PARERE
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Comitato economico e sociale europeo
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Seguito dato alle misure in materia di inflazione ed energia; resilienza energetica dell'UE nei settori economici essenziali
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Seguito dato alle misure in materia di inflazione ed energia;
resilienza energetica dell'UE nei settori economici essenziali
(parere d'iniziativa)
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TEN/803
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Relatore: Felipe MEDINA MARTÍN
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Decisione dell'Assemblea plenaria
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25/01/2023
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Base giuridica
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Articolo 52, paragrafo 2, del Regolamento interno
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Parere d'iniziativa
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Sezione competente
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Trasporti, energia, infrastrutture e società dell'informazione
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Adozione in sezione
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26/06/2023
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Adozione in sessione plenaria
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12/07/2023
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Sessione plenaria n.
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580
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Esito della votazione
(favorevoli/contrari/astenuti)
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151/1/2
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1.Conclusioni e raccomandazioni
1.1Il presente parere del CESE mira a valutare l'impatto sulle imprese europee, sui loro lavoratori e su tutti i cittadini europei della crisi energetica scoppiata a seguito della pandemia di COVID-19 e della guerra di aggressione russa contro l'Ucraina. Il CESE rileva che in tutta l'economia si sono verificati problemi di ampia portata, tra cui aumenti sproporzionati dei costi di produzione, riorganizzazione delle catene di approvvigionamento, difficoltà nella fornitura di prodotti alimentari e di altri beni, aumento dei costi di investimento e perdita di potere d'acquisto per le famiglie europee.
1.2Il CESE esprime preoccupazione per i livelli elevati raggiunti dall'inflazione in Europa prima a causa dei costi dell'energia e delle materie prime, e poi a causa dei prezzi dei servizi e dei beni industriali. L'inflazione in Europa è oggi al livello più alto mai registrato dall'introduzione dell'euro. Il CESE esorta le istituzioni europee a istituire meccanismi di controllo come quelli menzionati nel documento elaborato dall'Ufficio europeo delle unioni dei consumatori (BEUC). Essi dovrebbero comprendere, ad esempio, la piena attuazione delle misure stabilite nel progetto di regolamento del Consiglio, che prevede una riforma e un adeguamento sostanziali dell'assetto del mercato dell'energia elettrica. Il CESE invita gli Stati membri dell'UE ad applicare gli atti dell'UE già adottati, come il pacchetto Energia pulita, che contribuisce ad accelerare la transizione verde e ad approfondire il mercato interno.
1.3Il CESE ritiene che il quadro temporaneo di crisi riveduto dell'UE debba essere riformato con urgenza alla luce degli enormi aumenti dei costi derivanti dalla guerra in Ucraina e dalla crisi energetica. Raccomanda altresì di applicare il quadro temporaneo per gli aiuti di Stato in modo tale che gli aiuti previsti dal regolamento relativo a un intervento di emergenza per il rincaro dei prezzi dell'energia e dal dispositivo per la ripresa e la resilienza siano rivolti a tutti i settori colpiti dalla crisi energetica, con particolare attenzione ai settori essenziali, per non compromettere la capacità di sopravvivenza di numerose imprese, evitare un impatto negativo sul costo della vita per i consumatori e non incidere negativamente sulla capacità di questi ultimi di reperire quotidianamente i prodotti di base. Inoltre il CESE chiede ancora una volta l'introduzione di una "regola aurea" che consenta di effettuare i necessari investimenti pubblici.
1.4Il CESE ritiene che le famiglie e i settori chiave debbano beneficiare dei piani volti a ridurre l'impatto dei prezzi elevati dell'energia. Sebbene in alcuni settori siano stati registrati profitti molto elevati, con un aumento sostanziale del 26,8 % rispetto al trimestre precedente, le dichiarazioni di fallimento nell'UE hanno raggiunto il livello di 113,1, il più alto mai registrato, secondo un indice utilizzato da Eurostat per misurare il tasso di fallimento nell'UE rispetto al parametro di riferimento 100 nel 2015. Il CESE invita la Commissione e gli Stati membri ad adoperarsi, quando attuano misure volte a ridurre la domanda negli orari di punta, per garantire che le famiglie e i settori chiave possano approvvigionarsi di energia in modo costante. Allo stesso tempo, alcune imprese, principalmente nel settore dell'energia, hanno aumentato i loro profitti "sulla scia" dell'inflazione esistente, come ha osservato la BCE. I profitti in questo settore hanno continuato ad alimentare l'inflazione nell'UE e devono essere affrontati.
