NAT/948
L'agricoltura rigenerativa come traguardo da raggiungere
per un'agricoltura e una produzione alimentare sostenibili
PARERE
Sezione Agricoltura, sviluppo rurale e ambiente
L'agricoltura rigenerativa come traguardo da raggiungere per migliorare la produzione alimentare sostenibile contribuendo agli obiettivi in materia di clima e biodiversità
(parere d'iniziativa)
E-mail di contatto
|
nat@eesc.europa.eu
|
Amministratrice
|
Martine DELANOY
|
Data del documento
|
3/6/2025
|
Relatore: Stoyan TCHOUKANOV
Consigliere
|
Simon KRAEMER (per il relatore)
|
|
|
Decisione dell'Assemblea plenaria
|
21/1/2025
|
Base regolamentare
|
Articolo 52, paragrafo 2, del Regolamento interno
|
Sezione competente
|
Agricoltura, sviluppo rurale e ambiente
|
Adozione in sezione
|
3/6/2025
|
Esito della votazione
(favorevoli/contrari/astenuti)
|
37/0/5
|
Adozione in sessione plenaria
|
D/M/YYYY
|
Sessione plenaria n.
|
…
|
Esito della votazione
(favorevoli/contrari/astenuti)
|
…/…/…
|
1.Conclusioni e raccomandazioni
1.1Il Comitato economico e sociale europeo (CESE) riconosce che oggi in Europa vi è un numero crescente di operatori del settore agricolo e agroalimentare impegnati a favore di forme rigenerative di agricoltura, che rappresentano un movimento di agricoltura innovativa basata sulla natura finalizzato a una rigenerazione ecologica, economica e sociale responsabile.
1.2Il CESE ritiene che le forme rigenerative di agricoltura possano migliorare la produzione alimentare sostenibile, aiutando a conseguire gli obiettivi in materia di clima, salute del suolo e biodiversità e al tempo stesso aumentando sia il reddito degli agricoltori sia la produttività agricola e la resilienza agli eventi climatici estremi. L'agricoltura rigenerativa promuove una nuova narrazione per l'agricoltura in grado di guidare il rinnovamento del settore, attirandovi i giovani e i nuovi operatori e favorendo modelli imprenditoriali e finanziamenti sostenibili, sottolineando che l'agricoltura è parte della soluzione per combattere i cambiamenti climatici e la perdita di biodiversità, nonché rafforzando l'interconnessione tra ecosistemi sani e resilienti e la prosperità.
1.3Il CESE invoca pertanto l'adozione di un'interpretazione comune del termine "agricoltura rigenerativa" e dei benefici che le relative pratiche apportano alla società nel suo insieme, nonché un allineamento del quadro normativo dell'UE affinché riconosca l'importanza di tali pratiche agricole e garantisca loro un adeguato sostegno.
1.4Il CESE propone una definizione di agricoltura rigenerativa che ne metta in evidenza gli effetti positivi per i tre pilastri della sostenibilità: "L'agricoltura rigenerativa è un approccio all'agricoltura adattivo e basato sui risultati, consistente nell'applicare metodi comprovati dalla pratica e dalla scienza che hanno effetti positivi sull'ambiente, sui mezzi di sussistenza delle comunità agricole e sulla salute pubblica, garantendo rese resilienti, competitività, efficienza e risultati sociali".
1.5Dato che, anziché seguire un elenco prescrittivo di pratiche, le forme rigenerative di agricoltura sono orientate a risultati definibili, misurabili e verificabili, il CESE propone di utilizzare indicatori basati su risultati e prestazioni a breve e lungo termine, ricavati dai sistemi di controllo o di misurazione esistenti, per garantire la coerenza tra gli strumenti d'intervento delle politiche, i meccanismi finanziari, i quadri normativi e gli standard delle catene di approvvigionamento. Il CESE è convinto che l'utilizzo di questi indicatori aiuterà a compiere progressi, a motivare gli agricoltori e a fare in modo che vengano ricompensati, sulla base di tali misurazioni, per i risultati positivi conseguiti. L'applicazione specifica di tali indicatori nel contesto locale dovrebbe essere concordata con gli agricoltori.
1.6Il CESE sottolinea l'importanza di stabilire indicatori basati sui dati disponibili raccolti dalle autorità regionali, nazionali ed europee pertinenti oppure via satellite (evitando così oneri amministrativi per gli agricoltori), di centralizzare i dati senza duplicarli e di garantire la protezione dei dati per gli agricoltori. Tali indicatori potrebbero essere utilizzati anche per garantire la coerenza delle politiche in tutta la legislazione in materia di uso del suolo al di fuori del quadro della politica agricola comune (PAC).
