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Document 52018AE3863

Parere del Comitato economico e sociale europeo sulla «Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce “Erasmus”: il programma dell’Unione per l’istruzione, la formazione, la gioventù e lo sport e che abroga il regolamento (UE) n. 1288/2013» [COM(2018) 367 — 2018/0191 (COD)]

EESC 2018/03863

GU C 62 del 15.2.2019, p. 194–200 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

15.2.2019   

IT

Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

C 62/194


Parere del Comitato economico e sociale europeo sulla «Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce “Erasmus”: il programma dell’Unione per l’istruzione, la formazione, la gioventù e lo sport e che abroga il regolamento (UE) n. 1288/2013»

[COM(2018) 367 — 2018/0191 (COD)]

(2019/C 62/32)

Relatrice:

Tatjana BABRAUSKIENĖ

Correlatrice:

Imse SPRAGG NILSSON

Consultazione

Parlamento europeo, 14.6.2018

Consiglio, 21.6.2018

Base giuridica

Articolo 165, paragrafo 4, articolo 166, paragrafo 4 e articolo 304 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea

 

 

Sezione competente

Occupazione, affari sociali, cittadinanza

Adozione in sezione

26.9.2018

Adozione in sessione plenaria

17.10.2018

Sessione plenaria n.

538

Esito della votazione

(favorevoli/contrari/astenuti)

186/3/1

1.   Conclusioni e raccomandazioni

Il Comitato economico e sociale europeo (CESE):

1.1.

accoglie con favore l’obiettivo del prossimo programma Erasmus di dotare i singoli delle conoscenze, competenze e abilità necessarie per far fronte alle sfide sociali ed economiche, come pure di rivolgere l’attenzione prima di tutto ai giovani cittadini europei;

1.2.

auspica che il futuro programma Erasmus consideri l’istruzione e la formazione in una prospettiva olistica, nella quale le competenze chiave (1) e le qualifiche di base rivestano un ruolo cruciale insieme ad un costante miglioramento delle competenze nel quadro di un apprendimento permanente, con un’attenzione particolare alla convalida e al riconoscimento delle competenze così acquisite;

1.3.

raccomanda di non cambiare la denominazione del programma e di conservargli quella di «Erasmus+», a indicare il fatto che tutti i programmi rientrano in un unico quadro generale;

1.4.

plaude alla proposta di raddoppiare la dotazione finanziaria del programma, ma chiede di triplicarla, poiché questo indicherebbe un impegno più forte a favore del perfezionamento didattico e dello sviluppo professionale e personale degli operatori nei settori dell’istruzione, della formazione, della gioventù e dello sport, al fine di garantire un’inclusività e un accesso effettivi per tutti;

1.5.

ritiene che l’aumento della dotazione finanziaria debba essere accompagnato da maggiori flessibilità e responsabilità a livello nazionale;

1.6.

sottolinea che in passato le azioni realizzate a titolo del capitolo sulla gioventù hanno dato i risultati migliori nel raggiungere i destinatari con meno opportunità, e che questo dovrebbe avere un riscontro nella ripartizione dei finanziamenti;

1.7.

chiede che, se deve entrare a far parte del nuovo programma, l’iniziativa DiscoverEU contenga una forte componente legata all’apprendimento;

1.8.

sottolinea che l’esperienza sul campo non deve essere eclissata né sostituita da strumenti virtuali, bensì rimanere complementare ad essi;

1.9.

concorda con l’aumento degli obiettivi proposto nel nuovo programma relativamente all’apprendimento degli adulti e all’istruzione e alla formazione professionali permanenti (Continuous Vocational Education and Training — CVET), e raccomanda che la ripartizione dei finanziamenti rispecchi tale ampliamento nella portata del programma;

1.10.

chiede di riservare una maggiore attenzione alla cooperazione intersettoriale (azione chiave 2) nell’ambito dell’«approccio di apprendimento permanente», e di assegnare una dotazione finanziaria sufficiente a realizzare progetti strategici su vasta scala;

1.11.

si compiace dell’aumento delle voci di bilancio relative al personale, in particolare per quanto riguarda la mobilità di insegnanti e formatori, e destinate a sostenere il loro sviluppo professionale, sia iniziale che continuo;

