PARERE

Comitato economico e sociale europeo

Status di protezione del lupo

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Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica la direttiva 92/43/CEE del Consiglio per quanto riguarda lo status di protezione del lupo (Canis lupus)

[COM(2025) 106 final - 2025/0058 (COD)]

NAT/953

Relatore: Josep PUXEU ROCAMORA

IT

Consultazione

Consiglio, 25/03/2025

Parlamento europeo, 31/3/2025

Base giuridica

Articoli 43, paragrafo 2 e 304 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea

Sezione competente

Agricoltura, sviluppo rurale e ambiente

Adozione in sessione plenaria

30/4/2025

Sessione plenaria n.

596

Esito della votazione
(favorevoli/contrari/astenuti)

154/9/17

1.Conclusioni e raccomandazioni

1.1Nell'UE è necessario ridurre le interazioni negative tra le popolazioni rurali, le aziende zootecniche e il lupo, migliorandone e gestendone la coesistenza.

1.2I dati scientifici e tecnici dimostrano che i modelli di gestione basati sull'eliminazione dei lupi non sono efficaci nel ridurre il livello dei danni, perché mantengono un continuo conflitto tra allevamento e lupo, tranne quando il numero di lupi eliminati è tale da incidere negativamente sul loro stato di conservazione, cosa che costituirebbe una violazione della direttiva 92/43/CEE.

1.3I modelli basati su misure preventive e conformi all'esigenza di preservare un soddisfacente stato di conservazione hanno dimostrato, dati scientifici alla mano, di costituire un'alternativa adeguata per ridurre i conflitti e progredire verso la coesistenza tra lupi e attività zootecnica. Per facilitare l'attuazione di queste misure occorre rafforzare e adeguare i quadri di finanziamento, come il Comitato ha auspicato nella relazione informativa NAT/825 1 .

1.4A tale proposito il CESE raccomanda quanto segue:

1.5Potenziare e adeguare le misure di finanziamento per migliorare e promuovere un modello di coesistenza efficace e sostenibile tra lupi e attività zootecnica.

1.6Incoraggiare lo sviluppo della ricerca applicata sulle tecniche di protezione del bestiame nei vari tipi di aziende zootecniche.

1.7Effettuare valutazioni individuali degli allevamenti ad alto rischio o gravemente danneggiati, ai fini dell'attuazione delle misure più appropriate di protezione del bestiame.

1.8Fornire consulenza alle aziende agricole in merito all'uso e al monitoraggio delle misure di protezione del bestiame.

1.9Risarcire rapidamente i danni, coprendone tutte le tipologie e non solo la morte di capi di bestiame, vale a dire la loro dispersione, gli aborti e il mancato guadagno dell'azienda.

1.10Promuovere forum per lo scambio di esperienze tra gli allevatori in merito all'attuazione di misure di protezione del bestiame.

1.11Applicare le migliori tecniche disponibili per l'analisi degli indizi e delle prove degli attacchi di lupi negli allevamenti di bestiame, al fine di poter stabilire con il minor margine di dubbio possibile se sono effettivamente opera di lupi o di cani inselvatichiti.

1.12Incoraggiare l'assunzione di pastori professionisti che rimangano con il bestiame nelle zone o nei periodi dell'anno in cui i danni potrebbero aumentare.

1.13Facilitare l'allevamento di cani da guardiania in grado di prevenire gli attacchi dei lupi, e fornire tali cani agli allevatori.

1.14Promuovere il ricorso a professionisti per la custodia del bestiame durante le attività di transumanza.

1.15Sostenere la formazione dei funzionari pubblici responsabili della stima dei danni e dell'offerta di informazioni e sostegno adeguati agli allevatori.

1.16Elaborare un protocollo coordinato per l'eliminazione e/o la rimozione selettiva di esemplari di lupi al fine di orientare e facilitare la corretta e opportuna attuazione delle deroghe al regime di protezione delle specie, nel rispetto della legislazione dell'UE e di quella nazionale (l'efficacia della misura adottata sarebbe monitorata e valutata retrospettivamente).

