COMMISSIONE EUROPEA
Bruxelles, 10.3.2020
COM(2020) 103 final
COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI
Una strategia per le PMI per un'Europa sostenibile e digitale
COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI
Una strategia per le PMI per un'Europa sostenibile e digitale
1.Introduzione
L'Europa può contare su 25 milioni di piccole e medie imprese (PMI) che costituiscono la spina dorsale dell'economia dell'UE: danno lavoro a circa 100 milioni di persone, generano più della metà del PIL dell'Europa e svolgono un ruolo chiave garantendo un valore aggiunto in tutti i settori dell'economia. Le PMI offrono soluzioni innovative per sfide quali i cambiamenti climatici, l'efficienza in termini di risorse e la coesione sociale e contribuiscono a diffondere tali innovazioni in tutte le regioni d'Europa. Sono pertanto un elemento centrale della duplice transizione dell'UE verso un'economia sostenibile e digitale e risultano essenziali per la competitività e la prosperità, la sovranità economica e tecnologica dell'Europa e la sua resilienza agli shock esterni. In quanto tali, sono una componente fondamentale ai fini della realizzazione della strategia industriale dell'UE.
Le PMI sono parte integrante del tessuto economico e sociale dell'Europa: forniscono i due terzi dei posti di lavoro, offrono opportunità di formazione in vari settori e regioni, anche per lavoratori poco qualificati, e sostengono il benessere della società, non da ultimo nelle zone remote e rurali. Ogni cittadino europeo conosce un imprenditore o qualcuno che lavora per un imprenditore. Le sfide affrontate quotidianamente dalle PMI per conformarsi alle norme e avere accesso alle informazioni, ai mercati e ai finanziamenti sono pertanto sfide per l'Europa nel suo complesso.
Le PMI sono molto diversificate in termini di modelli di business, dimensioni, età e profilo degli imprenditori e attingono a un serbatoio di talenti eterogenei composto di donne e uomini. Tra le PMI figurano professioni liberali e microimprese nel settore dei servizi come pure imprese industriali di medio calibro, dall'artigianato tradizionale alle start-up ad alto contenuto tecnologico. La presente strategia riconosce le loro diverse esigenze, aiutandole non soltanto a crescere e espandersi, bensì anche ad essere competitive, resilienti e sostenibili, e definisce a tal fine un approccio ambizioso, globale e trasversale, basato sia su misure orizzontali a sostegno di tutti i tipi di PMI sia su azioni mirate a esigenze specifiche.
La strategia propone azioni basate sui tre pilastri seguenti:
·potenziare le capacità e sostenere la transizione verso la sostenibilità e la digitalizzazione;
·ridurre l'onere normativo e migliorare l'accesso al mercato; e
·migliorare l'accesso ai finanziamenti.
L'obiettivo è realizzare tutte le potenzialità delle PMI europee di ogni tipo, affinché possano guidare la duplice transizione, incrementando in maniera significativa il numero di PMI che adottano pratiche commerciali sostenibili come pure il numero di quelle che utilizzano tecnologie digitali. Lo scopo ultimo è trasformare l'Europa nel luogo più attraente per avviare una piccola impresa e consentirne la crescita e l'espansione nel mercato unico.
Per garantire risultati, la strategia deve potersi basare congiuntamente su azioni a livello di UE e su un impegno forte da parte degli Stati membri. Il coinvolgimento attivo della comunità delle PMI e delle imprese stesse sarà fondamentale. La strategia sarà quindi sostenuta da un solido partenariato per la sua realizzazione tra l'UE e gli Stati membri, comprese le autorità regionali e locali. È altresì opportuno che gli imprenditori si avvalgano dei programmi di investimento dell'UE per rendere più digitali e sostenibili le loro attività e per crescere nel mercato unico e al di là di esso.
La strategia è basata sulle fondamenta, molto solide, del quadro delle politiche in materia di PMI e dei programmi di sostegno alle PMI dell'UE attualmente in vigore, in particolare lo "Small Business Act" del 2008, l'iniziativa Start-up e scale-up del 2016, il programma COSME per la competitività delle imprese e le piccole e le medie imprese e le azioni di sostegno alle PMI finanziate nell'ambito del programma Orizzonte 2020 e dei fondi strutturali e d'investimento europei. La strategia sarà inoltre determinante per l'attuazione, tra l'altro, del Green Deal europeo, del piano d'azione per l'economia circolare, della strategia europea per i dati e del pilastro sociale europeo.
La strategia fa parte del pacchetto industria che comprende la comunicazione "Individuare e affrontare le barriere al mercato unico" (la "comunicazione sulle barriere al mercato unico") e la relazione che l'accompagna, il piano d'azione a lungo termine per una migliore attuazione e applicazione delle norme del mercato unico (il "piano d'azione per l'applicazione della normativa") e la nuova strategia industriale per l'Europa (la "strategia industriale"). La presente strategia è basata sulle numerose constatazioni della comunicazione sulle barriere al mercato unico per quanto concerne gli ostacoli incontrati dalle PMI che intendono operare a livello transfrontaliero. Un recepimento, un'applicazione e un'esecuzione adeguati della legislazione dell'UE sono fondamentali per agevolare la crescita delle PMI nel mercato unico. Il piano d'azione per l'applicazione della normativa stabilisce varie iniziative per far fronte a tali problematiche. La strategia industriale mette in evidenza il ruolo delle PMI per un'industria europea competitiva e innovativa.
2.Potenziare le capacità e sostenere la transizione verso la sostenibilità e la digitalizzazione
La sostenibilità competitiva è il principio guida dell'Europa per il futuro. Per pervenire a un'economia digitale agile, a impatto climatico zero ed efficiente sotto il profilo delle risorse è necessaria la piena mobilitazione delle PMI. La transizione verso un'Europa più sostenibile dal punto di vista economico, ambientale e sociale deve andare di pari passo con la transizione verso la digitalizzazione. Misure mirate sono per tale motivo un presupposto per lo sviluppo di un fiorente tessuto economico di PMI nonché per offrire opportunità di crescita alle PMI che intendono espandere le loro attività. Per creare un'infrastruttura commerciale e dell'innovazione adeguata per le PMI sono necessari investimenti a livello dell'UE.
Le PMI alla guida della transizione sostenibile
Molte PMI risultano ben attrezzate: sono flessibili, ad alto contenuto tecnologico, innovative e fedeli ai valori su cui si basano la sostenibilità e l'economia circolare. Quasi un quarto delle PMI in Europa ha già avviato la transizione con un'offerta di prodotti o servizi verdi e molte PMI (incluse le imprese dell'economia sociale) sono già molto attive all'interno delle comunità in cui sono inserite. Vi sono anche sfide importanti cui far fronte. Alcune PMI hanno difficoltà ad adottare modelli di business più sostenibili. Un terzo delle PMI segnala di dover affrontare procedure amministrative e giuridiche complesse quando tenta di rendere più efficienti sotto il profilo delle risorse le proprie attività. Tale transizione verso pratiche e comportamenti imprenditoriali sostenibili risulta tuttavia, in considerazione della maggiore consapevolezza dei rischi relativi al clima e di altre pressioni ambientali e del cambiamento delle preferenze dei consumatori, fondamentale per assicurare la continua competitività e crescita delle PMI. È essenziale sostenere le PMI in tale processo e dotarle di strumenti atti a comprendere i rischi ambientali e a mitigare quelli relativi a settori specifici, tra cui l'edilizia, la plastica, l'elettronica e l'agroalimentare.
