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Document 31999H0570

1999/570/CE: Raccomandazione del Consiglio del 12 luglio 1999 relativa agli indirizzi di massima per le politiche economiche degli Stati membri e della Comunità

GU L 217 del 17.8.1999, p. 34–61 (ES, DA, DE, EL, EN, FR, IT, NL, PT, FI, SV)

Legal status of the document In force

ELI: http://data.europa.eu/eli/reco/1999/570/oj

31999H0570

1999/570/CE: Raccomandazione del Consiglio del 12 luglio 1999 relativa agli indirizzi di massima per le politiche economiche degli Stati membri e della Comunità

Gazzetta ufficiale n. L 217 del 17/08/1999 pag. 0034 - 0061


RACCOMANDAZIONE DEL CONSIGLIO

del 12 luglio 1999

relativa agli indirizzi di massima per le politiche economiche degli Stati membri e della Comunità

(1999/570/CE)

IL CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA,

visto il trattato che istituisce la Comunità europea, in particolare l'articolo 99, paragrafo 2,

vista la raccomandazione della Commissione,

viste le conclusioni del Consiglio europeo svoltosi a Cardiff il 15 e 16 giugno 1998,

considerando che il Parlamento europeo ha adottato una risoluzione sulla raccomandazione della Commissione,

RACCOMANDA:

Indice

>SPAZIO PER TABELLA>

I. INDIRIZZI GENERALI DI POLITICA ECONOMICA

1. La priorità principale: un livello elevato e sostenibile di crescita e di occupazione

1.1. Il varo dell'euro

Il riuscito varo dell'euro il 1o gennaio 1999 ha rappresentato una tappa fondamentale del processo di integrazione europea. Esso costituisce il frutto di uno sforzo di cooperazione economica e politica senza precedenti che ha dato un contributo fondamentale alla stabilità ed a prospettive di prosperità nell'ambito dell'Unione. L'introduzione dell'euro è destinata a costituire una potente leva per l'ulteriore integrazione e a rafforzare la posizione dell'Unione nel mondo.

Nel contempo, l'introduzione dell'euro mette in evidenza le sfide che si delineano all'orizzonte. Più che mai, le condizioni economiche e sociali in ciascuno degli Stati membri partecipanti saranno profondamente influenzate dagli sviluppi e dalle politiche economiche negli altri paesi. Per un duraturo successo dell'Unione economica e monetaria sarà indispensabile che tutti i soggetti politici, comprese le parti sociali, nonché i mercati dei capitali, dei prodotti e del lavoro funzionanti diano prova di disciplina e che si instauri un approfondito e adeguato coordinamento delle politiche economiche ed un costante e proficuo dialogo fra il Consiglio e la BCE.

Il nuovo quadro istituzionale, i chiari mandati assegnati, ai singoli soggetti politici e gli strumenti rafforzati di sorveglianza e di coordinamento disponibili fanno sì che la conduzione della politica economica nei paesi UE abbia il potenziale per conseguire sostanziali benefici in termini di crescita e di occupazione durevolmente più elevate. Tuttavia, non è automaticamente garantito che i benefici potenziali si traducano in realtà. Sarà essenziale sfruttare pienamente e in maniera determinata e coordinata gli effetti, che si rafforzeranno a vicenda, di politiche macroeconomiche orientate alla crescita ed alla stabilità e di sane politiche strutturali sia a livello di Unione europea che a livello nazionale. Perseguendo una politica sana nel suo insieme, gli Stati membri dell'UE daranno anche un contributo positivo alla soluzione dei problemi economici mondiali.

L'introduzione dell'euro ed il completamento del mercato unico hanno fatto nascere una delle massime entità economiche del mondo. Ciò implica per la Comunità l'assunzione di responsabilità a livello mondiale e la necessità di parlare con una sola voce e di farsi rappresentare adeguatamente in questioni di particolare rilievo per l'UEM. L'Unione ha due compiti da svolgere:

i) avviare un dialogo effettivo con i suoi principali partner commerciali al fine di promuovere politiche economiche sane in tutte le principali aree monetarie, contribuendo così alla stabilità dei cambi nel sistema monetario internazionale; e

ii) contribuire ad assicurare che l'architettura del sistema finanziario e monetario internazionale sia adeguata alla globalizzazione dei mercati finanziari, promuovendo fra l'altro: un assetto istituzionale più avanzato del sistema monetario internazionale; una maggiore trasparenza e migliori procedure di attuazione delle politiche; una più stretta vigilanza del settore finanziario; un approccio ben strutturato ed ordinato alla liberalizzazione dei mercati finanziari e meccanismi per una gestione cooperativa delle crisi con la partecipazione del settore privato.

1.2. Situazione dell'economia e dell'occupazione

Dall'estate del 1998, quando sono stati adottati i precedenti indirizzi di massima per le politiche economiche, la ripresa dell'economia dell'UE ha perso slancio. Il rallentamento in atto rispecchia essenzialmente l'impatto diretto ed indiretto del netto deterioramento della situazione economica mondiale sulle esportazioni e sugli investimenti nell'Unione. Pur se sussistono ancora alcuni rischi di slittamento, grazie alla solidità dei fondamentali economici ad alcuni miglioramenti dell'ambiente economico esterno e a politiche intese a infondere fiducia, si prevede che l'attività economica presto riprenda vigore. La recente riduzione dei tassi di interesse da parte della BCE nel contesto della sua strategia di politica monetaria volta alla stabilità dei prezzi nella zona euro contribuirà a sfruttare ulteriormente il considerevole potenziale di crescita dell'area dell'euro.

Il ritmo di creazione di posti di lavoro nell'UE ha segnato una netta accelerazione nel corso degli ultimi due anni; alla fine del 1998 il tasso di disoccupazione dell'UE è sceso al di sotto del 10 % per la prima volta dal 1992. Ci si attende che la crescita dell'occupazione continui, ad un ritmo moderato, con un conseguente ulteriore calo, sia pure graduale, della disoccupazione.

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Tuttavia, il tasso di occupazione per l'insieme dell'UE, pari al 61 % circa nel 1998, è basso, sia in termini storici che in confronto alla situazione internazionale. Il conseguimento nel medio periodo di un tasso di occupazione significativamente più alto e di un tasso di disoccupazione significativamente minore consentirebbe di migliorare sensibilmente il tenore di vita, favorendo la sostenibilità delle finanze pubbliche e consolidando la coesione sociale. La situazione complessiva dell'occupazione nell'UE nasconde, tuttavia, importanti differenze tra un paese e l'altro. I paesi che hanno compiuto i maggiori progressi sulla via delle riforme strutturali, perseguendo al tempo stesso politiche macroeconomiche orientate alla crescita ed alla stabilità, sono quelli che sono riusciti a migliorare in misura più significativa i loro risultati in materia di occupazione e di crescita negli ultimi anni.

Condizioni economiche favorevoli alla crescita ed un rapido incremento delle capacità di produzione. Dovrebbero fornire la base per una significativa crescita ed un elevato tasso di occupazione. È quindi essenziale che si sfruttino pienamente le attuali condizioni favorevoli agli investimenti, in termini di elevata redditività e di bassi tassi d'interesse. Inoltre, occorre adoperarsi attivamente per la realizzazione delle infrastrutture transeuropee di trasporto, di energia e di comunicazione. Vanno altresì stimolati gli investimenti in infrastrutture, in conoscenze e nella qualificazione professionale per accelerare lo sviluppo dei settori dell'economia a tecnologia avanzata, ad elevate competenze professionali e basati sui servizi. Gli strumenti finanziari degli Stati membri e della BEI devono continuare a svolgere una funzione essenziale. Si dovrebbe esplorare il contributo che possono offrire i partenariati tra settore pubblico e privato.

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1.3. Una strategia per la crescita sostenibile e l'occupazione: verso un Patto europeo per l'occupazione

Vincere la sfida dell'occupazione è la priorità fondamentale della politica economica in Europa. Il successo del varo dell'euro e il buon funzionamento dell'UEM offrono un contesto favorevole. Tuttavia la creazione delle condizioni per un livello elevato di crescita sostenibile e di occupazione, che riguarda principalmente gli Stati membri richiederà una strategia d'insieme coerente, comprendente tre componenti chiave, tali da rafforzarsi vicendevolmente:

i) politiche macroeconomiche sane che favoriscano la crescita, l'occupazione e la stabilità dei prezzi, e che presuppongono il pieno rispetto del patto di stabilità e crescita e il permanere di una dinamica salariale appropriata;

ii) politiche che migliorino il funzionamento complessivo dei mercati del lavoro e in particolare l'occupabilità, l'imprenditorialità, l'adattabilità e la parità delle opportunità attraverso una risoluta, pronta e trasparente applicazione degli orientamenti in materia di occupazione, secondo modalità alle condizioni specifiche degli Stati membri; e

iii) riforme economiche che promuovano l'efficienza e la flessibilità dei mercati dei beni, dei servizi e dei capitali, rafforzino la fiducia del settore privato, siano di beneficio per i consumatori e favoriscano una crescita sostenibile sotto il profilo ambientale, che comporti un attento monitoraggio del mercato unico, un'energica politica di concorrenza, riforme delle regolamentazioni e sistemi tributari e previdenziali più efficienti. Considerato che le riforme economiche possono comportare costi di adeguamento, il pacchetto delle riforme dovrebbe cercare di conciliare l'efficienza con considerazioni relative all'equità.

Queste tre componenti si riflettono nei tre pilastri del Patto europeo per l'occupazione.

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Il perseguimento di questa strategia è essenziale per ottenere una crescita a medio e lungo termine che si alimenti da sola, non inflazionistica e sostenuta dagli investimenti. A tal fine, sia a livello nazionale che europeo, tutti gli attori della politica economica dovrebbero dare il proprio contributo, ognuno secondo le rispettive responsabilità, alla solidità delle finanze pubbliche, ad una politica monetaria orientata alla stabilità, ad un andamento appropriato delle retribuzioni e alle riforme economiche.

Tutti gli attori e gruppi di attori sono invitati a mantenere un proficuo dialogo macroeconomico, sempre conservando le loro rispettive responsabilità e preservando la loro indipendenza, allo scopo di realizzare sinergie positive, ad esempio la maggiore sinergia auspicata dal Consiglio europeo di Vienna tra Indirizzi di massima per le politiche economiche ed orientamenti in materia di occupazione. In tale contesto sarà essenziale promuovere il dialogo, sulla base della fiducia reciproca, a livello sia nazionale che europeo, mettendo l'accento in particolare sul miglioramento dell'efficacia del coordinamento delle politiche in sede di Consiglio e rafforzando il dialogo tra la Commissione, il Consiglio, la BCE e le parti sociali. Per avere la massima efficacia, questo processo di dialogo dovrà essere adeguatamente strutturato e basato su informazioni esaurienti.

Su questa base, il Patto europeo per l'occupazione dovrebbe definire il processo attraverso il quale tutti gli attori conducono il dialogo allo scopo di conseguire l'obiettivo economico e sociale centrale dell'Unione, e cioè un elevato tasso di occupazione nel contesto di un processo di crescita vigoroso e sostenibile a medio termine.

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Come previsto dal trattato (articolo 99), gli Indirizzi di massima per le politiche economiche sono la chiave di volta del coordinamento delle politiche economiche. Gli indirizzi di massima per le politiche economiche del 1999 consistono di indirizzi generali e di indirizzi specifici per paese aventi lo stesso valore. Gli indirizzi generali, che si applicano a tutti gli Stati membri, indicano la direzione verso la quale devono tendere le politiche economiche. Entro tale quadro generale, gli indirizzi specifici per paese mirano ad individuare le priorità di politica economica per i singoli Stati membri, tenendo presente la loro situazione specifica. In questo contesto va osservato che gli Stati membri stanno attualmente procedendo al riesame dei rispettivi piani nazionali per l'occupazione per tener conto degli orientamenti in materia di occupazione del 1999. Gli indirizzi specifici per paese, per quanto riguarda le questioni attinenti al mercato del lavoro, integrano quindi gli orientamenti in materia di occupazione del 1999 e servono da base per l'applicazione dei piani d'azione nazionali riveduti. Gli indirizzi di massima per le politiche economiche del 1999 si fondano sulla situazione e sulle prospettive economiche delineate, per gli Stati membri e per l'Unione, nelle previsioni economiche dei servizi della Commissione della primavera del 1999. Sebbene un'evoluzione della situazione economica notevolmente diversa non dovrebbe comportare un mutamento sostanziale della strategia illustrata negli indirizzi di massima, potrebbe tuttavia richiedere un aggiustamento dell'impostazione delle politiche.

