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Document 52011DC0666

COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO E AL CONSIGLIO Strategia di allargamento e sfide principali per il periodo 2011-2012

/* COM/2011/0666 definitivo */

52011DC0666

COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO E AL CONSIGLIO Strategia di allargamento e sfide principali per il periodo 2011-2012 /* COM/2011/0666 definitivo */


COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO E AL CONSIGLIO

Strategia di allargamento e sfide principali per il periodo 2011-2012

1. Introduzione

Il processo di allargamento dell'Unione europea è entrato in una nuova fase. Il completamento dei negoziati di adesione con la Croazia, che apre la strada all'ingresso del paese nell'UE nel primo semestre del 2013, conferma la linea politica adottata all'indomani dei conflitti degli anni '90 che hanno devastato i Balcani, una politica mirata ad assicurare la pace, la stabilità, la democrazia e in ultima istanza l'adesione dell'intera regione all'Unione. Ulteriore riprova del potere di trasformazione della politica di allargamento dell'UE, l'esito dei negoziati dà nuovo slancio al processo di riforma in tutti i paesi interessati.

La politica di allargamento, sancita dal trattato sull'Unione europea[1], è la risposta alle legittime aspirazioni dei popoli del nostro continente di unirsi nello sforzo di unificare l'Europa. Nell'ultimo decennio l'integrazione dei paesi d'Europa centrale e orientale ha dimostrato che l'allargamento è vantaggioso per l'Unione nel suo insieme, che si trova così meglio posizionata per far fronte alle sfide mondiali.

La politica di allargamento si è rivelata un potente strumento di trasformazione sociale. Le riforme democratiche ed economiche stimolate dall'adesione hanno prodotto cambiamenti fenomenali nei paesi già membri all'UE e in quelli che sono sulla strada dell'adesione. Il processo di adesione deve il suo successo alle tre parole d'ordine: impegno, condizionalità e credibilità.

Alla base della strategia di allargamento dell'UE vi sono il consenso rinnovato sull'allargamento, approvato dal Consiglio europeo a dicembre 2006 e fondato sul consolidamento degli impegni, su condizioni eque e rigorose e su una buona comunicazione con il pubblico, e la capacità dell'Unione di ricevere nuovi membri.

La politica di allargamento consente all'Unione di estendere l'area di pace, stabilità, democrazia e prosperità, nozioni che hanno acquisito nuova centralità alla luce dei recenti sviluppi:

- i tragici eventi a Sud del Mediterraneo e in Medio Oriente, e la fragilità delle realtà che da essi sono scaturite, sottolineano l'importanza del polo di stabilità e democrazia rappresentato dell'Europa sud-orientale, solidamente ancorata al processo di allargamento dell'Unione;

- la crisi finanziaria mondiale e le attuali difficoltà dell'eurozona sottolineano l'interdipendenza delle economie nazionali, sia all'interno dell'Unione che oltre i suoi confini. Questi eventi illustrano quanto sia importante consolidare ulteriormente la stabilità economica e finanziaria e sostenere la crescita, anche nei paesi dell'allargamento. Il processo di allargamento si rivela un potente strumento a questo scopo.

Dall'adozione dell'ultimo pacchetto allargamento, i Balcani occidentali hanno registrato ulteriori sviluppi positivi. L'arresto e il deferimento al Tribunale penale internazionale per l’ex Iugoslavia (ICTY) di Ratko Mladić e Goran Hadžić hanno rimosso il principale ostacolo sul cammino europeo della Serbia, segnando una tappa importante verso la riconciliazione. Il dialogo intavolato tra Belgrado e Pristina, mirante tra le altre cose a compiere progressi nel cammino verso l'UE, sta già dando i primi frutti. In quasi tutti i paesi dell'allargamento si segnalano progressi nelle riforme connesse all'Unione. L'esenzione dal visto è stata concessa ai cittadini di altri due paesi dei Balcani occidentali: Albania e Bosnia-Erzegovina.

Tuttavia in una serie di paesi sono state rimandate riforme importanti, spesso a seguito di sviluppi politici o conflitti interni. Ritardi e blocchi particolarmente gravi si sono verificati in Bosnia-Erzegovina e in Albania. In molti paesi il buon governo, lo Stato di diritto, la capacità amministrativa, la disoccupazione e la riforma economica e sociale rimangono sfide fondamentali. Si è assistito ad una serie di sviluppi preoccupanti per quanto riguarda la libertà di espressione dei media. Sul Kosovo[2] e sulla regione continuano ad incidere negativamente i disaccordi relativi allo status. I recenti avvenimenti nel Kosovo settentrionale suscitano grande apprensione e la denominazione dell'ex Repubblica iugoslava di Macedonia resta una questione pendente.

Nell'ultimo anno l'Islanda è andata avanti nel processo di adesione. I progressi dei negoziati sono dovuti all'elevato livello di integrazione dell'Islanda in termini strutturali, al fatto che l'Islanda è una democrazia di lunga data, alla sua partecipazione allo Spazio economico europeo e allo spazio Schengen e all'alto profilo della sua pubblica amministrazione.

In Turchia il processo di adesione rimane l'ambito più efficace per promuovere le riforme connesse all'UE, per sviluppare il dialogo sulle questioni di politica estera e di sicurezza, per intensificare la competitività economica e per diversificare le fonti di approvvigionamento energetico. Nell'ambito dei negoziati di adesione, per oltre un anno non è stato purtroppo possibile aprire un nuovo capitolo negoziale e bisogna rilanciare le relazioni con la Turchia su una nuova base costruttiva che tenga conto di tappe concrete nei settori di comune interesse.

La prossima adesione della Croazia dimostra in che misura il processo di allargamento sia concepito in modo da massimizzarne gli effetti di trasformazione nei paesi interessati. Nel 2006 il consenso rinnovato sull'allargamento ha apportato miglioramenti al processo che sono stati messi in pratica con la Croazia dimostrando la loro validità. I negoziati in corso e futuri con gli altri paesi dell'allargamento dovrebbero fare tesoro di questa esperienza. Soprattutto capitoli negoziali difficili, come quelli su sistema giudiziario e diritti fondamentali e su giustizia, libertà e sicurezza, andrebbero affrontati quanto prima possibile per lasciare al paese interessato il tempo sufficiente per costruire il necessario track record delle riforme.

L'adesione della Croazia segnerà una tappa importante del progetto storico di inglobare i Balcani occidentali nell'Unione europea. L'UE ha puntualmente sostenuto il carattere inclusivo della sua linea politica nei confronti dei Balcani occidentali, a cominciare dall'"approccio regionale" a metà degli anni '90 e, in modo più determinante, attraverso il processo di stabilizzazione e associazione avviato nel 1999 e il vertice di Salonicco del 2003 che ha ribadito il futuro dei Balcani occidentali all'interno dell'Unione. L'intento non è tracciare uno spartiacque attraverso i Balcani ma piuttosto incentivare e catalizzare il resto della regione perché acceleri il percorso verso l'Unione. Nell'ottica degli impegni dell'UE, e alla luce del carattere storico e geografico della regione, l'opera rimarrà incompiuta fino a quando i Balcani occidentali non saranno integralmente inglobati, una volta soddisfatte le condizioni stabilite.

Dati questi presupposti, la Commissione rimane fortemente ancorata al principio secondo il quale ogni paese sarà valutato in base ai propri meriti. Il ritmo di avanzamento di ciascun paese verso l'adesione dipende in larga misura dalla sua capacità di rispettare i criteri e le condizioni stabilite.

Il successo dell'esperienza croata è un messaggio forte rivolto agli altri paesi dell'allargamento:

· quando le condizioni risultano raggiunte, l'Unione tiene fede ai propri impegni;

· l'adesione pone criteri e condizioni rigorosi il cui rispetto viene monitorato in modo sempre più attento. Più che ostacolare il processo, questa caratteristica fa sì che lo Stato candidato raggiunga un più alto grado di preparazione, il che, ad adesione avvenuta, avvantaggia non solo il paese stesso ma l'intera Unione;

· le controversie bilaterali tra paesi vicini possono e devono essere risolte tramite il dialogo e il compromesso, nel rispetto dei principi posti.

Continuare a garantire la credibilità del processo di allargamento è un elemento importante per il progresso delle riforme nei paesi dell'allargamento e per ottenere il sostegno degli Stati membri. Gli sviluppi dell'ultimo anno confermano che risultati tangibili nel percorso verso l'Unione sono realizzabili anche prima dell'adesione, nel rispetto delle rispettive condizioni. Le raccomandazioni che la Commissione formula nella presente comunicazione per passare alle prossime fasi del processo di adesione e l'estensione dell'esenzione dal visto a Albania e Bosnia-Erzegovina ne sono un esempio eloquente. Quando invece la volontà e l'impegno politico per realizzare risultati concreti vengono a mancare o sono insufficienti, il processo di adesione rallenta o rischia di stagnare.

La presente comunicazione valuta lo stato attuale del programma di allargamento dell'Unione che interessa i Balcani occidentali, la Turchia e l'Islanda. Sulla base dell'allegata analisi approfondita della situazione nazionale[3], la comunicazione rende conto di quanto realizzato da ciascun paese nel prepararsi all'adesione e a che punto è oggi, ne valuta le prospettive per i prossimi anni e formula a tal fine una serie di raccomandazioni. Come in passato, viene prestata particolare attenzione ad una serie di sfide fondamentali.

2. Sfide principali

2.1. Un'attenzione maggiore al potenziamento dello Stato di diritto e alla riforma della pubblica amministrazione

Il potenziamento dello Stato di diritto si conferma una sfida di calibro e una condizione essenziale per i paesi che si muovono verso l'adesione all'UE. Negli ultimi anni queste questioni sono state oggetto di maggiore attenzione in tutte le fasi del processo di adesione, in linea con il consenso rinnovato sull'allargamento.

L'enfasi sullo Stato di diritto ha fatto sì che questi temi fossero presi ampiamente in considerazione nei negoziati di adesione con la Croazia, soprattutto nell'ambito dei capitoli negoziali sul sistema giudiziario e i diritti fondamentali e su giustizia, libertà e sicurezza. L'importanza assegnata alle questioni inerenti lo Stato di diritto nel contesto delle principali priorità poste come condizione all'avvio dei negoziati di adesione con Albania e Montenegro è un ulteriore esempio di come questo settore possa acquisire centralità prima dell'avvio dei negoziati veri e propri.

L'esperienza acquisita nell'ambito dei negoziati di adesione con la Croazia verrà messa a frutto nei negoziati in corso e futuri con altri paesi. A tal fine la Commissione proporrà un nuovo approccio per le questioni connesse al sistema giudiziario e i diritti fondamentali e a giustizia e affari interni: data la necessità di stabilire track record convincenti, le suddette questioni andranno abbordate in una prima fase del processo di adesione e i capitoli corrispondenti dovranno essere aperti conseguentemente, sulla base di piani d'azione. La Commissione renderà regolarmente conto, in tutte le fasi del processo, dei progressi riguardanti questi due settori e le tappe dei piani d'azione, proponendo eventualmente le necessarie misure correttive. Il processo si avvarrà dei fondi IPA.

Nell'ambito del processo di preadesione, la Commissione incoraggia i paesi a creare sistemi giudiziari indipendenti e efficienti e a risolvere le carenze esistenti. In tal senso la Croazia ha potenziato il sistema di nomina dei giudici, la Serbia ha varato un riesame della procedura di riconferma di giudici e pubblici ministeri, il Montenegro ha avviato una revisione delle principali norme costituzionali e disposizioni di legge sul sistema giudiziario e il Kosovo ha portato a termine il processo di riconferma di giudici e pubblici ministeri.

La lotta alla corruzione è una delle sfide principali dello Stato di diritto nella maggior parte dei paesi dell'allargamento. La corruzione rimane un problema serio, che incide non solo sulla vita dei cittadini in settori vitali quali sanità e istruzione, ma si ripercuote anche pesantemente sugli investimenti e sull'attività produttiva, con effetti negativi sul bilancio dello Stato, specie per quanto riguarda gli appalti pubblici e le privatizzazioni. Da qualche anno la Commissione presta particolare attenzione alla lotta contro la corruzione nei paesi dell'allargamento.

L'importante esperienza acquisita con i paesi dell'allargamento ha permesso all'Unione di sviluppare un proprio approccio alla lotta anticorruzione in diversi ambiti di intervento, sia interni che esterni[4]. La Commissione, che sta mettendo a punto un meccanismo di monitoraggio anticorruzione per gli Stati membri, intende continuare a dare massima priorità al monitoraggio delle politiche di lotta alla corruzione nei paesi dell'allargamento, soffermandosi in particolare, già dalle prime fasi dei preparativi all'adesione, sui risultati e sulla sostenibilità. La Commissione intende inoltre promuovere una più stretta collaborazione tra i donatori internazionali per garantire un uso ottimale delle risorse.

La lotta alla criminalità organizzata resta un'importate priorità per i paesi dell'allargamento, strettamente legata alla lotta anticorruzione e all'indipendenza dei sistemi giudiziari. La natura transfrontaliera di molte attività criminali è una sfida fondamentale nella lotta contro la criminalità organizzata. La cooperazione regionale tra agenzie di contrasto e organi giudiziari, anche tramite la creazione di reti di professionisti, è particolarmente importante per farvi fronte. La Commissione sostiene la creazione di una rete regionale di pubblici ministeri assistita da esperti distaccati degli Stati membri e dalle agenzie europee competenti. La Commissione assiste inoltre la creazione nella regione di sistemi armonizzati di protezione dei testimoni.

Nell'ultimo anno la Commissione ha intensificato il dialogo sullo Stato di diritto con i paesi dei Balcani occidentali allo scopo di intensificare i preparativi già dalle prime fasi del processo di preadesione, partendo da un'analisi approfondita dei settori della giustizia e degli affari interni. A tal fine sono state inviate missioni di esperti nella maggior parte dei paesi dell'allargamento. La Commissione ha potenziato la cooperazione e lo scambio di informazioni con le agenzie UE competenti, tra cui Europol, Frontex, Eurojust e l'Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze, e con le iniziative regionali, il Consiglio d'Europa e le altre organizzazioni internazionali. Dove opportuno, si è proceduto all'analisi comparativa (benchmarking) già nelle prime fasi del processo. Con la Bosnia-Erzegovina è stato intavolato un dialogo strutturato sulla giustizia e la Commissione propone di fare altrettanto con il Kosovo avviando un dialogo strutturato sullo Stato di diritto inteso ad affrontare le sfide del settore e sostenere la riforma del sistema giudiziario.

La riforma della pubblica amministrazione verso una maggiore trasparenza, responsabilità e efficacia è un requisito essenziale per la democrazia e lo Stato di diritto e continua ad essere una priorità chiave nell'ambito dei criteri politici nella maggior parte dei paesi dell'allargamento. Procedure amministrative adeguate, anche per quanto riguarda la gestione delle risorse umane e delle finanze pubbliche, sono imprescindibili per garantire l'attuazione dell'acquis. I paesi devono impegnarsi maggiormente per migliorare gli apparati amministrativi in base a strategie nazionale globali.

In alcuni paesi dell'allargamento si evidenzia sempre più la mancanza di rispetto per la distinzione di ruoli tra partiti al governo e Stato. Queste pratiche rischiano di minare alle basi lo Stato di diritto e il funzionamento della democrazia.

2.2. Garantire la libertà di espressione dei media

La libertà di espressione è un diritto fondamentale, tutelato dall'ordinamento internazionale, su cui si fonda il funzionamento del pluralismo democratico. I criteri politici di Copenaghen individuano nella libertà di espressione un elemento centrale del processo di adesione.

Il pluralismo dei media è nell'insieme una caratteristica comune dei paesi dell'allargamento, anche se in alcuni di essi si è assistito di recente a sviluppi negativi in questo ambito, circostanza questa che suscita grande apprensione. La libertà di espressione è esaminata più in dettaglio nelle relazioni allegate che illustrano la situazione in ciascun paese.

Sulla libertà di opinione gettano ombra le interferenze politiche, che a volte si manifestano anche tramite il sistema giuridico, le pressioni economiche, il ricorso alla criminalità e alla corruzione per influenzare i media, e la scarsa protezione garantita ai giornalisti contro atti intimidatori e episodi di violenza. Economicamente i problemi consistono nella concentrazione e nella scarsa trasparenza della proprietà, nella mancanza di concorrenza e nella scarsa indipendenza degli organi di regolamentazione del mercato. In una serie di paesi dell'allargamento, l'attuazione della normativa sui media è nell'insieme insoddisfacente. Rimangono irrisolti, anche a distanza di anni, un numero di casi di atti di violenza (compresi omicidi) perpetrati contro giornalisti. In Turchia, la libertà di espressione non è ancora sufficientemente garantita dal quadro legislativo. Il gran numero di cause e indagini contro giornalisti e la pressione indebita sui media è fonte di seria preoccupazione.

Questi fattori esercitano gravi restrizioni alla libertà di opinione dei media critici verso il potere e scoraggiano il giornalismo investigativo. I media e i giornalisti sono spesso costretti ad autocensurarsi.

È fondamentale che i paesi dell'allargamento garantiscano il carattere aperto e pluralista dei media, come fondamento di una cultura giornalistica critica e indipendente. Per assolvere alla loro funzione, le emittenti pubbliche devono godere di un profilo economico e di un'autonomia maggiori. Al tempo stesso la professione giornalistica deve impegnarsi a definire norme di autoregolamentazione basate su codici etici e standard professionali globali.

A maggio 2011 la Commissione ha organizzato una conferenza sulla libertà di espressione che ha visto riuniti rappresentanti dei media e della società civile dei Balcani occidentali e della Turchia. Scopo della conferenza era interloquire con le parti direttamente interessate per raccoglierne punti di vista e esperienze, al di là degli interlocutori governativi ufficiali. Le conclusioni della conferenza continueranno ad alimentare il lavoro della Commissione in questo ambito.

La Commissione continuerà a monitorare attentamente gli sviluppi nell'ambito degli accordi e dei dialoghi strutturati esistenti con i paesi dell'allargamento e ingloberà ulteriormente questi temi nei negoziati di adesione, soprattutto nel quadro del capitolo su sistema giudiziario e diritti fondamentali. La Commissione intende individuare le priorità e spronare i governi ad impegnarsi a raggiungere gli standard europei a garanzia della libertà di espressione. A tal fine verrà potenziata la cooperazione con i partner nazionali e le organizzazioni internazionali competenti, in particolare con il Consiglio d'Europa e con l'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa. Il dialogo con i giornalisti e con le rispettive associazioni verrà ulteriormente approfondito.

2.3. Potenziare la cooperazione regionale e la riconciliazione nei Balcani occidentali

La cooperazione e le relazioni di buon vicinato sono elementi essenziali del processo di stabilizzazione e associazione e in quanto tali vengono monitorate attentamente dalla Commissione in tutte le fasi del processo di adesione. La cooperazione regionale suffraga e agevola la riconciliazione in una regione che, nel passato recente, è stata teatro di dolorosi conflitti. La cooperazione e gli scambi regionali non solo sono in grado di apportare ulteriori benefici economici alla regione ma rientrano anche a pieno titolo nel processo di integrazione all'Unione, che spesso fa appello a approcci e misure regionali.

Nell'ultimo decennio si è assistito a notevoli progressi in questo senso, cui si aggiungono i passi importanti di quest'ultimo anno. Le visite di leader regionali, soprattutto serbi e croati, a paesi vicini e le dichiarazioni rese sulle guerre degli anni '90 hanno contribuito notevolmente alla riconciliazione regionale. Nei prossimi giorni verrà condotto felicemente in porto il processo di Sarajevo sul rientro dei profughi, che vede coinvolti Serbia, Croazia, Bosnia-Erzegovina e Montenegro. Iniziative condotte da ONG e associazioni della società civile, quali Youth Initiative for Human Rights, Truth and Reconciliation Commission (RECOM) e Igman Initiative, svolgono un ruolo importante nel favorire la riconciliazione tra i popoli della regione, al di là dei loro governi.

La cooperazione nell'ambito di settori specifici è ben rodata e va avanti, anche tramite la Comunità dell'energia e lo Spazio aereo comune europeo, e la scuola regionale dell'amministrazione pubblica (ReSPA) è oramai pienamente operativa con l'offerta di formazioni congiunte. A dicembre 2010 la Commissione ha proposto una strategia per rilanciare lo sviluppo della regione del Danubio, che è stata adottata dagli Stati membri[5]. Nel frattempo si sviluppano gli scambi regionali nel quadro dell'accordo centroeuropeo di libero scambio (CEFTA) che si è esteso a nuovi ambiti: politica della concorrenza, ulteriore abolizione delle barriere doganali, liberalizzazione dei servizi. Il Consiglio di cooperazione regionale (CCR) ha cominciato ad attuare la strategia e il programma di lavoro triennali, muovendosi verso un'azione più orientata ai risultati.

Al tempo stesso le questioni risalenti ai conflitti passati, al pari di altre questioni bilaterali pendenti, rimangono problematiche cruciali per la stabilità nei Balcani occidentali, con ripercussioni sulla cooperazione regionale e sulle relazioni tra i paesi, nonché sul funzionamento e sul processo di riforma interni ai paesi stessi. Le questioni pendenti vanno affrontate urgentemente e la loro risoluzione permetterà di rimuovere un ostacolo fondamentale sul cammino dei Balcani occidentali verso l'Unione.

In particolare le vertenze su questioni interetniche o sullo status, segnatamente in Bosnia-Erzegovina e Kosovo, che continuano ad ostacolare il regolare funzionamento delle istituzioni e a frenare il processo di riforma e il programma europeo, possono avere a volte più vaste implicazioni regionali. La Commissione è persuasa che il modo migliore per risolvere questi problemi è proseguire sulla strada dell'Unione. I recenti sviluppi, soprattutto nell'ambito del dialogo Belgrado-Pristina agevolato dall'Unione, sono fondamentali in questo senso. Le celebrazioni del 10° anniversario della firma dell'accordo quadro di Ohrid, tenutesi ad agosto, hanno ricordato in che misura il dialogo e il compromesso siano in grado risolvere felicemente questioni etniche difficili.

Sebbene di recente si siano registrati risultati positivi verso la risoluzione di problemi riguardanti il funzionamento inclusivo delle iniziative regionali e dettati da divergenze di vedute sullo status del Kosovo, molto rimane ancora da fare. Nell'ambito del dialogo Belgrado-Pristina è stato raggiunto un accordo sull'accettazione da parte della Serbia dei timbri doganali del Kosovo che dovrebbe permettere di ripristinare il commercio regionale nell'ambito del CEFTA. Già in precedenza erano riprese, in presenza di tutte le parti, le riunioni del CEFTA e del CCR ed è stata firmata la convenzione regionale sulle norme di origine preferenziali paneuromediterranee. Ciò nonostante i dissidi sullo status del Kosovo continuano ad ostacolare la conclusione e la firma del trattato che istituisce la Comunità dei trasporti e l'estensione delle misure commerciali autonome a favore del Kosovo e altri partner dei Balcani occidentali. Questi dissidi continuano ad intralciare lo sviluppo delle relazioni contrattuali tra l'UE e il Kosovo.

Nell'ambito del dialogo Belgrado-Pristina manca ancora una soluzione globale delle questioni connesse alla cooperazione regionale. La Commissione fa appello a tutte le parti interessate perché continuino a cercare soluzioni pratiche e pragmatiche per garantire il carattere inclusivo della cooperazione regionale, a prescindere dalle posizioni divergenti sulla questione dello status del Kosovo. I progressi compiuti negli ultimi anni dimostrano che questa strada è percorribile.

Per garantire una riconciliazione duratura è essenziale completare il processo consistente nel rendere giustizia per i crimini commessi durante le guerre nell'ex Iugoslavia. La piena cooperazione con l'ICTY rimane una condizione imprescindibile del processo di adesione nei Balcani occidentali. Il recente arresto e il trasferimento all'Aia degli ultimi due ricercati dell'ICTY hanno segnato una tappa fondamentale in questa direzione. La Commissione fa inoltre appello ai governi interessati perché assicurino con maggior rigore il corretto svolgimento dei processi nazionali contro i crimini di guerra.

La Commissione prende molto sul serio la relazione sottoscritta dall'Assemblea Parlamentare del Consiglio d'Europa di gennaio (relazione Marty) sui presunti crimini commessi durante e dopo il conflitto in Kosovo, compreso l'espianto coatto di organi umani. La Commissione, che accorda pieno sostegno alle indagini condotte da EULEX, prende nota dell'importanza di proteggere i testimoni in questo contesto e si compiace per la creazione di una task force EULEX con base a Bruxelles e della collaborazione dei governi interessati con la task force.

Nell'insieme è importante che i governi e le organizzazioni della società civile della regione si sforzino di spiegare ai cittadini che la riconciliazione è parte integrante del futuro europeo e che la giustizia sui crimini di guerra è un elemento indispensabile di questo processo. I leader politici dovrebbero astenersi dal fare affermazioni o adottare provvedimenti che potrebbero mettere in dubbio questi importanti principi.

Quanto alle questioni bilaterali pendenti, è necessario che le parti coinvolte arrivino quanto prima a una soluzione durante il processo di allargamento, mostrandosi determinate, agendo in uno spirito di buon vicinato e tenendo conto degli interessi generali dell'Unione. La Commissione le esorta ad impegnarsi al massimo per risolvere le vertenze frontaliere pendenti, in linea con i principi stabiliti e i mezzi disponibili, anche rivolgendosi alla Corte internazionale di giustizia se necessario. Le questioni bilaterali non devono ostacolare il processo di adesione. La Commissione è disposta a contribuire alla mobilitazione del necessario slancio politico per cercare soluzioni e sostenere le relative iniziative.

L'accordo per un arbitrato internazionale sui confini tra Slovenia e Croazia, che dovrebbe entrare in vigore nei prossimi mesi, spiana la strada alla soluzione delle questioni bilaterali. La Commissione incoraggia caldamente le parti in conflitto sul nome dell'ex Repubblica iugoslava di Macedonia a dar prova dello stesso spirito costruttivo anche nei colloqui condotti attualmente dalle Nazioni Unite.

2.4. Perseguire una ripresa economica sostenibile e sottoscrivere la strategia Europa 2020

Tutti i paesi dell'allargamento sono oramai sul cammino della ripresa, sebbene con ritmi diversi. La Turchia è riemersa dalla crisi con un'economia rafforzata e un tasso di crescita tuttora molto sostenuto, sebbene i segni di surriscaldamento siano in aumento. Anche le economie dei Balcani occidentali sono in fase di ripresa, sebbene ci vorrà del tempo prima che ritornino ai livelli pre-crisi. L'economia islandese continua a riemergere dalle forti turbolenze economiche subite durante la crisi.

I paesi dell'allargamento si confrontano tuttavia con sfide socioeconomiche importanti. La disoccupazione rimane elevata e continua ad aumentare in molti paesi. Kosovo, Bosnia-Erzegovina e ex Repubblica iugoslava di Macedonia hanno tuttora il tasso di disoccupazione più elevato d'Europa. Il tasso di partecipazione della forza lavoro è basso, specie tra le donne e i giovani, e la diffusa occupazione informale rimane un problema. Le esportazioni dai Balcani occidentali, che contribuiscono alla ripresa, sono tuttora dominate da prodotti a basso valore aggiunto, compresi quelli di base, esposti alla volatilità dei prezzi e alla forte concorrenza dei mercati emergenti.

La maggior parte dei paesi dell'allargamento ha mantenuto politiche macroeconomiche globalmente prudenti. A breve termine il risanamento di bilancio e la riforma dei mercati del lavoro rimangono le priorità più urgenti, essenzialmente sulla falsariga di sfide simili presenti nell'Unione. Per rilanciare la competitività e migliorare il clima degli investimenti si rendono tuttavia necessarie ulteriori riforme strutturali in grado di attrarre investimenti esteri diretti, stimolare la creazione di posti di lavoro e garantire una crescita sostenibile. Aumentare la capacità della pubblica amministrazione e potenziare lo Stato di diritto, anche tramite la riforma del sistema giudiziario e la lotta alla corruzione imperante, sono sfide particolarmente pressanti nei Balcani occidentali. I progressi in questo ambito favorirebbero anche il clima degli affari. Sono inoltre carenti i servizi pubblici alle imprese e gli investimenti in infrastrutture.

Le riforme del mercato del lavoro, anche tramite una revisione dei sistemi di trasferimento degli utili, le questioni fiscali e l'ammodernamento dei sistemi di istruzione dovrebbero contribuire a risolvere le principali carenze strutturali nei Balcani occidentali e a superare gli ostacoli al conseguimento di una crescita più forte, sostenibile e inclusiva.

Abbracciare gli obbiettivi della strategia Europa 2020

Europa 2020 è la strategia di crescita dell'Unione europea per il decennio in corso, elaborata allo scopo di guidare l'UE verso un'economia intelligente, sostenibile e inclusiva in un mondo che si trasforma. I paesi dell'allargamento sono incoraggiati ad associarsi alla strategia Europa 2020 e alle iniziative faro ivi previste[6] quale utile ancoraggio per le riforme.

Gli obiettivi della strategia si riflettono, a seconda delle necessità, nei dialoghi in materia di politica economica, occupazione e politiche sociali tra la Commissione e i paesi dell'allargamento. La Commissione indirizza la programmazione dell'assistenza finanziaria verso gli obiettivi Europa 2020, soprattutto per quanto riguarda lo sviluppo socioeconomico. Gli obiettivi sono inoltre presi in considerazione nell'ambito della cooperazione tra la Commissione e le istituzioni finanziarie internazionali.

L'attuale crisi del debito in Europa evidenzia quanto sia importante garantire la solidità delle finanze pubbliche e la Commissione condivide alcuni dei meccanismi di verifica inter pares con i paesi candidati effettivi e potenziali. La vigilanza di bilancio multilaterale dell'Unione, importante strumento a questo fine, verrà progressivamente adattata in funzione del prossimo potenziamento della governance economica nell'UE.

Per quanto riguarda lo sviluppo del settore privato, il coordinamento politico con i Balcani occidentali e con la Turchia è regolato dallo "Small Business Act” per l’Europa[7]. Il coordinamento, incentrato su valutazioni regolari in base a parametri stabiliti dall'Unione, ha permesso di elaborare raccomandazioni collaudate che tengono conto delle specificità nazionali dei paesi dell'allargamento. La Commissione propone che i risultati dello "Small Business Act" servano da riferimento per le future attività nella regione rivolte alle piccole e medie imprese (PMI).

Nell'ambito del Quadro per gli investimenti nei Balcani occidentali, la Commissione incoraggia le istituzioni finanziarie internazionali partner a sostenere nuove forme di finanziamenti alle PMI, soprattutto capitale netto, capitale di rischio e meccanismi di garanzia. La Commissione cofinanzierà una piattaforma per le PMI nei Balcani occidentali che servirà a rendere più accessibili i finanziamenti alle PMI tramite garanzie e capitale di rischio.

In materia di ricerca e innovazione, la cooperazione tra i paesi dell'allargamento e l'UE è già avanzata per quanto riguarda l'ammissibilità a partecipare alle iniziative dell'Unione. I paesi dell'allargamento partecipano al 7° programma quadro di ricerca e al programma per la competitività e l'innovazione, anche se gli indicatori in vigore mostrano che nella maggior parte dei casi il livello di investimento e di elaborazione di politiche in materia di ricerca e innovazione nei paesi dell'allargamento è notevolmente inferiore alla media dell'Unione. I leader regionali sono incoraggiati ad impegnarsi, anche in occasione delle prossime conferenze ministeriali, ad aumentare gli investimenti in ricerca, innovazione e capitale umano.

È necessario che i paesi dell'allargamento si attrezzino meglio per far fronte al cambiamento climatico e si uniscano agli sforzi dell'Unione per rispondere a questa sfida, anche tramite campagne di sensibilizzazione. Oltre a portare benefici in termini di sviluppo a basse emissioni di carbonio, gli interventi graduali a favore del clima possono favorire la creazione di posti di lavoro.

La ripresa economica che va affermandosi non ha ancora prodotto un miglioramento della situazione sociale. La popolazione al di sotto della soglia di povertà è ancora elevata e continua a crescere nei Balcani occidentali. L'alto tasso di occupazione informale incide negativamente sulla situazione sociale, specie tra i giovani.

Assicurare l'occupazione e l'inclusione sociale dei gruppi più vulnerabili è una priorità, anche se sono stati realizzati pochi investimenti reali in ambito sociale e la cooperazione con i donatori internazionali ha trovato ostacoli nella pianificazione strategica. La Commissione, che nell'ambito del dialogo politico pone l'accento sulle politiche occupazionali e sociali, sprona i paesi a definire obiettivi chiari e realistici in questi due settori e a far sì che la spesa sociale sia meglio mirata e persegua priorità precise. A seconda delle necessità, i paesi dell'allargamento dovrebbero fare propri gli obiettivi della Piattaforma europea contro la povertà e l'esclusione sociale.

Occorre adottare misure incisive che favoriscano l'inclusione di tutti i gruppi vulnerabili nella società civile. Per quanto riguarda la minoranza Rom, particolarmente svantaggiata, la Commissione ha invitato i Balcani occidentali e la Turchia a cooperare nell'ambito delle piattaforme dell'Unione sui Rom che monitorizzano sistematicamente l'inclusione e propongono relative azioni. Alle questioni dei Rom la Commissione ha dedicato una serie di seminari intesi ad incoraggiare i paesi della regione a rivedere e rafforzare i piani d'azione nazionali contro la discriminazione e per l'integrazione dei Rom e a potenziarne l'attuazione, specie in materia di istruzione, impiego, alloggi e salute. I paesi dei Balcani occidentali devono impegnarsi a fondo per facilitate l'iscrizione all'anagrafe degli sfollati.

Un'istruzione e una formazione migliori sono fattori essenziali del cambiamento strutturale verso la crescita sostenibile e inclusiva. Fino ad oggi si è investito tipicamente poco in istruzione, competenze e qualifiche e a livello regionale il riconoscimento delle qualifiche nazionali rimane limitato. I sistemi e le infrastrutture dell'istruzione pubblica vanno riformati e occorrono programmi d'istruzione e formazione professionale internazionalmente comparabili per risolvere l'attuale squilibrio tra domanda e offerta di competenze.

La Commissione ha ammesso i paesi candidati, tra cui non rientrano ancora l'ex Repubblica iugoslava di Macedonia e il Montenegro, a partecipare al quadro "Istruzione e formazione 2020" e ha proposto di sviluppare una piattaforma dei Balcani occidentali su istruzione e formazione, improntata al metodo aperto del coordinamento, che permetta a tutti i paesi dell'allargamento di partecipare. L'intento è intensificare il dialogo sulle principali sfide strategiche e assicurare l'attuazione e il monitoraggio. I paesi dei Balcani occidentali sono stati invitati a partecipare alle attività centralizzate del programma di apprendimento permanente dell'Unione.

2.5. Espandere le reti di trasporto e energia

Una migliore cooperazione con i paesi dell'allargamento su trasporti e energia va a diretto beneficio dei cittadini e delle imprese europee. L'interconnessione energetica e dei trasporti, elemento fondamentale della cooperazione tra l'Unione e tutti i paesi della politica di vicinato, mira a promuovere la crescita economica sostenibile, gli scambi commerciali e culturali e l'occupazione, e a migliorare le condizioni di vita. Nel caso dei paesi dell'allargamento, questa cooperazione mira anche a prepararli a recepire e attuare pienamente l'acquis in materia di trasporti e energia.

In una posizione strategica al crocevia tra Europa, Medio Oriente e Caucaso, la Turchia ha sviluppato e approfondito stabilmente i legami con l'Unione, come mostrano i recenti sviluppi nel settore dell'aviazione e il suo ruolo nella creazione del corridoio meridionale di trasporto del gas. L'ulteriore sviluppo di questi legami andrebbe a beneficio di entrambe le parti. Il corridoio meridionale, destinato a contribuire considerevolmente all'espansione delle rotte di approvvigionamento e a stimolare la concorrenza sul mercato internazionale del gas, potrà rendere più sicura la fornitura di gas naturale in Europa. La Commissione sostiene finanziariamente l'ulteriore sviluppo delle reti di trasporto in Turchia, soprattutto le connessioni ferroviarie ad alta velocità, e l'ammodernamento delle infrastrutture portuali. La Turchia andrebbe al tempo stesso incoraggiata ad espandere il mercato nazionale del gas, aumentando la liquidità e la flessibilità contrattuale. Un tale processo potrebbe favorire la nascita di un "polo dell'energia", che garantirebbe una maggiore sicurezza energetica.

Nell'ambito dell’Osservatorio sui trasporti dell'Europa sudorientale (SEETO), è stata definita una rete di trasporto regionale nei Balcani occidentali che individua i progetti prioritari di interesse regionale. I paesi dei Balcani occidentali partecipano, assieme agli Stati membri dell'Unione e a altri paesi europei, all'accordo sullo Spazio aereo comune europeo firmato nel 2006. La cooperazione nel settore dei trasporti è prevista inoltre dalla strategia del Danubio.

Dal 2008 la Commissione negozia con i paesi dei Balcani occidentali l'istituzione di una Comunità dei trasporti mirata a creare un mercato integrato per le infrastrutture e il trasporto terrestre, marittimo e di navigazione interna. I negoziati, in dirittura di arrivo, sono bloccati per via dei dissidi sulla denominazione del Kosovo. La Commissione esorta le parti interessate a predisporre quanto necessario per permettere una rapida conclusione dei negoziati e la firma del trattato.

La Commissione ha proposto di riesaminare le reti transeuropee dei trasporti dell'Unione (TEN-T) per migliorare i collegamenti con i paesi interessati dalla politica di allargamento e dalla politica di vicinato[8].

In materia di energia, l'Unione sta inoltre provvedendo all'integrazione delle reti, soprattutto con il sostegno della Comunità dell'energia cui partecipano l'UE e gli Stati membri, tutti i paesi dei Balcani occidentali e alcuni paesi della politica di vicinato[9]. La Comunità dell'energia, basata sulle norme dell'Unione in materia, istituisce un mercato regionale aperto, trasparente e competitivo che aiuta ad attrarre gli investimenti. L'acquis della Comunità dell'energia, che copre già il mercato interno dell'energia, l'efficienza energetica, le fonti rinnovabili e particolari settori dell'acquis ambientale, sociale e della concorrenza, sarà esteso anche alle scorte obbligatorie di petrolio, oltre ai mercati dell'elettricità e del gas.

3. Progressi nei paesi dell’allargamento e programma per il 2011-2012

3.1. Balcani occidentali

Croazia

I negoziati di adesione con la Croazia si sono conclusi a giugno, dopo che, durante lo scorso anno, il paese aveva raggiunto i parametri di chiusura nei settori rimasti in sospeso, anche per quanto riguarda capitoli difficili come quello su sistema giudiziario e diritti fondamentali e quello sulla politica di concorrenza. La Croazia ha realizzato notevoli risultati nella lotta anticorruzione, ha introdotto un nuovo sistema di nomina di giudici e pubblici ministeri obiettivo e trasparente e ha compiuto grandi passi avanti nella realizzazione dei programmi di fornitura di alloggi per i rifugiati rientrati in patria. È inoltre progredita notevolmente la ristrutturazione dei cantieri navali in difficoltà.

