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Document 52012DC0169
REPORT FROM THE COMMISSION TO THE EUROPEAN PARLIAMENT, THE COUNCIL, THE EUROPEAN ECONOMIC AND SOCIAL COMMITTEE AND THE COMMITTEE OF THE REGIONS 2011 Report on the Application of the EU Charter of Fundamental Rights
RELAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI Relazione 2011 sull'applicazione della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea
RELAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI Relazione 2011 sull'applicazione della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea
/* COM/2012/0169 final */
RELAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI Relazione 2011 sull'applicazione della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea /* COM/2012/0169 final */
RELAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO
EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO
DELLE REGIONI Relazione 2011 sull'applicazione della Carta
dei diritti fondamentali dell'Unione europea 1. Introduzione A due anni
dall'entrata in vigore del trattato di Lisbona, la Carta dei diritti
fondamentali dell'Unione europea[1] (in appresso: "la Carta") è diventata un
punto di riferimento comunemente utilizzato nell'elaborazione delle politiche
dell'UE. Questo impulso è partito dal trattato di
Lisbona. Dopo la sua entrata in vigore la Commissione ha adottato la Strategia
per un'attuazione effettiva della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione
europea (in appresso: "Strategia d'attuazione della Carta")[2], il cui obiettivo è che l'Unione sia d'esempio per quanto riguarda il
rispetto dei diritti fondamentali nell'elaborazione delle leggi. La Commissione
si è inoltre impegnata a pubblicare relazioni annuali per informare meglio i
cittadini in merito all'applicazione della Carta e per misurare i progressi
compiuti nella sua attuazione. Sia la Strategia d'attuazione della Carta che la
prima relazione annuale sull'applicazione della Carta hanno dato luogo a
dibattiti in seno al Parlamento europeo, al Consiglio, così come al Comitato
delle regioni e al Comitato economico e sociale europeo. La Carta è di fondamentale importanza non solo
per le istituzioni dell'Unione ma anche per i cittadini: due terzi degli
intervistati che hanno risposto a un recente sondaggio Eurobarometro[3] in tutta l'UE si sono detti interessati a
conoscere meglio i diritti sanciti dalla Carta (66%), e a sapere a chi
rivolgersi in caso di presunta violazione di tali diritti (65%) e in quali casi
la Carta si applichi o meno (60%). La presente relazione intende rispondere alla
richiesta di essere meglio informati sulla Carta dei diritti fondamentali
dell'Unione europea, passando in rassegna i progressi compiuti per garantire
un'effettiva attuazione della Carta e mettendo in rilievo gli sviluppi più
importanti del 2011. Il documento allegato (I) presenta informazioni
dettagliate sull'applicazione della Carta da parte di tutte le istituzioni
dell'UE e degli Stati membri e illustra i problemi concreti con cui si
scontrano i singoli cittadini. I passi avanti nell'attuazione della Strategia
per la parità tra donne e uomini (2010-2015) sono presentati in un allegato
separato (II). 2. Promuovere un'effettiva attuazione della
Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea Partendo dalle conclusioni della relazione 2010,
la Commissione ha adottato una serie di provvedimenti concreti per promuovere
un'effettiva attuazione della Carta. 2.1. Incoraggiare una cultura dei
diritti fondamentali nell'UE La Strategia d'attuazione della Carta e la
relazione 2010 hanno sollevato, in tutte le istituzioni dell'Unione,
discussioni sul modo in cui rendere la Carta uno strumento efficace a
disposizione dei cittadini e su come garantirne il rispetto nel corso
dell'intero iter legislativo. Questa dinamica avviata dalla Commissione ha già
prodotto i primi risultati concreti. Nell'ambito dell'elaborazione delle proposte
legislative, la Commissione ha rafforzato la valutazione dell'impatto
sui diritti fondamentali a cui procede prima di adottare le proposte. La nuova
guida relativa al modo in cui tenere conto dei diritti fondamentali nelle
valutazioni d'impatto[4]
chiarisce con esempi concreti come i servizi della Commissione debbano prendere
in considerazione tali diritti. La Commissione ha istituito un gruppo
interservizi sull'attuazione della Carta affinché tutti i suoi servizi
condividano conoscenze ed esperienze. Un esempio concreto dell'effetto positivo di
questa politica è l'approccio adottato dalla Commissione nella stesura delle
norme sull'utilizzo degli scanner di sicurezza[5] per rilevare eventuali oggetti
pericolosi trasportati da passeggeri negli aeroporti dell'UE. Le fasi
preparatorie all'adozione di queste norme hanno tenuto conto delle
ripercussioni delle varie opzioni sui diritti fondamentali, in modo da
garantire che la legislazione rispettasse la Carta dei diritti fondamentali.
Gli Stati membri e gli aeroporti che intendono installare gli scanner di
sicurezza devono rispettare le condizioni minime stabilite dalle nuove norme dell’Unione
al fine di salvaguardare i diritti fondamentali. L'aspetto più importante è che
i passeggeri avranno il diritto di rifiutare di sottoporsi alla procedura degli
scanner di sicurezza e potranno scegliere di essere controllati con metodi
alternativi di screening. I passeggeri devono essere informati in merito a
questa possibilità di rifiuto, alla tecnologia utilizzata per gli scanner e
alle condizioni che ne disciplinano l'uso. Sono state inoltre stabilite
condizioni dettagliate per garantire il rispetto della protezione dei dati
personali e della vita privata, ad esempio il fatto che gli scanner di
sicurezza non possano memorizzare, conservare, copiare, stampare o recuperare
le immagini. Per quanto riguarda le considerazioni sulla salute, come metodo di
screening dei passeggeri sono consentiti solo gli scanner che non emettono
radiazioni ionizzanti. Un altro esempio che testimonia il
rafforzamento della valutazione dell'impatto sui diritti fondamentali è la
relazione di valutazione della Commissione[6]
sulle norme dell’Unione europea relative alla conservazione dei dati[7]. La Commissione ha
descritto l'impatto di queste norme sugli operatori economici e sui
consumatori, così come le implicazioni sulla protezione dei diritti e delle
libertà fondamentali, in particolare la tutela dei dati personali. La relazione,
da un lato, conclude che la conservazione dei dati è uno strumento prezioso per
l'attività di contrasto, e dall'altro individua settori in cui il recepimento
della direttiva sulla conservazione dei dati da parte degli Stati membri non è
omogeneo, e nei quali è pertanto necessario un miglioramento. In particolare,
la Commissione dovrebbe procedere a una maggiore armonizzazione in settori
specifici quali: le misure per garantire il rispetto dei diritti e delle
libertà fondamentali, inclusi i periodi di conservazione dei dati; la
limitazione delle finalità; le necessarie garanzie relative all'accesso ai dati
conservati e alla protezione dei dati personali. Come spiegato nella Strategia d'attuazione
della Carta, la Commissione garantisce non solo che le sue proposte siano
compatibili con la Carta, ma anche che gli Stati membri rispettino quest'ultima