1.12.

accoglie con favore il buon proposito dichiarato nella proposta di regolamento di voler erogare sovvenzioni di modesta entità per sostenere quanti non si sono finora mai candidati a partecipare al programma;

1.13.

raccomanda di assegnare la priorità, nel quadro del capitolo sulla gioventù del nuovo programma, alle attività e organizzazioni «di volontariato», invece di fare una distinzione terminologica tra organizzazioni «di grandi dimensioni» e di «piccole dimensioni». Andrebbe inoltre presa in considerazione l’erogazione di sovvenzioni alle manifestazioni europee su larga scala destinate ai giovani;

1.14.

si compiace inoltre che la proposta insista sull’importanza di designare un organismo di audit indipendente incaricato di valutare le prestazioni delle agenzie nazionali;

1.15.

ritiene che il prossimo programma Erasmus debba essere pubblicizzato e sostenuto da servizi di orientamento professionale presso gli istituti di istruzione e formazione, i servizi per l’impiego e altre organizzazioni, affinché il programma possa raggiungere gruppi destinatari più ampi;

1.16.

ritiene che la proposta debba incoraggiare la diffusione dei risultati dei progetti a livello dell’UE e su tutto il territorio dell’Unione, nonché la prosecuzione di progetti che hanno dato risultati eccellenti;

1.17.

insiste sull’assoluta necessità che il comitato permanente che regolamenta il programma consenta a tutti i pertinenti soggetti interessati e parti sociali a livello europeo di disporre al suo interno di rappresentanti stabilmente designati;

1.18.

accoglie con favore le «attività di partecipazione dei giovani»; si tratta di un formato i cui risultati nell’ambito del programma Gioventù in azione (in cui erano denominati «iniziative per i giovani») sono stati ritenuti estremamente positivi, in quanto consentono a giovani non inquadrati in un’organizzazione di prendere parte al programma.

2.   Introduzione

2.1.

Facendo seguito al programma finanziario dell’UE per il sostegno all’istruzione, alla formazione, alla gioventù e allo sport attraverso l’attuale programma Erasmus+ (2014-2020), la Commissione europea ha pubblicato la prossima generazione di tale programma, sempre sotto la dicitura «Erasmus», nell’ambito del quadro finanziario pluriennale per il periodo 2021-2027.

2.2.

Il precedente programma Erasmus+ ha notevolmente contribuito a dare sostegno all’istruzione e alla formazione a livello europeo, nazionale, regionale e locale, a sviluppare un senso di appartenenza all’UE (l’«identità europea» in tutte le sue sfaccettature) e a favorire la comprensione reciproca, la cittadinanza democratica, l’integrazione europea e l’equità sociale, l’inserimento nel mercato del lavoro e, di conseguenza, anche la crescita economica.

2.3.

La finalità sottesa è che il programma Erasmus di prossima generazione, con una dotazione finanziaria raddoppiata, venga potenziato ed esteso per raggiungere un maggior numero di gruppi destinatari, sia più inclusivo, offra sostegno a progetti su piccola scala e coinvolga organizzazioni che fino ad oggi non hanno mai partecipato al programma. Come in passato, il programma riguarderà le scuole, l’istruzione e la formazione professionali, l’istruzione superiore e l’apprendimento degli adulti, inclusi l’apprendimento non formale e informale e le attività di volontariato, nonché i settori della gioventù e dello sport, ma con una formula più snella, basandosi sulla valutazione intermedia e la consultazione dei soggetti interessati.

3.   Osservazioni generali

3.1.

Il CESE sottolinea che tutti dovrebbero poter avere accesso a un’istruzione, una formazione e una mobilità ai fini dell’apprendimento di qualità. È di fondamentale importanza l’impegno assunto dal nuovo programma Erasmus a promuovere l’inclusività e l’uguaglianza come suoi obiettivi di base. Le statistiche attualmente disponibili mostrano che la maggior parte degli studenti dell’istruzione superiore in mobilità provengono da ambienti familiari con una tradizione universitaria e condizioni socioeconomiche agiate (2). Nel 2016 il 63 % degli studenti che non usufruiscono della mobilità ha menzionato, tra i principali ostacoli alla loro partecipazione ai programmi universitari di scambio Erasmus, l’insufficienza delle sovvenzioni del programma destinate a studenti dell’istruzione superiore che studiano all’estero e i costi elevati della vita in un altro paese (3). Il limitato sostegno finanziario erogato dal programma ha fatto sì che si creasse un ampio divario di accesso tra studenti provenienti da ambienti socioeconomici diversi.