L'esito dei negoziati di adesione verrà inglobato nel trattato di adesione che, secondo le previsioni del Consiglio europeo di giugno, dovrà essere firmato entro fine anno, permettendo così alla Croazia di aderire all'Unione a partire dal 1° luglio 2013, purché siano espletate le necessarie procedure di ratifica. La Croazia ha conseguito un elevatissimo grado di preparazione per poter assolvere alle responsabilità di Stato membro, ad adesione avvenuta. Il paese, che soddisfa i criteri politici di Copenaghen, dovrà raggiungere, entro il 1° luglio 2013, i criteri economici e quelli connessi all'acquis. È importante mantenere questo ritmo.

La Croazia deve continuare a costruire sulle riforme attuate e sulle capacità sviluppate nel corso dei negoziati di adesione. La Commissione sottoporrà ad attento monitoraggio il rispetto da parte del paese di tutti gli impegni sottoscritti e lo svolgimento dei preparativi per assumere le responsabilità di Stato membro, ad adesione avvenuta. Il monitoraggio si concentrerà in particolare sugli impegni che la Croazia ha sottoscritto nei seguenti settori: sistema giudiziario e diritti fondamentali; giustizia, libertà e sicurezza; politica di concorrenza.

Il monitoraggio verrà condotto in base a tabelle di controllo regolarmente aggiornate e tramite il dialogo nell'ambito dell'accordo di stabilizzazione e associazione, missioni di verifica inter pares, il programma economico di preadesione e le notifiche di bilancio. Ogni sei mesi fino all'adesione della Croazia, la Commissione pubblicherà una relazione di valutazione sul conseguimento degli impegni presi dal paese in questi capitoli. Nell'autunno 2012 la Commissione presenterà al Parlamento europeo e al Consiglio una relazione di monitoraggio globale.

Qualora durante il processo di monitoraggio emergessero aspetti problematici cui la Croazia non pone rimedio, la Commissione invierà se necessario lettere di avvertimento alle autorità croate e potrà proporre al Consiglio di adottare tutte le misure del caso già prima dell'adesione. Inoltre, come nel caso del quinto allargamento, il trattato di adesione contemplerà una clausola generale di salvaguardia economica, una clausola di salvaguardia relativa al mercato interno e una clausola di salvaguardia nel settore giustizia, libertà e sicurezza.

Si prevede che la Croazia continui a svolgere un ruolo attivo nell'ambito della cooperazione regionale nei Balcani occidentali. La Commissione, che attende con ansia l'attuazione dell'accordo per un arbitrato internazionale sui confini tra Slovenia e Croazia, sosterrà l'istituzione e il funzionamento del collegio arbitrale, come previsto dall'accordo. La Commissione si compiace per la dichiarazione con cui il governo croato ha affermato di sostenere gli altri paesi della regione nel percorso verso l'Unione e sollecita la Croazia a risolvere prima dell'adesione le ultime questioni bilaterali pendenti con i paesi confinanti. Al tempo stesso i leader politici dovranno astenersi dal fare dichiarazioni o prendere misure che potrebbero rimettere in discussione l'importanza della riconciliazione o sottovalutare la gravità dei crimini di guerra.

Ex Repubblica iugoslava di Macedonia

Le elezioni parlamentari di giugno sono risultate essenzialmente in linea con le norme internazionali e l'ex Repubblica iugoslava di Macedonia continua sulla strada delle riforme connesse all'adesione. La coalizione di governo è stabile e il paese continua a soddisfare in misura sufficiente i criteri politici. Malgrado i progressi rilevati nella riforma del parlamento, del sistema giudiziario, della pubblica amministrazione e nel rispetto e la tutela delle minoranze, le principali problematiche rimangono. Occorre un ulteriore impegno soprattutto per quanto riguarda la libertà di espressione dei media, l'indipendenza del sistema giudiziario, la riforma della pubblica amministrazione e la lotta anticorruzione. Va inoltre potenziato l'impegno delle forze politiche teso alla cooperazione.

Il paese continua a rispettare gli impegni sottoscritti in forza dell'accordo di stabilizzazione e di associazione (ASA). La Commissione ribadisce la proposta di passare alla seconda fase del processo di associazione come previsto dall'ASA e sollecita il Consiglio ad agire in tal senso senza ulteriori indugi.

La Commissione constata che il Consiglio non è stato in grado di dare seguito alla raccomandazione da essa formulata già nel 2009 per l'avvio dei negoziati di adesione con l'ex Repubblica iugoslava di Macedonia. Il passaggio alla fase successiva del processo di adesione darà ulteriore slancio alle riforme, andrà a beneficio delle relazioni interetniche e inciderà positivamente sulla regione.

Il contenzioso tra la Grecia e l'ex Repubblica iugoslava di Macedonia sulla denominazione del paese è pendente da almeno due decenni. Dagli anni 1990 è in corso un dialogo sotto l'egida delle Nazioni Unite e dal 2009 si tengono contatti bilaterali, anche a livello di Primi ministri. Tuttavia questi processi non hanno ancora dato risultati. Rimane essenziale mantenere relazioni di buon vicinato e trovare una soluzione negoziata e accettabile da entrambe le parti sulla questione del nome, sotto gli auspici dell'ONU. La Commissione sottolinea la necessità di raddoppiare gli sforzi perché si trovi quanto prima una soluzione e ricorda che è necessario astenersi da azioni o dichiarazioni che potrebbero incidere negativamente sulle relazioni di buon vicinato. Una soluzione alla questione del nome è attesa da tempo.

Montenegro

A dicembre 2010 il Consiglio europeo ha riconosciuto al Montenegro lo status di paese candidato e ha approvato le sette priorità chiave per l'avvio dei negoziati di adesione individuate dalla Commissione nel parere sulla domanda di adesione del Montenegro all'Unione.

Dall'adozione del parere, il Montenegro ha compiuto buoni progressi verso la realizzazione dei criteri politici di Copenaghen, con risultati nell'insieme soddisfacenti, soprattutto per quanto riguarda le principali priorità individuate. Si è assistito ad un miglioramento del quadro legislativo e istituzionale finalizzato a potenziare l'operato del parlamento e la normativa elettorale, a professionalizzare e depoliticizzare la pubblica amministrazione, a garantire l'indipendenza e la responsabilità del potere giudiziario, la lotta contro la corruzione e la criminalità organizzata, la libertà dei media e la cooperazione con la società civile. Occorre però maggiore impegno per sviluppare ulteriormente un track record sullo Stato di diritto, specie per quanto riguarda l'elevato grado di corruzione e criminalità organizzata. Ci sono stati miglioramenti anche per quanto riguarda le politiche antidiscriminazione e la situazione degli sfollati. Questi risultati devono ora tradursi in una diminuzione effettiva della discriminazione nei confronti dei gruppi vulnerabili, sfollati compresi.

La Commissione monitorerà con particolare attenzione i progressi del Montenegro su Stato di diritto e antidiscriminazione, per tenere viva la spinta riformista in questi settori, e continuerà a sostenere il Montenegro nella realizzazione delle riforme connesse all'UE.

Albania

La scena politica albanese è largamente dominata dallo stallo politico e da ulteriori conflitti interni. Scontri violenti tra contestatori antigovernativi e polizia hanno causato la morte di quattro persone, esacerbando il clima di diffidenza tra le forze politiche e nei confronti di alcune istituzioni. Per quanto giudicate concorrenziali e trasparenti, le elezioni locali di maggio sono state decisamente segnate da carenze che vanno risolte; in particolare la disputa sul conteggio controverso dei voti delle schede messe nelle urne sbagliate per l'elezione del sindaco di Tirana ha esacerbato la polarizzazione tra maggioranza al governo e opposizione.

A questo punto le forze politiche in Albania devono urgentemente ripristinare e mantenere un livello di dialogo politico che assicuri il regolare funzionamento delle principali istituzioni democratiche, nello specifico il parlamento, e il progresso verso l'integrazione con l'UE. Le gravi deficienze individuate nelle ultime due tornate elettorali rendono necessaria una riforma globale del sistema elettorale che si basi su un parere esterno indipendente e sul consenso tra i partiti politici.

I due principali partiti politici hanno accettato la proposta dell'UE di rimpegnarsi costruttivamente a realizzare le priorità del paese verso l'integrazione europea. È essenziale ora che i partiti politici albanesi si impegnino a seguire un processo strutturato e duraturo di collaborazione verso le riforme europee. La strada maestra prevede un processo di revisioni comuni, l'adozione di un piano d'azione in risposta alle raccomandazioni formulate nel parere della Commissione e un calendario per le principali riforme, anche per quanto riguarda il funzionamento del parlamento e le elezioni.

L'Albania ha conseguito nell'insieme scarsi progressi nella realizzazione dei criteri politici per l'adesione e delle dodici priorità chiave per l'avvio dei negoziati di adesione individuate nel parere della Commissione approvato dal Consiglio a dicembre 2010. C'è stato qualche passo avanti nella lotta contro la criminalità organizzata, nel trattamento dei detenuti nelle carceri e in materia di diritti del minore, ma i progressi rimangono insufficienti per quanto riguarda il sistema giudiziario, la politica anticorruzione, i diritti di proprietà e il miglioramento delle condizioni di vita dei Rom, che si aggiungono a quanto resta da fare in materia di procedure parlamentari e elezioni. L'Albania ha cominciato ad attuare un piano d'azione per dar seguito alle raccomandazioni espresse nel parere della Commissione. Tuttavia occorrono ulteriori sforzi per garantire l'efficacia e la completezza delle azioni previste, anche in termini di una più stretta cooperazione con l'opposizione. Prima che la Commissione raccomandi di concedere al paese lo status di candidato e di avviare i negoziati di adesione con l'Unione, l'Albania dovrà impegnarsi a fondo e conseguire progressi tangibili su tutti questi fronti.

L'Albania ha continuato ad attuare regolarmente l'accordo di stabilizzazione e associazione. A dicembre 2010 i cittadini albanesi hanno ottenuto l'esenzione dal visto per recarsi nello spazio Schengen grazie all'esito soddisfacente del dialogo sulla liberalizzazione del visto.

La Commissione è impegnata a continuare a sostenere l'Albania nel conseguimento delle riforme connesse all'Unione e delle principali priorità individuate nel parere.

Bosnia-Erzegovina

L'azione dei rappresentanti politici in Bosnia-Erzegovina continua a riflettere una mancanza di visione comune sulla direzione generale, sul futuro e sull'assetto istituzionale del paese. Non è stata raggiunta una base consensuale per garantire e migliorare il funzionamento istituzionale salvaguardando al tempo stesso gli interessi dei popoli costituenti, soprattutto in vista delle aspirazioni verso l'Unione largamente condivise nel paese. Dopo le elezioni di ottobre 2010 non è ancora terminato il processo di insediamento del potere esecutivo e legislativo e la formazione del governo federale centrale. Questo grande ritardo ha ostacolato le tanto necessarie riforme che permetterebbero alla Bosnia-Erzegovina di compiere ulteriori progressi sulla strada verso l'UE. Il processo di adesione all'Unione richiede istituzioni funzionali a tutti i livelli e un efficace dispositivo di coordinamento per gestire i rapporti con l'UE che permettano al paese di parlare con una sola voce.

L'andamento generale delle riforme è stato quindi molto limitato. I risultati conseguiti riguardano segnatamente le realizzazioni che a dicembre 2010 hanno permesso di ottenere l'esenzione dal visto per i cittadini della Bosnia-Erzegovina che si recano nell'Unione. A giugno i leader nazionali hanno convenuto di impegnarsi con l'UE, nell'ambito del processo di stabilizzazione e associazione, in un dialogo strutturato sulla giustizia mirato a garantire l'indipendenza, l'efficacia, l'imparzialità e la responsabilità del sistema giudiziario.

Il rispetto della Convenzione europea dei diritti dell'uomo è un requisito essenziale dell'accordo interinale e dell'accordo di stabilizzazione e associazione. In questo senso, il costante rinvio della modifica della costituzione per tener conto della sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo sulla discriminazione etnica per quanto riguarda la rappresentazione nelle istituzioni del paese è una questione che continua a suscitare grande allarme[10]. Occorre avviare un processo credibile per tener conto della decisione della CEDU e il governo centrale dovrà adottare una legge sugli aiuti di Stato. È inoltre necessario portare avanti l'adozione di una legge sul censimento a livello statale e velocizzare le riforme per agevolare l'integrazione del paese nell'UE. L'adozione del quadro di bilancio globale è prioritaria per la sostenibilità finanziaria.

Il sistema di governo della Bosnia-Erzegovina rende tuttora necessaria una presenza internazionale con mandato esecutivo. Quanto al processo di definizione dello status di Brčko, che figura tra gli obiettivi e le condizioni da raggiungere per la chiusura dell'ufficio dell'Alto rappresentante[11], sono stati fatti progressi verso la soluzione della questione elettricità. Occorrono maggiori sforzi per raggiungere gli altri obiettivi in sospeso, per facilitare la transizione da un paese con un sistema di governo e sicurezza internazionale verso un paese con istituzioni nazionali pienamente padrone del processo politico e legislativo, conformemente ai requisiti che un paese che aspira ad essere membro dell'Unione deve rispettare. Tutti questi requisiti fanno capo alla necessità di creare un contesto politico stabile.

La creazione di un dialogo strutturato sulla giustizia e l'esperienza tratta da riforme realizzate nell'ambito del processo di liberalizzazione del visto mostrano la strada da seguire: adottando un approccio europeo di dialogo e compromesso e concentrandosi sul programma verso l'Unione, il paese sarà in grado di passare gradualmente dalla paralisi e lo scontro alla cooperazione e dalla supervisione internazionale al futuro con l'UE.

L'Unione, che ha potenziato il proprio ruolo nel paese con l'entrata in funzione del primo rappresentate unico dell'Unione europea in Bosnia-Erzegovina, continuerà ad aumentare il sostegno alle istituzioni nazionali nel perseguimento degli obiettivi del programma verso l'UE, in linea con le conclusioni del Consiglio di marzo 2011.

Serbia

Parallelamente alla presente comunicazione, la Commissione ha adottato il parere sulla domanda di adesione all'UE della Serbia. Le conclusioni e le raccomandazioni contenute nel parere figurano nell'allegato della presente comunicazione.

Kosovo

In un periodo caratterizzato da elezioni parlamentari anticipate e dal lungo processo di elezione del nuovo presidente da parte del parlamento, il programma di riforme ha realizzato scarsi progressi. Le stesse elezioni sono state caratterizzate da serie falle che vanno risolte. La corte costituzionale ha svolto un ruolo positivo nell'esercizio delle proprie responsabilità.

Il nuovo governo ha mostrato il proprio impegno verso la prospettiva europea del Kosovo, anche profondendo sforzi sostenuti in materia di visti e scambi e con la creazione di un consiglio nazionale per l’integrazione europea. Il nuovo parlamento ha cominciato da poco ad adottare la normativa per il varo di riforme chiave. Rimane comunque ancora molto da fare per contrastare la criminalità organizzata e la corruzione. La pubblica amministrazione resta debole e l'attuazione della riforma del sistema giudiziario rimane una sfida.

In seguito alla risoluzione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite di settembre 2010, è stato intavolato un dialogo, agevolato dall'Unione, tra Pristina e Belgrado che mira a promuovere la cooperazione, a realizzare progressi sulla strada verso l'Unione e a migliorare le condizioni di vita della popolazione. Fino a settembre il dialogo si è generalmente svolto in uno spirito costruttivo e ha permesso di raggiungere accordi su diverse questioni: libera circolazione di beni e persone, anagrafe e catasto. Questi sforzi costruttivi devono andare avanti e consentire di compiere ulteriori passi nella normalizzazione delle relazioni. Gli accordi conclusi dovranno essere attuati in buona fede.

L'integrazione dei serbi kosovari a sud del fiume Ibër/Ibar ha fatto progressi. I serbi kosovari, che hanno partecipato al censimento in Kosovo, hanno partecipato più numerosi alle recenti elezioni generali. Persistono però le tensioni e gli incidenti interetnici nel Kosovo del nord. Strutture serbe distinte, sostenute da Belgrado, si sono opposte al censimento e hanno incoraggiato il boicottaggio delle elezioni indette dalle autorità kosovare. La Commissione esorta tutti gli interessati in Kosovo a smorzare i toni e a collaborare pienamente con EULEX.

Per il Kosovo l'unica base per andare avanti è la ricerca di soluzioni tramite il dialogo e la condanna degli atti unilaterali e della violenza. La Commissione fa appello a tutti gli attori perché ripudino la violenza e si astengano da adottare provvedimenti che possono minacciare la stabilità.

Il Kosovo condivide la prospettiva europea dei Balcani occidentali. A marzo la Commissione ha presentato la proposta di un accordo quadro che consente al Kosovo di partecipare ai programmi dell'Unione, una delle iniziative chiave annunciate dalla comunicazione del 2009 sul Kosovo[12]. La Commissione continuerà a sostenere gli sforzi del Kosovo per realizzare gli altri due obiettivi chiave: la liberalizzazione del visto e un accordo commerciale con l'UE, insieme ad altri sforzi riformisti che ne sottolineano la prospettiva europea. La Commissione intende rivedere la comunicazione sul Kosovo del 2009 per garantire al paese di beneficiare ulteriormente del processo di adesione all'Unione e propone di avviare con il paese un dialogo strutturato sullo Stato di diritto. La Commissione sottolinea inoltre quanto sia importante che il Kosovo avvii un programma globale per il nord.

3.2. Turchia

Con un'economia dinamica e un ruolo regionale importante, e grazie al suo contributo alla politica estera e alla sicurezza energetica dell'Unione, la Turchia è un paese chiave per la sicurezza e la prosperità dell'UE. In termini di scambi e investimenti esteri, il paese è già in larga misura integrato nell'Unione grazie all'unione doganale. La Turchia, che è diventata un'importante piattaforma industriale per una serie di imprese leader europee, è una componente preziosa della competitività europea. La forte crescita del PIL, che ha raggiunto quasi il 9% nel 2010 e dovrebbe attestarsi quest'anno al 6,1%, e l'adesione al G-20 non faranno che accrescere l'importanza economica del paese.

Il contributo della Turchia all'Unione europea in una serie di settori cruciali potrà essere pienamente effettivo solo grazie ad un processo di adesione attivo e credibile, che rispetti gli impegni presi con l'UE e le condizioni poste.

È essenziale che la Turchia continui le riforme connesse ai criteri politici di adesione. La creazione di un ministero degli affari con l'UE è un segnale incoraggiante in tal senso. La Turchia, che nell'ultimo decennio ha compiuto progressi notevoli, deve impegnarsi ancora molto per garantire nella pratica la tutela dei diritti fondamentali, soprattutto la libertà di espressione, i diritti delle donne e la libertà di religione. La recente adozione della legge sulle fondazioni religiose, in forza della quale queste possono recuperare i beni loro confiscati, è un notevole passo avanti. La Commissione è pronta a prestare ulteriore assistenza alla Turchia per far avanzare le necessarie riforme, compreso un profondo riordino costituzionale.

Dagli eventi in Africa del nord e Medio Oriente, la Turchia è andata rafforzando l'azione diplomatica e si conferma peraltro un partner costruttivo nei Balcani occidentali. Quale Stato stabile con istituzioni democratiche e un'economia in forte crescita e quale paese candidato che negozia l'adesione all'UE, la Turchia può svolgere un ruolo di rilievo esportando stabilità e sostegno riformatore ai suoi vicini, che sono anche i vicini dell'Unione europea. L'Unione sta approfondendo ulteriormente il dialogo politico con la Turchia su questioni di politica estera di interesse reciproco. Nell'attuale contesto è importante che il dialogo si sviluppi ulteriormente come complemento al processo di adesione e miri a raggiungere un maggior coordinamento.

Alla luce dei progressi raggiunti tra i leader delle due comunità sotto i buoni uffici del Segretario generale delle Nazioni Unite per trovare una soluzione globale alla questione cipriota, la Turchia è incoraggiata a potenziare concretamente l'impegno e il contributo ai colloqui in corso. Una soluzione globale è nell'interesse di tutte le parti perché garantirebbe maggiore stabilità nel Mediterraneo meridionale, offrirebbe nuove opportunità economiche e darebbe un forte impulso ai negoziati di adesione, attualmente in fase di stallo.

La Commissione teme per le recenti tensioni nelle relazioni tra Turchia e Cipro e ricorda l'appello del Consiglio ad astenersi da qualsiasi tipo di minaccia, fonte di attrito o azione che potrebbe nuocere alle relazioni di buon vicinato e alla soluzione pacifica delle controversie. L'Unione sottolinea peraltro tutti i diritti sovrani degli Stati membri, tra cui quello di concludere accordi bilaterali, conformemente all'acquis e al diritto internazionale, compresa la Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare. In linea con le posizioni reiterate del Consiglio e della Commissione negli scorsi anni, la Commissione ribadisce l'urgenza per la Turchia di ottemperare all'obbligo di attuare pienamente il protocollo aggiuntivo e realizzare progressi verso la normalizzazione delle relazioni bilaterali con la Repubblica di Cipro. La Commissione sottolinea inoltre la necessità di astenersi da qualsiasi tipo di minaccia, fonte di attrito o azione che potrebbe nuocere alle relazioni di buon vicinato e alla soluzione pacifica delle controversie. L'Unione continuerà a seguire e esaminare i progressi compiuti in questi ambiti, in linea con le pertinenti decisioni del Consiglio.

La Turchia deve intensificare gli sforzi per risolvere le questioni bilaterali pendenti con i paesi vicini, tra cui le vertenze frontaliere. La Grecia ha presentato un gran numero di reclami formali contro la Turchia per violazione delle acque territoriali e dello spazio aereo, fra l'altro per i voli sulle isole greche.

La Commissione si adopererà per dar vita ad un nuovo circolo virtuoso nel processo di adesione della Turchia. Occorre elaborare un nuovo programma fattivo in grado di instaurare relazioni migliori e più costruttive secondo un approccio pragmatico che tenga conto delle realizzazioni concrete nei settori di comune interesse, partendo da una comprensione comune dei vincoli e dalla volontà di compiere progressi nel processo di allineamento della Turchia con l'UE.

Un tale programma dovrebbe spaziare su un'ampia gamma di settori: il dialogo e la cooperazione rafforzati su riforme politiche, visti, mobilità, migrazione, energia, lotta contro il terrorismo, l'ulteriore partecipazione della Turchia a programmi UE quali "L'Europa per i cittadini", i gemellaggi tra città, il commercio e l'Unione doganale per dirimere gli attuali contrasti commerciali, cercare una più stretta cooperazione nei negoziati sugli accordi di libero scambio e esplorare nuove strade per sfruttare al massimo il potenziale economico comune dell'Unione e della Turchia. In parallelo ai negoziati di adesione, la Commissione intende approfondire la cooperazione con la Turchia a sostegno degli sforzi del paese nel realizzare le riforme e allinearsi con l'acquis, anche per quanto riguarda i capitoli su cui non è ancora possibile avviare negoziati di adesione. La Commissione continuerà ad informare il Consiglio, appena ritiene che la Turchia abbia soddisfatto importanti parametri[13].

3.3. Islanda

L'Islanda si sta ancora riprendendo dal tracollo economico e finanziario del periodo 2008-2009. La situazione politica è rimasta stabile, sebbene il governo di coalizione sia stato messo alla prova in diverse occasioni e la maggioranza di governo in parlamento si sia ridotta.

Il processo di adesione dell'Islanda è andato avanti ed è stata portata a termine la verifica della normativa islandese. In una vasta gamma di settori il paese gode già di un elevato grado di integrazione con l'Unione, circostanza decisamente vantaggiosa per il processo. La Commissione tiene conto delle specificità e delle aspettative dell'Islanda nell'ambito dell'attuale impostazione dei negoziati di adesione e nel pieno rispetto dei principi e dell'acquis dell'Unione. Continuare a collaborare in modo aperto e costruttivo porterà a soluzioni che rispecchiano l'elevato livello di cooperazione tra l'Unione e le autorità islandesi.

Sulla base di queste considerazioni sono stati avviati i negoziati di adesione su capitoli specifici. Dei quattro capitoli aperti, due sono stati provvisoriamente chiusi. Dato il grado di allineamento complessivamente buono, soprattutto per i capitoli riguardanti lo Spazio economico europeo (SEE) e gli accordi Schengen, i negoziati dovrebbero poter avanzare senza intoppi. L’Islanda dovrà ancora ottemperare agli obblighi esistenti, fra cui quelli individuati dall'Autorità di vigilanza EFTA a norma dell'accordo SEE.

Sono state avviate iniziative di comunicazione per promuovere un dibattito informato sul processo di adesione dell'Islanda. L'adesione all'UE rimane infatti un tema controverso nel paese. La Commissione continuerà a fornire sostegno per quanto riguarda l'informazione e i contatti interpersonali.

4. Sostenere il processo di allargamento

4.1. Assistenza finanziaria

La Commissione fornisce sostegno tecnico e finanziario ai paesi dell'allargamento che si preparano all'adesione, essenzialmente a titolo dello strumento di assistenza preadesione (IPA), che per il periodo 2007-2013 ha una dotazione totale di 11,6 miliardi di euro[14].

Dal 2010 la Commissione è andata spostando gradualmente l'assistenza finanziaria dal sostegno a singoli progetti verso un approccio più globale e settoriale concentrato sui settori chiave del programma di riforma del paese beneficiario. I governi dei paesi dell'allargamento vengono spronati ad adottare politiche globali e sostenibili in ambiti prioritari quali giustizia e affari interni, pubblica amministrazione, sviluppo del settore privato, trasporti, energia, ambiente e cambiamento climatico, sviluppo sociale, agricoltura e sviluppo rurale.

I documenti di programmazione indicativa pluriennale (MIPD) per il periodo 2011-2013 individuano i settori chiave nazionali in funzione della specifica situazione e dello stadio di avanzamento del processo di adesione di ciascun paese. Viene data particolare attenzione alla lotta anticorruzione, allo sviluppo della società civile e alla libertà di espressione. Circa il 10% dei fondi IPA disponibili sarà destinato a progetti multinazionali nei Balcani occidentali e in Turchia. La Commissione ha adottato oggi la revisione annuale del quadro finanziario indicativo pluriennale per l'assistenza IPA, a copertura del periodo 2012-2013.

In linea con la comunicazione di giugno 2011 dal titolo "Un bilancio per la strategia 2020"[15], la Commissione sta mettendo a punto il quadro normativo dell'assistenza preadesione nell'ambito del quadro finanziario pluriennale per il periodo 2014-2020, come parte del pacchetto di strumenti nel settore dell'azione esterna.

L'assistenza a titolo del regolamento IPA attualmente in vigore si è dimostrata efficiente e efficace. La proposta di un nuovo strumento finanziario che verrà presentata a dicembre 2011 si basa sull'esperienza acquisita nell'attuazione dello strumento vigente. Su questa base, il nuovo strumento contempla il sostegno sia per il raggiungimento dei criteri di adesione che per lo sviluppo socioeconomico.

In consultazione con i paesi beneficiari, con gli altri donatori e con la società civile e basandosi sull'esperienza fin qui acquisita, la Commissione ha riflettuto su come rafforzare il nesso tra l'assistenza finanziaria e le priorità della strategia di allargamento, su come rendere l'assistenza finanziaria più strategica, mirata e flessibile e su come semplificare le procedure. Gli elementi presi in considerazione in questo senso sono una pianificazione più globale e di più lungo respiro dell'assistenza in tutte le aree di intervento, una maggiore attenzione per i bisogni e le priorità dei paesi beneficiari, ricompensare i progressi nel processo di adesione, utilizzare i fondi IPA per attrarre ulteriori fondi da parte di altri donatori e del settore privato e potenziare il ruolo della società civile.

4.2. Liberalizzazione del visto e mobilità

Il processo di adesione prevede l'esenzione dal visto verso l'Unione, fattore della massima importanza per i cittadini di tutti i paesi dell'allargamento. Le tappe verso la liberalizzazione sono tuttavia soggette al raggiungimento, da parte del paese interessato, delle condizioni a tutela della sicurezza interna e degli interessi dell'Unione in materia di politica migratoria.

L'Islanda fa già parte dello spazio Schengen. Nei Balcani occidentali, i cittadini croati possono recarsi da sempre nell'Unione senza bisogno del visto. I cittadini dell'ex Repubblica iugoslava di Macedonia, del Montenegro e della Serbia hanno ottenuto l'esenzione dal visto per lo spazio Schengen a dicembre 2009 e lo stesso status è stato concesso l'anno dopo all'Albania e alla Bosnia-Erzegovina.

Le recenti decisioni di esentare dal visto i cittadini dei paesi dei Balcani occidentali si sono basate sul fatto che questi paesi rispettavano i parametri delle roadmap stabilite nell'ambito dei dialoghi sulla liberalizzazione del visto condotti dalla Commissione. I dialoghi hanno agito da forte incentivo per le riforme mirate al raggiungimento delle norme dell'UE in materia di giustizia e affari interni, specie per quanto riguarda il potenziamento della capacità amministrativa per la gestione delle frontiere e per la sicurezza dei documenti, ma anche per il rafforzamento dello Stato di diritto e della lotta alla criminalità transfrontaliera, alla corruzione e alla migrazione illegale.

Tuttavia, dopo l'abolizione dell'obbligo del visto, alcuni Stati membri hanno registrato un aumento significativo delle richieste di asilo da parte dei cittadini dei paesi interessati, in particolare Serbia e ex Repubblica iugoslava di Macedonia, il che indica un uso abusivo del regime di esenzione dal visto. La Commissione è intervenuta istituendo, a gennaio 2011, un meccanismo di controllo post-liberalizzazione del visto nell'ambito del processo di stabilizzazione e associazione, intavolando con i paesi interessati un dialogo volto a valutare l'attuazione coerente delle riforme e misure correttive efficaci. Da allora i paesi in questione hanno potenziato i controlli sul posto e hanno condotto campagne per informare i cittadini sui diritti e gli obblighi di chi viaggia in esenzione dal visto. La Commissione invita le autorità di questi paesi a provvedere a quanto ulteriormente necessario per garantire il buon funzionamento del regime di esenzione dal visto. Per garantire il successo di questi interventi occorrerà inoltre fornire maggior sostegno e migliori condizioni di vita ai gruppi più vulnerabili, tra cui i Rom.

Nel quadro di una più vasta revisione della politica dei visti dell'Unione, la Commissione ha presentato al Consiglio un progetto di modifica del regolamento sui visti che prevede la sospensione temporanea del regime di esenzione in vigore con un paese terzo ove si verifichi un afflusso improvviso di persone[16].

La liberalizzazione del visto per il Kosovo completerebbe il processo nei Balcani occidentali. A dicembre 2010 il Consiglio ha confermato questa prospettiva una volta che risulteranno soddisfatte tutte le condizioni. In questa ottica, il Kosovo ha adottato un quadro giuridico per la riammissione, ha firmato accordi bilaterali di riammissione con 13 Stati dello spazio Schengen, ha adottato piani di reintegrazione e ne ha continuato l'attuazione. Verso la fine dell'anno la Commissione avvierà quindi con il Kosovo un dialogo sui visti.

L'Unione e la Turchia hanno cominciato a rafforzare la cooperazione sui visti, mentre la Commissione ha avviato un dialogo con il paese su visti, mobilità e migrazione, in linea con le conclusioni del Consiglio di febbraio 2011. Questo processo, che ha cominciato a dare i primi frutti per quanto riguarda il rilascio del visto ai cittadini turchi e la lotta all'immigrazione irregolare verso l'Unione, servirà ad individuare le misure concrete che la Turchia dovrà adottare in vista della futura liberalizzazione del visto. In tal senso la Turchia potrebbe fare un passo importante disponendo quanto necessario per concludere al più presto l'accordo di riammissione.

4.3. Informazione e comunicazione

Il sostegno dei cittadini è fondamentale per il successo della politica di allargamento. Le autorità degli Stati membri e dei paesi dell’allargamento a livello centrale, regionale e locale sono chiamate a svolgere un ruolo importante nell’azione di informazione e di comunicazione a tal fine.

La Commissione è impegnata a facilitare un dialogo pubblico informato sul processo di allargamento, diffondendo attraverso tutti i tipi di media informazioni fattuali e di immediata fruizione. Le informazioni devono essere rivolte in via prioritaria ai giovani e ai principali opinionisti, quali giornalisti e rappresentati del mondo imprenditoriale e delle associazioni della società civile. Gli scambi in ambito parlamentare possono svolgere anch'essi un ruolo importante nell'alimentare il dibattito informato e la comprensione del processo di allargamento da entrambe le parti.

Nel prossimo periodo verranno discussi i passi successivi del processo di adesione con i paesi dell'allargamento. I risultati tangibili sono il miglior biglietto da visita per la politica di allargamento dell'Unione. L'esito positivo dei negoziati con la Croazia può essere un ottimo esempio, al pari della capacità di resistenza delle economie dell'Europa sud-orientale e delle realizzazioni concrete su questioni fondamentali quali l'approvvigionamento energetico o le reti di trasporto. È essenziale spiegare all'opinione pubblica come il proseguimento del programma di allargamento possa aiutare l'Unione a raggiungere gli obiettivi posti in ambiti quali la crisi economica, l'occupazione, l'ambiente e il cambiamento climatico, la sicurezza e la migrazione, accelerando al tempo stesso il programma di riforma e migliorando le condizioni di vita nei paesi dell'allargamento.

5. Conclusioni e raccomandazioni

Sulla base dell'analisi di cui sopra, la Commissione propone le seguenti conclusioni e raccomandazioni:

1. Scopo dell'allargamento è estendere l'area di pace, stabilità, democrazia e prosperità dell'Unione. L'allargamento giova all'Unione nel suo insieme, che si ritrova così meglio posizionata per far fronte alle sfide mondiali. Con il completamento a giugno dei negoziati di adesione con la Croazia, il processo di allargamento dell'Unione europea è entrato in una nuova fase.

2. La politica di allargamento si è dimostrata un potente strumento di trasformazione sociale. Grazie alle riforme democratiche ed economiche stimolate dall'adesione, i paesi già membri all'UE e quelli che sono sulla strada dell'adesione hanno registrato cambiamenti fenomenali. Lo sviluppo realizzato dalla Croazia dal momento in cui si è avviata sulla strada dell'adesione conferma ancora una volta il potere di trasformazione della politica di allargamento dell'UE.

3. Nell'ambito della politica di allargamento, basata sul consenso rinnovato approvato dal Consiglio europeo a dicembre 2006, l'Unione pone condizioni rigorose e monitorizza i progressi in modo sempre più accurato. Questa circostanza fa sì che gli Stati candidati raggiungano un livello maggiore di preparazione, a beneficio non solo degli stessi interessati ma anche dell'Unione.

4. L'esperienza acquisita nell'ambito dei negoziati con la Croazia verrà messa a frutto nei negoziati in corso e futuri con altri paesi. A tal fine la Commissione proporrà un nuovo approccio alle questioni riguardanti sistema giudiziario e diritti fondamentali e giustizia, libertà e sicurezza: data la necessità di stabilire track record convincenti, queste andranno abbordate in una prima fase del processo di adesione e i capitoli corrispondenti dovranno essere aperti conseguentemente, sulla base di piani d'azione. La Commissione renderà regolarmente conto, in tutte le fasi del processo, dei progressi realizzati in questi due settori e delle tappe riguardanti i piani d'azione, proponendo eventualmente le necessarie misure correttive. Il processo si avvarrà dei fondi IPA.

5. Un processo di allargamento credibile, che offra una prospettiva di adesione chiara basata su condizioni rigorose, è essenziale per promuovere le riforme nei paesi dell'allargamento e fornire ai loro cittadini risultati tangibili già mentre si preparano ad entrare nell'Unione. Le condizioni per avanzare verso l'UE sono una forte motivazione per intraprendere riforme difficili e sono fondamentali per assicurarsi il sostegno degli Stati membri.

6. Il successo dell'esperienza croata mostra la strada agli altri paesi dell'allargamento. Con l'adesione all'Unione del primo paese dei Balcani occidentali, il futuro europeo della regione diventa realtà.

7. Il potenziamento dello Stato di diritto rimane una sfida di calibro per la maggior parte dei paesi dell'allargamento e una condizione essenziale per intraprendere la strada dell'adesione all'UE. La Commissione continua a dare priorità alla riforma della giustizia e della pubblica amministrazione, alla lotta contro la criminalità organizzata e la corruzione, anche tramite un monitoraggio regolare, dialoghi strutturati, revisioni inter pares, potenziamento istituzionale, gemellaggi e assistenza finanziaria.

8. Alcuni paesi dell'allargamento hanno registrato sviluppi negativi per quanto riguarda la libertà di espressione. È essenziale che i paesi dell'allargamento garantiscano il carattere aperto e pluralista dei media, fondamento di un giornalismo critico e indipendente. La Commissione monitorerà da vicino gli sviluppi in questo ambito e ingloberà ulteriormente questi temi nei negoziati di adesione, soprattutto nel quadro del capitolo sul sistema giudiziario e i diritti fondamentali.

9. La cooperazione regionale, fondamento della riconciliazione e dell'integrazione nell'UE, rimane un elemento essenziale del processo di stabilizzazione e di associazione. Per quanto la cooperazione sia andata ulteriormente avanti in una serie di settori, questioni risalenti essenzialmente ai conflitti del passato continuano ad incidere negativamente e gettare ombra sulla stabilità nei Balcani occidentali. Le questioni rimaste irrisolte vanno affrontate urgentemente. È soprattutto prioritario assicurare il carattere inclusivo della cooperazione regionale. Indipendentemente dai dissidi sullo status del Kosovo, vi si può pervenire se tutte le parti adottano un approccio costruttivo e pragmatico.

10. Le parti interessate devono risolvere le questioni bilaterali con determinazione, in uno spirito di buon vicinato e tenendo conto degli interessi globali dell'UE. Occorre porvi rimedio al più presto possibile per evitare di bloccare il processo di adesione. I blocchi dovuti alle questioni bilaterali possono compromettere il potere di trasformazione del processo di allargamento. La Commissione esorta le parti interessate a fare il possibile per risolvere le vertenze frontaliere pendenti, in linea con i principi stabiliti e i mezzi disponibili, anche rivolgendosi alla Corte internazionale di giustizia se necessario. Le relazioni di buon vicinato restano fondamentali. L’UE è pronta a facilitare la ricerca di soluzioni e a sostenere le iniziative connesse.

11. L'esenzione dal visto verso l'Unione è fattore della massima importanza per i cittadini di tutti i paesi dell'allargamento. La liberalizzazione dal visto, che rientra nel processo di adesione, ha registrato ulteriori progressi a dicembre 2010 con l'abolizione del visto per i cittadini della Bosnia-Erzegovina e dell'Albania, una volta rispettate le condizioni stabilite. La Commissione invita le autorità dei paesi dei Balcani occidentali a fare quanto necessario per scongiurare l'abuso del regime di esenzione dal visto. Dal canto suo la Commissione ha potenziato il controllo post-liberalizzazione del visto istituendo un meccanismo di dialogo con i paesi interessati, che comprende misure per porre rimedio agli abusi.

12. Tenuto conto dei progressi del Kosovo nella riammissione e nel reinserimento dei rimpatriati, in linea con le conclusioni del Consiglio di dicembre 2010, verso la fine dell'anno la Commissione avvierà con il paese un dialogo sui visti. L'Unione e la Turchia hanno intensificato la cooperazione sui visti e la Commissione, che ha avviato con il paese un dialogo su visti, mobilità e migrazione, intende individuare le misure concrete che la Turchia dovrà adottare in vista della futura liberalizzazione del visto. La Turchia potrebbe fare un passo importante disponendo quanto necessario per concludere e far entrare in vigore al più presto l'accordo di riammissione.

