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Document 52000DC0256

Communication from the Commission - Challenges for enterprise policy in the knowledge-driven economy

52000DC0256




COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE - Sfide per la politica delle imprese nell'economia fondata sulla conoscenza

(presentate dalla Commissione)

COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE Sfide per la politica delle imprese nell'economia fondata sulla conoscenza

1. Introduzione

L'Unione europea si trova di fronte alla necessità di compiere un salto di qualità in ragione della mondializzazione e della nuova economia fondata sulla conoscenza. E' questo il messaggio del Consiglio europeo di Lisbona, col quale l'Unione si è prefissa come nuovo obiettivo strategico per il prossimo decennio quello di diventare l'economia della conoscenza più competitiva e dinamica al mondo, capace di uno sviluppo economico sostenibile con maggiori e migliori posti di lavoro, e più grande coesione sociale.

Questo obiettivo può essere realizzato soltanto se l'Europa diventerà più imprenditoriale e innovativa. I posti di lavoro della nuova economia saranno creati essenzialmente da piccole e medie imprese dinamiche - tanto nell'economia elettronica vera e propria quanto nei settori più tradizionali, particolarmente nei servizi. L'impatto di Internet e dell'economia elettronica interesserà tutti i settori.

Ciò richiede un approccio sistematico per favorire l'imprenditorialità nella nuova economia. In primo luogo, dobbiamo incoraggiare la propensione al rischio e lo spirito imprenditoriale. Secondo, dobbiamo creare un ambiente imprenditoriale dinamico nel quale le imprese possano essere create, svilupparsi e rinnovare, con il sostegno del necessario capitale di rischio e di un'efficace politica dell'innovazione. Terzo, dobbiamo assicurare alle nostre imprese l'effettivo accesso ai mercati, sia globali che interni, in cui vendere i loro prodotti e servizi.

La presente comunicazione illustra le sfide a cui si trova di fronte la politica delle imprese nell'arco del prossimo quinquennio. Superandole, l'UE potrà realizzare quella che il Presidente Prodi, nel suo intervento al Consiglio europeo di Lisbona, ha chiamato l'Impresa Europa. Inoltre, la comunicazione presenta il Programma pluriennale per l'impresa e l'imprenditorialità 2001-2005, che prevede tutta una serie di azioni a sostegno di questi obiettivi.

Una riuscita politica delle imprese riveste importanza essenziale per uno sviluppo sostenibile. Il nuovo metodo di coordinamento aperto, iniziato dal Consiglio europeo di Lisbona, implica lo svolgimento di un ruolo di coordinamento da parte delle istituzioni europee, sulla base di una metodologia del benchmarking e dell'effettivo monitoraggio dei progressi per assicurare una direzione strategica più coerente. Sulla base dei principi illustrati nella presente comunicazione, la Commissione potrà individuare gli opportuni indicatori e proporre obiettivi e date più specifiche nel secondo semestre 2000, nel contesto del prossimo esercizio di benchmarking.

Queste diverse azioni che mirano ad accrescere la competitività delle imprese e a stimolare l'imprenditorialità devono essere integrate nel processo di coordinamento delle riforme strutturali. In particolare, queste azioni devono essere coerenti con le priorità definite negli Indirizzi di massima per le politiche economiche, che svolgono un ruolo centrale nel coordinamento delle politiche economiche degli Stati membri.

La presente comunicazione deve essere considerata alla luce dell'impegno generale della Commissione per uno sviluppo sostenibile, e nel contesto specifico di quattro altre prossime iniziative collegate della Commissione:

-il Piano d'azione globale "eEurope", nel giugno 2000;

-l'esercizio di benchmarking in materia di imprenditorialità e innovazione, che sarà lanciato nel giugno 2000, primi risultati entro il dicembre 2000;

-la Carta europea delle piccole imprese, che sarà approvata entro giugno 2000;

-la revisione degli strumenti finanziari dell'UE per incanalare i finanziamenti verso la creazione di imprese ad alta tecnologia ed altre iniziative in materia di capitale di rischio.

2. Sfide per la politica europea delle imprese

2.1. L'imprenditorialità è la chiave della nuova economia

L'Impresa Europa richiede una rivoluzione della nostra cultura e dei nostri atteggiamenti nei confronti dell'imprenditorialità.

L'Europa deve riesaminare il suo atteggiamento in materia di propensione al rischio, da cui derivano ricompense e penalità. In tal modo, la politica delle imprese deve incoraggiare iniziative politiche che ricompensano quelli che sono disposti ad assumersi rischi. L'Europa è spesso riluttante a dare una seconda possibilità agli imprenditori che non riescono. La politica delle imprese dovrà esaminare le condizioni nelle quali il fallimento potrebbe acquistare un connotato meno negativo, e potrebbe essere possibile tentare di nuovo. Ciò dovrebbe incoraggiare gli Stati membri ad una revisione della legislazione sul fallimento allo scopo di incoraggiare l'assunzione di rischi.