nell'attuare il diritto dell'Unione. Ai sensi dell'articolo 51 della Carta, le
disposizioni della stessa si applicano agli Stati membri esclusivamente
nell'attuazione del diritto dell'Unione; non si applicano nelle situazioni che
non riguardano tale diritto. A seguito dell'intervento della Commissione
sulla legge ungherese sui media, in occasione del quale la Commissione ha usato
tutte le sue competenze legali per attuare l'acquis, il governo ungherese ha
accettato di modificare la sua legge nazionale sui media per renderla conforme
al diritto sostanziale dell'Unione. Varie preoccupazioni sono state espresse
inoltre in merito ad altre disposizioni della legge sui media non rientranti
nell'ambito della legislazione dell'UE. In tali situazioni, i diritti
fondamentali continuano ad essere garantiti a livello nazionale conformemente
ai sistemi costituzionali degli Stati membri. Va osservato a tale riguardo che
una sentenza della Corte costituzionale ungherese, del 19 dicembre 2011, aveva
dichiarato che alcune disposizioni della legge ungherese sui media limitavano
in modo anticostituzionale la libertà della stampa scritta[8]. La Commissione ha inoltre rivolto particolare
attenzione, nel 2011, agli sviluppi legati alla nuova Costituzione ungherese
e alla sua attuazione, nella misura in cui ciò solleva questioni di
diritto dell'Unione. Nella seduta plenaria di giugno del Parlamento europeo, la
Commissione ha sottolineato che la Costituzione di ogni Stato membro deve
ispirarsi ed essere conforme ai valori europei di libertà, democrazia,
uguaglianza, Stato di diritto, dignità umana e rispetto dei diritti dell'uomo, inclusi
i diritti degli appartenenti a minoranze, senza discriminazioni, come sancito
dall'articolo 2 del trattato. In dicembre, la Commissione ha espresso le
proprie preoccupazioni in merito al fatto che alcune disposizioni del progetto
legislativo possano configurare potenziali violazioni del diritto dell'Unione[9]. Le autorità ungheresi hanno
adottato le norme in questione senza tenere conto dei problemi giuridici
sollevati dalla Commissione. Di conseguenza la Commissione, in quanto custode
dei trattati, ha deciso di prendere provvedimenti nei confronti di alcune nuove
disposizioni della legislazione ungherese, in particolare sull'indipendenza
dell'autorità per la protezione dei dati e sull'impatto discriminatorio
dell'età pensionabile obbligatoria per i giudici, i pubblici ministeri e i
notai. La Commissione ha altresì inviato una lettera amministrativa chiedendo ulteriori
informazioni su alcuni aspetti della nuova normativa che potrebbero minare
l'indipendenza della magistratura[10]. Il Parlamento europeo ha svolto un
ruolo fondamentale nella promozione dei diritti e delle libertà sanciti nella
Carta. Ha rivolto particolare attenzione alla situazione della libertà e del
pluralismo dei media in Ungheria[11],
così come alla nuova Costituzione ungherese e alla sua attuazione[12]. Il 16 febbraio 2012, il
Parlamento europeo ha adottato una risoluzione[13]
in cui invita il governo ungherese a rispettare le raccomandazioni, le obiezioni
e le richieste della Commissione europea, del Consiglio d’Europa e della Commissione
di Venezia, e chiede alla Commissione europea, in qualità di custode dei trattati,
di monitorare attentamente le possibili modifiche e l’attuazione di dette leggi
e la loro conformità alla lettera e allo spirito dei trattati europei. Nel suo lavoro di colegislatore il Parlamento
europeo ha insistito sulla dimensione dei diritti fondamentali nelle nuove
proposte legislative dell'Unione. Ha ad esempio approvato la proposta della
Commissione di modificare la direttiva sulla qualifica di rifugiato, che
rafforzerà i diritti concessi ai rifugiati e ai beneficiari di protezione
sussidiaria nell'UE (articoli 18 e 19 della Carta), ed ha ampliato i diritti
sociali dei lavoratori immigrati nella direttiva sul permesso unico,
recentemente adottata[14]. Il Consiglio ha compiuto sforzi
significativi per dar seguito alla Strategia d'attuazione della Carta, in
particolare nella sua funzione di colegislatore. Ha ammesso l'importanza del
suo ruolo nell'assicurare l'effettiva attuazione della Carta e si è impegnato a
garantire che, nel proporre modifiche a iniziative legislative della
Commissione o nel presentare iniziative proprie, gli Stati membri valutino
l'impatto dei loro interventi sui diritti fondamentali[15]. Il Consiglio ha ribadito che
ogni istituzione è responsabile della valutazione dell'impatto delle proprie
proposte e modifiche. A tale riguardo, in linea col progetto interistituzionale
"Legiferare meglio"[16],
si è impegnato a procedere a un'analisi degli effetti, sui diritti
fondamentali, di eventuali suoi emendamenti di merito. Tale impegno rappresenta
un incoraggiante cambiamento nelle prassi del Consiglio che finora non
prevedevano alcun particolare procedimento per garantire l'osservanza della
Carta. A tal fine, seguendo l'esempio della Commissione, il Consiglio ha
fissato degli orientamenti[17]
per individuare ed affrontare le questioni attinenti ai diritti
fondamentali nelle discussioni sulle proposte dinanzi ai suoi organi
preparatori. Ha indicato infine le sue azioni per l'applicazione della Carta[18]. L'impatto della Carta dei diritti fondamentali
sulle autorità giudiziarie, a livello sia nazionale che dell'UE, è già
visibile. La Corte di giustizia dell'Unione europea rinvia sempre più
spesso alla Carta: il numero di sentenze che la citano nella motivazione è
aumentato di più del 50% rispetto al 2010, passando da 27 a 42. Contengono
sempre più spesso riferimenti alla Carta anche le questioni poste alla Corte di
giustizia dalle giurisdizioni nazionali (domande di pronunzia pregiudiziale):
fra il 2010 e il 2011 tali riferimenti sono aumentati del 50%, da 18 a 27. Fra
le questioni interessanti poste dai giudici nazionali alla Corte di giustizia vi
è, ad esempio, l'impatto del diritto a un ricorso effettivo e a un giudice
imparziale nelle procedure di allontanamento di cittadini dell’Unione basate su
informazioni sensibili in materia di sicurezza che le autorità pubbliche non
vogliono rivelare nell'ambito di un'udienza pubblica[19]. Un'altra questione riguarda
l'importante problema della relazione fra i diritti fondamentali a livello
nazionale e a livello UE in una causa relativa all'applicazione del mandato di
arresto europeo[20]. Contengono un riferimento alla Carta dei
diritti fondamentali dell'Unione europea alcune sentenze storiche della Corte
di giustizia. Ad esempio, nella causa Test-Achats, la Corte ha
dichiarato invalida una deroga nella legislazione dell'UE in materia di parità
uomo-donna che consente agli assicuratori di differenziare i premi e le
prestazioni individuali a seconda del sesso[21].
Tale deroga è stata ritenuta incompatibile con l'obiettivo della tariffazione
unisex contenuta nella normativa, e quindi con la Carta dei diritti
fondamentali. A seguito della sentenza della Corte, la Commissione ha adottato
delle linee direttrici sull'applicazione al settore delle assicurazioni della
normativa dell'UE relativa alla parità uomo-donna[22]. Alla fine del 2011 la Corte ha emesso un'altra
sentenza decisiva relativa all'applicazione del regolamento Dublino,
relativo alla determinazione dello Stato membro competente per la valutazione
di una domanda d'asilo nell'Unione europea[23].