1.7Il CESE ritiene che l'attuale quadro dell'UE non promuova in misura sufficiente le forme rigenerative di agricoltura, in particolare per quanto riguarda la salute del suolo, che deve essere considerata un bene pubblico.
1.8Il CESE esorta pertanto la Commissione europea e gli Stati membri dell'UE a favorire l'espansione delle forme rigenerative di agricoltura allineando i finanziamenti (a titolo della PAC e oltre, comprese l'economia circolare e la bioeconomia), ampliando notevolmente le misure in materia di salute del suolo / copertura del suolo nei piani strategici della PAC, potenziando o attivando servizi di consulenza indipendenti e reti di sostegno tra pari, supportando i cambiamenti di mentalità, conducendo progetti specifici di ricerca e innovazione, aumentando il sostegno agli investimenti, rafforzando la collaborazione pubblico-privato per incoraggiare gli investimenti e agevolando la cooperazione tra gli agricoltori e il settore delle imprese per incrementare la domanda (ad esempio attraverso la co-creazione e/o la riprogettazione dei portafogli di prodotti), semplificando e allineando i quadri normativi esistenti e promuovendo un clima di incentivi favorevoli (in particolare nei primi anni dopo la conversione), sostenendo regimi assicurativi per la transizione specifici al contesto, garantendo prezzi equi per i prodotti di qualità grazie a una migliore quota di valore nella filiera agroalimentare e assicurando migliori condizioni di trasferimento dei terreni. Il CESE è convinto che queste misure contribuiranno altresì al ricambio generazionale in agricoltura.
2.Introduzione
2.1Di fronte alla triplice crisi oggi attraversata dal nostro pianeta (cambiamenti climatici, inquinamento e perdita di biodiversità), abbiamo urgente bisogno di invertire numerose tendenze, e questo anche nel settore agricolo, per assicurare che esso continui a produrre per le generazioni future. In effetti, nell'UE il 60-70 % dei suoli è interessato da uno o più processi di degrado, l'UE è in ritardo rispetto agli obiettivi in materia di biodiversità
, la situazione del ciclo dell'acqua desta crescenti preoccupazioni e la qualità delle risorse idriche è sempre più difficile da gestire, con conseguenti perdite di resa e ripercussioni sui redditi degli agricoltori, mentre il numero delle aziende agricole nell'UE diminuisce ogni anno. Allo stesso tempo, la sovranità alimentare e l'autonomia strategica rimangono obiettivi fondamentali dell'Unione europea, in particolare alla luce degli ultimi sviluppi geopolitici.
2.2La rigenerazione dei sistemi agricoli si è dimostrata efficace nell'invertire queste tendenze in qualsiasi contesto. I benefici tangibili delle forme rigenerative di agricoltura e dei sistemi agricoli rigenerativi per il settore agricolo e la comunità agricola sono numerosi e continuano a essere dimostrati nella pratica e a livello di ricerca scientifica. Le ricerche più recenti mostrano che, anche nei territori con elevate rese agricole, gli agricoltori possono aumentare tali rese fino al 15 %, nonché ridurre l'uso di azoto sintetico fino al 23 % e l'uso di combustibili di oltre il 75 %, favorendo nel contempo l'uso sostenibile, la riduzione e l'eliminazione graduale dei pesticidi. È in atto una vera e propria rivoluzione nelle scienze del suolo e nell'innovazione agricola, e in questo ambito gli scienziati, gli imprenditori e gli agricoltori europei sono all'avanguardia a livello mondiale. L'applicazione sistematica di queste innovazioni nelle forme rigenerative di agricoltura comporta riduzioni significative dei fattori di produzione, una maggiore resilienza delle colture e del bestiame, una maggiore competitività, un aumento a lungo termine del reddito degli agricoltori e migliori mezzi di sussistenza per i lavoratori e le comunità rurali. Inoltre, aiuta il settore imprenditoriale a mettere a punto strategie aziendali più sostenibili (adeguamento alle esigenze future, riduzione dei rischi delle catene di approvvigionamento, maggiore conformità ai crescenti obblighi di comunicazione in materia ambientale, sociale e di governance ecc.). Per quanto riguarda la società in generale, tale approccio determina, tra l'altro, un aumento significativo della biodiversità, benefici per la salute pubblica, cattura del carbonio e diminuzione delle emissioni, oltre alla riduzione delle inondazioni e degli incendi boschivi e a una migliore gestione delle acque sotterranee grazie al ripristino dei cicli idrici naturali. In prospettiva, tutto ciò contribuisce a mitigare gli effetti dei fenomeni meteorologici estremi indotti dai cambiamenti climatici.