L'educazione all'imprenditorialità costituisce un altro fattore di una cultura imprenditoriale più dinamica. E' necessario che conoscenze generali in materia di imprenditorialità e attività economica vengano impartite a livello di istruzione primaria, secondaria e terziaria. La politica delle imprese si propone di ottenere che i specifici moduli o programmi a carattere economico e imprenditoriale costituiscano parte integrante dei programmi didattici della scuola secondaria nonché a livello universitario. Per uno scienziato o un ingegnere, la redazione di un piano d'impresa dovrebbe essere altrettanto naturale quanto l'effettuazione di un esperimento scientifico o la stesura di un articolo a carattere teorico. L'educazione all'imprenditorialità dovrà anche comprendere lo sviluppo di una cultura del servizio nei riguardi dei clienti.

L'incremento dei tassi di costituzione di nuove imprese e le relative possibilità di sopravvivenza e sviluppo costituisce un obiettivo importante. Al fine di incrementare la popolazione degli imprenditori, la politica delle imprese si propone di migliorare il tasso di creazione di imprese per quanto riguarda le donne, i giovani e i disoccupati, ed incoraggiare la creazione di reti. Saranno anche analizzate e promosse nuove forme di imprenditorialità.

Gli imprenditori devono disporre di finanziamenti per tradurre in realtà le loro ambizioni. Il finanziamento delle PMI mediante l'emissione di azioni è ancora molto sottosviluppato in Europa. La politica delle imprese intende promuovere un migliore accesso delle PMI ai finanziamenti e incoraggiare approcci innovativi. Si terrà conto delle carenze del mercato per quanto riguarda la messa a disposizione di finanziamenti iniziali, micro-crediti e seed capital. Particolare attenzione verrà prestata ai punti deboli del ciclo del finanziamento allo scopo di rafforzare l'insieme. La revisione in corso degli strumenti finanziari comunitari dovrà valutarne il contributo alla crescita e all'occupazione. Saranno esaminate le esperienze all'esterno dell'UE, particolarmente negli USA, in materia di seed capital, finanziamenti in fase precoce, ed emissione di azioni, al fine di definire punti di riferimento (benchmarks) e di individuare le carenze europee per quanto riguarda la creazione e sviluppo di imprese innovative e vitali, e quindi la creazione di posti di lavoro.

2.2. Promozione di un ambiente economico innovativo

L'innovazione è un processo che riveste importanza critica nell'ambito di una moderna economia fondata sulla conoscenza. La politica delle imprese studierà tutti gli elementi atti a creare un clima favorevole alla creazione e alla crescita di imprese innovative, in particolare PMI, che spesso incontrano difficoltà nell'applicazione delle conoscenze più recenti. Essa cercherà di facilitare l'accesso delle imprese alle nuove tecnologie, esaminando le condizioni che possono incoraggiare la cooperazione pubblico-privato e altre forme d'indotto. La politica si propone di favorire una cultura dell'innovazione nell'economia e nella società, mediante la creazione di una cornice favorevole all'innovazione e con un migliore collegamento fra la ricerca e l'innovazione stessa. La creazione di una zona europea della ricerca, con migliori collegamenti in rete degli esistenti centri di esistenza, maggiore coerenza fra le ricerche nazionali ed europee, maggiore mobilità dei ricercatori, e una dimensione europea per quanto riguarda le carriere scientifiche, permetterà di rispondere a queste sfide.

La Commissione intende individuare e rimuovere gli ostacoli all'innovazione e al cambiamento. Ad esempio, l'adeguata tutela dei diritti di proprietà intellettuale è da considerarsi fondamentale per assicurare un clima favorevole all'innovazione, alla creatività ed agli investimenti. In questo campo, le norme del mercato interno dovrebbero incentivare un ambiente favorevole alla competitività, assicurando nel contempo un attento equilibrio di tutti gli interessi in gioco. L'adozione di un brevetto comunitario e di altri strumenti, come concordato a Lisbona, è essenziale.

Un'altra barriera all'innovazione e al cambiamento è costituita dalla scarsezza di operatori specializzati, come informatici e ingegneri delle telecomunicazioni. Ciò può ostacolare la creazione e lo sviluppo di nuove imprese. La riforma dei sistemi scolastici e della formazione professionale allo scopo di correggere questa situazione costituisce un obiettivo della politica delle imprese.