1.5La crisi energetica si è ripercossa sull'economia – in termini di elevata inflazione, crescita economica debole e forte pressione sulle finanze pubbliche – e sul potere d'acquisto delle famiglie e delle imprese, con anche una perdita di competitività economica esterna. Sulla base delle raccomandazioni della BCE, il CESE suggerisce di adottare il criterio detto della "tripla T verde", affinché i futuri interventi siano su misura, mirati e a prova di transizione (Tailored, Targeted, Transition-proof). Misure di prezzo non selettive, come il tetto ai prezzi di determinati prodotti alimentari, non farebbero che prolungare a lungo termine il periodo di elevata inflazione.
1.6Il persistere di un'inflazione elevata, dovuta in particolare ai prezzi dell'energia, provoca una perdita generale del potere d'acquisto dei lavoratori, dei consumatori e delle imprese europei, con ripercussioni sul tenore di vita di molte famiglie, oltre che sulla domanda interna e sulla crescita; questo fattore, associato al mantenimento della politica monetaria di aumento dei tassi di interesse, ha un impatto negativo anche su numerose imprese. Il CESE ritiene che il dialogo sociale nel settore dell'energia sia importante per trovare le decisioni appropriate a livello nazionale.
1.7Il Comitato esorta i governi a incoraggiare l'attuazione di misure per il risparmio energetico e di efficienza energetica nelle imprese e nelle abitazioni, in modo da poter ridurre in modo permanente la domanda di energia. Occorre pertanto sostenere l'espansione delle energie rinnovabili per ridurre la nostra dipendenza dai combustibili fossili (creando le condizioni giuridiche e fiscali necessarie, compresa l'introduzione di una "regola aurea" per gli investimenti). La situazione attuale deve servire da trampolino per accelerare la decarbonizzazione dell'economia dell'UE. Tali misure devono essere accompagnate da garanzie di non delocalizzazione collegate a sostegni finanziari. È giunto il momento di effettuare gli investimenti (e di creare il quadro fiscale) necessari per una trasformazione energetica europea diretta a ridurre la dipendenza dai combustibili fossili. Il CESE ritiene inoltre che si debba procedere con le modifiche proposte nel contesto di REPowerEU per razionalizzare e accelerare il rilascio delle autorizzazioni per l'installazione di infrastrutture per le energie rinnovabili. In tale contesto, il CESE esorta l'UE e gli Stati membri a valutare in che modo si possa garantire che il prezzo pagato per l'energia in eccesso immessa nella rete renda possibili investimenti sostenibili volti ad aumentare al massimo la capacità di produrre energia rinnovabile e di condividerla con altri consumatori quando supera il fabbisogno per l'uso proprio. Il rinnovo dell'assetto del mercato dell'energia deve entrare a far parte dell'agenda a lungo termine della Commissione europea, al fine di scongiurare future perturbazioni dell'approvvigionamento energetico e prezzi esorbitanti.
2.Osservazioni generali
2.1L'ondata di inflazione che sta investendo l'Europa ha carattere generale e vi si possono distinguere chiaramente due fasi. La prima ha avuto inizio con il periodo di ripresa successivo al confinamento della popolazione dovuto alla pandemia di COVID-19. La brusca ripartenza di tutti i settori ha causato strozzature nelle catene di approvvigionamento che hanno determinato un aumento dei costi delle materie prime e delle spese di trasporto. Fra gennaio 2020 e marzo 2022 i prezzi delle materie prime hanno fatto registrare un aumento del 101 %, mentre nello stesso periodo le spese di trasporto merci sono cresciute del 545 %.
2.2Una seconda fase inflazionistica è stata innescata dalla guerra di aggressione russa contro l'Ucraina e dal conflitto scaturitone a partire dal febbraio 2022. In tale occasione, lo shock si è concentrato sull'energia e su alcuni prodotti che sia la Russia sia l'Ucraina fornivano all'UE in grandi quantità, vale a dire gas naturale, grano, olio di girasole e fertilizzanti. Tra febbraio e aprile 2022 i prezzi di detti beni sono aumentati rispettivamente del 18,6 %, del 16,8 %, del 38,6 % e del 16,7 %, facendo successivamente registrare un calo, sebbene ancora nel marzo 2023 l'indice dei prezzi delle materie prime dell'FMI fosse superiore del 40,9 % rispetto ai livelli del gennaio 2020, mentre i noli dei trasporti erano superiori del 3,6 %.