2.3A limitare la capacità degli agricoltori e delle imprese europee di impegnarsi pienamente ad attuare forme rigenerative di agricoltura sono ancora numerosi ostacoli: un rischio percepito e operativo della transizione per gli agricoltori, conoscenze limitate, oneri normativi, incertezza nella pianificazione della conversione, insufficiente sostegno agli investimenti, esposizione al rischio e mancanza di regimi assicurativi mirati, forte carico di lavoro burocratico, scarso riconoscimento delle attività svolte nella fissazione del prezzo, assenza di domanda del mercato per i prodotti ricavati da pratiche rigenerative (ad esempio, colture di copertura) e difficoltà di accesso ai terreni per una gestione a lungo termine. Per sbloccare il cambiamento, occorrono dati pubblici e privati più coerenti e armonizzati, regimi assicurativi e di sostegno finanziario per la transizione specifici al contesto, un quadro normativo prevedibile e sovvenzioni favorevoli, prezzi equi per i prodotti di qualità, servizi di consulenza indipendenti e reti di sostegno tra pari, nonché migliori condizioni di trasferimento dei terreni atte ad agevolare il ricambio generazionale.
2.4Il CESE ritiene che le forme rigenerative di agricoltura possano sviluppare una nuova narrazione per l'agricoltura che rientri tra le soluzioni intese a combattere i cambiamenti climatici e la perdita di biodiversità, rafforzare l'interconnessione tra ecosistemi sani e resilienti e prosperità, sostenere il rinnovamento del settore, rendere le catene di approvvigionamento adeguate alle esigenze future e incoraggiare nuove opportunità e innovazioni nel settore imprenditoriale, come pure sbloccare gli investimenti privati nell'agricoltura e attirare giovani e nuovi operatori in questo settore. Gli agricoltori rigenerativi contribuiscono ad accrescere la sicurezza alimentare europea e a garantire la competitività e la prosperità dell'Europa invertendo la stagnazione delle rese, sviluppando la resilienza ambientale e producendo alimenti, fibre e biomassa sani e di qualità; tutti fattori, questi, che promuovono l'adozione di un approccio "One Health". Le politiche che incentivano gli agricoltori in base alle loro prestazioni nella gestione del territorio possono ribaltare la percezione dell'agricoltura come settore poco gratificante, associato a un eccesso di burocrazia e a una scarsa creatività a causa del permanere di impostazioni prescrittive.
2.5Il CESE sottolinea che gli agricoltori dovrebbero disporre della flessibilità necessaria per applicare pratiche produttive adatte al clima, al contesto e al tipo di azienda agricola, al fine di ottenere risultati rigenerativi. Una maggiore comprensione da parte dell'opinione pubblica del fatto che ecosistemi sani, prosperità e salute pubblica sono tra loro intimamente connessi può fare degli agricoltori i motori fondamentali della competitività economica europea e del ripristino dell'ambiente in Europa.
2.6Il CESE sottolinea inoltre che l'agricoltura rigenerativa può rendere attuabili – e creare sinergie tra – le strategie dell'UE in materia di resilienza idrica, suolo, adattamento ai cambiamenti climatici, economia circolare e bioeconomia, le quali dovrebbero assicurare un pieno sostegno a tale forma di agricoltura, puntando altresì a garantire una transizione equa e l'adozione di pratiche circolari sostenibili, nel rispetto delle pratiche tradizionali e delle soluzioni basate sulla natura.
2.7Il CESE invoca l'adozione di approcci integrati, che combinino forme rigenerative di agricoltura con l'economia circolare e siano in linea con il patto dell'UE per l'industria pulita. L'integrazione dell'agricoltura rigenerativa, della circolarità e della bioeconomia – nelle zone rurali così come nell'agricoltura urbana – contribuirà a inserire meglio gli agricoltori nella catena di approvvigionamento e stimolerà le imprese più preparate ad affrontare il futuro, riducendo al contempo i rischi legati alle loro attività. Due esempi concreti in tal senso sono rappresentati dai poli alimentari circolari e dalla grande sfida di "ridisegnare il cibo" (
Big Food Redesign Challenge
), che incoraggiano la progettazione di nuovi prodotti utilizzando principi di progettazione circolare e creano un mercato per molti prodotti ricavati da forme di agricoltura rigenerativa (colture di copertura, cereali diversificati e prodotti agroforestali).