Gli oltre 600 membri della rete Enterprise Europe (Enterprise Europe Network – EEN) offrono alle PMI servizi su misura. Molti membri EEN stanno già assistendo le PMI nel compiere la transizione verso la sostenibilità. Basandosi su tale approccio, l'EEN fornirà degli appositi consulenti in materia di sostenibilità e altri servizi per la sostenibilità. I consulenti valuteranno le esigenze delle PMI e forniranno consulenza su investimenti in processi e infrastrutture circolari e più efficienti sotto il profilo delle risorse, individuando partner commerciali pertinenti e incoraggiando la collaborazione tra pari. Il centro di eccellenza europeo per la gestione efficiente delle risorse (European Resource Efficiency Knowledge Centre – EREK) continuerà ad aiutare le PMI a risparmiare sui costi dell'energia, dei materiali e dell'acqua. Le soluzioni offerte dalle società di servizi energetici che dispongono di competenze in materia, unite alle soluzioni tecniche e finanziarie, potrebbero apportare benefici alle PMI.
La tecnologia verde è nata in Europa e la leadership europea dipenderà dalla capacità delle PMI di essere all'avanguardia nelle innovazioni nel settore verde. Tale aspetto beneficerà di sostegno nell'ambito del piano di investimenti del Green Deal europeo. Nel più ampio contesto delle attività pilota del Consiglio europeo per l'innovazione (CEI) volte a promuovere l'innovazione dirompente soprattutto da parte delle PMI, la Commissione destinerà almeno 300 milioni di EUR nel solo 2020 a start-up e PMI ad alto potenziale per metterle nelle condizioni di perseguire innovazioni pionieristiche nell'interesse del Green Deal. L'Istituto europeo di innovazione e tecnologia (EIT) garantirà una maggiore apertura delle sue comunità della conoscenza e dell'innovazione (CCI) nei confronti delle PMI e ne aumenterà le possibilità di partecipare ad ecosistemi locali di innovazione, soprattutto nelle regioni che presentano ritardi in termini di innovazione. Ciò sarà reso possibile tramite un apposito strumento di sensibilizzazione (programma di innovazione regionale) che rafforzerà, là dove è più importante, gli ecosistemi.
Dotare le PMI degli strumenti per raccogliere i benefici della transizione digitale
Solo una fiorente comunità di PMI che utilizzano tecnologie digitali e dati può garantire all'Europa una posizione di leader mondiale nella definizione di un'economia digitale. La digitalizzazione può offrire grandi opportunità affinché le PMI incrementino l'efficienza dei processi di produzione e la capacità di innovare prodotti e modelli di business. L'utilizzo di tecnologie rivoluzionarie avanzate, quali blockchain e intelligenza artificiale (IA), cloud computing e calcolo ad alte prestazioni, può imprimere un notevole impulso alla loro competitività.
Le PMI non traggono tuttavia ancora pieno beneficio dai dati, la linfa vitale dell'economia digitale. Molte di esse non sono consapevoli del valore dei dati che creano e non sono sufficientemente tutelate né preparate per la futura economia agile basata sui dati. Solo il 17 % delle PMI ha integrato con successo le tecnologie digitali nelle proprie attività, rispetto al 54 % delle grandi imprese. La scelta di una strategia imprenditoriale digitale suscita spesso dubbi nelle PMI tradizionali, che hanno altresì problemi a sfruttare i grandi repertori di dati a disposizione delle grandi imprese, rifuggono da strumenti e applicazioni avanzati basati sull'IA e risultano nel contempo vulnerabili alle minacce informatiche.
Fonte: Eurostat/DESI 2019.
Tali PMI saranno sostenute da una rete che potrà contare fino a 240 poli dell'innovazione digitale (Digital Innovation Hubs – DIH) in tutte le regioni d'Europa, sostenuti da investimenti del programma Europa digitale e dai fondi strutturali.
L'obiettivo ambizioso non è limitato alla fornitura di servizi di consulenza mirata di facile uso in materia di sostenibilità e digitalizzazione, ma prevede altresì un collegamento tra le strutture di sostegno che garantisca ad ogni PMI di disporre di servizi di consulenza a portata di mano. L'EEN collaborerà da vicino con DIH, Startup Europe e altre iniziative per garantire un servizio ininterrotto di sostegno e consulenza, anche con autorità nazionali, regionali e locali e strutture di supporto. Il trasferimento di migliori pratiche, competenze e abilità può anche essere effettuato direttamente dalle PMI digitali alle PMI attive in altri settori.
Come comunicato nella strategia europea per i dati, la Commissione si adopererà per una maggiore accessibilità dei dati e per consentire il flusso di dati tra imprese e amministrazioni pubbliche istituendo spazi comuni europei dei dati per una loro condivisione affidabile e sicura. Sarà garantito un accesso equo a tutte le imprese e in particolare alle PMI. La Commissione prenderà altresì in esame potenziali problemi relativi ai diritti d'uso per i dati generati congiuntamente, in particolare dall'Internet delle cose industriale, al fine di evitare eventuali svantaggi per le PMI, e si interesserà inoltre all'adozione del cloud computing da parte delle PMI, ad esempio tramite un mercato apposito per i servizi cloud che garantisca condizioni contrattuali eque.
Far leva sul talento e sulla proprietà intellettuale
Le PMI possono inoltre incontrare difficoltà nello sviluppare strategie per la proprietà intellettuale (PI) per tutelare i loro investimenti in R&S e raccogliere capitale di crescita, per quanto entrambi i citati aspetti siano essenziali nella duplice transizione. Solo il 9 % delle PMI tutela i propri diritti di PI, a causa della mancata conoscenza delle iniziative in materia di PI a livello di UE e nazionale o del timore suscitato dalla complessità e dai costi legati all'acquisizione e alla tutela di tali diritti. Il piano d'azione per la proprietà intellettuale di prossima elaborazione proporrà misure per rendere il sistema di PI più efficace per le PMI mediante azioni atte a semplificare le procedure di registrazione della PI (ad esempio la riforma della legislazione dell'UE sui disegni e modelli industriali), a migliorare l'accesso a consulenze strategiche in materia di PI (ad esempio integrando tali consulenze in tutti i finanziamenti in R&S a livello di UE) e ad agevolare l'uso della PI quale leva per accedere ai finanziamenti.
Nella transizione digitale, come in quella verso la sostenibilità, tanto le start-up quanto le PMI sono messe a dura prova dalla mancanza di personale qualificato: spesso non dispongono di risorse pari a quelle delle grandi imprese da investire nella formazione del proprio personale. Oltre il 70 % delle imprese segnala l'accesso a personale di talento come un ostacolo a nuovi investimenti in tutta l'UE. La disponibilità di personale qualificato o di dirigenti esperti rimane il problema principale per un quarto delle PMI dell'UE. La carenza di competenze è particolarmente grave per quanto concerne la digitalizzazione e le nuove tecnologie, dato che il 35 % della forza lavoro possiede competenze digitali scarse o nulle.
Gli Stati membri e le parti sociali devono svolgere un ruolo chiave e l'UE può contribuire ulteriormente ad affrontare tali sfide, agevolando l'accesso alla formazione e aiutando a soddisfare la domanda delle PMI di personale di talento grazie all'offerta sul mercato del lavoro. L'educazione e la formazione all'imprenditorialità, che rafforza le conoscenze e le competenze imprenditoriali ha un ruolo fondamentale nel preparare le PMI al mercato unico. Le attività educative e di miglioramento delle competenze sono essenziali per tutti i dirigenti e il personale delle PMI e un'attenzione particolare è rivolta a dotare le donne e le ragazze degli strumenti necessari affinché possano avviare delle attività imprenditoriali e migliorare così l'equilibrio di genere tra le persone che creano e gestiscono imprese.