2.3Questi andamenti si sono ripercossi sull'economia mondiale ed europea sotto forma di inflazione. Nel mese di ottobre, il tasso di variazione sui 12 mesi dell'indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) della zona euro ha raggiunto quota 11,5 % (Eurostat). Si tratta di valori che non si vedevano dal secolo scorso e che, nonostante i miglioramenti registrati negli ultimi mesi (nel marzo 2023 il tasso era pari all'8,3 %), si stanno rivelando molto difficili da contenere. La prova che lo shock sui prezzi non è un fenomeno passeggero, come ritenuto inizialmente, è il fatto che l'inflazione di fondo (da cui è esclusa l'energia) continua a mostrare una traiettoria ascendente in gran parte dell'Europa. Ciò potrebbe indicare che la politica monetaria applicata dalla BCE non sta dando i frutti sperati.
3.Impatto dell'inflazione sull'economia europea
3.1Il CESE osserva che le prospettive economiche sono peggiorate in seguito all'invasione russa dell'Ucraina avvenuta nel febbraio 2022. Lo scenario economico previsto per i prossimi anni dovrebbe essere caratterizzato da un rallentamento rispetto al 2022, sebbene queste proiezioni stiano migliorando nel corso dei mesi. Mentre in inverno la Commissione europea stimava una crescita del PIL dell'UE nel suo insieme pari allo 0,8 % nel 2023 e a un modesto 1,6 % nel 2024, nelle recenti previsioni di primavera tali percentuali sono salite rispettivamente all'1,0 % e all'1,7 %. Parallelamente, l'inflazione dovrebbe diminuire gradualmente, anche se a un ritmo più lento di quanto previsto inizialmente (9,2 % nel 2022, 6,7 % nel 2023, 3,1 % nel 2024). Il mercato del lavoro sarà in tensione a causa della bassa crescita, mentre il debito pubblico sta seguendo una traiettoria ascendente dovuta, tra l'altro, al rapido aumento dei tassi di interesse da parte della BCE, una situazione che eserciterà pressioni di bilancio nella maggior parte degli Stati membri.
3.2I 96,5 milioni di europei a rischio di povertà o di esclusione sociale sono i più colpiti dall'inflazione elevata. Il 41 % degli intervistati in un'indagine di Eurobarometro menziona i prezzi, l'inflazione e il costo della vita come uno dei problemi più importanti che il proprio paese deve affrontare, prima della sanità (32 %) e della situazione economica (19 %).
3.3Come conseguenza delle decisioni politiche adottate, l'UE ha assistito a un taglio quasi totale delle forniture di gas provenienti dalla Russia, e quasi la metà degli Stati membri è stata colpita in qualche misura dalla riduzione delle forniture. L'aumento dell'inflazione e dei prezzi dei prodotti di base, la carenza di manodopera e le interruzioni nelle catene di approvvigionamento mondiali si stanno ripercuotendo negativamente sulle catene di approvvigionamento in Europa, sia per i prodotti alimentari che per quelli non alimentari. Secondo le previsioni economiche dell'OCSE, nel 2023 la crescita mondiale subirà un brusco rallentamento, attestandosi intorno al 2,2 %.
3.4Secondo la BCE, all'aumento dei prezzi dell'energia sono imputabili due terzi del differenziale di inflazione nella zona euro. Secondo la Commissione, tra il 2019 e il 2022 l'aumento dei margini di profitto è stato del 54 % nel settore dell'energia, laddove i salari sono aumentati solo del 6 %. La perdita generale di potere d'acquisto dei lavoratori, dei consumatori e delle imprese europei non sta avendo un impatto soltanto sul tenore di vita di numerose famiglie, ma, se non vi viene posto rimedio, potrebbe anche incidere sulla domanda interna e sulla crescita e, quindi, su altri settori di attività; e tutto questo è dovuto anche alla continuità della politica monetaria che consiste nell'aumentare i tassi di interesse. Il CESE ritiene che il dialogo sociale nel settore dell'energia sia importante per trovare le decisioni appropriate a livello nazionale.