2.3. Stimolare nuovi modelli imprenditoriali nell'economia dell'era elettronica

Il pieno sviluppo in Europa delle potenzialità dell'era elettronica è stato definito un obiettivo fondamentale dal Consiglio europeo di Lisbona. La realizzazione di tale obiettivo dipende dalla creazione delle condizioni necessarie allo sviluppo di Internet e del commercio elettronico, con collegamenti molto più numerosi e rapidi a Internet da parte degli utenti privati e commerciali, permettendo così all'Unione di raggiungere i concorrenti. La nuova economia è destinata a trasformare le condizioni di lavoro di tutti, in quanto condiziona il flusso di nuove idee alle imprese, la loro gestione, l'organizzazione e le procedure.

Commercio elettronico significa anche commercio elettronico fra imprese, ossia commercio elettronico da impresa a impresa. Attualmente in Europa il commercio fra imprese rappresenta l'85% di tutto il commercio elettronico. Questo tipo di attività avrà un impatto profondo su tutti i settori dell'economia, compresi quelli tradizionali.

Mentre il commercio elettronico dalle imprese ai consumatori sarà caratterizzato da un'evoluzione, il commercio elettronico fra imprese è destinato a costituire una rivoluzione. Esso interesserà l'intera catena della fornitura, compresi subfornitura, acquisti, sviluppo di prodotti, marketing, logistica e distribuzione. In altri termini, gli affari per via elettronica non riguardano le sole "imprese Internet" ma richiedono nuovi modelli operativi per ogni singola impresa.

In Europa, in genere le PMI sono ancora troppo esitanti per quanto riguarda il commercio elettronico. E' essenziale incoraggiare le PMI europee e metterle in grado di approfittare di questa possibilità. La politica delle imprese può incoraggiare le pratiche migliori e l'ampia diffusione dei modelli imprenditoriali di successo.

2.4. Maggiori risultati dal mercato interno

Il mercato interno è stato uno dei grandi successi dell'UE. E' stato il principale strumento per assicurare un ampio accesso ai mercati per le imprese europee. I risultati hanno avuto ripercussioni sul mercato globale.

Eppure, nonostante i progressi in materia di accesso ai mercati realizzati negli ultimi quindici anni, vi sono ancora troppi ostacoli e troppi inutili costi che gravano sulle imprese nel mercato interno europeo. Vi sono ancora importanti lacune, in settori come gas, elettricità, trasporti e servizi postali. Il Consiglio europeo di Lisbona ha evidenziato questi settori, e ha chiesto alla Commissione di formulare proposte per il completamento del mercato interno.

La strategia per il mercato interno illustra le azioni necessarie. Tale strategia viene riesaminata ogni anno per assicurare la continuità dei progressi. Il primo riesame interesserà i problemi sottolineati dal Consiglio europeo, ivi compreso lo sviluppo degli approvvigionamenti on-line, che costituiscono una condizione necessaria per lo sviluppo del commercio elettronico in Europa, e relativa creazione di posti di lavoro.

2.5. Eliminazione degli ostacoli amministrativi

Un'altra sfida consiste nell'eliminare le lungaggini amministrative. Ciò significa che sia i regolamenti esistenti che quelli futuri devono essere quanto più semplici e leggeri possibili, compatibilmente con il conseguimento dei relativi obiettivi di politica pubblica. Essenzialmente, è necessario per l'Unione europea "pensare piccolo" per evitare di creare inutili oneri per le imprese. Ciò significa che i regolamenti che sono adatti alle piccole imprese possono essere gestiti da tutte le imprese, ma non è vero il contrario.

Quello che si applica all'UE si applica anche agli Stati membri. La Commissione, di concerto con il Parlamento e il Consiglio, deve assicurare che i regolamenti comunitari rispondano a requisiti stringenti. La Commissione auspica che gli Stati membri facciano lo stesso.

E' giunto il momento di un approccio radicale. Tutti i risultati raggiunti devono essere valutati sulla base dell'esperienza operativa. Cinque anni sono una scadenza impegnativa, ma nel complesso possibile.

Qualora vengano proposti nuovi provvedimenti, essi saranno subordinati ad una valutazione migliorata dell'impatto sulle imprese. Ciò che in passato è mancato alla Commissione è stata l'autorità decisionale, non l'intenzione. Negli USA, l'Office of Management and Budget ha l'autorità di bloccare la legislazione e di insistere che venga fatta un'analisi costi/ricavi. La Commissione farà uno sforzo concertato per assicurare che la valutazione dell'impatto sulle imprese abbia un impatto concreto sulla legislazione attraverso uno scrutinio al livello politico più elevato.