La Commissione, con il sostegno del programma Europa digitale, svilupperà corsi accelerati per la digitalizzazione per offrire al personale delle PMI competenze approfondite in settori quali l'IA, la cibersicurezza o la blockchain, basandosi sull'esperienza maturata grazie alla piattaforma dedicata alla coalizione per le competenze e le occupazioni digitali. I DIH agiranno da intermediari tra PMI e università/erogatori di formazione a livello locale. Le attività di incubazione aiuteranno le PMI a entrare a far parte di ecosistemi basati sui dati.
La Commissione darà inoltre vita a un programma per "volontari digitali", volto a consentire a giovani qualificati e anziani dotati di esperienza di condividere le loro competenze digitali con le imprese tradizionali, e supporterà e metterà in collegamento tra di loro gli intermediari delle PMI, quali cluster, EEN ed EREK, per contribuire a migliorare le competenze del personale delle PMI in materia di sostenibilità.
La Commissione aggiornerà l'agenda per le competenze per l'Europa, varando tra l'altro un patto per le competenze che comprenderà una componente specifica per le PMI. Il settore dell'istruzione e formazione professionale (IFP) è particolarmente importante per le PMI, per poter garantire che la loro forza lavoro disponga delle competenze necessarie sul mercato del lavoro. Gli Stati membri e le regioni saranno inoltre incoraggiati ad avvalersi del futuro Fondo sociale europeo Plus e delle nuove possibilità di investire i fondi europei di sviluppo regionale ai fini del potenziamento delle competenze per la specializzazione intelligente, la transizione industriale e l'imprenditorialità.
L'economia collaborativa crea opportunità in settori quali la mobilità e la ricettività per le piattaforme di PMI innovative che agiscono da intermediarie tra prestatori e destinatari di servizi e per i fornitori di servizi alle PMI che entrano in contatto con una clientela più ampia. La Commissione, dando seguito alla sua comunicazione del 2016 sull'economia collaborativa, continuerà a prendere in considerazione un'eventuale iniziativa incentrata sui servizi di locazione di alloggi a breve termine (il settore più ampio dell'economia collaborativa) per promuovere lo sviluppo equilibrato e responsabile dell'economia collaborativa in tutto il mercato unico nel pieno rispetto dell'interesse pubblico.
AZIONI PRINCIPALI
·La Commissione potenzierà la rete Enterprise Europe, anche con appositi consulenti in materia di sostenibilità e altri servizi per la sostenibilità.
·La Commissione elaborerà corsi accelerati per la digitalizzazione per offrire al personale delle PMI competenze approfondite in settori quali l'IA, la cibersicurezza o la blockchain.
·La Commissione darà vita a un programma per "volontari digitali", volto a consentire a giovani qualificati e anziani dotati di esperienza di condividere le loro competenze digitali con le imprese tradizionali.
·La Commissione aggiornerà l'agenda per le competenze per l'Europa includendo un patto per le competenze con una componente specifica per le PMI e proporrà una raccomandazione del Consiglio diretta a modernizzare l'istruzione e formazione professionale.
·La Commissione estenderà i poli dell'innovazione digitale in connessione con Startup Europe e l'EEN e fornirà un servizio ininterrotto all'interno degli ecosistemi locali e regionali.
·La Commissione stanzierà almeno 300 milioni di EUR nell'ambito del CEI per incoraggiare innovazioni pionieristiche nell'interesse del Green Deal.
·La Commissione continuerà a prendere in esame un'eventuale iniziativa di economia collaborativa per le PMI le cui attività sono incentrate sui servizi di locazione di alloggi a breve termine.
3.Ridurre l'onere normativo e migliorare l'accesso al mercato
Il mercato unico è il mercato di riferimento per le PMI europee: assorbe il 70 % del valore delle esportazioni di merci delle PMI e l'80 % di tutte le esportazioni delle PMI verso altri Stati membri. Cionondimeno, il numero di PMI che esportano verso altri Stati membri potrebbe essere di gran lunga superiore: per esempio, solo il 17 % di tutte le esportazioni delle PMI del settore manifatturiero avviene all'interno del mercato unico. La comunicazione sulle barriere al mercato unico dimostra che le PMI sono le entità più colpite dal persistere delle barriere.
Garantire la conformità a regolamenti, standard, etichette e formalità amministrative risulta più oneroso per le PMI che per le imprese più grandi, a causa della limitatezza delle risorse finanziarie e umane a loro disposizione. Nel settore dei servizi alle imprese, ad esempio, i costi sostenuti dalle PMI per conformarsi alle formalità amministrative possono raggiungere i 10 000 EUR. A dispetto dei progressi compiuti dall'adozione dello Small Business Act, l'impatto cumulativo della regolamentazione rimane un problema grave per le PMI.
Fonte: Eurochambres, Business Survey 2019.
La legislazione risulta complessa e onerosa per le PMI europee, in particolare a causa delle procedure differenti adottate negli Stati membri. Siffatte barriere dissuadono molti imprenditori dall'operare e dall'espandersi a livello transfrontaliero. Qualora decidano di farlo, utilizzano spesso come intermediari grandi piattaforme e ciò dà luogo a livelli disomogenei di potere negoziale.
Superare tali barriere è una responsabilità comune dell'UE e degli Stati membri. Gli oneri derivano in massima parte dalla legislazione nazionale ed è importante valutare l'impatto della sovraregolamentazione ("gold plating") sulle PMI. Gli Stati membri, assieme alla Commissione, devono continuare ad applicare rigorosamente i principi "pensare anzitutto in piccolo", "una tantum" e "digitale per definizione".
Da parte sua, la Commissione si è impegnata a ridurre l'onere a carico delle PMI e a garantire loro un ruolo più incisivo nel ciclo "Legiferare meglio". La Commissione controlla sistematicamente la legislazione vigente dell'UE nell'ambito del programma di controllo dell'adeguatezza e dell'efficacia della regolamentazione (REFIT), per ridurre gli oneri e semplificare la legislazione. Il vaglio dell'adeguatezza sarà effettuato in maniera più sistematica dalla Commissione per esaminare modalità atte a digitalizzare, semplificare e conseguire gli obiettivi al minor costo e a beneficio delle PMI. Inoltre la nuova piattaforma "Fit for Future" controllerà la vigente legislazione dell'UE per individuare le possibilità di semplificazione e riduzione degli oneri amministrativi.
Per quanto concerne la nuova legislazione, il programma REFIT sarà integrato e rafforzato dall'introduzione del principio "one in, one out" (OI-OO), il cui obiettivo è garantire che la legislazione dell'UE produca benefici senza imporre oneri inutili a cittadini e imprese. Il test PMI rientra già nella normale valutazione e continuerà ad essere applicato a tutte le pertinenti proposte della Commissione.