3.5In Europa, mentre i prezzi al consumo sono generalmente aumentati, l'andamento degli stipendi è stato meno erratico, il che ha determinato una riduzione del potere di acquisto dei cittadini europei, in particolare di quelli più vulnerabili, che non dispongono di strumenti per proteggersi dall'inflazione. Si stanno difatti già osservando cambiamenti nel comportamento dei consumatori per effetto della perdita di potere d'acquisto delle famiglie, che devono far fronte a una grave crisi del costo della vita legata all'impennata delle bollette dell'energia e all'impatto dell'inflazione. Gli strumenti applicati dagli Stati membri per proteggere i consumatori domestici vulnerabili sono molto vari e in alcuni casi la loro efficacia può essere limitata. La Commissione europea dovrebbe considerare la possibile applicazione, da parte delle autorità di regolamentazione e dei responsabili politici, di norme minime per proteggere e sostenere i consumatori domestici vulnerabili.
3.6Uno dei settori che risentono maggiormente dell'effetto combinato della pandemia e della guerra è quello della produzione alimentare (agricoltura, allevamento e industria alimentare) e della distribuzione di prodotti alimentari ai consumatori finali. La vicinanza della guerra e il suo impatto sui mercati dell'energia e delle materie prime stanno causando un divario tra l'Europa e i mercati internazionali per quel che riguarda i prezzi dei prodotti agricoli, con un aumento maggiore di tali prezzi in Europa. Così, secondo il Commodity price dashboard (tabella dei prezzi dei prodotti di base) di aprile 2023, il tasso di crescita dei prezzi della maggior parte dei prodotti agricoli europei è superiore a quello mondiale, specie per quanto riguarda i prodotti a base di carne. Gli andamenti illustrati determinano tre effetti importanti. In primo luogo, la popolazione europea risente maggiormente dell'inflazione per i prodotti di prima necessità considerati nel loro insieme. In secondo luogo, i prodotti alimentari europei stanno perdendo competitività a livello internazionale. In terzo luogo, i prezzi pagati agli agricoltori sono aumentati a causa dell'aumento dei costi di produzione.
3.7Al di là della spirale dei costi dell'energia, la guerra di aggressione russa contro l'Ucraina ha innescato enormi sfide nella catena di approvvigionamento degli alimenti, quali: l'aumento dei prezzi dei principali fattori di produzione (mangimi, fertilizzanti) e la scarsità di taluni prodotti di base (ad esempio, gli oli vegetali o il grano) necessari per mantenere una catena di approvvigionamento pienamente funzionante. L'effetto a catena dell'aumento dei costi sta spingendo a ridurre la produzione di fertilizzanti, il che comporterà un ulteriore aumento dei prezzi. Le siccità registrate durante l'estate del 2022 e quelle a cui si sta assistendo in tutta Europa dall'inizio del 2023, riducendo l'offerta disponibile, stanno esercitando pressioni ancora maggiori sui prezzi.
3.8Alcuni settori essenziali, compresi le imprese e i lavoratori, che in nessuna circostanza possono interrompere la propria attività, sono esposti a una duplice difficoltà: da un lato, un minor numero di consumatori disposti a pagare e, dall'altro, l'aumento dei costi, in particolare quelli legati alle bollette dell'energia, che hanno raggiunto livelli record. Le imprese del settore alimentare hanno cercato di limitare l'aumento dei costi per offrire ai consumatori prezzi competitivi e ora temono una crisi dei consumi (M. Hidalgo, 2023; Eurocommerce, 2023). Il governo spagnolo, nella sua prima relazione dell'osservatorio dei margini, pubblicata recentemente, ha osservato che i margini all'interno della filiera alimentare sono diminuiti del 25 % dal 2021, pertanto risulta evidente che l'evoluzione dei margini di profitto è molto eterogenea.
Allo stesso tempo, alcune imprese, principalmente nel settore dell'energia, hanno aumentato i loro profitti "sulla scia" dell'inflazione esistente, come ha osservato la BCE. I profitti in questo settore hanno continuato ad alimentare l'inflazione nell'UE e devono essere affrontati.