13. All'indomani della crisi economica globale, tutti i paesi dell'allargamento sono oramai sul cammino della ripresa economica, sebbene con ritmi diversi. La Turchia è riemersa dalla crisi con un'economia rafforzata e con un forte tasso di crescita. Tutti i paesi dell'allargamento si confrontano tuttavia con sfide importanti. I tassi di disoccupazione sono elevati e continuano ad aumentare in molti paesi. Risanamento di bilancio, riordino strutturale e miglior clima per gli affari, anche tramite il potenziamento dello Stato di diritto e la riforma del mercato del lavoro, sono le principali priorità per garantire la sostenibilità della ripresa e pervenire ad una crescita inclusiva. In questo contesto la Commissione invita i paesi dell'allargamento ad abbracciare gli obiettivi della strategia Europa 2020 come ancoraggio per le riforme.

14. A dicembre 2011 la Commissione presenterà il nuovo strumento per l'assistenza finanziaria preadesione nell'ambito del quadro finanziario pluriennale 2014-2020, basandosi sull'esperienza positiva acquisita nell'attuazione dello strumento in vigore. Facendo tesoro di questa esperienza, la Commissione potenzierà il legame tra l'assistenza e le priorità della strategia di allargamento, mettendo l'accento sullo sviluppo socioeconomico, rendendo più flessibile l'assistenza e semplificando le procedure.

15. Il sostegno dei cittadini è fondamentale per il successo della politica di allargamento. Le autorità degli Stati membri e dei paesi dell’allargamento a livello centrale, regionale e locale sono chiamate a svolgere un ruolo importante nell’azione di informazione e di comunicazione a tal fine. La Commissione è impegnata a facilitare un dialogo pubblico informato sul processo di allargamento, sulla base di informazioni fattuali e di immediata fruizione. La Commissione incoraggia lo sviluppo di una società civile attiva come elemento essenziale della democrazia, che sia anche in grado di facilitare un dibattito informato sull'allargamento dell'UE.

16. La Commissione ha adottato un parere favorevole sull'adesione della Croazia all'Unione entro il 1° luglio 2013. Il completamento dei negoziati di adesione è stato possibile grazie al raggiungimento da parte della Croazia degli ultimi parametri di chiusura in sospeso, anche in capitoli difficili come il sistema giudiziario e i diritti fondamentali e la politica di concorrenza. La Croazia dovrà continuare a consolidare le riforme, nel rispetto degli impegni assunti durante i negoziati di adesione. La Commissione monitorerà attentamente gli ulteriori preparativi del paese in vista delle responsabilità che dovrà assumere in qualità di Stato membro, ad adesione avvenuta. La Croazia dovrà continuare a sostenere il processo di adesione degli altri paesi dei Balcani occidentali.

17. Con un'economia dinamica e un ruolo regionale importante, la Turchia è un paese chiave per l'Unione europea, come sottolineato dagli attuali sviluppi politici e economici a livello regionale e mondiale. La Turchia, che ha continuato le riforme connesse all'Unione, dovrà impegnarsi ancora molto, specie per garantire i principali diritti fondamentali. I negoziati di adesione sono fermi purtroppo da più di un anno. La Commissione lavorerà per rilanciare le relazioni UE-Turchia in base ad un nuovo programma costruttivo che continui a sostenere le riforme, soprattutto una riforma globale della costituzione, e l'integrazione economica. Il programma potrà spaziare su una ampia gamma di settori di interesse comune: riforme politiche, dialogo sulla politica estera, allineamento con l'acquis, visti, mobilità e migrazione, energia, lotta al terrorismo, commercio e partecipazione ai programmi UE. Il contributo del paese all'Unione potrà essere pienamente effettivo solo nell'ambito di un prospettiva di adesione credibile e attiva.

La Commissione teme per le recenti tensioni nelle relazioni tra Turchia e Cipro e ricorda l'appello del Consiglio affinché la Turchia eviti qualsiasi tipo di minaccia, motivo di attrito o azione che potrebbe nuocere alle relazioni di buon vicinato e alla soluzione pacifica delle controversie frontaliere. L'Unione ha inoltre sottolineato tutti i diritti sovrani degli Stati membri, tra cui quello di concludere accordi bilaterali, conformemente all'acquis e al diritto internazionale, compresa la Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare.

L'Unione ha ripetutamente sottolineato l'urgenza per la Turchia di rispettare l'obbligo di attuare pienamente, in maniera non discriminatoria, il protocollo aggiuntivo all’accordo di associazione e di progredire verso la normalizzazione delle relazioni bilaterali con la Repubblica di Cipro. Una tale attuazione potrebbe dare una svolta positiva al processo di adesione. L'UE continuerà a seguire e valutare i progressi compiuti sulle questioni contemplate dalla dichiarazione del 21 settembre 2005, in linea con le relative conclusioni del Consiglio. In assenza di progressi, la Commissione raccomanda di mantenere in vigore le misure adottate dall'Unione nel 2006.

18. Quanto alla questione cipriota, i leader della comunità greco-cipriota e della comunità turco-cipriota hanno intensificato, sotto l'egida dell'ONU, i negoziati per trovare una soluzione complessiva. La Commissione, che sostiene pienamente questo impegno e fornisce consulenza tecnica sulle questioni di competenza dell’UE, esorta entrambi i leader a fare i compromessi necessari per condurre felicemente in porto i negoziati e sollecita tutti gli altri attori coinvolti a focalizzare gli sforzi e le energie per una soluzione globale della questione cipriota. Durante l'attuale fase di intensi colloqui su Cipro, è essenziale che tutte le parti interessate diano prova di moderazione e facciano del loro meglio per garantire un clima positivo che faciliti la felice conclusione del processo, contribuendo in termini concreti ad una soluzione complessiva.

19. Il processo di adesione dell'Islanda prende piede e sono stati avviati i negoziati su capitoli specifici dell'acquis. In una vasta gamma di settori il paese gode di un elevato grado di integrazione con l'Unione, circostanza notevolmente vantaggiosa. La Commissione tiene conto delle specificità e delle aspettative dell'Islanda, nel pieno rispetto dell'impostazione stabilita per i negoziati di adesione, dei principi e dell'acquis dell'Unione e del quadro negoziale. La Commissione continuerà ad alimentare il dibattito pubblico nazionale sull'adesione con informazioni fattuali s cosa significa essere membro dell'Unione.

20. L’ex Repubblica iugoslava di Macedonia continua a soddisfare in misura sufficiente i criteri politici. Si registra qualche progresso per quanto riguarda le principali riforme. Tuttavia l'attuazione della legislazione adottata, la tutela della libertà di espressione dei media, l'indipendenza del sistema giudiziario, la riforma della pubblica amministrazione e la lotta anticorruzione sono tuttora punti particolarmente problematici.

La Commissione ribadisce la raccomandazione di avviare i negoziati con l’ex Repubblica iugoslava di Macedonia per l’adesione all’Unione europea. La Commissione ribadisce inoltre la proposta di passare senza ulteriori indugi alla seconda fase del processo di associazione, come previsto dall'accordo di stabilizzazione e associazione.

Quanto alla questione del nome, è fondamentale mantenere relazioni di buon vicinato e pervenire, sotto l’egida dell’ONU, ad una soluzione accettabile per entrambe le parti. Che non vada sprecato un altro anno.

21. Il Montenegro ha conseguito con successo le principali priorità poste dall'UE nel 2010 come prerequisito all'apertura dei negoziati di adesione. Il consenso nazionale sull'integrazione europea nel paese si è consolidato. Alla luce dei progressi compiuti, la Commissione ritiene che il Montenegro abbia raggiunto il livello necessario di conformità ai criteri di adesione e in particolare ai criteri politici di Copenaghen. È tuttavia essenziale che il Montenegro continui a realizzare le riforme, concentrandosi in particolare sull'attuazione delle norme e delle politiche connesse allo Stato di diritto. A tal fine la Commissione intende proporre di applicare al Montenegro il nuovo approccio per i capitoli negoziali su sistema giudiziario e diritti fondamentali e su giustizia, libertà e sicurezza di cui al punto 4.

Alla luce di queste considerazioni e tenuto conto delle conclusioni del Consiglio di dicembre 2010, la Commissione raccomanda di aprire i negoziati di adesione con il Montenegro.

22. Nell'ultimo anno la scena politica albanese è stata largamente dominata dallo stallo politico tra maggioranza al governo e opposizione e da ulteriori scontri interni. A questo punto, partendo dai recenti segnali incoraggianti, le forze politiche nazionali devono urgentemente ripristinare e mantenere un livello di dialogo politico che assicuri il funzionamento delle principali istituzioni democratiche, il miglioramento delle norme elettorali e la realizzazione delle riforme più importanti. La Commissione sollecita i principali attori a stabilire di concerto metodi concreti per risolvere le controversie nazionali perché il paese possa realizzare la prospettiva europea.

23. La Commissione ha presentato quest'oggi il parere sulla domanda di adesione della Serbia con cui raccomanda al Consiglio europeo di concedere alla Serbia lo status di paese candidato, alla luce dei progressi finora realizzati e dell'impegno serbo di riaprire il dialogo con il Kosovo e garantire un'attuazione pronta e in buona fede degli accordi raggiunti finora.

La Serbia è ben avviata verso il sufficiente raggiungimento dei criteri politici posti nel 1993 dal Consiglio europeo di Copenaghen e il rispetto delle condizioni del processo di stabilizzazione e associazione, purché continui a compiere progressi e trovi soluzioni pratiche ai problemi con il Kosovo.

La Commissione raccomanda quindi di avviare i negoziati per l'adesione della Serbia all'Unione europea non appena il paese abbia compiuto ulteriori progressi significativi nel raggiungimento della priorità illustrata di seguito.

-     Ulteriori passi avanti nel normalizzare le relazioni con il Kosovo, in linea con le condizioni del processo di stabilizzazione e associazione: provvedendo al pieno rispetto dei principi di una cooperazione regionale inclusiva e delle disposizioni del trattato che istituisce la Comunità dell'energia; trovando soluzioni per le telecomunicazioni e il reciproco riconoscimento dei diplomi; continuando ad attuare in buona fede tutti gli accordi raggiunti; continuando a cooperare attivamente con EULEX onde consentire il pieno esercizio delle sue funzioni in tutte le parti del Kosovo.

La Commissione presenterà una relazione sull'attuazione da parte della Serbia di questa priorità non appena saranno compiuti sufficienti progressi.

24. L’UE continuerà a facilitare il dialogo tra Belgrado e Pristina per promuovere la cooperazione, conseguire progressi sul cammino verso l’UE e migliorare le condizioni di vita della popolazione. Il dialogo, che è stato finora un valido strumento per risolvere i dissidi tra le due parti, ha prodotto diversi accordi, tra cui quelli sulla libera circolazione di beni e persone, sull'anagrafe e sul catasto.

25. In quest'ultimo anno, contrassegnato da processi elettorali lenti, il Kosovo ha realizzato limitati progressi nel programma di riforme. Il presidente e il governo hanno dimostrato impegno verso la prospettiva europea del Kosovo permettendo di avviare alcune riforme iniziali. I problemi legati alla lotta alla criminalità organizzata e alla corruzione e al potenziamento della pubblica amministrazione rimangono irrisolti. La Commissione propone di avviare con il Kosovo un dialogo strutturato sullo Stato di diritto volto ad affrontare queste problematiche e a sostenere la riforma del sistema giudiziario.

L'integrazione dei serbi kosovari, migliorata nel sud del paese, provoca crescenti tensioni al nord. Anche le popolazioni della parte settentrionale del Kosovo devono poter beneficiare della prospettiva europea e la Commissione sottolinea quanto sia importante che il Kosovo avvii, a tal fine, un programma globale per il nord.

La Commissione continuerà a sostenere i futuri sforzi del Kosovo per realizzare ulteriormente la prospettiva europea, soprattutto in materia di visti, di un accordo commerciale e della partecipazione del paese ai programmi UE, in linea con la comunicazione sul Kosovo del 2009. A tal fine la Commissione intende rivedere la comunicazione perché il Kosovo possa beneficiare ulteriormente del processo di adesione all'Unione. La Commissione incoraggia gli sforzi tesi a superare gli ostacoli allo sviluppo delle relazioni tra l'UE e il Kosovo dovuti ai dissidi sullo status.

26. La Bosnia-Erzegovina continua a trovarsi in una situazione di stallo politico-istituzionale che impedisce il funzionamento dello Stato e la realizzazione delle riforme connesse all'Unione. La formazione di un governo federale centrale è una priorità urgente per garantire una governance effettiva a livello statale. L'avanzamento verso l'Unione è bloccato in attesa della modifica della costituzione che tenga conto della sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo sull'eliminazione della discriminazione etnica per quanto riguarda la rappresentazione nelle istituzioni statali, e dell'adozione di una legge sugli aiuti di Stato. Si attende inoltre l'adozione di una legge sul censimento. L'impegno del paese in un dialogo strutturato sulla giustizia nell'ambito del processo di stabilizzazione e associazione mostra che la strada da seguire deve basarsi sul dialogo e il compromesso e concentrarsi sul programma UE.

È inoltre essenziale che il paese progredisca verso il conseguimento degli obiettivi e il rispetto delle condizioni fissati per la chiusura dell'ufficio dell'Alto rappresentante. La nomina del primo rappresentante unico dell'Unione in Bosnia-Erzegovina potenzia la presenza dell'UE e sostiene il paese nella transizione dalla supervisione internazionale al futuro europeo, in linea con le conclusioni del Consiglio di marzo 2011.

27. La politica di allargamento dell'Unione ha indotto profonde trasformazioni democratiche e economiche nei paesi desiderosi dei aderire all'UE. I risultati dell'ultimo anno sottolineano il valore della politica di allargamento. Quando però la volontà o l'impegno politico per realizzare risultati concreti vengono a mancare o sono insufficienti, il processo di adesione rallenta o rischia di stagnare. Ponendo in atto riforme difficili, i paesi dell'allargamento diventano più stabili, meglio preparati, più prosperi e più vicini all'Unione.

ALLEGATO 1

Conclusioni e raccomandazioni del parere della Commissione sulla candidatura della Serbia

Considerate le riforme sostanziali attuate negli ultimi anni, la Serbia ha fatto notevoli progressi verso la conformità con i criteri politici connessi alla stabilità istituzionale necessaria per garantire la democrazia, lo Stato di diritto, i diritti umani e il rispetto e la tutela delle minoranze, definiti nel 1993 dal Consiglio europeo di Copenaghen, e con le condizioni legate al processo di stabilizzazione e di associazione. La Serbia dispone di un quadro costituzionale, legislativo e istituzionale globale che corrisponde nel complesso agli standard europei e internazionali. L'attività legislativa del parlamento è diventata nettamente più efficace nel corso della legislatura attuale. Il quadro legislativo e istituzionale per lo Stato di diritto è completo, anche per quanto riguarda la lotta alla corruzione e alla criminalità organizzata che ha dato i primi risultati. Si è iniziato ad applicare il quadro legislativo per la tutela dei diritti umani delle minoranze, che è stato sviluppato in misura positiva. La collaborazione della Serbia con l'ICTY ha raggiunto un livello del tutto soddisfacente e il paese sta svolgendo un ruolo sempre più attivo per favorire la riconciliazione nella regione. La Serbia ha acconsentito e partecipato a un processo di dialogo con il Kosovo volto a facilitare la vita della popolazione e da cui sono scaturiti diversi accordi (libera circolazione delle persone e delle merci, anagrafe e catasto) e ha preso i primi provvedimenti in vista dell'attuazione.

Per quanto riguarda i criteri economici, la Serbia ha adottato misure importanti per instaurare un'economia di mercato funzionante e ha raggiunto un certo grado di stabilità macroeconomica nonostante la crisi economica e finanziaria mondiale. Occorreranno però ulteriori sforzi per ristrutturare l'economia e migliorare il clima imprenditoriale, in particolare consolidando lo Stato di diritto e riducendo le formalità burocratiche, promuovendo la concorrenza e il ruolo del settore privato e ovviando alle rigidità del mercato occupazionale. Per potere far fronte a medio termine alle pressioni della concorrenza e alle forze di mercato all'interno dell'Unione, la Serbia deve portare avanti le riforme strutturali onde incrementare la capacità produttiva dell'economia e creare un clima favorevole ad un maggiore afflusso di investimenti esteri.

Il bilancio della Serbia è positivo per quanto riguarda l’adempimento degli obblighi assunti a norma dell'accordo di stabilizzazione e di associazione e dell'accordo interinale.

La Serbia potrebbe adempiere, a medio termine, agli obblighi che comporta l’adesione in quasi tutti i settori dell’acquis, a condizione di proseguire il processo di allineamento e di adoperarsi ulteriormente per garantire l’attuazione e l’applicazione delle leggi. Va rivolta particolare attenzione ai seguenti settori: agricoltura e sviluppo rurale, sistema giudiziario e diritti fondamentali, giustizia, libertà e sicurezza e controllo finanziario. Una conformità totale con l’acquis nel settore dell'ambiente e dei cambiamenti climatici sarebbe possibile solo a lungo termine e richiederebbe livelli di investimento più elevati.

In base alle stime preliminari, l’adesione della Serbia avrebbe un impatto limitato sulle politiche dell’Unione europea e non inciderebbe sulla capacità dell’Unione di proseguire, approfondendolo, il proprio sviluppo.

La Commissione raccomanda al Consiglio di concedere alla Serbia lo status di paese candidato, in considerazione dei progressi compiuti finora e restando inteso che la Serbia riprenderà il dialogo con il Kosovo e accelererà l'applicazione in buona fede degli accordi conclusi ad oggi.

La Serbia è ben avviata verso una conformità sufficiente con i criteri politici definiti nel 1993 dal Consiglio europeo di Copenaghen e con le condizioni legate al processo di stabilizzazione e di associazione, sempre che continui a fare progressi e trovi soluzioni pratiche ai problemi con il Kosovo.

La Commissione raccomanda pertanto che i negoziati di adesione all'Unione europea siano avviati con la Serbia non appena il paese avrà compiuto progressi significativi verso la realizzazione della seguente priorità fondamentale:

-     adozione di altre misure volte a normalizzare le relazioni con il Kosovo secondo le condizioni del processo di stabilizzazione e di associazione: rispettando pienamente i principi alla base di una cooperazione regionale inclusiva; rispettando pienamente le disposizioni del trattato che istituisce la Comunità dell’energia; trovando soluzioni per quanto riguarda le telecomunicazioni e l'accettazione reciproca dei diplomi; continuando ad applicare in buona fede tutti gli accordi conclusi e collaborando attivamente con EULEX perché possa svolgere i suoi compiti in tutte le parti del Kosovo.

Non appena saranno stati compiuti progressi sufficienti, la Commissione presenterà una relazione sul modo in cui la Serbia attua la priorità fondamentale di cui sopra.

Si invita la Serbia a mantenere inalterato il ritmo delle riforme cercando di raggiungere il necessario livello di conformità con i criteri di adesione, con particolare attenzione allo Stato di diritto, a mantenere il suo impegno costruttivo nei confronti della cooperazione regionale e a rafforzare le relazioni bilaterali con i paesi vicini. Ci si aspetta che l'applicazione dell'accordo interinale prosegua e che l'accordo di stabilizzazione sia applicato a decorrere dalla sua entrata in vigore. La Commissione continuerà a sostenere questi sforzi attraverso lo strumento finanziario IPA.

ALLEGATO 2

Conclusioni su Croazia, ex Repubblica iugoslava di Macedonia, Montenegro, Albania, Bosnia-Erzegovina, Kosovo[17], Turchia e Islanda

Croazia

I negoziati di adesione si sono conclusi nel giugno 2011 dopo che la Croazia aveva soddisfatto gli ultimi parametri fissati per la chiusura. Ora il paese deve consolidare l'elevato livello di allineamento raggiunto e concentrarsi su ciò che rimane da fare prima dell'adesione. La presente relazione della Commissione rientra nel suo monitoraggio del modo in cui la Croazia rispetta tutti gli impegni assunti durante i negoziati di adesione e dei suoi preparativi volti ad assumere le proprie responsabilità in quanto Stato membro al momento dell'adesione.

La Croazia continua a soddisfare i criteri politici. Il paese ha compiuto notevoli progressi in tutti i settori, compreso lo Stato di diritto, e i risultati si cominciano a vedere. Occorrerà un impegno costante per consolidare quanto ottenuto finora.

La democrazia e lo Stato di diritto sono stati ulteriormente rafforzati. Il governo e il parlamento continuano a funzionare bene. Per quanto riguarda la riforma della pubblica amministrazione, occorrono ulteriori sforzi per consolidare l'attuazione efficiente del quadro legislativo onde completare l'istituzione di un servizio pubblico moderno, affidabile, depoliticizzato e al servizio del cittadino.

La Croazia ha compiuto buoni progressi nel settore giudiziario. La nuova legislazione ha ulteriormente rafforzato l'indipendenza della magistratura e sono stati presi numerosi provvedimenti volti a migliorare l'efficienza del sistema giudiziario. È stato instaurato un nuovo sistema per le nomine nel settore giudiziario. Il paese deve ancora risolvere determinati problemi, legati in particolare alla necessità di migliorare ulteriormente l'efficienza dell'apparato giudiziario e di garantire l'applicazione concreta delle nuove misure connesse all'indipendenza, all'imparzialità e alla responsabilità della magistratura. Si rilevano progressi per quanto riguarda la gestione imparziale dei processi per crimini di guerra. Alle quattro sezioni specializzate nei crimini di guerra è stata conferita competenza esclusiva per tutti i nuovi casi. Il loro ruolo dovrebbe essere ulteriormente potenziato per i casi in sospeso. Il ministero della Giustizia ha adottato una strategia per affrontare il problema dell'impunità, specialmente nei casi in cui le vittime erano di etnia serba o i presunti colpevoli facevano parte delle forze di sicurezza croate.

I progressi sono stati sostanziali per quanto riguarda la lotta alla corruzione, che è stata intensificata con risultati positivi: al miglioramento della legislazione ha fatto riscontro un potenziamento delle autorità competenti. Per quanto riguarda la gestione dei casi di corruzione ad alto livello, dei casi di corruzione locale e dei casi connessi agli appalti pubblici e all'apparato giudiziario il bilancio non è ancora positivo. Il paese deve acquisire maggiore esperienza a livello di applicazione concreta del quadro giuridico preventivo di recente adozione e delle strutture attuative.

I diritti umani continuano ad essere generalmente rispettati e sono stati compiuti ulteriori progressi per quanto riguarda i diritti umani e la tutela delle minoranze. La Croazia ha continuato ad adottare misure di vario tipo per sensibilizzare maggiormente i cittadini e migliorare la tutela dei diritti umani. Per quanto riguarda l'accesso alla giustizia, l'applicazione della legge sul gratuito patrocinio è ulteriormente migliorata, grazie soprattutto alla semplificazione delle procedure. Per quanto riguarda il sistema penitenziario, sebbene siano proseguiti i lavori di ampliamento delle attuali strutture di detenzione e trattamento le carceri croate rimangono sovraffollate. Quanto ai maltrattamenti, l’ombudsman ha continuato a ricevere denunce riguardanti l’impiego eccessivo della forza da parte della polizia, a cui occorre dare un seguito adeguato.

La libertà di espressione, compresi la libertà e il pluralismo dei media, è garantita dal diritto croato e viene globalmente rispettata. Si osservano ulteriori passi avanti in termini di trasparenza della proprietà dei media, mentre i progressi sono limitati per quanto riguarda le indagini sui casi, verificatisi negli anni precedenti, di intimidazione di giornalisti che si occupano di corruzione e criminalità organizzata. Sono comunque stati segnalati pochi nuovi casi di questo tipo. L'attività investigativa dei giornalisti è ostacolata soprattutto dalle pressioni economiche. Sussistono problemi di ingerenze politiche a livello locale. La libertà di riunione richiede un'attenzione costante in termini di gestione delle manifestazioni.

Vi è stato qualche progresso per quanto riguarda i diritti delle donne e la parità fra i sessi. Tuttavia, la posizione delle donne sul mercato del lavoro non è molto cambiata e il tasso di disoccupazione femminile rimane elevato. Si rilevano progressi limitati per quel che riguarda i diritti dei minori. L’ombudsman per i minori è intervenuto più attivamente nei casi in cui le violenze contro i bambini non venivano gestite correttamente dalle autorità competenti.

I progressi sono stati limitati per quanto riguarda l'inclusione delle categorie socialmente vulnerabili e dei disabili. Si sta rafforzando la capacità dell’ufficio dell’ombudsman per i disabili. I criteri per l’accertamento dei diritti non vengono applicati in modo uniforme e le disposizioni legislative sui diritti specifici sono frammentarie. La transizione dagli istituti ai servizi assistenziali presso le comunità procede a rilento. I diritti dei lavoratori e i diritti sindacali vengono generalmente rispettati.

La Croazia ha iniziato a costituire un track record di applicazione della legge antidiscriminazioni e della legislazione sui reati generati dall'odio. Sono state prese diverse misure di sensibilizzazione e si sta potenziando l'ufficio dell'ombudsman per i diritti umani. Gli organi di contrasto hanno avviato una serie di cause a norma della legislazione sui reati generati dall'odio. Occorre tuttavia sviluppare ulteriormente il track record e affrontare il problema dell'omofobia e della xenofobia nella società.

Vi è stato qualche progresso in termini di rispetto e tutela dei diritti delle minoranze e dei diritti culturali. Sono state ribadite le dichiarazioni pubbliche ad alto livello di impegno nei confronti dei diritti delle minoranze, a conferma del loro ruolo nella società croata. Sono stati garantiti finanziamenti destinati alle organizzazioni delle minoranze. Le indagini di polizia sugli incidenti a danno delle minoranze sono diventate più efficaci. Sono stati presi provvedimenti per migliorare l'applicazione delle disposizioni in materia di occupazione dell'atto costituzionale sui diritti delle minoranze nazionali. È stato inoltre adottato un piano per l'occupazione delle minoranze, che ora deve essere attuato. La Croazia deve tuttavia continuare a incentivare uno spirito di tolleranza nei confronti delle minoranze, in particolare i serbi di Croazia. Sussistono discriminazioni, specialmente nel settore pubblico a livello locale. L'accesso all'istruzione per la minoranza rom è stato migliorato, in particolare a livello dell’istruzione prescolare. È proseguito il potenziamento delle infrastrutture in alcuni campi rom. La partecipazione dei rom al sistema scolastico rimane problematica. La percezione da parte dei rom delle misure prese in loro favore può essere migliorata. L'accesso dei rom ad alloggi adeguati, alla tutela sociale e all'assistenza sanitaria continua a porre problemi e la disoccupazione rimane estremamente elevata.

Sono stati compiuti buoni progressi per quel che riguarda le questioni legate al rientro dei profughi, che continuano a ritornare in Croazia. Si sono registrati progressi relativamente alle questioni abitative, grazie in particolare ai programmi volti a fornire alloggi ai rimpatriati. L'arretrato dei ricorsi contro le richieste respinte di ricostruzione degli alloggi è stato inoltre ridotto. Si osservano progressi in termini di ricostruzione delle proprietà rimanenti ed è proseguita l’attuazione della decisone sulla convalida dei diritti alla pensione. La Croazia deve tuttavia compiere progressi nella fornitura di alloggi agli altri richiedenti, stimati a 2 500, e accelerare la creazione delle condizioni economiche e sociali necessarie per un rientro sostenibile dei rifugiati.

Per quanto riguarda le questioni regionali e gli obblighi internazionali, la Croazia continua a collaborare con il Tribunale penale internazionale per l’ex Iugoslavia (ICTY). La task force governativa interagenzie ha esaminato nuove piste importanti nelle sue indagini volte a rintracciare i documenti mancanti (registri dell’artiglieria) richiesti dall’ufficio del Procuratore dell’ICTY. La Croazia, tuttavia, non ha potuto rendere pienamente conto della documentazione militare mancante. I leader politici dovrebbero inoltre evitare dichiarazioni e misure che rimettano in discussione l'importanza della riconciliazione e la necessità di amministrare la giustizia mediante il perseguimento dei crimini di guerra.

Si osservano notevoli progressi in relazione al processo avviato dalla dichiarazione di Sarajevo. Dopo le riunioni di giugno e settembre 2011, la Bosnia-Erzegovina, la Croazia, il Montenegro e la Serbia hanno raggiunto un accordo su diverse questioni tra cui il testo di una dichiarazione congiunta da firmare in occasione di una conferenza ministeriale che si terrà a Belgrado nel novembre 2011.

A luglio il governo croato ha adottato e trasmesso al parlamento, per adozione, una dichiarazione sulla promozione dei valori europei nell'Europa sud-orientale, in cui la Croazia s'impegna a garantire che le questioni bilaterali, come le vertenze sui confini, non ostacolino l'adesione dei paesi candidati all'UE tra l'inizio del processo di adesione e l'entrata in vigore del trattato di adesione.

La Croazia ha continuato a partecipare attivamente alle iniziative regionali, ivi compresi il processo di cooperazione nell’Europa sudorientale (SEECP), il Consiglio di cooperazione regionale (CCR) e l’accordo centroeuropeo di libero scambio (CEFTA). Continuano a svilupparsi le relazioni bilaterali con gli altri paesi interessati dall'allargamento e con gli Stati membri dell'UE vicini, compresa la Serbia, ma alcune questioni richiedono un'attenzione costante, specie per quanto riguarda la collaborazione per le indagini e le azioni penali sui crimini di guerra. Le relazioni con la Slovenia sono ulteriormente migliorate con l'entrata in vigore dell’accordo per un arbitrato internazionale sui confini.

Nel 2010 e nel primo trimestre del 2011 l'economia della Croazia era ancora in fase di recessione, malgrado la ripresa delle economie dell'UE e di altri partner commerciali. Dalla primavera scorsa, tuttavia, l'attività economica sembra essere ripartita. La disoccupazione, il disavanzo pubblico e il debito pubblico sono ulteriormente aumentati. Il debito estero rimane uno dei punti più vulnerabili dell'economia.

Per quanto concerne i criteri economici, la Croazia ha un’economia di mercato funzionante. Il paese dovrebbe essere in grado di far fronte alle pressioni della concorrenza e alle forze di mercato all’interno dell’Unione, sempre che attui con determinazione il programma globale di riforme volto a ridurre le carenze strutturali.

Si è mantenuto un ampio consenso politico sui principi di base dell'economia di mercato. Considerati i vincoli esistenti, la politica macroeconomica si è dimostrata globalmente atta ad affrontare le sfide della recessione. La banca centrale è riuscita a salvaguardare la stabilità finanziaria e dei tassi di cambio mantenendo al tempo stesso una politica monetaria flessibile a fronte di pressioni inflazionistiche contenute. Il settore bancario ha confermato la propria capacità di resistere alle crisi. A livello di bilancio, le autorità si sono adoperate per contenere il disavanzo in aumento limitando la spesa pubblica. Il quadro di bilancio necessario per garantire la sostenibilità di bilancio a medio termine è stato potenziato. Il disavanzo delle partite correnti si è ulteriormente ridotto man mano che le esportazioni aumentavano, mentre la domanda interna contenuta ha mantenuto basso il livello delle importazioni. Sono stati compiuti alcuni progressi, seppur limitati, per quanto riguarda le riforme strutturali nell'ambito del programma di ripresa economica.

Il ritmo delle riforme strutturali, tuttavia, è rimasto generalmente lento, anche per quanto attiene alla privatizzazione e alla ristrutturazione delle imprese in perdita. Il clima degli investimenti ha continuato a risentire di pesanti oneri normativi, del carattere imprevedibile delle decisioni amministrative, in particolare a livello locale, e di numerose tasse parafiscali. Le riforme programmate del mercato occupazionale, caratterizzato da una notevole rigidità, sono state fortemente circoscritte e i tassi di occupazione e partecipazione, che erano già bassi, sono ulteriormente diminuiti. I trasferimenti sociali, che rappresentano una quota relativamente elevata dei bilanci pubblici, non sono ancora adeguatamente mirati. Vista la necessità di garantire la sostenibilità di bilancio a medio termine, il processo di bilancio potrebbe essere ulteriormente potenziato. Migliorare l'efficienza della spesa pubblica rimane una priorità assoluta.

Per quanto riguarda la capacità della Croazia di assumere gli obblighi che comporta l’adesione, il paese ha proseguito in misura soddisfacente i preparativi per conformarsi ai criteri dell’UE e ha conseguito un alto livello di allineamento con le norme UE nella maggior parte dei settori. Si segnalano ulteriori progressi nella maggior parte dei settori, compresi i capitoli per i quali il livello di allineamento è già molto elevato. In determinati settori sono necessari ulteriori sforzi per rafforzare la capacità amministrativa ai fini di una corretta applicazione dell'acquis. L'attuazione dell'accordo di stabilizzazione e di associazione è proseguita regolarmente.

Si segnalano buoni progressi nel settore della libera circolazione delle merci. L'allineamento con l'acquis in questo capitolo ha raggiunto uno stadio avanzato. Occorrono tuttavia ulteriori sforzi, specie per quanto riguarda le rimanenti revisioni della legislazione orizzontale e la legislazione sui prodotti del nuovo e del vecchio approccio, onde allineare integralmente la legislazione nazionale con l'acquis.

I progressi sono stati costanti per quanto attiene alla libera circolazione dei lavoratori e i preparativi per l'applicazione dell'acquis sono ben avviati. Occorre un impegno costante per rafforzare la capacità amministrativa ai fini del coordinamento dei regimi previdenziali.

Sono stati registrati ulteriori progressi per quanto concerne il diritto di stabilimento e la libera prestazione dei servizi, un settore in cui l'allineamento con l'acquis è generalmente soddisfacente. Occorre continuare a lavorare sul riconoscimento reciproco delle qualifiche professionali, così come sul recepimento e sull'attuazione della direttiva sui servizi, onde completare l'allineamento, e rafforzare ulteriormente la capacità amministrativa dell'ente regolatore per i servizi postali.

Si osservano ulteriori progressi in termini di libera circolazione dei capitali per quanto riguarda l'acquis sui servizi di pagamento, la liberalizzazione dei movimenti di capitale e il riciclaggio del denaro. L'allineamento legislativo è quasi terminato.

Sono stati compiuti ulteriori progressi nel settore degli appalti pubblici. L’allineamento con l’acquis procede bene ed è quasi terminato. Va rivolta particolare attenzione all'allineamento del diritto derivato con la nuova legge sugli appalti pubblici e al potenziamento istituzionale in questo settore mediante la formazione continua e lo sviluppo professionale del personale.

Vanno segnalati progressi in materia di diritto societario. L'allineamento con l'acquis è ben avviato. Sono stati compiuti ulteriori progressi per quanto riguarda la legge sulla proprietà intellettuale e si è raggiunto un elevato livello di allineamento con l’acquis. La conoscenza dei diritti di proprietà intellettuale da parte dei cittadini deve essere ulteriormente migliorata.

Si riscontrano progressi sostanziali nel settore della politica di concorrenza, in particolare l'approvazione dei piani di ristrutturazione dei cantieri navali, ma non è stato firmato nessuno dei contratti di privatizzazione. È stato raggiunto un livello elevato di allineamento legislativo. Occorrono ulteriori sforzi per continuare a migliorare l’effettiva applicazione della normativa contro i cartelli da parte dell’Agenzia per la concorrenza in seguito all'entrata in vigore della nuova legge sulla concorrenza.

Nel settore dei servizi finanziari si riscontrano buoni progressi per quanto riguarda l'allineamento della legislazione e il rafforzamento della capacità amministrativa. Il livello di allineamento è elevato.

La Croazia ha compiuto buoni progressi in materia di società dell’informazione e media e ha raggiunto un elevato livello di allineamento con l’acquis. Occorrono ulteriori sforzi per portare avanti la liberalizzazione di tutti i segmenti del mercato delle comunicazioni elettroniche e promuovere l'indipendenza dell’emittente radiotelevisiva pubblica.

Si osservano buoni progressi nei settori dell’agricoltura e dello sviluppo rurale, in particolare per quanto riguarda la creazione e l’entrata in funzione dell’organismo pagatore e del sistema integrato di amministrazione e controllo e l’organizzazione comune di mercato. Nel complesso, i preparativi sono ben avviati. La Croazia deve continuare ad adoperarsi con notevole impegno in tutti questi settori per dotarsi di sistemi totalmente conformi e operativi. Occorre un impegno costante per allineare il sistema di sostegno all'agricoltura con l'acquis. La Croazia deve migliorare urgentemente la propria capacità di assorbimento dei fondi di sviluppo rurale.

Si sono registrati buoni progressi in materia di politica veterinaria e fitosanitaria e di sicurezza alimentare, specie per quanto riguarda il recepimento della normativa UE e l’adozione della legislazione applicativa. Il recepimento della legislazione è in dirittura d'arrivo in diversi settori. La Croazia deve continuare ad adoperarsi per il potenziamento e il controllo degli stabilimenti, la creazione di posti d'ispezione frontalieri, il monitoraggio del settore dei sottoprodotti di origine animale e il rafforzamento della sua capacità amministrativa e di controllo.

La Croazia ha continuato a fare buoni progressi per quanto riguarda l’allineamento con l’acquis nel settore della pesca. Nell’insieme, i preparativi sono a buon punto. La Croazia deve continuare ad impegnarsi a livello di applicazione della legislazione, specie per quanto riguarda la gestione, l'ispezione e il controllo della flotta e la politica strutturale.

Sono stati compiuti altri progressi relativamente alla politica dei trasporti e il livello di allineamento è buono. Occorrono ulteriori sforzi, in particolare per continuare il lavoro sulla seconda fase dell'accordo sullo Spazio aereo comune europeo, portare a termine l'allineamento della legislazione sull'aviazione e garantire il pieno funzionamento dell'autorità per la sicurezza ferroviaria e del sistema di monitoraggio e di informazione sul traffico navale.

Si è fatto qualche progresso nel settore dell'energia, dove il livello di allineamento è elevato. Occorrono ulteriori sforzi, in particolare per l'apertura dei mercati dell'elettricità e del gas e per il conseguimento degli obiettivi dell'UE riguardanti le fonti di energia rinnovabile e l'efficienza energetica. Occorre semplificare le procedure amministrative per i progetti connessi all'energia rinnovabile e rafforzare la capacità amministrativa.

È stato fatto qualche progresso nel settore della fiscalità. Il livello di allineamento legislativo della Croazia è molto elevato ma il paese dovrà compiere ulteriori sforzi, soprattutto per quanto riguarda l’IVA e le accise. La Croazia deve portare avanti i preparativi per l’interconnettività dei sistemi informatici.

Si rileva qualche progresso relativamente alla politica economica e monetaria, un settore in cui l’allineamento con l’acquis è completo, È auspicabile un impegno costante per migliorare il coordinamento delle politiche economiche.

Si osservano buoni progressi in materia di statistiche. È stato raggiunto un buon livello di allineamento, È necessario un ulteriore impegno per allineare totalmente le statistiche croate con i requisiti UE.