La Commissione intende insistere affinché le proposte legislative possano essere approvate soltanto se l'impatto sulle imprese è stato adeguatamente valutato prima del lancio della proposta.

2.6. Nuovi metodi di coordinamento: benchmarking, monitoraggio e azioni concertate

Il Consiglio europeo di Lisbona ha identificato il benchmarking come un elemento essenziale del nuovo metodo di coordinamento aperto. Il Consiglio e la Commissione sono stati invitati a lanciare, entro il giugno 2000, un'importante operazione di benchmarking, i cui primi risultati dovrebbero essere presentati entro il dicembre 2000.

Benchmarking, esame da parte del gruppo dei pari (peer review), seminari e conferenze sono tutti metodi volti all'individuazione e allo scambio delle buone pratiche. Come richiesto dal Consiglio, la Commissione intende integrare le proprie attività in materia di buone pratiche. Nel campo delle imprese, ciò sarà fatto nell'ambito della cosiddetta "Procedura BEST". Tale procedura sarà coordinata con il benchmarking e le altre attività in materia di buone pratiche in settori politici collegati, come ricerca, istruzione, formazione professionale e politica economica e dell'occupazione.

La procedura BEST permetterà di:

-identificare problemi, attraverso quadri comparativi, scoreboards ed il Rapporto sulla Competitività;

-coinvolgere gli Stati membri ed altri interessi. La Carta delle piccole imprese, annunciata a Lisbona, la cui approvazione è prevista nel giugno 2000, dovrebbe garantire un impegno reale laddove i risultati siano importanti per le PMI;

-utilizzare benchmarking, peer review, o altre azioni concertate, a seconda delle necessità, per individuare e scambiare buone pratiche;

-riferire al Consiglio e al Consiglio europeo sui risultati;

-effettuare il monitoraggio e seguito delle raccomandazioni, per garantire un progresso effettivo.

Il benchmarking va oltre la tradizionale analisi della competitività. Mentre le analisi tradizionali possono individuare lacune in materia di rendimento, il benchmarking analizza il perché di tali disfunzioni. Il metodo permette di identificare i processi che portano a prestazioni migliori. Esso costituisce anche un ambiente nell'ambito del quale è possibile realizzare il cambiamento e valutarne il successo.

Sarà lanciato un programma per effettuare il benchmarking delle politiche degli Stati membri in materia di attività imprenditoriale, innovazione e accesso ai mercati, e quindi per migliorare le condizioni strutturali delle imprese. Ulteriori attività interesseranno l'interfaccia industria-ricerca e le qualifiche professionali di cui l'industria ha bisogno in vista della società dell'informazione. Un progetto per identificare e applicare le pratiche migliori in materia di innovazione è già in preparazione, di concerto con gli Stati membri. Tale progetto si propone di istituire quadri comparativi, peer reviews e studi di benchmarking, costituendo nel contempo una piattaforma per il coordinamento con i responsabili politici degli Stati membri. Il progetto interesserà la finanza dell'innovazione, lo sviluppo di imprese innovative, la protezione della tecnologia e la promozione dei trasferimenti di tecnologia.

Le azioni concertate costituiscono un metodo pratico, elastico ed efficace per consentire alla Commissione ed agli Stati membri di lavorare insieme allo scopo di migliorare la competitività con lo scambio delle pratiche migliori. Ciò a sua volta costituisce un quadro di riferimento per definire benchmarks consensuali. Oltre ad essere basate sulle precedenti azioni per il miglioramento dell'ambiente normativo delle nuove imprese e dei servizi di sostegno alle imprese, le azioni concertate interesseranno questa volta anche settori quali la formazione professionale in materia di imprenditorialità.

Benchmarking e azioni concertate costituiscono due metodi intercollegati per effettuare progressi seri in materia di competitività. Tali azioni costituiranno i pilastri dell'attività della Commissione nel settore della politica delle imprese per il prossimo futuro.

2.7. Sommario

La politica delle imprese deve indirizzarsi all'ambiente complessivo delle imprese per consentire a queste, indipendentemente dalle dimensioni, forma giuridica, settore o località, di crescere e svilupparsi in maniera compatibile con l'obiettivo globale dell'UE di uno sviluppo sostenibile. Nell'Impresa Europa, chiunque abbia un'idea commercialmente fattibile dovrebbe essere in grado di realizzarla nelle migliori condizioni possibili, con accesso alle migliori tecnologie, e quindi di offrirla, con i mezzi migliori possibili, sul mercato più idoneo.

3. Programma pluriennale a favore dell'impresa e dell'imprenditorialità (2001-2005)

3.1. Introduzione

Per realizzare l'obiettivo dell'Impresa Europa entro il 2005, l'UE deve rispondere alle sfide che pone alla politica delle imprese l'economia basata sulla conoscenza. I principali obiettivi della politica delle imprese sono stati illustrati sopra.