La Corte ha sottolineato che gli Stati membri, nell'attribuire la
responsabilità dell'esame di una domanda d'asilo, sono tenuti a rispettare la
Carta dei diritti fondamentali. Non devono trasferire un richiedente asilo in
un altro Stato membro quando non possono ignorare che le carenze sistemiche
nella procedura di asilo e nelle condizioni di accoglienza in tale Stato membro
costituiscono motivi seri e comprovati di credere che la persona corra un
rischio reale di subire trattamenti inumani o degradanti. L'allegato I della
presente relazione riporta una serie di altre importanti sentenze: quella, ad
esempio, che precisa la relazione – in ambito digitale – fra la protezione dei
diritti di proprietà intellettuale e altri diritti fondamentali come la libertà
d'impresa e la protezione dei dati personali[24];
quella che invoca la dignità umana nella questione della brevettabilità di
embrioni umani creati attraverso la clonazione terapeutica[25]; o quella che analizza il principio di non
discriminazione in base all'età alla luce del diritto di negoziare e di
concludere contratti collettivi[26]. 2.2. Promuovere la parità tra uomini
e donne nell'UE A seguito della comunicazione della
Commissione sulla strategia per la parità fra donne e uomini (2010-2015)[27], il Consiglio ha
adottato il Patto europeo per la parità di genere[28]. Collegandosi strettamente al processo
di Europa 2020, il Patto riafferma l'impegno dell'Unione europea a colmare le
disparità fra donne e uomini nell'occupazione, nell'istruzione e nella
protezione sociale, a garantire pari retribuzione per lo stesso lavoro, a
promuovere una pari partecipazione delle donne ai processi decisionali e a
lottare contro tutte le forme di violenza contro le donne. Il Consiglio
ribadisce l'importanza di integrare la dimensione del genere in tutte le
politiche, comprese le azioni esterne dell'UE. Sottolinea inoltre che la conciliazione
fra lavoro e vita familiare è un presupposto fondamentale per una pari
partecipazione al mercato del lavoro: ampliare lo sviluppo di servizi per
l'infanzia e il ricorso dei padri al congedo parentale ha un'influenza positiva
sull'offerta di lavoro per le donne, a cui generalmente spetta la cura della
famiglia[29]. In linea con gli impegni assunti nella
Strategia per la parità fra donne e uomini per la promozione dell'uguaglianza
nei processi decisionali e per il riequilibrio della proporzione fra donne e
uomini nelle posizioni dirigenti nelle imprese private, la Commissione
ha invitato tutte le società dell'UE quotate in borsa a firmare la
dichiarazione "Impegno formale per più donne alla guida delle imprese
europee" e a sviluppare mezzi per accrescere la presenza femminile ai
vertici delle aziende[30].
L'obiettivo è raggiungere una quota femminile del 30% entro il 2015 e del 40%
entro il 2020 nei consigli d'amministrazione delle maggiori società europee
quotate in borsa. La Commissione ha adottato le proposte
legislative afferenti al prossimo quadro finanziario pluriennale dell'UE
(2014-2020)[31].
Il programma "Diritti e cittadinanza"[32] promuoverà e tutelerà i
diritti degli individui, compreso il principio di non discriminazione e quello di
parità tra uomini e donne. Inoltre, il nuovo programma dell'UE per il
cambiamento e l'innovazione sociale[33],
istituito per sostenere l'occupazione e le politiche sociali in tutta l'Unione
europea, toccherà in modo specifico questioni di genere. Nel quadro della strategia Europa 2020 la
Commissione ha rivolto agli Stati membri raccomandazioni sul divario
retributivo fra uomini e donne, sulle strutture per l'infanzia e sulle misure
fiscali dissuasive per le seconde fonti di reddito, al fine di rafforzare
la posizione delle donne sul mercato del lavoro e di portare al 75% il tasso
d'occupazione degli uomini e delle donne di età compresa tra 20 e 64 anni. Gli
Stati membri i cui regimi fiscali sono più favorevoli per le coppie con
introiti molto diversi o per le coppie monoreddito non sono efficienti da un
punto di vista economico, poiché rafforzano il modello di famiglia in cui una
persona lavora a tempo pieno (tradizionalmente l'uomo) e l'altra a tempo parziale
(tradizionalmente la donna), cosa che porta a un sottoutilizzo degli
investimenti in capitale umano, in particolare le donne. Eliminare le misure
fiscali dissuasive nei sistemi fiscali e previdenziali e sviluppare i servizi
per l'infanzia e per gli anziani aumenterebbe la partecipazione delle donne al
mercato del lavoro lungo tutto l'arco della vita e garantirebbe la loro
indipendenza economica. 2.3. Aiutare i cittadini a
esercitare i propri diritti La Commissione è convinta che occorrano sforzi
supplementari per spiegare ai cittadini in quali situazioni si applica la Carta
dei diritti fondamentali e a chi rivolgersi in caso di violazione di tali
diritti. Da un recente sondaggio Eurobarometro[34]
è emerso che, benché la conoscenza generale della Carta sia in aumento (64% nel 2012 rispetto al 48% del 2007), pochi cittadini sanno cosa sia realmente (11%) e quando si applichi (14%).
Il dubbio più diffuso è se la Carta si applichi a tutte le azioni degli Stati
membri, compresi i settori di competenza nazionale: essa non si applica in
tutte queste materie, ma più della metà di coloro che hanno risposto al
sondaggio (55%) pensano il contrario. Inoltre, quasi un quarto delle persone
che hanno risposto al sondaggio (24%) ritiene falso che la Carta si applichi
agli Stati membri solo nell'attuazione del diritto dell'Unione, il che è un ulteriore
segno di tale confusione. Come sede di ricorso in caso di violazione dei
diritti sanciti dalla Carta gli intervistati hanno indicato in primo luogo i
tribunali nazionali (21%), seguiti da vicino dall'ombudsman e da organi
indipendenti (20%), dalle istituzioni dell'UE (19%) e dalla polizia locale (19%).
Ciò dimostra che a parere di molti cittadini le istituzioni dell'UE hanno la
stessa funzione di ricorso di un tribunale nazionale o di un organismo
nazionale di tutela dei diritti dell'uomo. I dati raccolti dalla Commissione mettono
ulteriormente in luce la percezione erronea che spesso aleggia intorno al ruolo
delle istituzioni europee nel settore dei diritti fondamentali. Nel 2011, le
lettere inviate dai cittadini alla Commissione in materia hanno riguardato nel 55%
dei casi questioni non rientranti nell'ambito delle competenze dell'Unione
europea. La Carta non conferisce all'UE una facoltà generale di intervento in
tutti i casi di violazione dei diritti fondamentali da parte di autorità
nazionali: essa si applica agli Stati membri esclusivamente nell'attuazione del
diritto dell'Unione. Gli Stati membri possiedono una regolamentazione nazionale
molto ampia sui diritti fondamentali, il cui rispetto è garantito dalle
giurisdizioni nazionali[35]. La Commissione ricorda che le istituzioni e
gli organi dell'Unione europea (in particolare il Mediatore europeo) e le
autorità nazionali, regionali e locali degli Stati membri condividono la responsabilità
di informare meglio i cittadini sulla Carta e sugli organismi a cui ricorrere
qualora ritengano violati i propri diritti. La Commissione, in cooperazione con
gli Stati membri, ha pubblicato nuove pagine sui diritti fondamentali sul Portale europeo della giustizia elettronica[36]. Il
portale indica ai cittadini a chi rivolgersi in caso di presunta violazione dei
diritti fondamentali, e fornisce informazioni sui tribunali nazionali e sugli
organi che trattano le denunce relative a tali diritti, come gli ombudsman
nazionali, gli organismi nazionali per i diritti dell’uomo e gli enti per le
pari opportunità. La Commissione è determinata ad aiutare i
cittadini a esercitare i propri diritti grazie ad una cooperazione
multilivello con tutti gli interlocutori interessati su scala europea e
nazionale. Oltre all'autorità giudiziaria, che svolge un ruolo fondamentale
nella difesa dei diritti fondamentali, vi sono negli Stati membri vari e
numerosi organismi chiamati a trattare le denunce dei cittadini che ritengono
violati tali diritti. Fra tali organismi occorre un dialogo più stretto: a tale
riguardo, il 6 ottobre 2011 la Commissione europea ha riunito per la prima
volta enti per le pari opportunità, ombudsman, ombudsman per i minori e
organismi europei e nazionali di difesa dei diritti dell'uomo in un seminario
organizzato insieme alla commissione per le petizioni del Parlamento europeo.
