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Document 52007IE1704

Parere del Comitato economico e sociale europeo sul tema Le prospettive dell'agricoltura nelle aree con svantaggi naturali specifici (regioni montane, insulari e ultraperiferiche)

GU C 120 del 16.5.2008, p. 47–48 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

16.5.2008   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 120/47


Parere del Comitato economico e sociale europeo sul tema Le prospettive dell'agricoltura nelle aree con svantaggi naturali specifici (regioni montane, insulari e ultraperiferiche)

(2008/C 120/11)

Il Comitato economico e sociale europeo, in data 27 settembre 2007, ha deciso, conformemente al disposto dell'articolo 29, lettera A), delle Modalità di applicazione del suo Regolamento interno, di elaborare un parere sul tema:

Le prospettive dell'agricoltura nelle aree con svantaggi naturali specifici (regioni montane, insulari e ultraperiferiche)

La sezione specializzata Agricoltura, sviluppo rurale, ambiente, incaricata di preparare i lavori del Comitato in materia, ha formulato il proprio parere in data 27 novembre 2007, sulla base del progetto predisposto dal relatore BROS.

Il Comitato economico e sociale europeo, in data 12 dicembre 2007, nel corso della 440a sessione plenaria, ha adottato il seguente parere con 127 voti favorevoli, 1 voto contrario e 6 astensioni.

1.   Conclusioni e raccomandazioni

1.1.

Il 13 settembre 2006 il Comitato economico e sociale europeo (CESE) ha adottato un parere di iniziativa sul tema Le prospettive dell'agricoltura nelle aree con svantaggi naturali specifici (regioni montane, insulari e ultraperiferiche)  (1).

1.1.1.

Il suddetto parere dedica l'intero capitolo 4 alle problematiche delle regioni montane, sottolineando fra l'altro la necessità di:

definire una politica comunitaria specifica per le zone di montagna,

elaborare una definizione armonizzata all'interno dell'Unione europea,

privilegiare le zone montane nell'assegnazione di finanziamenti nell'ambito del secondo pilastro,

consolidare le misure in materia di indennizzi a favore degli agricoltori montani,

integrare fra loro la politica agricola e quella regionale ai fini di un impatto più positivo sui territori montani.

1.2.

Il 7 dicembre 2006 il Presidente della Commissione europea José Manuel BARROSO, in una sessione di dialogo politico tenutasi alla conclusione della sessione plenaria del Comitato delle regioni, si è detto favorevole all'elaborazione di un Libro verde sulle future politiche per le regioni montane.

1.3.

Per poter prendere posizione sulla necessità o meno di realizzare il suddetto Libro verde, il CESE ha ritenuto opportuno elaborare un supplemento di parere.

1.4.

I cittadini europei beneficiano di molti beni pubblici ed economici nonché di numerosi servizi forniti dalle regioni di montagna, fra cui:

la riduzione dei rischi naturali (di cui beneficiano sia gli abitanti delle zone di montagna che gli abitanti di altre zone, ad esempio grazie alla protezione fornita ai corridoi di trasporto),

grandi spazi per il tempo libero e per il turismo (essenziali per i cittadini di un continente urbanizzato come l'Europa e per la sua competitività),

una grande biodiversità,

riserve di acqua uniche al mondo,

prodotti, soprattutto alimentari, di qualità.

1.5.

La produzione di questi beni e servizi è compromessa se le zone montane non sono gestite in modo appropriato dai loro stessi abitanti.

1.6.

Oggi e in futuro sarà necessario fare fronte a nuove, grandi sfide, quali l'esacerbarsi della concorrenza, la transizione demografica, il cambiamento climatico, ecc. Sebbene tali sfide interessino tutti i territori, il loro impatto si fa sentire ancora di più nelle zone montane, richiedendo quindi l'individuazione di risposte specifiche.

1.7.

