PARERE

Comitato economico e sociale europeo

Normativa su un'Europa interoperabile

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a)    Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che stabilisce misure per un livello elevato di interoperabilità del settore pubblico nell'Unione (normativa su un'Europa interoperabile)

[COM(2022) 720 final - 2022/0379 (COD)]

b)    Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni relativa al rafforzamento della politica del settore pubblico in materia di interoperabilità - Collegare i servizi pubblici, sostenere le politiche pubbliche e garantire benefici pubblici - Verso un'"Europa interoperabile"

[COM(2022) 710 final]

INT/1003

Relatore: Vasco DE MELLO

IT

Consultazione

a) Parlamento europeo, 21/11/2022

b) Consiglio dell'Unione europea, 25/11/2022

Base giuridica

a) Articolo 172 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea

b) Articolo 304 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea

Sezione competente

Mercato unico, produzione e consumo

Adozione in sezione

10/03/2023

Adozione in sessione plenaria

22/03/2023

Sessione plenaria n.

577

Esito della votazione
(favorevoli/contrari/astenuti)

200/0/3

1.Conclusioni e raccomandazioni

1.1Il Comitato economico e sociale europeo (CESE) ritiene, al pari della Commissione, che l'interoperabilità tra i servizi pubblici sia un requisito essenziale per la creazione di un mercato unico digitale.

1.2Tuttavia, il conseguimento di tale obiettivo non dovrà spingere gli Stati membri a perseguire una politica che conduca a una digitalizzazione totale dei servizi pubblici a scapito dei servizi forniti con una presenza fisica in loco, tenuto conto delle esigenze dei gruppi di cittadini più vulnerabili. La formazione in materia di competenze digitali dovrebbe essere disponibile per tutti, e specialmente per questi gruppi della popolazione.

1.3Lo sviluppo e la messa in servizio dei servizi digitali non determineranno una riduzione del personale, ma porteranno invece a un fabbisogno supplementare di lavoratori nelle fasi iniziali. Una dotazione di personale adeguata costituisce un presupposto essenziale per una trasformazione digitale riuscita.

1.4Il CESE dà atto con compiacimento che la digitalizzazione dei servizi pubblici ha conosciuto uno sviluppo considerevole durante la pandemia.

1.5Il CESE sostiene la creazione di un modello di governance per questa politica che sia imperniato su due organi fondamentali, ossia il comitato per un'Europa interoperabile e la comunità per un'Europa interoperabile.

1.6Il CESE si rallegra che la comunicazione in esame preveda l'ideazione di soluzioni sperimentali che consentano la realizzazione di partenariati tra il settore pubblico da un lato e le imprese tecnologiche innovative e quelle in fase di avviamento (start-up) dall'altro, allo scopo di progettare soluzioni sperimentali innovative che potranno essere applicate dai servizi pubblici e condivise tra loro.

1.7Il CESE ritiene importante che, nei futuri programmi di finanziamento dei progetti per l'interoperabilità dei servizi pubblici, la concessione dei finanziamenti sia subordinata all'adozione dei principi e delle strutture raccomandati dal quadro europeo di interoperabilità.

1.8Pur rallegrandosi che questo processo sia inquadrabile nel contesto della cosiddetta duplice transizione, il CESE avverte che alcune soluzioni tecnologiche relative alla digitalizzazione potrebbero comportare un elevato consumo di energia.

1.8.1Secondo il CESE, pur con tutte le salvaguardie del caso, la protezione dei dati non può diventare un ostacolo alla creazione di nuove soluzioni interoperabili da parte dei servizi pubblici o dei privati.

1.8.2D'altro canto, il CESE ritiene che l'accessibilità dei dati – da parte dei cittadini, delle imprese o di altri servizi pubblici – dovrà essere regolamentata in funzione di livelli di autorizzazione diversi, al fine di salvaguardare la riservatezza dei dati e di fornire solo quelli strettamente necessari.

2.Contesto di riferimento

2.1La creazione di un mercato interno – ossia di uno spazio di libera circolazione delle persone, delle merci, dei servizi e dei capitali – comporta l'abbattimento di tutte le barriere nazionali esistenti.