3.2.

Il programma Erasmus di prossima generazione è essenziale per rafforzare la comprensione reciproca e un senso di appartenenza all’UE, come pure per migliorare le qualifiche e le competenze dei giovani, in modo tale che siano in grado di comportarsi da cittadini democratici e dispongano di maggiori opportunità sul mercato del lavoro. Il nuovo Erasmus sarà fondamentale per favorire l’inclusività e i valori europei comuni, promuovere l’integrazione sociale, migliorare la comprensione interculturale e prevenire la radicalizzazione grazie alla partecipazione dei giovani ai processi democratici, con il sostegno della mobilità ai fini dell’apprendimento e della cooperazione tra i cittadini europei, gli istituti di istruzione e di formazione, le organizzazioni, i soggetti interessati e gli Stati membri — tutti attori di vitale importanza per il futuro dell’Unione.

3.3.

Il CESE accoglie con favore l’obiettivo del nuovo programma Erasmus di dotare i giovani cittadini europei — futuri beneficiari del programma stesso — delle conoscenze, competenze e abilità necessarie per partecipare a un mercato del lavoro in continua trasformazione e per affrontare le sfide che si profilano in campo sociale, economico e ambientale. Per conseguire questo obiettivo occorre rendere i sistemi di istruzione più moderni e accessibili e metterli al passo con l’era digitale, ed è anche necessario che i discenti siano meglio preparati a diventare cittadini democraticamente attivi nonché solidi candidati a un’occupazione equa e di qualità.

3.4.

Il CESE auspica che il futuro programma Erasmus consideri l’istruzione e la formazione in una prospettiva olistica, nella quale le competenze chiave e le qualifiche di base — in particolare nei settori «STEAM» (4) — rivestano un ruolo cruciale insieme ad un costante miglioramento delle competenze nel quadro di un apprendimento permanente. Anzitutto, il programma dovrebbe favorire la cittadinanza democratica e i valori europei comuni al fine di garantire la pace, la sicurezza, la libertà, la democrazia, l’uguaglianza, lo Stato di diritto, la solidarietà e il rispetto reciproco, oltre che di contribuire all’apertura dei mercati, ad una crescita sostenibile e all’inclusione e all’equità sociali, pur rispettando — se non rafforzando — un senso di appartenenza e la diversità culturale.

3.5.

Per quanto riguarda l’obiettivo strategico, il CESE approva il fatto che la proposta di regolamento si basi sul pilastro europeo dei diritti sociali, e ritiene che il prossimo programma Erasmus debba servire da strumento di attuazione del primo principio del pilastro, affinché sia garantito a tutti il diritto a un’istruzione, a una formazione e ad un apprendimento permanente di qualità e inclusivi.

3.6.

Il CESE apprezza inoltre il fatto che la proposta di regolamento sia basata sulla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea (5), al fine di garantire il diritto all’uguaglianza e l’accesso per tutti. Il CESE chiede che il testo definitivo del regolamento metta ancor più in evidenza che la parità di trattamento, l’equità e l’equilibrio di genere sono principi che sono d’applicazione e vengono rafforzati in tutto il programma.

3.7.

Benché risulti chiaramente che il nuovo programma Erasmus prende in considerazione anche «le persone con disabilità, i migranti e i cittadini dell’Unione che vivono in zone isolate», il CESE chiede che nella ripartizione della dotazione finanziaria sia garantito lo stanziamento di un aiuto alla persona specifico e di un sostegno finanziario ad hoc per le persone con disabilità, nel rispetto della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità (Convention on the Rights of Persons with Disabilities — CRPD) (6).

3.8.

Occorre un’assistenza finanziaria rafforzata a sostegno di tutti i giovani per favorire la mobilità ai fini dell’apprendimento, per offrire alle persone che provengono da contesti socioeconomici svantaggiati, compresi i migranti arrivati da poco, maggiori opportunità di accedere a un’istruzione e una formazione di qualità, e per promuoverne l’integrazione sociale.