2.8Il CESE ravvisa nelle forme rigenerative di agricoltura un modo per garantire a una popolazione in crescita un approvvigionamento alimentare stabile, di qualità elevata e in costante miglioramento, e nel contempo uno strumento per conseguire gli obiettivi in materia di clima e sostenibilità e salvaguardare un modello di agricoltura familiare nell'UE.
3.Verso una definizione comune del termine "agricoltura rigenerativa" nel contesto della PAC per il dopo 2027
3.1Esistono diverse definizioni di "agricoltura rigenerativa", utilizzate da diversi attori della società come ricercatori, imprese, ONG, agricoltori e istituzioni internazionali. Il CESE riconosce che tutte le definizioni serie di agricoltura rigenerativa si basano sulla scelta deliberata di astenersi dal definire una serie di pratiche che, combinate tra loro, potrebbero costituire un sistema agricolo rigenerativo. Ciò che conta nei sistemi agricoli rigenerativi è l'adesione a principi che portano risultati e prestazioni misurabili e verificabili del terreno agricolo in un determinato contesto.
3.2Dal punto di vista scientifico, le forme rigenerative di agricoltura sono il risultato dei progressi dei metodi scientifici e di una serie di discipline specifiche: dalla microbiologia alle scienze della vita, dallo studio dei suoli a quello della biosfera, fino agli studi sull'acqua e sull'agricoltura e a molte altre ancora
. Nell'ottica di tale agricoltura, il microbioma del suolo è responsabile dell'alimentazione delle piante, le quali, a loro volta, sostengono i cicli biogeochimici, la biodiversità, gli animali da allevamento, gli esseri umani e la nostra bioeconomia. Tutte le pratiche associate a forme di agricoltura rigenerativa – come le colture di copertura, le colture furtive, le colture intercalari, la semina diretta, a bande e superficiale, i biofertilizzanti, la pacciamatura, la riduzione e l'uso sostenibile dei pesticidi, la gestione a rotazione e olistica del pascolo, l'agroforestazione, l'orticoltura senza scavo ecc. – contribuiscono ad aumentare, in misura proporzionale al rispettivo contesto, la fotosintesi in tutto l'arco dell'anno, la produttività primaria netta, la copertura del suolo e la salute dei terreni agricoli
.
3.3Esistono oltre 100 definizioni diverse di agricoltura rigenerativa. Ai fini del presente parere sono state esaminate quelle proposte da soggetti europei pionieri in questo campo come l'Università di Wageningen (Paesi Bassi)
, l'ONG NABU e il Boston Consulting Group, la piattaforma industriale SAI, l'iniziativa One Planet Business for Biodiversity (OP2B), la CEMA, la FAO e l'Alleanza europea per l'agricoltura rigenerativa (EARA).
3.4Stando così le cose, onde fugare il rischio di una "privatizzazione" della definizione di agricoltura rigenerativa, il CESE invoca l'adozione di una definizione operativa comune accettata da tutti gli attori della catena agroalimentare e sviluppata a partire dagli esiti del dialogo strategico. L'obiettivo è anche quello di evitare il ricorso a pratiche commerciali sleali e di incoraggiare la creazione di partenariati commerciali equi. In quanto "casa della società civile organizzata" dell'UE, il CESE propone una definizione strutturata intorno ai tre pilastri della sostenibilità: quello ambientale, quello sociale e quello economico.
3.5Per l'Unione europea la definizione di "agricoltura rigenerativa" potrebbe essere la seguente: "L'agricoltura rigenerativa è un approccio adattivo e olistico all'agricoltura consistente nell'applicare metodi, comprovati dalla pratica e dalla scienza, che hanno effetti positivi sull'ambiente (ad esempio, ma non solo, in termini di suoli sani e vitali, riduzione delle emissioni, cattura del carbonio, riduzione dei rischi connessi ai pesticidi, gestione delle risorse idriche e biodiversità), sui mezzi di sussistenza delle comunità agricole e sulla salute pubblica, garantendo rese resilienti, competitività, efficienza e risultati sociali (miglioramento dei mezzi di sussistenza, attrattiva del settore, rinnovamento generazionale e vitalità delle zone rurali)". Le forme rigenerative di agricoltura sono caratterizzate da risultati ed esiti ben precisi – definibili, misurabili e verificabili – piuttosto che da un elenco prescrittivo di pratiche da adottare. Un sistema è considerato rigenerativo se fa registrare nel tempo un miglioramento delle prestazioni economiche, ecologiche e sociali, anche tenendo conto di circostanze eccezionali.