2.2Fin dagli inizi ma specialmente dopo la creazione del mercato unico, l'Unione europea ha cercato di abbattere ogni tipo di barriera che potesse trasformarsi in un ostacolo alla creazione di un vero mercato interno.

2.3Per l'esistenza di un vero mercato interno è necessario assicurare ai cittadini e alle imprese un accesso e un'interazione semplici e veloci con i servizi pubblici degli Stati membri, indipendentemente che siano forniti a livello locale, regionale o nazionale.

2.4D'altro canto, l'esistenza di uno spazio aperto come quello europeo impone la condivisione dei dati e la cooperazione tra i vari organi delle amministrazioni pubbliche statali, a qualsiasi livello si trovino.

2.5A partire dagli anni '90 del secolo scorso, la Commissione ha cercato di compiere passi avanti per permettere l'introduzione e l'esistenza dell'interoperabilità 1 o, per meglio dire, dell'interconnettività tra i vari servizi pubblici degli Stati membri 2 .

2.6La necessità si è acuita col passare del tempo, man mano che il mercato interno si è trasformato in una nuova realtà, quella digitale 3 .

2.7La digitalizzazione costituisce una vera rivoluzione, sia nelle abitudini dei cittadini che nel modo in cui operano le imprese e la pubblica amministrazione.

2.8Negli ultimi anni vari servizi pubblici degli Stati membri che erano forniti solo con una presenza fisica in loco hanno iniziato ad essere forniti anche in modalità digitale, con un enorme vantaggio sia per i cittadini che per le imprese, oltre che per gli stessi servizi pubblici, dato che ciò ha permesso all'amministrazione pubblica di realizzare risparmi enormi in termini sia di ore di lavoro che di costi economici.

2.9La crisi della COVID-19 ha accelerato questa tendenza dimostrando che l'interoperabilità tra i vari servizi pubblici europei potrà diventare uno strumento utile per le persone ai fini dell'esercizio della libertà di circolazione, come dimostrato – ad esempio – dall'uso del certificato COVID.

2.10L'Unione europea è consapevole che la digitalizzazione del settore pubblico, visto il suo peso in rapporto al PIL 4 , potrà essere un fattore cruciale nel processo di digitalizzazione europeo perché, oltre ad avere un effetto moltiplicatore in rapporto agli altri settori, può anche svolgere un ruolo di guida nell'intero processo, nel contesto più generale dell'economia europea.

2.11È per questo motivo che i piani per la ripresa e la resilienza prevedono, nel loro complesso, che gli investimenti pubblici per la digitalizzazione della pubblica amministrazione ammontino a un totale di 47 miliardi di EUR.

2.12Con il passare del tempo l'Unione europea, attraverso la Commissione, e i governi degli Stati membri hanno riconosciuto la necessità di approfondire l'interoperabilità e l'interconnettività non solo all'interno dei servizi pubblici nazionali, ma anche tra i servizi dei vari Stati, e poi tra questi e quelli dell'Unione europea 5 , in modo che i cittadini e le imprese di tutta l'Unione possano accedere a tali servizi ovunque si trovino.

2.13Sebbene l'interoperabilità tra i servizi pubblici non sia un tema nuovo 6 , la comunicazione in esame mira a creare un quadro di cooperazione più ufficiale, più stabile e che offra maggiore sicurezza, in modo da arrivare a un ulteriore approfondimento dell'interconnettività esistente non solo all'interno dei sistemi digitali dei vari servizi pubblici nazionali, ma anche tra tali sistemi, oltre che con i servizi propri dell'Unione europea 7 . Lo scopo finale è convergere verso l'obiettivo fissato per il 2030, ossia una percentuale di digitalizzazione dei servizi pubblici nell'Unione europea pari al 100 %, come proposto nella comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni - Bussola per il digitale 2030: il modello europeo per il decennio digitale [COM(2021) 118 final].