Il seminario ha riguardato essenzialmente il modo in cui tali organismi
trattano nella pratica le denunce relative ai diritti fondamentali. Tale
dialogo multilivello sarà portato avanti nell'ottica della condivisione
dell'esperienza di attuazione della Carta e in relazione alle sfide comuni che
tali organismi devono affrontare in termini di competenza, indipendenza ed
efficacia. Sarà in particolare esaminato come spingere
ogni organismo a redigere "check-list di ammissibilità", di
facile utilizzo, che consentano al denunciante di capire se il suo caso può
essere esaminato dall'organismo in questione. Un tale sistema si è già rivelato
estremamente utile nel caso del Mediatore europeo, che ha pubblicato sul
suo sito Internet una guida interattiva in tutte le 23 lingue ufficiali dell'Unione
per aiutare i cittadini ad individuare rapidamente l'organismo più appropriato
cui rivolgersi per presentare una denuncia di cattiva amministrazione. Questa
guida interattiva ha permesso di rispondere all'80% delle 22 000 richieste
ricevute nel 2011. Ai fini della preparazione delle "check-list di
ammissibilità" di facile utilizzo è importante la cooperazione con
l'Agenzia dell'Unione europea per i diritti fondamentali (FRA), che ha a sua
volta previsto di dotarsi di strumenti alla portata dei cittadini, che li
guidino quando intendono presentare una denuncia di violazione dei loro diritti
fondamentali. 3. Sviluppi principali nel 2011 La Commissione si è fortemente impegnata a garantire
l'attuazione effettiva della Carta in un'ampia varietà di settori rientranti
nel campo d'applicazione del diritto dell'Unione. Nell'allegato della presente
relazione figurano molti esempi di applicazione della Carta riguardanti i
diritti di cui ai sei Capi della stessa (Dignità, Libertà, Uguaglianza,
Solidarietà, Cittadinanza e Giustizia), e vengono descritti i passi importanti
per l'elaborazione della proposta di nuove regole UE in materia di protezione
dei dati da presentarsi nel 2012. Un'altra priorità dell'Unione, al di là del
campo d'applicazione della presente relazione, è la promozione dei diritti
dell'uomo nei paesi terzi, riaffermata dalla Commissione e dall'Alto
Rappresentante dell'Unione europea per gli Affari esteri e la politica di
sicurezza nella comunicazione congiunta "Diritti umani e democrazia al
centro dell'azione esterna dell'Unione europea", adottata il 12 dicembre 2011[37], così come in due
comunicazioni riguardanti la politica di sviluppo dell'UE[38]. La protezione dei diritti
dell'uomo è anche una delle priorità fondamentali del processo d'allargamento
dell'Unione, e sarà ulteriormente rafforzata nei negoziati d'adesione. Gli Stati membri sono vincolati dalla Carta
dei diritti fondamentali nell'attuazione del diritto dell'Unione. Tuttavia, non
vi sono ancora sufficienti informazioni sugli sforzi compiuti per garantire
l'effettiva attuazione della Carta. La Commissione cercherà di raccogliere
documentazione relativa ai progressi compiuti a riguardo nelle future relazioni
annuali sull'applicazione della Carta. 3.1. Un nuovo impulso nell'applicazione
del diritto dei cittadini alla libera circolazione La mobilità delle persone all'interno dell'Unione
è un fattore fondamentale di crescita economica in un'Europa che presenta un
calo demografico e un forte squilibrio, in varie zone, fra offerta e domanda
sul mercato del lavoro. Parallelamente, la libera circolazione fra Stati membri
di studenti, turisti, lavoratori e delle loro famiglie è una conquista europea
importantissima ed è un'espressione concreta di reciproco rispetto, apertura e
tolleranza come valori centrali dell'Unione europea. Per questi motivi la
Commissione ha portato avanti una rigorosa politica d'osservanza della
regolamentazione ai fini di un recepimento e di un'applicazione completi e
corretti delle norme in materia di libera circolazione[39] nell'UE. Come risultato di
questa politica, la maggior parte degli Stati membri ha modificato la propria
legislazione o ha annunciato l'intenzione di farlo. La Commissione ha
continuato a lavorare con gli altri paesi per affrontare le questioni in
sospeso, anche avviando se necessario procedure d'infrazione. La Commissione ha
adottato al tempo stesso una posizione ferma per assicurare il pieno rispetto,
da parte degli Stati membri, del principio di non discriminazione e di
altre garanzie sancite dalle norme UE sulla libera circolazione a vantaggio di
tutti i cittadini dell'UE. A tale riguardo, la Commissione ha espresso preoccupazione
in merito ai progetti relativi alla migrazione di manodopera annunciati dal
governo olandese e porta avanti il dialogo con le autorità competenti nazionali
per garantire che ogni misura predisposta rispetti pienamente il diritto dell'Unione. Nel marzo 2011, il
Consiglio costituzionale francese ha adottato una decisione relativa
all'evacuazione di insediamenti illeciti[40].
La questione non era stata oggetto dell'intervento della Commissione nell'estate
2010[41]
poiché non si trattava di espulsioni di cittadini dell'UE da uno Stato membro e
non si configurava quindi una violazione al diritto di libera circolazione. Il
Consiglio costituzionale ha dichiarato incostituzionali alcune disposizioni che
consentono alle autorità di procedere a evacuazioni d'urgenza, in ogni periodo
dell'anno, senza tenere conto della situazione personale o familiare degli
individui coinvolti. Tale decisione conferma che, nei casi in cui non è
implicato il diritto dell'Unione, i diritti fondamentali continuano ad essere applicati
a livello nazionale, in particolare attraverso gli organi giurisdizionali. Nel maggio 2011,
la Commissione ha avviato un intenso dialogo con il governo danese in merito al
progetto di quest'ultimo di rafforzare le misure di controllo alle frontiere
interne dell'UE. Nell'ottobre 2011 il governo danese ha annunciato che
avrebbe abbandonato tale piano e che i controlli alle frontiere sarebbero stati
eseguiti conformemente alle norme UE in materia di libera circolazione e all'acquis
di Schengen. La Commissione ha
inoltre contattato le autorità danesi in merito alle modifiche della Legge
danese sugli stranieri, in vigore dal luglio 2011. Tali modifiche mirano a
introdurre norme più severe relative all'espulsione degli stranieri,
anche cittadini dell'Unione, e sollevano seri problemi di compatibilità con la
direttiva sulla libera circolazione. Qualora ritenga insoddisfacente la
risposta delle autorità danesi, la Commissione non esiterà ad avvalersi dei
poteri conferitile dal trattato. 3.2. La promozione dei diritti dei
minori Nel febbraio 2011
la Commissione ha adottato il Programma UE per i diritti dei minori[42] per applicare concretamente,
attraverso un ampio programma di azioni per il periodo 2011-2014, i diritti dei
minori sanciti dalla Carta dei diritti fondamentali e dalla Convenzione ONU sui
diritti del fanciullo. Il Programma UE individua 11 azioni concrete che
contribuiranno all'effettiva attuazione e protezione dei diritti dei minori.