Si osserva qualche progresso in materia di politica sociale e occupazione. Sebbene il livello di allineamento con l’acquis sia buono, sussistono alcune carenze nell’allineamento legislativo, segnatamente in termini di recepimento delle direttive in materia di diritto del lavoro che non rientrano nella legge sul lavoro, nonché per quanto riguarda le misure antidiscriminazione e la parità fra i sessi. Occorre dar prova dell'impegno necessario per ovviare alle carenze strutturali sul mercato del lavoro, garantire il buon funzionamento del dialogo sociale e sviluppare le capacità delle parti sociali. La capacità amministrativa dev’essere costantemente rafforzata in tutti i settori.

La Croazia ha fatto qualche progresso nel settore della politica imprenditoriale e industriale, L'allineamento con l'acquis in questo capitolo è molto avanti. ma occorre prodigare altri sforzi costanti per migliorare il clima imprenditoriale, riducendo gli oneri amministrativi, e per promuovere l'innovazione e lo sviluppo delle competenze. Occorre completare l’allineamento della definizione delle PMI con l'acquis e portare avanti la ristrutturazione della cantieristica.

La Croazia ha compiuto ulteriori progressi nel campo delle reti transeuropee, dove l'allineamento con l'acquis è stato ultimato.

Si osservano buoni progressi in termini di politica regionale e coordinamento degli strumenti strutturali. I preparativi della Croazia per l'attuazione della politica di coesione sono in fase avanzata in tutti i settori. La Croazia deve prodigare altri sforzi costanti per aumentare la propria capacità amministrativa in vista della futura attuazione della politica di coesione e preparare una riserva di progetti "maturi".

La Croazia ha compiuto progressi sostanziali per quanto riguarda il sistema giudiziario e i diritti fondamentali. La riforma della giustizia è proseguita con l’adozione di nuove leggi che rafforzano ulteriormente l’indipendenza dell’apparato giudiziario e un’ulteriore riduzione dell'arretrato giudiziario. Occorre prestare un'attenzione costante alla riforma della giustizia, in particolare per quanto riguarda l'efficienza dell'apparato giudiziario e l'applicazione concreta delle nuove misure connesse all'indipendenza, all'imparzialità e alla responsabilità della magistratura. La Croazia ha continuato a migliorare la gestione dei casi di crimini di guerra nazionali. Occorre affrontare in modo esauriente la questione dell'impunità. L'accelerazione delle misure anticorruzione ha dato risultati positivi, specie per quanto riguarda il miglioramento della legislazione e il potenziamento delle autorità competenti. Occorre sviluppare ulteriormente il bilancio dei casi di corruzione gestiti in modo efficace, specie per quanto riguarda la corruzione ad alto livello, la corruzione locale e i casi connessi agli appalti pubblici e all'apparato giudiziario. Il paese deve acquisire maggiore esperienza a livello di applicazione concreta del quadro giuridico preventivo di recente adozione. La tutela dei diritti fondamentali è stata rafforzata ma deve essere ulteriormente migliorata nella realtà, specialmente per le minoranze e i rifugiati.

Si segnalano buoni progressi nel settore giustizia, liberà e sicurezza, in cui l'allineamento generale con l'acquis è già a buon punto. Il quadro legislativo sull'asilo è stato potenziato. Occorre adoperarsi per migliorare l'integrazione delle persone che beneficiano di protezione in Croazia e tutelare i minori fra i migranti irregolari. Occorre proseguire l’allineamento con l’acquis pertinente dell'UE. Sono stati fatti progressi per quanto riguarda le frontiere esterne. È proseguito il potenziamento della polizia di frontiera in termini di personale e attrezzature. La Croazia deve adoperarsi per attuare nei tempi il piano d'azione riveduto sulla gestione integrata delle frontiere. Si riscontrano progressi per quanto riguarda la cooperazione giudiziaria in campo civile e penale. I progressi sono stati buoni in termini di lotta contro la criminalità organizzata e la droga.

Sono stati compiuti ulteriori progressi nel campo della scienza e della ricerca. Il livello di allineamento è elevato, ma il paese deve ancora adoperarsi per quanto riguarda il volume degli investimenti destinati alla ricerca nonché i ricercatori qualificati e i loro diritti. Va riservata la debita attenzione ai preparativi per l'Unione dell'innovazione.

Si osservano buoni progressi in materia di istruzione, formazione, gioventù e cultura. Il livello di allineamento con l'acquis è buono. Dal gennaio 2011 la Croazia partecipa a pieno titolo ai programmi “Apprendimento permanente” e “Gioventù in azione”. Va prestata costante attenzione all'istruzione e alla formazione professionale nonché all'istruzione degli adulti.

Si osservano progressi nel settore dell'ambiente. Nel complesso, i preparativi della Croazia sono quasi terminati per quanto riguarda l’allineamento e l'attuazione della legislazione, in particolare quella sulla qualità dell'acqua e i prodotti chimici. Bisogna migliorare l’attuazione dell’acquis orizzontale, segnatamente la partecipazione effettiva dei cittadini e l’accesso alla giustizia in materia ambientale. Il paese deve ancora adoperarsi con notevole impegno per rafforzare ulteriormente la capacità amministrativa, specie per quanto riguarda la protezione della natura e i cambiamenti climatici. Riguardo ai cambiamenti climatici, occorrono ulteriori, notevoli sforzi per portare a termine l'allineamento legislativo e garantire l'applicazione della normativa, segnatamente in materia di aviazione, assegnazione gratuita, registri e vendita all'asta.

Si registra qualche progresso in materia di tutela dei consumatori e della salute. L'allineamento con l'acquis e i preparativi nel campo della tutela dei consumatori sono a buon punto. Occorre un impegno costante per affrontare le questioni ancora in sospeso inerenti alla pubblica sanità.

La Croazia ha continuato a fare buoni progressi a livello di unione doganale. L'allineamento legislativo in questo campo ha raggiunto un livello molto elevato ed è ulteriormente progredito nel periodo in esame. La Croazia ha continuato a rafforzare la propria capacità amministrativa e operativa potenziando le attrezzature per i controlli fisici e migliorando la propria capacità di analisi dei rischi. I preparativi sono molto avanti anche per quanto riguarda l’interconnettività dei sistemi informatici e devono proseguire. Il paese deve adoperarsi per rafforzare la capacità amministrativa in materia di controlli interni, controlli a posteriori e gestione dei rischi.

La Croazia ha continuato a fare progressi nel settore delle relazioni esterne, in cui ha raggiunto un notevole grado di allineamento, e continua a coordinare e ad allineare le sue posizioni con quelle dell'UE nelle organizzazioni internazionali. La Croazia dovrebbe tuttavia intensificare gli sforzi per allineare i suoi accordi internazionali con l'acquis dell'UE e continuare a rafforzare la propria capacità amministrativa in materia di politica di sviluppo e aiuti umanitari.

La Croazia ha compiuto ulteriori progressi nel settore della politica estera, di sicurezza e di difesa e ha continuato a partecipare a diverse missioni PSDC dell’UE. Il suo livello di allineamento nel settore è elevato. La Croazia deve continuare a migliorare l’attuazione del controllo delle armi, garantendo anche la trasparenza delle informazioni pertinenti.

La Croazia ha fatto ulteriori progressi nel campo del controllo finanziario, in cui ha raggiunto un elevato livello di allineamento. Il paese deve continuare ad adoperarsi per migliorare globalmente il controllo finanziario interno pubblico e l'audit esterno a livello centrale e locale.

Vanno segnalati buoni progressi per quanto riguarda le disposizioni finanziarie e di bilancio. L'infrastruttura e le procedure amministrative per la gestione del sistema delle risorse proprie dopo l'adesione sono state in buona parte predisposte.

Ex Repubblica iugoslava di Macedonia

L’ex Repubblica iugoslava di Macedonia continua a soddisfare in misura sufficiente i criteri politici. Il paese ha portato avanti le riforme connesse all'adesione, anche se sussistono determinate sfide fondamentali. Le elezioni politiche di giugno sono risultate sostanzialmente conformi agli standard internazionali. La nuova coalizione di governo è stata costituita rapidamente. È stato realizzato qualche progresso relativamente al sistema giudiziario e alla pubblica amministrazione, specie per quanto riguarda il quadro giuridico, ma occorrono ulteriori sforzi per garantirne l'effettiva applicazione, in particolare per quanto concerne la libertà di espressione dei media, la riforma giudiziaria e amministrativa e la lotta alla corruzione. Occorre intensificare il dialogo tra governo e opposizione per agevolare il funzionamento delle istituzioni.

L’accordo quadro di Ohrid, firmato dieci anni fa, resta un elemento essenziale per la democrazia e lo Stato di diritto nel paese. Si segnala qualche progresso in materia di attuazione della legge sulle lingue, di decentramento e di equa rappresentanza. Occorre un impegno costante per affrontare problemi quali l'istruzione e garantire relazioni armoniose fra tutte le comunità.

Si rilevano miglioramenti nello svolgimento delle elezioni, che sono state democratiche e ben gestite in tutto il paese. Il governo deve ovviare alle carenze esistenti e applicare integralmente le conclusioni e le raccomandazioni della missione di osservazione elettorale dell'OSCE/ODIHR. Occorre aumentare le risorse del parlamento per consentirgli di svolgere il proprio ruolo. Il boicottaggio dell'opposizione ha ostacolato il funzionamento del parlamento da gennaio fino alle elezioni. Le elezioni hanno permesso all'opposizione di essere presente nel nuovo parlamento. Si registra qualche progresso a livello di riforma parlamentare. È proseguita l'attuazione della legge sulle lingue e delle norme procedurali. Occorre intensificare ulteriormente il dialogo politico.

La coalizione di governo ha sormontato le difficoltà e rafforzato la cooperazione interna. Il nuovo governo ha rilanciato il processo di riforma connesso all'UE. Per quanto riguarda il governo locale, occorre rendere più equo e trasparente il quadro finanziario per l'erogazione dei servizi a livello locale.

Il quadro per la pubblica amministrazione è stato migliorato con la creazione di un ministero responsabile della riforma della pubblica amministrazione. I servizi di e-government sono stati sviluppati per migliorare i servizi al cittadino. I progressi sono invece limitati per quanto riguarda l'attuazione globale delle riforme. Occorrono altri notevoli sforzi, in particolare per quanto riguarda la politica di assunzione e il rispetto dei principi di trasparenza, professionalità e indipendenza della funzione pubblica. Le modifiche della legge sulle procedure amministrative generali non garantiscono né l'effettiva erogazione dei servizi amministrativi né la tutela dei cittadini.

È stato adottato un pacchetto legislativo di ampia portata per migliorare l'efficienza dell'apparato giudiziario. Alcune parti del pacchetto entreranno in vigore tra il 2012 e il 2015. La creazione dell'Alta corte amministrativa ha colmato una lacuna nel sistema giudiziario. I diritti di voto del ministero della Giustizia nel Consiglio giudiziario sono stati aboliti per rafforzare l'indipendenza della magistratura. Occorre prendere altri provvedimenti per migliorare di fatto l'indipendenza e la professionalità, in particolare mediante le prassi in materia di assunzione. L'attuazione delle riforme precedenti deve essere potenziata.

Il quadro giuridico della politica anticorruzione è stato ulteriormente modificato. Si è dato seguito alle raccomandazioni del GRECO ed è iniziata la verifica sistematica delle dichiarazioni patrimoniali. Tuttavia, non è ancora stato costituito un track record di gestione dei casi di corruzione ad alto livello e la verifica delle dichiarazioni sui conflitti di interessi deve essere sistematizzata. La trasparenza della spesa pubblica e del finanziamento dei partiti politici rimane insufficiente. La corruzione regna ancora in molti settori e costituisce tuttora un problema serio.

Il paese dispone di gran parte del quadro legislativo e istituzionale per i diritti umani e la tutela delle minoranze. I diritti civili e politici sono generalmente rispettati e sono stati fatti altri progressi, seppur limitati, in questo campo. Alcune carceri sono state rimodernate, ma il paese deve ancora elaborare una strategia nazionale efficace per il sistema penitenziario. Sussistono carenze a livello di lotta contro l'impunità presso gli organi di contrasto. È iniziato un dialogo sui principali problemi relativi alla libertà di espressione dei media. Aumentano le segnalazioni di pressioni politiche ed economiche nei confronti dei giornalisti e dei direttori di giornale. La chiusura di una grossa rete televisiva e di tre giornali che criticano il governo, accusati di evasione fiscale, ha destato preoccupazioni in merito al carattere proporzionale e selettivo della procedura, che riduce la diversità del paesaggio mediatico. In un contesto di questo genere è facile influenzare i giornalisti e le politiche editoriali, il che produce forme diffuse di autocensura. L'emittente pubblica non sta svolgendo il ruolo conferitole dalla legge.

I diritti economici e sociali sono globalmente garantiti e si riscontra qualche ulteriore progresso in tal senso. Sono stati applicati nuovi criteri per la partecipazione rappresentativa delle parti sociali. Il Consiglio nazionale per la prevenzione della delinquenza minorile e la Commissione per la prevenzione delle discriminazioni sono diventati operativi. La legge antidiscriminazioni deve ancora essere integralmente allineata con l'acquis, specie per quanto riguarda le discriminazioni basate sulle tendenze sessuali. Occorre rafforzare la capacità della Commissione antidiscriminazioni.

Si osserva qualche progresso a livello di diritti culturali e delle minoranze. Il decimo anniversario dell'accordo quadro di Ohrid è stato una buona occasione di intensificare il dialogo tra le comunità del paese. Il Presidente della Repubblica e il Primo ministro hanno partecipato alle celebrazioni di questa importante ricorrenza. L'attuazione della legge sulle lingue è andata avanti in parlamento. La rappresentanza della comunità etnica albanese nella funzione pubblica corrisponde alla sua quota nella popolazione nazionale e la rappresentanza delle comunità rom e turca è aumentata. È migliorata l'integrazione dei rom nel sistema scolastico, con un aumento delle iscrizioni alle scuole secondarie e all'università. Occorrono sforzi costanti per alimentare la fiducia, specialmente in materia di istruzione, cultura e lingua. I rom continuano a subire discriminazioni e ad avere condizioni di vita molto difficili.

Per quanto riguarda le questioni regionali e gli obblighi internazionali, il paese ha continuato a collaborare pienamente con il Tribunale penale internazionale per l’ex Iugoslavia (ICTY). A luglio il parlamento ha adottato un'interpretazione autentica della legge sull'amnistia secondo la quale l'amnistia dovrebbe estendersi alle persone sospettate in tutti i casi di cui non si occuperà l'ICTY. Per quanto attiene alla Corte penale internazionale, l’accordo bilaterale di immunità concluso con gli Stati Uniti non è conforme alle posizioni comuni e ai principi direttivi dell’UE. Il paese si deve allineare con la posizione dell'UE.

Il paese ha continuato a partecipare attivamente alle iniziative di cooperazione regionale, ivi compresi il processo di cooperazione nell’Europa sudorientale (SEECP), il Consiglio di cooperazione regionale (CCR) e la zona centroeuropea di libero scambio (CEFTA).

L’ex Repubblica iugoslava di Macedonia è un partner attivo nella regione e ha continuato a sviluppare le relazioni con i paesi vicini e con gli altri paesi dell'allargamento. Le relazioni con la Grecia risentono tuttora della questione irrisolta del nome. Il paese prosegue i colloqui, sia sotto l'egida dell'ONU che attraverso incontri diretti fra i primi ministri, per trovare una soluzione. Occorre evitare azioni e dichiarazioni che potrebbero incidere negativamente sulle relazioni di buon vicinato. Il mantenimento di relazioni di buon vicinato, compresa una soluzione alla questione del nome negoziata sotto l’egida dell’ONU e accettabile per entrambi i paesi, rimane di fondamentale importanza.

L'ex Repubblica iugoslava di Macedonia ha migliorato la propria capacità di assumere gli obblighi che comporta l’adesione e ha fatto qualche progresso verso la realizzazione delle priorità del partenariato di adesione. Sussistono tuttavia notevoli carenze a livello di attuazione e applicazione effettiva della normativa. Mancano le risorse umane e finanziarie necessarie per applicare integralmente l'acquis.

La ripresa dell'economia dell'ex Repubblica iugoslava di Macedonia è iniziata nella seconda metà del 2010 grazie alla domanda esterna e all'aumento degli investimenti, in particolare nel settore edilizio. Alla fine del 2010 il governo ha raggiunto un accordo con il FMI su una linea di credito precauzionale che dovrebbe rassicurare i mercati internazionali. È proseguita l’attuazione delle riforme strutturali, ma la forte disoccupazione strutturale, specialmente fra i giovani e le persone con un livello di istruzione basso, continua a destare serie preoccupazioni. Le capacità istituzionali della pubblica amministrazione e delle agenzie di regolamentazione e vigilanza sono tuttora inadeguate.

L’ex Repubblica iugoslava di Macedonia ha mantenuto un livello elevato di conformità con i criteri economici. In alcuni settori, il paese si è avvicinato ulteriormente allo status di economia di mercato funzionante, in particolare agevolando la registrazione delle imprese, accelerando le procedure giudiziarie, migliorando il funzionamento dei mercati finanziari, semplificando ulteriormente il quadro normativo e migliorando la comunicazione con il mondo imprenditoriale. Il paese dovrebbe essere in grado di far fronte a medio termine alle pressioni della concorrenza e alle forze di mercato all’interno dell’Unione, sempre che attui risolutamente il programma di riforme volto a ridurre le notevoli carenze strutturali.

Il paese ha mantenuto un ampio consenso sugli orientamenti di base delle politiche economiche. Il dialogo economico con la comunità imprenditoriale è migliorato. L'orientamento della politica monetaria, imperniata sull'ancoraggio di fatto all'euro, ha favorito la crescita e contribuito alla stabilità macroeconomica. La politica di bilancio ha continuato a puntare alla stabilità. Si sono registrati ulteriori progressi in termini di agevolazione dell’entrata nel mercato e di semplificazione del quadro normativo. La durata delle procedure fallimentari è stata ulteriormente abbreviata e la registrazione delle proprietà immobiliari è praticamente terminata. Il settore finanziario ha iniziato a riprendersi dalla crisi finanziaria mondiale. La concorrenza nel settore è lievemente migliorata, così come il livello di intermediazione finanziaria.

Le carenze dello Stato di diritto ostacolano tuttora il buon funzionamento dell'economia di mercato. L'efficienza della pubblica amministrazione è ancora scarsa a causa della complessità delle procedure, della mancanza di personale e del frequente avvicendamento dei funzionari. Alcune agenzie di regolamentazione e di vigilanza non dispongono ancora dell'indipendenza e delle risorse necessarie per svolgere correttamente le loro funzioni. L'esecuzione dei contratti è tuttora problematica il che nuoce al clima imprenditoriale, specialmente per le piccole e medie imprese. La qualità dell'istruzione e del capitale umano è mediocre. Il capitale fisico deve essere ulteriormente modernizzato e potenziato. La qualità della governance di bilancio è rimasta carente, anche a causa del forte orientamento a breve termine della spesa pubblica. Questo ha notevolmente limitato i progressi compiuti per ridurre l'elevatissima disoccupazione strutturale. L'aumento del debito del settore pubblico rispecchia il protrarsi dei disavanzi di bilancio e la crescita dell'indebitamento esterno. Il settore informale costituisce ancora un problema serio.

Si osserva qualche progresso per quanto riguarda la libera circolazione delle merci. Gli stanziamenti di bilancio per l'attuazione della strategia globale relativa alle istituzioni orizzontali sono aumentati, ma la legislazione quadro non è ancora totalmente allineata con l'acquis orizzontale. Sono stati compiuti pochi progressi in materia di libera circolazione dei lavoratori, un settore in cui l’allineamento con l’acquis si trova ancora nella fase iniziale. Il paese è a buon punto per quanto riguarda il diritto di stabilimento e la libera prestazione dei servizi, in particolare a livello di servizi postali. È migliorato anche il livello di coordinamento fra i vari organismi competenti in materia di autorizzazione dei servizi transfrontalieri. Il paese è ancora in fase iniziale per quanto riguarda il riconoscimento reciproco delle qualifiche professionali. I progressi in termini di libera circolazione dei capitali riguardano soprattutto l'applicazione della legge sulla lotta al riciclaggio del denaro e sul finanziamento del terrorismo. In attesa di passare alla seconda fase dell'accordo di stabilizzazione e di associazione vengono applicate restrizioni agli investimenti di portafoglio a breve termine e ai pagamenti transfrontalieri.

Si osservano progressi nel settore degli appalti pubblici. Le procedure di appalto sono più trasparenti e l'applicazione è stata migliorata. La legislazione sulle concessioni e sui partenariati pubblico-privato deve ancora essere allineata con l’acquis. La capacità amministrativa nel campo dei mezzi di ricorso e delle concessioni rimane scarsa, così come il livello degli enti aggiudicatori.

Sono stati compiuti buoni progressi nel settore del diritto societario, specialmente in termini di ulteriore allineamento legislativo con l'acquis. Il quadro legislativo sull'audit rimane allineato solo in parte. Si rileva qualche progresso nel rafforzamento del quadro legislativo sulla proprietà intellettuale. Il bilancio in termini di indagini, azioni penali e trattamento giudiziario nei casi di pirateria e contraffazione non è soddisfacente e il livello di informazione dei cittadini in merito ai diritti di proprietà intellettuale rimane basso.

Si sono compiuti alcuni progressi nel settore della concorrenza. Si registra un miglioramento quantitativo dell'applicazione della normativa sulle concentrazioni e sugli aiuti di Stato, mentre il bilancio rimane carente per quanto riguarda i cartelli. La qualità delle decisioni nel campo degli aiuti di Stato deve essere ulteriormente migliorata. La commissione per la tutela della concorrenza non dispone di risorse finanziarie adeguate e di personale sufficiente nel settore dell'antitrust e delle concentrazioni.

I progressi sono stati globalmente buoni nel settore dei servizi finanziari. Viene progressivamente applicata la vigilanza basata sul rischio. È stata introdotta una nuova normativa che disciplina servizi finanziari quali il leasing e le società finanziarie non bancarie.

Si osservano progressi nel settore della società dell’informazione e dei media. Prosegue l'allineamento con l'acquis dell'UE ed è stata introdotta la maggior parte delle principali misure di salvaguardia della concorrenza. Il Consiglio per l'emittenza radiotelevisiva non dispone ancora della capacità necessaria per monitorare efficacemente il mercato.

Si segnalano ulteriori progressi nel settore dell’agricoltura e dello sviluppo rurale. È in corso il graduale allineamento delle principali politiche a sostegno dell'agricoltura e dello sviluppo rurale con i requisiti UE. L’allineamento con l’acquis impone di mantenere un impegno costante. La capacità amministrativa rimane preoccupante nell'intero settore. Si sono registrati buoni progressi in termini di politica veterinaria e fitosanitaria e di sicurezza alimentare, in particolare per quanto riguarda l’adozione della nuova legislazione quadro. Comunque sia, la capacità amministrativa dell'agenzia alimentare e veterinaria non basta a garantire la corretta applicazione dell' acquis.

I progressi osservati in merito alla politica dei trasporti riguardano in particolare l'uso dei tachigrafi. Rimangono da risolvere problemi legati, in particolare, alla capacità amministrativa tuttora insufficiente delle autorità preposte alla regolamentazione e alla sicurezza dei trasporti. Occorre introdurre procedure di certificazione della sicurezza.

Fra i buoni progressi compiuti nel settore dell'energia vanno segnalate in particolare la promulgazione della nuova legislazione quadro e la risoluzione della vertenza di lunga data con l'operatore del sistema di distribuzione, un grosso investitore dell'UE. Occorre ancora creare un mercato dell’elettricità funzionante e condizioni favorevoli alla concorrenza. L'indipendenza finanziaria dell'ente regolatore per la radioprotezione non è ancora garantita.

Si osservano progressi limitati per quanto riguarda l'armonizzazione della legislazione fiscale con l'acquis. La capacità operativa dell'amministrazione fiscale è ulteriormente migliorata. Occorre ancora predisporre mezzi efficaci per combattere l'evasione fiscale ed elaborare un codice di condotta in materia di tassazione delle imprese.

Si rilevano progressi significativi a livello di politica economica e monetaria, in particolare l'adozione della pertinente legislazione sulla banca centrale. La qualità del programma economico preadesione è migliorata. Sono stati compiuti buoni progressi in diversi settori delle statistiche. Occorre adoperarsi con notevole impegno per migliorare, in particolare, le statistiche economiche.

Si osservano progressi limitati per quanto riguarda l'allineamento con l'acquis su politica sociale e occupazione. È iniziata l'attuazione della legge quadro antidiscriminazioni. L’allineamento con l’acquis non è ancora completo. Gli elevati tassi di disoccupazione e la scarsa partecipazione al mercato del lavoro rimangono fonte di preoccupazione. L’integrazione dei rom, dei disabili e delle altre persone socialmente escluse procede a rilento. Occorre proseguire l'attuazione di politiche efficaci in materia di occupazione e inclusione sociale e intensificare ulteriormente il dialogo sociale. La capacità amministrativa globale non è sufficiente.

I progressi sono stati buoni ma disomogenei nel settore della politica imprenditoriale e industriale, con qualche risultato in termini di semplificazione della normativa e delle procedure amministrative applicabili all'attività delle imprese e la riduzione dei costi aziendali. Le misure di sostegno alle imprese sono tuttora distribuite fra diversi programmi.

Sono stati compiuti ulteriori progressi nel settore delle reti transeuropee. Il paese continua a sviluppare le proprie reti di trasporto, energia e telecomunicazioni e partecipa attivamente all'Osservatorio sui trasporti dell'Europa sudorientale e alla Comunità dell'energia. La realizzazione del corridoio V è stata ritardata a causa del tempo supplementare necessario per istituire il quadro finanziario.

Si è registrato qualche progresso in termini di sviluppo regionale e coordinamento dei fondi strutturali, nonché nell'attuazione delle componenti dell'IPA riguardanti il programma operativo per lo sviluppo regionale e lo sviluppo delle risorse umane. L'inadeguatezza delle competenze e del coordinamento istituzionale ha causato notevoli ritardi. Occorre coinvolgere maggiormente le autorità nell'attuazione del programma.

Va segnalato qualche limitato progresso in termini di indipendenza e efficienza dell'apparato giudiziario, tra cui la modifica del ruolo del ministro della Giustizia nel Consiglio giudiziario e la creazione dell'Alta corte amministrativa. Occorrono ulteriori sforzi per quanto riguarda la valutazione e l'inamovibilità dei giudici. I progressi sono limitati per quanto riguarda la politica anticorruzione. L'allineamento legislativo è proseguito ed è stata introdotta la verifica sistematica delle dichiarazioni patrimoniali. Tuttavia, non è ancora stato costituito un track record di gestione dei casi di corruzione ad alto livello. Il quadro legislativo e istituzionale per i diritti fondamentali è stato in buona parte approntato, ma occorre migliorarne l'attuazione. È stato avviato un dialogo sulle questioni più preoccupanti riguardo alla libertà di espressione dei media. Si osserva qualche progresso a livello di diritti culturali e delle minoranze. L’accordo quadro di Ohrid resta un elemento essenziale per la democrazia e lo Stato di diritto nel paese.

In materia di giustizia, libertà e sicurezza, vanno segnalati buoni progressi a livello di frontiere esterne, Schengen, cooperazione giudiziaria e cooperazione doganale. La polizia di frontiera non dispone ancora di attrezzature tecniche e mezzi finanziari adeguati. È stato fatto qualche progresso in materia di migrazione, politica dei visti, cooperazione di polizia e lotta alla criminalità organizzata. È proseguita l'attuazione della riforma della polizia, ma sussistono problemi strutturali nonché una mancanza di personale e di risorse finanziarie. L'applicazione della normativa sull'asilo rimane insufficiente, anche per quanto riguarda il gratuito patrocinio, l'interpretazione e l'accesso ai diritti sociali.

Si rilevano progressi relativamente agli standard europei su scienza e ricerca. È stata adottata la strategia nazionale 2011-2020. Il tasso di partecipazione al Settimo programma quadro di ricerca dell'UE è ulteriormente aumentato. La capacità amministrativa di sostenere la partecipazione ai programmi quadro è insufficiente. È stato fatto qualche progresso per quanto riguarda gli standard europei in materia di istruzione, formazione, gioventù e cultura. I risultati del paese sono migliorati rispetto ai parametri comuni di "Istruzione e formazione 2020". I programmi “Apprendimento permanente” e “Gioventù in azione” sono tuttora sospesi. Rimane il problema di aumentare l'interazione fra le comunità etniche nel settore dell'istruzione.

Si osserva qualche progresso in materia di ambiente, specie per quanto riguarda il recepimento dell'acquis dell'UE nella legislazione nazionale e la ratifica degli accordi ambientali multilaterali. Occorre adoperarsi con notevole impegno per applicare la legislazione nazionale, in particolare per quanto riguarda la gestione delle risorse idriche e la lotta contro l’inquinamento industriale. Il paese ha fatto pochi progressi in termini di allineamento con l'acquis UE sui cambiamenti climatici e di applicazione di tale acquis. Occorrono ulteriori sforzi per rafforzare le capacità istituzionali e la collaborazione interistituzionale. Si registra qualche progresso in materia di tutela dei consumatori e della salute. Gli sforzi prodigati sono tuttora ostacolati dalle risorse finanziarie limitate e dalle strutture operative carenti.

Si osservano buoni progressi a livello di unione doganale in termini di legislazione doganale e di capacità amministrativa e operativa.

I progressi registrati a livello di relazioni esterne riguardano segnatamente l'allineamento in materia di politica commerciale comune.

Il paese ha fatto progressi anche nel settore della politica estera, di sicurezza e di difesa, ha preso misure per migliorare il coordinamento tra le autorità competenti per l'attuazione delle misure restrittive internazionali, si è allineato con la maggior parte delle dichiarazioni dell’UE e delle decisioni del Consiglio e ha dimostrato un costante impegno a partecipare alle operazioni civili e militari e di gestione delle crisi.

I progressi compiuti in termini di controllo finanziario riguardano prevalentemente l'allineamento legislativo. Il paese dovrà adoperarsi ai fini dell'attuazione, specie per quanto riguarda l'introduzione di sistemi di gestione e controllo finanziari. La capacità amministrativa dell’Ufficio statale di audit è stata ulteriormente potenziata, ma la sua indipendenza deve ancora essere sancita nella Costituzione. Non si osservano particolari progressi per quanto riguarda le disposizioni finanziarie e di bilancio. Nel complesso non vi sono grosse differenze tra il sistema nazionale e quello dell'UE per quanto riguarda i principi e le istituzioni fondamentali nei settori che potrebbero incidere sull'applicazione delle norme in materia di risorse proprie. Il paese non si è ancora dotato del quadro amministrativo necessario per l'applicazione del sistema delle risorse proprie.

Montenegro

Il Montenegro ha fatto buoni progressi per quanto riguarda la conformità con i criteri politici cui è subordinata l'adesione all'UE, ottenendo risultati globalmente soddisfacenti tra cui, in particolare, la realizzazione delle priorità fondamentali individuate nel parere della Commissione pubblicato nel 2010[18]. Il quadro legislativo e istituzionale è stato potenziato per migliorare il funzionamento del parlamento, il quadro elettorale, la professionalità e la depoliticizzazione della pubblica amministrazione, l’indipendenza e la responsabilità dell’apparato giudiziario, la politica anticorruzione, la libertà dei media e la collaborazione con la società civile. Il Montenegro ha intensificato gli sforzi per migliorare il suo bilancio in termini di lotta alla corruzione e alla criminalità organizzata. Sono state adottate misure volte a migliorare l'attuazione delle politiche antidiscriminazioni e a garantire lo status giuridico degli sfollati e il rispetto dei loro diritti. In pratica, tuttavia, le categorie vulnerabili continuano ad essere discriminate. Il Montenegro ha continuato a svolgere un ruolo costruttivo nella regione e ad applicare senza problemi l'accordo di stabilizzazione e di associazione.

Per quanto riguarda la democrazia e lo Stato di diritto, la legislazione sui diritti delle minoranze, sulle libertà e sulle elezioni è stata armonizzata con la Costituzione.

Il quadro legislativo e istituzionale relativo alle elezioni, una priorità fondamentale del parere, è stato notevolmente rafforzato in linea con le principali raccomandazioni dell'OSCE-ODIHR e della commissione di Venezia. Il nuovo disegno di legge elettorale rispetta l'impegno costituzionale di garantire un'autentica rappresentanza delle minoranze introducendo un'azione positiva per la rappresentanza di tutte le minoranze in occasione delle elezioni parlamentari. Il disegno di legge migliora inoltre l'amministrazione e rafforza la trasparenza del processo elettorale. Sono stati fatti progressi in termini di rafforzamento del ruolo legislativo e di controllo del parlamento, altra priorità fondamentale del parere, mediante un maggiore sostegno alle commissioni parlamentari, una migliore programmazione dei lavori parlamentari e un controllo più rigoroso, specialmente in materia di difesa e sicurezza. La capacità globale del parlamento e i mezzi di cui dispone per esaminare i disegni di legge in funzione dell'acquis UE devono ancora essere migliorati. Occorre un ulteriore impegno per consolidare il ruolo di controllo del parlamento e rafforzarne la capacità amministrativa.

Il nuovo governo conferisce una notevole priorità al processo di integrazione nell'UE. Il coordinamento dell'attività governativa e l'elaborazione delle politiche sono ulteriormente migliorati, specie per quanto riguarda la qualità delle consultazioni con la società civile. Il lavoro svolto dal governo sul piano d'azione per la realizzazione delle priorità fondamentali individuate nel parere della Commissione è stato sistematico ed efficiente. Si osserva un certo miglioramento della capacità dei ministeri di garantire la coerenza e monitorare l'effettiva applicazione delle leggi, che deve tuttavia essere ulteriormente sviluppata. Occorre rafforzare considerevolmente la capacità amministrativa necessaria per il coordinamento dell'integrazione europea, anche a livello di assistenza finanziaria. Non sono ancora state introdotte le modifiche legislative necessarie per creare un'amministrazione trasparente, efficiente e responsabile a livello locale.

Il Montenegro ha adottato misure importanti per risolvere i principali problemi posti dalla riforma della pubblica amministrazione, che è una delle priorità fondamentali individuate nel parere. Il governo ha adottato e iniziato ad attuare una strategia di riforma della pubblica amministrazione volta a introdurre gli standard europei per le assunzioni e le promozioni e a migliorare l'efficienza. È stato adottato un quadro legislativo potenziato sulla funzione pubblica e sull'amministrazione statale per promuovere l'efficienza, la depoliticizzazione e modalità di assunzione basate sul merito. La legislazione che disciplina le procedure amministrative è stata modificata ed è stata avviata un'ulteriore riforma globale. L’autorità per la gestione delle risorse umane è stata potenziata. Occorre intensificare i preparativi per l'attuazione della legislazione adottata mirando principalmente a garantire di fatto la depoliticizzazione, la professionalità, l'efficienza e l'imparzialità dell'amministrazione, anche mediante modalità di assunzione e di promozione basate sul merito. Questa strategia deve essere attuata tenendo debitamente conto della necessità di razionalizzare le strutture amministrative e di rafforzare la capacità amministrativa negli ambiti connessi all'integrazione europea, garantendo al tempo stesso la sostenibilità finanziaria della pubblica amministrazione. Occorre rafforzare ulteriormente la capacità dell'ufficio dell'ombudsman e della Corte dei conti.

Per quanto riguarda il sistema giudiziario, il Montenegro ha fatto progressi in termini di rafforzamento dell’indipendenza, dell’autonomia, dell’efficienza e della responsabilità di giudici e pubblici ministeri, che è una delle priorità fondamentali individuate nel parere. Il quadro legislativo è stato migliorato a livello subcostituzionale per quanto riguarda l'indipendenza della magistratura e l'autonomia delle procure. Il processo di riforma costituzionale è andato avanti. Le disposizioni sulla responsabilità dei giudici e dei pubblici ministeri sono state rafforzate. Nel prossimo periodo occorreranno notevoli sforzi per completare la riforma della giustizia e garantire l'effettiva applicazione della legislazione di recente adozione, anche ottenendo risultati convincenti riguardo ai casi di corruzione e criminalità organizzata a tutti i livelli. Deve ancora essere istituito un sistema unico di assunzioni a livello nazionale basato su prove anonime per la prima nomina nel settore giudiziario. Deve ancora essere organizzata una formazione sistematica di tutti i giudici e pubblici ministeri, specie per quanto riguarda la nuova legislazione e il diritto dell'UE. Occorre intensificare gli sforzi per ridurre l'arretrato giudiziario, utilizzando però un metodo più coerente. La mancanza di infrastrutture e attrezzature adeguate compromette tuttora l'efficienza dell'apparato giudiziario. Occorre inoltre garantire la pubblicazione integrale delle sentenze.

Per quanto riguarda la politica anticorruzione, si osservano progressi nell'attuazione della strategia e del piano d'azione governativi anticorruzione, che è una delle priorità fondamentali individuate nel parere. Il quadro strategico e legislativo per la lotta alla corruzione è stato potenziato nei settori chiave, vale a dire il finanziamento dei partiti politici, i conflitti di interessi, le incriminazioni, la protezione degli informatori e gli appalti pubblici. L'analisi dei rischi nei settori vulnerabili è stata completata in vista di una definizione più precisa delle politiche di prevenzione. La capacità tecnica e amministrativa per la prevenzione e la lotta alla corruzione è stata potenziata e sono state svolte diverse indagini su casi di corruzione. Sono state prese misure per conseguire una solida serie di risultati in materia di indagini proattive, azioni penali e condanne nei casi di corruzione a tutti i livelli, conformemente alla priorità fondamentale del parere riguardante la lotta alla corruzione. Occorre però intensificare gli sforzi per ottenere ulteriori miglioramenti. Il numero di condanne definitive rimane basso, specialmente nei casi di corruzione ad alto livello. Il ricorso a misure investigative speciali è tuttora ostacolato dalla mancanza di attrezzature adeguate e di personale specializzato. Occorre migliorare ulteriormente il coordinamento fra le agenzie e, in particolare, la collaborazione fra procure e polizia. Il quadro legislativo non è applicato in modo uniforme. Le disposizioni promulgate di recente sui conflitti di interessi e sul finanziamento dei partiti politici devono essere attuate con determinazione. Rimane necessario un monitoraggio più efficace della corruzione e dei conflitti di interessi nel settore giudiziario. La corruzione regna ancora in molti settori e rimane un problema serio.

Il rispetto dei diritti umani e la tutela delle minoranze sono ampiamente garantiti in Montenegro. Si è cercato di migliorare ulteriormente il quadro legislativo e istituzionale pertinente. Occorre garantire l'effettiva attuazione della legislazione vigente e il rafforzamento delle capacità amministrative.

I progressi sono stati limitati in termini di promozione e applicazione dei diritti umani. L'autorità e l'influenza dell'ufficio del garante dei diritti umani e delle libertà (ombudsman) sono state notevolmente rafforzate: la nuova legge sull'ombudsman, che lo definisce come il meccanismo nazionale per la protezione contro la tortura e le discriminazioni, è stata adottata a luglio. L'ufficio dell'ombudsman, tuttavia, non dispone ancora della capacità finanziaria e amministrativa necessaria per svolgere efficacemente i suoi compiti. Si rileva qualche limitato progresso per quanto riguarda i maltrattamenti e la lotta contro l'impunità. È stata impartita un'ulteriore formazione al personale. Continuano ad essere segnalati casi occasionali di violenza, specialmente nei commissariati di polizia. Il trattamento dei casi segnalati procede ancora a rilento. Per quanto riguarda il sistema penitenziario, è stato approntato il quadro legislativo e normativo necessario per creare un sistema di sanzioni alternative e di esecuzione delle sanzioni penali. Occorre allineare ulteriormente le condizioni carcerarie con gli standard internazionali, specie per quanto riguarda le cure mediche e i locali per gli incontri con i familiari. Occorre inoltre affrontare il problema dell'effettiva applicazione delle sanzioni.