3.6L'agricoltura rigenerativa non dovrebbe essere considerata in concorrenza con modelli agricoli ormai consolidati come l'agricoltura biologica, l'agricoltura conservativa, l'agroecologia ecc., né può essere intesa come un nuovo "termine sovraesteso" rispetto a tali modelli. L'agricoltura rigenerativa è piuttosto una narrazione inclusiva, condivisa da tutta una serie di pionieri attivi in tutti gli altri movimenti agroalimentari agricoli e intersettoriali, che offre un quadro concettuale di cooperazione pragmatica. Dal punto di vista della governance, l'agricoltura rigenerativa consente di intendere i diversi modelli agricoli come sistemi tra loro non alternativi, ma sinergici, nonché come presupposti per una migliore cooperazione pubblico-privato in vista della rigenerazione degli ecosistemi agroalimentari (facendo sì che i principali indicatori standard di sostenibilità registrino tendenze positive).
3.7Pur riguardando lo stesso contenuto dei tre pilastri della sostenibilità, la rigenerazione va al di là della sostenibilità stessa. L'agricoltura rigenerativa consente di riconoscere e apprezzare gli sforzi sistematici misurabili profusi dagli agricoltori per apportare miglioramenti già a partire dal primo giorno della transizione. Anziché indurre ad accontentarsi di mantenere una situazione di sufficienza prestabilita, la rigenerazione consente di spingersi oltre, offrendo incentivi all'adattamento, all'innovazione e al miglioramento continui. Un'altra differenza fondamentale tra la sostenibilità come era intesa inizialmente e il concetto emergente di "sostenibilità/rigenerazione rigenerativa" è che quest'ultima si fonda su una visione più olistica, che considera gli esseri umani e le loro economie come parte intrinseca della natura, nonché su una teoria del cambiamento nettamente diversa da quelle applicate oggi. Gli approcci rigenerativi partono dal potenziale anziché dalle criticità, perché focalizzarsi esclusivamente sulla soluzione dei problemi significa ipotecare un futuro ancora legato alle problematiche del presente e del passato anziché aperto all'intera gamma delle possibilità.
4.Criteri e strumenti di misurazione per sostenere e incentivare la transizione verso sistemi di agricoltura rigenerativa
4.1Per regolamentare e incentivare efficacemente le prestazioni dei sistemi agricoli, il CESE raccomanda di sviluppare indicatori basati sui risultati e sulle prestazioni stesse, adeguandoli alle specifiche circostanze regionali, nonché metodologie per collegare i dati raccolti a tali indicatori, in stretto dialogo con la comunità agricola. A tal fine, nonché per evitare duplicazioni, occorrerebbe privilegiare i dati provenienti da fonti esistenti a livello di Unione europea e di Stati membri nonché i sistemi di misurazione e verifica creati da iniziative private. Il CESE sottolinea il principio secondo cui i dati raccolti dovrebbero avere un valore ai fini del fabbisogno di dati sia all'interno che al di fuori dell'azienda agricola. L'impiego di parametri standardizzati consente di confrontare le prestazioni di aziende agricole e di regioni diverse. Oltre a promuovere la competitività, tale comparabilità favorisce il costante miglioramento dei risultati ambientali e socioeconomici. Parametri coerenti rafforzano inoltre la fiducia degli investitori e delle parti interessate, in quanto forniscono una base affidabile per valutare l'impatto delle pratiche rigenerative e il rendimento degli investimenti nelle iniziative di sostenibilità. La disponibilità di dati per l'agricoltore potrebbe accelerare la transizione e dovrebbe essere collegata all'analisi comparativa della sostenibilità proposta nella visione per l'agricoltura e l'alimentazione della Commissione europea. L'allineamento ai parametri genererà inoltre incentivi finanziari e investimenti coordinati nel settore agricolo.