3.9.

Considerato che la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea stabilisce che tutti hanno diritto ad un trattamento equo e non solo i cittadini dell’UE, i migranti, i rifugiati e i richiedenti asilo hanno anch’essi bisogno di sostegno non solo per poter ottenere un riconoscimento dei loro livelli di istruzione e di formazione, ma anche per ricevere una formazione ulteriore affinché possano inserirsi nel sistema d’istruzione e nel mercato del lavoro dell’UE.

3.10.

Inoltre, il CESE accoglie con favore il fatto che il prossimo programma Erasmus si concentrerà sull’attuazione della Dichiarazione di Parigi sulla promozione della cittadinanza e dei valori comuni di libertà, tolleranza e non discriminazione attraverso l’istruzione  (7), dato che oggigiorno la prevenzione dell’estremismo e della radicalizzazione in Europa è più importante che mai.

4.   Osservazioni specifiche

4.1.

Il CESE sottolinea l’importanza della complementarità del programma con le finalità e attività politiche degli Stati membri e dell’Unione. Tra le finalità politiche che il programma dovrebbe realizzare figurano lo spazio europeo dell’istruzione, la strategia dell’UE per la gioventù e il futuro quadro strategico «Istruzione e formazione 2020» (ET 2020) con i relativi programmi settoriali; occorrerà inoltre chiarire quali saranno le modalità del sostegno che il programma fornirà agli Stati membri, alle parti sociali e ad altri soggetti interessati per allinearsi agli indicatori e ai parametri di riferimento di queste future strategie.

4.2.

Il CESE chiede di triplicare la dotazione finanziaria del programma Erasmus, poiché questo indicherebbe un impegno più forte a favore della mobilità ai fini dell’apprendimento e la necessità di investire nella coesione sociale, nei valori europei, nell’integrazione e nella cittadinanza. Il nuovo programma Erasmus dovrà perseguire anche gli ulteriori obiettivi strategici già indicati sopra. I responsabili politici devono assicurarsi che questo non comporti tassi di successo inaccettabilmente bassi di alcune componenti di Erasmus, come è avvenuto per i programmi precedenti.

4.3.

Il CESE ritiene che il prossimo programma Erasmus debba essere complementare ad altri fondi e programmi dell’Unione, in particolare il futuro FSE+. Al tempo stesso, desidera sottolineare che i bilanci nazionali destinati all’istruzione, alla formazione, alla gioventù e allo sport devono essere autonomamente sostenibili e che la dotazione finanziaria del programma Erasmus non deve servire a colmarne le carenze in materia di investimenti. Il processo del semestre europeo dovrebbe continuare a svolgere un ruolo attivo al fine di garantire investimenti equi e sostenibili a livello dei singoli Stati membri nei settori dell’istruzione, della formazione e dell’apprendimento permanente.

4.4.

Il CESE sottolinea l’importanza che la dotazione finanziaria del prossimo programma Erasmus promuova la cooperazione tra gli Stati membri al fine di migliorare i sistemi nazionali di istruzione e di formazione allineandoli alle finalità e attività politiche concordate democraticamente, discusse e approvate dal Consiglio e dal Parlamento europeo in consultazione con le parti sociali e con il CESE. L’aumento della dotazione finanziaria per il programma dovrebbe essere accompagnato da maggiori flessibilità e responsabilità a livello nazionale: queste dovrebbero valere per gli obiettivi collegati ai contenuti, ad esempio le modifiche eventualmente apportate al programma per allinearlo agli sviluppi politici e socioeconomici in Europa, sia in atto che futuri.

4.5.

Il CESE apprezza che la proposta della Commissione consenta la partecipazione di paesi terzi al programma, poiché ritiene che si tratti di una possibilità per svilupparne l’internazionalizzazione e di un modo per rafforzare la cooperazione tra istituti di istruzione e organizzazioni sportive e giovanili di tutto il mondo, dal momento che tale partecipazione offrirà ai giovani dei paesi partner maggiori opportunità di studio e di formazione in Europa, e viceversa. È necessario che questi partecipanti dei paesi terzi dispongano di un accesso più agevole e di un sostegno amministrativo, finanziario e sociale sufficiente, garantendo così che il sistema di istruzione europeo trovi una sua collocazione sullo scenario mondiale in questo settore.