Il Programma pluriennale a favore dell'impresa e dell'imprenditorialità è uno strumento fondamentale per il raggiungimento di questi obiettivi nel prossimo quinquennio. Le attività svolte nell'ambito del programma presteranno particolare attenzione alle piccole e medie imprese, che devono svolgere un ruolo centrale per la realizzazione dell'impresa Europa.

Sulla base dell'analisi delle esigenze delle imprese e di discussioni con gli Stati membri e la comunità imprenditoriale, la Commissione ha individuato cinque obiettivi per il programma pluriennale, che traducono gli obiettivi generali della politica delle imprese in un programma specifico di attività finalizzato alle esigenze delle piccole e medie imprese.

Lo sviluppo della politica, lo sviluppo degli strumenti finanziari e i servizi di sostegno informativo saranno le principali attività coperte dal programma pluriennale a favore dell'impresa e dell'imprenditorialità. Lo sviluppo della politica sarà realizzato mediante la nuova procedura BEST (benchmarking, azioni concertate, peer review, seminari, conferenze, scambio di buone pratiche), come illustrato nell'allegato 1. Tali attività saranno integrate da analisi e lavori statistici (per definire gli opportuni indicatori e rafforzare lo sviluppo della politica), studi e relazioni (compreso l'Osservatorio europeo delle PMI).

Il Programma pluriennale a favore dell'impresa e dell'imprenditorialità (2001-2005) procederà sulla base dell'esperienza dell'attuale 3° Programma pluriennale per le PMI nell'Unione europea (1997-2000) [1] e della valutazione indipendente di tale programma. L'obiettivo di fondo è di contribuire alla realizzazione dell'Impresa Europa. Inoltre, ciò verrà fatto in maniera compatibile con l'annunciato riorientamento dell'attività della Commissione, abbandonando cioè gli interventi finanziari su piccola scala, la cui gestione è incompatibile con la limitazione delle risorse della Commissione, per concentrarsi sullo sviluppo delle politiche e su attività su scala più vasta.

[1] Decisione del Consiglio 97/15/CE del 9 dicembre 1996, GU L 006 del 10.01.1997, pag. 25 ss.

3.2. Esperienza del 3° Programma pluriennale per le PMI nell'Unione europea (1997-2000)

Il 3° Programma pluriennale prevedeva azioni nelle seguenti sei categorie principali:

1. semplificazione e miglioramento dell'ambiente amministrativo e normativo delle imprese;

2. miglioramento dell'ambiente finanziario delle imprese;

3. assistenza alle PMI per uno sviluppo europeo e internazionale delle loro strategie, in particolare con migliori servizi di informazione e cooperazione;

4. miglioramento della competitività delle PMI e accesso migliorato a ricerca, innovazione e formazione;

5. promozione dell'imprenditorialità e sostegno a gruppi selezionati;

6. miglioramento degli strumenti politici per le PMI.

Queste categorie sono state successivamente suddivise a livello più particolareggiato. Il quadro d'attuazione è stato costituito da un programma di lavoro annuale e relativa relazione di attività, per i quali la Commissione è stata assistita da un comitato di gestione degli Stati membri (il cosiddetto 'comitato dell'articolo 4').

Una valutazione indipendente è stata presentata alla Commissione nell'aprile 1999. Tale valutazione ha interessato le azioni effettuate nel 1997, 1998 e prima parte del 1999. La relazione ha esaminato la qualità della concezione e dell'approccio metodologico delle azioni, loro impatto quantitativo e qualitativo e relativo rapporto costi/ricavi, tenuto conto dei risultati ottenuti.

La valutazione ha effettuato una serie di raccomandazioni in vista di una maggiore efficienza ed un migliore rapporto costi/ricavi. La necessità di una buona messa a fuoco delle azioni, e del conferimento del valore aggiunto in termini commisurati alle risorse disponibili ha costituito un tema generale. In un esame particolareggiato di tutte le azioni effettuate, è stato rilevato, in particolare, che il settore dello sviluppo delle politiche era stato dotato di risorse insufficienti, e avrebbe dovuto essere integrato con i temi prioritari. Le azioni a sostegno dell'identificazione di buone pratiche, come azioni concertate, la Tavola rotonda dei banchieri e la Task Force per la semplificazione dell'ambiente delle imprese (BEST) sono state giudicate modelli validi e suscettibili di ulteriore sviluppo. Inoltre, il Programma ha sostenuto un numero troppo elevato di piccole azioni e progetti pilota, che hanno dato un contributo limitato allo sviluppo della politica. Mentre il sostegno su vasta scala degli Euro Info Centres (eurosportelli) ha permesso di avere un impatto elevato sia sul piano qualitativo che su quello quantitativo, il numero di tali centri potrebbe essere ridotto con una migliore integrazione nell'ambito delle agenzie nazionali di sostegno alle PMI.