2. Politiche macroeconomiche orientate alla crescita ed alla stabilità

2.1. Il dosaggio delle politiche macroeconomiche nell'area dell'euro

Un dosaggio di politiche che promuova la crescita, l'occupazione e la stabilità nell'area dell'euro dovrebbe consistere dei seguenti elementi:

i) sforzi persistenti per riportare in equilibrio i bilanci, con un saldo prossimo al pareggio o positivo nel medio periodo, attraverso la piena e determinata attuazione dei programmi di stabilità da parte degli Stati membri (cfr. sezione 2.3);

ii) una politica monetaria volta a mantenere la stabilità dei prezzi, in conformità del trattato;

iii) la continuazione del comportamento responsabile delle parti sociali, che sostiene una dinamica delle retribuzioni compatibile con la stabilità dei prezzi e la creazione di posti di lavoro (cfr. sezione 2.4); e

iv) l'impegno degli Stati membri ad attuare rapidamente riforme coerenti ed esaurienti, concentrate nel periodo iniziale, al fine di accrescere l'adattabilità e l'efficienza dei mercati dei prodotti, dei capitali e del lavoro (cfr. sezione 3).

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Tenuto conto delle condizioni economiche, caratterizzate da una notevole fiacchezza dei mercati dei prodotti e del lavoro nella maggior parte dei paesi membri, iniziative concrete dei governi e delle parti sociali che contribuiscono a contenere le pressioni inflazionistiche ridotte, consentono alla politica monetaria di conseguire più agevolmente l'obiettivo primario di mantenere la stabilità dei prezzi e, senza compromettere queste ultime, di contribuire ulteriormente alla creazione di un contesto globale atto a sostenere le politiche economiche generali della Comunità.

L'attuazione di politiche economiche che siano adeguate al presente contesto costituisce un test fondamentale per l'area dell'euro.

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Il quadro per un efficace coordinamento è stato instaurato, in particolare con la creazione del Gruppo Euro 11, ma occorre ancora acquisire esperienza con le procedure. A questo riguardo, nel pieno rispetto delle disposizioni del Patto di stabilità e crescita, la situazione economica e di bilancio sarà periodicamente esaminata allo scopo di valutare il dosaggio delle politiche nell'area dell'euro.

Per superare la difficile situazione in atto, sarà essenziale instaurare un dialogo aperto, in particolare nel quadro del Patto europeo per l'occupazione, con la partecipazione di tutti gli attori, comprese se del caso le parti sociali europee, allo scopo di scambiare informazioni e punti di vista su questioni politiche e creare un clima di fiducia reciproca nella capacità di ciascuna delle parti in causa di tradurre in atto i loro rispettivi impegni. Il processo del dialogo macroeconomico, che è un elemento chiave del Patto europeo per l'occupazione potrebbe contribuire a facilitare l'interazione fra le politiche macroeconomiche.

2.2. Il dosaggio delle politiche macroeconomiche negli Stati membri non partecipanti all'euro

Gli Stati membri che non partecipano all'euro sono soggetti a sfide di politica macroeconomica diverse da quelle degli Stati membri che partecipano all'area dell'euro, in quanto la politica monetaria e quella del cambio sono rimaste di competenza nazionale. Tuttavia, essi sono soggetti a gran parte delle disposizioni del patto di stabilità e crescita. Anche gli Stati membri non partecipanti all'euro dovranno perseguire politiche macroeconomiche orientate alla stabilità come condizione di una crescita e una creazione di occupazione sostenute. Inoltre dovranno mettere in atto politiche monetarie e di bilancio che permettano loro di mantenere, e se del caso promuovere, la stabilità dei prezzi e la sostenibilità della situazione finanziaria del governo. Ciò contribuirà a preparare questi paesi all'adozione dell'euro.

Nei due Stati membri le cui monete partecipano al nuovo meccanismo di cambio (ERM2), la preoccupazione principale deve essere quella di mantenere sane politiche monetarie e di bilancio, al fine di rispettare gli impegni assunti in materia di cambio. Nei due Stati membri che si sono prefissi un obiettivo diretto in materia di inflazione, è importante che la condotta della politica monetaria e di bilancio sia coerente con il conseguimento di detto obiettivo, creando così le condizioni per la stabilità del tasso di cambio. A tal fine, tutti gli Stati membri che non fanno parte dell'area dell'euro dovrebbero proseguire nella rigorosa attuazione dei loro rispettivi programmi di convergenza.

2.3. Finanze pubbliche sane ed efficienti

Nel 1996 e nel 1997 sono stati realizzati visibili progressi nella riduzione dei disavanzi delle amministrazioni pubbliche. Generalmente tuttavia i risultati conseguiti sul piano del risanamento dei bilanci nel 1998 sono stati modesti, anche se l'attività economica ha registrato in generale una forte espansione e le posizioni di bilancio della maggior parte degli Stati membri non erano in linea con l'obiettivo a medio termine del Patto di stabilità e crescita.

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È perciò necessario un ulteriore miglioramento delle posizioni di bilancio. Si creerà in questo modo il margine di manovra necessario per far fronte a sviluppi congiunturali negativi. Inoltre, gli Stati membri dovrebbero sforzarsi di ridurre la vulnerabilità dei bilanci al rialzo dei tassi d'interesse, rendere la spesa pubblica e la tassazione più favorevoli alla crescita e alla creazione di posti di lavoro e prepararsi ai problemi finanziari di più lungo termine derivanti dall'invecchiamento della popolazione.

Nel quadro del Patto di stabilità e crescita, tutti gli Stati membri hanno presentato programmi di stabilità o di convergenza che fissano l'obiettivo a medio termine di un saldo di bilancio vicino al pareggio o positivo ed il percorso di avvicinamento per raggiungere tale obiettivo. Fino ai primi mesi del 1999 il Consiglio ha esaminato tutti i programmi, esprimendo il suo parere in merito a ciascuno di essi. Nella conduzione della politica di bilancio nel 1999 e negli anni successivi, gli Stati membri sono invitati:

i) a conseguire un saldo di bilancio prossimo al pareggio o un avanzo al più tardi entro la fine del 2002, conformemente ai programmi di stabilità e di convergenza;

ii) date le attese di un modesto e temporaneo rallentamento, a rispettare pienamente i loro obiettivi di bilancio per il 1999; e

iii) purché l'andamento dell'economia segua meglio del previsto i loro programmi di stabilità e di convergenza, a concentrare nel periodo iniziale gli sforzi di aggiustamento di bilancio previsti nei loro programmi fin dal 2000 e, nei casi in cui i programmi si propongono obiettivi minimi, ad aspirare ad obiettivi più ambiziosi e ad aggiornare in tal senso i rispettivi programmi di stabilità o convergenza.

Accreditamento/indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche

(% del PIL)

Proiezioni dei programmi di stabilità e convergenzaFonte:

Servizi della Commissione.

>SPAZIO PER TABELLA>

>SPAZIO PER TABELLA>

Perché l'opera di aggiustamento e di riassetto dei bilanci si realizzi in modo efficiente, essa deve tener conto delle particolarità delle condizioni economiche, sociali ed istituzionali di ciascuno degli Stati membri. In generale, e senza compromettere il necessario processo di risanamento in atto, gli Stati membri sono invitati a:

i) migliorare la loro posizione di bilancio attraverso il contenimento delle spese piuttosto che con inasprimenti delle imposte; in tale contesto, per consolidare la credibilità del risanamento di bilancio ed influenzare positivamente le aspettative del settore privato, gli Stati membri farebbero bene ad introdurre o a rafforzare meccanismi ed istituzioni che contribuiscano a controllare la spesa in modo che sia possibile ridurre la pressione fiscale, senza compromettere il conseguimento o il mantenimento di una posizione di bilancio sana; e

ii) migliorare la sostenibilità e l'efficienza delle finanze pubbliche provvedendo a:

a) rivedere i sistemi pensionistici e di assistenza sanitaria per poter far fronte agli oneri che il fenomeno dell'invecchiamento della popolazione farà gravare sulla spesa sociale, nonché per influenzare l'offerta di lavoro futura, in linea con le opzioni già all'esame degli Stati membri;

b) invertire, se del caso, il calo degli investimenti pubblici; in questo contesto l'Unione e gli Stati membri dovrebbero essere orientati dal piano d'azione in quattro punti della Commissione presentato al Consiglio europeo di Vienna;

c) fornire incentivi agli investimenti nel capitale umano e liberare le risorse necessarie per finanziare altre politiche attive del mercato del lavoro come auspicato negli orientamenti in materia di occupazione, sempre tenendo conto della situazione nazionale di bilancio;

d) ridurre la pressione fiscale complessiva e in particolare il carico fiscale sui salari più bassi preferibilmente attraverso la riduzione della spesa pubblica o attraverso un maggior ricorso a imposte ambientali, sull'energia o sui consumi; per accrescere gli effetti occupazionali delle riduzioni della pressione fiscale o del costo indiretto del lavoro, le parti sociali sono invitate, ai rispettivi livelli di responsabilità e di azione, ad impegnarsi in iniziative volte a migliorare le condizioni per la creazione di posti di lavoro e per gli investimenti;

e) migliorare l'efficienza dei loro sistemi tributari; e

f) spingersi più avanti nel coordinamento fiscale per assicurare un corretto funzionamento del mercato unico e per evitare ogni forma dannosa di concorrenza fiscale; il Consiglio attende l'esito delle discussioni in corso sul sistema dell'IVA, sulle tasse energetiche, sull'imposizione dei redditi delle società e la tassazione degli interessi sui risparmi, in linea con le conclusioni del Consiglio europeo di Vienna del dicembre 1998.

Esattamente come gli Stati membri, anche la Comunità è invitata a continuare ad attenersi ad una disciplina di bilancio rigorosa. Questa deve essere applicata a tutte le categorie delle prospettive finanziarie, nel rispetto dell'accordo interistituzionale sulla disciplina di bilancio e sul miglioramento della procedura di bilancio.

2.4. Una dinamica salariale adeguata

Come sottolineato nella risoluzione di Amsterdam sulla crescita e l'occupazione, le parti sociali hanno la responsabilità - a livello nazionale, regionale, settoriale, o persino ad un livello più decentralizzato in funzione delle rispettive tradizioni nazionali - di vigilare affinché gli accordi salariali siano conciliabili con un livello elevato di occupazione e porre in essere un quadro istituzionale appropriato per la formazione dei salari, con l'appoggio, laddove opportuno, delle autorità pubbliche. Con l'introduzione del regime della moneta unica, nell'UEM il legame tra i salari e l'occupazione diventerà più evidente e più stretto.

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L'andamento dei costi salariali negli Stati membri dovrebbe riflettere situazioni economiche ed occupazionali diverse. I governi possono creare le giuste condizioni per facilitare i negoziati fra le parti sociali. Affinché l'andamento salariale contribuisca ad un dosaggio di politiche favorevole all'occupazione, le parti sociali dovrebbero continuare a mantenere un atteggiamento responsabile e concludere, negli Stati membri, accordi salariali in linea con i principi generali indicati nei precedenti Indirizzi di massima per le politiche economiche:

i) gli incrementi dei salari nominali negli Stati membri devono essere coerenti con l'obiettivo della stabilità dei prezzi; di conseguenza, nell'area dell'euro, gli incrementi salariali aggregati consentiranno di mantenere gli aumenti dei prezzi entro i limiti dell'obiettivo della stabilità dei prezzi perseguito dalla BCE;

ii) gli incrementi dei salari reali in rapporto alla crescita della produttività del lavoro dovrebbero tenere conto della necessità di rafforzare, ove necessario, e successivamente mantenere la redditività degli investimenti in grado di aumentare la capacità produttiva e di creare occupazione. Ciò significa che nei paesi in cui la crescita complessiva della produttività del lavoro sta subendo un rallentamento, il margine per gli aumenti dei salari reali risulterà ridotto. Più specificamente, una riduzione dell'orario di lavoro non dovrà determinare un aumento dei costi unitari reali del lavoro. Affinché un'accresciuta redditività determini maggiori investimenti all'interno della Comunità, è fondamentale dar vita ad un contesto favorevole agli investimenti in termini di promozione della domanda, condizioni del mercato del lavoro, imposizione fiscale e quadro normativo;

iii) al fine di incrementare l'occupabilità gli accordi dovrebbero tener maggiormente conto dei differenziali tra i livelli di produttività in funzione delle qualifiche, delle competenze professionali e delle aree geografiche; e

iv) particolarmente importante sarà evitare, specialmente nell'area dell'euro, una convergenza dei salari nominali e reali che non sia giustificata dalla produttività; di conseguenza, si dovrebbero evitare effetti di imitazione salariale. Le differenze tra il costo del lavoro nei vari Stati membri dovrebbero continuare a riflettere le differenze di produttività del lavoro.

