del Piano globale d'azione per il clima.

4.6Il CESE invita l'UE ad assumere un ruolo guida nel fornire un modello su come attrarre contributi da parte di attori non statali per il conseguimento degli obiettivi in materia di clima. Gli attori europei non statali impegnati a favore del clima, in particolare quelli più piccoli, si attendono un sostegno da parte delle istituzioni europee per quanto riguarda la mobilitazione di fondi specifici destinati al clima e il miglioramento dell'accesso ai finanziamenti attraverso una semplificazione delle procedure, anche in materia di rendicontazione. Ciò consentirebbe di individuare molte azioni, che altrimenti sfuggirebbero, in materia di lotta contro il cambiamento climatico. Per i progetti al di sotto di una determinata soglia finanziaria (ad es. 50 000 EUR) potrebbero essere previsti un modulo di candidatura semplificato (di una pagina) e un formulario di rendicontazione di una pagina.

4.7Occorrono finanziamenti aggiuntivi, sotto forma di piccole sovvenzioni, con procedure semplificate in materia di accesso e rendicontazione, specificamente rivolte alle azioni locali di base in materia di cambiamenti climatici e sostenibilità, e che non prevedano tassi di cofinanziamento proibitivi. Potrebbero essere messi a punto dei meccanismi che consentano ai progetti di raggrupparsi, allo scopo di migliorare l'impatto dei finanziamenti e facilitarne l'accesso. Tutti questi strumenti dovrebbero essere messi a punto con urgenza.

4.8Dovrebbe essere sviluppato un meccanismo di sostegno che permetta ai progetti di avvalersi di esperti nella fase preliminare alla presentazione della domanda di finanziamento, in modo che i progetti vengano elaborati in maniera efficace e risultino impostati correttamente.

4.9È necessario sviluppare una riflessione generale a livello UE sui meccanismi di finanziamento innovativi. Gli attori non statali dovrebbero essere coinvolti in questa discussione fin dall'inizio, al fine di garantire criteri di assegnazione semplici e chiari.

4.10In generale, sarebbe opportuno assicurare una più stretta collaborazione tra i fondi tradizionali per il clima e la sostenibilità, i programmi finanziari e le reti di attori non statali. È una questione di condivisione delle conoscenze, di comunicazione e di dialogo. Un Forum sui finanziamenti per il clima può facilitare ciò.

4.11Inoltre l'adozione di misure finanziarie potrebbe incentivare azioni da parte di attori non statali o comportamenti rispettosi del clima da parte degli stessi. Ad esempio, gli sgravi fiscali a livello nazionale potrebbero favorire i processi produttivi a basse emissioni di carbonio e stimolare la partecipazione di attori non statali nelle azioni per il clima.

4.12In sede di elaborazione del nuovo quadro finanziario pluriennale dell'UE potrebbero esservi opportunità di facilitare azioni per il clima, promosse dal basso e da soggetti non statali e volte a contribuire in maniera efficace all'attuazione degli impegni dell'UE in materia di clima nel quadro dell'accordo di Parigi. A questo proposito, il CESE chiede di aumentare almeno del 40 % la spesa dell'UE che contribuisce agli obiettivi climatici 7 . In secondo luogo, il CESE raccomanda la rapida eliminazione delle sovvenzioni ai combustibili fossili e di qualsiasi (co)finanziamento diretto o indiretto, tramite fondi europei, di fonti energetiche fossili.

4.13Occorre sviluppare uno strumento che consenta di individuare i rischi climatici (climate proofing tool), in modo da garantire che nessuna spesa pubblica sia finalizzata a sostenere attività che aggravano la crisi climatica. Tale criterio dovrebbe valere anche per i programmi di finanziamento privato. L'assegnazione di fondi specifici per i finanziamenti per il clima non dovrebbe far sì che altre parti del bilancio o dei finanziamenti vengano destinate ad attività in contrasto con gli obiettivi climatici. L'obiettivo fissato nell'articolo 2, par.1, lettera c) dell'accordo di Parigi deve essere conseguito.

4.14L'approccio di sviluppo locale di tipo partecipativo (CLLD) rappresenta il principale strumento finanziario dell'UE a sostegno dello sviluppo locale dal basso verso l'alto. Esso si trova nella posizione ideale per sostenere tali iniziative dal basso verso l'alto, offrendo la possibilità di fornire sovvenzioni e aiuti adatti alle circostanze locali. Nel dicembre 2017, il CESE ha adottato un parere sul tema Vantaggi di un approccio di sviluppo locale di tipo partecipativo (CLLD) per lo sviluppo locale e rurale integrato 8 , in cui ha esortato la Commissione europea a esplorare e analizzare in maniera approfondita le possibilità di creare un fondo di riserva per il CLLD a livello dell'UE. Indipendentemente da tali possibilità, la Commissione europea dovrà garantire che tutti gli Stati membri dispongano di un fondo nazionale per il CLLD, con contributi a valere su tutti e quattro i fondi SIE (FEASR, FESR, FSE e FEAMP). Il CLLD potrebbe essere uno dei canali utilizzati per sostenere i micro e piccoli progetti di cui al punto 2.7.

4.15Per rendere più sostenibile l'intera catena del valore finanziario, il CESE sostiene la tabella di marcia della Commissione sul finanziamento della crescita sostenibile 9 , adottata nel marzo 2018. Il CESE ha formulato raccomandazioni concrete in merito a questo piano d'azione nei suoi pareri 10 .

Bruxelles, 12 dicembre 2018

Luca JAHIERPresidente del Comitato economico e sociale europeo

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(1)      Parere del CESE sul tema Una coalizione per rispettare gli impegni dell'accordo di Parigi, GU C 389 del 21.10.2016, pag. 20 .
(2)      Parere del CESE sul tema Promuovere le azioni per il clima da parte di attori non statali, GU C 227 del 28.06.2018, pag. 35 .
(3)      Studio del CESE Toolbox for multi-stakeholder climate partnerships - A policy framework to stimulate bottom-up climate actions [Strumentario per partenariati multilaterali in materia di clima - Un quadro strategico per promuovere azioni dal basso per il clima].
(4)    Parere del CESE Giustizia climatica, GU C 81 del 2.3.2018, pag. 22 .
(5)      Relazione speciale dell'IPCC sull'impatto di un riscaldamento globale di 1,5ºC rispetto ai livelli preindustriali (ottobre 2018).
(6)      Programma di ricerca e innovazione Orizzonte 2020 nell'ambito della convenzione di sovvenzione n. 695989 - Heat Roadmap Europe.
(7)      Parere del CESE Patto europeo finanza-clima (non ancora pubblicato in GU).
(8)      Parere del CESE Vantaggi di un approccio di sviluppo locale di tipo partecipativo, GU C 129 dell'11.4.2018, pag. 36 .
(9)      Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio europeo, al Consiglio, alla Banca centrale europea, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni Piano d'azione per finanziare la crescita sostenibile.
(10)      Pareri del CESE Piano d'azione sulla finanza sostenibile ; Finanza sostenibile: tassonomia e indici di riferimento ; Obblighi in materia di sostenibilità per gli investitori istituzionali e i gestori di attività (in attesa di pubblicazione in GU).