2.14A tal fine, la comunicazione in esame fissa i seguenti pilastri fondamentali per l'attuazione di un approccio coerente in questo settore, vale a dire:

·creare una struttura di governance dell'interoperabilità che è formata da due organi (il comitato per un'Europa interoperabile e la comunità per un'Europa interoperabile) ed è concepita in modo da permettere la collaborazione tra le amministrazioni pubbliche – sia a livello generale (europeo, nazionale, regionale e locale) che a livello settoriale (giustizia, trasporti, affari interni, salute, ambiente, ecc.) – e anche con le parti interessate del settore privato. Il suo mandato consiste nel trovare un accordo su soluzioni di interoperabilità condivise (ad esempio, quadri di riferimento, specifiche aperte, standard aperti, applicazioni od orientamenti);

·introdurre una valutazione d'impatto obbligatoria sull'interoperabilità transfrontaliera derivante dall'introduzione o dalla modifica di un sistema informatico del servizio pubblico;

·creare congiuntamente un ecosistema di soluzioni di interoperabilità per il settore pubblico dell'UE (introduzione di cataloghi di risorse di interoperabilità riconosciute che possono essere utilizzati dalle amministrazioni e nell'elaborazione delle politiche, quali strumenti, specifiche o soluzioni digitali), in modo che le pubbliche amministrazioni a tutti i livelli dell'UE e altri portatori di interessi possano contribuire alla creazione e al perfezionamento di tali soluzioni, così come al loro riutilizzo, permettendo quindi di innovare insieme e di creare soluzione di pubblica utilità;

·subordinare la concessione di taluni finanziamenti dell'Unione europea destinati alla creazione o al potenziamento dei sistemi informatici nazionali al rispetto di principi e all'utilizzo di meccanismi predefiniti dall'Unione europea 8 .

3.Osservazioni generali

3.1Il CESE ritiene, al pari della Commissione, che l'interoperabilità tra i servizi pubblici sia un requisito essenziale per la creazione di un mercato unico digitale e per l'eliminazione degli ostacoli ancora esistenti nel mercato fisico 9 .

3.2La definizione di un obiettivo per il 2030 di un livello del 100 % di servizi pubblici digitali in tutta l'Unione europea comporta l'accelerazione e il perfezionamento di una rete transeuropea che colleghi detti servizi e che utilizzi elementi comuni, che sia a livello tecnico, semantico, giuridico o organizzativo.

3.3Tuttavia, il conseguimento di tale obiettivo non dovrà incoraggiare politiche nazionali che conducano a una digitalizzazione totale dei servizi pubblici a scapito dei servizi forniti con una presenza fisica in loco, tenuto conto delle esigenze dei gruppi di cittadini più vulnerabili, in quanto tutti dovrebbero avere accesso ai servizi pubblici forniti in presenza. La formazione in materia di competenze digitali dovrebbe essere disponibile per tutti, e specialmente per questi gruppi della popolazione.

3.4Lo sviluppo e la messa in servizio dei servizi digitali non determineranno una riduzione del personale, ma porteranno invece a un fabbisogno supplementare di lavoratori nelle fasi iniziali. Una dotazione di personale adeguata costituisce un presupposto essenziale per una trasformazione digitale riuscita.

3.5La digitalizzazione dovrà servire a fornire un servizio pubblico migliore.

3.6Come sottolineato dal CESE in un suo precedente parere, "non si tratta [...] di sostituire gli esseri umani con degli strumenti informatici, bensì di aumentare il tempo che le persone hanno a disposizione per svolgere funzioni a maggior valore aggiunto" 10 .

3.7La digitalizzazione e l'uso dell'intelligenza artificiale non sono un mezzo per legittimare riduzioni generalizzate della manodopera. L'eliminazione delle mansioni routinarie grazie alla digitalizzazione dovrebbe permettere ai lavoratori di dedicare più tempo ai compiti impegnativi e ai servizi di consulenza.

3.8Inoltre, nel 2030 vi sarà sicuramente una minoranza di cittadini esclusi dalle comunicazioni digitali, che avranno accesso ai servizi pubblici solo in presenza 11 . Per quanto riguarda le vie di accesso analogiche che sono utilizzate dai cittadini per usufruire di servizi pubblici, queste modalità di accesso non dovranno essere chiuse (né andranno creati ostacoli al riguardo) nel corso della digitalizzazione.