Per ottenere i giusti risultati sarà essenziale instaurare un efficace dialogo a tutti i livelli appropriati. I risultati dovrebbero essere valutati in comune dal punto di vista della crescita e dell'occupazione.

3. Riforme economiche di ampia portata e coordinate

Alle riforme strutturali spetta un ruolo chiave nello stimolare la crescita economica, nel migliorare la produttività, nell'accrescere la fiducia del settore privato e nel promuovere l'occupazione nell'Unione europea. Le riforme strutturali rafforzeranno la capacità di affrontare la globalizzazione, le problematiche ambientali ed i mutamenti tecnologici. Tali riforme sono inoltre fondamentali per il successo dell'Unione economica e monetaria: il migliore funzionamento dei mercati aumenterà il potenziale di crescita delle economie europee. Le riforme economiche sono inoltre necessarie per aumentare l'occupazione e ridurre il notevole livello di disoccupazione strutturale in Europa. Il fatto che la condotta della politica monetaria viene determinata in funzione del mantenimento della stabilità dei prezzi nell'intera area dell'euro sottolinea la necessità di garantire che i mercati dei prodotti e del lavoro siano sufficientemente flessibili per reagire senza scosse agli sviluppi economici specifici dei singoli paesi. L'apertura dei mercati alla concorrenza, a livello sia nazionale che europeo, si tradurrà in prezzi più bassi per i consumatori e in una produzione più efficiente. L'ingresso di nuove aziende nei mercati faciliterà l'innovazione e il trasferimento di nuove tecnologie, con un conseguente aumento dei livelli globali di produzione e dell'occupazione.

Sebbene in tutta l'UE si stiano effettivamente attuando riforme, queste risultano spesso di portata limitata e si continuano a registrare differenze nei progressi realizzati a seconda dei settori e degli Stati membri. In genere, i progressi sono relativamente soddisfacenti nei mercati dei beni e dei capitali, ma resta ancora molto da fare nel settore dei servizi, compresi i servizi finanziari, e nei mercati del lavoro.

Gli Stati membri dovrebbero pertanto dare attuazione in modo trasparente agli orientamenti in materia di occupazione ed utilizzare il processo di riforma economica concordato a Cardiff per incrementare la concorrenza, accelerare le riforme regolamentari e migliorare il funzionamento del mercato unico. È particolarmente importante riformare i meccanismi e le strutture esistenti in modo tale che, chi non ha un'occupazione e gli imprenditori potenziali, possano avere un migliore accesso ai mercati del lavoro e dei prodotti.

Mercati internazionali aperti e competitivi rappresentano una notevole spinta per la crescita, la prosperità e la stabilità nella Comunità. Quest'ultima dovrebbe perseguire una maggiore liberalizzazione del commercio, conformemente alle conclusioni del Consiglio europeo di Vienna.

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3.1. Mercati dei prodotti (beni e servizi) più efficienti

Grazie al programma per il mercato unico, i mercati dei prodotti dell'UE sono relativamente integrati e funzionano piuttosto bene. Tuttavia, le differenze dei prezzi tra gli Stati membri e tra I'UE e gli USA inducono a ritenere che vi sia ancora margine per un miglioramento. Le riforme regolamentari costituiscono un altro elemento fondamentale nell'ambito degli sforzi volti a migliorare il funzionamento dei mercati dei prodotti. Esse consistono nel migliorare la qualità delle normative e possono o meno implicare una deregolamentazione. Per raggiungere tali obiettivi, gli Stati membri sono invitati ad adottare i seguenti provvedimenti:

i) il mercato unico e la politica di concorrenza dovrebbero essere oggetto di un'attuazione rigorosa e di un monitoraggio attento; andrebbe garantita un'applicazione più efficace del mercato unico, in particolare nei settori degli appalti pubblici e delle norme tecniche, attraverso rinnovati impegni da parte delle pubbliche autorità si dovrebbe continuare a operare risolutamente per risolvere i problemi che sorgono in relazione alle limitazioni del commercio parallelo, che portano a un aumento dei prezzi;

ii) nel campo degli aiuti di Stato, è necessario che la Commissione li sottoponga a uno stretto controllo e che gli Stati membri esercitino una rigorosa autodisciplina;

iii) le riforme regolamentari dovrebbero essere portate avanti e se possibile accelerate nei settori delle telecomunicazioni, dei trasporti e dell'energia, per incrementare la concorrenza tra i prestatori di servizi; i vantaggi derivanti dal processo di liberalizzazione, sia in termini di riduzione dei prezzi che di miglioramento della qualità, devono essere trasferiti senza indugio ai consumatori ed agli utenti del settore industriale, data la più forte concorrenza, e andranno anche a vantaggio di iniziative quali la società dell'informazione e il commercio elettronico; in tal modo, le riforme regolamentari produrranno nuove opportunità di investimenti e nuovi posti di lavoro;

iv) la qualità del contesto giuridico e regolamentare è migliorata, ma occorrerebbe realizzare ulteriori progressi, specialmente in relazione alle PMI; le procedure ed i tempi amministrativi per la costituzione di nuove imprese andrebbero ridotti. A questo proposito, gli Stati membri dovrebbero porsi degli obiettivi e fissare delle scadenze per procedere a tali riduzioni, inoltre, la normativa sulla tutela dei consumatori andrebbe ulteriormente migliorata e applicata in modo più corretto;

v) l'IVA dovrebbe formare oggetto di un'ulteriore revisione e semplificazione, per garantire che sia più conforme al mercato unico;

vi) si dovrebbero compiere ulteriori progressi per evitare una dannosa concorrenza fiscale, secondo quanto previsto nelle conclusioni del Consiglio europeo di Vienna; e

vii) gli Stati membri dovrebbero inoltre accentuare maggiormente la dimensione ambientale della politica economica. La promozione di tecnologie rispettose dell'ambiente e l'uso di strumenti basati sul mercato potrebbero contribuire a uno sviluppo più sostenibile. Una sana politica ambientale produrrebbe inoltre vantaggi in termini di maggior crescita e di occupazione.

3.2. Mercati dei capitali più integrati e dotati di maggiore spessore

Malgrado i considerevoli progressi, le differenze sia a livello regolamentare che di regimi fiscali nazionali continuano a rendere il mercato dei capitali dell'UE piuttosto frammentato. Grazie alla prospettiva di un vasto ed unico mercato dei capitali, l'introduzione dell'euro costituisce un ulteriore incentivo ad incrementare la trasparenza e ad eliminare gli ostacoli restanti. Mercati dei capitali di rischio dotati di uno spessore maggiore e dal funzionamento migliore faciliterebbero l'espansione delle piccole e medie imprese (PMI), attraverso un accesso più agevole alla raccolta di fondi in borsa e lo sviluppo del capitale di rischio, e promuoverebbero la ricerca e sviluppo (R& S) e l'innovazione, col risultato di una crescita più sostenuta delle nostre economie e di posti di lavoro più numerosi e di migliore livello. Pertanto gli Stati membri sono invitati a:

i) coordinare gli sforzi per ridurre le differenze tra le normative ed i regimi fiscali nazionali, preservando nel contempo la coerenza con i requisiti prudenziali e fiscali a livello nazionale;

ii) assicurare, ove opportuno, che eventuali requisiti supplementari stabiliti dal paese ospitante si applichino solo ai servizi finanziari offerti ai clienti al dettaglio e non agli operatori professionali; si tratta cioè di seguire una politica che operi una distinzione tra consumatori al dettaglio e operatori professionali;

iii) assicurare che le norme nazionali vigenti giustificate dall'interesse generale, volte a garantire la tutela dei consumatori ed a promuovere l'attività transfrontaliera, vengano applicate in modo trasparente e proporzionato, come richiesto nella comunicazione della Commissione "Servizi finanziari: elaborazione di un quadro di azione";

iv) promuovere l'assunzione del rischio e l'innovazione in Europa; in questo contesto, dare rapidamente seguito al piano d'azione per il capitale di rischio, facilitando sia l'accesso al capitale di rischio per le PMI che quello al capitale per la R& S per tutte le imprese.

3.3. Un migliore funzionamento dei mercati del lavoro

Il funzionamento dei mercati del lavoro dell'UE può essere notevolmente migliorato, e ciò costituirebbe un importante contributo alla riduzione dell'elevato livello di disoccupazione. Tuttavia, il problema si presenta in maniera notevolmente diversa a seconda degli Stati membri, delle regioni al loro interno e delle categorie di lavoratori. Queste differenze suggeriscono anche una serie di considerazioni: i) le differenze tra gli Stati membri dimostrano che i paesi che hanno compiuto i maggiori progressi nel campo delle riforme strutturali, perseguendo al tempo stesso sane politiche macroeconomiche, sono riusciti a migliorare la loro situazione dell'occupazione; ii) le differenze riscontrate in diversi paesi a livello di disoccupazione regionale sottolineano la necessità che in tali paesi si tenga conto, nelle contrattazioni collettive, delle differenze di produttività, in funzione delle qualifiche, delle competenze professionali e delle aree geografiche, e la necessità di potenziare la mobilità del lavoro; iii) l'incidenza particolarmente elevata della disoccupazione presso certe categorie di lavoratori (manodopera meno qualificata, donne, giovani) riflette principalmente modelli di assunzione e di comportamento nell'offerta di lavoro, compresa la presenza di una discriminazione di fatto, ma anche il costo elevato di alcune di queste categorie di lavoratori (in particolare dei lavoratori non qualificati) e l'inadeguatezza della formazione professionale.

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Per affrontare questi problemi andrebbe data un'attuazione piena, rapida e trasparente alla strategia integrata, basata su quattro pilastri, definita negli orientamenti in materia di occupazione. Gli Stati membri dovrebbero riservare un'attenzione particolare ai seguenti aspetti:

i) le politiche dovrebbero agire sia sulla domanda che sull'offerta di lavoro applicando l'impostazione preventiva degli orientamenti in materia di occupazione e riducendo le disparità tra i sessi; tali interventi dovrebbero includere un aumento delle possibilità di occupazione degli individui, in particolare tramite l'accesso alla formazione, all'istruzione e alla formazione continua finalizzate al mercato del lavoro, una riduzione delle imposte, specialmente di quelle a carico dei lavoratori a basso salario, ed una valutazione della durata e dei criteri di ammissibilità alle prestazioni previdenziali, insieme a politiche attive di reintegrazione dei disoccupati; conformemente alle conclusioni del Consiglio europeo di Vienna, i piani d'azione nazionali per l'occupazione dovrebbero includere, se del caso, obiettivi concreti a livello nazionale e relative scadenze;

ii) rivedere ed adeguare, ove opportuno, i sistemi fiscali e previdenziali per assicurare che essi offrano un sostegno attivo all'occupabilità ed alla creazione di posti di lavoro; migliorare, per quanto possibile, la trasferibilità dei diritti a pensione per potenziare la mobilità intersettoriale e interregionale dei lavoratori nell'UE; raggiungere il giusto equilibrio tra efficienza economica ed inserimento sociale; evitare il trasferimento dei disoccupati a sistemi costosi e passivi;

iii) incoraggiare le parti sociali a modernizzare l'organizzazione del lavoro, anche in materia di accordi relativi all'orario di lavoro flessibile ed al suo calcolo su base annua; qualsiasi riduzione complessiva dell'orario di lavoro deve evitare un aumento dei costi unitari del lavoro e tener conto del soddisfacimento delle esigenze future in termini di maggiore offerta di lavoro; gli sforzi per accrescere la partecipazione delle donne alla vita lavorativa e per incoraggiare la combinazione tra carriera e famiglia dovrebbero essere proseguiti.

II. INDIRIZZI DI POLITICA ECONOMICA SPECIFICI PER CIASCUNO STATO MEMBRO

1. Belgio

Nel 1999 l'economia belga registrerà un rallentamento della crescita, tornando più o meno al suo tasso tendenziale, il che dovrebbe bastare, tuttavia, per consentire il proseguirsi del graduale declino della disoccupazione.