4.6.

Il CESE riconosce la maggiore importanza attribuita agli strumenti di cooperazione virtuale e concorda sul fatto che alcune opzioni — ad esempio la mobilità mista — come viene sottolineato anche nella proposta in esame, sono un ottimo modo di facilitare l’accesso dei gruppi che devono affrontare ostacoli specifici alla loro mobilità fisica, quali abitanti di zone isolate, prestatori di assistenza ai familiari o persone con disabilità. Questi strumenti possono incrementare la cooperazione e la comunicazione transnazionali e possono inoltre contribuire a preparare e orientare i futuri partecipanti. Il CESE, tuttavia, sottolinea che gli strumenti virtuali non dovrebbero sostituire l’esperienza sul campo, bensì rimanere complementari ad essa. La priorità deve essere accordata ad investimenti a sostegno di una mobilità fisica di qualità.

4.7.

Il CESE raccomanda di menzionare nella proposta gli ostacoli burocratici che possono sorgere quando un gruppo di discenti con nazionalità e status diversi intende partecipare ad un’iniziativa in materia di mobilità, soprattutto quando il paese di destinazione è un paese terzo (ad esempio requisiti per il rilascio del visto o restrizioni di accesso differenti a seconda della nazionalità dei partecipanti).

4.8.

Il CESE ritiene estremamente importante la denominazione del programma e considera necessario fare in modo che il grande pubblico comprenda chiaramente quali sono gli obiettivi sostenuti dal programma e che esso interessa tutti i vari gradi di istruzione, non soltanto l’istruzione superiore, e tutte le forme di apprendimento, dal momento che metà dei finanziamenti di Erasmus è destinata alla promozione dell’istruzione e della formazione, dell’apprendimento degli adulti nonché al sostegno alla gioventù e allo sport, consentendo così ai giovani e al personale del settore di trascorrere un periodo di tempo all’estero. Tuttavia, ora che il simbolo «+» (a indicare il fatto che tutti i programmi rientrano in un unico quadro generale) non comparirà più nella denominazione, il programma rischia di «perdere» taluni soggetti situati al di fuori del settore dell’istruzione superiore. Il CESE raccomanda pertanto che il nuovo programma conservi la denominazione «Erasmus+».

4.9.

Il CESE concorda con l’aumento degli obiettivi proposto nel nuovo programma relativamente all’apprendimento degli adulti e all’istruzione e alla formazione professionali permanenti (CVET), e raccomanda che la ripartizione dei finanziamenti rispecchi tale ampliamento nella portata del programma. Il CESE sottolinea che l’apprendimento degli adulti riguarda anche le categorie di persone svantaggiate sotto il profilo socioeconomico, compresi i rifugiati. Il Comitato teme quindi che, ancora una volta, all’apprendimento degli adulti e al sostegno agli adulti scarsamente qualificati sia destinata la quota più bassa della dotazione finanziaria del programma. Il CESE dubita che questo importo, unitamente alla dotazione del futuro FSE+, sia sufficiente a fornire un sostegno ai 70 milioni di adulti scarsamente qualificati che hanno bisogno di essere inseriti nel mercato del lavoro, di conservare il posto di lavoro, oppure di ricevere aiuto nel periodo di transizione da un posto di lavoro a un altro.

4.10.

Pur compiacendosi degli sforzi compiuti per aumentare le risorse destinate all’istruzione e alla formazione professionali (IFP), il CESE osserva che non sono previste misure specifiche per rafforzare la qualità dell’IFP e per farne un settore interessante, accessibile e inclusivo. Al tempo stesso, occorre migliorare la mobilità dei discenti nel settore dell’istruzione e della formazione professionali e degli apprendistati (oggi solo l’1 % degli apprendisti europei — l’obiettivo entro il 2020 è arrivare al 6 % — sceglie di trascorrere un periodo all’estero durante la formazione (8)), conformemente alla raccomandazione del Consiglio relativa a un quadro europeo per apprendistati efficaci e di qualità (9), al sistema europeo di crediti per l’istruzione e la formazione professionali (ECVET) e al quadro europeo di riferimento per la garanzia della qualità dell’istruzione e della formazione professionali (EQAVET).