3.9Il CESE accoglie pertanto con favore il fatto che la comunicazione in esame sia tesa ad approfondire e perfezionare il livello di interoperabilità del settore pubblico attraverso l'istituzione di un quadro giuridico definito a livello dell'UE 12 .

3.10Il CESE riconosce che questo approfondimento dell'interoperabilità apporterà enormi benefici sia ai cittadini, in particolare i lavoratori transfrontalieri, sia alle imprese e alla stessa pubblica amministrazione degli Stati membri.

3.11Tuttavia, affinché tali vantaggi siano realmente efficaci, come riconosce la Commissione, non è sufficiente stabilire norme tecniche che rendano possibile l'interconnessione dei servizi. Sono necessari investimenti pubblici nazionali adeguati a tutti i livelli.

3.12È necessario un coordinamento sia a livello legislativo che a livello delle reti di servizi settoriali, al fine di evitare da un lato che i risultati ottenuti dall'interoperabilità siano vanificati da inutili oneri burocratici, dall'altro che si verifichi una ripetizione nella fornitura degli stessi dati da parte di cittadini o imprese a vari servizi pubblici, con conseguente duplicazione delle procedure e costi superflui.

3.13D'altro canto, non dovrebbero esserci ostacoli a livello nazionale ai servizi pubblici digitali che ne rendono impossibile l'utilizzo transfrontaliero, per quanto riguarda sia la connettività e l'interoperabilità, sia i cittadini e le imprese di altri Stati membri o altri servizi pubblici appartenenti ad altri Stati membri 13 .

3.14Il CESE dà atto con compiacimento che la digitalizzazione dei servizi pubblici ha conosciuto uno sviluppo considerevole durante la pandemia e i lock-down.

3.15In quest'ottica, accoglie con favore il fatto che la comunicazione in esame miri a realizzare una linea coerente tra tutte le politiche in materia di interoperabilità, a livello sia delle politiche nazionali che delle politiche settoriali europee, che sarà conseguita incoraggiando l'uso di modelli comuni e condividendo le specifiche tecniche e altri tipi di soluzioni condivisibili.

3.16Per le stesse ragioni, il CESE sostiene il principio del riutilizzo e della trasmissione di elementi e dati da parte dei vari servizi pubblici, a livello sia europeo che nazionale.

3.17Il CESE esprime inoltre preoccupazione riguardo all'uso delle lingue per quanto riguarda l'interoperabilità dei servizi pubblici. Il regime linguistico non dovrebbe costituire un ostacolo burocratico, ed è necessario garantire che la condivisione di dati e informazioni avvenga in una lingua che sia comprensibile per tutti.

3.18Il CESE sostiene la creazione e l'istituzionalizzazione di un modello di governance per questa politica, costituito da due organi fondamentali, ossia il comitato per un'Europa interoperabile, presieduto dalla Commissione e composto da rappresentanti di tutti gli Stati membri, da un rappresentante del Comitato delle regioni e da un rappresentante del Comitato economico e sociale europeo, e dalla comunità per un'Europa interoperabile, cui partecipano elementi della società civile e del settore privato 14 , 15 .

3.19Il CESE ritiene importante coinvolgere la società civile, in particolare le parti sociali, nella definizione delle politiche in materia di interoperabilità, non solo perché i cittadini e le imprese sono i destinatari ultimi di tale politica, ma anche perché la società civile può contribuire a tale politica con nuove soluzioni tecnologiche, che non sarebbero realizzabili attraverso il settore pubblico.

3.20Il CESE ritiene che la partecipazione della società civile dovrebbe avvenire a vari livelli, e che la Commissione dovrebbe incoraggiare e incentivare gli Stati membri a promuovere tale coinvolgimento a diversi livelli: nazionale, regionale e locale.

3.21Il CESE accoglie con favore la creazione, da parte della Commissione, di un punto di accesso unico, con l'obiettivo di concentrare e centralizzare tutte le conoscenze e le soluzioni relative all'interoperabilità, che possano essere fornite da soggetti sia pubblici che privati.