Politica di bilancio

Si deve dedicare attenzione primaria ai seguenti elementi:

- rispetto all'obiettivo di bilancio per il 1999 di conseguire un avanzo primario del 6 % del PIL, ogni rischio di slittamento va evitato mediante tempestivi provvedimenti correttivi, così da conseguire l'obiettivo di un disavanzo totale dell'1,3 % del PIL;

- nell'esercizio in corso e in quelli successivi è necessario un controllo rigoroso delle spese primarie reali, per assicurare che il loro tasso annuale di aumento rispetti l'obiettivo di conseguire un avanzo primario del 6 % del PIL. Il piano di stabilità prevede un incremento annuo delle spese primarie reali dell'1,5 %;

- nei prossimi esercizi l'eccedenza primaria va mantenuta al 6 % del PIL e il totale del disavanzo statale va ridotto secondo quanto previsto nel piano di stabilità, così da assicurare il proseguire del rapido calo percentuale del debito pubblico generale;

- nel contesto istituzionale belga, sarebbe auspicabile rinnovare dal 2000 l'accordo di "cooperazione" firmato nel 1996 tra il governo federale, le regioni e le comunità, per assicurare il coordinamento della politica di bilancio nel periodo di riferimento del piano di stabilità.

Mercati dei prodotti e dei capitali

Sebbene le autorità belghe abbiano preso iniziative di rilievo per liberalizzare i mercati dei prodotti e dei capitali e per promuovere la concorrenza, sono necessari ulteriori provvedimenti in settori specifici:

- nonostante i continui progressi che si registrano dal novembre 1997, il tasso di recepimento da parte del Belgio delle direttive riguardanti il mercato unico potrebbe ancora migliorare, specialmente in settori quali le telecomunicazioni ed i trasporti;

- la liberalizzazione dei settori in rete (telecomunicazioni, poste, energia, trasporti) procede in generale secondo il ritmo richiesto dalla normativa comunitaria. Una maggiore apertura di tali mercati consentirebbe di ridurre i prezzi per le imprese e per i consumatori.

Mercato del lavoro

In Belgio il mercato del lavoro è caratterizzato da un persistente tasso elevato di disoccupazione di lunga durata e da percentuali relativamente basse di occupazione. Le politiche del mercato del lavoro continuano ad attribuire un'importanza eccessiva ai provvedimenti intesi a preservare il reddito. La tendenza verso una politica attiva si è rafforzata con il piano nazionale 1998 di azione a favore dell'occupazione. Di conseguenza, le riforme vanno incentrate in particolare sui seguenti elementi:

- si sono perseguite politiche attive di ritorno al lavoro, con particolare attenzione per i meno qualificati e per i giovani, ma è necessario fare di più, soprattutto per gli adulti disoccupati;

- per stimolare la partecipazione alle azioni di ritorno al lavoro e l'accettazione di offerte di nuovi posti di lavoro, è necessario corredare i provvedimenti di attivazione con un'analisi della durata delle prestazioni offerte e un esame più approfondito dell'accesso al lavoro dei disoccupati;

- le leggi belghe di tutela del lavoro sono considerate relativamente rigorose, soprattutto per quanto riguarda la categoria degli impiegati. Si deve esaminare più a fondo tale questione, poiché una normativa giuridica più flessibile potrebbe migliorare la situazione del mercato belga del lavoro;

- date le considerevoli differenze regionali in materia di disoccupazione, è opportuno agevolare il ricorso a clausole iniziali che consentano alle negoziazioni salariali di riflettere meglio le condizioni del mercato locale del lavoro o la situazione finanziaria delle imprese.

2. Danimarca

Nel 1999 è probabile che in Danimarca la crescita economica registri un rallentamento per attestarsi al di sotto del suo tasso tendenziale, poiché l'attività economica è prossima ai suoi limiti di capacità e in conseguenza dei provvedimenti anticiclici in materia di bilancio adottati dal governo. Probabilmente la disoccupazione rimarrà stazionaria al suo basso livello attuale.

Politica di bilancio

Si deve dedicare attenzione primaria ai seguenti elementi:

- si deve cercare di mantenere nel 1999 un'elevata eccedenza statale - in linea con l'avanzo pianificato del 2,5 % del PIL - attenendosi rigorosamente, soprattutto a livello locale, agli obiettivi stabiliti in materia di spese;

- a medio termine è necessario continuare a ridurre le distorsioni del sistema tributario (incluse nel "pacchetto Whitsun"), al fine di conseguire dei risultati.

Mercati dei prodotti e dei capitali

Le autorità danesi hanno proseguito in misura significativa nelle riforme strutturali di vari mercati, ma sono necessari ulteriori provvedimenti in settori specifici:

- in alcuni settori si riscontrano problemi di concorrenza (prezzi elevati, alti tassi di concentrazione, margini elevati e debole penetrazione estera). È quindi necessario rafforzare e far applicare con maggior rigore le normative vigenti;

- poiché in Danimarca il settore pubblico è relativamente ampio, risultano particolarmente opportune le iniziative delle autorità intese ad accrescerne l'efficienza mediante gare di appalto per la prestazione di servizi pubblici;

- molti progressi si sono compiuti nella deregulation delle industrie di rete: vanno attuate senza indugio le riforme, approvate di recente nel settore dell'elettricità, miranti a una maggiore liberalizzazione;

- la liberalizzazione dell'orario di apertura dei negozi, che ha già determinato un aumento dell'occupazione, va rivista più a fondo.

Mercato del lavoro

In Danimarca il tasso di occupazione è elevato e il tasso di disoccupazione basso: questo paese fa parte di quel gruppo di Stati membri nei quali l'attuazione di ampie riforme strutturali, soprattutto sul mercato del lavoro, ha dato evidenti risultati positivi. Nondimeno, si dovrebbero incentrare le riforme in particolare sui seguenti elementi:

- considerata la percentuale relativamente elevata di popolazione attiva che beneficia di prestazioni sociali e data la necessità di accrescere l'offerta di manodopera, è necessario attuare appieno e controllare strettamente l'attuazione delle recenti riforme, specialmente quella relativa al pensionamento anticipato, per valutare se siano sufficienti gli incentivi ad accettare od a conservare posti di lavoro;

- gli effetti dell'ultima riforma fiscale, intesa tra l'altro a ridurre l'onere fiscale gravante sui bassi redditi, e dell'accrescimento degli incentivi, vanno valutati nella prospettiva di un loro eventuale rafforzamento, considerata l'elevata aliquota fiscale ancora applicata sul lavoro;

- si devono riesaminare i vari regimi di pensionamento tenendo conto della necessità di accrescere l'offerta di manodopera.

3. Germania

In Germania il rallentamento dell'economia nel 1999 si presenta più evidente che nella maggior parte degli altri Stati membri, data la maggiore esposizione, in generale, alla più accentuata fiacchezza del commercio internazionale e ad alcuni specifici fattori interni, come i vasti processi di adattamento strutturale nei nuovi Länder tedeschi, in particolare nel settore delle costruzioni. Ne consegue il rischio che s'interrompa il calo della disoccupazione.

Politica di bilancio

Si deve dedicare attenzione primaria ai seguenti elementi:

- per il disavanzo statale, nel 1999 si deve rispettare l'obiettivo del 2 % del PIL, il che dovrebbe essere possibile mediante un controllo rigoroso delle spese;

- qualora il rafforzamento economico nel 2000 fosse più accentuato di quanto previsto nel piano di stabilità, ci si deve avvalere di tale circostanza per proseguire a ritmo più accelerato verso l'obiettivo a medio termine in materia di disavanzo fissato nel piano;

- il principio basilare della prevista riforma tributaria, cioè una riduzione delle aliquote fiscali e un concomitante ampliamento della base imponibile, risulta adeguato. Per conseguire i massimi effetti positivi, la riforma deve tradursi in una concreta semplificazione della normativa tributaria.

Mercati dei prodotti e dei capitali

Per quanto riguarda il funzionamento dei mercati tedeschi dei prodotti, si può constatare un miglioramento, ma sono necessari ulteriori provvedimenti in settori specifici:

- dal novembre 1997 la Germania ha compiuto considerevoli progressi nel completare i lavori legislativi necessari per l'attuazione del mercato unico. Tuttavia, è necessario proseguire i lavori nel settore degli appalti pubblici;

- in passato, il livello degli aiuti statali era aumentato in seguito alla riunificazione, ma, da allora, è in diminuzione. Si deve proseguire in questo processo, soprattutto per gli aiuti settoriali;

- progressi di rilievo si sono compiuti nella liberalizzazione delle industrie di rete, il che ha portato a una riduzione dei prezzi. Iniziative analoghe vanno intraprese per altri servizi, tra cui gli orari di apertura nel settore della distribuzione al minuto; dopo il riesame della liberalizzazione del 1996;

- sono state semplificate e accelerate le procedure di registrazione per la costituzione di PMI. Sembrano possibili nuovi interventi a favore della celerità.

Mercato del lavoro

Negli ultimi cinque anni il mercato tedesco del lavoro è stato caratterizzato da una debole creazione di nuovi posti. Nelle regioni orientali il tasso di disoccupazione è quasi doppio rispetto a quelle occidentali. Tradizionalmente, le politiche attive del lavoro si sono basate sulla promozione della formazione professionale e preprofessionale, sui regimi di creazione di posti di lavoro, su misure di adeguamento strutturale e su provvedimenti di riqualificazione. Si sta potenziando ancor più la funzione del servizio pubblico di collocamento. Il piano nazionale 1998 di azione a favore dell'occupazione s'incentra sull'occupabilità, mediante l'ulteriore sviluppo del sistema dualistico di apprendistato, che si è rivelato efficace, e mediante azioni a favore dei giovani appartenenti a categorie svantaggiate. Di conseguenza, nelle riforme si deve accordare attenzione primaria ai seguenti settori:

- l'importanza attribuita ai provvedimenti di attivazione sul mercato del lavoro va corredata con un'analisi dei regimi di prestazioni sociali e di assistenza, così da assicurare a tutte le categorie incentivi sufficienti per partecipare alla formazione professionale e per accettare offerte di lavoro.

- va giudicata positivamente la decisione del governo di ridurre i costi non retributivi del lavoro, finanziando tali sgravi mediante un aumento delle imposte sull'energia, e di alleviare l'onere fiscale sul reddito, specialmente per i lavoratori a basso livello di retribuzione. Si tratta di iniziative da proseguire allo scopo di ridurre ancora i costi della manodopera al livello più basso di retribuzione, pur rispettando l'esigenza di stabilizzazione del bilancio; è necessario valutare le leggi in materia di lavoro nelle PMI, sotto il profilo della loro incidenza per la creazione di posti di lavoro.

4. Grecia

Negli ultimi anni si è avuta in Grecia una forte crescita economica. Per il 1999 un eventuale rallentamento sarà probabilmente modesto. Si prevede che la disoccupazione proseguirà nel suo calo graduale.

Politica di bilancio

Si deve dedicare attenzione primaria ai seguenti elementi:

- nel 1999 si deve conseguire l'obiettivo di un disavanzo statale di bilancio dell'1,9 % del PIL. Inoltre, si deve attuare in concreto la proposta ristrutturazione delle spese statali a favore degli investimenti;

- per il bilancio del 2000 si deve mirare a un ulteriore calo del disavanzo, riducendo la percentuale delle spese correnti primarie rispetto al PIL, contribuendo così a ridurre le prospettive d'inflazione. Si devono continuare a rispettare norme chiare e vincolanti per assicurare il controllo delle spese;

- in parallelo, ai sensi delle leggi tributarie adottate di recente, le autorità greche devono potenziare le loro iniziative intese ad accrescere l'efficacia del sistema tributario, combattendo l'elusione e l'evasione fiscali ed è necessario proseguire nella risoluta riforma del settore pubblico. In particolare, si devono perseguire, secondo il piano stabilito, la ristrutturazione e la privatizzazione delle imprese statali.

I proventi derivanti dalla privatizzazione vanno utilizzati per contribuire a ridurre in tempi brevi il tasso generale di debito pubblico.