La Commissione ha risposto in modo particolareggiato alla valutazione nella relazione del giugno 1999 [2]. Nel complesso, le conclusioni sono state accolte favorevolmente in vista dell'opportuno seguito a livello della futura gestione del 3° Programma, o di successive proposte.

[2] Relazione sulla valutazione del 3° Programma pluriennale per le PMI nell'Unione europea (1997-2000) COM (1999) 319 def., 29.06.1999.

3.3. Consultazione

La Commissione ha consultato gli Stati membri, ivi compresi i membri del comitato di gestione per l'attuazione del 3° Programma pluriennale per le PMI, nonché le organizzazioni professionali e imprenditoriali europee per la preparazione del presente programma.

3.4. Limiti alle capacità di gestione della Commissione

Nel frattempo, si sono avuti importanti sviluppi nella politica annunciata dalla Commissione in materia di interventi finanziari. In particolare, è stata ribadita la determinazione, in risposta alle critiche formulate dalla Corte dei conti e dal Parlamento europeo, di limitare gli interventi della Commissione esclusivamente a quelli per i quali dispone di un'adeguata capacità gestionale. La Commissione ha dichiarato esplicitamente che ciò implica la decisione di disimpegnarsi dalle piccole azioni i cui effetti, anche se positivi, sono troppo limitati per giustificare l'impiego delle scarse risorse gestionali.

3.5. Obiettivi del Programma pluriennale a favore dell'impresa e dell'imprenditorialità

Alla luce delle sfide precedentemente illustrate nella presente Comunicazione, dell'esperienza dei programmi passati e delle discussioni con gli Stati membri, sono stati individuati cinque principali obiettivi. Ciò costituisce una prospettiva meno ampia di quella del 3° Programma pluriennale per le PMI.

Pertanto, per quanto riguarda i principali settori del terzo programma pluriennale per le PMI, il primo è stato modificato per tener conto del trattato di Amsterdam (sviluppo sostenibile) e delle sfide di cui alla precedenti sezioni 2.1 e 2.2 (innovazione ed imprenditorialità). La seconda è rimasta invariata. La terza ha ricevuto un orientamento nuovo e una portata più limitata, con particolare riferimento alla fornitura di reti e servizi di sostegno, anziché all'internazionalizzazione. La quarta viene proseguita, ma la particolare importanza attribuita all'economia della conoscenza riflette le sfide illustrate nella sezione 2. La quinta è stata orientata in funzione delle sfide di cui alla sezione 2.1, con riduzione dell'importanza attribuita a specifici gruppi e settori. La sesta è divenuta superflua, in quanto lo sviluppo della politica, sottolineato alla sezione 3.6, sarà perseguito nell'ambito di tutte le categorie. Questa nuova organizzazione riflette la logica interna del piano senza compromettere il contenuto delle singole categorie.

Particolare importanza è stata attribuita a quei settori nei quali la politica delle imprese ha individuato le sfide principali per il periodo futuro, anche se a livello leggermente più ampio gli argomenti accennati in precedenza. Ciò si deve al fatto che quella parte della relazione interessava unicamente le novità. Ma, naturalmente, vi sono anche molti aspetti continuativi. Gli obiettivi sono i seguenti:

1. promuovere lo spirito imprenditoriale quale competenza preziosa e produttiva, sulla base di un orientamento alla clientela e di una più forte cultura del servizio;

2. incoraggiare un contesto normativo e imprenditoriale che tenga conto dello sviluppo sostenibile e in cui possano prosperare la ricerca, l'innovazione e lo spirito imprenditoriale;

3. migliorare il contesto finanziario in cui operano le PMI;

4. rafforzare la competitività delle PMI nel quadro di un'economia fondata sulla conoscenza;

5. garantire la disponibilità e il coordinamento di reti di supporto e di servizi per le imprese.

3.6. Strumenti del Programma pluriennale a favore dell'impresa e l'imprenditorialità

Per le ragioni accennate, la Commissione ha deciso di limitare i propri interventi nell'ambito del programma. Degli strumenti esistenti, sono compresi solo quelli che sono stati valutati positivamente nell'ambito del 3° Programma pluriennale per le PMI, e la cui prosecuzione è compatibile con l'obiettivo dichiarato di limitare gli interventi finanziari della Commissione. In particolare, è stato tenuto conto della scala e dell'ampiezza del relativo impatto.