3.22Al pari della Commissione, il CESE ritiene che i servizi pubblici dell'UE dovrebbero ridurre la loro dipendenza dalle infrastrutture digitali fornite da paesi terzi, che mette a repentaglio la sovranità digitale europea.

3.23A tal fine, sottolinea il punto di vista della Commissione secondo il quale dovrebbero essere utilizzati sistemi aperti, preferibilmente in open source, il che consente la condivisione di soluzioni tra i programmatori.

3.24A questo proposito, il CESE si rallegra che la comunicazione in esame preveda e incentivi l'ideazione di soluzioni sperimentali che consentano la realizzazione di partenariati tra – da un lato – il settore pubblico e – dall'altro – le imprese tecnologiche innovative e quelle in fase di avviamento (start-up), allo scopo di progettare soluzioni sperimentali innovative che, dopo una fase di sperimentazione riuscita, potranno essere applicate dai servizi pubblici e condivise tra loro.

3.25Il CESE ritiene importante che, nei futuri programmi di finanziamento dei progetti per l'interoperabilità dei servizi pubblici, la concessione dei finanziamenti sia subordinata all'adozione dei principi e delle strutture raccomandati dal quadro europeo di interoperabilità.

3.26Sarà un modo efficace per obbligare i servizi pubblici, su base volontaria, ad adottare norme comuni in materia di interoperabilità.

3.27Il CESE è sorpreso dal fatto che, a differenza delle comunicazioni precedenti 16 , la comunicazione in esame non menziona i vantaggi che possono derivare dall'interoperabilità dei sistemi pubblici europei nella lotta contro le frodi, che si tradurranno in un aumento dell'efficienza e delle entrate per gli Stati membri.

3.28A tale riguardo, il CESE sottolinea che l'interoperabilità dei sistemi dovrà essere accompagnata dall'uso dell'intelligenza artificiale, che potrà aiutare i servizi pubblici ad analizzare i dati e, d'altro canto, consentire la creazione di segnalazioni e avvisi da inviare a diversi servizi pubblici degli Stati membri.

3.29In conclusione, due note finali sulla transizione verde e sulla protezione dei dati:

3.29.1Uno degli obiettivi della comunicazione è quello di integrare la strategia per l'interoperabilità dei sistemi pubblici non solo nella strategia per la transizione digitale, ma anche nella strategia in materia di transizione verde.

3.29.2Il CESE sottolinea che alcune soluzioni informatiche, benché molto efficaci, possono essere ad alta intensità energetica.

3.29.3È il caso della tecnologia blockchain, che, sebbene sia altamente efficace in termini di sicurezza, ad esempio, dei dati sensibili, costituisce una delle principali fonti di consumo delle risorse energetiche.

3.29.4Il CESE accoglie con favore il modo in cui è stata realizzata, nell'ambito della comunicazione, la regolamentazione degli spazi di sperimentazione normativa a tale riguardo.

3.29.5Secondo il CESE, pur con tutte le salvaguardie del caso, la protezione dei dati non può diventare un ostacolo alla creazione di nuove soluzioni interoperabili da parte dei servizi pubblici o dei privati.

3.29.6D'altro canto, il CESE ritiene che l'accessibilità dei dati – da parte dei cittadini, delle imprese o di altri servizi pubblici – dovrà essere regolamentata in funzione di livelli di autorizzazione diversi, al fine di salvaguardare la riservatezza dei dati e di fornire solo quelli strettamente necessari.

3.29.7In tal modo si potrebbero evitare questioni come quelle recentemente sollevate relativamente all'accessibilità dei dati contenuti nel registro centrale dei titolari effettivi, che sono già state oggetto di una sentenza della Corte di giustizia dell'Unione europea.