Mercati dei prodotti e dei capitali

In questi ultimi anni la Grecia ha fatto molto per liberalizzare la propria economia. Nondimeno, sono necessari ulteriori provvedimenti in settori specifici:

- le autorità greche devono migliorare il tasso di recepimento della normativa riguardante il mercato unico, il quale si situa a un livello inferiore alla media, soprattutto nel settore dei pubblici appalti;

- per migliorare la produttività, la strategia di ristrutturazione della gestione nelle pubbliche imprese va corredata da energici provvedimenti di privatizzazione;

- anche se la costituzione di nuove imprese è un fenomeno incoraggiante, una riduzione degli oneri amministrativi previsti per la registrazione di nuove società potrebbe favorire l'imprenditorialità. Considerate le difficoltà delle PMI greche per trovare finanziamenti, l'ideale sarebbe combinare tale riduzione con una strategia di ulteriore sviluppo dei mercati dei capitali di rischio. Il piano per l'ampliamento del mercato azionario, inteso a consentire a piccole società dinamiche di avviare le contrattazioni entro il 1999, costituisce un primo, significativo passo nella strategia a sostegno del finanziamento delle PMI greche;

- anche se appaiono incoraggianti i provvedimenti adottati di recente per incrementare l'entità attualmente scarsa delle spese che le imprese destinano al settore R& S, si devono prevedere altri provvedimenti analoghi.

Mercato del lavoro

In Grecia il mercato del lavoro è caratterizzato da un basso livello di occupazione, da disoccupazione stagnante e da un tasso elevato di disoccupazione di lunga durata. L'anno scorso è entrata in vigore una riforma del mercato del lavoro mirante a potenziarne la flessibilità: la nuova legge prevede nuovi tipi di contratto di lavoro, orari flessibili e agenzie private di collocamento. Nel piano nazionale 1998 di azione a favore dell'occupazione e nella relazione di attuazione si mira a stabilire per l'occupazione una strategia più generale per affrontare tali problemi. Speciale attenzione è rivolta ai problemi basilari riguardanti i giovani e le donne, presso i quali si riscontrano tassi elevati di disoccupazione. Di conseguenza, le riforme vanno incentrate in particolare sui seguenti settori:

- va rafforzata l'impostazione preventiva delle politiche del mercato del lavoro, proseguendo nelle riforme del sistemi d'istruzione e di formazione, così da tener conto in modo migliore delle esigenze del sistema di produzione;

- vanno incoraggiate l'introduzione di nuovi tipi di contratti a tempo parziale e una maggiore flessibilità dell'orario di lavoro.

5. Spagna

Nel 1999 si prevede per l'economia spagnola un vigoroso tasso di crescita, superiore al tasso tendenziale, anche se lievemente inferiore a quello degli anni precedenti. Si prevede anche un altro calo considerevole della disoccupazione, che resta peraltro ad un livello molto elevato.

Politica di bilancio

Si deve dedicare attenzione primaria ai seguenti elementi:

- per quanto riguarda il disavanzo statale, nel 1999 si deve cercare di conseguire l'obiettivo dell'1,6 % del PIL, se necessario contenendo con maggior rigore le spese primarie correnti e avvalendosi dei risultati del 1998, migliori delle aspettative, e del potenziale di maggior risparmio derivante dalla riduzione del tasso d'interessi sul debito;

- nel bilancio del 2000 si devono confermare gli obiettivi e le strategie indicati nel piano di stabilità: un disavanzo dell'1 % del PIL, grazie al contenimento delle spese primarie correnti. Ciò darà adito al potenziamento degli investimenti statali, di cui la Spagna necessita per colmare il suo divario. Nel caso in cui dovessero palesarsi segni di surriscaldamento, si dovrà inasprire la politica fiscale;

- tramite la prevista riforma della legge finanziaria si dovrà rafforzare il controllo delle spese statali. Date le crescenti funzioni delle amministrazioni regionali in numerosi settori di spesa, sono necessari uno stretto controllo e il rispetto integrale del patto interno di stabilità concluso tra le regioni e lo Stato.

Mercati dei prodotti e dei capitali

In questi ultimi anni, si è fatto molto in Spagna per migliorare il funzionamento dei mercati dei prodotti. Nondimeno, sono necessari ulteriori provvedimenti in settori specifici:

- nonostante i progressi compiuti nel 1997 e nel 1998 per quanto riguarda il recepimento della normativa relativa al mercato unico, sono necessari altri miglioramenti, soprattutto nel settore dei trasporti;

- tra gli aiuti statali ad esclusione del settore agricolo, numerosi, e quindi da ridurre, sono quelli che si configurano come aiuti settoriali specifici;

- grazie alle riforme in materia di regolamentazione, molto è stato fatto per la deregulation delle telecomunicazioni, dell'elettricità, del gas e dei trasporti aerei. Sono necessarie azioni analoghe per il settore della distribuzione al minuto;

- le società spagnole devono subire un pesante onere amministrativo, per il numero di procedure da espletare per registrare una società e per i tempi necessari a tale scopo. Occorrono provvedimenti per sanare tale situazione;

- un elemento particolarmente positivo, considerata la bassa percentuale delle spese destinata attualmente a R& S, è la legge che il governo spagnolo sta preparando per promuovere e stimolare l'innovazione industriale;

- sebbene la privatizzazione e la deregulation abbiano raggiunto proporzioni notevoli e possano dar luogo a una maggiore efficienza sul mercato dei beni e dei servizi, va rafforzata la politica in materia di concorrenza al fine di garantire che i benefici derivanti da tale processo vadano interamente ai consumatori.

Mercato del lavoro

Anche se il tasso di disoccupazione si è ridotto di oltre il 2 % nel 1998, attestandosi al 18,7 %, rispetto agli altri Stati membri la Spagna parte da una situazione tra le più difficili: a parte i tassi elevati di disoccupazione tra i giovani e le donne e l'alta percentuale di disoccupazione di lunga durata, sul mercato spagnolo del lavoro si riscontrano basse percentuali di occupazione, di partecipazione delle donne alla vita attiva e di lavoro a tempo parziale. Il piano nazionale 1998 di azione a favore dell'occupazione costituisce un'importante iniziativa di attivazione e di prevenzione. Inoltre, con una legge di recente adozione si vuole accrescere l'attrattiva del lavoro a tempo parziale agli occhi dei datori di lavoro e dei lavoratori, mentre il nuovo modello dirigenziale decentrato proposto dall'Ufficio nazionale del lavoro contribuirà a migliorare l'occupabilità. Per associare attivamente le parti sociali all'elaborazione e all'attuazione delle politiche in materia di lavoro, si sono create strutture di negoziazione. Di conseguenza, nelle riforme si deve dedicare attenzione primaria ai seguenti elementi:

- le elevate percentuali di disoccupazione di lunga durata e giovanile esigono che le politiche del mercato del lavoro, da passive quali sono attualmente, diventino attive, dando particolare rilievo agli investimenti nella formazione e nell'istruzione, intese ad incrementare il capitale umano e le capacità di adattamento, secondo quanto indicato nel piano nazionale 1998 di azione a favore dell'occupazione;

- le iniziative conseguenti alla recente riforma dell'imposta sul reddito delle persone fisiche, intesa a ridurre l'onere fiscale, corredate da altre riforme del regime delle pensioni volte a scoraggiare il pensionamento anticipato, dovrebbero fornire ulteriori incentivi all'offerta sul mercato del lavoro, contribuendo al tempo stesso ad assicurare in Spagna una sicurezza sociale sostenibile;

- i recenti accordi con le parti sociali, intesi a ridurre i costi in caso di licenziamenti, vanno rafforzate allo scopo di diminuire anche il relativo onere dei contratti a tempo determinato, promuovendo il lavoro a tempo parziale e introducendo quindi maggiore flessibilità sul mercato del lavoro;

- le forti differenze nei tassi di disoccupazione che si riscontrano tra le diverse regioni indicano la necessità che le parti sociali riesaminino i sistemi di formazione delle retribuzioni, per adeguare gli aumenti salariali alle differenze a livello geografico, settoriale e societario in materia di produttività.

6. Francia

Nel 1999 si avrà in Francia un rallentamento della crescita, verso il suo tasso tendenziale. Si prevede un ulteriore calo della disoccupazione, ma ad un ritmo meno accelerato.

Politica di bilancio

Si deve dedicare attenzione primaria ai seguenti elementi:

- per quanto riguarda il disavanzo statale, nel 1999 si dovrà rispettare l'obiettivo del 2,3 % del PIL. Ciò esige che il governo francese rispetti gli obiettivi di spesa stabiliti;

- nel 1999 e negli esercizi successivi le spese pubbliche vanno sottoposte a rigoroso controllo, intervenendo prontamente per correggere gli eventuali slittamenti. In particolare, vanno controllate da vicino le spese per la sicurezza sociale. Tra breve il governo dovrebbe annunciare provvedimenti intesi ad assicurare il rispetto duraturo dei massimali di spesa fissati nel piano di stabilità;

- il rafforzamento dell'attività economica previsto per il 2000 e oltre dovrebbe servire per progredire verso l'obiettivo a medio termine in materia di disavanzo, prospettato in base allo scenario favorevole delineato nel piano di stabilità.

Mercati dei prodotti e dei capitali

Le autorità francesi si sono adoperate per introdurre la deregulation e per promuovere la concorrenza sui mercati dei prodotti e dei capitali. Nondimeno, sono necessari ulteriori provvedimenti in settori specifici:

- nonostante i continui miglioramenti dal novembre 1997, si potrebbe ancora incrementare il tasso di recepimento in Francia delle direttive riguardanti il mercato unico, soprattutto nel settore delle telecomunicazioni;

- escludendo il settore agricolo, la percentuale degli aiuti statali che sono stati destinati negli ultimi anni al salvataggio e alla ristrutturazione di numerose imprese in gravi difficoltà è elevata e va quindi ridotta. Come hanno raccomandato le stesse autorità francesi nella loro relazione sulle riforme economiche, va data maggiore importanza a provvedimenti generali intesi a migliorare la capacità delle imprese di adeguarsi e d'innovarsi;

- sebbene la liberalizzazione dei settori in rete (telecomunicazioni, poste, elettricità, gas, trasporti) proceda in generale secondo il ritmo richiesto dalla normativa comunitaria, se ne potrebbero accelerare i progressi, soprattutto nel settore dell'energia;

- si dovrebbero controllare strettamente e proseguire i provvedimenti già adottati intesi a semplificare le formalità e a stimolare l'innovazione.

Mercato del lavoro

Il tasso d'occupazione è relativamente basso, in particolare per i lavoratori di 55 anni o più. Il tasso di disoccupazione, compresa la percentuale di giovani disoccupati, è superiore alla media UE. Mediante recenti riforme si è migliorato l'impatto occupazionale della crescita, con un'adeguata combinazione di provvedimenti di attivazione e di prevenzione. Nel piano nazionale 1998 di azione a favore dell'occupazione si sono affrontati con chiarezza i problemi di prevenire la disoccupazione tra i giovani e di reinserire nel mercato del lavoro i disoccupati da lungo tempo. Sono in vigore vasti programmi di creazione di posti di lavoro, soprattutto nei nuovi servizi a favore delle comunità. Inoltre, sono in esame nuove iniziative nel settore della formazione permanente. Di conseguenza, nelle riforme si deve rivolgere attenzione primaria ai seguenti elementi:

- l'importanza crescente attribuita alle politiche attive del mercato del lavoro nel contesto del piano nazionale 1998 di azione a favore dell'occupazione va sostenuta mediante un riesame dei regimi d'indennità di disoccupazione (condizioni per l'accesso al lavoro) e delle leggi di tutela del lavoro, allo scopo di rimuovere gli ostacoli che impediscono di accettare un posto di lavoro, di favorire la partecipazione a iniziative di attivazione del mercato del lavoro e di incrementare gli incentivi per la creazione di posti di lavoro;

- a condizione che si costituisca un margine di bilancio, si deve proseguire nella recente politica di tagli fiscali per i gradi retributivi più bassi e di promozione dei posti di lavoro in determinati settori dei servizi;

- tra le riforme del mercato francese del lavoro, grande rilievo ha l'introduzione progressiva della settimana lavorativa di 35 ore, ma per la massima parte tale provvedimento resta ancora da attuare. Si deve prestare un'attenzione particolare per evitare un aumento dei costi del lavoro e per rendere più flessibili l'organizzazione e l'orario di lavoro (annualizzazione dell'orario di lavoro).

7. Irlanda

Secondo le previsioni, nel 1999 la crescita dell'economia irlandese proseguirà al suo ritmo attuale, molto rapido, ma non con il medesimo vigore degli ultimi due anni. Un ulteriore considerevole calo della disoccupazione è ugualmente previsto.