Nel contesto di questo ampio approccio la Commissione ha stabilito un elenco di
impegni prioritari per adattare maggiormente il sistema giudiziario e renderlo
più a misura di minore. Ha inoltre fissato delle priorità ai fini della
protezione dei minori vulnerabili e della salvaguardia dei diritti dei minori
nell'azione esterna dell'UE. Sempre nell'ambito di questo programma d'azioni, ha
altresì creato un portale on-line per i più piccoli, "L'angolo dei
bambini"[43],
che contiene testi, giochi e quiz che informano i bambini sui loro diritti. L'Unione europea ha adottato nuove
disposizioni in materia di lotta contro l'abuso e lo sfruttamento sessuale
dei minori e la pedopornografia[44] per rendere più facile contrastare i reati contro i minori
agendo su più fronti. Le nuove norme rendono perseguibili penalmente un'ampia gamma
di situazioni di abuso e sfruttamento sessuale, tra cui i
nuovi fenomeni relativi a Internet quali l'adescamento di minori, gli abusi di
utilizzo di webcam e la visualizzazione di materiale pedopornografico sulla
rete. La Commissione ha
continuato a sostenere l'introduzione e il funzionamento degli strumenti di
ausilio alle ricerche di minori scomparsi o rapiti, ossia la linea
telefonica 116000 riservata alla segnalazione di bambini scomparsi e
al sistema di allerta minori. Affinché tale linea sia operativa e conosciuta in
tutta l'Unione europea sono necessari gli sforzi concertati di alcuni Stati
membri[45],
e la Commissione porterà avanti il suo impegno per concretizzare tale obiettivo. L'entrata in
vigore in Russia della Convenzione dell'Aja sugli aspetti civili della
sottrazione internazionale di minori[46]
e i passi compiuti dal Giappone nell'ottica dell'adesione alla Convenzione sono
sviluppi significativi che rafforzano la tutela dei minori nell'Unione europea
nei casi di rapimento. La Commissione ha presentato delle proposte per
garantire un'applicazione coerente della Convenzione da parte dell'Unione e dei
paesi terzi che hanno aderito a detta Convenzione in anni recenti[47]. 3.3. Il rafforzamento dei diritti
delle vittime e dei diritti processuali La Commissione ha proposto un nuovo insieme di
strumenti per garantire che le vittime siano trattate con rispetto e
dignità, ricevano sostegno, vedano garantita la protezione della propria
incolumità fisica e dei propri beni ed abbiano accesso alla giustizia e al
risarcimento dei danni. Le nuove norme proposte[48] prestano la dovuta attenzione
alle vittime con esigenze particolari, come i minori. La Commissione ha inoltre
presentato delle misure per evitare che le vittime di violenze (violenza
domestica, ad esempio) subiscano ulteriori pregiudizi da parte dell'autore di
tali violenze quando si spostano nell'UE[49].
Le nuove disposizioni garantiscono inoltre il rispetto del diritto alla difesa.
La direttiva concernente la prevenzione e la repressione della tratta di esseri
umani conferisce alle vittime di tali reati un ampio insieme di diritti nei
procedimenti penali, compresi assistenza e sostegno, anche per i minori[50]. Sono stati fatti grandi passi avanti verso l'adozione
delle proposte della Commissione sul rafforzamento dei diritti processuali
degli indagati. Il Parlamento europeo e il Consiglio hanno adottato una
nuova serie di norme che garantiscono che gli indagati di reato siano informati
dei loro diritti in una lingua ad essi comprensibile. Chiunque sia arrestato
deve essere informato dei propri diritti con un documento denominato "comunicazione
dei diritti". La Commissione ha inoltre presentato una proposta per nuove
norme che garantiscano, fra l'altro, l'accesso a un difensore fin dalla prima
fase degli interrogatori di polizia e nel corso dell'intero procedimento penale[51]. Ha altresì avviato una
consultazione pubblica sulla detenzione nell'Unione europea, per esaminare la
possibilità di stabilire livelli simili di protezione in tutta l'UE[52]. 3.4. La lotta contro le espressioni
di odio razziale e xenofobo Il Parlamento
europeo ha espresso preoccupazione per le espressioni di odio razziale e
xenofobo e per i reati di medesima natura verificatisi negli Stati membri
dell'Unione in una serie d'occasioni. La relazione annuale 2011 dell'Agenzia
dell'Unione europea per i diritti fondamentali indica che, per il periodo
2000-2009, 10 dei 12 Stati membri che pubblicano dati di natura penale sui
reati a sfondo razzista sufficienti per poter realizzare un'analisi delle
tendenze, hanno constatato un livello crescente dei reati razzisti
registrati[53]. In risposta alle
preoccupazioni espresse dal Parlamento europeo, la Commissione ha ribadito
la sua ferma opposizione a tutte le forme e manifestazioni di xenofobia e di
razzismo. Ha ricordato che le autorità pubbliche devono condannare
inequivocabilmente e contrastare attivamente questi comportamenti. Ogni
dichiarazione che collega la criminalità ad una determinata nazionalità
stigmatizza la nazionalità in questione e alimenta la xenofobia, ed è quindi
incompatibile con i principi di dignità umana, uguaglianza e rispetto dei
diritti fondamentali su cui si basa l'Unione europea. La Commissione si impegna con determinazione a
garantire la conformità delle legislazioni nazionali con la normativa dell'UE
che vieta le manifestazioni di razzismo e di xenofobia e i reati della stessa
natura[54].
Alla fine dell'anno, 22 Stati membri avevano comunicato alla Commissione le
loro leggi nazionali volte a perseguire penalmente le espressioni di odio
razziale e xenofobo. La Commissione non ha ricevuto alcuna comunicazione di disposizioni
d'attuazione da parte di Belgio, Estonia, Grecia, Spagna e Polonia; nel 2012
esaminerà le comunicazioni pervenutele per verificare la conformità delle
legislazioni nazionali col diritto dell'Unione. La Commissione integrerà
d'altro lato questo lavoro con un dialogo regolare con gli Stati membri sul
monitoraggio della propagazione del razzismo e dell'incitamento all'odio, ad
esempio sui siti web razzisti, per migliorare le possibilità di analisi
congiunta e di informazione su tali fenomeni, in particolare quando includono
una dimensione transfrontaliera. Il diritto dell'Unione vieta la discriminazione
basata sulla razza o sull'origine etnica, e la Commissione si è impegnata a
garantire che gli Stati membri rispettino tale divieto. I procedimenti che
erano stati avviati nei confronti di quattro Stati membri per non osservanza
delle disposizioni giuridiche sono stati chiusi, poiché gli Stati in questione
hanno conformato le loro leggi al diritto dell'Unione. La Commissione
proseguirà la sua azione con i tre Stati membri nei confronti dei quali i
procedimenti sono ancora in corso[55]. Nell'"Agenda europea
per l’integrazione dei cittadini di paesi terzi"[56] la Commissione ha riaffermato
la necessità di un atteggiamento positivo verso la diversità e di garanzie per
la parità di trattamento. È fondamentale intensificare gli sforzi per lottare
contro la discriminazione e dare agli immigrati gli strumenti per conoscere i
valori fondamentali dell'Unione e degli Stati membri. L'Unione europea ha fatto un importante passo
avanti nella promozione dell'integrazione sociale ed economica dei Rom con
la comunicazione della Commissione "Quadro dell'UE per le strategie
nazionali di integrazione dei Rom fino al 2020"[57]. Tale quadro
ha invitato gli Stati membri a elaborare o rivedere le loro strategie nazionali
di integrazione dei Rom alla luce degli obiettivi da esso definiti, e a
presentarle alla Commissione entro dicembre 2011. Il documento è stato
approvato anche dal Consiglio europeo[58] ed è
stato accolto favorevolmente dal Parlamento europeo. L'UE ha apportato il suo sostegno
finanziario alle azioni della società civile e alle politiche nazionali di
lotta contro la discriminazione, di promozione dell'uguaglianza e di
miglioramento dei meccanismi di ricorso contro le esternazioni e i reati di
natura razzista[59].