4.2Il CESE sottolinea che l'attuazione di un linguaggio e di un'infrastruttura di dati condivisi sulla base di indicatori chiave di prestazione (ICP) per l'agricoltura rigenerativa offre l'opportunità di un radicale cambiamento per i portatori di interessi sia pubblici che privati. Allineando gli strumenti d'intervento delle politiche, i meccanismi finanziari, i quadri normativi e gli standard delle catene di approvvigionamento con i suddetti indicatori, è possibile conseguire un approccio alla rigenerazione agricola più coerente, efficace sotto il profilo dei costi e basato sulle prestazioni. L'armonizzazione dei dati tra i pagamenti della PAC, la pianificazione strategica, gli strumenti finanziari e gli incentivi alla catena di approvvigionamento (aumenti dei prezzi, contratti più lunghi, sostegno alla commercializzazione ecc.) non solo razionalizzerà gli oneri di comunicazione, ma propizierà anche un reale impatto economico, ecologico e sociale. Questo approccio integrato, infatti, promuove approcci rigenerativi, migliora la resilienza degli agricoltori e rafforza la bioeconomia e l'autonomia strategica dell'Europa.
4.3Gli indicatori chiave di risultato a breve termine per registrare e gestire – su base annua e a costi inferiori – la transizione verso sistemi agricoli rigenerativi andrebbero misurati per ettaro mediante telerilevamento utilizzando il sistema Copernicus. Gli indicatori in questione riguardano in particolare la fotosintesi e la copertura del suolo nell'arco di tutto l'anno, nonché la struttura dell'ecosistema e la diversità vegetale. Potrebbero essere utilizzati anche dati comunicati privatamente alle autorità statistiche nazionali riguardanti gli esiti, come quelli relativi alle rese di piante e animali (in megajoule (MJ) e tenore di N, P, K), al combustibile, all'energia, all'acqua, ai nutrienti (kg di N, P e K, fertilizzanti minerali e organici acquistati o venduti), ai prodotti fitosanitari e al carico animale (unità di bestiame/ha).
4.4Gli indicatori chiave di esito a lungo termine per misurare e gestire – almeno una volta ogni quattro anni o una volta per ogni rotazione delle colture e a costi inferiori
– la transizione verso sistemi agricoli rigenerativi comprendono analisi di precisione del suolo per ettaro effettuate in situ
, come quelle che rilevano il contenuto di carbonio organico nel suolo (SOC), la densità apparente, il pH, il fosforo, l'aumento del contenuto di macro e micronutrienti, la biodiversità del suolo e l'impatto socioeconomico sugli agricoltori.
4.5Gli indicatori chiave di prestazione (ICP) dell'agricoltura rigenerativa per misurare, regolare e incentivare la transizione verso sistemi agricoli rigenerativi in modo strategico, integrato e ottimale, tenendo conto di tutte le scale temporali, sono i seguenti:
·risultati annuali (o trimestrali) degli ICP, raccolti tramite informazioni provenienti dal telerilevamento e da altre fonti, per specifiche regioni pedoclimatiche e categorie di uso del suolo:
oICP 1: fotosintesi assoluta in tutto l'arco dell'anno
oICP 2: copertura assoluta del suolo in tutto l'arco dell'anno
oICP 3: miglioramento relativo, anno per anno, della fotosintesi nell'intero anno
oICP 4: miglioramento relativo, anno per anno, della copertura del suolo nell'intero anno
·risultati degli ICP comunicati o recuperati annualmente:
oICP 5: riduzione relativa, anno per anno, dei fattori produttivi acquistati
oICP 6: aumento relativo, anno per anno, delle rese stoccate o vendute
·risultati degli ICP rilevati con cadenza pluriennale con analisi di precisione per ettaro effettuata in situ:
oICP 7: carbonio organico totale assoluto nel suolo (SOC % e misurazione della densità apparente)
oICP 8: miglioramento relativo, anno per anno, del carbonio organico totale nel suolo (SOC % e misura della densità apparente).
5.Strategia dell'UE per orientare gli attuali sistemi agroalimentari verso un'agricoltura rigenerativa
5.1Le leve pubbliche e private possono funzionare fianco a fianco e in sincrono, quindi con un rapporto costi-benefici ottimale, soltanto se il processo è basato su un linguaggio e un'infrastruttura di dati condivisi (ICP per l'agricoltura rigenerativa). Gli agricoltori hanno bisogno di orientamenti utili, e l'uso di un'infrastruttura di dati armonizzata contribuirà a raggiungere questo obiettivo. L'apporto di tali dati contribuirà a migliorare gli incentivi basati sulle prestazioni, gli strumenti finanziari e i meccanismi di investimento, come pure la consulenza su misura per gli agricoltori. L'insieme di questi fattori favorirà il miglioramento dei mezzi di sussistenza e della produttività bioeconomica, come pure della salute umana e degli ecosistemi. L'utilizzo di un linguaggio di dati armonizzato (ICP per l'agricoltura rigenerativa) consente di adottare un approccio strategico misto.