Politica di bilancio

Si deve dedicare attenzione primaria ai seguenti elementi:

- poiché le finanze pubbliche registrano già una solida eccedenza, la sfida maggiore consiste nell'assicurare la stabilità. Se vi fossero indizi di ripresa dell'inflazione salariale, si dovrà agire adeguatamente e con prontezza in sede di politica di bilancio per rallentare l'attività economica;

- l'incremento delle spese pubbliche va ridotto progressivamente dal 5 % di aumento nel 1998, secondo le stime, al 2 % nel 2001, secondo quanto indicato nel piano di stabilità.

Mercati dei prodotti e dei capitali

Le riforme dei mercati dei prodotti e dei capitali sono un elemento d'importanza cruciale nella strategia economica statale. Nondimeno, sono necessari ulteriori provvedimenti in settori specifici:

- l'Irlanda deve accelerare la riduzione del suo deficit nel recepire la normativa riguardante il mercato interno, specialmente per quanto riguarda i trasporti;

- all'autorità preposta alla concorrenza si deve conferire la facoltà di applicare direttamente gli articoli 85 (intese) e 86 (abuso di posizione dominante) del trattato CE;

- in generale, la liberalizzazione e la riforma normativa delle industrie di rete procede al ritmo previsto dalla normativa comunitaria, ma nelle telecomunicazioni, nella distribuzione di gas e di elettricità e nei trasporti interni e internazionali si riscontra tuttora il predominio delle imprese statali. Quest'anno si sta procedendo alla privatizzazione parziale della Telecom Eireann. Si devono esaminare iniziative analoghe intese a promuovere la concorrenza in tali settori;

- in Irlanda i capitali di rischio risultano scarsi, il che è un intralcio per le PMI irlandesi in particolare nella fase di lancio. Nondimeno, dal 1995 si sta potenziando il mercato dei capitali di rischio: si dovrà quindi proseguire in tal senso. Scarse sono anche le spese in R& S. Sono quindi necessari ulteriori provvedimenti per creare incentivi atti a promuovere lo sviluppo dei capitali di rischio e della R& S locale. Il governo dovrebbe continuare a partecipare e prevedere l'incremento della propria partecipazione per migliorare i risultati dell'Irlanda in materia di R& S.

Mercato del lavoro

L'Irlanda ha compiuto grandissimi progressi nel rialzare il tasso di occupazione e nel comprimere il tasso di disoccupazione, che in quattro anni si è ridotto a meno della metà. Nel piano nazionale 1998 di azione a favore dell'occupazione si dà il massimo rilievo all'occupabilità, soprattutto tramite politiche attive. Per affrontare il problema della disoccupazione di lunga durata, si sono adottati provvedimenti preventivi specifici a favore dei giovani disoccupati e dei lavoratori più anziani, mentre è stato preso l'impegno esplicito di accrescere dall'11 al 20 % il tasso di partecipazione alle azioni di formazione da parte dei disoccupati da lungo tempo. Grazie a tali provvedimenti, e grazie soprattutto al recente ritmo sostenuto della crescita economica in Irlanda, il tasso di disoccupazione alla fine del 1998 è risultato molto inferiore alla media UE, mentre il tasso di occupazione si sta ora avvicinando a tale media. La disoccupazione di lunga durata si è ridotta in tempi più brevi rispetto alla disoccupazione nel suo complesso e continua a diminuire. Tuttavia, sono necessari ulteriori provvedimenti per reinserire sul mercato del lavoro i disoccupati da lungo tempo e coloro che possiedono qualifiche di scarso livello. Di conseguenza, nelle riforme si deve rivolgere speciale attenzione ai seguenti elementi:

- nel piano nazionale 1999 di azione a favore dell'occupazione si dovrà attribuire maggiore importanza a una impostazione equilibrata che comprenda misure di prevenzione e iniziative di attivazione. Conservano la loro importanza i provvedimenti intesi ad accrescere il tasso di partecipazione ai programmi d'istruzione e di formazione da parte dei disoccupati da lungo tempo e dei disoccupati meno qualificati;

- secondo il quarto piano economico nazionale - Partnership 2000 - il rispetto del patto sociale riveste un'importante funzione nel necessario proseguimento della moderazione salariale ai fini della preservazione dell'incremento occupazionale;

- anche se stabilire un minimo retributivo è importante per affrontare i problemi dell'integrazione sociale e della povertà, vanno evitati gli eventuali effetti negativi derivanti da un minimo retributivo fissato a un livello troppo elevato.

8. Italia

In Italia la crescita economica è tuttora ridotta: la domanda interna ed esterna è fiacca e non si è avuto ancora un calo considerevole della disoccupazione.

Politica di bilancio

È necessario dedicare attenzione primaria ai seguenti elementi:

- poiché la crescita del PIL dovrebbe essere nettamente inferiore a quanto previsto nel bilancio, nel 1999 si deve mirare a limitare ogni slittamento rispetto all'obiettivo stabilito di un disavanzo totale del 2 % del PIL, il quale sarà ad ogni modo inferiore al 2,4 %. In tal caso, per raggiungere l'obiettivo dell'1 % del PIL nel 2001 potrebbero rendersi necessarie misure correttive su una scala più ampia rispetto a quanto previsto;

- nel bilancio di previsione per il 2000 si deve cercare di ristabilire l'avanzo primario del 5,5 % del PIL indicato nel programma di stabilità: ciò è necessario perché continui il rapido calo del tasso di debito pubblico. Il programma di privatizzazione va proseguito con slancio ed i proventi delle privatizzazioni vanno destinati all'ulteriore riduzione del debito pubblico;

- in quest'esercizio e in quelli successivi si deve procedere a un rigoroso controllo delle spese statali primarie correnti, allo scopo non soltanto di attenersi agli obiettivi del piano ma anche di prevedere spazio per l'auspicato rilancio degli investimenti pubblici;

- un elemento positivo è l'intenzione di stabilizzare le spese per le pensioni come percentuale del PIL. Poiché l'andamento attuale e il futuro evolversi delle spese per le pensioni danno adito a preoccupazioni, si esorta il governo italiano a riesaminare la riforma del regime pensionistico.

Mercati dei prodotti e dei capitali

Negli ultimi anni l'Italia ha registrato continui progressi negli adeguamenti macroeconomici e in alcune riforme strutturali volte a promuovere la concorrenza e ad accrescere l'efficienza. Nondimeno, sono necessari ulteriori provvedimenti in settori specifici:

- ultimamente l'Italia ha compiuto progressi nel recepimento delle normative riguardanti il mercato unico. Poiché il tasso di recepimento nel passato è stato carente, occorrono provvedimenti per sanare tale situazione, soprattutto in settori quali i trasporti e gli appalti pubblici;

- si deve cercare di ridurre ulteriormente il livello generale degli aiuti statali non destinati al settore agricolo e di migliorarne la struttura;

- in generale, la liberalizzazione delle industrie di rete segue il ritmo indicato nella normativa comunitaria. Tuttavia, va intensificata la liberalizzazione dei trasporti, specialmente stradali e ferroviari;

- nonostante recenti riforme abbiano posto le basi per una riduzione significativa del tempo necessario per registrare una società, è necessario sorvegliare attentamente e rafforzare le misure adottate al fine di ridurre più radicalmente sia il grande numero di procedure previste sia le lunghe attese per la costituzione di nuove società.

Mercato del lavoro

In Italia il mercato del lavoro è caratterizzato da una bassa percentuale di occupazione e da tassi elevati di disoccupazione, in particolare tassi molto elevati tra i giovani e tra i disoccupati da lungo tempo, con gravi squilibri tra Nord e Sud. La recente adozione di un'impostazione specifica nei confronti di chi ha perduto da poco tempo il suo posto di lavoro mostra che si cerca d'impedire che ciò si traduca in disoccupazione di lunga durata. Inoltre, la situazione attuale potrebbe migliorare grazie all'inasprimento dei criteri di ammissibilità per gli assegni di disoccupazione e all'adozione di provvedimenti a favore dell'occupabilità. Di conseguenza, nelle riforme si deve rivolgere speciale attenzione ai seguenti elementi:

- si devono migliorare in misura considerevole i provvedimenti attivi sul mercato del lavoro, in aggiunta ai recenti provvedimenti di assistenza nella ricerca di un posto di lavoro e in materia di formazione e di apprendistato;

- nel processo di consolidamento tributario devono essere proseguiti assiduamente gli sforzi volti a far slittare l'onere fiscale dal lavoro verso altre basi imponibili avviati con la riforma fiscale italiana del 1997 (in particolare con l'introduzione dell'IRAP) e confermati recentemente dalla cosiddetta "Carbon tax" attuata nel bilancio del 1999;

- a simili provvedimenti devono aggiungersi riforme dei regimi di prestazioni sociali, per ridurre il numero di lavoratori che vengono ammessi alla pensione o ad altri regimi;

- senza compromettere gli obiettivi di bilancio, provvedimenti per l'accesso sollecito al mercato del lavoro e benefici adeguati di disoccupazione devono incrementare l'offerta di manodopera e la mobilità dei lavoratori;

- risultati positivi si avrebbero anche da una revisione dei testi di legge a tutela dell'occupazione;

- nel Sud vanno promossi accordi locali tripartiti, per introdurre una flessibilità retributiva commisurata alla minore produttività della manodopera.

9. Lussemburgo

In Lussemburgo, l'attività economica registrerà probabilmente nel 1999 una vigorosa espansione, anche se a ritmo rallentato rispetto al 1998. La disoccupazione dovrebbe confermarsi al suo livello attuale molto basso.

Politica di bilancio

Si deve dedicare attenzione primaria ai seguenti elementi:

- le spese pubbliche vanno sottoposte a stretto controllo, in modo che l'ampia eccedenza del bilancio statale non risulti soltanto dal rapido incremento del gettito fiscale conseguente alla forte crescita economica;

- vanno proseguite le riforme strutturali, soprattutto per quanto riguarda il regime di sicurezza sociale, così da preservare la sana situazione delle pubbliche finanze e per prepararsi ad affrontare il problema dell'invecchiamento demografico.

Mercati dei prodotti e dei capitali

In Lussemburgo sono numerosi i settori ai quali si stanno applicando riforme strutturali. Nondimeno, sono necessari ulteriori provvedimenti in settori specifici:

- nonostante i tentativi di recuperare il ritardo, il Lussemburgo è stato relativamente lento nel recepire la nornativa riguardante il mercato unico. Questo processo va accelerato, soprattutto nei settori delle telecomunicazioni e dei trasporti;

- in Lussemburgo gli aiuti regionali costituiscono una percentuale molto alta degli aiuti statali, escluso il settore agricolo: una percentuale elevata per un paese prospero. Sembra quindi opportuno esaminare la necessità e l'efficacia di tali aiuti;

- in Lussemburgo i prezzi sono relativamente moderati, tranne nel settore delle costruzioni. È tuttora in vigore un ampio regime di regolamentazione dei prezzi, che non ha eguali nell'Unione europea, il cui scopo è contribuire a ridurre le pressioni sui livelli retributivi, che sono correlati al tasso d'inflazione. Al fine di alleggerire gli oneri amministrativi delle imprese, si dovrebbe studiare l'opportunità di abrogare questo regime di moderazione dei prezzi dando maggior impulso ad una politica della concorrenza più attiva.

Mercato del lavoro

Per quanto riguarda il mercato del lavoro, in Lussemburgo la situazione globale è tra le migliori dell'UE: accanto a basse percentuali di disoccupazione si registrano tassi elevati di crescita dell'occupazione, dovuti in gran parte al lavoro transfrontaliero, che assorbe quasi un terzo della manodopera. Meno favorevole è invece la situazione per le donne e per i lavoratori più anziani, tra i quali si riscontra un tasso elevato di disoccupazione. Di conseguenza, le riforme vanno incentrate sul seguente elemento:

- nel piano nazionale 1998 di azione a favore dell'occupazione sono previsti provvedimenti per porre rimedio alla suddetta situazione, tra l'altro mediante formazione al lavoro presso le imprese e con il potenziamento delle infrastrutture di custodia dei bambini. In tal modo si potrebbe anche ridurre il rischio di surriscaldamento a causa di rapidi aumenti retributivi in un contesto economico a ritmo accelerato di crescita.