Si osservano progressi per quanto riguarda la libertà di espressione, che è una delle priorità fondamentali individuate nel parere. La diffamazione e la calunnia sono state totalmente depenalizzate. La Corte suprema ha adottato, e inviato ai tribunali nazionali, orientamenti sull'entità dei risarcimenti pecuniari in caso di diffamazione a danno dei media, in linea con gli standard europei e con la giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell'uomo. I precedenti casi di violenza e le attuali minacce a danno di giornalisti, tuttavia, devono ancora essere oggetto di debite indagini e azioni penali.

Nel complesso la libertà di riunione e di associazione viene rispettata. I progressi sono stati molto buoni in termini di collaborazione delle istituzioni statali con le organizzazioni della società civile, che è una delle priorità fondamentali individuate nel parere. A luglio à stata adottata la legge sulle ONG. Le massime autorità dello Stato hanno mantenuto contatti regolari con le ONG e una cooperazione globalmente aperta e costruttiva con le parti interessate. Si è cercato anche di migliorare la collaborazione con la società civile a livello locale.

Il Montenegro ha fatto progressi per quanto riguarda le politiche antidiscriminazioni, che sono una delle priorità fondamentali individuate nel parere. A luglio è stata adottata la legge sull'ombudsman, che ora è competente per i casi di discriminazione. A settembre è stato nominato un consulente in materia di antidiscriminazione presso l'ufficio del Primo ministro. Le persone rom, ashkali ed egiziane, i disabili e le persone lesbiche, gay, bisessuali e transessuali sono ancora vittime di discriminazioni, anche da parte degli enti pubblici. Il paese deve dimostrare l'effettiva applicazione della legge antidiscriminazioni rafforzando la capacità dell'ufficio dell'ombudsman e degli organi di contrasto di gestire adeguatamente i casi di discriminazione. Si osservano progressi riguardo all'applicazione dei dritti dei disabili. Sono state adottate la legge contro le discriminazioni nei confronti dei disabili e la legge sul reinserimento professionale e sull'occupazione di queste persone. Sono state lanciate attività di educazione all'inclusione e si è fatto qualche sforzo per promuovere l'occupazione dei disabili. Si rilevano però carenze nel quadro legislativo, specie per quanto riguarda l'azione positiva e i meccanismi di applicazione delle sanzioni, e queste persone continuano ad essere discriminate, specialmente in termini di occupazione e accesso ai posti pubblici. Le condizioni nel Komanski Most continuano a destare preoccupazioni. Si è fatto qualche progresso in termini di promozione del rispetto dei diritti delle donne, la cui applicazione rimane però limitata, specie per quanto riguarda la protezione delle vittime di violenze domestiche. Occorre migliorare l'accesso delle donne ai posti di responsabilità.

Si osservano progressi limitati per quanto riguarda i diritti di proprietà. Il processo di restituzione procede tuttora a rilento e deve essere accelerato. I numerosi casi di falsificazione dei titoli di proprietà hanno dato luogo a provvedimenti volti rafforzare il controllo degli uffici del catasto. A luglio il parlamento ha adottato modifiche della legge sul censimento statale e sul catasto degli immobili. Occorre però migliorare ulteriormente il funzionamento del catasto, specie per quanto riguarda la completezza e la precisione dei dati, e la sua copertura nazionale.

Le relazioni interetniche sono rimaste stabili in Montenegro. Si è cercato di migliorare la rappresentanza politica delle minoranze modificando la legge sui diritti delle minoranze per armonizzarla con la Costituzione. Nonostante gli sforzi prodigati dalle autorità a livello nazionale e locale, i progressi sono ancora piuttosto limitati per quanto riguarda l'inclusione economica, sociale e politica di rom, ashkali ed egiziani. Anche la situazione degli sfollati, che è una delle priorità fondamentali individuate nel parere, è migliorata solo in misura limitata. Nonostante gli sforzi prodigati dalle autorità per conferire uno status giuridico a queste persone, la complessità delle procedure è tale che finora solo poche di esse hanno ottenuto lo status giuridico di residenti.

Per quanto riguarda le questioni regionali e gli obblighi internazionali, il Montenegro continua a soddisfare le condizioni legate al processo di stabilizzazione e di associazione a livello di collaborazione con l’ICTY e cooperazione regionale. Il Montenegro ha continuato a partecipare attivamente alle iniziative di cooperazione regionale, ivi compresi il processo di cooperazione nell’Europa sudorientale (SEECP), il Consiglio di cooperazione regionale (CCR) e l’accordo centroeuropeo di libero scambio (CEFTA). Il paese, che nel 2010-2011 ha presieduto l'iniziativa centroeuropea, il processo di cooperazione nell’Europa sudorientale (SEECP) e l'iniziativa adriatico-ionica, continua a dare un notevole contributo alla cooperazione regionale e a svolgere un ruolo costruttivo in ambito regionale. Devono ancora essere risolte determinate questioni bilaterali.

Si osservano notevoli progressi in relazione al processo avviato dalla dichiarazione di Sarajevo. Dopo le riunioni di giugno e settembre 2011, la Bosnia-Erzegovina, la Croazia, il Montenegro e la Serbia hanno raggiunto un accordo su diverse questioni tra cui il testo di una dichiarazione congiunta da firmare in occasione di una conferenza ministeriale che si terrà a Belgrado nel novembre 2011.

Per quanto attiene alla Corte penale internazionale, l’accordo bilaterale di immunità concluso nel 2003 con gli Stati Uniti non è conforme alle posizioni comuni e ai principi direttivi dell’UE. Il Montenegro si deve allineare con la posizione dell'UE.

Nel 2010 è iniziata la ripresa dell'economia del Montenegro dagli effetti della crisi, che ha messo a repentaglio il quadro di politica economica del paese. La mancanza di strumenti standard di politica monetaria[19] ha lasciato alla politica di bilancio il difficile compito di conciliare la ripresa della crescita con la necessità di proseguire il risanamento. Il paese è riuscito comunque a migliorare la stabilità macroeconomica globale e la qualità delle finanze pubbliche e ha mantenuto il ritmo delle riforme. Il processo di ripresa dell'economia montenegrina è ancora fragile. La competitività dell'economia rimane limitata e la diversificazione settoriale è scarsa. Sussistono carenze in termini di Stato di diritto, pubblica amministrazione, risorse umane e infrastrutture.

Per quanto riguarda i criteri economici, il Montenegro ha fatto ulteriori progressi per diventare un'economia di mercato funzionante portando avanti la stabilizzazione del settore bancario e mantenendo una politica di bilancio relativamente prudente, il che ha rafforzato la stabilità macroeconomica. Il Montenegro dovrebbe essere in grado di far fronte a medio termine alle pressioni concorrenziali e alle forze di mercato all'interno dell'Unione purché corregga le carenze strutturali esistenti attraverso l'attuazione del suo programma di riforme.

La ripresa dell'attività delle industrie esportatrici ha stimolato la crescita economica contribuendo, insieme a una domanda interna contenuta e agli sviluppi positivi nel settore turistico, a ridurre gli squilibri, ancora elevati. La politica economica è rimasta coerente e alcune riforme strutturali sono progredite. La riforma del regime pensionistico pubblico contribuisce a migliorare la qualità e la sostenibilità delle finanze pubbliche. I meccanismi di entrata e uscita dal mercato, l'esecuzione dei contratti e le procedure di registrazione delle imprese e delle proprietà sono stati ulteriormente migliorati. La legislazione finanziaria è stata sviluppata per migliorare la capacità di ripresa del settore.

Il ruolo di intermediazione finanziaria delle banche è rimasto però limitato, poiché le banche si sono dedicate al risanamento dei propri bilanci. Il notevole volume di prestiti in sofferenza costituisce tuttora un grave rischio per la stabilità finanziaria. Le condizioni applicate per l'erogazione di crediti alle imprese rimangono restrittive e onerose. Il tasso di disoccupazione è elevato. Gli interventi del bilancio hanno accentuato il debito pubblico e parallelamente si è registrato un forte aumento delle sopravvenienze passive legate alle garanzie di Stato e degli arretrati di bilancio. Il processo di privatizzazione ha risentito del contesto mondiale negativo. Oltre al turismo e alle esportazioni di prodotti di base, l'attività economica rimane incentrata sui settori non scambiabili. Il settore informale costituisce ancora un problema serio. Gli investimenti e il clima imprenditoriale risentono delle carenze che ancora sussistono a livello di Stato di diritto.

Il Montenegro ha fatto buoni progressi per quanto riguarda il miglioramento della sua capacità di assumere gli obblighi che comporta l’adesione, in particolare a livello di appalti pubblici, diritto societario, statistiche, servizi finanziari, sistema giudiziario e diritti fondamentali, scienza e ricerca, istruzione, gioventù e cultura. I progressi sono stati limitati in altri settori quali la libera circolazione dei lavoratori, la libera prestazione dei servizi, l'agricoltura, l'ambiente, la politica regionale e il coordinamento dei fondi strutturali. Nel complesso il Montenegro ha continuato ad adempiere senza problemi agli obblighi previsti dall’accordo di stabilizzazione e di associazione (ASA), ma sussistono carenze per quanto riguarda gli aiuti di Stato e il traffico di transito, settori in cui occorrono ulteriori sforzi ai fini dell'allineamento.

In materia di libera circolazione delle merci si osserva qualche progresso a livello di standardizzazione, accreditamento, metrologia e vigilanza del mercato. L'allineamento del quadro legislativo orizzontale con l'acquis non ha registrato grandi progressi e il recepimento dell'acquis specifico sui prodotti non è ancora iniziato a tutti gli effetti. Sono stati compiuti pochi progressi in materia di libera circolazione dei lavoratori, specie per quanto riguarda il coordinamento dei regimi previdenziali. L'allineamento del quadro legislativo con l'acquis è ancora in fase iniziale. Sono stati registrati pochi progressi per quanto concerne il diritto di stabilimento e la libera prestazione dei servizi, specialmente in termini di rilascio delle licenze edilizie. L'indipendenza totale dell'agenzia per le comunicazioni elettroniche e i servizi postali non è garantita. Occorre intensificare gli sforzi in vista dell'allineamento con la direttiva sui servizi. È stato fatto qualche progresso in termini di libera circolazione dei capitali, in particolare per quanto riguarda la lotta al riciclaggio del denaro, le misure volte a contrastare il finanziamento del terrorismo e la collaborazione tra le autorità di vigilanza finanziaria e le agenzie esecutive. La capacità amministrativa e di vigilanza rimane inadeguata. Si segnalano buoni progressi in materia di appalti pubblici. La capacità amministrativa è stata rafforzata e si è migliorata la trasparenza delle procedure. L'assetto istituzionale globale per gli appalti pubblici desta qualche preoccupazione. Il Montenegro ha compiuto buoni progressi nel settore del diritto societario. È proseguito anche l'allineamento con l'acquis della legislazione sulle organizzazioni aziendali, sulla contabilità, sulla revisione contabile e sulle offerte pubbliche di acquisto.

Si osserva qualche progresso relativamente alla legge sulla proprietà intellettuale, specie per quanto riguarda l'allineamento della legislazione con l'acquis su diritti d'autore e diritti connessi, marchi commerciali e protezione dei disegni industriali. Per progredire ulteriormente in questo campo è indispensabile rafforzare ulteriormente la capacità amministrativa.

È stato fatto qualche progresso relativamente alla politica di concorrenza in termini di allineamento della legislazione nazionale con l'acquis. Sussistono però problemi inerenti alla capacità amministrativa dell'amministrazione per la tutela della concorrenza e degli organi competenti in materia di aiuti di Stato. Inoltre l'allineamento del quadro legislativo sul controllo degli aiuti di Stato con le norme UE non è stato portato a termine. Sussistono preoccupazioni circa la mancanza di un rispetto totale degli impegni assunti in materia di aiuti di Stato nell'ambito dell'accordo di stabilizzazione e di associazione. L'indipendenza operativa dell'autorità competente in materia di aiuti di Stato deve essere ulteriormente garantita. Per quanto riguarda l'industria siderurgica, le autorità devono garantire piena trasparenza sull'ammontare degli aiuti di Stato concessi alle imprese operanti nei settori dell'alluminio e dell'acciaio. Occorre prendere urgentemente decisioni in merito alla proprietà dell'impresa siderurgica che è stata dichiarata fallita.

Il Montenegro ha fatto progressi eterogenei a livello di servizi finanziari e in particolare nel settore bancario. La cooperazione fra i tre enti regolatori è stata intensificata. L'allineamento legislativo nel campo delle assicurazioni, dell'infrastruttura finanziaria, dei mercati mobiliari e dei servizi d'investimento è ancora in fase iniziale e occorre affrontare la questione dei fondi pensionistici professionali.

Per quanto riguarda la società dell'informazione e i media vi sono stati ulteriori progressi in termini di allineamento legislativo. L'indipendenza dell'ente regolatore nel settore delle comunicazioni elettroniche e della società dell'informazione è migliorata ma rimane comunque a rischio. Occorrono ulteriori sforzi per applicare integralmente la legislazione e introdurre misure di salvaguardia della concorrenza che garantiscano pari condizioni a tutti gli operatori. Per quanto riguarda la politica audiovisiva, l'agenzia per i mezzi di comunicazione elettronici è stata potenziata ma la sua capacità di monitorare efficacemente il mercato rimane inadeguata.

Si segnala qualche progresso nei settori dell'agricoltura e dello sviluppo rurale. Si sta creando una base per l'elaborazione di statistiche agricole precise. Finora i progressi sono stati piuttosto limitati per quanto riguarda la definizione delle politiche e l'uso dell'assistenza finanziaria disponibile per lo sviluppo rurale.

Si osserva qualche progresso a livello di politica veterinaria e fitosanitaria e di sicurezza alimentare per quanto riguarda il rafforzamento della capacità in materia di sicurezza alimentare e l'allineamento con l'acquis sulla politica fitosanitaria e veterinaria. È stato fatto qualche progresso nel settore della pesca, specialmente in termini di potenziamento della capacità amministrativa, rafforzamento dell'ispezione e del monitoraggio delle risorse ittiche marine e raccolta più sistematica dei dati. La capacità di gestione e di ispezione dell'amministrazione della pesca rimane inadeguata.

Per quanto riguarda la politica dei trasporti è stato fatto qualche progresso in termini di allineamento con l'acquis, specialmente in materia di trasporto stradale e aereo. Occorrono ulteriori sforzi per allineare integralmente l'acquis sui trasporti, in particolare il terzo pacchetto ferroviario. Sono state adottate decisioni che aboliscono i pedaggi stradali discriminatori applicati ai veicoli dell'UE, che devono però essere applicate integralmente. Il Montenegro ha fatto qualche progresso nel campo dell'energia, specie per quanto riguarda l'energia rinnovabile. È stata adottata una nuova strategia per la politica energetica fino al 2030. Occorrono ulteriori sforzi finalizzati all'adozione della legislazione sulle scorte petrolifere e alla creazione di un contesto normativo atto a promuovere un maggiore uso delle fonti di energia rinnovabile in tutti i settori. La capacità amministrativa è ancora limitata,

Il Montenegro ha fatto qualche progresso a livello di fiscalità, principalmente attraverso lo sviluppo di un sistema computerizzato di registrazione e riscossione. Le capacità amministrative sono ancora inadeguate per quanto riguarda le tecnologie dell'informazione e l'efficacia dei sistemi di dati nell'ambito della cooperazione amministrativa e del controllo interno.

Gli ulteriori progressi registrati a livello di politica economica e monetaria consistono prevalentemente nel miglioramento del quadro legislativo, con l'adozione di disposizioni dettagliate riguardanti le riserve minime obbligatorie, il registro dei crediti e il ritiro, la sostituzione e la distruzione delle banconote e delle monete rovinate.

Si osservano buoni progressi nel settore delle statistiche. Nell'aprile 2011 il Montenegro ha organizzato con successo un censimento demografico e abitativo i cui primi risultati completi sono stati pubblicati in luglio. Occorrono però altri notevoli sforzi per ovviare alle carenze individuate e migliorare l'infrastruttura statistica onde raggiungere un livello soddisfacente di allineamento con l'acquis sulle statistiche.

Sono stati fatti pochi progressi per quanto riguarda l'allineamento con l'acquis sulla politica sociale e sull'occupazione, specie per quanto riguarda la salute e la sicurezza sul posto di lavoro, l'inclusione sociale e la protezione sociale. Si osserva qualche progresso in termini di dialogo sociale. In materia di lotta alle discriminazioni sono state prese misure quali l'adozione della legge sull'ombudsman e attività di sensibilizzazione. La capacità del servizio pubblico per l'occupazione e le misure attive per il mercato del lavoro non bastano ad ovviare ai bassi tassi di attività e di occupazione e allo squilibrio fra la domanda e l'offerta di competenze. Nel complesso, la situazione delle finanze pubbliche ha un'incidenza negativa sulle riforme sociali.

È stato fatto qualche progresso in termini di politica imprenditoriale e industriale, specie per quanto riguarda l'elaborazione di una politica a favore delle PMI. Occorre però intensificare gli sforzi per sviluppare la politica nel settore industriale e in settori manifatturieri di importanza strategica.

Si segnalano pochi progressi in materia di reti transeuropee. Per quanto riguarda le infrastrutture TEN-T occorre impegnarsi ulteriormente per migliorare i collegamenti stradali e ferroviari. I progressi relativi alla rete TEN-E consistono principalmente nel miglioramento delle linee di interconnessione elettrica.

Si rilevano pochi progressi in termini di politica regionale e coordinamento degli strumenti strutturali, che consistono soprattutto nella creazione delle strutture di attuazione per le componenti III e IV dell’IPA. Queste strutture devono essere completate urgentemente. Occorre sviluppare una capacità amministrativa adeguata, specialmente in settori quali la pianificazione strategica, l'elaborazione e la gestione dei progetti e la gestione e il controllo finanziari.

Il Montenegro ha fatto qualche progresso per quanto riguarda il sistema giudiziario e i diritti fondamentali, specialmente in termini di realizzazione delle priorità fondamentali individuate nel parere della Commissione. Occorrerà un ulteriore e costante impegno per l'allineamento con l’acquis in questo capitolo, e in particolare per la sua efficace attuazione e applicazione a medio termine. Il track record relativo alla lotta contro i reati gravi, segnatamente la corruzione ad alto livello, deve essere ulteriormente sviluppato. Per quanto riguarda i diritti fondamentali, sebbene sia stato fatto qualche progresso per rafforzare il quadro legislativo e istituzionale le garanzie giuridiche esistenti devono essere applicate integralmente e le capacità amministrative devono essere rafforzate.

A livello di giustizia, libertà e sicurezza sono stati fatti buoni progressi in termini di rafforzamento della cooperazione giudiziaria, soprattutto in campo penale. Si rileva qualche progresso nel settore della migrazione e dell'asilo e in materia di gestione delle frontiere. È stata adottata una nuova strategia di lotta al terrorismo. Si osservano miglioramenti nella gestione delle sfide connesse alla lotta contro la criminalità organizzata, che consistono in particolare nell'intensificazione della cooperazione internazionale e regionale. Il numero delle indagini e degli arresti collegati, specialmente quelli relativi al traffico di droga, è lievemente aumentato. La indagini finanziarie su due casi importanti hanno portato alla confisca temporanea di beni di notevole entità. Tuttavia, il numero complessivo delle indagini finanziarie e delle confische dei proventi di reato rimane basso. Occorre migliorare il sistema di polizia basato sull’intelligence e la cooperazione tra gli organismi competenti. I meccanismi di indagine e di azione penale devono essere potenziali, specie per quanto riguarda la tratta di esseri umani e il riciclaggio del denaro. Le leggi sugli affari interni e sulla prevenzione del riciclaggio del denaro devono ancora essere modificate. Occorre allineare ulteriormente la politica dei visti. Sono necessari ulteriori sforzi per garantire condizioni adeguate per l'accoglienza dei richiedenti asilo e dei migranti irregolari.

Nel settore della ricerca e dell'innovazione i progressi sono stati buoni. Il quadro istituzionale e legislativo per le attività di ricerca scientifica è stato potenziato e sono state adottate diverse misure per migliorare la mobilità dei ricercatori. Va riservata la debita attenzione ai preparativi per l'Unione dell'innovazione.

Si segnala qualche progresso in materia di istruzione e cultura, specialmente in termini di allineamento con l'acquis. Occorrono ancora ulteriori sforzi per garantire un'istruzione aperta anche alle categorie vulnerabili e ai bambini con esigenze speciali.

Il Montenegro ha fatto pochi progressi per quanto riguarda l'allineamento e l'applicazione dell'acquis sull'ambiente e sui cambiamenti climatici. I progressi osservati sono legati principalmente all'adozione della legislazione applicativa sulla gestione dei rifiuti e sulle aree naturali e alla ratifica degli accordi ambientali internazionali. La capacità amministrativa dell'Agenzia per la tutela dell'ambiente è migliorata ma deve essere notevolmente rafforzata, specialmente per quanto riguarda le ispezioni. Il Montenegro deve accelerare la pianificazione strategica in tutti i settori e integrare più sistematicamente le questioni ambientali negli altri settori onde reperire finanziamenti sostenibili per l'attuazione. Occorre rafforzare la capacità dell'amministrazione locale e nazionale competente in materia di ambiente e cambiamenti climatici.

Per quanto riguarda la tutela dei consumatori e della salute, il Montenegro sta progredendo in termini di allineamento con la politica dei consumatori dell'UE e con la strategia UE nel campo della salute. Occorrono tuttavia ulteriori sforzi per allineare la legislazione nazionale con l'acquis e sviluppare la capacità amministrativa. Le organizzazioni dei consumatori e le attività di sensibilizzazione godono ancora di scarso sostegno.

Si è registrato qualche progresso a livello di unione doganale, specie per quanto riguarda l'allineamento della nomenclatura combinata e l'abolizione dei dazi non conformi all'acquis e agli obblighi previsti dall'ASA. Si conferma però la necessità di un ulteriore impegno in settori quali la gestione dei contingenti, le disposizioni sulla sicurezza e l'allineamento con il codice doganale dell'UE.

Si segnala qualche progresso in materia di relazioni esterne. Occorre rafforzare la capacità istituzionale e amministrativa relativamente alla politica commerciale, di sviluppo e umanitaria. Il Montenegro ha fatto altri progressi nel settore della politica estera, di sicurezza e di difesa, continuando in particolare a contribuire attivamente alla stabilità regionale.

Il Montenegro ha fatto progressi nel campo del controllo finanziario, specie per quanto riguarda l'audit interno ed esterno. Occorre però rafforzare le capacità di attuazione del paese nei settori connessi alla gestione e al controllo finanziari ai fini di un'applicazione integrale ed effettiva della legislazione. A livello di disposizioni finanziarie e di bilancio, non vi sono grosse differenze tra il sistema montenegrino e quello dell'UE per quanto riguarda i principi e le istituzioni fondamentali nei settori su cui si basa l'applicazione delle norme in materia di risorse proprie. Manca però il quadro amministrativo per l'applicazione di tali norme.

Albania

Il contesto politico interno dell'Albania è stato dominato dalla protratta impasse politica e dal boicottaggio parziale del Parlamento da parte dell'opposizione. L'impasse politica è iniziata con le elezioni legislative del giugno 2009 i cui risultati, che l'OSCE/ODIHR ha giudicato conformi alla maggior parte degli standard internazionali nonostante le carenze rilevate, sono stati contestati dal Partito socialista. I violenti incidenti del 21 gennaio 2011, che hanno causato la morte di quattro manifestanti, hanno inasprito il clima di diffidenza tra i due principali partiti politici e nei confronti di certe istituzioni pubbliche. Le elezioni locali dell'8 maggio, caratterizzate dal conteggio controverso dei voti delle schede messe nelle urne sbagliate e dalla contestazione dei risultati a Tirana, hanno accentuato ulteriormente la polarizzazione tra maggioranza di governo e opposizione sviando l'attenzione politica dalle indispensabili riforme politiche legate all'UE.

In tale contesto, il governo ha fatto qualche sforzo per portare avanti il programma di integrazione nell’UE e preparare, in particolare, un piano d'azione che applichi le raccomandazioni contenute nel parere 2010 della Commissione. Questo impegno è dimostrato dalla buona cooperazione tra la maggioranza di governo e l'opposizione relativamente al piano d'azione all'interno della commissione parlamentare per l'integrazione europea e dal lavoro congiunto svolto per raggiungere un accordo sulle riforme necessarie. Tutti questi sforzi, volti anche a creare gruppi di lavoro sulla riforma elettorale, si sono poi arenati. Il 5 settembre è cessato il boicottaggio da parte dell'opposizione, che ha ripreso l'attività parlamentare.

Nel complesso, l'Albania ha registrato progressi limitati per quanto riguarda la conformità con i criteri politici cui è subordinata l'adesione all'UE. L'impasse politica ha ostacolato l'attuazione di riforme importanti connesse all'UE. I progressi registrati per realizzare le priorità fondamentali[20] e affrontare altri problemi individuati nel parere sono stati eterogenei. Si rileva qualche progresso per quanto riguarda l'attuazione di misure volte a contrastare la criminalità organizzata, il miglioramento delle condizioni carcerarie e i diritti dei minori. I progressi sono invece limitati per quanto riguarda l'attività parlamentare, le elezioni, il sistema giudiziario, la politica anticorruzione, i diritti di proprietà e il miglioramento delle condizioni di vita della comunità rom. L'Albania dovrà adoperarsi con notevole e prolungato impegno in tutti gli ambiti individuati nel parere dell'anno scorso.

Per quanto riguarda la democrazia e lo Stato di diritto, il protrarsi dell'impasse politica, altri sviluppi conflittuali e la crescente sfiducia tra maggioranza e opposizione si sono ripercossi negativamente sul programma di riforme dell'Albania. Le principali riforme sono ancora in atto e importanti atti legislativi sono in attesa di adozione o di stesura definitiva.

Sebbene le regole e le prassi parlamentari siano lievemente migliorate e le capacità amministrative del parlamento siano state lievemente aumentate, l'espletamento delle sue funzioni legislative e di controllo, una priorità fondamentale del parere, rimane insufficiente. L'attività parlamentare è stata inoltre considerevolmente ostacolata dall'impasse politica e dalla mancanza di un dialogo politico costante e costruttivo, che hanno impedito di raggiungere il consenso necessario per attuare le riforme connesse all'UE. Il boicottaggio parziale dell'opposizione ha frenato i lavori parlamentari ostacolando anche l'adozione delle leggi che richiedono una maggioranza dei 3/5. La fine del boicottaggio dell'opposizione e il suo ritorno all'attività parlamentare il 5 settembre sono una svolta positiva verso la normalizzazione del dialogo e della cooperazione politici. Occorre promuovere in parlamento un clima politico inclusivo che permetta di arrivare a un consenso tra i diversi partiti. Le elezioni locali dell'8 maggio hanno risentito del clima di polarizzazione e di sfiducia tra governo e opposizione. Lo svolgimento di queste elezioni, che sono una priorità fondamentale del parere, non è stato del tutto conforme agli standard internazionali. La riforma elettorale, anch'essa una priorità fondamentale del parere, si è arenata. Il parlamento non ha ancora instaurato una procedura corretta per le nomine alla Corte costituzionale e alla Corte suprema, una priorità fondamentale del parere.

Il governo e la commissione parlamentare per l'integrazione europea si sono sforzati di portare avanti e coordinare le riforme finalizzate all'integrazione con l'UE, in particolare sviluppando e conducendo consultazioni su un piano d'azione volto a mettere in pratica le raccomandazioni contenute nel parere della Commissione, segnatamente le 12 priorità fondamentali. Occorre migliorare considerevolmente la qualità della redazione legislativa e le consultazioni con terzi. Il processo di decentramento ha risentito dei difficili rapporti tra governo centrale e governo locale.

Devono ancora essere completate le fasi essenziali della riforma della pubblica amministrazione, che è una priorità fondamentale del parere, comprese le modifiche della legge sulla funzione pubblica. Sebbene siano state attuate riforme quali la decisione del Consiglio dei ministri del giugno 2011 relativa alla struttura e all'organizzazione degli enti pubblici, determinate leggi fondamentali per le quali occorre una maggioranza dei 3/5 in Parlamento non potranno essere adottate fintanto che non si ovvierà in modo totale e costante all'impasse politica. L'attuazione delle leggi e degli atti amministrativi esistenti rimane inadeguata. Al dipartimento della pubblica amministrazione manca tuttora l'autorità necessaria per svolgere pienamente il suo ruolo in ambito istituzionale. Occorre ancora creare una funzione pubblica indipendente, meritocratica, professionale e libera da ingerenze politiche e nominare l'ombudsman.

I progressi verso il completamento della riforma giudiziaria, una priorità fondamentale del parere, sono stati limitati. A luglio sono stati adottati la strategia di riforma giudiziaria e il relativo piano d'azione, che costituiscono un valido punto di partenza per la riforma. L'attuazione richiederà sia l'assegnazione di risorse umane e finanziarie sufficienti che una solida collaborazione interistituzionale. Devono essere adottati atti legislativi importanti, come la legge sui tribunali amministrativi, che richiedono una maggioranza parlamentare dei 3/5. L'arretrato giudiziario derivante dalla lunghezza dei procedimenti compromette l'efficienza del sistema giudiziario. Gli stanziamenti di bilancio destinati al settore giudiziario rimangono globalmente insufficienti. Il tasso di esecuzione delle sentenze rimane basso. Non sono state prese misure concrete per combattere la corruzione nel settore giudiziario, tra cui la limitazione o l'abolizione dell'immunità dei giudici.

Si osservano progressi limitati per quanto riguarda la politica anticorruzione, che è una priorità fondamentale del parere. Il paese si è dotato di gran parte del quadro legislativo e delle strutture interagenzie, ma l'attuazione delle misure specifiche rimane globalmente inefficace e i risultati sono insufficienti. Le campagne di sensibilizzazione sono solo agli inizi. L'efficacia delle indagini è tuttora compromessa dall'immunità di certi funzionari pubblici e dalla mancanza di un approccio proattivo, di risorse e di attrezzature. Manca una casistica relativa a indagini, azioni penali e condanne a tutti i livelli. La corruzione regna ancora in molti settori e rimane un problema particolarmente serio.

L'Albania ha ulteriormente potenziato il quadro legislativo e istituzionale per i diritti umani e la tutela delle minoranze. Si osservano progressi in certi settori fondamentali quali il rafforzamento della tutela dei minori mediante l'adozione di una legge globale, il miglioramento delle condizioni carcerarie e lo sviluppo di alternative alla detenzione. I progressi compiuti a livello di diritti umani sono tuttavia disomogenei e sono emersi nuovi segnali preoccupanti in settori quali la libertà dei media, in quanto l'indipendenza della stampa continua ad essere compromessa da interessi politici e commerciali. Occorre rendere nettamente più efficaci l'attuazione e l'applicazione degli strumenti legislativi e politici che disciplinano i diritti umani e la tutela delle minoranze.

La questione dei diritti di proprietà desta tuttora serie preoccupazioni. Si registrano pochi progressi verso l'adozione e l'attuazione di una strategia e di un piano d'azione coerenti per la riforma di questo settore, che è una priorità fondamentale del parere. La frammentazione delle competenze e la mancanza di coordinamento tra le diverse istituzioni interessate ostacolano l'attuazione efficace delle politiche e sono fonte di incertezza giuridica e di rischi sistemici di corruzione.

Si è fatto qualche progresso per realizzare la priorità fondamentale consistente nel migliorare la tutela dei diritti umani, in particolare per le donne, i minori e i rom, e nell'attuare efficacemente le politiche antidiscriminazioni. In questo settore si segnalano sviluppi quali l'adozione della nuova strategia nazionale sulla parità fra i sessi e sulla lotta contro le violenze domestiche e l'avvio dell'attuazione della legge sulla tutela contro le discriminazioni. Sussistono alcune gravi lacune legislative, in particolare per quanto concerne i disabili, e l'Albania deve garantire un uso coerente degli strumenti legislativi e strategici esistenti. Occorre migliorare la conoscenza generale delle leggi antidiscriminazioni e dei meccanismi di denuncia. Sussistono preoccupazioni in merito alle costanti discriminazioni a danno di certi gruppi vulnerabili quali le persone lesbiche, gay, bisessuali e transessuali e i rom. La comunità rom è tuttora emarginata e non può usufruire della protezione e dei servizi sociali.

Si è fatto qualche progresso per realizzare la priorità fondamentale consistente nel migliorare il trattamento dei detenuti e l'applicazione delle raccomandazioni dell'ombudsman in proposito. Sebbene siano state prese misure per migliorare le condizioni carcerarie e dare sistematicamente seguito alle raccomandazioni dell'ombudsman, vengono ancora segnalati casi di maltrattamento, specialmente al momento dell'arresto e durante la detenzione preventiva. Occorre migliorare il trattamento dei criminali con infermità mentali. La mancanza di una soluzione adeguata e permanente per il collocamento delle persone di questa categoria a cui devono essere amministrate terapie obbligatorie desta tuttora serie preoccupazioni.

Per quanto riguarda le questioni regionali e gli obblighi internazionali, l'Albania ha continuato a contribuire alla stabilità regionale sviluppando relazioni positive con i paesi vicini e i partner regionali. L'Albania applica attualmente un regime di esenzione dal visto a tutti i paesi dei Balcani occidentali. Il paese ha continuato a partecipare attivamente alle iniziative di cooperazione regionale, ivi compresi il processo di cooperazione nell’Europa sudorientale (SEECP), il Consiglio di cooperazione regionale (CCR) e l’accordo centroeuropeo di libero scambio (CEFTA).

Per quanto attiene alla Corte penale internazionale, l’accordo bilaterale di immunità concluso con gli Stati Uniti non è conforme alle posizioni comuni e ai principi direttivi dell’UE. Il paese si deve allineare con la posizione dell'UE.

L'economia albanese ha mantenuto la stabilità macroeconomica e ha registrato una crescita positiva all'indomani della crisi mondiale. L'impasse politica ha però compromesso la capacità del governo di attuare le riforme strutturali necessarie. Nel 2010 l'economia è cresciuta del 3,8% grazie alle esportazioni, a fronte di una debole domanda interna. La politica monetaria ha contribuito utilmente a mantenere stabile l'inflazione, anche a fronte di un aumento dei prezzi internazionali dei prodotti di base. Lo sviluppo economico è tuttora frenato dalle carenze a livello di esecutività dei contratti, Stato di diritto, infrastrutture, capitale umano e economia informale.

Per quanto riguarda i criteri economici, l'Albania ha fatto qualche progresso per diventare un'economia di mercato funzionante con la riduzione dei disavanzi esterni e di bilancio e il contenimento delle aspettative inflazionistiche, il che ha rafforzato la stabilità macroeconomica. L'Albania dovrebbe potere far fronte a medio termine alle pressioni della concorrenza e alle forze di mercato all'interno dell'Unione purché intensifichi le riforme strutturali, anche mediante il potenziamento del sistema giuridico e del capitale fisico e umano.

Nonostante la maggiore polarizzazione del contesto politico è stato mantenuto un ampio consenso sugli elementi alla base di un'economia di mercato. La crescita dell'economia albanese è proseguita, anche se con maggiore lentezza e malgrado le condizioni economiche precarie di partner commerciali importanti. La politica monetaria è rimasta sana, il che ha permesso di mantenere la stabilità dei prezzi e di contenere l"inflazione entro i valori obiettivo stabiliti. Il 2010 ha visto una riduzione del disavanzo delle partite correnti e degli squilibri di bilancio. La partecipazione dello Stato all'economia è limitata e le sovvenzioni sono ancora scarse. Il settore bancario è rimasto liquido e ben capitalizzato e si è fatto qualche progresso in termini di agevolazione dell’entrata nel mercato. L'UE rimane il principale partner dell'Albania per il commercio e gli investimenti.

Tuttavia il debito pubblico, relativamente elevato, non è ancora stato ridotto in modo duraturo. Potrebbe risultare difficile ridurre ulteriormente gli squilibri esterni, specialmente se dovesse persistere il calo delle rimesse dei lavoratori. L'efficienza del mercato del lavoro è diminuita nel 2010 a fronte di un tasso di disoccupazione rimasto elevato. L'applicazione delle procedure fallimentari è tuttora incompleta. L'esecutività dei contratti, e il clima imprenditoriale in genere, risentono della debolezza dello Stato di diritto. La questione dei diritti di proprietà non è stata ancora affrontata. Il notevole volume di prestiti in sofferenza nel sistema bancario desta tuttora preoccupazione. Gli investimenti nel capitale umano e nelle infrastrutture restano insufficienti. Il settore informale costituisce ancora un problema serio. La concentrazione della produzione in termini di settori e mercati di esportazione rende l'economia vulnerabile agli shock esterni.

L'Albania ha fatto qualche progresso per quanto riguarda il miglioramento della sua capacità di assumere gli obblighi che comporta l’adesione, in particolare a livello di libera circolazione delle merci, politica imprenditoriale e industriale, giustizia, libertà e sicurezza, relazioni esterne e controllo finanziario. I progressi sono stati limitati in altri ambiti quali la libera circolazione dei lavoratori, gli appalti pubblici, la legge sulla proprietà intellettuale, la società dell'informazione e i media, l'energia, l'ambiente e i trasporti aerei. Nel complesso occorre un impegno costante per consolidare la capacità amministrativa ai fini dell’attuazione e dell’applicazione della normativa. Occorrono ulteriori sforzi per garantire l'adempimento tempestivo degli impegni assunti nell'ambito dell'accordo di stabilizzazione e di associazione.

In materia di libera circolazione delle merci si osservano buoni progressi a livello di standardizzazione. Occorre predisporre una struttura di vigilanza del mercato. Vi sono stati pochi progressi a livello di libera circolazione dei lavoratori e i preparativi sono ancora in fase iniziale. Si osserva qualche progresso per quanto riguarda il diritto di stabilimento e la libera prestazione dei servizi, soprattutto a livello di servizi postali, e la libera circolazione dei capitali (quadro legislativo sui sistemi di pagamento e lotta al riciclaggio del denaro). Il paese deve adoperarsi ulteriormente per attuare in modo efficace la strategia nazionale di lotta contro il riciclaggio del danaro e la criminalità finanziaria.