La Commissione sostiene inoltre l'Agenzia dell'Unione europea per i
diritti fondamentali nel lavoro di raccolta di dati sulla situazione
riguardante i diritti fondamentali, il razzismo e la discriminazione negli
Stati membri. Tale Agenzia ha pubblicato diversi studi e manuali riguardanti,
ad esempio, il ruolo dei memoriali dell'Olocausto nell'educazione in materia di
diritti dell'uomo, la situazione dell'antisemitismo nell'Unione, la
legislazione europea in materia di non discriminazione, la discriminazione
multipla e la tutela delle minoranze nell'UE. 3.5. Il contributo alla
competitività dell'Unione europea La Carta dei
diritti fondamentali è servita da punto di orientamento nell'elaborazione delle
iniziative dell'UE per promuovere la crescita. Varie misure europee sono state
valutate alla luce del diritto a un ricorso effettivo dinanzi a un giudice
(articolo 47 della Carta), un diritto importante per tutti
i cittadini ma anche ai fini dell'applicazione della legislazione economica
dell'Unione, che contribuisce alla crescita. Esso garantisce che tutte le
imprese possano effettivamente far valere i diritti conferiti dalla
legislazione europea e tutela dal rischio di azioni illecite e da eventuali
arbitri delle autorità investite dei poteri di vigilanza. La Commissione ha
valutato una serie di misure dell'Unione alla luce del diritto a un ricorso
effettivo dinanzi a un giudice. Fra tali misure figurano le proposte legislative
riguardanti i mercati degli strumenti finanziari, gli abusi di mercato, la
trasparenza dei mercati finanziari, le revisioni legali dei conti, le
qualifiche professionali e le procedure alternative di risoluzione delle
controversie per i consumatori. Nel 2011 il
diritto a un ricorso effettivo è stato il diritto più citato nelle decisioni
della Corte di giustizia dell'Unione europea rinvianti alla Carta, ed è
stato menzionato in un terzo di tutte queste decisioni. Per applicare tale
diritto è necessario un sistema giudiziario indipendente, imparziale e
pienamente funzionante. La libertà
d'impresa (articolo 16 della Carta) è di particolare rilevanza per la
competitività dell'Unione, e la Commissione ne ha tenuto debitamente conto
nell'elaborazione delle nuove normative riguardanti il mercato degli strumenti
finanziari, l'intermediazione assicurativa, le agenzie di rating, e gli
apparecchi di controllo nel settore dei trasporti su strada (tachigrafi). La
libertà d'impresa è stato anche un aspetto centrale nell'elaborazione della
proposta di diritto comune europeo della vendita, volta a eliminare gli
ostacoli derivanti dalle divergenze fra i diritti nazionali dei contratti[60]. La Corte di giustizia ha riconosciuto
l'importanza della libertà d'impresa nelle sue sentenze decisive nella cause Scarlet[61] e Sabam[62]. La Corte ha dichiarato che
obbligare un fornitore di accesso a Internet o un fornitore di servizi di
hosting a predisporre un sistema di filtraggio per
prevenire un'eventuale violazione di diritti di proprietà intellettuale sarebbe
in contrasto con la libertà d'impresa del fornitore e col diritto dei clienti
alla tutela dei dati personali e alla libertà di ricevere o di comunicare
informazioni. Queste sentenze sottolineano l'importanza di prendere in considerazione
tutti i diritti fondamentali interessati da una data misura e di garantire
la conformità della misura stessa con tutti questi diritti. In diverse
iniziative la Commissione ha prestato particolare attenzione al diritto di
proprietà sancito dall'articolo 17 della Carta, secondo cui la proprietà
intellettuale è protetta. La Commissione ha presentato la comunicazione
"Un mercato unico dei diritti di proprietà intellettuale"'[63], in cui ha annunciato una
serie di iniziative, fra cui un possibile riesame della legislazione dell’Unione
sull'applicazione dei diritti di proprietà intellettuale, in particolare alla
luce del fenomeno della pirateria su Internet. La Commissione ha annunciato che
un tale riesame richiede una valutazione d'impatto, non solo riguardo al
diritto di proprietà, ma anche riguardo ai diritti al rispetto della vita
privata, alla protezione dei dati personali, alla libertà di espressione e di
informazione e a un ricorso effettivo. Come spiegato nella Strategia
d'attuazione della Carta, sottolineare gli aspetti potenzialmente inerenti ai
diritti fondamentali prima della preparazione delle proposte sollecita i
contribuiti da inserire nella valutazione d'impatto del riesame. 3.6. Passi decisivi per l’adesione
dell'Unione europea alla Convenzione europea per i diritti dell’uomo La Commissione ha adottato misure concrete per
soddisfare la condizione, sancita nel trattato di Lisbona, che l'Unione
aderisca alla Convenzione europea per i diritti dell'uomo. La Commissione ha
svolto negoziati tecnici sull'adesione con esperti degli Stati membri del
Consiglio d'Europa in quanto parti attuali della Convenzione. Un progetto
d'accordo d'adesione, elaborato nel giugno 2011, è
attualmente in esame al Consiglio. 4. Conclusioni Nel 2011 l'Unione europea ha fatto ulteriori
concreti passi avanti per l'attuazione effettiva della Carta dei diritti
fondamentali. Tali sforzi hanno aiutato i cittadini a far valere i loro diritti
fondamentali laddove è implicato il diritto dell'Unione. In particolare, in questo periodo di crisi
economica, un contesto giuridicamente stabile basato sullo Stato di diritto e sul
rispetto dei diritti fondamentali è la migliore garanzia per instaurare un
clima di fiducia da parte dei cittadini e di sicurezza dei partner e degli
investitori. La Commissione è convinta che tutte le istituzioni dell'Unione,
gli Stati membri e le parti interessate debbano continuare a lavorare insieme
per mettere in pratica la Carta dei diritti fondamentali. [1] Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea (GU C
83 del 30.3.2010, pagg. 389–403). [2] Comunicazione della Commissione - Strategia per
un'attuazione effettiva della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione
europea, COM(2010) 573 def., consultabile all'indirizzo: http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=COM:2010:0573:FIN:IT:PDF
[3] Flash Eurobarometro n. 340: "La Carta dei diritti
fondamentali dell'Unione europea". [4] Operational Guidance on taking account of fundamental
rights in Commission Impact Assessments, SEC(2011) 567 final, 6.5.2011,
consultabile all'indirizzo: http://ec.europa.eu/justice/fundamental-rights/files/operational-guidance_en.pdf
[5] Regolamento (UE) n. 1141/2011 della Commissione che
integra le norme fondamentali comuni in materia di sicurezza dell’aviazione
civile sull’impiego degli scanner di sicurezza (security scanner) negli
aeroporti dell’Unione europea, GU L 293 dell'11.11.2011, pagg. 22-23.
