ECO/602
Norme in materia di quotazione per i mercati pubblici (normativa sulle quotazioni)
PARERE
Sezione Unione economica e monetaria e coesione economica e sociale
Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio che
modifica la direttiva 2014/65/UE per rendere i mercati pubblici dei
capitali nell'Unione più attraenti per le imprese e per facilitare l'accesso
delle piccole e medie imprese ai capitali, e che abroga la direttiva 2001/34/CE
[COM(2022) 760 final - 2022/0405 (COD)]
Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio sulle strutture
con azioni a voto plurimo nelle società che chiedono l'ammissione alla
negoziazione delle loro azioni in un mercato di crescita per le PMI
[COM(2022) 761 final - 2022/0406 (COD)]
Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica
i regolamenti (UE) 2017/1129, (UE) n. 596/2014 e (UE) n. 600/2014 per
rendere i mercati pubblici dei capitali nell'Unione più attraenti per le
società e facilitare l'accesso delle piccole e medie imprese ai capitali
[COM(2022) 762 final - 2022/0411 (COD)]
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E-mail di contatto
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ECO@eesc.europa.eu
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Amministratore
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Gerald KLEC
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Data del documento
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06/03/2023
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Relatore: Kęstutis KUPŠYS
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Consultazione
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Consiglio dell'Unione europea, 06/02/2023 [COM(2022) 760 final e COM(2022) 762 final];
08/02/2023 [COM(2022) 761 final]
Parlamento europeo, 01/02/2023
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Base giuridica
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Articoli 50, paragrafo 1, 114 e 304 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea
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Sezione competente
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Unione economica e monetaria e coesione economica e sociale
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Adozione in sezione
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02/03/2023
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Esito della votazione
(favorevoli/contrari/astenuti)
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62/1/3
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Adozione in sessione plenaria
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DD/MM/YYYY
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Sessione plenaria n.
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…
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Esito della votazione
(favorevoli/contrari/astenuti)
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…/…/…
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1.
Conclusioni e raccomandazioni
1.1Aumentare il finanziamento azionario delle imprese europee è fondamentale per assicurare la ripresa post COVID-19 e costruire un sistema economico dell'UE resiliente a fronte della guerra mossa dalla Russia contro l'Ucraina. Per questo motivo il Comitato economico e sociale europeo (CESE) accoglie con grande favore la normativa sulle quotazioni proposta dalla Commissione.
1.2Il Comitato è del parere che l'ingresso di imprese a conduzione familiare sui mercati dei capitali consentirebbe di attingere a potenzialità inutilizzate per attrarre capitali per la crescita, e che il sistema di diritti di voto plurimo aiuti le famiglie a mantenere il controllo delle loro società, rendendo per loro più interessante quotarle in borsa. Il CESE concorda sulla necessità di elaborare un quadro dettagliato a livello nazionale, promuovendo al tempo stesso un grado elevato di armonizzazione a livello europeo.
1.3Il CESE plaude inoltre all'iniziativa della Commissione di semplificare e snellire il contenuto del prospetto informativo, il che ridurrebbe notevolmente i costi e gli oneri sostenuti dagli emittenti.
1.4In generale, il Comitato accoglie con favore la proposta di dare agli emittenti la possibilità di redigere e pubblicare il prospetto soltanto in inglese, che è ormai da tempo la lingua comune adottata dagli investitori internazionali. Tuttavia, la pubblicazione del testo integrale del documento, e non solo della nota di sintesi, nelle lingue dei singoli Stati membri conferirebbe maggiore peso e influenza agli investitori al dettaglio nazionali. Il CESE raccomanda agli emittenti di tenere presente che utilizzare documenti di emissione "esclusivamente in lingua inglese" ostacolerebbe lo sviluppo di una base di investimenti al dettaglio a livello nazionale.