La Commissione intende concentrare le proprie attività nell'ambito del Programma pluriennale a favore dell'impresa e dell'imprenditorialità in un numero ridotto di categorie, che comprendano i fini seguenti:

1. sostenere lo sviluppo della politica con l'identificazione, scambio e attuazione di buone pratiche;

2. assicurare che si tenga pienamente conto delle esigenze delle PMI;

3. sviluppare metodi tecnici e statistici per individuare le necessità delle imprese, in particolare delle PMI, a sostegno della politica;

4. diffusione di studi e altre informazioni a sostegno di quanto sopra;

5. assicurare un sostegno informativo alle PMI.

Ciò implica la cessazione di una serie di azioni che di per sé possono essere considerate riuscite. La Commissione ritiene che un buon numero di tali azioni, valutate favorevolmente nel 1999, si siano dimostrate utili. Essa invita pertanto quelli che ne hanno tratto beneficio, ivi compresi gli Stati membri, ad esplorare il modo in cui tali azioni potrebbero essere proseguite e sviluppate. Per fare un esempio, Interprise è stata valutata favorevolmente in quanto ha soddisfatto un'esigenza reale e ha ottenuto buoni risultati in termini di rapporto costi/benefici. Tuttavia, la partecipazione agli eventi Interprise è stata in media di 100 aziende nel 1999. Nonostante i benefici per i partecipanti, la Commissione non può giustificare lo stanziamento delle proprie limitate risorse a vantaggio di un numero così limitato di PMI. E' giunto il momento che altri continuino il lavoro intrapreso.

3.6.1. Sostegno allo sviluppo della politica con l'identificazione, lo scambio e l'attuazione di buone pratiche

Lo scambio di buone pratiche è diventato un settore fondamentale per il contributo dell'UE alla politica delle imprese. Esso costituisce uno strumento che permette all'UE di conferire un valore aggiunto al lavoro svolto dagli Stati membri senza porre problemi di sussidiarietà. Sviluppi metodologici come il benchmarking e programmi di attività come le azioni concertate, sulla base di seminari, valutazioni di gruppi di pari, conferenze ed altri mezzi sono stati accolti con favore. Alla luce di tale successo, il Consiglio europeo ha risposto favorevolmente al suggerimento della Commissione, invitando allo svolgimento di attività di benchmarking molto più ampie di quelle effettuate in passato.

La Commissione intende riorganizzare ed integrare le proprie attività in materia di buone pratiche nel campo della politica delle imprese nel quadro della procedura BEST [3]. Così facendo, sarà possibile disporre di un quadro coerente nell'ambito del quale assicurare la gestione di una gamma crescente di progetti con metodologie differenziali.

[3] L'attuale programma d'azione BEST effettua il monitoraggio dell'attuazione dei provvedimenti identificati dalla Task Force per la semplificazione dell'ambiente delle imprese. La Commissione intende proporre di estendere e riorientare questo lavoro. La sigla non sarà più utilizzata.

Le fasi della procedura sono illustrate nello schema e nel diagramma dell'Allegato 1.

3.6.2. Assicurare che le esigenze delle PMI siano pienamente prese in considerazione

La valutazione dell'impatto sulle imprese deve svolgere un ruolo fondamentale per assicurare che le esigenze delle PMI vengano prese esplicitamente in considerazione a livello di regolamenti ed altri aspetti dell'ambiente economico.

E' necessario sviluppare migliori fonti di finanziamenti per le PMI, colmando le lacune esistenti nel mercato e tenendo conto dei motivi che hanno contribuito all'incapacità del mercato di soddisfare particolari esigenze. Saranno messi a punto provvedimenti per affrontare il problema costituito da tali carenze.

3.6.3. Sviluppo di metodi statistici e tecnici per comprendere le esigenze delle imprese, in particolare le PMI, a sostegno della politica

La Commissione effettuerà indagini e analisi statistiche che permettano di delineare un quadro preciso dell'ambiente delle imprese e dei problemi a cui si trovano di fronte queste ultime. E' necessario uno sviluppo continuato, partendo dagli strumenti esistenti, a sostegno del dibattito politico in tutti i settori coperti dal programma pluriennale a favore dell'impresa e dell'imprenditorialità. Attualmente, lo sviluppo di quadri comparativi per illustrare le possibilità di scambio di buone pratiche e l'impiego del benchmarking sono inibiti dalla mancanza di dati adeguati.

3.6.4. Diffusione di studi e altre informazioni

Lo sviluppo della politica e l'identificazione delle buone pratiche dipende in buona misura dalla diffusione efficace delle informazioni ai potenziali beneficiari. Relazioni, studi, analisi e raccomandazioni saranno diffusi quanto più largamente possibile.