Si rilevano pochi progressi nel settore degli appalti pubblici. La capacità istituzionale rimane scarsa e mancano una definizione e una ripartizione chiare delle competenze di tutte le istituzioni che si occupano di appalti pubblici. I preparativi nel settore sono discretamente progrediti. Si osserva qualche progresso nel settore del diritto societario, ma la capacità del Consiglio contabile nazionale e l'indipendenza operativa del comitato per la vigilanza pubblica rimangono scarse. I progressi sono stati limitati per quanto riguarda la legge sulla proprietà intellettuale e i preparativi non hanno registrato grandi progressi. L'applicazione dei diritti di proprietà intellettuale e industriale rimane carente. L'Albania non è riuscita a rispettare nei tempi l'obbligo assunto in sede di ASA di garantire un livello di tutela analogo a quello dell'UE, anche per quanto riguarda l'applicazione. Si osservano discreti progressi nel settore della concorrenza per quanto riguarda le misure antitrust e gli aiuti di Stato. Tuttavia, le autorità competenti non dispongono della capacità amministrativa necessaria. L'indipendenza operativa della commissione per gli aiuti di Stato deve essere tutelata. I preparativi nel settore sono ben avviati.

Si osserva qualche progresso nel settore dei servizi finanziari. Il quadro normativo sulla gestione del rischio e sull'adeguatezza patrimoniale è stato migliorato. La capacità di vigilanza nel settore non bancario rimane insufficiente.

Si registrano progressi eterogenei nel settore della società dell’informazione e dei media. L’allineamento con l’acquis e la liberalizzazione del mercato delle comunicazioni elettroniche stanno migliorando, ma la legislazione sui media non è ancora stata allineata con la direttiva sui servizi di media audiovisivi e la capacità dell'ente regolatore radiotelevisivo rimane limitata. I preparativi in questo campo non hanno raggiunto uno stadio molto avanzato.

Si osserva qualche progresso a livello di agricoltura e sviluppo rurale. È inoltre proseguita la creazione delle strutture necessarie ai fini dello sviluppo rurale. La capacità di eseguire analisi e di elaborare e attuare strategie di sviluppo rurale rimane però carente. Si rilevano alcuni progressi, seppure eterogenei, per quanto riguarda la sicurezza alimentare e le politiche veterinaria e fitosanitaria. La capacità operativa dell'ente alimentare nazionale è stata notevolmente potenziata e vi sono stati miglioramenti nel quadro legislativo sulla sicurezza alimentare e sulle questioni veterinarie. La capacità globale rimane carente, cosi come la cooperazione e la ripartizione delle competenze fra i servizi. Si osserva qualche progresso nel settore della pesca, in particolare a livello di ispezioni e controlli. L'applicazione del quadro normativo è tuttora carente per la mancanza di risorse fisiche e finanziarie e di una cooperazione interistituzionale adeguata.

Va segnalato qualche progresso, seppure eterogeneo, in materia di politica dei trasporti. Sebbene l'allineamento sia progredito in materia di trasporto stradale e gestione del traffico aereo, sussistono preoccupazioni circa la sicurezza aerea. Occorrono ulteriori sforzi nel settore del trasporto ferroviario e marittimo. Si osservano progressi limitati nel settore dell'energia. La sicurezza dell'approvvigionamento è lievemente migliorata, ma occorre ancora attuare efficacemente la riforma del mercato dell'elettricità e garantire la sostenibilità economica del settore. Le capacità e l'indipendenza istituzionale degli enti regolatori per l'elettricità, il gas e la radioprotezione devono essere rafforzate. I preparativi nel settore procedono a rilento.

Sebbene il paese abbia fatto qualche progresso per quanto riguarda l’adozione di leggi sulla fiscalità in linea con l’acquis e i preparativi proseguano, occorrono ulteriori sforzi in termini di capacità amministrative e tecniche, anche per quanto riguarda la frode e l'evasione fiscale. Non si osserva alcun progresso nel settore della politica economica e monetaria. Sono stati fatti progressi in materia di statistiche, specie per quanto riguarda le classificazioni e le infrastrutture statistiche. I miglioramenti relativi alle statistiche settoriali sono stati disomogenei.

I progressi in materia di politica sociale e occupazione sono stati disomogenei. Nonostante gli sviluppi positivi registrati per quanto riguarda la salute e la sicurezza sul posto di lavoro, il dialogo sociale e la protezione sociale, il mercato occupazionale è tuttora caratterizzato da livelli elevati di informalità e di inattività. L'attuazione delle politiche rimane globalmente insufficiente, specie per quanto concerne l'inclusione sociale. I preparativi in questo campo non sono molto avanti.

Si osservano progressi in termini di politica imprenditoriale e industriale, specie per quanto riguarda il quadro normativo per le imprese e l'accesso delle PMI ai finanziamenti. Sono state create istituzioni per agevolare l'innovazione e lo sviluppo tecnologico. I preparativi nel settore procedono.

Si segnala qualche progresso in materia di reti transeuropee. Sono proseguiti i lavori di completamento dei corridoi stradali e una nuova interconnessione per l'elettricità è diventata operativa.

I progressi sono stati limitati in termini di sviluppo regionale e coordinamento dei fondi strutturali. Il paese deve fare sforzi considerevoli per dotarsi della necessaria capacità istituzionale e amministrativa e sviluppare una riserva di progetti "maturi" nel campo dello sviluppo regionale. In questo settore i preparativi sono ancora in fase iniziale.

Sebbene sia stato fatto qualche sforzo per sviluppare la legislazione in conformità degli standard europei sussistono alcune gravi lacune per quanto riguarda il sistema giudiziario e i diritti fondamentali. L'applicazione degli strumenti legislativi e politici rimane inoltre insufficiente e costituisce un problema serio. L'allineamento dell'Albania con gli standard europei e con l'acquis riguardante il sistema giudiziario e i diritti fondamentali è ancora in fase iniziale.

L'Albania ha fatto progressi in materia di giustizia, libertà e sicurezza. Nel dicembre 2010 è entrata in vigore l’esenzione dall’obbligo di visto per i cittadini in possesso di passaporti biometrici che si recano nello spazio Schengen. Sebbene siano stati fatti progressi per quanto riguarda la lotta alla criminalità organizzata, grazie segnatamente a una buona cooperazione a livello internazionale e all'applicazione della legge antimafia, ivi compresa la confisca dei proventi di reato, la criminalità organizzata costituisce tuttora un problema. Il paese deve continuare ad adoperarsi per l'applicazione effettiva del quadro legislativo e il potenziamento della lotta alla criminalità organizzata, che è una priorità fondamentale del parere. A tal fine occorre costituire, tra l'altro, una casistica credibile di indagini proattive, azioni penali e, se del caso, condanne. Occorre proseguire attivamente le misure volte a migliorare le competenze e a rafforzare il ruolo degli investigatori nonché a intensificare la collaborazione fra gli organi di contrasto. La lotta contro il traffico di droga, il riciclaggio del denaro e la tratta di esseri umani e la protezione delle vittime devono essere intensificate e condotte sistematicamente; occorre inoltre potenziare sistematicamente il quadro giuridico per la confisca dei proventi di reato.

Vanno segnalati progressi per quanto riguarda la capacità di applicare l'acquis sulla scienza e la ricerca. La capacità amministrativa connessa alla partecipazione al Settimo programma quadro di ricerca dell'UE è migliorata, anche se la capacità di ricerca nazionale rimane scarsa. È stato compiuto qualche progresso nei settori dell’istruzione e della cultura, specie per quanto riguarda l'istruzione e la formazione professionale.

L'allineamento legislativo nel settore dell'ambiente ha fatto globalmente pochi progressi. Nel complesso l'applicazione e l'attuazione della normativa rimangono carenti. Occorre rafforzare ulteriormente la capacità amministrativa e la collaborazione interistituzionale. Per quanto riguarda i cambiamenti climatici, l'Albania non ha fatto alcun progresso e le capacità istituzionali rimangono inadeguate.

Si osserva qualche progresso in materia di tutela dei consumatori e della salute. Vi sono stati progressi anche in termini di regolamentazione sulla tutela dei consumatori e di applicazione della normativa pertinente. Il quadro legislativo è globalmente migliorato. Nel settore della pubblica sanità, si segnalano progressi riguardanti la legislazione sull'assicurazione sanitaria e sviluppi positivi per quanto concerne le malattie trasmissibili e la salute mentale, ma sussistono diseguaglianze in termini di accesso all'assistenza sanitaria.

È stato fatto qualche progresso per quanto riguarda l'allineamento legislativo connesso all'unione doganale e i preparativi nel settore procedono. L'uso dei prezzi di riferimento ai fini della valutazione in dogana rimane però molto diffuso rispetto agli standard dell'UE e occorrono ulteriori sforzi a livello di semplificazione delle procedure e di agevolazione degli scambi commerciali. La capacità di attuazione e la gestione delle risorse umane rimangono inadeguate.

Si è fatto qualche progresso a livello di relazioni esterne, specie per quanto riguarda la politica commerciale comune. Occorre rafforzare la capacità istituzionale e amministrativa. Il paese ha fatto progressi nel settore della politica estera, di sicurezza e di difesa, allineandosi con la maggior parte delle dichiarazioni e delle posizioni comuni dell’UE e continuando a partecipare alle operazioni della PSDC.

Si osservano progressi in materia di controllo finanziario. Il quadro legislativo primario in materia di controllo finanziario interno pubblico e di audit centralizzato è migliorato. Occorre rafforzare la capacità amministrativa in materia di controllo interno. I preparativi riguardanti la tutela degli interessi finanziari dell'UE sono in fase iniziale.

Per quanto riguarda le disposizioni finanziarie e di bilancio, sono stati definiti i principi di base e create le istituzioni fondamentali per i settori strategici connessi al sistema delle risorse proprie. Il paese non si è ancora dotato del quadro amministrativo per l'applicazione delle norme in materia di risorse proprie.

Bosnia-Erzegovina

La Bosnia-Erzegovina ha registrato progressi limitati per quanto riguarda la conformità con i criteri politici.

In materia di democrazia e Stato di diritto, a un anno dalle elezioni politiche del 3 ottobre 2010 il processo volto a istituire le autorità esecutive e legislative deve ancora essere completato con la creazione di un governo a livello dello Stato. Questo notevole ritardo ha frenato i progressi della Bosnia-Erzegovina per quanto riguarda l'attuazione di riforme indispensabili.

L'assenza di un processo credibile di armonizzazione della Costituzione con la Convenzione europea dei diritti dell'uomo desta tuttora serie preoccupazioni. Il primo gruppo di lavoro interistituzionale creato per applicare la sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo nella causa Sejdić-Finci[21] non è riuscito a raggiungere un accordo. Non è ancora stato creato il nuovo gruppo di lavoro auspicato dal Consiglio dei ministri.

L'Assemblea nazionale della Repubblica Srpska (ANRS) ha adottato le conclusioni e una decisione riguardanti l'organizzazione di un referendum che rimettono in discussione la legittimità delle istituzioni giudiziarie statali. Grazie all'intermediazione dell'UE, l'Assemblea nazionale della Repubblica Srpska ha abrogato la decisione sul referendum e ha modificato le conclusioni il 1° giugno. La Bosnia-Erzegovina ha avviato con l'UE un dialogo strutturato sulla giustizia nell'ambito consolidato del processo di stabilizzazione e di associazione.

La capacità amministrativa del parlamento è migliorata, ma la mancanza di coordinamento tra i parlamenti dello Stato e delle entità e il disaccordo politico tra le entità hanno continuato a ostacolare l'attività dell'assemblea parlamentare. Il funzionamento delle istituzioni governative, a diversi livelli, ha continuato a risentire della frammentazione e del mancato coordinamento nella definizione delle politiche. Nonostante i maggiori sforzi prodigati dai tre membri della presidenza per l'elaborazione e l'attuazione congiunte delle politiche, il coordinamento della politica estera risente tuttora della mancanza di un accordo su determinate questioni. Deve ancora essere predisposto un meccanismo di coordinamento efficace tra lo Stato e le entità sulle questioni attinenti all'UE, anche per quanto riguarda la programmazione dell'assistenza finanziaria nell'ambito dello strumento di assistenza preadesione (IPA).

Si rilevano progressi limitati per quanto riguarda la riforma della pubblica amministrazione. L'attuazione della strategia di riforma della pubblica amministrazione prosegue, ma il coordinamento tra le diverse amministrazioni rimane carente e il processo di riforma della pubblica amministrazione non gode del necessario sostegno politico. Occorre tuttora un impegno costante per prevenire le ingerenze politiche. È stato nominato un ombudsman a livello statale, ma occorre ovviare ai problemi di personale e di bilancio che ne limitano l’efficacia. La questione della creazione di una funzione pubblica professionale, responsabile, trasparente ed efficiente, basata sul merito e sulla competenza, non è ancora stata affrontata.

La Bosnia-Erzegovina ha registrato progressi limitati per quanto riguarda il potenziamento del sistema giudiziario. È stato avviato un dialogo strutturato sulla giustizia tra l'UE e la Bosnia, volto a garantire l'indipendenza, l'efficienza, l'imparzialità e la responsabilità del sistema giudiziario. Occorre accelerare l’attuazione della strategia per la riforma del settore giudiziario e della strategia per i crimini di guerra. L'arretrato giudiziario rimane elevato nonostante le misure prese per ridurlo, specie per quanto riguarda le cause connesse alle bollette delle utenze pubbliche. La frammentazione del quadro giuridico fra i diversi organi comporta un notevole onere legislativo e finanziario per l'apparato giudiziario. La mancata razionalizzazione delle competenze di bilancio nuoce all'indipendenza e all'efficienza del sistema giudiziario. I frequenti attacchi politici contro la magistratura e l'arretrato giudiziario destano tuttora serie preoccupazioni.

La Bosnia-Erzegovina ha fatto progressi molto limitati nella lotta alla corruzione, che costituisce un problema serio e regna tuttora in molti settori sia nel settore pubblico che in quello privato. L'attuazione della strategia e del piano d'azione anticorruzione rimane carente. L'autorità anticorruzione non è ancora del tutto operativa. Il follow-up giudiziario dei casi di corruzione procede tuttora a rilento e sono state avviate azioni penali solo per un numero limitato di casi ad alto livello. L’applicazione insufficiente della legislazione e i problemi di coordinamento fra entità continuano a destare preoccupazione. La Bosnia-Erzegovina deve dar prova di maggiore impegno politico e determinazione per combattere la corruzione.

Il rispetto dei diritti umani e la tutela delle minoranze sono ampiamente garantiti. La Bosnia-Erzegovina ha ratificato le principali convenzioni internazionali sui diritti umani, ma accusa un ritardo a livello di applicazione.

Nel complesso i diritti civili e politici vengono rispettati. Si sono fatti pochi progressi in termini di armonizzazione delle sanzioni penali in tutto il paese e la legge quadro sul gratuito patrocinio deve ancora essere adottata ai fini della conformità con la CEDU. Occorre garantire l'accesso alla giustizia nei processi civili e penali. Vi è stato qualche miglioramento per quanto riguarda le condizioni carcerarie, specialmente nelle strutture psichiatriche, ma il problema del sovraffollamento e dei maltrattamenti subiti dai detenuti non è ancora stato affrontato.

Le costituzioni dello Stato e delle entità sanciscono la libertà di espressione e dei media, la libertà di riunione e di associazione e la libertà di culto. L'applicazione della normativa esistente deve tuttavia essere migliorata. Il Consiglio per la stampa ha potenziato le proprie attività di autoregolamentazione. Il Consiglio riceve dai cittadini denunce sempre più numerose per violazioni del codice della stampa. La capacità del Consiglio per la stampa di applicare standard professionali risente della mancanza di risorse. Continuano le pressioni politiche sui media e le discriminazioni etniche in questo settore, così come i casi di intimidazione a danno dei giornalisti. La riforma dell'emittenza pubblica non è ancora stata attuata. L'indipendenza dell'ente regolatore per le comunicazioni è tuttora minacciata e il consiglio d'amministrazione deve ancora essere nominato. Lo sviluppo della società civile richiede ulteriore sostegno e più trasparenza nell'assegnazione dei finanziamenti.

I diritti economici e sociali sono garantiti dal quadro giuridico esistente, ma l'attuazione rimane inadeguata a causa della frammentazione delle competenze. È stata adottata una legge globale antidiscriminazioni a livello statale, la cui portata rimane però limitata e che non viene adeguatamente applicata. Occorre migliorare la protezione delle donne contro la violenza e la protezione sociale dei minori. A livello di relazioni interetniche, sebbene sia stato creato un organo di coordinamento nella Federazione, il numero di scuole divise (“due scuole sotto lo stesso tetto”) e monoetniche continua a destare preoccupazione. Il fatto che il sistema delle prestazioni sociali sia basato sui diritti anziché sulle esigenze ha avuto un’incidenza negativa sulle condizioni delle categorie vulnerabili, compresi i disabili mentali. Il mancato riconoscimento delle parti sociali a livello statale e la frammentazione del quadro legislativo hanno continuato a ostacolare il dialogo sociale e l’esercizio dei diritti dei lavoratori.

Il rispetto e la tutela delle minoranze[22] e dei diritti culturali sono ampiamente garantiti. È proseguita l'attuazione dei piani d'azione su alloggi e occupazione a favore dei rom. Occorre intensificare gli sforzi per garantire l'effettiva attuazione dei piani d'azione riguardanti la sanità e l'istruzione, destinare maggiori risorse a tal fine e migliorare la sostenibilità dei piani stessi. La minoranza rom si trova ancora a subire discriminazioni e ad avere condizioni di vita molto difficili. La mancata segnalazione delle nascite e l'impossibilità di beneficiare del gratuito patrocinio per l'iscrizione all'anagrafe ostacolano tuttora il loro accesso ai diritti sociali ed economici di base. Occorre prendere ulteriori provvedimenti per migliorare l'applicazione della legge sulle minoranze nazionali e garantire i diritti delle minoranze.

Si rileva qualche progresso relativamente a rifugiati e sfollati interni. È in vigore una strategia riveduta volta a sostenere il processo di rientro e a garantire la corretta applicazione dell'allegato VII dell'accordo di pace di Dayton-Parigi. È stata presa qualche misura per attuare la strategia, specie per quanto riguarda i finanziamenti destinati alle categorie vulnerabili che vivono nei centri di accoglienza, ma devono ancora essere definite tutte le procedure necessarie per fornire assistenza al rientro. La mancanza di opportunità occupazionali e di un accesso alla protezione sociale compromette tuttora la sostenibilità del rientro e dell'integrazione locale.

Per quanto riguarda le questioni regionali e gli obblighi internazionali, l'attuazione dell'accordo di pace di Dayton-Parigi è proseguita, ma i rappresentanti politici della Republika Srpska hanno spesso rimesso in discussione l’integrità territoriale del paese. La collaborazione con il Tribunale penale internazionale per l’ex Iugoslavia è rimasta soddisfacente.

Il mandato del rappresentante speciale dell'Unione europea è stato trasferito dall'ufficio dell'Alto rappresentante a un rappresentante unico dell'UE che funge al tempo stesso da rappresentante speciale dell'Unione europea e da capo della delegazione UE.

La collaborazione tra tribunali e pubblici ministeri di Bosnia-Erzegovina, Croazia e Serbia è proseguita. È in corso l'attuazione degli accordi bilaterali sul riconoscimento e sull’applicazione reciproci delle sentenze nei casi penali. Tuttavia, gli ostacoli giuridici all'estradizione contenuti nel codice di procedura penale ostacolano tuttora le azioni giudiziarie nei casi di crimini di guerra.

Per quanto attiene alla Corte penale internazionale, l’accordo bilaterale di immunità concluso con gli Stati Uniti non è conforme alle posizioni comuni e ai principi direttivi dell’UE. Il paese si deve allineare con la posizione dell'UE.

Si osservano notevoli progressi in relazione al processo avviato dalla dichiarazione di Sarajevo. Dopo le riunioni di giugno e settembre 2011, la Bosnia-Erzegovina, la Croazia, il Montenegro e la Serbia hanno raggiunto un accordo su diverse questioni tra cui il testo di una dichiarazione congiunta da firmare in occasione di una conferenza ministeriale che si terrà a Belgrado.

La Bosnia-Erzegovina ha continuato a partecipare attivamente alle iniziative della cooperazione regionale, ivi compresi il processo di cooperazione nell'Europa sudorientale (SEECP), il Consiglio di cooperazione regionale (CCR) e l'accordo centroeuropeo di libero scambio (CEFTA). Le sue relazioni con i paesi limitrofi si sono ulteriormente sviluppate, A settembre la Bosnia-Erzegovina ha deciso ufficialmente di riconoscere i timbri doganali del Kosovo. Rimangono tuttavia irrisolte alcune questioni con i paesi limitrofi relative alle frontiere.

Dopo una crescita modesta nel 2010, nel 2011 l’economia della Bosnia-Erzegovina ha registrato un'accelerazione. La ripresa, tuttavia, è ancora lenta e trainata principalmente dalla domanda esterna. I tassi di disoccupazione sono rimasti elevatissimi. La situazione di bilancio è lievemente migliorata grazie alle misure di aggiustamento adottate nell'ambito del programma del Fondo monetario internazionale e all'aumento delle entrate. La sostenibilità di bilancio a medio termine è stata tuttavia gravemente compromessa dalla mancata adozione del quadro globale per le politiche di bilancio 2011-2013. L'impegno nei confronti delle riforme strutturali e del risanamento delle finanze pubbliche è rimasto scarso e disomogeneo in tutto il paese e la qualità delle finanze pubbliche è rimasta carente.

Per quanto riguarda il rispetto dei criteri economici, la Bosnia-Erzegovina ha compiuto altri piccoli progressi verso la creazione di un'economia di mercato funzionante. Occorre realizzare ulteriori e significative riforme per permettere al paese di far fronte a lungo termine alle pressioni della concorrenza e alle forze di mercato all'interno dell'Unione.

La ripresa è trainata principalmente dalla domanda esterna, ma si è registrato anche un incremento della domanda interna favorito dalla ripresa delle attività di credito. La produzione industriale è in aumento. Le attività commerciali si sono notevolmente sviluppate e il livello di integrazione commerciale con l’UE è rimasto elevato. La stabilità finanziaria e monetaria è stata preservata. Il regime del comitato monetario ha conservato un grado elevato di credibilità. Si osserva qualche miglioramento del clima imprenditoriale per quanto riguarda la registrazione delle imprese e la razionalizzazione delle procedure amministrative in genere.

Tuttavia, la mancata adozione del quadro globale per le politiche di bilancio 2011-2013 ha gravemente compromesso la sostenibilità e la credibilità della politica di bilancio in Bosnia-Erzegovina e ha privato le autorità di bilancio di un accordo sulla linea generale da adottare in questo campo. L'impasse politica nel paese ha notevolmente ritardato l'adozione del bilancio 2011 dello Stato e ha rinviato le discussioni con il Fondo monetario internazionale sull'attuazione dell’accordo di stand-by. La qualità delle finanze pubbliche è rimasta inadeguata, con un rapporto elevato tra spese correnti e PIL. Si è registrato un aumento degli squilibri esterni, in particolare del disavanzo delle partite correnti, e dell'inflazione. Il clima imprenditoriale ha continuato a risentire delle inefficienze amministrative e della debolezza dello Stato di diritto. Il previsto processo di privatizzazione, ristrutturazione delle imprese pubbliche e liberalizzazione delle industrie di rete si è arenato. La capacità produttiva e la competitività dell’economia sono rimaste a livelli piuttosto bassi, perché le fonti di crescita interne non sono state adeguatamente sfruttate. Le rigidità strutturali, come i contributi sociali elevati, i trasferimenti sociali non sufficientemente mirati e la scarsa mobilità della manodopera, frenano tuttora la creazione di posti di lavoro. I tassi di disoccupazione sono tuttora elevatissimi e il settore informale rimane un fenomeno preoccupante.

La Bosnia-Erzegovina ha registrato progressi limitati per quanto riguarda l'allineamento della sua legislazione e delle sue politiche agli standard europei. Si osserva qualche progresso in settori come la proprietà intellettuale, gli aiuti di Stato, la ricerca, la cultura, i trasporti e diverse questioni inerenti alla giustizia, alla libertà e alla sicurezza. Il paese dovrà impegnarsi in modo particolare per quanto riguarda la circolazione delle merci, delle persone e dei servizi, le dogane e la fiscalità, la concorrenza, gli appalti pubblici, l'occupazione e le politiche sociali, l'istruzione, l'industria e le PMI, l’agricoltura e la pesca, la sicurezza alimentare, le questioni veterinarie e fitosanitarie, l’ambiente e i cambiamenti climatici, l’energia, la società dell'informazione e i media e le statistiche.

Nel complesso l'applicazione dell'accordo interinale (AI) è rimasta poco uniforme. Il paese viola l’accordo perché non rispetta la Convenzione europea dei diritti dell’uomo e le norme sugli aiuti di Stato. La legge statale sugli aiuti pubblici, necessaria per conformarsi all'accordo di stabilizzazione e di associazione, è stata adottata in agosto dal Consiglio dei ministri ma è ancora in attesa di adozione da parte del parlamento. Deve essere adottata con urgenza la legge sul censimento a livello statale, necessaria per lo sviluppo socioeconomico del paese.

La Bosnia-Erzegovina ha compiuto qualche progresso nei settori del mercato interno. Nel campo della libera circolazione delle merci si è fatto qualche progresso in termini di vigilanza del mercato e di tutela dei consumatori. Rimane necessario un impegno considerevole per ravvicinare il quadro legislativo alla normativa dell'UE, migliorare la capacità amministrativa e creare uno spazio economico unico.

I progressi sono stati limitati per quanto riguarda la libera circolazione delle persone, i servizi e il diritto di stabilimento. Entrambe le entità hanno adottato la legislazione attuativa sui servizi finanziari e il coordinamento della vigilanza bancaria è migliorato. È indispensabile semplificare ulteriormente le modalità di registrazione delle imprese e allineare il quadro legislativo sui servizi postali.

Non si osserva alcun progresso per quanto riguarda la libera circolazione dei capitali. Occorrono un ulteriore allineamento con l'acquis e un'armonizzazione della legislazione a livello nazionale. Si rilevano buoni progressi, anche se non omogenei, in materia di dogane e fiscalità. Rimangono indispensabili un ulteriore allineamento della legislazione e un ulteriore sviluppo delle capacità per garantire l'effettiva applicazione ed attuazione dei diritti di proprietà intellettuale.

La Bosnia-Erzegovina ha fatto qualche progresso nell’applicazione delle norme in materia di concorrenza. Non vi è stato alcun progresso nel settore degli appalti pubblici, specie per quanto riguarda l'allineamento integrale con la legge sugli appalti pubblici. Sono stati registrati ulteriori progressi per quanto riguarda i diritti di proprietà intellettuale.

Si osservano pochi progressi per quanto riguarda le politiche sociali e occupazionali e la politica della pubblica sanità. Esistono, o sono in fase di elaborazione, documenti strategici per l’intero paese, ma le politiche e la legislazione rimangono frammentate. Sono state adottate leggi quadro e strategie in materia di istruzione, che però devono ancora essere attuate. È stato fatto qualche progresso nel settore della cultura. Il paese ha registrato ulteriori progressi in materia di ricerca e ha iniziato i preparativi per l'Unione dell'innovazione. I negoziati per l'adesione all'Organizzazione mondiale del commercio sono andati avanti.

La Bosnia-Erzegovina ha fatto pochi progressi verso la conformità con gli standard europei per una serie di politiche settoriali. Per quanto riguarda l'industria e le piccole e medie imprese (PMI), occorre ancora adottare una strategia nazionale di sviluppo, comprendente elementi di politica industriale, e attuare la strategia per le PMI. Sono stati compiuti alcuni progressi nel settore della politica veterinaria, fitosanitaria e della sicurezza alimentare nonché nel campo della pesca. I progressi nel settore dell'agricoltura e dello sviluppo rurale sono rimasti limitati. Rimane indispensabile un coordinamento più stretto tra Stato e entità per l'allineamento dell'acquis in questi settori. La mancanza di progressi ha avuto ripercussioni negative sul commercio di prodotti agricoli.

I preparativi della Bosnia-Erzegovina nel settore dell'ambiente sono ancora in fase iniziale. Mancano ancora un quadro legislativo armonizzato per la tutela ambientale e un’agenzia di Stato per l’ambiente. La capacità amministrativa è scarsa e la comunicazione orizzontale e verticale tra le diverse autorità deve essere potenziata. Riguardo ai cambiamenti climatici, occorrono ulteriori sforzi per l'adozione di una strategia a livello statale in questo campo, l'allineamento con l"acquis e la sensibilizzazione.

La Bosnia-Erzegovina ha fatto progressi nel settore dei trasporti. Si rilevano alcuni sviluppi positivi per quanto riguarda le reti di trasporto transeuropee e i settori del trasporto stradale, aereo e ferroviario e della navigazione interna. Deve ancora essere adottata la legge sul trasporto delle merci pericolose. La questione del potenziamento dell'infrastruttura di trasporto non è ancora stata affrontata. I preparativi nel campo dell’energia non hanno registrato grandi progressi. In quanto parte del trattato che istituisce la Comunità dell'energia, la Bosnia-Erzegovina deve applicare la pertinente legislazione UE in materia di energia. È stato fatto qualche progresso relativamente all'approvvigionamento elettrico del distretto di Brčko e all'avvio di un riesame generale della normativa sull'energia elettrica a tutti i livelli di governo. Per garantire la sicurezza dell’approvvigionamento elettrico occorrono una società nazionale di trasmissione operativa in tutto il paese e una strategia globale in materia di energia.

I progressi relativi alla società dell’informazione e ai media sono stati limitati. Il quadro legislativo per l'emittenza pubblica non è ancora stato armonizzato. Le continue minacce all'indipendenza dell'ente regolatore per le comunicazioni, le pressioni politiche e la lentezza con cui procede la riforma dell'emittenza pubblica hanno continuato a destare serie preoccupazioni.

Va segnalato qualche progresso in materia di controllo finanziario. Esistono unità centrali di armonizzazione a livello dello Stato e delle entità e si è iniziato ad introdurre l'audit interno. I sistemi di gestione e controllo finanziari devono essere ulteriormente sviluppati. L'indipendenza dell’Ufficio statale di audit desta tuttora preoccupazione. Nel settore delle statistiche si registra qualche progresso in termini di classificazioni e registri. Occorre migliorare le statistiche settoriali, ad esempio quelle sui conti nazionali, sulle imprese e sull'agricoltura. La collaborazione tra gli istituti statistici dello Stato e delle entità e gli altri organi a livello statale rimane insufficiente.

Si è registrato qualche progresso nei diversi settori connessi a giustizia, libertà e sicurezza. Si stanno realizzando le priorità per quanto riguarda la politica dei visti. L’applicazione dell’accordo di facilitazione del visto tra l’UE e la Bosnia-Erzegovina e dell’accordo di riammissione procede regolarmente. Nel dicembre 2010 è entrata in vigore l’esenzione dall’obbligo di visto per i cittadini della Bosnia-Erzegovina in possesso di passaporti biometrici che si recano nello spazio Schengen.

Il paese ha proseguito i preparativi in materia di gestione delle frontiere, asilo e migrazione. Il sistema di asilo e di protezione internazionale, il monitoraggio dei flussi migratori e la collaborazione fra agenzie sono ulteriormente migliorati. Occorre però potenziare le infrastrutture presso alcuni valichi di frontiera. Si osservano pochi progressi in materia di lotta al riciclaggio del denaro. La strategia e il piano d'azione per la lotta al riciclaggio del denaro sono tuttora attuati in misura limitata. I progressi sono stati scarsi per quanto riguarda la lotta contro la droga. La mancanza di un follow-up giudiziario efficace ostacola la lotta contro il traffico di droga, che rimane un problema preoccupante.

La Bosnia-Erzegovina sta portando avanti i preparativi inerenti alla polizia. La frammentazione delle forze di polizia della Bosnia-Erzegovina nuoce tuttora all'efficienza, ai risultati, alla collaborazione e agli scambi di informazioni. La mancanza di un coordinamento efficace tra gli organi di contrasto impedisce tuttora di combattere efficacemente la criminalità organizzata, che continua a destare serie preoccupazioni e ha ripercussioni negative sullo Stato di diritto e sul clima imprenditoriale. Il paese deve adoperarsi per intensificare la lotta contro la tratta di esseri umani e ovviare alle carenze in termini di identificazione delle vittime della tratta. La Bosnia-Erzegovina ha compiuto qualche progresso in materia di lotta al terrorismo. La task force congiunta antiterrorismo è stata ripristinata, ma occorre rafforzare l'attuazione della strategia volta prevenire e combattere il terrorismo.

Sono proseguiti i preparativi per la protezione dei dati personali, ma occorrono ulteriori sforzi per garantire l'applicazione della legge e l'indipendenza dell'organo di vigilanza. Una protezione efficace dei dati personali è indispensabile perché la Bosnia-Erzegovina possa concludere accordi con Europol e Eurojust.

Kosovo

La situazione politica del Kosovo nel periodo ottobre 2010-aprile 2011 è stata caratterizzata dall'organizzazione di elezioni politiche e presidenziali. Lo svolgimento delle elezioni politiche è stato ostacolato da gravi carenze e difficoltà tecniche. A febbraio è stato formato un nuovo governo di coalizione e in aprile è stato eletto un nuovo presidente.

Il presidente e il governo hanno dato prova di impegno nei confronti dell'agenda europea. È stato potenziato il coordinamento delle riforme connesse all'UE. Le elezioni hanno ritardato l'attuazione di molte riforme fondamentali. Ora occorre un impegno costante per accelerare le riforme e attuarle in modo efficace. La pubblica amministrazione e il sistema giudiziario sono deboli. Occorre fare molto di più per combattere la corruzione e la criminalità organizzata, anche nel campo degli appalti pubblici. La situazione economica, inoltre, è grave e il governo deve adottare con urgenza misure volte a migliorare la situazione di bilancio in stretto coordinamento con il Fondo monetario internazionale. In un'ottica più positiva, il Kosovo ha continuato ad adoperarsi con notevole impegno per ottenere risultati in settori chiave della sua agenda europea quali i visti e il commercio.

A marzo è iniziato un processo di dialogo tra Belgrado e Pristina in base alla risoluzione adottata il 9 settembre 2010 dall'Assemblea generale dell'ONU, che era stata presentata congiuntamente dalla Serbia e dai 27 Stati membri dell'UE. Il dialogo si è svolto in uno spirito globalmente costruttivo fino a settembre e ha permesso di raggiungere accordi su diverse questioni: libera circolazione delle merci e delle persone, anagrafe e catasto. Gli accordi raggiunti finora devono essere applicati in buona fede. Occorre conseguire altri risultati per quanto riguarda l'applicazione, in via prioritaria, dei principi propri di una cooperazione regionale inclusiva ed efficace e trovare soluzioni durature alle questioni connesse all'acquis UE in ambiti quali l'energia e le telecomunicazioni.

L'integrazione della comunità serba a sud del fiume Ibër/Ibar è migliorata nel periodo oggetto della relazione. I serbi hanno beneficiato del quadro giuridico che tutela i loro diritti, partecipando maggiormente alle elezioni politiche e anche al censimento. Gli insegnanti delle scuole sostenute dalla Serbia hanno iniziato a firmare contratti con le direzioni comunali del Kosovo competenti in materia di istruzione.

Nel Kosovo settentrionale le strutture sostenute dalla Serbia non sono state smantellate e l'integrazione non è andata avanti. I comuni sostenuti dalla Serbia si sono opposti al censimento nelle zone settentrionali e la partecipazione dei serbi del Kosovo settentrionale alle elezioni politiche è stata bassissima. I serbi del nord hanno inoltre contestato il mandato di EULEX. A luglio e a settembre la situazione nel Kosovo settentrionale e la questione del controllo delle frontiere/della linea di confine hanno dato luogo a episodi di violenza durante i quali più persone sono rimaste ferite e una è deceduta. È inoltre aumentato il ricorso alla retorica incendiaria da parte dei leader kosovari. Tutte le parti devono adoperarsi per allentare le tensioni nel Kosovo settentrionale e consentire la libera circolazione delle persone e delle merci a vantaggio degli abitanti della regione.

La autorità collaborano con EULEX per indagare sulle accuse mosse nella risoluzione relativa al trattamento disumano delle persone e al traffico illecito di organi umani in Kosovo adottata dall'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa. Le autorità kosovare devono assicurare una collaborazione coerente ed efficace con EULEX in tutti gli ambiti del suo mandato.

Per quanto riguarda la democrazia e lo Stato di diritto, il governo, l'Assemblea e le autorità giudiziarie del Kosovo devono rivolgere urgentemente la loro attenzione allo Stato di diritto, che rimane fonte di serie preoccupazioni.

Il quarto mandato dell'Assemblea è iniziato il 21 febbraio dopo le elezioni politiche. Sono state individuate gravi carenze nel processo elettorale. Per eliminarle il Kosovo deve prendere con urgenza provvedimenti volti a semplificare il sistema, in conformità degli standard internazionali, e condurre indagini e procedimenti giudiziari nei casi di brogli elettorali. L'Assemblea ha adottato un bilancio e una serie di leggi sulle principali riforme connesse all'agenda europea. La capacità dell'Assemblea di esaminare i disegni di legge e l'attività del governo sono ancora mediocri. Si sospetta inoltre che le norme procedurali dell'Assemblea non vengano applicate sistematicamente.

Il nuovo governo di coalizione insediatosi il 22 febbraio ha adottato in marzo un regolamento che definisce e rafforza il ruolo dei dipartimenti per l'integrazione europea presso i ministeri. Il ministero dell'Integrazione europea ha rafforzato il proprio ruolo di coordinatore dell'agenda europea e dei donatori e ha insistito perche le riforme vengano accelerate. Occorrono ulteriori sforzi per individuare obiettivi specifici e risultati misurabili onde orientare meglio le attività di riforma del governo. Il processo di decentramento è proseguito. Il governo deve trovare soluzioni per garantire la sostenibilità a lungo termine dei neocomuni a maggioranza serba. Al tempo stesso, le strutture sostenute dalla Serbia hanno continuato a funzionare in Kosovo impedendo un decentramento totale.

I progressi sono stati limitati per quanto riguarda la riforma della pubblica amministrazione. Il quadro normativo è stato potenziato ma deve ancora essere completato. La strategia riveduta 2010-2013 per la riforma della pubblica amministrazione non è ancora stata attuata. La riforma della pubblica amministrazione, che è molto carente, rimane una sfida considerevole. L'ufficio dell'ombudsman non dispone di risorse, locali e sostegno politico adeguati.

Si segnalano progressi per quanto riguarda il sistema giudiziario, in particolare certe sentenze fondamentali della Corte costituzionale. L'Assemblea ha adottato leggi importanti come quelle sulla protezione dei testimoni, sulla responsabilità penale delle persone giuridiche in caso di reato e sulla cooperazione giuridica internazionale. Il processo di riforma deve andare avanti. L'attuazione delle quattro leggi di riforma adottate nel periodo oggetto della relazione precedente è proseguita in modo soddisfacente. È stata aumentata la capacità della divisione per la cooperazione giuridica internazionale presso il ministero della Giustizia, che ha gestito i casi in modo professionale. Il Consiglio giudiziario del Kosovo ha iniziato ad occuparsi delle principali priorità. I nove membri del Consiglio delle procure del Kosovo sono stati nominati e il Consiglio ha iniziato la sua attività. Gli stipendi di giudici e pubblici ministeri sono stati aumentati. Il sistema giudiziario del Kosovo rimane però carente. L'arretrato giudiziario è ancora considerevole e continuano ad arrivare preoccupanti segnalazioni di minacce e intimidazioni nei confronti dei giudici e di ingerenze politiche nell'attività della magistratura. I pubblici ministeri e i giudici devono adottare un approccio più proattivo per quanto riguarda le indagini e le sentenze sui casi di criminalità organizzata e corruzione. La trasparenza dell'applicazione della legge sull'amnistia desta serie preoccupazioni.