Bruxelles, 22 marzo 2023

Christa SCHWENG

Presidente del Comitato economico e sociale europeo

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(1)    L'interoperabilità del settore pubblico è definita come ciò che "consente alle amministrazioni di cooperare e rendere i servizi pubblici operativi a livello transfrontaliero, intersettoriale e tra organizzazioni". Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni relativa al rafforzamento della politica del settore pubblico in materia di interoperabilità - Collegare i servizi pubblici, sostenere le politiche pubbliche e garantire benefici pubblici - Verso un'"Europa interoperabile"
(2)    Con la decisione n. 1719/1999/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, la Commissione ha avviato un'iniziativa sull'interoperabilità dei servizi pubblici che consisteva in una serie di orientamenti comprendenti l'individuazione di progetti di interesse comune in materia di reti transeuropee ai fini dello scambio elettronico di dati tra amministrazioni.
(3)    Nella creazione di un mercato interno digitale è diventato impellente non solo eliminare gli ostacoli alla sua esistenza, ma anche creare meccanismi che ne impediscano la creazione di nuovi.
(4)    Secondo i dati pubblicati da Eurostat per il 2022, il settore pubblico rappresenta il 53,1 % del PIL europeo, Government finance statistics - Statistics Explained (europa.eu).
(5)    Cfr. ad esempio i comunicati finali delle riunioni interministeriali di Tallinn (2017), Berlino (2020), Lisbona (2021) e Strasburgo (2022).
(6)    Nel 2010 la Commissione ha presentato la comunicazione sul tema  Verso l'interoperabilità dei servizi pubblici europei (COM(2010) 744 final) in merito alla quale il CESE ha elaborato il parere TEN/448-449. I risultati a cui la comunicazione puntava sono stati ottenuti con il programma sulle soluzioni di interoperabilità per le pubbliche amministrazioni europee (ISA), istituito con decisione n. 922/2009/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 settembre 2009. A questo programma è prima subentrato il programma ISA2, istituito con la decisione (UE) 2015/2240 del Parlamento europeo e del Consiglio, e poi il programma Europa digitale, creato dal regolamento (UE) 2021/694 del Parlamento europeo e del Consiglio.
(7)    Nella proposta di regolamento in esame la Commissione riconosce che l'approccio volontaristico finora seguito non è sufficiente per conseguire gli obiettivi proposti in materia di interoperabilità.
(8)    Cfr. la relazione introduttiva della proposta di regolamento in esame, nonché la comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni relativa al rafforzamento della politica del settore pubblico in materia di interoperabilità - Collegare i servizi pubblici, sostenere le politiche pubbliche e garantire benefici pubblici - Verso un'"Europa interoperabile".
(9)    Già nel parere TEN/635 sul tema  Quadro europeo di interoperabilità - Strategia di attuazione , il CESE ha sottolineato l'importanza dell'interoperabilità per il completamento del mercato unico digitale GU C 81 del 2.3.2018, pag. 176 .
(10)    Cfr. il parere del CESE in merito alla Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni - Il piano d'azione europeo per l'eGovernment 2011-2015 - Valorizzare le TIC per promuovere un'amministrazione digitale intelligente, sostenibile e innovativa e alla Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni - Verso l'interoperabilità dei servizi pubblici europei ( GU C 376 del 22.12.2011, pag. 92 ).
(11)    Si tratta di una preoccupazione costante nei pareri del CESE GU C 81 del 2.3.2018, pag. 176 .
(12)    Nei suoi pareri precedenti il CESE ha espresso il proprio sostegno a tutti i progetti dell'Unione europea volti a conseguire gli obiettivi della transizione digitale dell'Unione europea GU C 365 del 23.9.2022, pag. 13 .
(13)    Un tema che potrebbe trasformarsi in un ostacolo all'interoperabilità transfrontaliera dei servizi pubblici è costituito dalle disposizioni in materia di dati personali.
(14)    Al comitato per un'Europa interoperabile sono affidati compiti di elaborazione di misure, sostegno, consulenza e monitoraggio relativi alle politiche europee in materia di interoperabilità, mentre la comunità per un'Europa interoperabile riunirà elementi della società civile incaricati di assistere il comitato nella ricerca e nella definizione di nuove soluzioni che esso potrebbe proporre.
(15)    L'opzione adottata dalla Commissione è in linea con le raccomandazioni formulate dal CESE nei suoi precedenti pareri GU C 81 del 2.3.2018, pag. 176 .
(16)    Cfr. l'allegato alla comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato europeo delle regioni - Quadro europeo di interoperabilità: strategia di attuazione .