Le PMI risentono in modo particolare dei costi derivanti dalla legislazione, in considerazione della limitatezza delle risorse umane e finanziarie a loro disposizione. Per garantire che la nuova legislazione sia favorevole alle PMI, il rappresentante dell'UE per le PMI, in collaborazione con i portatori di interessi rappresentanti le PMI, filtrerà le iniziative dell'UE al fine di segnalare alla Commissione quelle che meritano particolare attenzione dal punto di vista delle PMI. In tale contesto, il rappresentante dell'UE per le PMI farà altresì ricorso alle competenze nazionali della rete dei rappresentanti nazionali per le PMI. L'obiettivo ambizioso è che tutta la legislazione futura, a livello europeo e nazionale, sia elaborata tenendo ben presente l'utente finale, individuando le possibili barriere e attenuandole fin dalle prime fasi del processo, ad esempio mediante l'uso di strumenti digitali. Il rappresentante dell'UE per le PMI avrà inoltre un ruolo specifico nella nuova piattaforma "Fit for Future", fornendo la prospettiva alle PMI ai fini dell'individuazione della legislazione vigente che risulta particolarmente onerosa per le PMI. Il rappresentante dell'UE per le PMI proporrà alla Commissione soluzioni di facile utilizzo che potrebbero essere prese in considerazione ai fini della conformità alla legislazione.
Garantire la conformità alle norme del mercato unico riveste un'importanza particolare per le PMI, sulle quali incidono spesso in maniera sproporzionata le restrizioni di carattere transfrontaliero. Il piano d'azione per l'applicazione della normativa definisce un elenco di iniziative volte ad affrontare tali questioni, compresa la task force per l'applicazione delle norme sul mercato unico cui contribuiranno il rappresentante dell'UE per le PMI e la rete dei rappresentanti nazionali. La Commissione vigilerà sugli Stati membri e collaborerà con essi, non esitando ad adottare, ove necessario, misure coercitive forti per garantire che il mercato unico possa generare vantaggi per le PMI. Rispetto alle grandi imprese, le PMI si trovano ad affrontare costi di adempimento fiscale proporzionalmente più elevati e la mancata armonizzazione fiscale rimane uno dei principali ostacoli in cui incorrono le imprese quando operano a livello transfrontaliero.
L'applicazione rigorosa delle norme dell'UE in materia di concorrenza garantisce che tutte le imprese attive nel mercato unico, in particolare le PMI, siano in grado di competere e innovare in base ai propri meriti, impedendo l'abuso di posizione dominante e la concentrazione della ricchezza nelle mani di poche grandi imprese.
Eliminare le barriere grazie a partenariati e alla sperimentazione di politiche
In Europa il numero relativamente scarso di imprese che conducono un'espansione con successo costituisce una sfida fondamentale. Negli Stati Uniti il numero delle imprese in espansione è tre volte superiore a quello registrato in Europa
. Le imprese europee in fase di avviamento e di espansione devono affrontare una serie di sfide "sul campo" per attrarre e trattenere personale qualificato, assicurarsi opportunità di mercato e aumentare i proventi. Molti Stati membri hanno affrontato con successo queste sfide e hanno già adottato numerose buone pratiche. La replica di tali pratiche in tutta l'UE darebbe un forte impulso allo sviluppo delle start-up e alla crescita delle PMI.
Alla luce di quanto precede, la Commissione, in stretta collaborazione con gli Stati membri e i portatori di interessi, come il forum CEI, promuoverà la diffusione delle migliori pratiche e varerà una nuova iniziativa politica, lo standard dell'UE per nazioni favorevoli alle start-up, invitando gli Stati membri ad attuare tali pratiche a livello locale, regionale e nazionale. L'ambizione è rendere l'Europa il continente più attraente per le start-up e le imprese in espansione. L'iniziativa sarà diretta a rendere più semplice l'avviamento di un'impresa e la sua espansione oltre frontiera, a razionalizzare l'attuazione delle norme in materia di procedure per le domande di visto e i permessi di soggiorno per il personale qualificato proveniente da paesi terzi, ad accrescere l'attrattività delle stock options assegnate ai dipendenti, a promuovere iniziative di creazione di imprese e di trasferimento di tecnologie da parte delle università, ad aumentare l'accesso ai finanziamenti per l'espansione delle imprese e a promuovere le piattaforme e gli strumenti digitali transfrontalieri. A integrazione di quanto precede, la Commissione approfondirà e valuterà la necessità di ulteriori misure di diritto societario per facilitare la crescita e l'espansione transfrontaliera delle PMI.
Alcune soluzioni molto innovative non riescono a vedere la luce a causa di regolamentazioni che potrebbero risultare superate oppure inadeguate per tecnologie in rapida evoluzione. Una soluzione a questo problema è offerta dagli spazi di sperimentazione normativa, che consentono di testare dal vivo con le autorità di vigilanza e le autorità di regolamentazione soluzioni innovative non ancora previste nei regolamenti o negli orientamenti, a condizione che esistano le condizioni appropriate, ad esempio per garantire la parità di trattamento. Gli spazi di sperimentazione normativa forniscono informazioni aggiornate alle autorità di regolamentazione e alle autorità di vigilanza sulle nuove tecnologie e sulle esperienze con esse acquisite, consentendo nel contempo la sperimentazione di politiche. Alcuni Stati membri hanno già sperimentato spazi di questo tipo per servizi finanziari innovativi.
La direttiva sui servizi rappresenta uno strumento fondamentale per contrastare le barriere al mercato. I partenariati tra regioni frontaliere, che mirano a rafforzare la cooperazione tra le autorità regionali, possono aiutare le PMI a superare le barriere di mercato nella prestazione di servizi. Un invito a manifestare interesse dovrebbe portare entro la fine del 2020 a tre aree pilota di questo tipo, in cui le regioni partner migliorano, allineano o coordinano congiuntamente le norme e le procedure relative alla prestazione transfrontaliera di servizi, ad esempio in materia di distacco dei lavoratori e utilizzo di strumenti digitali.
La Commissione integrerà tali sforzi incoraggiando gli Stati membri ad attuare lo sportello digitale unico con modalità favorevoli alle PMI. Gli Stati membri dovrebbero adoperarsi per assicurare alle PMI un facile accesso online alle informazioni, alle procedure e ai servizi di assistenza in relazione a tutte le loro domande connesse alle attività imprenditoriali transfrontaliere, compresa la consulenza sugli appalti pubblici e sulle fonti di finanziamento. Gli Stati membri dovrebbero interconnettere i loro servizi in uno sportello unico al fine di fornire alle PMI una risposta coordinata a tutte le domande in materia.
Fino al 71% delle PMI che hanno sperimentato l'attuale sistema di reciproco riconoscimento per i prodotti non armonizzati si è visto opporre una decisione di diniego di accesso al mercato. Dopo aver discusso con il gruppo di esperti degli Stati membri sul reciproco riconoscimento, la Commissione si adopererà per promuovere "alleanze di reciproco riconoscimento" tra gli Stati membri in settori quali gli integratori alimentari e gli articoli di gioielleria.
Nel diversificato panorama industriale, il settore spaziale e il settore della difesa sono fondamentali per assicurare la sovranità strategica e tecnologica dell'UE e offrono grandi potenzialità per le PMI europee. Tuttavia, le catene di approvvigionamento del settore della difesa sono state costruite principalmente su base nazionale. La Commissione promuoverà pertanto la cooperazione transfrontaliera e l'ingresso di nuovi attori, ottimizzando il potenziale del Fondo europeo per la difesa. In particolare, ciò comprenderà inviti a presentare proposte specifici per le PMI, il criterio di incentivi mirati per le PMI e la messa in contatto delle PMI con la più ampia comunità di difesa. Il fondo contribuirà ad aprire le catene di approvvigionamento della difesa, collegando i grandi integratori di sistemi con l'intero ecosistema delle PMI nel settore della difesa in tutta l'Unione. La Commissione individuerà inoltre i punti di forza delle pertinenti organizzazioni di ricerca e tecnologia (RTO) e delle università che possono sostenere le PMI e le start-up innovative del settore.