3.6.5. Assicurare un sostegno informativo alle PMI

I servizi di informazione e sostegno alle imprese rivestono importanza crescente per le aziende interessate a competere nel mercato interno e a livello più ampio. L'infrastruttura esistente, che attribuisce un ruolo particolare agli "Euro Info Centres", sarà sviluppata e migliorata. Il Programma pluriennale a favore dell'impresa e dell'imprenditorialità sarà utilizzato per il conferimento di un valore aggiunto non disponibile presso i servizi offerti dal settore privato o dagli Stati membri. Saranno rafforzati i collegamenti con gli strumenti complementari gestiti da altri servizi della Commissione, dagli Stati membri e dal settore privato.

3.7. Coordinamento con gli altri programmi

Il programma sarà coordinato con i programmi esistenti, come il 5° Programma quadro dele azioni comunitarie di ricerca, sviluppo tecnologico e dimostrazione [4], le azioni finanziate nel quadro del programma per la promozione dell'innovazione e l'incoraggiamento della partecipazione delle PMI [5] , e le azioni destinate alle PMI nell'ambito dei Fondi strutturali. Esso terrà conto anche dell'istituzione dello Spazio europeo di ricerca.

[4] Decisione del Consiglio 1999/172/CE del 25 gennaio 1999, GU L 64 del 12.3.1999, pag. 91.

[5] Decisione n. 182/1999/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 22 dicembre 1998, GU L 26 dell'1.2.1999, pag. 1.Decisione del Consiglio 1999/172/CE del 25 gennaio 1999, GU L 64 del 12.3.1999, pag. 91.

3.8. Crescente internazionalizzazione

La partecipazione alle attività del Programma pluriennale aiuterà le imprese e gli imprenditori dei paesi candidati a prepararsi all'entrata nell'Unione europea. Il Programma pluriennale sarà attuato in più di 30 paesi [6], soddisfacendo così le esigenze degli Stati membri, dello Spazio economico europeo e dei paesi candidati.

[6] I 18 Stati membri dello Spazio economico europeo (i 15 Stati membri dell'Unione europea con Islanda Liechtenstein e Norvegia); più i paesi candidati per l'adesione all'Unione europea.

3.9. Azioni specifiche

Le esigenze delle imprese e degli imprenditori sono in costante evoluzione. Pertanto, anche se gli obiettivi sono destinati a rimanere validi per tutta la durata del programma, le azioni specifiche intraprese in relazione a questi obiettivi dovranno essere decise periodicamente. Ad esempio, mentre l'impiego di metodi di benchmarking a sostegno dell'obiettivo dell'imprenditorialità avrà carattere continuativo, la precisa distribuzione dei fondi a specifici progetti dovrà essere decisa alla luce degli sviluppi. Ciò sarà effettuato attraverso provvedimenti approvati dalla Commissione su parere del comitato di gestione del programma. In tal modo è prevista l'approvazione di un programma particolareggiato annuale. Tuttavia, questa necessità non esclude provvedimenti relativi, ad esempio, ad un'azione specifica destinata ad essere attuata nell'arco di più anni.

Tenuto conto della decisione recante modalità per l'esercizio delle competenze di esecuzione conferite alla Commissione [7], è opportuno che questi provvedimenti vengano approvati in base alla procedura del comitato di gestione.

[7] Decisione del Consiglio del 28 giugno 1999, GU L 184 del 17.07.1999, pag. 23 ss.

Tuttavia, tali provvedimenti non sono necessari per il lavoro preparatorio in materia di statistiche e analisi, né per la diffusione dei risultati delle azioni. La Commissione, naturalmente, terrà informato il comitato sull'andamento generale delle proprie attività in questi settori.

Le azioni, inoltre, dovranno essere effettuate entro i limiti degli stanziamenti previsti all'uopo dal bilancio.

3.10. Relazioni e valutazione

Il programma è incentrato su un numero limitato di obiettivi prioritari, costituiti da azioni che devono essere efficaci e possedere un chiaro valore aggiunto a livello europeo. La valutazione delle azioni intraprese avrà luogo regolarmente. Saranno definiti indicatori del rendimento per ciascuna azione, in modo che la loro valutazione obiettiva possa essere effettuata per tutta la durata del programma.

E' prevista la presentazione di una relazione da parte della Commissione alla fine del giugno 2003. Tale relazione potrà richiamare l'attenzione su eventuali modifiche necessarie per la parte rimanente del programma. Se necessario, la Commissione potrà formulare proposte appropriate.

Allegato 1

Procedura BEST

>SPAZIO PER TABELLA>

>RIFERIMENTO A UN GRAFICO>

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