10. Paesi Bassi

Dopo vari anni di rapida espansione, per l'economia olandese è previsto nel 1999 un rallentamento verso il suo tasso tendenziale. Nondimeno, è probabile un ulteriore calo del già basso livello di disoccupazione.

Politica di bilancio

Si deve dedicare attenzione primaria ai seguenti elementi:

- è necessario limitare ogni eventuale deterioramento della situazione di bilancio nel 1999 e, grazie ai risultati 1998, che sono stati migliori del previsto, il disavanzo pubblico non deve superare l'obiettivo dell'1,3 % del PIL. In particolare, se necessario, si dovranno riesaminare alcuni aumenti delle spese previsti nel bilancio 1999;

- la molto modesta riduzione del disavanzo all'1,1 % del PIL pianificata per il 2002 prevista nella versione prudente del piano olandese di stabilità, va considerata in ogni caso un obiettivo minimo: si sollecita il governo dei Paesi Bassi a perseguire migliori risultati di bilancio.

Mercati dei prodotti e dei capitali

I Paesi Bassi costituiscono l'esempio rappresentativo di uno Stato nel quale sono già radicate importanti riforme del mercato dei prodotti. Persistono tuttavia aree problematiche, soprattutto nei settori non esposti alla concorrenza internazionale, quali le costruzioni e alcuni servizi nei quali la concorrenza è relativamente debole. In tale contesto, sono necessari ulteriori provvedimenti in settori specifici:

- in generale i Paesi Bassi registrano buoni risultati nel recepimento delle direttive inerenti al mercato unico, ma il loro deficit s'incentra su un ristretto numero di settori, in particolare i trasporti. Per stimolare la concorrenza, è necessario, accelerare il recepimento;

- nella politica della concorrenza sono state introdotte nel 1998 riforme di rilievo, di cui si deve ora valutare l'efficacia. Si tratta tra l'altro dell'innovativo progetto olandese in materia di concorrenza, di deregulation e di qualità dei testi giuridici (la "MDW operatie") avviato nel 1994, il cui nucleo è l'intensificazione della concorrenza e ove possibile, l'eliminazione degli ostacoli normativi. Tali ostacoli continuano a contrapporsi all'avvio di imprese, nonostante i rilevanti provvedimenti già adottati (la riduzione al tempo stesso dei costi amministrativi e del numero di formalità necessarie per avviare un'impresa); l'applicazione di queste misure deve essere strettamente monitorata;

- la liberalizzazione del settore dei trasporti pubblici non è ancora molto progredita; di conseguenza, si devono accelerare le riforme in questo campo;

- nel settore delle vendite al minuto, si è esteso l'orario di apertura dei negozi, ma le norme in materia di pianificazione territoriale continuano ad essere vincolanti e vanno quindi riesaminate.

Mercato del lavoro

Grazie ad ampie riforme strutturali e alla crescita economica sostenuta, sul mercato del lavoro si registra nei Paesi Bassi uno dei migliori risultati dell'UE per quanto riguarda al tempo stesso l'incremento dell'occupazione e la riduzione della disoccupazione. Tuttavia, per la disoccupazione di lunga durata si riscontra tuttora una percentuale elevata rispetto al totale della disoccupazione. Piani d'inserimento personalizzati possono costituire strumenti efficaci per prevenire la disoccupazione dei giovani e quella di lunga durata. I risultati ottenuti dai Paesi Bassi nel campo della disoccupazione giovanile sono già relativamente positivi, in parte grazie all'introduzione di un salario minimo più basso per i giovani lavoratori. È doveroso riconoscere che il governo continua ad adoperarsi per alleviare l'onere fiscale sulle basse retribuzioni e per ridurre la quota della popolazione in età lavorativa che dipende da prestazioni sociali. Nondimeno, sono ancora numerosi i beneficiari di prestazioni d'invalidità. Inoltre, le parti sociali tengono ampio conto degli interessi dei disoccupati emarginati dal mercato del lavoro. Grazie alla privatizzazione del regime di assicurazione malattia, si è ridotto l'assenteismo dal lavoro per ragioni di malattia. Di conseguenza, nelle riforme si deve rivolgere particolare attenzione ai seguenti elementi:

- l'onere fiscale sulle retribuzioni medie resta uno dei più elevati nell'UE: si deve quindi continuare a perseguire la riduzione dell'onere fiscale globale sul lavoro, specialmente per la fascia inferiore del mercato;

- nuove iniziative sembrano necessarie per assicurare incentivi sufficienti nei programmi di prestazioni e di assistenza per incoraggiare l'accettazione di offerte di lavoro e per incrementare l'offerta effettiva di manodopera, in particolare tra i lavoratori anziani.

11. Austria

In Austria è probabile un rallentamento della crescita economica nel 1999 verso il suo tasso tendenziale, il che consentirà al già modesto tasso di disoccupazione di rimanere più o meno stabile.

Politica di bilancio

Si deve dedicare attenzione primaria ai seguenti elementi:

- è necessario uno stretto controllo delle spese statali, per evitare che il recente adeguamento dell'onere fiscale sulle famiglie determini pressioni sul bilancio e per assicurare che il disavanzo statale raggiunga nel 1999 l'obiettivo del 2 % del PIL;

- per gli esercizi successivi al 1999 il governo austriaco deve fare del suo meglio per conseguire in misura integrale, come in passato, gli obiettivi di bilancio indicati nel piano di stabilità e per assicurare il proseguire della tendenza al ribasso del tasso di debito pubblico;

- il considerevole sgravio fiscale introdotto di recente con la riforma del sistema tributario risulta molto opportuno, ma, per non compromettere l'obiettivo di un'ulteriore riduzione del disavanzo dal 2000 in poi, saranno necessari risparmi considerevoli sul fronte delle spese.

Mercati dei prodotti e dei capitali

ln Austria sono stati adottati vari provvedimenti intesi a promuovere la concorrenza e l'imprenditorialità. Nondimeno, sono necessari ulteriori provvedimenti in settori specifici:

- nei settori dei trasporti e degli appalti pubblici si deve accelerare il recepimento nel diritto nazionale austriaco delle direttive riguardanti il mercato unico;

- la legge austriaca sulle intese (che risale al 1988) non è conforme al diritto comunitario. Il governo austriaco intende modificare la legge attuale e istituire un Ufficio per le Intese indipendente. Queste riforme vanno attuate al più presto;

- si deve proseguire nella riforma dei servizi pubblici e si deve accelerare il processo di deregulation delle infrastrutture;

- pur apprezzando la recente liberalizzazione degli orari di apertura dei negozi, dovrebbero essere prese in considerazione ulteriori misure;

- l'Austria deve proseguire nelle sue recenti iniziative intese a semplificare le procedure per l'avvio di nuove imprese, quale per esempio lo sviluppo degli sportelli unici ("one-stop shops"), ampliandole in modo da comprendervi tutte le procedure di registrazione;

- sono necessari provvedimenti per sviluppare il mercato dei capitali di rischio.

- si invita il governo a realizzare l'obiettivo che si è prefisso di aumentare le spese di ricerca e sviluppo al 2,5 % del PIL entro il 2005, tra l'altro incrementando gli sgravi fiscali.

Mercato del lavoro

Un elemento cruciale per spiegare il tasso relativamente elevato di occupazione e le percentuali relativamente basse di disoccupazione che si riscontrano in Austria è il metodo tradizionale di consenso tra le parti sociali, che contribuisce ad attenuare gli effetti dei cicli economici sul mercato del lavoro ed anche ad adeguare a posteriori gli accordi salariali che risultino dannosi ai fini della crescita. Un punto debole è il basso tasso di attività e la crescente disoccupazione tra i lavoratori più anziani. Di conseguenza, nelle riforma ci si deve incentrare in particolare sui seguenti elementi:

- il piano nazionale 1998 di azione a favore dell'occupazione costituisce un ulteriore progresso verso un approccio più attivo al mercato del lavoro, sostenuto da un ingente incremento delle risorse di bilancio. Nel nuovo piano nazionale d'azione per il 1999 si deve chiarire come conseguire gli obiettivi prefissi;

- il fatto che risulti difficile mantenere in attività i lavoratori più anziani suggerisce in particolare la necessità di riconsiderare la revisione del contesto generale mediante le seguenti misure: miglioramento degli incentivi al lavoro, modernizzazione dell'organizzazione del lavoro e riesame delle condizioni di pensionamento anticipato;

- speciale attenzione va dedicata ai lavoratori poco qualificati e con basse retribuzioni, poiché di recente è in aumento la percentuale da essi rappresentata sul totale dei disoccupati;

- le recenti riforme intese ad incoraggiare il lavoro a tempo parziale e ad accrescere la flessibilità degli orari di lavoro nel corso dell'anno (annualizzazione dell'orario lavorativo) dovrebbero risultare benefiche per il mercato del lavoro in Austria, la cui situazione è già favorevole rispetto a quella della maggior parte degli altri paesi dell'UE.

12. Portogallo

La crescita economica in Portogallo, anche se probabilmente rallenterà nel 1999, resta vicina al tasso tendenziale, il che dovrebbe consentire un ulteriore calo della disoccupazione.

Politica di bilancio

Si deve dedicare attenzione primaria ai seguenti elementi:

- nel 1999, per il disavanzo statale si deve assicurare il pieno conseguimento dell'obiettivo del 2,0 % del PIL. Le favorevoli condizioni di crescita economica ed i risultati del bilancio 1998 potrebbero servire per ridurre ancor più il disavanzo. A ciò potrebbe contribuire anche la riduzione del tasso d'interesse sul debito;

- nell'esecuzione del bilancio si deve rivolgere maggiore attenzione alle spese primarie correnti, specialmente nel settore sanitario e nelle retribuzioni del settore pubblico, per ottenere un efficace e permanente riequilibrio del bilancio. Se si palesassero segni di surriscaldamento, sarà necessario un inasprimento fiscale;

- per migliorare il controllo sul bilancio e l'efficienza in materia di spese è necessario attuare in tempi brevi le riforme strutturali aventi incidenza diretta sul bilancio descritte nel piano di stabilità (l'uniformazione dei sistemi contabili e la programmazione pluriennale delle spese correnti);

- ove risulti possibile e necessario, si dovrà far fronte alle tendenze demografiche senza accrescere troppo l'onere fiscale sul lavoro, intensificando l'introduzione di partnership tra i settori pubblico e privato nei regimi di assicurazione malattia, come già si riscontra in qualche caso in Portogallo, e riesaminando i criteri di ammissibilità alle pensioni.

Mercati dei prodotti e dei capitali

Lo sviluppo dell'integrazione economica ha contribuito a migliorare il funzionamento dei mercati dei prodotti in Portogallo. Nondimeno, sono necessari altri provvedimenti in settori specifici:

- il Portogallo ha proceduto con relativa lentezza all'attuazione della normativa riguardante il mercato unico. Sono necessari provvedimenti per migliorare tale situazione, specialmente nei settori degli appalti pubblici, delle telecomunicazioni e dei trasporti;

- il livello di aiuti statali, escluso il settore agricolo, è relativamente basso, ma tuttora una percentuale considerevole degli aiuti è destinata alla ristrutturazione ed a provvedimenti a favore di settori specifici. È quindi necessario ridurre la quota di questi aiuti;

- si stanno riesaminando le leggi antitrust per renderle conformi alla normativa UE. Questa riforma giuridica in materia di concorrenza va attuata al più presto;

- si deve proseguire nella liberalizzazione delle industrie di rete, che procede in generale secondo quanto previsto nella normativa comunitaria;

- nel settore della distribuzione al minuto è stato riscontrato un problema dovuto all'eccessiva concentrazione. Le leggi sulla concorrenza sono state rafforzate per contrastare gli abusi; tuttavia, la legge che limita le licenze per le grandi superfici commerciali potrebbe non essere la soluzione più appropriata;

- le formalità amministrative previste per costituire una società sono complesse e possono richiedere tempi molto lunghi: il governo portoghese dovrebbe sviluppare la rete nazionale dei centri di supporto giuridico-amministrativo per le imprese, creata nel 1998, nonché i centri polifunzionali dei servizi amministrativi ("Loja do cidadão") che rafforzeranno la strategia di semplificazione e accelerazione delle procedure;

- si deve cercare di sviluppare un mercato dei capitali di rischio e di potenziare le attività innovatrici.