La Commissione mira inoltre ad aumentare il numero di imprese in fase di avviamento e di espansione nel settore spaziale, che commercializzano con successo le tecnologie spaziali dell'UE. Promuoverà, attraverso il programma spaziale dell'UE, la progressiva affermazione di un nuovo ecosistema spaziale europeo per promuovere l'imprenditorialità. La nuova iniziativa "CASSINI" per l'imprenditorialità nel settore spaziale raggrupperà servizi quali l'accelerazione, l'incubazione di imprese, il finanziamento di avviamento e gli appalti pre-commerciali.
Anche gli appalti pubblici offrono opportunità non sfruttate all'interno del mercato unico per le PMI, comprese le start-up, che hanno difficoltà a competere con successo nelle gare d'appalto pubbliche. Esse si trovano ad affrontare due tipi di sfide: da un lato, il settore pubblico è relativamente poco propenso al rischio e spesso non dispone delle competenze necessarie per acquisire innovazione; dall'altro, molti operatori economici, e in particolare le PMI, considerano gli appalti pubblici troppo complessi o inadatti per loro.
Per risolvere questo problema, la Commissione invita gli Stati membri e le loro amministrazioni appaltanti a sfruttare la flessibilità offerta dal nuovo quadro dell'UE in materia di appalti, che comporta la suddivisione di contratti più grandi in lotti più piccoli, la diffusione di appalti strategici, in particolare appalti per l'innovazione, il trasferimento dei diritti di proprietà intellettuale, se del caso, alle PMI in modo che possano commercializzarli e il completamento della digitalizzazione delle procedure di appalto. La Commissione incoraggerà inoltre gli Stati membri a servirsi di piattaforme digitali per promuovere soluzioni innovative da parte delle PMI e delle start-up e il loro accesso transfrontaliero alle commesse pubbliche. La Commissione avvierà inoltre l'"iniziativa grandi acquirenti e reti" per facilitare gli acquisti congiunti di prodotti sostenibili e innovativi, promuovere l'incontro tra acquirenti e fornitori di innovazione e monitorare i progressi compiuti attraverso l'analisi comparativa nazionale. Lancerà inoltre un'etichetta di cui potranno fregiarsi gli acquirenti pubblici che si attengono a pratiche di appalto "favorevoli alle PMI" e che collaborano con i propri partner commerciali internazionali per diffondere l'adozione dei suoi standard in materia di appalti, come la fatturazione elettronica. Le PMI che forniscono prodotti e servizi verdi innovativi possono essere sostenute grazie a una maggiore diffusione degli appalti pubblici verdi.
L'acquisto di una società esistente costituisce spesso un'alternativa più vantaggiosa rispetto all'avviamento di un'impresa. Si stima che ogni anno cambino proprietario circa 450 000 PMI con più di due milioni di dipendenti. In un terzo dei casi tuttavia il trasferimento di proprietà non dà risultati positivi e, di conseguenza, l'Europa perde circa 150 000 imprese e 600 000 posti di lavoro. I motivi sono spesso da ricercare nella mancanza di preparazione preventiva, nella difficoltà di trovare un successore e in misure fiscali e regolamentari sfavorevoli.
La Commissione continuerà ad adoperarsi per facilitare il trasferimento di imprese e sosterrà gli Stati membri nei loro sforzi volti a creare un contesto imprenditoriale favorevole al trasferimento di imprese. La direttiva recentemente adottata riguardante i quadri di ristrutturazione preventiva e la seconda opportunità ha preso in considerazione molte delle preoccupazioni che assillano le imprese in difficoltà e la Commissione intende ora aiutare tutti gli Stati membri a recepirne le disposizioni nei rispettivi ordinamenti giuridici nazionali, affinché le imprese in difficoltà finanziarie abbiano accesso a servizi di sostegno adeguati che le aiutino ad evitare il fallimento.
Rafforzare l'equità nelle relazioni tra imprese
Le PMI svolgono un ruolo essenziale in una rete sempre più fitta di imprese, start-up e PMI che lavorano insieme in vari settori e catene di valore per creare i prodotti e i servizi del futuro. È importante che le PMI e le start-up siano incluse nelle catene di valore strategiche dell'UE e che le loro esigenze specifiche siano prese in considerazione, per aiutarle a collaborare e a espandersi in tutto il mercato unico e a livello globale.
Per effetto della sempre maggiore concentrazione e integrazione verticale nelle catene di approvvigionamento, i principali clienti delle PMI sono spesso organizzazioni molto più grandi. Ciò determina asimmetrie nel potere contrattuale e aumenta il rischio che le piccole imprese siano soggette a pratiche e condizioni commerciali sleali, tra cui ritardi nei pagamenti e accesso ai dati.
Se la direttiva sui ritardi di pagamento ha ridotto tali ritardi per le transazioni sia tra imprese sia tra imprese e piattaforme, solo il 40% delle imprese dell'UE è pagato puntualmente. Inoltre, su quattro fallimenti di PMI nell'UE, uno è imputabile a ritardi di pagamento. È necessaria una transizione decisiva verso una nuova cultura imprenditoriale in cui la tempestività dei pagamenti sia la norma. A tal fine, la Commissione sosterrà l'attuazione della direttiva sui ritardi di pagamento, dotandola di solidi strumenti di monitoraggio e esecuzione. Tra questi potrebbe figurare un osservatorio virtuale incaricato di monitorare i ritardi nei pagamenti, mettere in luce le pratiche di pagamento inique e valutare la fattibilità di meccanismi alternativi di risoluzione/mediazione per le PMI per assicurare una rapida risoluzione delle controversie sui pagamenti nelle transazioni commerciali.
Sfruttare i vantaggi dei mercati globali
I mercati globali rappresentano un'importante fonte di crescita per le PMI. Ad esportare merci al di fuori dell'UE sono tuttavia solo 600 000 PMI, con circa 6 milioni di dipendenti. In sede di dialoghi multilaterali e bilaterali, la Commissione intende promuovere un contesto favorevole alle PMI nei paesi terzi attraverso lo scambio di buone pratiche con i suoi partner. La Commissione avvierà inoltre un nuovo portale d'informazione per sensibilizzare le PMI in merito alle politiche commerciali e fornire informazioni dettagliate sulle procedure e sulle formalità doganali per l'esportazione verso i paesi terzi.
Le PMI traggono maggiormente vantaggio dall'apertura degli scambi basati su regole che non le grandi imprese, che dispongono di maggiori risorse per superare le barriere commerciali. Per agevolare l'accesso delle PMI ai mercati internazionali, la Commissione sta costantemente negoziando nuovi accordi commerciali e di investimento e sta lottando contro le barriere commerciali che colpiscono in modo sproporzionato le PMI. La Commissione continuerà a includere capitoli consacrati alle PMI in tutti i suoi accordi commerciali, insieme a misure specifiche volte a consentire alle PMI di sfruttarne i vantaggi, quali il collegamento tra PMI attraverso cluster industriali internazionali, la rete EEN, il Centro per le PMI dell'UE e le azioni di sostegno alle PMI europee affinché possano partecipare ad appalti pubblici al di fuori dell'UE.
Le delegazioni dell'UE nei paesi con i quali l'Unione ha concluso un accordo di libero scambio (ALS) forniranno supporto rispondendo alle domande delle PMI sulle difficoltà pratiche nell'attuazione degli ALS.