Regolamento di esecuzione (UE) n. 1147/2011 della Commissione che dà esecuzione
alle norme fondamentali comuni in materia di sicurezza dell’aviazione civile
sull’impiego degli scanner di sicurezza (security scanner) negli aeroporti
dell’Unione europea, GU L 294 del 12.11.2011, pagg. 7-11. [6] Relazione della Commissione - Valutazione
dell’applicazione della direttiva sulla conservazione dei dati (direttiva
2006/24/CE), COM(2011) 225 def., consultabile all'indirizzo: http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=COM:2011:0225:FIN:IT:PDF [7] La direttiva riguardante la conservazione dei dati
(2006/24/CE) esige che gli Stati membri obblighino i fornitori di servizi di
comunicazione elettronica accessibili al pubblico o di reti pubbliche di
comunicazione a conservare i dati relativi al traffico e i dati relativi
all'ubicazione per periodi non inferiori a sei mesi e non superiori a due anni
ai fini di indagine, accertamento e perseguimento di reati gravi. [8] La Vicepresidente Neelie Kroes ha espresso le proprie
preoccupazioni in lettere rivolte alle autorità ungheresi e in una riunione
bilaterale con il Ministro della Giustizia. Sentenza della Corte costituzionale
ungherese, 19 dicembre 2011, 1746/B/2010, consultabile al seguente indirizzo: www.mkab.hu/admin/data/file/1146_1746_10.pdf [9] Il 12 dicembre la Vicepresidente Viviane Reding ha
inviato una lettera al Ministro della Giustizia ungherese. Hanno inviato
lettere anche i Vicepresidenti Neelie Kroes e Olli Rehn, rispettivamente sul
pluralismo dei mezzi di informazione e sull'indipendenza della Banca centrale
ungherese [10] Comunicato stampa del 17 gennaio 2012 (IP 12/24)
consultabile all'indirizzo: http://europa.eu/rapid/pressReleasesAction.do?reference=IP/12/24&format=HTML&aged=0&language=EN&guiLanguage=fr [11] Risoluzione del Parlamento europeo del 10 marzo 2011 sulla
legge ungherese sui media, consultabile all'indirizzo: http://www.europarl.europa.eu/sides/getDoc.do?pubRef=-//EP//TEXT+TA+P7-TA-2011-0094+0+DOC+XML+V0//EN
[12] Risoluzione del 5 luglio 2011 sulla Costituzione ungherese
rivista, consultabile al seguente indirizzo: http://www.europarl.europa.eu/sides/getDoc.do?pubRef=-//EP//TEXT+TA+P7-TA-2011-
0315+0+DOC+XML+V0//EN [13] Risoluzione del 16 febbraio 2012 sui recenti sviluppi
politici in Ungheria, consultabile al seguente indirizzo: http://www.europarl.europa.eu/sides/getDoc.do?pubRef=-//EP//TEXT+TA+P7-TA-2012-0053+0+DOC+XML+V0//IT [14] Direttiva 2011/98/UE relativa a una procedura unica di
domanda per il rilascio di un permesso unico che consente ai cittadini di paesi
terzi di soggiornare e lavorare nel territorio di uno Stato membro e a un
insieme comune di diritti per i lavoratori di paesi terzi che soggiornano
regolarmente in uno Stato membro (GU L 343 del 23.12.2011, pagg. 1-9). [15] Conclusioni del Consiglio sul ruolo svolto dal Consiglio
dell'Unione europea per garantire l'attuazione effettiva della Carta dei
diritti fondamentali dell'Unione europea, 25.2.2011, consultabile al seguente
indirizzo: http://www.consilium.europa.eu/uedocs/cms_data/docs/pressdata/en/jha/119464.pdf
[16] Progetto interistituzionale – "Legiferare
meglio" (GU C 321 del 31.12.2003, pagg. 1-5). [17] Guidelines on methodological steps to be taken to check
fundamental rights compatibility at the Council's preparatory bodies,
19.5.2001, consultabile all'indirizzo: http://register.consilium.europa.eu/pdf/en/11/st10/st10140.en11.pdf
[18] Conclusioni del Consiglio relative alle azioni e alle
iniziative del Consiglio per l'attuazione della Carta dei diritti fondamentali
dell'Unione europea, 23.5.2011, consultabile al seguente indirizzo:
http://www.consilium.europa.eu/uedocs/cms_data/docs/pressdata/EN/genaff/122181.pdf
[19] Corte di giustizia, causa C-300/11, ZZ / Secretary of
State for the Home Department, 17.6.2011. [20] Corte di giustizia, causa C-399/11, Stefano Melloni, 1.10.2011. [21] Corte di giustizia, causa C-236/09, Test-Achats,
30.4.2011. [22] Linee direttrici per l’applicazione della direttiva
2004/113/CE del Consiglio nel settore delle assicurazioni, sulla base della
sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea nella causa C-236/09
(Test-Achats) (GU C 11 del 13.1.2012, pagg. 1 – 11). [23] Corte di giustizia, cause riunite C-411/10 e C-493/10, N.S
/ Secretary of State for the Home Department e M.E. e.a. / Refugee Applications
Commissioner, 21.12.2011. [24] Corte di giustizia, causa C-70/10, Scarlet / SABAM,
24.11.2011. [25] Corte di giustizia, C-34/10, Brüstle / Greenpeace,
18.10.2011. [26] Cause riunite C-297/10 e C-298/10, Hennings e Land
Berlin. [27] Comunicazione della Commissione – Strategia per la parità
fra donne e uomini, 2010, COM(2010) 491 definitivo, consultabile all'indirizzo: http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=COM:2010:0491:FIN:IT:PDF
[28] Conclusioni del Consiglio sul Patto europeo per la parità
di genere per il periodo 2011 – 2020, 7.3.2011, consultabile all'indirizzo: http://www.consilium.europa.eu/uedocs/cms_data/docs/pressdata/en/lsa/119628.pdf
[29] Conclusioni del Consiglio sulla conciliazione tra lavoro e
vita familiare nel contesto dei cambiamenti demografici, 17.6.2011,
consultabile all'indirizzo: http://www.consilium.europa.eu/uedocs/cms_data/docs/pressdata/en/lsa/122875.pdf
[30] Impegno formale per più donne alla guida delle imprese
europee, consultabile all'indirizzo: http://ec.europa.eu/commission_2010-2014/reding/pdf/p_it.pdf [31] Le informazioni sul quadro finanziario pluriennale dell'UE
per il periodo 2014-2020 sono disponibili al seguente indirizzo: http://ec.europa.eu/budget/biblio/documents/fin_fwk1420/fin_fwk1420_en.cfm
[32] Proposta di regolamento che istituisce il programma
"Diritti e cittadinanza" per il periodo 2014-2020, COM (2011) 758
definitivo, consultabile al seguente indirizzo: http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=COM:2011:0758:FIN:IT:PDF
[33] Proposta
di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo a un programma
dell'Unione europea per il cambiamento e l'innovazione sociale, COM(2011) 609
definitivo, consultabile al seguente indirizzo: http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=COM:2011:0609:FIN:IT:PDF
[34] Flash Eurobarometro n. 340: "La Carta dei diritti
fondamentali dell'Unione europea". [35] A tale riguardo va osservato che anche il Bill of
Rights americano si applicava originariamente solo al livello federale. [36] https://e-justice.europa.eu/home.do?action=home&plang=it&init=true [37] Comunicazione congiunta della Commissione europea e dell'Alto Rappresentante dell'Unione europea per gli Affari esteri e la