4.11.

Il CESE vorrebbe vedere quali saranno le modalità concrete di realizzazione dell’«approccio di apprendimento permanente» proposto, e ritiene che vada riservata una maggiore attenzione alla cooperazione intersettoriale (azione chiave 2 = «Cooperazione tra organizzazioni e istituti»), dotandola di risorse sufficienti a realizzare progetti strategici su vasta scala, dato il loro elevato potenziale a livello sia nazionale che dell’UE, come sottolineato nella relazione informativa del CESE su Erasmus+ (10).

4.12.

Il CESE si compiace altresì dell’aumento delle voci di bilancio relative al personale, in particolare per quanto riguarda la mobilità di insegnanti e formatori, e destinate a sostenere il loro sviluppo professionale, sia iniziale che continuo. La mobilità degli insegnanti, dei formatori e di altro personale (didattico) è essenziale per contribuire a migliorare la qualità dell’istruzione e della formazione, e aiuta anche a promuovere la cooperazione internazionale, di vitale importanza, tra gli istituti di istruzione e altre organizzazioni del settore, come pure a favorirne l’internazionalizzazione. Il CESE ritiene che la proposta potrebbe fornire un ulteriore sostegno ad insegnanti, formatori, altro personale (didattico), docenti universitari e ricercatori che devono essere sostituiti quando usufruiscono di periodi di mobilità. Questi addetti dovrebbero ricevere un sostegno nell’apprendimento delle lingue, e i loro congedi di mobilità dovrebbero essere considerati parte integrante del loro lavoro, oltre ad essere riconosciuti nel quadro del loro sviluppo personale e professionale continuo.

4.13.

Il CESE ritiene che il prossimo programma Erasmus debba essere pubblicizzato e sostenuto da servizi di orientamento professionale presso gli istituti di istruzione e di formazione e i servizi per l’impiego, e che sia inoltre necessario impegnarsi di più a realizzare campagne di comunicazione tramite i mezzi d’informazione affinché il programma possa raggiungere gruppi destinatari più ampi.

4.14.

Il CESE raccomanda che il regolamento ricordi l’importanza di stabilire un collegamento tra la dotazione finanziaria e le sovvenzioni concrete, da un lato, e l’adozione di rigorose procedure di valutazione della qualità e la descrizione dei risultati dell’apprendimento, dall’altro. La proposta dovrebbe anche insistere in modo particolare sulla convalida e il riconoscimento dei periodi di istruzione e di formazione all’estero e online. Pertanto, la proposta dovrebbe fare riferimento alla raccomandazione del Consiglio sulla convalida dell’apprendimento non formale e informale (11) e alla raccomandazione del Consiglio relativa a un quadro europeo per apprendistati efficaci e di qualità (12), al processo di Bologna e ai suoi valori fondamentali oltre che ai sistemi dei crediti nazionali, nonché a strumenti e quadri europei quali il quadro europeo delle qualifiche (EQF), il registro europeo di certificazione della qualità dell’istruzione superiore (EQAR) e i già citati ECVET ed EQAVET.

4.15.

Il programma Erasmus svolge un ruolo fondamentale nel sostenere l’azione e il lavoro quotidiano delle organizzazioni giovanili, in particolare il sostegno erogato per l’apprendimento non formale e informale e per la realizzazione di animazione socioeducativa destinata ai giovani. Pertanto, il CESE accoglie con favore la proposta che quello sulla gioventù resti un capitolo distinto anche nel prossimo programma. Tuttavia, per raggiungere un maggior numero di giovani, e in particolare quelli che hanno meno opportunità, le attività a titolo del capitolo dedicato alla gioventù sono fondamentali per contribuire a conseguire questi obiettivi. In base alla valutazione intermedia dell’attuale programma, le azioni realizzate a titolo del capitolo sulla gioventù, che adottano approcci di apprendimento inclusivo e non formale, hanno dato i risultati migliori nel raggiungere i giovani con meno opportunità, e questo aspetto dovrebbe essere preso in considerazione al momento della ripartizione dei fondi sui vari capitoli. Il capitolo sulla gioventù dovrebbe quindi beneficiare di un finanziamento migliore. Andrebbe inoltre presa in considerazione l’erogazione di sovvenzioni alle manifestazioni europee su larga scala destinate ai giovani (tramite la concessione di sovvenzioni «per singola manifestazione» invece che «per singola persona»), dato che così aumenterebbe in misura significativa il numero di giovani raggiunto dal programma Erasmus+.