L'UE si oppone con fermezza alle pratiche commerciali sleali attraverso gli strumenti di difesa commerciale (SDC), quando le imprese dell'UE, comprese le PMI, sono danneggiate da importazioni oggetto di dumping o di sovvenzioni. La Commissione sta aumentando il proprio sostegno specifico alle PMI per facilitare loro l'accesso agli strumenti di difesa commerciale e la cooperazione con la Commissione durante le inchieste.
La figura recentemente creata di responsabile dell'esecuzione degli accordi commerciali avrà, tra l'altro, il compito di monitorare e migliorare il rispetto degli accordi commerciali dell'UE. Ciò rafforzerà ulteriormente il lavoro intrapreso per eliminare le barriere agli scambi che hanno un'incidenza, in particolare, sulle PMI. L'UE inoltre si impegnerà attivamente per portare avanti un'ampia azione mirata di sensibilizzazione e diplomazia economica per le PMI, al fine di sostenerne l'accesso ai mercati dei paesi terzi. Le opportunità per gli imprenditori europei saranno accresciute grazie al programma Erasmus per giovani imprenditori Global che permette di acquisire nuove esperienze sui mercati dei paesi terzi.
AZIONI PRINCIPALI
·Il rappresentante dell'UE per le PMI e la rete di rappresentanti nazionali per le PMI contribuiranno ai lavori della task force della Commissione sull'attuazione del mercato unico, da istituire in virtù del pertinente piano d'azione per affrontare, tra l'altro, la sovraregolamentazione nel processo di recepimento al fine di ridurre al minimo gli oneri normativi gravanti sulle PMI.
·La Commissione incoraggerà gli Stati membri ad attuare lo sportello digitale unico con modalità favorevoli alle PMI. Gli Stati membri dovrebbero collegare i rispettivi servizi in uno sportello unico.
·Il rappresentante dell'UE per le PMI filtrerà le iniziative dell'Unione per segnalare alla Commissione quelle che meritano un approfondimento nell'ottica delle PMI e avrà un ruolo specifico da svolgere nella nuova piattaforma "Fit for Future".
·La Commissione mobiliterà gli Stati membri per sostenere uno standard dell'UE per nazioni favorevoli alle start-up nell'intento di condividere e adottare le migliori pratiche al fine di accelerare la crescita delle start-up e delle PMI ad alto contenuto tecnologico.
·La Commissione invita gli Stati membri e le loro amministrazioni appaltanti a sfruttare la flessibilità offerta dal nuovo quadro dell'UE in materia di appalti al fine di moltiplicare le opportunità per le PMI, anche mediante l'uso di piattaforme e strumenti digitali, per incrementare gli appalti transfrontalieri. La Commissione pubblicherà orientamenti e offrirà sostegno alle amministrazioni appaltanti.
·La Commissione incoraggerà gli Stati membri a elaborare proposte per spazi di sperimentazione normativa mediante l'avvio di un progetto pilota.
·La Commissione lancerà un invito a creare partenariati pionieristici tra le regioni frontaliere finalizzati a rafforzare la cooperazione nell'attuazione del mercato unico e a promuovere l'eliminazione delle barriere amministrative.
·La Commissione sosterrà gli Stati membri nell'attuazione della direttiva sui ritardi di pagamento istituendo strumenti di controllo e di miglioramento dell'applicazione ed esplorando la fattibilità di meccanismi alternativi di risoluzione/mediazione per le PMI.
·La Commissione agevolerà la cooperazione transfrontaliera con e tra le PMI nell'ambito del Fondo europeo per la difesa e individuerà i punti di forza nel suo ecosistema di ricerca e innovazione.
·La Commissione avvierà l'iniziativa "CASSINI" sull'imprenditorialità nel settore spaziale.
·La Commissione assisterà gli Stati membri nel recepimento della direttiva di recente adozione riguardante i quadri di ristrutturazione preventiva e la seconda opportunità, aiutandoli a istituire meccanismi di allerta precoce per le imprese in difficoltà finanziarie al fine di evitare loro il fallimento.
·La Commissione esaminerà con gli Stati membri eventuali misure atte a creare un contesto favorevole al trasferimento delle PMI.
·La Commissione continuerà a migliorare l'accesso delle PMI ai mercati dei paesi terzi, anche attraverso capitoli specifici per le PMI, il ricorso a dialoghi per lo scambio di buone pratiche con i partner commerciali e un nuovo portale informativo. La Commissione agevolerà l'accesso delle PMI agli strumenti di difesa commerciale.
·Le delegazioni dell'UE forniranno supporto rispondendo alle domande delle PMI in merito agli accordi di libero scambio.
·La Commissione estenderà il programma Erasmus per giovani imprenditori Global.
4.Migliorare l'accesso ai finanziamenti
L'accesso ai finanziamenti è indispensabile per le PMI per finanziare il fabbisogno di investimenti per la transizione. In qualunque loro fase di sviluppo le piccole imprese incontrano tuttavia più difficoltà delle grandi imprese a ottenere finanziamenti. Nel caso dei giovani imprenditori e delle start-up, questo può essere dovuto a vari motivi, come ad esempio la mancanza da parte loro di una comprovata contabilità finanziaria o di garanzie o la mancanza da parte degli investitori di informazioni per valutare il rischio di inadempienza o il valore dei loro beni immateriali. Per migliorare l'accesso ai finanziamenti è necessario un approccio che combini un contesto normativo favorevole, finanziamenti UE e nazionali adeguati e bilanciati, nonché l'accesso a reti di imprese e investitori.
In Europa le PMI si trovano confrontate a un forte deficit di finanziamento, dell'ordine di 20-35 miliardi di EUR, nonostante i consistenti programmi di sostegno a livello nazionale e dell'UE, e in alcuni Stati membri l'accesso ai finanziamenti rimane uno dei principali problemi che esse devono affrontare. Nel 2019 nell'UE il 18% delle PMI non ha ottenuto l'intero ammontare del prestito bancario che aveva preventivato. Ciò pone le PMI in una situazione di svantaggio, dato che i finanziamenti bancari coprono all'incirca il 90% del loro fabbisogno di fondi. La regolamentazione bancaria dell'UE deve gettare le basi di un sistema bancario stabile che offra finanziamenti adeguati a tutte le imprese. Il pacchetto bancario dell'UE ha mantenuto il fattore di sostegno alle PMI e lo ha esteso a tutti i prestiti concessi alle PMI. La Commissione farà in modo che qualsiasi futura normativa sui mercati finanziari tenga conto degli interessi delle PMI europee e ne sostenga il continuo accesso a un'ampia gamma di opzioni di finanziamento.
Diversificare le fonti di finanziamento e rendere un maggior numero di PMI pronte per gli investimenti
Vi è tuttavia l'esigenza di diversificare le fonti di finanziamento. Nel 2018 il capitale di rischio investito in imprese europee è aumentato del 13%, raggiungendo gli 8 miliardi di EUR, e la quota di capitale di rischio proveniente da paesi extraeuropei è salita dal 7% al 20%. Tuttavia, solo il 10% delle imprese in Europa ha ottenuto finanziamenti sui mercati dei capitali, rispetto a oltre il 25% delle imprese negli Stati Uniti. L'entità degli investimenti europei in capitale di rischio è inferiore di circa otto volte a quella negli Stati Uniti e quindi non è sufficientemente ampia per finanziare la crescita delle imprese europee.
Spesso le start-up e le PMI innovative e a forte crescita che hanno un consistente fabbisogno di capitali si spostano all'estero per ottenere capitale di rischio. Oltre a rappresentare un rischio per la sovranità tecnologica, la crescita e l'occupazione in Europa, ciò ha anche un impatto a valle sul più ampio insieme delle PMI europee.