1.17Promuovere l'avvio di una consultazione sul lupo a livello europeo, che coinvolga tra l'altro le istituzioni dell'UE, gli Stati membri, i comuni e gli altri enti locali, i naturalisti, le organizzazioni agricole e zootecniche, gli organismi scientifici e le ONG.

1.18Ai fini del processo decisionale e della gestione è indispensabile il coinvolgimento della società civile a livello locale o regionale.

1.19Promuovere la diffusione delle conoscenze scientifiche sul lupo e sulla complessità della gestione della sua presenza.

1.20Sviluppare campagne di informazione destinate ai settori zootecnici sulle possibilità di coesistenza con il lupo e di riduzione delle situazioni di conflitto, nonché sulle linee di finanziamento disponibili.

1.21Promuovere l'attuazione di buone pratiche per l'osservazione del lupo.

1.22Elaborare campagne di informazione destinate agli sportivi e agli altri visitatori delle zone di allevamento, per avvertirli della presenza di cani da guardiania e informarli in merito alla funzione di tali cani e a come comportarsi in loro presenza.

2.Osservazioni generali

2.1Il presente parere risponde alla decisione adottata nel dicembre 2024 dal comitato permanente della convenzione di Berna su proposta dell'Unione europea, che ha modificato lo status del lupo (Canis lupus), spostando tale specie dall'allegato II (specie di fauna rigorosamente protette) all'allegato III (specie di fauna protette). La modifica è entrata in vigore tre mesi dopo la sua adozione.

2.2Il 7 marzo scorso, la Commissione europea ha presentato una proposta di direttiva (COM(2025) 106 final - 2025/0058 (COD)) che modifica la direttiva Habitat (92/43/CEE) per quanto riguarda la protezione del lupo.

2.3La proposta della Commissione (COM(2025) 106 final) mira a modificare la direttiva 92/43/CEE spostando il riferimento a tutte le popolazioni di lupi nell'UE all'allegato V ("Specie animali e vegetali di interesse comunitario il cui prelievo nella natura e il cui sfruttamento potrebbero formare oggetto di misure di gestione"), il che consentirebbe agli Stati membri di applicare approcci di gestione più flessibili. Allo stesso tempo, la proposta mantiene l'obbligo di garantire uno stato di conservazione soddisfacente di tale specie.

2.4Il lupo rimane una specie protetta e gli Stati membri devono raggiungere e mantenere, mediante misure di gestione e di tutela, uno stato di conservazione soddisfacente di detta specie.

2.5Il CESE prende atto della proposta della Commissione e sottolinea che il cambiamento dello status giuridico deve andare di pari passo con solide garanzie per garantire che lo stato di conservazione soddisfacente delle popolazioni di lupi sia mantenuto in linea con l'articolo 191 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE), in particolare considerando che in oltre la metà delle regioni biogeografiche dell'UE in cui sono presenti i lupi il loro stato di conservazione rimane sfavorevole, mentre gli Stati membri devono essere dotati di strumenti più efficaci per gestire i conflitti locali e promuovere la coesistenza con le comunità rurali e l'allevamento estensivo.

2.6La presenza di lupi contribuisce al controllo delle popolazioni di ungulati selvatici (capriolo, cervo, cinghiale, camoscio, alce, a seconda della regione) mediante predazione selettiva, favorendo l'equilibrio ecologico.

2.7Secondo la relazione sullo stato della natura pubblicata dalla Commissione europea nel 2020, sulla base dei dati degli Stati membri, le popolazioni di lupi, che erano state eradicate nella maggior parte delle regioni e dei paesi durante la prima metà del XX secolo, sono ora stabili o stanno aumentando e ricolonizzando vecchie aree di distribuzione. Alcuni paesi presentano uno stato di conservazione soddisfacente, mentre altri sono esposti al rischio di sovrappopolazione o di riduzione dell'area di distribuzione.