Il Kosovo ha fatto qualche progresso in termini di lotta alla corruzione, iniziando in particolare ad occuparsi di alcuni casi. Il fenomeno è ancora diffuso in molti settori e rimane un problema molto serio che incide anche sull'accesso dei cittadini ai servizi. La task force anticorruzione è stata potenziata. L'adozione di diverse leggi importanti ha migliorato il quadro legislativo per la lotta alla corruzione, che rimane però incompleto e deve essere ulteriormente rafforzato. La legge sul finanziamento dei partiti politici presenta gravi lacune e il monitoraggio della sua applicazione deve essere migliorato. Le violazioni delle norme sugli appalti rimangono una fonte di preoccupazione nel contesto della lotta alla corruzione. Le dichiarazioni patrimoniali rivelano ancora discrepanze tra i beni dichiarati e il reddito effettivo.

La costituzione del Kosovo contiene disposizioni forti intese a garantire l'applicazione degli standard internazionali per quanto riguarda il rispetto dei diritti umani e il rispetto e la tutela delle minoranze. L'attività delle diverse istituzioni incaricate di promuovere, applicare e monitorare i diritti fondamentali non viene coordinata adeguatamente. Gli organi appartenenti al ramo esecutivo del governo non dispongono di una capacità sufficiente. Il fatto che le loro competenze e la loro autorità non siano definite con precisione dà spesso luogo a sovrapposizioni con altri organi. Il loro impatto politico e pratico è limitato. Occorre fare di più per potenziare i mezzi di ricorso giuridici e amministrativi in caso di violazione dei diritti umani. L'integrazione dei membri della comunità serba è migliorata, specialmente a sud del fiume Ibër/Ibar. Occorrono ulteriori sforzi per soddisfare le necessità dei serbi in tutto il Kosovo, ma soprattutto nella parte settentrionale.

I progressi sono stati limitati in termini di diritti civili e politici. Il governo deve adoperarsi ulteriormente per la prevenzione della tortura e dei maltrattamenti. Occorre adottare altre misure per abolire l'impunità. In alcune carceri si deve risolvere il problema del sovraffollamento e della mancanza di spazio. L'accesso alla giustizia non è totalmente garantito, soprattutto nella parte settentrionale di Mitrovicë/Mitrovica, dove il tribunale distrettuale funziona con una capacità limitata nell'ambito di EULEX compromettendo lo Stato di diritto in questa parte del Kosovo.

I progressi sono stati limitati per quanto attiene alla libertà di espressione. La trasparenza della proprietà dei media è garantita da una legge che viene applicata correttamente. I giornalisti continuano a subire pressioni politiche e minacce. L’indipendenza e l’imparzialità dell’emittente pubblica (RTK) non sono garantite. Nel complesso la libertà di riunione e di associazione viene rispettata. Il diritto di associazione è stata garantito con l'adozione di modifiche della legge sulla libertà di associazione delle ONG. Il contesto in cui opera la società civile deve essere notevolmente migliorato. Il governo deve utilizzare meglio l'esperienza della società civile.

Per quanto riguarda la libertà di pensiero, di coscienza e di culto, la polizia ha continuato a gestire bene il trasferimento delle competenze per la custodia dei siti storici e religiosi, compresi quelli dei serbi ortodossi, dalla KFOR. Il Kosovo ha anticipato i lavori di ristrutturazione dei siti dei serbi ortodossi in collaborazione con le parti interessate della chiesa e delle autorità serbe.

Occorrono ulteriori sforzi per garantire integralmente i diritti economici e sociali. Si osserva qualche progresso in relazione ai diritti delle donne, che consiste segnatamente nell'aumento della loro rappresentanza politica e nel miglioramento del quadro legislativo per tutelare i loro diritti. Occorre potenziare le istituzioni competenti e aumentare la dotazione di bilancio per consentire l'applicazione della legislazione. La tutela dei diritti dei minori è migliorata con l'applicazione del codice di giustizia minorile. È stato istituito il consiglio per la tutela dei minori e la giustizia minorile. La tutela dei minori rimane carente e un numero elevato di bambini vive tuttora in condizioni di povertà. Si osservano progressi limitati relativamente alle categorie socialmente vulnerabili e ai disabili. È stata pubblicata una relazione sull'attuazione del piano d'azione per i disabili. Occorre rafforzare l'attuazione del piano d'azione e delle leggi pertinenti, specialmente a livello comunale, garantendo in particolare l'accesso degli allievi disabili alle scuole.

Il governo ha svolto campagne di sensibilizzazione sulla legge contro la discriminazione, un fenomeno che rimane preoccupante. Va segnalato qualche progresso per quanto attiene ai diritti dei lavoratori e dei sindacati. Sono state adottate la legge sul lavoro, la legge sui sindacati e la legge sul Consiglio economico e sociale. I progressi sono stati eterogenei per quanto riguarda i diritti di proprietà intellettuale. Il quadro legislativo è stato migliorato ed è stato nominato un coordinatore dei diritti di proprietà. Il gran numero di casi in sospeso impedisce alle persone di esercitare i loro diritti di proprietà. Occorre adoperarsi con maggiore impegno per applicare la legislazione vigente.

Il Kosovo ha fatto qualche progresso in termini di rispetto e tutela dei diritti delle minoranze e dei diritti culturali. I neocomuni a maggioranza serba devono affrontare problemi di vario tipo, tra cui la gestione dei terreni. Si osservano progressi limitati relativamente all'accesso delle minoranze all'istruzione. La comunità serba a nord e a sud dell'Ibër/Ibar usa ancora i libri di testo e il sistema didattico forniti dalla Serbia. Le autorità del Kosovo devono offrire un'alternativa ed elaborare un programma di studio in serbo. Il serbo non viene proposto come seconda lingua ufficiale nelle scuole situate al di fuori delle zone a maggioranza serba. Sono stati registrati pochi progressi per quanto riguarda l'uso delle lingue. Il quadro legislativo non è applicato in modo adeguato. Non esistono servizi pubblici multilingue. La posizione dei media della minoranza serba è migliorata, in particolare grazie al lancio di "TV Mreža".

Per quanto riguarda la risistemazione delle famiglie rom, ashkali ed egiziane provenienti dalle aree contaminate dal piombo, il campo di Çesmin Lug/Česmin Lug è stato chiuso nell'ottobre 2010. Il campo di Osterode non è stato chiuso perché non è stato messo a disposizione un terreno pubblico alternativo nella parte settentrionale di Mitrovicë/Mitrovica. Il governo ha favorito l'iscrizione all'anagrafe di queste comunità, anche mediante l'organizzazione di una registrazione gratuita. È stata pubblicata una relazione sull'attuazione della strategia per le comunità rom, ashkali ed egiziane. Ciò nonostante, le condizioni di vita di queste comunità e il loro accesso all'occupazione, all’istruzione, all’assistenza sanitaria e alla protezione sociale sono ancora fonte di serie preoccupazioni.

Il rientro dei profughi e degli sfollati interni costituisce tuttora un problema per le istituzioni del Kosovo. La quota del bilancio pubblico stanziata per il rientro è molto bassa (-40%). I rientri volontari e sostenibili sono ancora fortemente ostacolati da problemi come i ritardi nella restituzione delle proprietà e la scarsità di opportunità economiche. Molti sfollati vivono ancora in condizioni difficili. I progressi sono limitati per quanto riguarda l'applicazione dei diritti culturali. La collaborazione tra i ministeri competenti e tra i livelli centrale e comunale è migliorata. La legislazione sulla tutela del patrimonio culturale e l'attuazione delle leggi rimangono carenti.

Per quanto riguarda gli obblighi regionali e internazionali, il Kosovo ha continuato a collaborare con il Tribunale penale internazionale per l’ex Iugoslavia. EULEX ha condotto una serie di operazioni comprendenti arresti e condanne in casi di crimini di guerra, alcuni dei quali vedono coinvolti alti esponenti politici tra cui un ex ministro. L'adozione, in agosto, della legge sulle persone scomparse segna una svolta importante. La legge garantisce il riconoscimento del diritto delle famiglie di sapere e di ottenere riparazione e definisce lo status giuridico delle persone scomparse. Il governo deve fornire maggiori informazioni e risorse per far luce sulla sorte delle persone scomparse. La risoluzione adottata a gennaio dall'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa ha dato luogo a gravi denunce legate al conflitto del 1999. EULEX ha istituito una task force, con sede a Bruxelles e un ufficio di collegamento a Pristina, per indagare su queste denunce. Le autorità collaborano con EULEX per questo dossier.

Il Kosovo ha partecipato al Consiglio di cooperazione regionale, riunitosi a giugno in Montenegro per la prima volta dall'estate del 2010. Nel 2011 il Kosovo ha presieduto le riunioni del CEFTA in modo soddisfacente. È stato raggiunto un accordo sui timbri doganali nell'ambito del dialogo Belgrado/Pristina. Occorre ancora raggiungere un accordo su una soluzione duratura per la partecipazione del Kosovo ai consessi regionali, Tutte le parti interessate devono dare piena applicazione ai principi alla base di una cooperazione regionale inclusiva e efficace.

L'economia del Kosovo è ancora caratterizzata da una crescita fragile e da forti squilibri interni ed esterni, aggravati da una politica di bilancio imprevedibile. La coesione socioeconomica è fortemente minacciata dall'elevata inflazione e dal disfunzionamento del mercato occupazionale. Una serie di misure ad hoc e la mancanza di impegno da parte delle autorità hanno ostacolato l’accordo di stand-by con il Fondo monetario internazionale (FMI). Il nuovo accordo con il FMI, che non prevede esborsi e si applica fino alla fine del 2011, sarà indicativo della capacità del Kosovo di riacquistare credibilità a livello di politica economica e di bilancio. La notevole incertezza ha continuato a frenare lo sviluppo del settore privato. Le imprese risentono della debolezza dell'amministrazione, della mancanza di un approvvigionamento elettrico sicuro, dell'inadeguatezza delle infrastrutture e di uno Stato di diritto carente.

Per quanto riguarda i criteri economici, il Kosovo non ha fatto alcun progresso verso l'instaurazione di un'economia di mercato funzionante. Occorre realizzare notevoli riforme ed investimenti per permettere al paese di far fronte a lungo termine alle pressioni della concorrenza e alle forze di mercato all'interno dell'Unione.

Il quadro monetario ha continuato a funzionare relativamente bene, anche se c'è margine per migliorare, in particolare, la regolamentazione e la vigilanza nel settore finanziario. L'intermediazione finanziaria ha continuato a svilupparsi e il settore bancario è rimasto stabile e redditizio nonostante l'aumento dei prestiti in sofferenza. Si sono registrati alcuni progressi a livello di privatizzazioni.

Il buon funzionamento del mix di politiche macroeconomiche è sempre più minacciato da una politica di bilancio imprevedibile, dalla crescita non sostenibile della spesa pubblica e dalle limitate possibilità di finanziamento. La governance mediocre e le misure ad hoc si ripercuotono negativamente sul settore privato e l'economia risente tuttora dei gravi problemi strutturali. L'inflazione è stata elevata e volatile. La disoccupazione è rimasta molto elevata e i posti di lavoro creati non bastano né ad attenuare le pressioni sul mercato occupazionale né a offrire sbocchi, specialmente ai giovani appena arrivati sul mercato. Gli squilibri esterni sono ancora elevati, specie per quanto riguarda gli scambi di beni, e l'afflusso di investimenti esteri a sostegno della produzione è rimasto limitato. L’ente pubblico per l’energia elettrica ha continuato a ricevere ingenti sovvenzioni dal bilancio statale e prestiti per finanziare i suoi programmi d’investimento. Il clima imprenditoriale risente tuttora della debolezza dello Stato di diritto e dei problemi connessi ai diritti di proprietà. Il settore informale costituisce ancora un problema serio.

La campagna elettorale che ha preceduto le elezioni politiche anticipate, cui è seguito il processo di formazione del nuovo governo e di elezione del presidente, ha lasciato poco tempo all'Assemblea e al governo per adottare leggi e politiche in linea con gli standard europei. I progressi sono stati eterogenei. Il sistema dei movimenti di capitale è piuttosto sviluppato. Il Kosovo ha fatto progressi in materia di asilo e migrazione, specie per quanto riguarda la riammissione e il reinserimento dei rimpatriati.

A livello legislativo si osserva qualche progresso relativamente alla politica di concorrenza, al settore dell'energia, alla società dell'informazione e ai media. Si rilevano alcuni progressi nei seguenti settori: fiscalità, diritti di proprietà intellettuale, occupazione, politiche sociali e pubblica sanità, controllo finanziario, statistiche, gestione delle frontiere e lotta alla tratta di esseri umani. Le infrastrutture di trasporto devono essere ulteriormente sviluppate. Sono stati ottenuti risultati limitati a livello di ambiente, agricoltura e sicurezza alimentare, traffico di droga, criminalità organizzata e lotta al terrorismo. Si è fatto poco per allineare la legislazione con l'acquis riguardante la circolazione delle persone, i servizi e il diritto di stabilimento, il riciclaggio del denaro e la protezione dei dati personali.

Per quanto attiene al mercato interno dell'UE, vi sono stati alcuni progressi relativamente alla legislazione sulla libera circolazione delle merci. Si osserva qualche progresso in materia di valutazione della conformità, accreditamento, metrologia e vigilanza del mercato. I progressi sono limitati per quanto riguarda la standardizzazione. A livello legislativo non è stato fatto alcun progresso relativamente alla tutela dei consumatori. Il ravvicinamento con l'acquis dell'UE sulla libera circolazione delle merci è limitato. Occorrono un miglior coordinamento e una strategia per il processo di allineamento con tutto l'acquis in questo settore. La capacità amministrativa e le misure di attuazione sono inadeguate. L'allineamento con l'acquis per quanto riguarda la circolazione delle persone, i servizi, il diritto di stabilimento e il diritto societario è in fase iniziale. Il sistema dei movimenti di capitale è piuttosto sviluppato e alquanto liberalizzato. È auspicabile un'ulteriore riforma per introdurre i requisiti di Basilea II in materia di rischi.

La legislazione doganale del Kosovo è globalmente in linea con il codice doganale dell'UE. Occorre adoperarsi ulteriormente per combattere il contrabbando e la contraffazione. Il comitato di revisione indipendente deve funzionare meglio e ridurre il numero di casi pendenti. Si rileva qualche progresso in termini di fiscalità, soprattutto per quanto riguarda l'attuazione delle riforme a sostegno della strategia di conformità fiscale. La capacità amministrativa per la riscossione delle tasse e la riduzione del vasto settore informale è ancora scarsa.

A livello legislativo è stato fatto qualche progresso relativamente alla politica di concorrenza, segnatamente in materia di politica antitrust e di aiuti di Stato, con l'adozione della legge sugli aiuti di Stato. L'attuazione della politica antitrust sta migliorando. Si segnalano progressi nel settore degli appalti pubblici con l'adozione della legge modificata sugli appalti pubblici, che rappresenta un passo avanti verso l'allineamento con gli standard dell'UE. Occorre completare il quadro legislativo e migliorare la collaborazione tra le istituzioni competenti.

Si osserva qualche progresso relativamente ai diritti di proprietà intellettuale, specie per quanto riguarda i diritti di proprietà industriale. Il quadro legislativo non è completo e l'applicazione delle norme sui diritti di proprietà intellettuale è insufficiente. Va segnalato qualche progresso in termini di allineamento legislativo con gli standard dell'UE su occupazione, politica sociale e politica sanitaria. L'attuazione di questo quadro legislativo è fondamentale per aiutare i disoccupati e le categorie vulnerabili e migliorare il proprio tenore di vita. La capacità amministrativa in questi settori rimane limitata, specialmente a livello comunale. Si rileva qualche progresso nell'allineamento agli standard europei in materia di istruzione e ricerca. Occorre rafforzare la capacità a livello centrale e comunale per garantire l'effettiva attuazione del quadro legislativo e strategico. I progressi sono limitati per quanto riguarda la ricerca e l'innovazione. Occorre impegnarsi seriamente per creare la capacità di ricerca e innovazione necessaria. L'attuazione del quadro legislativo deve essere rafforzata, anche migliorando il coordinamento tra i livelli centrale e locale. Sono state assegnate risorse umane sufficienti a progetti di istruzione e di ricerca per poter beneficiare appieno del sostegno dei donatori.

Per quanto riguarda le politiche settoriali, occorre adottare il piano di attuazione per le PMI e le strategie industriali, stanziare una dotazione di bilancio adeguata e potenziare le autorità competenti. Il coordinamento e la collaborazione fra le parti interessate rimangono problematici. Il Kosovo ha compiuto progressi limitati nel settore dell'agricoltura e della sicurezza alimentare. Si è cercato di sviluppare la capacità amministrativa, specie per quanto riguarda la sicurezza alimentare. I progressi registrati in termini di rafforzamento del quadro legislativo e amministrativo su ambiente e cambiamenti climatici sono stati limitati, soprattutto per l'insufficienza degli stanziamenti di bilancio.

Le infrastrutture di trasporto devono essere ulteriormente sviluppate. Il principale progetto di infrastrutture stradali del Kosovo, la costruzione dell'autostrada che collegherà il Kosovo alla frontiera albanese, continua a destare preoccupazione a causa dei costi eccessivamente alti e dell'entità degli investimenti necessari a lungo termine. Si rileva qualche progresso nel settore dell'aviazione.

Nel settore dell'energia è stato fatto qualche progresso per quanto riguarda l'allineamento legislativo e l'attuazione del trattato che istituisce la Comunità dell’energia. Per attirare gli investimenti occorrono sforzi costanti onde migliorare il sistema di fatturazione e di riscossione delle bollette dell'energia elettrica e istituire una tariffa non sovvenzionata che rifletta i costi. L'apertura della nuova centrale ha subito ritardi che hanno avuto un'incidenza sul calendario per la chiusura della centrale Kosovo A, che è estremamente inquinante. Le divergenze sullo status impediscono tuttora al Kosovo di partecipare ai meccanismi regionali di transito dell'energia, il che mette a repentaglio la stabilità del sistema energetico del Kosovo e lo priva delle entrate derivanti dal transito.

Nel settore della società dell'informazione e dei media, il Kosovo ha adottato alcuni regolamenti sulle telecomunicazioni per conformarsi agli standard dell'UE. Leggi importanti sul finanziamento sostenibile dell'emittente pubblica e sulla commissione indipendente per i mezzi di comunicazione sono state depennate dall'ordine del giorno dell'Assemblea perché non sono conformi agli standard dell'UE e non tutelano l'indipendenza della commissione e dell'emittente pubblica. Entrambi i problemi devono essere risolti urgentemente.

Si registra qualche progresso nel settore del controllo finanziario. Le prassi del controllo finanziario interno pubblico sono ancora in fase iniziale. I dirigenti delle organizzazioni che si occupano di bilancio devono essere sensibilizzati all'importanza della gestione e del controllo finanziari. Il Kosovo ha compiuto qualche progresso in materia di statistiche, tra cui in particolare la gestione soddisfacente del censimento demografico e abitativo.

Il Kosovo ha fatto progressi eterogenei in materia di giustizia, libertà e sicurezza. Il ministero degli Affari interni ha preso provvedimenti per preparare il rilascio di passaporti biometrici in Kosovo. Sono stati fatti buoni progressi adottando una legislazione adeguata e migliorando l'affidabilità delle anagrafi. Occorrono ulteriori sforzi per garantire la sicurezza dei documenti.

Si osserva qualche progresso per quanto riguarda la gestione delle frontiere. È stata costituita una task force congiunta tra dogane e polizia per lottare contro la criminalità transfrontaliera. Le agenzie hanno organizzato pattugliamenti congiunti lungo il confine e operazioni congiunte ai valichi di frontiera. Sono stati condotti pattugliamenti di polizia congiunti e sincronizzati con controparti dell'Albania e dell'ex Repubblica iugoslava di Macedonia. La polizia ha ripreso altre mansioni della KFOR riguardanti la protezione della frontiera verde con l'ex Repubblica iugoslava di Macedonia e il Montenegro. La qualità e la coerenza dei controlli alle frontiere devono ancora essere migliorate.

Si osservano progressi in materia di asilo. Il Kosovo ha dovuto gestire un maggior numero di richieste di asilo e ha adottato una serie di decisioni in merito. La procedura in materia di asilo presenta ancora determinate carenze, in particolare per quanto riguarda l'interpretazione, l'accertamento dell'origine delle persone e i ricorsi. Il Kosovo ha fatto progressi in materia di migrazione, firmando altri accordi di riammissione con paesi europei. Il dipartimento per la cittadinanza, l'asilo e la migrazione ha continuato a gestire efficacemente le domande di riammissione provenienti da paesi europei. Il Kosovo ha fatto notevoli progressi in termini di reintegrazione dei rimpatriati, anche a livello locale. Occorre però un impegno costante per garantire l'effettiva attuazione.

Il Kosovo ha fatto progressi limitati per contrastare il riciclaggio del denaro e la criminalità economica e finanziaria. È iniziato un trasferimento graduale delle competenze del centro di informazione finanziaria da EULEX alle autorità kosovare. La capacità del Kosovo di indagare e perseguire i reati economici resta limitata. La criminalità economica e finanziaria e il riciclaggio del denaro sono tuttora fonte di seria preoccupazione.

È aumentato il numero delle confische e degli arresti operati dalla polizia per reati connessi alla droga, compreso il traffico di stupefacenti, ma gli importi confiscati sono ancora di entità limitata. Occorre intensificare considerevolmente la lotta contro il traffico di droga in misura corrispondente alla sfida che deve affrontare il Kosovo. Si osserva qualche progresso per quanto riguarda la polizia, che è subentrata maggiormente alla KFOR. Ora la polizia deve affrontare problemi di natura strutturale e organizzativa e migliorare la sua capacità di combattere forme complesse di criminalità organizzata.

Si osservano progressi limitati nella lotta alla criminalità organizzata. Un certo numero di casi di criminalità organizzata ha dato luogo a perquisizioni, arresti, rinvii a giudizio e condanne. Gli organi di contrasto e le autorità giudiziarie devono adottare un'impostazione più proattiva per lottare contro la criminalità organizzata. Occorre rafforzare la capacità umana e tecnica e migliorare considerevolmente la qualità delle indagini. In Kosovo lo sviluppo della capacità di lotta alla criminalità organizzata è ancora in fase iniziale. Occorre adoperarsi con impegno per rispondere a questa sfida. Il Kosovo ha fatto qualche progresso per quanto riguarda la lotta alla tratta di esseri umani. Il numero di vittime identificate è lievemente aumentato nel periodo oggetto della relazione. Sono stati adottati la strategia e il piano d'azione 2011-2014 contro la tratta di esseri umani. L'efficienza della direzione di polizia incaricata delle indagini sulla tratta di esseri umani è migliorata, ma la capacità delle procure e dei tribunali del Kosovo in termini di indagini, azioni penali e condanne in questo campo è ancora inadeguata.

I progressi sono stati scarsi per quanto riguarda la lotta contro la droga. La capacità del Kosovo di applicare la legislazione e documenti strategici pertinenti quali la legge sulla prevenzione del riciclaggio del denaro e sul finanziamento del terrorismo o sulla strategia antiterrorismo rimane scarsa. Si rilevano pochi progressi per quanto riguarda la protezione dei dati personali, e questo desta serie preoccupazioni.

Turchia

La Turchia continua a soddisfare in misura sufficiente i criteri politici. Il 12 giugno 2011 si sono svolte elezioni politiche libere e democratiche. Il governo ha dato inizio ai lavori per l'attuazione del pacchetto di riforme costituzionali 2010. Il clima politico risente della mancanza di un dialogo adeguato e di uno spirito di compromesso tra i partiti politici. Le relazioni tra le principali istituzioni sono tese. Quest'atmosfera ha ostacolato il proseguimento del processo di riforma. Dopo le elezioni è iniziato un nuovo processo di riforma della Costituzione. Occorrono altri notevoli sforzi per garantire i diritti fondamentali nella maggior parte dei settori e in particolare nel campo della libertà di espressione, nel quale il numero di processi contro scrittori e giornalisti e la censura ancora troppo frequente operata nei confronti di siti Internet destano serie preoccupazioni.

Per quanto riguarda la democrazia e lo Stato di diritto, le indagini su Ergenekon e su diversi altri presunti progetti di colpo di Stato danno ancora alla Turchia la possibilità di far luce sulle presunte attività criminali contro la democrazia e, pertanto, di rafforzare la fiducia nel buon funzionamento delle sue istituzioni democratiche e nello Stato di diritto. Tuttavia sono state espresse serie preoccupazioni circa il modo in cui vengono condotte le indagini, i procedimenti giudiziari e l'applicazione delle procedure penali, che compromette i diritti della difesa e la legittimità dei processi.

Per quanto riguarda la riforma della pubblica amministrazione vi è stato qualche progresso in termini di riforma legislativa. Occorre adoperarsi per istituire la figura dell'ombudsman e aumentare il sostegno politico a favore della riforma della pubblica amministrazione e del decentramento.

Si osservano buoni progressi per quanto riguarda il consolidamento del principio del controllo civile sulle forze di sicurezza. È stato rafforzato, in particolare, il controllo civile sulla spesa militare. Le decisioni del Consiglio militare supremo sono state assoggettate al ricorso giurisdizionale civile. Occorrono altre riforme per consolidare il controllo civile nel settore della sicurezza interna, in particolare a livello della gendarmeria, e compiere ulteriori progressi per quanto attiene al sistema della giustizia militare.

Si rilevano progressi nel settore giudiziario. L'adozione della legislazione sul Consiglio superiore dei giudici e dei pubblici ministeri e sulla Corte costituzionale fornisce il quadro necessario per rafforzare l'indipendenza e l'imparzialità della magistratura. Sono inoltre stati presi provvedimenti volti a migliorare l'efficienza del sistema giudiziario. Occorrono ulteriori provvedimenti in tutti i settori, compreso il sistema giudiziario penale. La Turchia ha un notevole arretrato di casi penali gravi e per la maggior parte della popolazione carceraria non vengono pronunciate condanne definitive. Occorre inoltre monitorare l'attuazione, perché le misure adottate finora hanno creato divisioni tra il mondo giuridico e la società civile del paese. I procedimenti giudiziari non sono abbastanza trasparenti. I tribunali e le procure non informano né le parti interessate né la popolazione in generale sulle questioni di pubblico interesse. La strategia di riforma giudiziaria deve essere riveduta di concerto con tutte le parti interessate, con i giuristi turchi e con la società civile.

L'attuazione della strategia e del piano d'azione anticorruzione è in fase iniziale. La corruzione è ancora molto diffusa in numerosi settori. Fra i principali problemi che ancora sussistono vanno segnalate la mancanza di trasparenza nel finanziamento dei partiti politici e la portata delle immunità. Occorre un maggiore sostegno politico a favore del potenziamento e dell'applicazione del quadro legislativo anticorruzione. Le indagini sull'associazione benefica Deniz Feneri, accusata di frode in Germania, hanno portato all'arresto di un ex presidente del Consiglio superiore della radio e della televisione turca (RTUK) e di quattro alti dirigenti della rete televisiva Kanal 7. La Turchia deve costituire un track record positivo di indagini, rinvii a giudizio e condanne per i casi di corruzione.

I progressi in termini di diritti umani e tutela delle minoranze sono stati limitati e il paese dovrà dar prova di notevole impegno nella maggior parte dei settori, in particolare, la libertà di espressione e di culto.

È stato fatto qualche progresso per quanto attiene all'osservanza della legislazione internazionale sui diritti umani, segnatamente attraverso la ratifica del protocollo opzionale alla convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura (OPCAT). L'attuazione di un certo numero di riforme è in sospeso da anni. La legislazione sulle istituzioni competenti in materia di diritti umani deve essere integralmente allineata con i principi ONU.

Si osservano altri sviluppi positivi nella prevenzione della tortura e dei maltrattamenti per quanto riguarda l'incidenza e la gravità dei maltrattamenti ad opera dei funzionari di polizia che fanno ancora un uso eccessivo della forza, specialmente al di fuori dei luoghi di detenzione ufficiali. Sono pervenute accuse credibili di maltrattamenti fisici che riguardano soprattutto l'uso eccessivo della forza al momento dell'arresto. Non si è fatto alcun progresso per affrontare il problema dell'impunità, anche per quanto riguarda la gestione dei processi su presunti maltrattamenti.

L'aumento della popolazione carceraria causa gravi problemi di sovraffollamento, che ostacolano i tentativi di migliorare le condizioni di detenzione. Da tempo si attende una revisione completa del sistema di denunce e reclami in carcere. L'attuazione dell'OPCAT dovrebbe contribuire alla soluzione di alcuni di questi problemi. Il paese dovrà dar prova di particolare impegno per quanto riguarda i servizi medici offerti ai detenuti e le condizioni di detenzione dei minori.

Per quanto riguarda la libertà di espressione, è proseguito il dibattito aperto sulle questioni considerate sensibili, come quelle riguardanti i curdi e gli armeni, i diritti delle minoranze, i diritti culturali e il ruolo dell'esercito. Il diritto alla libertà di espressione è tuttavia compromesso dal gran numero di procedimenti e di indagini contro giornalisti, scrittori, accademici e difensori dei diritti umani. L'autocensura che ne consegue e le pressioni indebite sui media destano serie preoccupazioni. La legislazione vigente non garantisce la libertà di espressione in misura conforme alla CEDU e alla giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell'uomo e consente un'interpretazione restrittiva da parte dell'apparato giudiziario. La frequente censura operata nei confronti di siti Internet è un'altra fonte di serie preoccupazioni. Nel complesso, la legislazione e le prassi giudiziarie della Turchia ostacolano il libero scambio di informazioni e idee.

Si osserva qualche progresso concreto per quanto riguarda la libertà di riunione: diverse manifestazioni, tra cui il Newroz (capodanno curdo) e il 1° maggio, si sono svolte pacificamente. Si è fatto invece un uso eccessivo della forza in occasione di manifestazioni riguardanti la questione curda, i diritti degli studenti, le attività del comitato di vigilanza dell'istruzione superiore (YÖK) e i diritti sindacali svoltesi nella parte sud-orientale del paese e in altre province.

La normativa sulla libertà di associazione è globalmente in linea con gli standard UE, ma vengono ancora esercitati controlli eccessivi e la legge continua ad essere interpretata in modo restrittivo. Non si segnalano sviluppi per quanto riguarda la modifica delle disposizioni giuridiche sullo scioglimento dei partiti politici.

Si rilevano progressi limitati per quanto riguarda la libertà di pensiero, di coscienza e di religione. La libertà di culto è generalmente rispettata. È stato mantenuto il dialogo con gli Alevi e le comunità religiose non musulmane. I membri delle minoranze religiose sono ancora oggetto di minacce da parte degli estremisti. Deve ancora essere istituito un quadro normativo conforme ai requisiti della Convenzione europea dei diritti dell'uomo che consenta alla comunità degli Alevi di svolgere le sue attività senza indebite restrizioni.

La tutela dei diritti delle donne, la promozione della parità fra i sessi e la lotta alle violenze contro le donne rimangono sfide critiche per la Turchia. Il quadro legislativo che garantisce i diritti delle donne e la parità fra i sessi è stato in buona parte approntato. Occorre tuttavia prodigare un notevole, ulteriore impegno per trasformare questo quadro legislativo in una realtà politica e socioeconomica. La legislazione deve ancora essere applicata in modo coerente in tutto il paese. I delitti d'onore e i matrimoni precoci e forzati e le violenze domestiche contro le donne costituiscono tuttora un serio problema. Occorre migliorare la formazione e la sensibilizzazione sui diritti delle donne e sulla parità fra i sessi, in particolare fra le forze di polizia.

Per quanto riguarda i diritti dei minori, il paese deve ancora dotarsi di un numero sufficiente di tribunali specializzati in conformità della legislazione vigente. La detenzione dei minori non si limita al periodo minimo necessario né si svolge in condizioni adeguate. Occorre intensificare gli sforzi, anche adottando misure di prevenzione e riabilitazione, in tutti i settori (istruzione, lotta al lavoro minorile, sanità, capacità amministrativa, coordinamento ecc.).

Sono state prese altre misure per migliorare la situazione delle persone socialmente vulnerabili e/o dei disabili. Sono necessarie altre misure per aumentare la partecipazione di queste persone alla vita economica e sociale.

Occorrono ulteriori sforzi per combattere la discriminazione. Manca una legislazione globale antidiscriminazioni.

Sussiste un gran numero di sfide per quanto riguarda i diritti dei lavoratori e dei sindacati. Il quadro legislativo attuale non è in linea né con gli standard dell'UE né con le convenzioni OIL. Il persistente disaccordo fra le parti sociali e la mancanza di una volontà politica sufficiente hanno impedito di fare progressi in questo campo.

Per quanto riguarda i diritti di proprietà, un nuovo atto legislativo che modifica la legge del 2008 sulle fondazioni agevola la restituzione dei beni immobili alle comunità religiose non musulmane.

L'approccio della Turchia riguardo alle minoranze rimane restrittivo. Il rispetto e la tutela della lingua, della cultura e dei diritti fondamentali, in linea con gli standard europei, non sono ancora totalmente garantiti. La Turchia deve adoperarsi con maggiore impegno per rafforzare la tolleranza e promuovere l’integrazione delle minoranze. Si deve ancora procedere alla revisione globale della legislazione vigente e alla creazione di meccanismi di protezione o di organi specifici per combattere il razzismo, la xenofobia, l'antisemitismo e l'intolleranza.

La Turchia ha fatto progressi a livello di diritti culturali, specie per quanto riguarda l'uso di lingue diverse dal turco in tutte le emittenti radiotelevisive nazionali e l'uso di più lingue da parte dei comuni. È stata autorizzata l'apertura di un dipartimento di lingua e letteratura curda presso l'università di Muş Alparslan. Sussistono restrizioni all'uso di lingue diverse dal turco nella vita politica, nei contatti con i servizi pubblici e nelle carceri. Il quadro giuridico sull'uso delle lingue diverse dal turco consente interpretazioni restrittive e viene applicato in modo poco coerente in tutto il paese.

Vi è stato qualche progresso relativamente ai rom, specie per quanto riguarda la modifica della legislazione discriminatoria. Non esiste una politica globale per ovviare alla situazione dei rom.

L’apertura democratica del governo in merito alle zone orientali e sudorientali (2009) non ha avuto alcun seguito. L'arresto di politici eletti e difensori dei diritti umani ha destato preoccupazione. Si deve ancora far luce, secondo le procedure previste dalla legge, sulle esecuzioni extragiudiziali e sulle torture perpetrate nelle zone sudorientali negli anni '80 e '90. Le mine terrestri e il sistema dei "guardiani di villaggio" sono ancora fonte di preoccupazione.

Vi è stata una recrudescenza di attentati terroristici. Il PKK figura nell'elenco delle organizzazioni terroristiche stilato dall'UE.

Proseguono i risarcimenti agli sfollati interni, L'efficacia generale del sistema deve ancora essere valutata e occorre definire una strategia nazionale per soddisfare meglio le esigenze degli sfollati interni. Nonostante alcuni miglioramenti, la mancanza di un quadro giuridico globale per i rifugiati e i richiedenti asilo impedisce di garantire un trattamento adeguato. Occorre migliorare ulteriormente le condizioni generali nei centri di trattenimento per stranieri.

Per quanto riguarda le questioni regionali e gli obblighi internazionali, la Turchia ha ribadito il proprio sostegno ai negoziati in corso tra i leader delle due comunità nel quadro della missione di buoni uffici del Segretario generale delle Nazioni Unite per trovare una soluzione globale al problema di Cipro. Ciò nonostante, malgrado le ripetute esortazioni del Consiglio e della Commissione, la Turchia non ha ancora adempiuto all'obbligo di attuare integralmente, e in modo non discriminatorio, il protocollo aggiuntivo all’accordo di associazione e non ha eliminato tutti gli ostacoli alla libera circolazione delle merci, conformemente alla dichiarazione della Comunità europea e dei suoi Stati membri del 21 settembre 2005 e alle conclusioni del Consiglio, comprese quelle del dicembre 2006 e del dicembre 2010. Non si segnala alcun progresso verso la normalizzazione delle relazioni bilaterali con la Repubblica di Cipro.

Vengono prodigati sforzi costanti per migliorare le relazioni bilaterali con la Grecia. Sono proseguiti i colloqui esplorativi bilaterali. La Grecia ha presentato un gran numero di reclami formali per le continue violazioni delle sue acque territoriali e del suo spazio aereo da parte della Turchia, fra l'altro per i voli sulle isole greche.

La Turchia ha notevolmente intensificato i contatti nei Balcani occidentali, esprimendo un deciso impegno a promuovere la pace e la stabilità nella regione.

In Turchia è in atto una forte ripresa economica, con un miglioramento delle finanze pubbliche e un progressivo aumento della fiducia in una trasformazione duratura delle prospettive economiche e della stabilità del paese. Tuttavia, la rapida espansione dell'attività economica, trainata da una forte domanda interna, ha causato notevoli squilibri economici, che si stanno accentuando e rischiano di compromettere la stabilità macroeconomica.

Per quanto concerne i criteri economici, la Turchia ha un'economia di mercato funzionante. Il paese dovrebbe essere in grado di far fronte a medio termine alle pressioni concorrenziali e alle forze di mercato all'interno dell'Unione purché acceleri l'attuazione del suo programma globale di riforme strutturali.

L'economia ha registrato una rapida espansione nel 2010 e nel primo semestre del 2011. La crescita sostenuta del PIL, a cui si è aggiunto un forte incremento dell'occupazione, ha consentito di ridurre la disoccupazione. Il risanamento delle finanze pubbliche procede bene grazie all'aumento delle entrate cicliche e alla diminuzione dell'onere per interessi. Il settore finanziario si è dimostrato molto solido grazie alle riforme attuate in passato e il sistema giuridico continua a funzionare relativamente bene. Inoltre, la nuova legge sul monitoraggio degli aiuti di Stato e l'attività dell'ente regolatore possono aumentare la trasparenza e determinare una diminuzione degli aiuti di Stato. Il libero gioco delle forze di mercato è stato confermato. Il processo di privatizzazione si è accelerato. L’Unione europea rimane il primo partner commerciale della Turchia e il principale investitore in questo paese.

Si è però registrato un aumento del disavanzo commerciale e del disavanzo delle partite correnti e gli squilibri esterni sono attualmente molto forti. La politica monetaria è risultata mediamente efficace per ridurre l'aumento del credito il quale continua ad alimentare il disavanzo delle partite correnti della Turchia insieme ai prezzi elevati dei prodotti di base. Si sta aumentando il sostegno di bilancio e si stanno elaborando misure microprudenziali specifiche e mirate, anche ad opera dell'ente regolatore bancario, per contribuire a un atterraggio morbido dell'economia e ridurre l'onere che grava sulla politica monetaria. La competitività delle esportazioni turche in termini di prezzi e di costi è lievemente diminuita. L'inflazione è in aumento, in gran parte a causa delle pressioni legate all'energia e ai fattori di produzione alimentari, al dinamismo dell'attività economica e alle impennate dei prezzi regolamentati. Le riforme strutturali devono essere attuate in modo più energico. Le misure adottate per migliorare la trasparenza di bilancio e ancorare meglio la politica finanziaria, che potrebbero aiutare la Turchia ad acquisire credibilità sui mercati, sono di modesta portata. L'uscita dal mercato rimane problematica e le procedure fallimentari sono ancora relativamente complesse.