4.16.

Il servizio volontario europeo (SVE), un elemento importante del precedente programma Erasmus+, non figura più nella proposta in esame. Poiché è previsto che le relative attività ricadano nella sfera di competenza del Corpo europeo di solidarietà e non di Erasmus+, i legami tra i due programmi dovrebbero essere ulteriormente sviluppati e precisati.

4.17.

Il CESE esprime preoccupazione per l’assenza di aspetti educativi nell’iniziativa DiscoverEU. Il fulcro del programma Erasmus+ è la mobilità e il programma presenta una forte componente legata all’apprendimento: se questo aspetto è assente, allora l’iniziativa non è adatta al programma Erasmus+. Inoltre, è senz’altro positivo che i giovani ricevano un sostegno per approfondire la conoscenza del continente europeo, tenuto conto del valore aggiunto che questo apporta per comprendere paesi, popoli, lingue e culture differenti, e altro ancora. Tuttavia, si ha l’impressione che DiscoverEU sia un’iniziativa che va a beneficio principalmente di giovani di ambienti agiati. copre infatti soltanto i costi del viaggio e, quindi, esclude i giovani svantaggiati che non possono permettersi di viaggiare. Inoltre, occorrerà chiarire meglio quale sia il ruolo delle organizzazioni giovanili nell’attuazione di questa iniziativa, la quale, per essere realmente utile e significativa, deve essere provvista di una componente educativa e raggiungere veramente tutti i giovani.

4.18.

È particolarmente necessario semplificare e razionalizzare le domande per la realizzazione di progetti nel quadro del prossimo programma Erasmus. Secondo la relazione informativa del CESE sulla valutazione intermedia di Erasmus+ (13) e in base a uno studio realizzato dalle parti sociali (14), al programma fa difetto l’inclusività di organizzazioni di ogni tipo e dimensione provenienti da tutte le regioni e le aree geografiche dell’UE. Il CESE accoglie pertanto con favore il buon proposito dichiarato nella proposta di regolamento di voler erogare sovvenzioni di modesta entità per sostenere quanti non si sono finora mai candidati a partecipare al programma. La semplificazione, tuttavia, dovrà garantire che si eviti la cattiva gestione dei fondi. Il CESE si compiace quindi che la proposta metta l’accento sull’importanza di designare un organismo di audit indipendente incaricato di valutare le prestazioni delle agenzie nazionali.

4.19.

Per quanto concerne il capitolo sulla gioventù, la distinzione terminologica proposta tra organizzazioni «di piccole dimensioni» e «di grandi dimensioni» non corrisponde alla realtà dei beneficiari. Il CESE raccomanda invece di assegnare la priorità, nel quadro del nuovo programma, alle attività e organizzazioni «di volontariato», in cui i giovani svolgono un ruolo centrale nel portare avanti il loro sviluppo formativo. Inoltre, i gruppi giovanili a livello locale dovrebbero avere la possibilità di registrarsi come beneficiari, in qualità di gruppi autonomi, indipendentemente dall’entità giuridica nazionale di riferimento. I gruppi giovanili a livello locale dovrebbero ricevere gli orientamenti di cui hanno bisogno dalle rispettive agenzie nazionali. Questo contribuirebbe a convogliare i finanziamenti verso le iniziative organizzate dagli stessi giovani, riducendo il rischio che gran parte dei finanziamenti vada a operatori professionali, una situazione che purtroppo si è verificata con l’attuale programma e che è stata oggetto di critiche durante le consultazioni del CESE in occasione della revisione intermedia.

4.20.

Anche la diffusione e la sostenibilità dei progetti sono due elementi di grande rilevanza. La proposta dovrebbe incoraggiare un’adeguata diffusione dei risultati dei progetti, la prosecuzione dei progetti che si sono dimostrati eccellenti e la diffusione coordinata dei risultati dei progetti a livello dell’UE e su tutto il territorio dell’Unione.