5.2In questo contesto, il CESE sottolinea l'importanza di centralizzare i dati senza duplicarli e di garantire la protezione dei dati per gli agricoltori. Il CESE chiede di adottare un approccio che colleghi tra loro il sistema integrato di gestione e di controllo (SIGC) e i dati risultanti dall'attuazione della PAC nonché quelli di Eurostat, come pure quelli della Rete d'informazione sulla sostenibilità agricola (FSDN), in particolare per quanto riguarda i dati ambientali e sociali.
5.3Il CESE chiede alla Commissione europea di condurre una valutazione d'impatto granulare per esaminare la possibilità di allineare i pagamenti a titolo del primo pilastro della PAC con i risultati degli ICP per l'agricoltura rigenerativa raccolti con il telerilevamento. Tale obiettivo potrebbe essere conseguito passando gradualmente dal sostegno di base al reddito basato sulla superficie a incentivi finanziari legati ai risultati relativi alla fotosintesi e alla copertura del suolo, per anno e per ettaro, e basati su esiti in termini assoluti, comparati con i risultati di altri appezzamenti situati nella stessa regione pedoclimatica e rientranti nella stessa categoria di uso del suolo. Questi incentivi potrebbero aumentare in linea con la dimensione complessiva dell'azienda agricola per esercitare un impatto maggiore, e sarebbero adattati alle circostanze regionali.
5.4Il CESE raccomanda inoltre di valutare la possibilità di abbinare anche i pagamenti a titolo del secondo pilastro della PAC ai risultati degli ICP per l'agricoltura rigenerativa raccolti con il telerilevamento. Tale obiettivo potrebbe essere conseguito erogando incentivi ai giovani agricoltori e ai nuovi imprenditori agricoli con un pagamento per ettaro basato sulle prestazioni.
5.5Il CESE ritiene che, ai fini delle loro comunicazioni relative ai piani strategici della PAC, gli Stati membri potrebbero orientarsi verso l'uso di indicatori basati sui risultati relativi all'impatto economico, ecologico e sociale delle azioni intraprese. Come meccanismo complementare, pagamenti basati sui risultati ricompenserebbero gli agricoltori che abbiano ottenuto effetti positivi, come il miglioramento della biodiversità e della salute del suolo nonché la riduzione delle emissioni. Si dovrebbe fornire sostegno agli investimenti o concedere sgravi fiscali per l'acquisto di macchinari agricoli innovativi, tra cui quelli necessari per la semina invasiva minima e l'orticoltura commerciale, come pure per le recinzioni digitali e le tecnologie di biofertilizzazione nelle aziende agricole. E gli ICP per l'agricoltura rigenerativa sono funzionali a questo scopo.
5.6Il CESE suggerisce che gli ICP per l'agricoltura rigenerativa potrebbero essere utilizzati per garantire la coerenza e la semplificazione delle politiche in tutta la normativa in materia di uso del suolo al di fuori del quadro della PAC (come la direttiva relativa alla rendicontazione societaria di sostenibilità, la direttiva relativa al dovere di diligenza delle imprese ai fini della sostenibilità, la direttiva quadro sulle acque, il regolamento sull'uso del suolo, il cambiamento di uso del suolo e la silvicoltura, la tassonomia dell'UE, il regolamento UE sulla deforestazione, il quadro per una transizione giusta e l'analisi comparativa), anziché ricorrere a ipotesi e metodologie diverse per valutare le prestazioni. Gli ICP in questione dovrebbero essere utilizzati a tal fine in quanto migliorerebbero tutte le ipotesi e le metodologie attuali, garantendo un approccio solido, risoluto ed efficiente in termini di costi e realizzando nel contempo sinergie chiave grazie alla coerenza pratica tra le politiche tradotte nelle diverse direttive. Inoltre, questo impiego dei suddetti ICP ridurrebbe gli oneri di comunicazione per gli agricoltori ed eviterebbe la proliferazione di set di dati diversi.
5.7Il CESE raccomanda che i fondi di investimento e il sostegno degli Stati membri siano allineati agli ICP per l'agricoltura rigenerativa e diventino strumenti proattivi per facilitare la transizione verso tale forma di agricoltura. Analogamente, le autorità federali, regionali e locali dovrebbero essere incoraggiate a basare i sussidi che esse erogano agli agricoltori su questo stesso sistema di ICP per l'agricoltura rigenerativa.