3.9La Banca di Spagna ricorda gli effetti molto positivi che la cosiddetta "eccezione iberica" o il cosiddetto "meccanismo iberico" ha avuto sul sistema di fissazione dei prezzi del mercato dell'energia elettrica. Cita inoltre l'impatto positivo, benché più limitato, della riduzione dell'IVA sui prezzi dei prodotti alimentari e del carburante, anche se aggiunge che la misura avrebbe avuto un costo inferiore se la si fosse concentrata sugli aiuti alle famiglie a basso reddito. La Banca di Spagna si sofferma anche sull'impatto positivo che hanno avuto gli aumenti decisi dal governo spagnolo per il salario minimo interprofessionale, le pensioni e il reddito minimo vitale al fine di attenuare gli effetti dell'inflazione sulle famiglie a basso reddito.
4.Impatto dell'aumento dei costi dell'energia sulla redditività delle imprese europee
4.1I prezzi all'ingrosso dell'energia elettrica e del gas sono aumentati di 15 volte dall'inizio del 2021, con gravi conseguenze per i consumatori e le imprese. I governi europei hanno iniziato ad attuare una serie di politiche per rispondere a tale situazione. Una tipologia di politiche mira ad attenuare l'impatto dell'aumento dei costi sui consumatori e sulle imprese. Un'altra tipologia di misure mira invece a stabilizzare e ridurre i prezzi all'ingrosso e a garantire la sicurezza energetica. Il CESE esorta la Commissione europea e gli Stati membri a intraprendere un'ampia riforma dell'assetto del mercato dell'energia elettrica e del sistema di calcolo dei prezzi dell'energia elettrica, in linea con quanto indicato nel proprio parere TEN/793.
4.2I prezzi dell'energia si ripercuotono in maniera molto varia sui costi delle imprese: in primo luogo, attraverso il costo della fornitura stessa di energia elettrica, in secondo luogo, in maniera indiretta, tramite gli impatti sul resto della catena di approvvigionamento, e in terzo luogo attraverso le conseguenze finanziarie che ne possono derivare. A titolo di esempio, uno studio del Banco de España pubblicato ex ante nella primavera del 2022 ha stimato che un aumento cumulativo del 25 % del costo dell'energia per le imprese determinerebbe una riduzione dell'1,6 % del loro VAL (valore aggiunto lordo) nel 2023. Quello citato è tuttavia un effetto medio. La relazione rileva che alcuni settori risentono più di altri delle circostanze: l'industria dell'estrazione del petrolio e del gas naturale è quella che si avvantaggia di più della situazione, mentre i settori maggiormente danneggiati sono: pesca e acquacoltura, trasporto terrestre, trasporto marittimo e per vie navigabili interne, commercio e riparazione di autoveicoli, agricoltura e allevamento, istruzione, trasporto aereo, attività immobiliari, cokeria e raffinazione del petrolio, attività sanitarie e servizi sociali e settore alberghiero e della ristorazione. Alcuni di questi settori hanno dimostrato la loro importanza per il buon funzionamento dell'economia dell'UE durante la pandemia. Molti dei settori più colpiti, pur non essendo settori ad alta intensità di energia elettrica nelle rispettive attività di produzione, ne sono tuttavia grandi consumatori.
4.3Oltre all'impatto diretto e indiretto sul VAL (i margini) delle imprese, un altro impatto può manifestarsi nella forma di una maggiore vulnerabilità finanziaria. La relazione del Banco de España menziona i settori maggiormente colpiti. Viene indicato un primo gruppo di settori particolarmente vulnerabili, che non solo incorrerebbero in un indebitamento eccessivo, ma mostrerebbero anche una redditività negativa nel 2023, vale a dire: commercio e riparazione di autoveicoli, trasporto terrestre e trasporto mediante condotte, pesca e acquacoltura, agricoltura e allevamento, industria tessile, abbigliamento, cuoio e calzature.
4.4Con la riduzione delle scorte di gas naturale accumulate in Europa (il volume stoccato nel maggio 2023 era pari al 68 %), ci troveremo ad affrontare ulteriori sfide nella gestione della nostra politica energetica. Dal momento che il divario tra i quantitativi precedentemente forniti dalla Russia e quelli garantiti dai fornitori alternativi non è ancora stato eliminato, è improbabile che si assisterà a una riduzione dei prezzi nel breve termine. Si è invece verificata una significativa riduzione della domanda. I prezzi dell'energia elevati determinano una minore competitività della nostra industria e delle nostre catene di approvvigionamento, condizione che favorisce a sua volta l'esternalizzazione delle attività al di fuori del territorio dell'UE, riducendo in tal modo l'indipendenza strategica dell'Unione. Gli impatti sulle famiglie, specie quelle più vulnerabili, sono particolarmente significativi, con una percentuale crescente di persone a rischio di povertà o in condizioni di povertà. Tali sviluppi si protrarranno almeno fino al 2024. Il CESE raccomanda di adottare una serie di provvedimenti per far fronte a questi problemi, tra cui: garanzie di localizzazione delle aziende collegate agli aiuti finanziari, nuove e necessarie misure di risparmio energetico e di efficienza energetica per le imprese finalizzate alla riduzione della domanda, ingenti investimenti e le necessarie condizioni generali di bilancio per sviluppare la produzione di energia rinnovabile al fine di ridurre la dipendenza dai combustibili fossili.