Mercato del lavoro

Benché il rispetto alla media UE il tasso generale di disoccupazione sia ampiamente inferiore, il tasso di disoccupazione di lunga durata nonché la percentuale della disoccupazione tra i lavoratori non qualificati sono relativamente elevati. Considerate da un lato tale situazione e dall'altro la ristrutturazione dell'economia portoghese ora in corso, nel piano nazionale 1998 di azione a favore dell'occupazione sono previsti potenziamenti nei settori dell'istruzione e della formazione e un migliore coordinamento tra questi due sistemi. Di conseguenza, nelle riforme si deve rivolgere particolare attenzione ai seguenti elementi:

- i provvedimenti intesi a migliorare l'istruzione e la formazione vanno corredati da un adeguato regime di prestazioni, per assicurare gli opportuni incentivi a partecipare a questi provvedimenti di attivazione e ad accettare le offerte di lavoro;

- negli ultimi anni si è data attuazione a varie leggi volte a migliorare l'efficienza del mercato del lavoro, comprese l'attenuazione delle norme in materia di licenziamenti e di assunzioni e l'introduzione di una maggiore flessibilità negli orari di lavoro. È opportuno proseguire in tale politica, per migliorare la flessibilità del mercato del lavoro.

13. Finlandia

Dopo vari anni di rapida crescita dell'economia finlandese, nel 1999 è previsto un rallentamento, ma dovrebbe proseguire il calo della disoccupazione.

Politica di bilancio

Si deve dedicare attenzione primaria ai seguenti elementi:

- pur tenendo conto dell'incidenza del ciclo economico, si dovrebbe ancora aumentare l'avanzo pubblico per far fronte al rapido invecchiamento demografico e alla pressione finanziaria che questo fenomeno eserciterà sul regime di sicurezza sociale;

- la priorità va attribuita alla riduzione del disavanzo statale, che non risulta ancora in equilibrio; pure necessario è ridurre il tasso del debito pubblico;

- l'ulteriore riequilibrio del bilancio va basato su un taglio delle spese pubbliche (come percentuale del PIL), il che darebbe adito anche alla necessaria riduzione del pesante onere fiscale, allo scopo principale di favorire la creazione di posti di lavoro;

- nel piano di stabilità sono previsti massimali annui per le spese pubbliche. Per il 2000-2002 tali massimali non sono vincolanti, ma dovrebbero essere rispettati attentamente nelle relative leggi finanziarie.

Mercati dei prodotti e dei capitali

Le riforme strutturali hanno registrato grandi progressi in Finlandia. Tuttavia, persistono problemi di concorrenza in settori protetti. Ulteriori provvedimenti sono necessari in settori specifici:

- anche se si è proceduto recentemente a grandi riforme intese ad ampliare i poteri dell'autorità preposta alla concorrenza, è tuttavia necessario attribuire alle autorità nazionali la facoltà di applicare gli articoli 85 (intese) e 86 (abuso di posizione dominante) del trattato CE;

- considerate le dimensioni relativamente ampie del settore pubblico finlandese, è necessario uno stretto controllo dei settori dei servizi nei quali le imprese private e gli enti pubblici si trovano in concorrenza. Si devono proseguire le iniziative già in atto volte a costituire un ambiente concorrenziale nei suddetti settori.

Mercato del lavoro

Rispetto alla media europea, in Finlandia risultano superiori entrambi i tassi di occupazione e di disoccupazione. Molto basso è il livello di presenza sul mercato del lavoro dei lavoratori più anziani. Nel piano nazionale 1998 di azione a favore dell'occupazione figurano azioni al tempo stesso di prevenzione e di risanamento, il che riduce il numero di disoccupati e aumenta il tasso di occupazione. Il governo finlandese, consapevole dei problemi d'incentivazione del regime dei benefici fiscali, per migliorare la situazione ha adottato varie iniziative, che hanno avuto un moderato successo. Di conseguenza, nelle riforme si deve dedicare particolare attenzione ai seguenti elementi:

- per migliorare l'impatto occupazionale della crescita, i provvedimenti vanno mirati verso una riduzione dell'onere fiscale globale sul lavoro;

- i regimi di prestazioni e di assistenza sociale vanno riesaminati nell'intento di accrescere la disponibilità di posti di lavoro, rendendo più efficace la ricerca di un lavoro e garantendo incentivi sufficienti per indurre ad accettare le offerte di lavoro;

- dati gli effetti dell'invecchiamento demografico sulla futura offerta di manodopera, è necessario prevedere norme più rigorose per i regimi pensionistici, riesaminando le condizioni di accesso al pensionamento anticipato.

14. Svezia

Nel 1999 è probabile in Svezia un rallentamento della crescita economica, ma si prevede un ulteriore calo progressivo della disoccupazione.

Politica di bilancio

Si deve dedicare attenzione primaria ai seguenti elementi:

- il governo deve attenersi alle politiche da esso stesso enunciate, poiché queste mirano a conseguire gli obiettivi di bilancio di un aumento dell'avanzo pubblico;

- il governo deve assicurare il continuo rigoroso controllo delle spese, dal quale dipendono in grande misura le previsioni finanziarie;

- poiché in Svezia l'onere fiscale è molto gravoso, il governo deve studiare come ridurre tale carico assicurando al tempo stesso il conseguimento degli obiettivi di bilancio.

Mercati dei prodotti e dei capitali

In Svezia le riforme dei mercati delle merci e dei capitali hanno registrato un buon successo; nondimeno, sono necessari ulteriori provvedimenti in settori specifici:

- nei settori delle costruzioni e della distribuzione all'ingrosso e al minuto si riscontrano problemi di concorrenza (prezzi elevati e alti tassi di concentrazione). Si devono adottare provvedimenti per migliorare tale situazione: all'autorità svedese preposta alla concorrenza si deve conferire la facoltà di applicare gli articoli 85 (intese) e 86 (abuso di posizione dominante) del trattato CE;

- in Svezia il settore pubblico è relativamente ampio: risultano quindi particolarmente opportune le iniziative governative intese a migliorare l'efficienza;

- la Svezia è uno degli Stati membri che hanno intrapreso le più ampie riforme per la liberalizzazione delle infrastrutture all'interno dell'Unione. Nonostante i tentativi di assicurare la parità tra i diversi fornitori, è necessario fare di più per evitare che le imprese dominanti rappresentino una potenziale minaccia per l'efficienza del mercato. Si devono prevedere altri provvedimenti per accrescere la concorrenza e per promuovere l'accesso di nuovi imprenditori in questi settori;

- la normativa che limita il numero di empori riduce la concorrenza nel settore della distribuzione al minuto.

Mercato del lavoro

Il tasso complessivo di occupazione ha registrato un continuo calo negli anni Novanta a causa dell'indebolirsi dell'attività economica, mostrando tuttavia qualche segno di ripresa nel 1998 e rimanendo pur sempre uno dei tassi di occupazione più elevati dell'UE. Per le donne, l'occupazione s'incentra in un numero limitato di settori, specialmente la sanità ed i servizi sociali. Per i tassi di occupazione delle donne e di lavoro a tempo parziale la Svezia si situa al di sopra delle medie UE. Nel 1998 il tasso di disoccupazione era inferiore alla media UE. A giusto titolo, nella sua politica del mercato del lavoro la Svezia dà rilievo agli investimenti nel capitale umano, tramite la formazione al lavoro e lo sviluppo delle qualifiche sul posto di lavoro. Rilievo si è dato anche a misure attive, che peraltro si sono rivelate meno efficaci nei periodi di grave disoccupazione. Di conseguenza, le riforme devono incentrarsi in particolare sui seguenti elementi:

- vanno incoraggiati i programmi del governo volti a promuovere la creazione di posti di lavoro nelle imprese private e a ridurre il numero totale di lavoratori beneficiari di piani a favore del lavoro, focalizzando allo stesso tempo i programmi con maggiore precisione ed aumentando la percentuale dei partecipanti a corsi di formazione professionale;

- considerati i disincentivi derivanti dall'elevatissimo onere fiscale sul lavoro, in particolare sulle retribuzioni basse e medie, combinati a generose prestazioni sociali, va giudicato favorevolmente l'obiettivo del governo di servirsi del margine di manovra offerto dal bilancio per ridurre l'imposizione fiscale sul lavoro, dando la priorità ai lavoratori della fascia retributiva bassa e media;

- allo scopo di rafforzare e di equilibrare le iniziative in materia fiscale e nel contesto dei programmi di attivazione, si devono riesaminare i regimi di prestazioni e di assistenza, per chiarire i criteri di ammissibilità, rendere gradualmente più severi gli obblighi dei disoccupati, rafforzare la supervisione dell'amministrazione e assicurare incentivi sufficienti per indurre ad accettare le offerte di lavoro.

15. Regno Unito

Nel 1999 è probabile che la crescita economica nel Regno Unito subirà un rallentamento, registrando valori al di sotto del tasso tendenziale.

Politica di bilancio

Si deve dedicare attenzione primaria ai seguenti elementi:

- è necessario attenersi strettamente ai programmi di spesa annunciati, così da rispettare le regole del governo in materia di bilancio: in media lungo il ciclo, contrarre prestiti solo a scopo d'investimento e non per finanziare le spese correnti e mantenere il tasso del debito pubblico a un livello stabile e prudente. In tal modo sarà possibile conseguire l'obiettivo a medio termine di pubbliche finanze vicine all'equilibrio secondo le proiezioni di bilancio per gli esercizi 1999/2000;

- se vi siano segni di un deteriorarsi dell'equilibrio del bilancio pubblico non giustificato da motivi inerenti al ciclo economico, il governo dovrà procedere con prontezza a interventi correttivi.

Mercati dei prodotti e dei capitali

Sin dagli anni Ottanta il Regno Unito ha avviato importanti riforme dei suoi mercati dei prodotti. Nondimeno, persistono aree di debolezza sotto il profilo della competitività. Di conseguenza, sono necessari ulteriori provvedimenti in settori specifici:

- benché nel Regno Unito si riscontrino risultati relativamente positivi per quanto riguarda il recepimento delle direttive inerenti al mercato unico, negli ultimi tempi i progressi sono stati scarsi e risultano necessarie ulteriori azioni, in particolare nel settore dei trasporti;

- in materia di politica della concorrenza, una nuova normativa rafforzerà i poteri dell'Ufficio per l'equità negli scambi ("Office of Fair Trading"). Si deve perseguire con rigore l'attuazione di tali riforme;

- la trasformazione delle piccole imprese in imprese più grandi e le spese per l'innovazione e per la R& S (specialmente da parte delle PMI) sono relativamente limitate nel Regno Unito: questo paese dispone di un mercato dei capitali di rischio molto sviluppato, ma solo una piccola percentuale di tali finanziamenti vanno alle imprese ancora in fase di avviamento. Le modifiche fiscali strutturali introdotte dal governo a favore delle PMI e la riforma delle leggi sull'insolvenza e sulla bancarotta dovrebbero contribuire a sanare tale situazione.

Mercato del lavoro

Le riforme del mercato del lavoro perseguite negli ultimi anni hanno contribuito in grande misura a migliorare l'occupazione e ad alleviare la disoccupazione nel Regno Unito: il tasso di occupazione di questo paese, 71 %, è uno dei più alti nell'UE e il tasso di disoccupazione si è ridotto da oltre il 10 % nel 1992 a circa il 6 % nel 1998. Le iniziative "New Deal" (nuovo accordo) e "Welfare to Work" (dall'assistenza al lavoro) dovrebbero migliorare la situazione per le categorie dei giovani disoccupati e degli adulti disoccupati da lungo tempo, inducendo inoltre a destinare gli investimenti nell'istruzione. Di conseguenza, nelle riforme ci si deve incentrare in particolare sui seguenti elementi:

- nel piano nazionale 1998 di azione a favore dell'occupazione viene attribuita particolare importanza a una politica attiva del mercato del lavoro, ma ciò va corredato con provvedimenti continui intesi a ridurre i tassi effettivi d'imposizione fiscale marginale sui lavoratori della fascia retributiva bassa;

- sono previsti o sono stati avviati di recente nuovi provvedimenti per tener conto delle differenze regionali in materia di disoccupazione e per affrontare il tema dell'inclusione sociale. In tale contesto, dovrebbe rivelarsi utile la piena attuazione delle nuove iniziative riguardanti il lavoro autonomo a livello locale e la promozione di iniziative sostenibili per la custodia dei bambini. Resta da vedere se saranno necessarie altre azioni improntate su tali programmi.

Fatto a Bruxelles, addì 12 luglio 1999.

Per il Consiglio

Il Presidente

S. NIINISTÖ

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