Gli investitori europei inoltre possono essere restii a investire nelle start-up a causa delle difficoltà di valutare le loro potenzialità di mercato e/o la proprietà intellettuale alla base di un nuovo servizio o prodotto tecnologico di una PMI. Ciò rende più difficile la valutazione del valore della start-up stessa. I servizi di "due diligence tecnologica" possono risolvere questo problema e hanno avuto successo in altre regioni, ma non sono ancora tempestivamente disponibili in Europa. In ultima analisi, essi vanno a vantaggio di tutte le parti: le PMI, i potenziali investitori e il più ampio ecosistema dell'innovazione. Un progetto pilota dell'UE consentirebbe una valutazione più precisa delle start-up ad alto contenuto tecnologico e delle PMI con una tecnologia in fase più avanzata sulla base delle loro tecnologie e del loro portafoglio di proprietà intellettuale.
In Europa occorre mobilitare maggiori investimenti privati. La Commissione creerà nuove modalità di condivisione del rischio con il settore privato, come l'iniziativa ESCALAR per aumentare l'entità dei fondi di capitale di rischio, intensificare gli sforzi di investimento e adoperarsi per un rinnovato piano d'azione per l'unione dei mercati dei capitali. Quest'ultima mira a diversificare le fonti di finanziamento per le imprese in tutte le fasi del loro sviluppo.
Preparare il terreno per un fondo IPO per le PMI
Le PMI in Europa hanno scarse possibilità di ottenere capitali per finanziare la crescita, come ad esempio l'ammissione alla quotazione sui mercati dei capitali attraverso un'offerta pubblica iniziale (IPO). I mercati dei capitali sono una fonte importante di finanziamento per le PMI che si espandono fino a diventare imprese a media capitalizzazione e alla lunga grandi imprese. Tuttavia, il numero di IPO di PMI ha subito un forte calo nel periodo successivo alla crisi finanziaria e da allora non è più risalito. Nel 2019 il valore e il numero di IPO europee hanno continuato a diminuire rispettivamente del 40% e del 47% rispetto al 2018. Molti investitori istituzionali non partecipano in misura sufficiente al finanziamento delle PMI.
Per affrontare questo problema, i finanziamenti pubblici potrebbero fungere da investimenti di riferimento per attrarre un maggior numero di investitori privati verso PMI innovative e in forte crescita nella fase di ammissione alla quotazione pubblica. Un fondo IPO per le PMI sosterrebbe le PMI in tale fase e al di là di essa. Esso si baserà sull'analisi del mercato delle IPO dell'UE e su verifiche con gli investitori e i portatori di interessi.
Creare un contesto più favorevole e inclusivo per l'accesso ai finanziamenti
Negli ultimi anni si è registrata una notevole diminuzione della ricerca sugli investimenti nelle PMI. La revisione della direttiva relativa ai mercati degli strumenti finanziari cui procederà la Commissione nel 2020 esaminerà le varie opzioni per stimolare la ricerca sulle PMI.
L'innovazione nel settore della tecnologia finanziaria, basata sulla tecnologia del registro distribuito ("blockchain"), può aprire nuove strade alle PMI per arrivare direttamente agli investitori, tramite intermediari affidabili o autonomamente a livello decentrato, e può consentire alle PMI di emettere criptoattività e token digitali, ad esempio sotto forma di obbligazioni che, potendo essere immediatamente scambiate, risultano interessanti per gli investitori. Si tratta di un modo per offrire alle PMI finanziamenti più rapidi, più efficienti e con un favorevole rapporto costi-benefici. La Commissione agevolerà l'uso delle criptoattività e l'utilizzo di token digitali da parte delle PMI, degli investitori e degli intermediari, in linea con l'imminente strategia di finanziamento digitale dell'UE.
Le norme sugli aiuti di Stato hanno offerto un sostegno nazionale significativo alle PMI e al capitale di rischio. La Commissione si propone di razionalizzare e riesaminare le pertinenti norme dell'UE in materia di aiuti di Stato entro la fine del 2021 per garantire che siano ancora adeguate allo scopo. Nel corso del riesame la Commissione intende garantire che le norme incoraggino la partecipazione delle PMI a importanti progetti di comune interesse europeo (IPCEI).
Inoltre, la mancanza di diversità di genere tra i beneficiari degli investimenti riduce il serbatoio di persone di talento e limita l'innovazione. Le donne hanno avviato un terzo delle imprese in Europa, ma le loro imprese sono sottorappresentate nella raccolta di capitale di rischio. Nel 2019 oltre il 92% del capitale di rischio raccolto dalle imprese europee del settore tecnologico è andato a gruppi di soci fondatori costituiti esclusivamente da uomini. Il programma InvestEU per il futuro finanziamento degli investimenti dell'UE potrebbe contribuire a stimolare gli investimenti a favore delle donne e con le donne e fornire un sostegno mirato per estendere il portafoglio di imprese e fondi guidati da donne nell'ambito di un'iniziativa di finanziamento intelligente dal punto di vista del genere. Sarà inoltre triplicato il numero di PMI gestite da donne che beneficiano del sostegno del CEI pienamente sviluppato.
Mobilitare i finanziamenti dell'UE, nazionali e privati per le PMI tramite InvestEU
Nel periodo 2014-2018 gli strumenti finanziari dell'UE hanno contribuito a mobilitare 100 miliardi di EUR di finanziamenti, in particolare a favore delle PMI, sotto forma di prestiti e capitale di rischio. Il piano di investimenti dell'UE dovrebbe offrire sostegno a oltre 1 milione di PMI. Occorre tuttavia un costante supporto nazionale e dell'UE per ridurre il deficit di finanziamento delle PMI.
Nell'ambito di intervento relativo alle PMI di InvestEU, la Commissione farà tesoro delle esperienze positive acquisite con gli attuali regimi di garanzia per le PMI dell'UE. Verrà creato un unico strumento integrato di garanzia destinato alle PMI considerate ad alto rischio o prive di garanzie sufficienti, comprese quelle innovative, quelle attive nei settori culturali e creativi, le PMI in transizione da modelli ad alta intensità di risorse e di energia verso modelli più sostenibili e quelle che adottano pratiche commerciali digitali. L'ambito di intervento relativo alle PMI del programma InvestEU sosterrà il finanziamento con capitale di rischio delle PMI e delle piccole imprese a media capitalizzazione in settori di particolare interesse per le politiche dell'UE come lo spazio e la difesa, la sostenibilità, la digitalizzazione, l'innovazione, i finanziamenti intelligenti sotto il profilo del genere e le tecnologie verdi innovative. Ad esempio, risorse finanziarie saranno messe in comune dall'UE, dagli Stati membri e dal settore privato per aumentare l'accesso al capitale di rischio per le start-up e le PMI innovative che sviluppano e adottano soluzioni tecnologiche verdi. InvestEU permetterà di erogare finanziamenti in tutte le fasi di sviluppo, dalla fase di avviamento a quella di espansione e delle IPO, e contribuirà a mobilitare i finanziamenti privati di investitori quali business angels, family offices, fondi di capitale di rischio, fondi pensione e compagnie di assicurazione.
La Commissione collaborerà strettamente con gli Stati membri per mettere in comune le risorse finanziarie e correggere gli squilibri geografici negli investimenti e nell'accesso ai finanziamenti, in particolare attraverso l'iniziativa DISC (Digital Innovation and Scaleup Initiative)
. Inoltre, l'ambito di intervento di InvestEU relativo agli investimenti sociali e alle competenze migliorerà l'accesso alla microfinanza e promuoverà il finanziamento delle imprese sociali, gli investimenti ad impatto sociale e l'accrescimento delle competenze.