4.5Di conseguenza, a causa dell'esplosione dei costi dell'energia, molte imprese e famiglie si trovano sempre più spesso in una situazione che rischia di minacciarne la stessa sussistenza. Malgrado l'inverno sia stato relativamente mite, non possiamo aspettarci che le condizioni ambientali siano sempre favorevoli. È opportuno pertanto adottare misure per proteggere le famiglie particolarmente vulnerabili, destinando loro misure specifiche in questo campo.
4.6Nel caso delle aziende, gli aumenti ingenti dei costi d'impresa, associati alla riluttanza dei consumatori a spendere, possono in alcuni casi anche condurre a delocalizzazioni forzate. Tale scenario, tuttavia, non può riguardare le imprese che forniscono un servizio essenziale ai clienti e al resto della catena di approvvigionamento e che non possono semplicemente interrompere le loro attività a causa dell'aumento dei prezzi dell'energia.
4.7Mentre durante la pandemia di COVID-19 un gran numero di settori e i relativi lavoratori sono stati considerati essenziali, nell'attuale crisi energetica si è fatta particolarmente notare l'assenza di tale riconoscimento. Finora gli Stati membri non hanno fornito alcun sostegno specifico a molti di questi settori. Le imprese appartenenti ai settori in questione, e i rispettivi lavoratori, hanno fatto del loro meglio per tutelare i consumatori, persino a discapito dei propri margini, e hanno difficoltà a trasferire interamente ai clienti il costo dell'aumento esorbitante delle bollette dell'energia. Si tratta di una situazione insostenibile a lungo termine. Analogamente, il CESE ritiene che i cittadini non siano protetti dai governi nella stessa misura in cui sono stati tutelati nel momento della pandemia.
4.8Molte imprese stanno realizzando numerosi investimenti per ridurre il consumo di energia e aumentare la propria capacità di ricorrere in misura maggiore alle energie rinnovabili. Il CESE ritiene che le imprese possano anche fungere da acceleratori per l'elettrificazione dei trasporti e per la sostituzione del gas a fini di riscaldamento, svolgendo un ruolo chiave nella transizione energetica e nel conseguimento degli obiettivi dell'UE in materia di energie rinnovabili per il 2030. A tal fine sarà tuttavia necessario un quadro normativo favorevole, come il rilascio di autorizzazioni e la lotta contro i disincentivi tariffari nell'aumento della produzione di energia.
4.9Il CESE sottolinea l'importanza di allineare gli obblighi definiti da REPowerEU e quelli relativi all'efficienza energetica degli edifici al sostegno offerto agli operatori e alla loro capacità di far fronte ai costi dei notevoli investimenti che detti obblighi comportano. Tali misure saranno importanti per ridurre la dipendenza dai combustibili fossili, ma gli obblighi devono essere collegati alla disponibilità di finanziamenti, sia pubblici che privati. Il rinnovo dell'assetto del mercato dell'energia deve entrare a far parte dell'agenda a lungo termine della Commissione europea, al fine di scongiurare future perturbazioni dell'approvvigionamento energetico e prezzi esorbitanti, e bisogna prendere in considerazione la formazione della forza lavoro che sarà coinvolta nel settore.
Nella stessa ottica, il CESE ritiene che entrambi i programmi, negli obblighi in materia di installazione di stazioni di ricarica rapida per i veicoli o di infrastrutture per i combustibili alternativi, debbano riflettere anche gli aspetti pratici relativi alla disponibilità di attrezzature e di manodopera qualificata. È necessario assicurare che i fondi erogati attraverso le nuove proposte possano essere utilizzati per garantire la realizzazione di tale transizione nei tempi previsti.
Bruxelles, 12 luglio 2023
Oliver RÖPKE
Presidente del Comitato economico e sociale europeo