La maggior parte delle politiche attuate nelle regioni montane sono però politiche settoriali, spesso decise altrove e senza che sia prestata un'attenzione adeguata alla specificità di queste regioni. Le politiche pubbliche dedicate alla montagna mostrano inoltre una certa tendenza ad appiattirsi, a venire estese ad altri territori e a perdere di specificità. Allo stesso tempo le politiche nazionali ed europee fanno sempre più leva sui vantaggi comparati dei territori, che si vogliono promuovere o sviluppare.

1.8.

Nonostante l'importanza che rivestono a livello europeo, le regioni montane sono soggette ad essere relegate in una posizione marginale nel contesto delle politiche europee e a vedere gravemente misconosciuto il considerevole potenziale che hanno, grazie soprattutto ai loro approcci innovativi, per contribuire alla crescita dell'Europa e all'arricchimento della sua diversità.

1.9.

In considerazione di ciò, il CESE si esprime a favore di un approccio politico ben più coerente e molto meglio integrato: lo sviluppo sostenibile delle regioni montane necessita di un approccio trasversale e territoriale.

1.10.

Un Libro verde europeo sulle future politiche relative alle regioni montane consentirebbe di razionalizzare e consolidare le politiche e le iniziative esistenti a livello europeo al fine di renderle più efficaci nel contesto specifico delle zone montane. Come evidenziato nel presente parere, ciò vale soprattutto per l'agricoltura delle zone montane. Nella maggior parte delle aree montane dell'UE, infatti, l'agricoltura è la base su cui poggiano le altre attività socioeconomiche, agroindustriali e turistiche, ecc., nonché la capacità dei territori di attrarre persone e attività. La politica agricola comune riveste quindi un ruolo di massima importanza e deve essere integrata nel bilancio delle politiche europee destinate alle regioni montane proposto dal Libro verde.

1.11.

Il CESE chiede pertanto che il Libro verde sulle future politiche europee per le regioni montane sia inserito quanto prima nel programma di lavoro della Commissione europea onde poter perseguire i seguenti obiettivi: precisare le tematiche di importanza strategica per le zone montane nei diversi Stati membri; chiarire e coordinare il ruolo dei diversi livelli di potere e settori dell'economia; consolidare i dati statistici specifici su cui poggiano le politiche in queste regioni; esaminare, alla luce degli obiettivi strategici definiti dall'Unione europea, le politiche di accompagnamento e sostegno da attuare nei suddetti territori; proporre, infine, delle prospettive per lo sviluppo delle politiche pubbliche nazionali ed europee.

1.12.

Favorendo la valorizzazione dei vantaggi comparativi delle zone montane, il Libro verde sulle future politiche per le regioni montane andrà inoltre a collocarsi nel contesto della rinnovata strategia di Lisbona e della strategia di Göteborg. Esso contribuirà così a raggiungere gli obiettivi della crescita e dell'occupazione e aiuterà l'economia europea a divenire nei prossimi anni un'economia della conoscenza con maggiore competitività sullo scacchiere mondiale. Le regioni montane possono apportare un contributo significativo a tutta l'Unione ed è importante che in futuro il loro potenziale d'innovazione e di crescita sia messo pienamente a frutto.

1.13.

Nella sessione plenaria del CESE dell'11 e 12 luglio 2007, Danuta HÜBNER, commissaria europea per la politica regionale, ha ricordato l'Agenda territoriale dell'UE, annunciando per il 2008 una relazione sulla coesione territoriale che studierà l'impatto che le grandi sfide future avranno sul territorio nonché i modi migliori per affrontarle. Il CESE chiede che, sia nella definizione attualmente in corso della politica di coesione dell'UE che nell'attuazione dell'Agenda territoriale, si tenga conto in modo adeguato delle specificità territoriali delle regioni montane, insieme a quelle delle regioni insulari e ultraperiferiche.

Bruxelles, 12 dicembre 2007.

Il presidente

del Comitato economico e sociale europeo

Dimitris DIMITRIADIS


(1)  GU C 318 del 23.12.2006, pag. 93.


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