La Turchia ha continuato a migliorare la propria capacità di assumere gli obblighi che comporta l’adesione. Vi sono stati progressi nella maggior parte dei settori. L'allineamento è a buon punto in alcuni ambiti, quali la libera circolazione delle merci, la politica antitrust e degli aiuti di Stato, l'energia, la politica economica e monetaria, la politica imprenditoriale e industriale, la protezione dei consumatori, le statistiche, le reti transeuropee, la scienza e ricerca. L’impegno per l’allineamento deve proseguire in settori come l’ambiente, gli appalti pubblici, la libera prestazione dei servizi, la politica sociale, l'occupazione e la fiscalità. Occorre migliorare l'attuazione in settori quali i diritti di proprietà intellettuale e la lotta contro il riciclaggio del denaro. L'allineamento deve essere completato per quanto riguarda l'unione doganale e le relazioni esterne, specialmente in settori quali il sistema delle preferenze generalizzate. Rimangono irrisolti diversi contrasti commerciali di lunga data. È di fondamentale importanza che la Turchia rispetti pienamente gli impegni assunti nell'ambito dell'unione doganale. Nella maggior parte dei settori, la Turchia deve assolutamente migliorare la sua capacità amministrativa di adeguarsi all'acquis.

L'allineamento legislativo è a buon punto per quanto riguarda la libera circolazione delle merci, ma nel periodo oggetto della relazione i progressi sono stati limitati. Gli ostacoli tecnici al commercio impediscono tuttora la libera circolazione delle merci in violazione degli obblighi assunti dalla Turchia nell'ambito dell'unione doganale. Non vi è stato praticamente alcun progresso in materia di libera circolazione dei lavoratori, un settore in cui i preparativi per l'applicazione dell’acquis si trovano ancora in fase iniziale. Anche l'allineamento relativo al diritto di stabilimento e alla libera prestazione dei servizi è tuttora in fase iniziale. Non sono stati registrati progressi per quanto riguarda il diritto di stabilimento, la libertà di prestare servizi transfrontalieri, i servizi postali e il riconoscimento reciproco delle qualifiche professionali. La Turchia ha compiuto qualche progresso relativamente alla libera circolazione dei capitali, segnatamente per quanto riguarda i movimenti di capitale e i pagamenti. Non vi è stato alcun progresso per quanto concerne la progressiva liberalizzazione dell'acquisto di beni immobili da parte degli stranieri, tuttora ostacolata da diversi fattori. Vengono ancora applicate restrizioni ai movimenti di capitale in diversi settori, tra cui gli investimenti diretti provenienti dall'UE. Il quadro giuridico contro il finanziamento del terrorismo è ancora incompleto e la task force Azione finanziaria ha inserito la Turchia nella lista nera a causa delle sua carenze strategiche in questo settore.

Si segnalano progressi limitati in materia di appalti pubblici. Il quadro istituzionale esiste già, ma la capacità amministrativa deve essere migliorata. Il progetto di strategia di allineamento e il relativo piano d'azione, vincolato a scadenze precise, sono pronti ma devono ancora essere adottati. La Turchia continua ad applicare deroghe in conflitto con l'acquis. Il paese deve allineare ulteriormente la propria legislazione, specie per quanto riguarda servizi pubblici, concessioni e partenariati pubblico-privato. Sono stati fatti notevoli progressi a livello di diritto societario dopo l'adozione del nuovo codice commerciale turco, che dovrebbe favorire l'apertura, la trasparenza e la conformità con gli standard internazionali in materia di contabilità e revisione contabile. Il paese non dispone ancora del quadro giuridico e istituzionale per la revisione contabile né ha aumentato in misura sufficiente la capacità giudiziaria in campo commerciale. L'allineamento della legge sulla proprietà intellettuale è relativamente a buon punto, ma l'applicazione rimane carente. Il gruppo di lavoro sui diritti di proprietà intellettuale istituito di recente con la Commissione si occupa di un elemento fondamentale in vista dei negoziati di adesione. Devono ancora essere adottati disegni di legge aggiornati per regolamentare i diritti di proprietà intellettuale e industriale, comprese le sanzioni penali dissuasive. Il coordinamento e la collaborazione fra le diverse parti interessate nel settore dei diritti di proprietà intellettuale sono fondamentali, così come le campagne generali di sensibilizzazione ai rischi di violazione di questi diritti.

Nel settore della politica di concorrenza, la Turchia vanta un livello elevato di allineamento sulle misure antitrust e sul controllo delle concentrazioni. L'autorità garante della concorrenza applica correttamente le norme antitrust e opera con un livello sufficiente di indipendenza. Si rilevano buoni progressi nel settore degli aiuti di Stato, in particolare la creazione dell'autorità di controllo degli aiuti di Stato. Il paese, tuttavia, deve ancora allineare una serie di importanti regimi di aiuti di Stato con le norme dell'unione doganale.

Si rilevano ulteriori progressi nel settore dei servizi finanziari, tra cui vanno segnalate in particolare le misure adottate dall'ente regolatore bancario per rafforzare la stabilità finanziaria. Nel complesso, tuttavia, l'allineamento globale con l'acquis non è ancora completo, specialmente nel settore delle assicurazioni. Per quanto riguarda la società dell'informazione e i media, va segnalato qualche progresso a livello di comunicazioni elettroniche a cui si aggiungono buoni progressi riguardanti la politica audiovisiva.

Si osserva qualche progresso a livello di agricoltura e sviluppo rurale. I notevoli progressi registrati per quanto riguarda l'attuazione del programma dello Strumento di assistenza preadesione per lo sviluppo rurale (IPARD) hanno indotto la Commissione a decidere il conferimento della gestione dei fondi UE. Procedono bene anche i preparativi per la seconda fase del programma IPARD. La politica di sostegno all'agricoltura è sostanzialmente diversa dalla PAC e non è stata definita nessuna strategia di allineamento. Il fatto che non siano stati aboliti tutti gli ostacoli alle importazioni di carni bovine è un altro grave problema. Si sono registrati progressi in termini di recepimento e applicazione dell'acquis sulla politica veterinaria e fitosanitaria e sulla sicurezza alimentare. La ristrutturazione del ministero dell'Agricoltura e degli affari rurali contribuisce al potenziamento del sistema di controllo ufficiale, che non è ancora del tutto conforme all'acquis dell'UE. Occorreranno sforzi considerevoli in termini di tutela della salute degli animali e di conformità degli stabilimenti agroalimentari con i requisiti igienici e strutturali dell'UE. Nel complesso è stato fatto qualche progresso nel settore della pesca, specie per quanto riguarda la creazione delle strutture amministrative e la gestione delle risorse e della flotta. La Turchia dovrebbe fare ulteriori progressi in altri settori quali le ispezioni e i controlli.

L’allineamento nel settore dei trasporti ha registrato qualche progresso, ad eccezione del settore ferroviario. L'allineamento riguardante il trasporto marittimo e terrestre rimane a uno stadio avanzato mentre quello sul trasporto aereo procede più a rilento. L'assenza di comunicazione tra i centri di controllo del traffico aereo della Turchia e della Repubblica di Cipro costituisce tuttora un grave rischio per la sicurezza aerea. Nel settore marittimo, il sistema di audit volontario degli Stati membri dell’IMO dovrebbe dare risultati positivi in vista dell'adesione alle convenzioni internazionali. La capacità di attuazione è limitata, specialmente per le merci pericolose nel trasporto terrestre e marittimo.

I progressi compiuti nel settore dell'energia non sono omogenei. Si sono registrati buoni progressi a livello di mercato interno per quanto riguarda l'elettricità e l'energia rinnovabile. Occorre assolutamente prendere misure atte a garantire i massimi standard possibili in termini di sicurezza, salvaguardie e non proliferazione in campo nucleare. Il paese dovrà inoltre adoperarsi maggiormente per compiere progressi relativamente alla sicurezza dell'approvvigionamento, al settore del gas e all'efficienza energetica.

L’allineamento legislativo in materia di fiscalità ha registrato progressi limitati, segnatamente ai fini dell'eliminazione di alcune pratiche discriminatorie relative alla tassazione del tabacco. L'aumento delle accise sulle bevande alcoliche è in contrasto con il piano d'azione concordato con la Commissione in questo settore. L'abolizione delle pratiche fiscali discriminatorie è fondamentale per compiere ulteriori progressi in questo capitolo. Non si segnala alcun progresso a livello di fiscalità diretta.

La Turchia ha fatto qualche progresso in termini di politica economica e monetaria. La Banca centrale ha adottato un nuovo mix di politiche per garantire la stabilità finanziaria, riducendo i tassi di riferimento e aumentando le riserve minime obbligatorie nel settore bancario. L'allineamento della Turchia con l'acquis sulla politica economica e monetaria non è completo, specie per quanto riguarda la piena indipendenza della banca centrale e il divieto relativo all'accesso privilegiato del settore pubblico alle istituzioni finanziarie. Il livello di preparazione è globalmente buono.

Si segnalano buoni progressi nel settore delle statistiche, in cui l'allineamento generale con l'acquis è già a buon punto. Il processo deve proseguire per quanto riguarda, in particolare, i conti nazionali e le statistiche agricole.

La Turchia ha compiuto progressi limitati in termini di politica sociale e occupazione. La capacità amministrativa è lievemente migliorata. Dalle modifiche costituzionali sui diritti sindacali non sono scaturite ulteriori modifiche della legislazione volte a garantire il pieno rispetto dei diritti sindacali in conformità degli standard dell'UE e delle convenzioni dell'OIL. La riduzione del lavoro nero, un fenomeno estremamente diffuso, e l'aumento dei tassi di occupazione femminile rimangono obiettivi prioritari. Il campo di applicazione del diritto del lavoro è ancora limitato. Occorre migliorare l'applicazione della legislazione in materia di salute e sicurezza sul posto di lavoro. Il rischio di povertà rimane molto elevato, specialmente per la popolazione rurale e i bambini. La legislazione che istituisce un organo per la parità non è ancora stata adottata.

Gli ulteriori progressi registrati dalla Turchia nel settore della politica imprenditoriale e industriale, in cui il paese ha mantenuto un livello di allineamento sufficiente, riguardano l'adozione di una strategia industriale e del relativo piano d’azione per il periodo 2011-2014, la maggiore disponibilità di strumenti per la politica imprenditoriale e industriale, l'adozione di strategie settoriali e l'allineamento per ovviare ai ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali.

La Turchia ha fatto progressi a livello di reti transeuropee, in particolare nel settore TEN trasporti. Occorrono ulteriori sforzi per quanto riguarda l'affidabilità dei dati sui trasporti. Si è registrato qualche progresso anche nel settore TEN energia.

Si rileva qualche progresso nel settore della politica regionale e del coordinamento degli strumenti strutturali. Si accusano ritardi nella creazione degli organismi incaricati di riprendere le competenze di gestione e controllo finanziari dei fondi preadesione in questo settore. Sebbene il quadro istituzionale per l'uso dei fondi preadesione sia stato completato e la capacità amministrativa sia migliorata, occorre rafforzare ulteriormente tale capacità e migliorare il coordinamento fra tutte le istituzioni competenti onde accelerare l'attuazione.

Nel complesso il paese ha fatto progressi nel settore giudiziario.

In materia di lotta alla corruzione i progressi sono limitati per quanto riguarda l'attuazione della strategia anticorruzione e del relativo piano d’azione. Fra i principali problemi che ancora sussistono vanno segnalate la mancanza di trasparenza nel finanziamento dei partiti politici e la portata delle immunità. La Turchia deve costituire un track record positivo di indagini, rinvii a giudizio e condanne.

I progressi compiuti in materia di giustizia, libertà e sicurezza sono disomogenei. L'adozione della legge sugli stranieri e sulla protezione internazionale rimane prioritaria al fine di garantire una base giuridica solida per un sistema efficiente in materia di asilo e gestione della migrazione, nonché per tutelare i diritti dei migranti e dei rifugiati. Il paese ha compiuto solo progressi limitati per quanto riguarda la cooperazione giudiziaria in campo civile e penale, qualche progresso in materia di droga e criminalità organizzata, progressi limitati per quanto riguarda la cooperazione di polizia, il terrorismo, la politica dei visti e la cooperazione doganale e progressi molto limitati nel campo della gestione delle frontiere, i cui aspetti principali sono l'adozione di una legge sulla creazione di un'agenzia per la sicurezza dei confini e la collaborazione fra agenzie. La Turchia rimane un importante paese di transito e di destinazione per i migranti irregolari. Il paese deve adoperarsi per lottare contro la migrazione irregolare e riammettere i migranti irregolari.

La Turchia è ben preparata all'adesione nel settore della scienza e della ricerca. Si rilevano buoni progressi relativamente all'integrazione nello spazio europeo della ricerca e ai preparativi per l'Unione dell'innovazione. Nel complesso, la partecipazione e il tasso di successo della Turchia nell'ambito del Settimo programma quadro dell'UE stanno migliorando, ma occorrono ulteriori sforzi per soddisfare il requisito di eccellenza e di partecipazione competitiva ai programmi di ricerca

Si osservano progressi nel campo dell’istruzione e della cultura, specialmente in materia di istruzione e formazione. L'interesse per i programmi comunitari è in costante aumento. Si osserva qualche progresso in materia di cultura, ma nessuno per quanto riguarda l'allineamento legislativo.

Nel settore dell'ambiente la Turchia ha fatto buoni progressi per quanto riguarda la gestione dei rifiuti, mentre i progressi sono limitati a livello di legislazione orizzontale, qualità dell’aria, lotta contro l'inquinamento industriale e gestione dei rischi. I progressi della Turchia sono stati molto limitati per quanto riguarda la qualità dell'acqua, i prodotti chimici e la capacità amministrativa e inesistenti per quanto attiene alla protezione della natura. Riguardo ai cambiamenti climatici la Turchia ha compiuto progressi limitati in termini di sensibilizzazione ai requisiti dell'UE in materia di clima. Deve ancora essere definita una politica climatica più energica e ambiziosa a livello interno e internazionale. Occorre rafforzare la capacità amministrativa.

Si osserva qualche progresso in materia di tutela dei consumatori e della salute. Nel campo della tutela dei consumatori devono ancora essere adottate leggi quadro rivedute sulla tutela dei consumatori e sulla sicurezza generale dei prodotti. Occorre mettere a disposizione risorse finanziarie e umane supplementari per migliorare le attività di vigilanza del mercato e intensificare la collaborazione con le ONG di consumatori. Per quanto attiene alla pubblica sanità, la Turchia non ha ancora completato il processo di allineamento legislativo né si è dotata della capacità amministrativa necessaria per applicare più efficacemente la legge onde migliorare le condizioni di salute e di sicurezza della popolazione.

La legislazione doganale della Turchia ha raggiunto un elevato livello di allineamento grazie all'unione doganale con l'UE. Tuttavia, l’esistenza di negozi duty-free ai punti di entrata e l’obbligo per gli importatori di prodotti in libera circolazione nell’UE di fornire informazioni sull’origine, in qualsiasi formato, prima dello sdoganamento non sono in linea con l'unione doganale. La legislazione sulle zone franche, sulla sorveglianza e sui contingenti tariffari deve ancora essere allineata. Il miglioramento dei controlli basati sul rischio e la semplificazione delle procedure faciliterebbero il commercio legittimo riducendo il numero dei controlli fisici. Di fatto i diritti di proprietà intellettuale non vengono ancora applicati a livello doganale e mancano misure volte ad affrontare il problema delle merci contraffatte.

La Turchia ha raggiunto un elevato livello di allineamento in materia di relazioni esterne grazie all'unione doganale ma sussiste qualche discrepanza per quanto riguarda, ad esempio, la copertura geografica del sistema delle preferenze generalizzate.

È proseguito l'allineamento della Turchia con la politica estera e di sicurezza comune dell'UE. L'allineamento della Turchia con le dichiarazioni PESC è globalmente diminuito nel periodo oggetto della relazione e la Turchia non si è allineata con le misure restrittive dell'UE nei confronti di Iran, Libia e Siria. La Turchia ha auspicato un dialogo e una consultazione con l'UE su diverse questioni di politica estera e si è sforzata di normalizzare le relazioni con i paesi vicini come l'Iraq, compreso il governo regionale curdo. Non è stato realizzato alcun progresso per quanto riguarda la normalizzazione dei rapporti con l'Armenia. Le relazioni con Israele si sono ulteriormente deteriorate dopo l’incidente della flottiglia di Gaza nel 2010. Dopo la pubblicazione della relazione indipendente dell'ONU, la Turchia ha allentato le relazioni con Israele e ha sospeso gli accordi militari con questo paese.

La Turchia continua a contribuire alla PESD e cerca un maggiore coinvolgimento nelle attività in questo settore. Non è ancora stata risolta la questione di una cooperazione UE/NATO che coinvolgerebbe tutti gli Stati membri dell'Unione al di là degli accordi "Berlin plus". La Turchia non si è allineata con la posizione dell'UE sull'adesione all'intesa di Wassenaar.

Si segnala qualche progresso nel settore del controllo finanziario, dove l'allineamento è già a buon punto. Tutta la legislazione applicativa della legge sulla gestione e il controllo delle finanze pubbliche è in vigore. Occorre rivedere il documento strategico sul controllo finanziario interno pubblico e il relativo piano d'azione. Con l'adozione della legge sulla Corte dei conti turca è stato fatto un notevole passo avanti verso l'ulteriore allineamento dell'audit esterno con gli standard internazionali pertinenti. L'organismo turco di cooperazione antifrode deve continuare a rafforzare la sua funzione di coordinamento, la sua indipendenza operativa e la sua rete operativa.

I progressi sono stati limitati per quanto riguarda le disposizioni finanziarie e di bilancio. I preparativi amministrativi per la creazione del sistema di risorse proprie sono ancora in fase iniziale.

Islanda

L'Islanda continua a soddisfare i criteri politici. L’Islanda è una democrazia funzionante, con istituzioni forti e una profonda e radicata tradizione di democrazia rappresentativa. L’apparato giudiziario islandese rimane molto valido e l’Islanda aumenta costantemente il suo livello già elevato di tutela dei diritti fondamentali.

Il governo di coalizione, la cui coesione è stata messa a dura prova in diverse occasioni, è comunque rimasto stabile. Il contesto nazionale è caratterizzato da divergenze di opinioni tra le forze politiche e i cittadini riguardo all'adesione all'UE. Sono state avviate attività di comunicazione volte a promuovere un dibattito informato sul processo di adesione dell'Islanda.

Il governo e il parlamento continuano a funzionare bene. Nell'aprile 2011 è stato istituito un consiglio costituzionale incaricato di rivedere la Costituzione e di proporre modifiche costituzionali. È stata inoltre elaborata una normativa volta a migliorare ulteriormente l'efficienza del parlamento e della pubblica amministrazione.

Si segnalano buoni progressi per quanto riguarda l'applicazione delle raccomandazioni della commissione speciale d’inchiesta sulle ripercussioni politiche e amministrative della crisi finanziaria. Conformemente a queste raccomandazioni, l'Alta corte di impeachment si è riunita nel marzo 2011 per statuire in un caso riguardante l'ex primo ministro, che nel maggio 2011 è stato rinviato a giudizio per negligenza grave. Parallelamente, l'Ufficio del procuratore speciale ha continuato a operare efficientemente. Le sue indagini su numerosi casi di presunte pratiche commerciali fraudolente nel settore bancario hanno dato luogo ad alcuni arresti.

Vanno segnalati progressi per quanto riguarda il miglioramento dell'efficienza del sistema giudiziario e il rafforzamento del quadro anticorruzione. Sono stati nominati diversi giudici in conformità della legge giudiziaria modificata e la convenzione ONU contro la corruzione è stata ratificata nel febbraio 2011. Per quanto riguarda il conflitto di interessi, l'Islanda ha cominciato a elaborare codici di condotta specifici per i ministri e per determinate categorie di dipendenti.

L'Islanda ha continuato a tutelare i diritti fondamentali, compresi i diritti economici e sociali. La convenzione quadro del Consiglio d’Europa per la tutela delle minoranze nazionali non è ancora stata ratificata.

Sebbene l'economia islandese si stia riprendendo lentamente dalle ripercussioni della sua crisi finanziaria e dalla recessione profonda e prolungata che ne è conseguita, le prospettive di crescita rimangono poco incoraggianti visto l'elevato livello di indebitamento delle famiglie e delle imprese. Le politiche economiche hanno mantenuto l'orientamento alla stabilizzazione, strettamente collegata al completamento positivo di un programma del FMI. Il recente aumento dell'inflazione ha indotto la banca centrale ad innalzare i tassi d'interesse, mentre la politica di bilancio non si è dimostrata sufficientemente incisiva. Rimane prioritario un aggiustamento di bilancio trainato dalla spesa per riportare il debito pubblico a livelli sostenibili. I tassi di disoccupazione sono elevati, specialmente tra i giovani e i disoccupati di lunga durata. Nonostante i progressi registrati in termini di ristrutturazione del settore bancario, l'economia risente ancora del disfunzionamento del settore finanziario e l'abolizione dei controlli sui movimenti di capitale rappresenta un notevole problema.

Per quanto riguarda i criteri economici, l’Islanda può essere considerata un’economia di mercato funzionante. Tuttavia, le carenze del settore finanziario e le restrizioni ai movimenti di capitale impediscono tuttora di assegnare le risorse in modo efficiente. L’Islanda dovrebbe essere in grado di far fronte a medio termine alle pressioni della concorrenza e alle forze di mercato all'interno dell'Unione purché continui ad ovviare alle carenze strutturali esistenti per mezzo di opportune politiche macroeconomiche e riforme strutturali.

Il mix delle politiche, imperniato sulla stabilizzazione dei tassi di cambio e sul risanamento di bilancio, ha contribuito a ripristinare una maggiore stabilità macroeconomica. In risposta all'avanzo della bilancia commerciale e all'apprezzamento dei tassi di cambio, nel secondo semestre del 2010 la banca centrale ha continuato a ridurre il suo tasso di riferimento, ma nell'agosto 2011 ha reagito all'indebolimento della moneta e all'impennata dell'inflazione annuale con una politica monetaria lievemente più rigorosa. Sono stati fatti altri sforzi per aumentare le entrate pubbliche e operare tagli alla spesa. Visto il livello elevato del debito pubblico, sono state adottate misure volte a ridurre i rischi di rifinanziamento e a consolidare le finanze dei governi locali. Le riserve valutarie sono ulteriormente cresciute e le recenti stime della banca centrale indicano un'esposizione debitoria con l'estero più gestibile. Sono stati presi altri provvedimenti per accelerare la ristrutturazione del debito del settore privato. È stata adottata una strategia riveduta per la liberalizzazione del conto capitale, la cui attuazione rimane però problematica. Il mercato del lavoro è rimasto flessibile, con tassi di partecipazione relativamente elevati. Il paese possiede buone infrastrutture di base e risorse naturali abbondanti e la popolazione vanta nel complesso un livello di istruzione elevato.

I rischi macrofinanziari rimangono tuttavia notevoli. La domanda interna è aumentata, ma la ripresa si basa prevalentemente su misure temporanee che hanno sostenuto il consumo privato. Sussistono rischi e incertezze in merito alle future fonti di crescita e alla sostenibilità della crescita stessa. Il settore finanziario risente tuttora della qualità mediocre degli attivi e il fatto che il processo di ristrutturazione del debito del settore privato non si sia ancora concluso nuoce all'efficienza dell'intermediazione finanziaria. Il debito pubblico ha superato il 90% del PIL. Il processo di risanamento del bilancio non è stato improntato al massimo rigore e a livello di finanze pubbliche c'è ancora il problema di operare forti tagli alla spesa per aumentare la sostenibilità a lungo termine. I rischi di bilancio sono dovuti alle notevoli sopravvenienze passive e al fatto che la questione Icesave non è ancora stata risolta. Il mercato del lavoro risente tuttora in misura considerevole della profonda recessione post-crisi e i tassi di disoccupazione hanno raggiunto livelli record, specialmente tra i giovani e i numerosi disoccupati di lunga durata. La crescita, gli investimenti e lo sviluppo sono frenati dalle carenze del contesto imprenditoriale quali i notevoli ostacoli all'ingresso nel mercato in determinati settori. La struttura industriale rimane poco diversificata.

Secondo il metodo seguito nella prima relazione sui progressi, si è continuato a valutare la capacità dell’Islanda di assumere gli obblighi che comporta l’adesione tenendo conto della sua partecipazione allo Spazio economico europeo (SEE) e delle esenzioni concesse a norma dell’accordo SEE, nonché della normativa UE che esula dal campo di applicazione del SEE. Il livello generale di preparazione alla conformità con l’acquis UE rimane buono, grazie in particolare alla partecipazione dell’Islanda allo Spazio economico europeo.

La questione Icesave non è ancora risolta. Nonostante l'impegno profuso in sede negoziale, il nuovo disegno di legge sulle modalità e condizioni per il rimborso del prestito al Regno Unito e ai Paesi Bassi è stato respinto con referendum nell'aprile 2011. Il governo ha confermato che l'esito del referendum non avrebbe bloccato l'avvio dei pagamenti al Regno Unito e ai Paesi Bassi, previsto per la fine del 2011. Nel maggio 2011 il governo ha risposto alla lettera di costituzione in mora inviata nel maggio 2010 dall'Autorità di vigilanza EFTA (ESA). Nel giugno 2011 l'ESA è passata alla seconda fase della procedura d’infrazione, cioè l'emissione del parere motivato. Il parere riprende integralmente le conclusioni della lettera di costituzione in mora, cioè che l'Islanda ha violato la direttiva relativa ai sistemi di garanzia dei depositi. La Commissione europea condivide l’analisi giuridica dell’Autorità di vigilanza EFTA. Il governo islandese ha risposto al parere motivato dell’Autorità di vigilanza EFTA entro la fine di settembre. L'Autorità procede attualmente ad un esame approfondito della risposta prima di decidere il seguito da dare a questo caso. A questo stadio la questione Icesave rimane irrisolta.

I preparativi per assumere a medio termine gli obblighi che comporta l'adesione sono proseguiti, anche se con relativa lentezza, nei settori parzialmente contemplati dal SEE e nei capitoli non contemplati dal SEE. L’Islanda mantiene nel complesso un buon livello di allineamento e applica gran parte dell'acquis nei settori contemplati dal SEE, tra cui libera circolazione delle merci, libera circolazione dei lavoratori, diritto di stabilimento e libera prestazione dei servizi, libera circolazione dei capitali, appalti pubblici, diritto societario, legge sulla proprietà intellettuale, concorrenza, servizi finanziari, società dell'informazione e media.

La relazione conferma che i seguenti settori rischiano di ostacolare il processo di adesione: servizi finanziari, agricoltura e sviluppo rurale, ambiente, pesca, libera circolazione dei capitali, sicurezza alimentare, politica veterinaria e fitosanitaria, fiscalità e dogane.

Per quanto riguarda la capacità amministrativa, occorre garantire la costante disponibilità delle risorse umane e finanziarie necessarie per i preparativi associati al processo di adesione all'UE.

L’Islanda ha mantenuto un buon livello di conformità con l'acquis sulla libera circolazione delle merci. Non si osservano però nuovi sviluppi legislativi in Islanda per quanto riguarda le misure orizzontali e la legislazione sui prodotti nell'ambito del "vecchio approccio”. Occorre ancora completare il recepimento in diversi settori nei quali è stato adottato un nuovo acquis dell'UE.

L'Islanda mantiene un elevato livello di allineamento con l’acquis sulla libera circolazione dei lavoratori.

La legislazione sul diritto di stabilimento e sulla libera prestazione dei servizi rimane sostanzialmente conforme, tranne per quanto riguarda la direttiva sui servizi postali. L'attuazione della direttiva sui servizi è stata notificata nel luglio 2011.

L'Islanda applica, con qualche eccezione, l'acquis sulla libera circolazione dei capitali. All'indomani della crisi finanziaria, tuttavia, l'Islanda continua ad applicare controlli sui movimenti di capitale che dovranno essere aboliti entro la data di adesione all'UE.

L'Islanda rimane sostanzialmente allineata con l'acquis nel settore degli appalti pubblici. Il paese deve ancora procedere all'allineamento per quanto riguarda i mezzi di ricorso e gli appalti nel settore della difesa.

L’Islanda ha già raggiunto un elevato livello di allineamento e applica gran parte dell’acquis nel settore del diritto societario, ma l’allineamento con le norme contabili e gli standard internazionali in materia di audit non è ancora totale.

L'Islanda mantiene un elevato livello di allineamento con l’acquis per quanto riguarda la legge sulla proprietà intellettuale e dispone della capacità amministrativa necessaria per applicarlo. Occorre attuare una strategia globale a livello di recepimento.

L'Islanda mantiene un elevato livello di allineamento per quanto riguarda la politica di concorrenza. Il monitoraggio delle misure in materia di aiuti di Stato adottate in risposta alla crisi finanziaria procede in modo soddisfacente.

Occorrono ulteriori sforzi per applicare l'acquis sui servizi finanziari e in particolare per garantire la sua effettiva attuazione e una vigilanza adeguata nel settore. La questione Icesave non è ancora risolta.

Sussistono alcune carenze a livello di recepimento nel settore della società dell’informazione e dei media.

Nel complesso la politica islandese per l'agricoltura e lo sviluppo rurale non è in linea con l'acquis e non è ancora stato approntato un quadro amministrativo adeguato per la sua attuazione.

Determinate parti della legislazione e del quadro amministrativo dell'Islanda non sono in linea con l'acquis sulla sicurezza alimentare e sulla politica veterinaria e fitosanitaria. Occorre adoperarsi con particolare impegno per colmare le lacune che ancora sussistono rispetto alla normativa UE su animali vivi, prodotti fitosanitari e nuovi prodotti alimentari.

L'Islanda non ha ancora cominciato ad allinearsi con l'acquis dell'UE nel settore della pesca né a predisporre i meccanismi di attuazione e monitoraggio delle misure di sostegno dell'UE. Il paese continua ad applicare restrizioni agli investimenti esteri nel settore della pesca che non sono in linea con l'acquis.

È stato compiuto qualche progresso nel settore dei trasporti, specialmente in materia di trasporto stradale e marittimo. In diversi settori, tuttavia, l'Islanda deve tuttavia recepire la normativa pertinente dell'UE.

La legislazione sull'energia rimane sostanzialmente in linea, tranne per quanto riguarda le scorte petrolifere, l'indipendenza dell’ente regolatore e l'efficienza energetica.

La normativa tributaria dell'Islanda rimane parzialmente allineata con l'acquis. Occorre definire una strategia finalizzata all’interconnettività dei sistemi informatici e all'interoperabilità con i sistemi informatici dell'UE nel campo della fiscalità.

Per quanto riguarda l'unione economica e monetaria, l'allineamento con l'acquis sulla politica monetaria è tuttora incompleto e le strutture amministrative pertinenti devono essere ulteriormente potenziate.

Occorre migliorare ulteriormente la disponibilità di statistiche in linea con la metodologia dell'UE, specie per quanto riguarda le statistiche sulle imprese, sul mercato del lavoro e sull'agricoltura.

L’Islanda continua ad applicare e ad attuare gran parte dell’acquis relativo alla politica sociale e all’occupazione. Deve ancora essere elaborata una strategia globale sull'occupazione.

I preparativi dell'Islanda riguardanti la politica imprenditoriale e industriale rimangono a uno stadio avanzato. L'accesso delle PMI ai finanziamenti subisce tuttora le ripercussioni della crisi finanziaria.

L'Islanda mantiene un buon livello di allineamento con gli standard dell'UE quanto riguarda le reti transeuropee.

Relativamente alla politica regionale e al coordinamento degli strumenti strutturali, l’Islanda deve identificare le istituzioni responsabili dell'attuazione della politica di coesione.

I preparativi riguardanti il sistema giudiziario e i diritti fondamentali procedono bene. Sono stati fatti progressi per quanto riguarda il rafforzamento dell'indipendenza dell'apparato giudiziario e del quadro politico anticorruzione. Occorre monitorare ulteriormente l'attuazione di queste misure. La legislazione sui diritti dei cittadini e sulla protezione dei dati non è ancora in linea con l’acquis.

L’Islanda continua ad applicare l’accordo di Schengen e ha raggiunto uno stadio avanzato di allineamento con l’acquis su giustizia, libertà e sicurezza. Occorrono ulteriori sforzi per ratificare e attuare gli strumenti internazionali.

I preparativi dell’Islanda verso l’adesione all'UE e l'integrazione nello spazio europeo della ricerca si confermano ben avviati.

L'Islanda mantiene il suo elevato livello di allineamento per quanto riguarda l'istruzione e la cultura.

Si è fatto qualche progresso in termini di rafforzamento del quadro legislativo e amministrativo su ambiente e cambiamenti climatici. Non è ancora stata raggiunta la piena conformità con l'acquis sulla protezione della natura e la qualità dell'acqua. L'Islanda deve allinearsi gradualmente con le posizioni dell'UE nei consessi ambientali internazionali e ratificare determinati accordi multilaterali.

L'Islanda mantiene un buon livello di allineamento con l'acquis in materia di tutela dei consumatori e della salute. Occorrono tuttavia ulteriori sforzi per quanto riguarda la tutela dei consumatori.

La legislazione doganale rimane parzialmente in linea con l’acquis. Occorre adoperarsi con notevole impegno per ovviare alle discrepanze nella legislazione, specie per quanto riguarda le norme doganali, le procedure con un impatto economico, l'esenzione dai dazi e gli aspetti connessi alla sicurezza. I preparativi per un'applicazione effettiva dell'acquis al momento dell'adesione devono ancora iniziare, specie per quanto riguarda lo sviluppo dell'interconnettività con i sistemi informatici doganali dell'UE.

Si segnalano ulteriori progressi in materia di relazioni esterne, specie per quanto riguarda la cooperazione allo sviluppo e gli aiuti umanitari. L'Islanda deve ancora aderire al processo di Kimberley.

L'Islanda mantiene un elevato livello di allineamento per quanto riguarda la politica estera, di sicurezza e di difesa. L'importanza attribuita dall'Islanda alla politica artica denota il suo impegno a svolgere un ruolo attivo nelle organizzazioni regionali dell'Europa settentrionale.

Si osservano progressi limitati per quanto riguarda la legislazione sul controllo finanziario. Occorrono ulteriori sforzi per preparare un documento strategico sul controllo finanziario interno pubblico e garantire la separazione tra audit interno e esterno. Occorre intensificare i preparativi finalizzati alla tutela degli interessi finanziari dell'UE.

L'Islanda ha raggiunto un buon livello di allineamento nei settori collegati alle disposizioni finanziarie e di bilancio e ha continuato a identificare il necessario allineamento con l'acquis. Occorre procedere ai preparativi amministrativi e all'introduzione dei concetti necessari per la creazione del sistema di risorse proprie. Deve ancora essere formalmente istituita una struttura di coordinamento.

[1]               Articolo 49.

[2]               Ai sensi della risoluzione 1244/1999 del Consiglio di sicurezza dell’ONU.

[3]               Le sintesi e le conclusioni delle relazioni sui singoli paesi sono fornite in allegato alla presente comunicazione.

[4]               Come testimonia la recente comunicazione della Commissione sulla lotta contro la corruzione nell'UE, COM(2011) 308 definitivo.

[5]               La strategia prevede la cooperazione tra i paesi del bacino del Danubio in materia di ambiente, trasporti, energia, sviluppo socioeconomico, istruzione, ricerca e innovazione e sicurezza. Tra i paesi dell'allargamento vi prendono parte Croazia, Serbia, Bosnia-Erzegovina e Montenegro. Si veda COM(2010) 715 definitivo e conclusioni del Consiglio del 13 aprile 2011.

[6]               Le iniziative faro della strategia Europa 2020 sono: "Un'agenda europea del digitale", "L'Unione dell'innovazione", "Youth on the move", "Un'Europa efficiente sotto il profilo delle risorse", "Una politica industriale per l'era della globalizzazione", "Un'agenda per nuove competenze e nuovi posti di lavoro" e la "Piattaforma europea contro la povertà".

[7]               COM(2008) 394 definitivo.

[8]               COM(2011) 415 definitivo.

[9]               La Turchia partecipa come osservatore. I paesi della politica di vicinato interessati sono l'Ucraina e la Moldova, come membri a pieno titolo, e la Georgia e l'Armenia in veste di osservatori.

[10]             Sejdić-Finci vs. Bosnia and Herzegovina, dicembre 2009.

[11]             Gli obiettivi sono cinque: 1) soluzione accettabile e duratura del problema della ripartizione della proprietà fra lo Stato federale e gli altri livelli di governo; 2) soluzione accettabile e duratura del problema della proprietà della difesa; 3) completamento del processo di definizione dello status di Brčko; 4) sostenibilità finanziaria; 5) consolidamento dello Stato di diritto (dimostrato dall'adozione di una strategia nazionale per i crimini di guerra, di una legge sugli stranieri e sull'asilo e di una strategia nazionale per la riforma del settore giudiziario), e due le condizioni specifiche: 1) firma dell'accordo di stabilizzazione e di associazione e 2) situazione politica stabile.

[12]             COM(2009) 534 definitivo.

[13]             Ad esempio il capitolo 20 "politica industriale e delle imprese" e il capitolo 21 "reti transeuropee".

[14]             Regolamento (CE) n. 1085/2006.

[15]             COM(2011) 500.

[16]             COM(2011) 290.

[17]             Ai sensi della risoluzione 1244 del Consiglio di sicurezza dell’ONU.

[18]             Le priorità fondamentali riguardano i seguenti settori: quadro legislativo per le elezioni e ruolo legislativo e di controllo del parlamento; riforma della pubblica amministrazione; riforma giudiziaria; lotta alla corruzione; lotta alla criminalità organizzata; libertà dei media e collaborazione con la società civile; attuazione del quadro antidiscriminazioni e situazione degli sfollati. Per il testo integrale delle priorità fondamentali si veda il COM (2010) 670.

[19]             Il Montenegro usa unilateralmente l'euro come unica moneta legale.

[20]             Le priorità fondamentali riguardano i seguenti settori: buon funzionamento del parlamento; adozione di leggi a maggioranza rafforzata; procedure di nomina e nomine per le istituzioni principali; riforma elettorale; svolgimento delle elezioni; riforma della pubblica amministrazione; Stato di diritto e riforma giudiziaria; lotta alla corruzione; lotta alla criminalità organizzata; questioni connesse alla proprietà; potenziamento dei diritti umani e attuazione delle politiche antidiscriminazioni; miglioramento del trattamento dei detenuti e applicazione delle raccomandazioni dell'ombudsman. Per il testo integrale delle priorità fondamentali si veda il COM (2010) 680.

[21]             Causa Sejdić-Finci contro Bosnia-Erzegovina, dicembre 2009, riguardante la discriminazione etnica per la rappresentanza nelle istituzioni del paese delle persone non appartenenti a uno dei tre “popoli costituenti".

[22]             Secondo la legge sulla tutela dei diritti delle persone appartenenti a minoranze nazionali, in Bosnia-Erzegovina vi sono 17 minoranze nazionali. I tre “popoli costituenti", cioè serbi, croati e bosniaci, non costituiscono minoranze nazionali.

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