4.21.

Al settore dell’istruzione formale e a quello dell’istruzione non formale andrebbero concesse sovvenzioni di funzionamento di pari entità. Questo rafforzerebbe le complementarità e darebbe al settore dell’istruzione non formale la capacità di fornire programmi attraenti di alta qualità. Inoltre, la sovvenzione di funzionamento dovrebbe essere proporzionale non solo all’impatto conseguito in rapporto alle priorità del programma, ma anche ai costi operativi delle piattaforme europee.

4.22.

Il CESE ritiene inoltre che con il prossimo programma i progetti a livello europeo debbano potersi candidare non più tramite le agenzie nazionali, ma rivolgendosi ad una struttura centralizzata. Una disposizione di questo tipo non solo garantirebbe un maggiore accesso alle reti e organizzazioni europee, ma eviterebbe anche doppioni nei finanziamenti destinati a progetti paralleli.

4.23.

Dal momento che la dotazione del programma si basa sul contributo finanziario dei cittadini dell’UE, il CESE sottolinea l’importanza di una governance democratica per il prossimo Erasmus e insiste sull’assoluta necessità che il comitato permanente che regolamenta il programma consenta a tutti i pertinenti soggetti interessati e parti sociali a livello europeo di disporre al suo interno di rappresentanti stabilmente designati e non con il semplice status di «osservatore ad hoc».

Bruxelles, 17 ottobre 2018

Il presidente del Comitato economico e sociale europeo

Luca JAHIER


(1)  Raccomandazione del Consiglio relativa alle competenze chiave per l'apprendimento permanente. Le «competenze chiave» sono definite come segue: competenza alfabetica funzionale e competenza linguistica; competenza matematica e competenza in scienze, tecnologie e ingegneria; competenza digitale; competenza personale, sociale e capacità di apprendimento; competenza in materia di cittadinanza; competenza imprenditoriale; e competenza in materia di consapevolezza ed espressione culturali. Tali competenze chiave comprendono anche un corredo esaustivo di valori, abilità e atteggiamenti per partecipare adeguatamente alle società democratiche.

(2)  Secondo lo Studio sull’impatto del programma Erasmus (2014), nel caso di quasi due terzi degli studenti almeno un genitore svolgeva un incarico a livello dirigenziale o lavorava come libero professionista o tecnico.

(3)  What are the obstacles to student mobility during the decision and planning phase? («Quali sono gli ostacoli alla mobilità degli studenti nella fase di decisione e di pianificazione?») Nota di informazione n. 02 (2016) http://www.eurostudent.eu/download_files/documents/EV_IB_mobility_obstacles.pdf.

(4)  Scienza, tecnologia, ingegneria, arte e matematica (Science, Technology, Engineering, Arts and Mathematics — STEAM).

(5)  http://www.europarl.europa.eu/charter/pdf/text_it.pdf.

(6)  https://www.un.org/development/desa/disabilities/convention-on-the-rights-of-persons-with-disabilities.html.

(7)  http://ec.europa.eu/dgs/education_culture/repository/education/news/2015/documents/citizenship-education-declaration_en.pdf.

(8)  http://www.institutdelors.eu/wp-content/uploads/2018/01/extendingerasmus-fernandesbertoncini-june2017.pdf?pdf=ok.

(9)  http://www.consilium.europa.eu/it/press/press-releases/2018/03/15/quality-and-effective-apprenticeships-council-adopts-european-framework/.

(10)  https://www.eesc.europa.eu/en/our-work/opinions-information-reports/information-reports/erasmus-mid-term-evaluation.

(11)  https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/?uri=celex%3A32012H1222%2801%29.

(12)  http://www.consilium.europa.eu/it/press/press-releases/2018/03/15/quality-and-effective-apprenticeships-council-adopts-european-framework/.

(13)  https://www.eesc.europa.eu/en/our-work/opinions-information-reports/information-reports/erasmus-mid-term-evaluation.

(14)  ETUC — ETUC — CEEP — EFEE: Investment in Education («Investire nell’istruzione»), 2017. https://www.etuc.org/sites/default/files/publication/files/investment_in_education_and_training_-etuc_-ceep.pdf.


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