5.8Per aumentare gli investimenti nell'autonomia strategica aperta dell'UE e raggiungere un livello elevato di competitività, sono necessari una transizione mista e il finanziamento del rischio. Attualmente, né i pagamenti pubblici per alleviare gli effetti della crisi, né la riduzione degli interessi sui pagamenti per il debito, né i pagamenti per l'assicurazione dei raccolti creano incentivi significativi all'adattamento. È necessaria un'azione coraggiosa per finanziare e ridurre i rischi della transizione, anche nell'agricoltura rigenerativa. Il CESE raccomanda inoltre di istituire regimi assicurativi adeguati per coprire i rischi durante il processo di conversione.
5.9Un quadro di transizione che comprenda il sostegno agli investimenti, le assicurazioni, la riduzione degli interessi sul debito e i meccanismi di ristrutturazione deve essere interamente ancorato agli ICP per l'agricoltura rigenerativa. Questo nuovo quadro dovrebbe includere orientamenti sui finanziamenti di transizione per il settore agricolo, definendo le modalità (comprese prove di stress e simulazioni) per misurare e gestire il successo e i rischi dell'attività agricola attraverso una gestione del rischio di credito adattata, la valutazione del rischio d'impresa, la gestione dell'esposizione e la gestione del rischio di mercato.
5.10Il CESE sottolinea la necessità cruciale di incentivare l'adozione degli ICP relativi all'agricoltura rigenerativa nei contratti della catena di approvvigionamento in quanto norme secondarie, come pure di incoraggiare le imprese di tutto il settore alimentare a riprogettare i prodotti in linea con i principi dell'economia circolare. A tal fine è necessario sviluppare nuovi prodotti o riconfigurare quelli esistenti per incorporare i risultati dei sistemi rigenerativi, come le colture di copertura, i cereali diversificati e i prodotti agroforestali, per i quali non vi è attualmente una forte domanda di mercato. Senza questo effetto di attrazione da parte di acquirenti e dettaglianti, gli agricoltori dovranno affrontare notevoli ostacoli all'adozione di pratiche rigenerative a causa dell'assenza di mercati redditizi per molti dei prodotti così ottenuti. Attualmente questo avviene già nelle reti del settore privato come la piattaforma SAI, l'iniziativa One Planet Business for Biodiversity (OP2B) e il Consiglio mondiale delle imprese per lo sviluppo sostenibile (WBCSD). Garantendo, grazie agli ICP per l'agricoltura rigenerativa, la coerenza delle politiche nella normativa di cui al punto 5.6, l'UE potrebbe accelerare notevolmente l'allineamento con il settore privato, gli investimenti e la competitività.
5.11Come incentivo per il settore della trasformazione alimentare, gli ICP in questione potrebbero essere inclusi nel codice di condotta dell'UE sulle pratiche commerciali e di marketing responsabili. Il CESE ha infatti salutato con favore il codice di condotta in questione, che dovrebbe continuare a fungere da piattaforma collaborativa per pratiche commerciali responsabili e sostenibili. Il CESE ha già avuto occasione di evidenziare i limiti dell'approccio volontario, chiedendo l'adozione di misure legislative e regolative che garantiscano una transizione rapida e agevole verso la sostenibilità.
5.12Il CESE sottolinea l'importanza, in tale contesto, del ruolo dei consumatori ma anche di quello degli appalti pubblici verdi, in vista del futuro atto legislativo dell'UE sull'economia circolare, riguardo al quale si potrebbe valutare la possibilità di introdurre appalti obbligatori a sostegno dell'economia circolare. Iniziative d'informazione ed educazione, unitamente a pratiche trasparenti di etichettatura degli alimenti, metteranno il consumatore in condizione di scegliere l'opzione più sostenibile, compresi i prodotti dell'agricoltura rigenerativa. A tal fine, l'uso di una definizione comune di tale forma di agricoltura sarà un presupposto essenziale. L'etichettatura digitale dei prodotti alimentari potrebbe essere utile per fornire informazioni al riguardo ai consumatori.
5.13Il CESE ribadisce la necessità di intervenire per ampliare l'accesso ai terreni (attraverso sovvenzioni agli investimenti, crediti agevolati e la legislazione nazionale in materia di trasferimento di terreni). È inoltre opportuno sostenere il miglioramento dell'accesso ai terreni attraverso condizioni preferenziali di affitto e acquisto per i pionieri dell'agricoltura rigenerativa, nonché per i nuovi e i giovani agricoltori.
Bruxelles, 3 giugno 2025
Il presidente della sezione Agricoltura, sviluppo rurale e ambiente
Peter SCHMIDT
_____________