politica di sicurezza - Diritti umani e democrazia al centro dell'azione
esterna dell'Unione europea – Verso un approccio più efficace, 12.12.2011,
COM(2011) 886 definitivo, consultabile all'indirizzo: http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=COM:2011:0886:FIN:IT:PDF [38] Comunicazione della Commissione – Potenziare l'impatto
della politica di sviluppo dell'Unione europea: un programma di cambiamento, COM(2011) 637 definitivo; comunicazione della Commissione – Il futuro
approccio al sostegno dell'Unione europea al bilancio dei paesi terzi,
COM(2011) 638 definitivo, consultabili ai seguenti indirizzi: http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=COM:2011:0637:FIN:IT:PDF;
http://ec.europa.eu/europeaid/how/delivering-aid/budget-support/documents/future_eu_budget_support_it.pdf [39] Direttiva 2004/38/CE relativa al diritto dei cittadini
dell'Unione e dei loro familiari di circolare e di soggiornare liberamente nel
territorio degli Stati membri (GU L 158 del 30.4.2004, pagg. 77 – 123). [40] Consiglio costituzionale francese, decisione n. 2011-625
DC del 10 marzo 2011, consultabile al seguente indirizzo: http://www.conseil-constitutionnel.fr/conseil-constitutionnel/francais/les-decisions/acces-par-date/decisions-depuis-1959/2011/2011-625-dc/decision-n-2011-625-dc-du-10-mars-2011.94924.html
[41] Vedi la Relazione 2010 della Commissione sull'applicazione
della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, pag. 10, consultabile
all'indirizzo: http://ec.europa.eu/justice/fundamental-rights/files/annual_report_2010_it.pdf
[42] Comunicazione della Commissione - Programma UE per i
diritti dei minori, COM(2011) 60 definitivo, consultabile all'indirizzo: http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=COM:2011:0060:FIN:IT:PDF
[43] http://europa.eu/kids-corner/index_it.htm [44] Direttiva relativa alla lotta contro l'abuso e lo
sfruttamento sessuale dei minori e la pornografia minorile, e che sostituisce
la decisione quadro 2004/68/GAI del Consiglio, consultabile all'indirizzo: http://register.consilium.europa.eu/pdf/it/11/pe00/pe00051.it11.pdf
[45] Austria, Bulgaria, Cipro, Repubblica Ceca, Finlandia,
Irlanda, Lettonia, Lituania, Lussemburgo e Svezia devono ancora rendere
operativa la linea. [46] Convenzione dell'Aja del 25 ottobre 1980 sugli aspetti
civili della sottrazione internazionale di minori,
consultabile all'indirizzo: http://www.hcch.net/index_en.php?act=conventions.text&cid=24 [47] Albania, Andorra, Armenia , Gabon, Marocco, Russia,
Seychelles e Singapore. [48] Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del
Consiglio che istituisce norme minime riguardanti i diritti, l’assistenza e la
protezione delle vittime di reato, COM(2011) 275, consultabile all'indirizzo: http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=COM:2011:0275:FIN:IT:PDF Comunicazione della
Commissione – Rafforzare i diritti delle vittime nell'Unione europea, COM(2011) 274 definitivo, consultabile all'indirizzo:
http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=COM:2011:0274:FIN:IT:PDF [49] Proposta di regolamento relativo al riconoscimento
reciproco delle misure di protezione in materia civile, COM(2011)
276, consultabile all'indirizzo:
http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=COM:2011:0276:FIN:IT:PDF [50] Direttiva 2011/36/UE concernente la prevenzione e la
repressione della tratta di esseri umani e la protezione delle vittime, e che
sostituisce la decisione quadro del Consiglio 2002/629/GAI (GU L 101 del
15.4.2011, pagg. 1-11). [51] Proposta di direttiva relativa al diritto di accesso a un
difensore nel procedimento penale e al diritto di comunicare al momento
dell’arresto, COM (2011) 326, consultabile all'indirizzo: http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=COM:2011:0326:FIN:IT:PDF [52] Libro verde - Rafforzare la fiducia reciproca nello spazio
giudiziario europeo — Libro verde sull'applicazione della normativa dell'UE
sulla giustizia penale nel settore della detenzione, COM(2011) 327,
consultabile all'indirizzo:
http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=COM:2011:0327:FIN:IT:PDF [53] Agenzia dell'Unione europea per i diritti fondamentali, "Fundamental
Rights: Challenges and achievements in 2010", giugno 2011,
pag. 127. Consultabile all'indirizzo: http://fra.europa.eu/fraWebsite/attachments/annual-report-2011_EN.pdf [54] Decisione quadro 2008/913/GAI del Consiglio sulla lotta contro talune forme ed espressioni di razzismo e xenofobia
mediante il diritto penale (GU L 328 del 6.12.2008, pagg.
55-58). [55] Direttiva 2000/43/CE del Consiglio, del 29 giugno 2000,
che attua il principio della parità di trattamento fra le persone
indipendentemente dalla razza e dall'origine etnica, (GU L 180 del 19.7.2000,
pagg. 22 – 26). [56] Comunicazione della Commissione - Agenda europea per
l’integrazione dei cittadini di paesi terzi, COM(2011) 455
definitivo, consultabile all'indirizzo: http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=COM:2011:0455:FIN:IT:PDF
[57] Comunicazione della Commissione -
Quadro dell'UE per le strategie nazionali di integrazione dei Rom fino al 2020,
COM(2011) 173 definitivo, consultabile all'indirizzo: http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=COM:2011:0173:FIN:IT:PDF
[58] Conclusioni
del Consiglio europeo, 24 giugno 2011, http://www.consilium.europa.eu/uedocs/cms_data/docs/pressdata/it/ec/123096.pdf.
[59] Nel 2011, ad esempio, il programma "Diritti
fondamentali e cittadinanza" ha finanziato per più di 9,5 milioni di euro
più di venti progetti volti a combattere il razzismo e la xenofobia o a
promuovere la diversità e la tolleranza. Per ulteriori informazioni su questo
programma si rinvia all'indirizzo: http://ec.europa.eu/justice/grants/programmes/fundamental-citizenship/index_en.htm
[60] Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del
Consiglio relativo a un diritto comune europeo della vendita, COM (2011) 635
definitivo, consultabile all'indirizzo: http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=COM:2011:0635:FIN:IT:PDF
[61] Corte di giustizia, causa C-70/10, Scarlet / SABAM,
24.11.2011. [62] Corte di giustizia, causa C-360/10, SABAM / Netlog,
16.2.2012. [63] Comunicazione della Commissione - Un mercato unico dei diritti
di proprietà intellettuale - Rafforzare la creatività e l'innovazione per
permettere la creazione di crescita economica, di posti di lavoro e prodotti e
servizi di prima qualità in Europa, COM(2011) 287
definitivo, consultabile all'indirizzo: http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=COM:2011:0287:FIN:IT:PDF