2.8Questa tendenza positiva non è però uniforme: la Spagna è l'unico Stato membro dell'UE in cui una popolazione di lupi si è estinta di recente, nella Sierra Morena. Ciò dimostra che alcune popolazioni di lupi sono in diminuzione, e che quindi è a maggior ragione necessario tutelarle. Per di più le popolazioni di lupi iberici presentano una scarsa variabilità genetica, il che le rende più vulnerabili ai fattori di rischio rispetto ad altre popolazioni più piccole ma più diversificate dal punto di vista genetico.

2.9Tale situazione può essere in parte spiegata dalla protezione giuridica e da atteggiamenti più favorevoli dell'opinione pubblica, nonché dal recupero delle loro specie prede (come cervidi e cinghiali) e dalla ricostituzione della copertura forestale. Lo spopolamento rurale di alcune regioni europee ha incoraggiato l'espansione della popolazione di lupi.

2.10Il ritorno del lupo in regioni in cui era assente da decenni rappresenta una sfida importante per gli Stati membri, in quanto questa specie è spesso associata a conflitti di diversa natura, specialmente per quanto riguarda i danni all'allevamento estensivo, cosa che genera conflittualità sociale nelle comunità rurali interessate.

2.11L'impatto del lupo sull'allevamento di bestiame su scala unionale e i danni complessivi al bestiame possono sembrare tollerabili a livello di singoli Stati membri, ma la loro concentrazione locale può causare una pressione significativa in alcune zone, con perdite economiche dirette e indirette difficili da quantificare e un impatto emotivo sugli allevatori.

2.12Secondo i dati riportati dagli Stati membri tra il 2013 e il 2018, le minacce cui è esposto il lupo rimangono eterogenee: attacchi illegali con armi da fuoco, avvelenamenti, urto contro infrastrutture e invasione di terreni agricoli.

Garantire in tutta l'UE uno stato di conservazione del lupo soddisfacente e compatibile con le attività sociali ed economiche nelle zone rurali

2.13Per garantire una conservazione soddisfacente del lupo nell'UE, senza compromettere le attività socioeconomiche nelle zone rurali, si raccomanda agli Stati membri di:

oIntensificare il controllo e il monitoraggio della specie nelle sue aree di potenziale espansione rispetto alle attuali zone di distribuzione.

oRafforzare i programmi di monitoraggio della specie, al fine di migliorare le conoscenze in merito alla sua distribuzione, alla struttura dei branchi e delle popolazioni in relazione all'età, alle abitudini comportamentali, alla mortalità non accidentale e alle interazioni con le attività umane.

oRafforzare i programmi volti a conoscere meglio la possibile efficacia delle diverse tecniche (contrasto, deterrenza) che possono ridurre i danni causati da questa specie all'allevamento estensivo.

oRafforzare i programmi di informazione e sensibilizzazione nelle aree di cui si può prevedere la ricolonizzazione da parte del lupo, al fine di adattare la percezione della società e di prevenire ed evitare possibili interazioni negative con l'allevamento estensivo.

oIncoraggiare l'azione del lupo nelle zone con una maggiore presenza di ungulati selvatici e in cui le pratiche di allevamento estensivo si sono ridotte o sono scomparse e la caccia sportiva non è in grado di controllare l'espansione di tali popolazioni.

oPromuovere la cattura e la rimozione di cani nei casi in cui vi sia il sospetto di un'ibridazione o siano presenti branchi misti di lupi e cani.

oCondurre azioni di informazione e di controllo per prevenire la promozione volontaria dell'ibridazione con i cani.

oAttuare campagne di sensibilizzazione dei settori coinvolti nella gestione dello spazio rurale sugli effetti ecologici, sociali, amministrativi e penali del ricorso a metodi illegali per uccidere i lupi.

oApplicare misure alternative di prevenzione dei danni, comprese tecniche atte a prevenire e attenuare la predazione negli allevamenti.

oIncoraggiare l'organizzazione di operazioni per monitorare e scoraggiare le pratiche illegali nelle zone con livelli record di conflitti dovuti ai danni al bestiame; il controllo della popolazione di lupi dovrebbe essere condotto sotto la supervisione della pertinente amministrazione e conformemente a criteri scientifici.

Bruxelles, 30 aprile 2025

Il Presidente del Comitato economico e sociale europeo

Oliver RÖPKE

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