·La Commissione sosterrà le offerte pubbliche iniziali (IPO) delle PMI con investimenti erogati attraverso un nuovo fondo pubblico-privato, da sviluppare nel quadro del programma InvestEU a iniziare dal 2021 nell'ambito dell'unione dei mercati dei capitali.
·La Commissione introdurrà un meccanismo di rischio/rendimento unico nel suo genere per accrescere l'entità dei fondi di capitale di rischio e per aumentare gli investimenti privati a disposizione per l'espansione delle imprese tramite l'iniziativa ESCALAR.
·La Commissione avvierà un'iniziativa di finanziamento intelligente dal punto di vista del genere per stimolare i finanziamenti destinati alle imprese e ai fondi gestiti da donne e per incoraggiare l'imprenditorialità femminile.
·La Commissione avvierà un'iniziativa di investimento per le tecnologie verdi per mettere in comune le risorse finanziarie dell'UE, degli Stati membri e del settore privato al fine di accrescere l'accesso al capitale di rischio per le start-up e le PMI innovative che sviluppano e adottano soluzioni tecnologiche verdi.
·La Commissione avvierà un'iniziativa basata su blockchain che consentirà l'emissione e lo scambio di obbligazioni delle PMI in tutta Europa, utilizzando l'infrastruttura europea di servizi blockchain.
·La Commissione cofinanzierà i servizi di due diligence tecnologica nel quadro di un progetto pilota dell'UE diretto a consentire valutazioni più precise delle start-up ad alta tecnologia e a migliorare il loro grado di preparazione agli investimenti.
·La Commissione semplificherà ulteriormente le attuali norme sugli aiuti di Stato riguardanti le combinazioni di risorse finanziarie nazionali con quelle dei programmi InvestEU e Orizzonte. In tal modo sarà più facile per le PMI beneficiare delle risorse messe in comune per aiutarle con la duplice transizione. Inoltre, nell'ambito del riesame in corso delle norme in materia di aiuti di Stato, la Commissione riesaminerà le norme sugli aiuti di Stato per il finanziamento del rischio e la comunicazione IPCEI, al fine di sostenere ulteriormente la partecipazione delle PMI e garantire l'attivazione di investimenti privati evitando nel contempo distorsioni della parità di condizioni.
5.Governance: un partenariato UE-Stati membri per la sua attuazione
La strategia per le PMI richiede un impegno da parte sia dell'UE che degli Stati membri e l'adozione di iniziative a entrambi i livelli. Poiché molte PMI sono profondamente radicate negli ecosistemi regionali e locali in cui creano posti di lavoro e assicurano formazione, gettito fiscale e benessere sociale, questo impegno deve estendersi alle autorità regionali. L'attuazione della strategia sarà sostenuta da un solido partenariato tra tutti gli attori - UE, autorità nazionali, regionali e locali, PMI e investitori - che condividono la responsabilità per la sua attuazione. Ciò richiederà una valutazione politica costante dei progressi compiuti, misurazioni e monitoraggio.
La rete di rappresentanti per le PMI costituisce uno strumento importante per garantire tale partenariato tra l'UE e gli Stati membri. Essa rappresenta le autorità nazionali degli Stati membri responsabili per la politica a favore delle PMI e assicura la sussistenza di un nesso organico tra queste autorità, le comunità imprenditoriali locali e l'UE. Con il rinnovo del suo mandato nel 2020, il ruolo della rete sarà rafforzato e sarà approfondita la sua interazione con gli organismi e le autorità regionali.
La Commissione designerà uno specifico rappresentante di alto livello dell'UE per le PMI, che dirigerà il lavoro della rete per garantire l'attuazione della strategia e l'applicazione del principio "pensare anzitutto in piccolo" in tutte le politiche dell'UE. Il rappresentante dell'UE per le PMI verificherà inoltre l'attuazione nei singoli Stati membri. Al fine di agevolare l'integrazione della strategia per le PMI in tutti gli ambiti politici, il rappresentante dell'UE per le PMI sarà coinvolto da vicino nel processo del semestre europeo. Nell'ambito dell'agenda "Legiferare meglio" della Commissione, il rappresentante dell'UE per le PMI porterà avanti un'opera di sensibilizzazione sugli aspetti relativi alle PMI, attraverso un dialogo costante con il comitato per il controllo normativo nonché nel quadro della piattaforma "Fit for future".
A integrazione delle attività della rete di rappresentanti per le PMI (del settore pubblico), la Commissione collaborerà strettamente anche con gli ambasciatori dell'imprenditorialità strategica, un nuovo gruppo consultivo di imprenditori di tutta Europa che funzionerà da cassa di risonanza delle istanze delle PMI.
La nuova strategia sarà sottoposta a un riesame periodico. La Commissione continuerà a pubblicare annualmente una rassegna delle prestazioni delle PMI (SME Performance Review). Tale pubblicazione monitorerà anche le politiche nazionali favorevoli alle start-up (indice "Europe Start-up Nations"), l'impegno delle PMI ad adottare pratiche commerciali sostenibili e la digitalizzazione delle PMI (indice DESI). Essa sarà presentata all'Assemblea annuale delle PMI dove sarà discussa per offrire l'opportunità di una partecipazione attiva ai portatori di interessi locali e alla più ampia comunità delle PMI.
La rete dei rappresentanti per le PMI e le altre istituzioni dell'UE saranno coinvolte nel monitoraggio dell'attuazione della strategia, ad esempio attraverso la relazione annuale trasmessa dai rappresentanti al Consiglio "Competitività" e il dialogo costante con il Parlamento europeo. Per preparare tale relazione, il rappresentante dell'UE per le PMI, insieme ai rappresentanti nazionali per le PMI, incontrerà i responsabili politici per le PMI e gli altri portatori di interessi degli Stati membri per discutere anche le questioni relative alle PMI individuate nel processo del semestre europeo. Sulla base dell'analisi ricavata da tali meccanismi di valutazione, il rappresentante dell'UE per le PMI si coordinerà con i rappresentanti nazionali per le PMI allo scopo di elaborare piani nazionali di attuazione della strategia per le PMI in collaborazione con i portatori di interessi dell'imprenditoria locale.
La definizione di PMI dell'UE è uno strumento fondamentale per garantire che la strategia sia rivolta ai giusti destinatari, vale a dire che fornisca sostegno e benefici alle imprese più bisognose. La Commissione ne controlla regolarmente l'idoneità a tal fine. Secondo una recente consultazione pubblica e sulla base di studi e indagini, la definizione funziona bene ed è facile da utilizzare per la stragrande maggioranza delle PMI dell'UE che sono piccole e autonome. La Commissione approfondirà ulteriormente alcune questioni specifiche sollevate, riguardanti ad esempio assetti proprietari complessi o "effetti lock-in", e presenterà una relazione in merito.
AZIONI PRINCIPALI
·La Commissione nominerà un rappresentante di alto livello dell'UE per le PMI.
·La Commissione rafforzerà la rete di rappresentanti per le PMI per intensificare il collegamento tra le istanze dell'UE e nazionali in materia di politica per le PMI.
·La Commissione istituirà un gruppo di ambasciatori dell'imprenditorialità strategica.
·Il rappresentante dell'UE per le PMI porterà avanti un'opera di sensibilizzazione sugli aspetti relativi alle PMI in un dialogo costante con il comitato per il controllo normativo.