1.5Il CESE osserva che aggregare i servizi di ricerca in materia di investimenti con altri servizi potrebbe dare maggiore visibilità alle piccole e medie imprese (PMI) quotate in borsa. Pertanto, il Comitato accoglie con favore la proposta di innalzare a 10 miliardi di EUR la soglia al di sotto della quale non si applicano le norme sulla disaggregazione, pur segnalando altresì che potrebbe essere necessario adottare ulteriori misure per incentivare la ricerca indipendente.
1.6Il CESE valuta molto positivamente l'approccio della Commissione volto a ridurre l'incertezza giuridica in materia di obblighi di comunicazione delle informazioni. Tuttavia, la proposta di istituire un dispositivo di sorveglianza trasversale del mercato con riferimento al book di negoziazione (Cross-Market Order Book Supervision - CMOBS) che agevoli lo scambio dei dati del book di negoziazione tra le autorità di vigilanza potrebbe comportare il rischio di creare condizioni di disparità, dal momento che le sedi di negoziazione bilaterale esulerebbero dall'ambito di applicazione del regime di segnalazione.
2.
Contesto
2.1Il 7 dicembre 2022 la Commissione europea ha pubblicato un pacchetto di proposte su una serie di misure volte a sviluppare ulteriormente l'Unione dei mercati dei capitali (UMC) dell'UE. Di questo pacchetto fa parte una nuova normativa sulle quotazioni che punta a ridurre gli oneri amministrativi a carico delle imprese di ogni dimensione, e in particolare delle PMI, in modo che esse possano accedere più agevolmente ai finanziamenti quotandosi in borsa.
2.2La Commissione afferma che nell'UE i mercati dei capitali sono tuttora frammentati e sottodimensionati. Gli studi dimostrano che, dal 2014 ad oggi, in Europa il numero totale di società quotate su mercati di crescita per le PMI è aumentato di pochissime unità
, e questo malgrado le società quotate in borsa abbiano beneficiato di evidenti vantaggi, come si può evincere dall'incremento della loro valutazione di mercato. In generale, le società quotate incrementano i ricavi, creano un maggior numero di posti di lavoro e fanno crescere i loro bilanci a un ritmo più rapido rispetto alle società non quotate. I dati presentati in alcuni studi danno conto di una situazione non ottimale per quanto riguarda le offerte pubbliche iniziali (Initial Public Offering - IPO) delle PMI in Europa.
2.3La normativa sulle quotazioni introduce norme semplificate e migliorate, in particolare per le PMI, sforzandosi al tempo stesso di evitare di indebolire la tutela degli investitori e l'integrità del mercato.
2.4La Commissione afferma che il nuovo atto legislativo garantisce significative riduzioni dei costi e contribuisce ad aumentare il numero di offerte pubbliche iniziali nell'UE. Norme più semplici sul prospetto non solo faciliterebbero la quotazione in borsa per le società, ma ne abbasserebbero anche i costi. Consentire alle imprese di utilizzare azioni a voto plurimo (Multiple-Voting Rights Shares - MVRS) quando si quotano per la prima volta su mercati di crescita per le PMI offre ai proprietari la possibilità di mantenere il controllo sulla visione globale della loro società.
2.5Norme più proporzionate sugli abusi di mercato porterebbero inoltre a una maggiore chiarezza e certezza del diritto per le società quotate per quanto riguarda la conformità agli obblighi in materia di comunicazione delle informazioni chiave per gli investitori. La proposta di normativa sulle quotazioni si prefigge anche di migliorare la produzione e la distribuzione della ricerca in materia di investimenti sulle imprese a media capitalizzazione e sulle PMI, ricerca che, a sua volta, dovrebbero aiutare queste imprese a quotarsi su mercati pubblici.
2.6Tra gli altri vantaggi della nuova normativa:
·informazioni sulle società più concise, più tempestive, più comparabili e più facili da consultare;
·una migliore copertura della ricerca in materia di investimenti azionari, il che è di aiuto per prendere decisioni di investimento;
·una vigilanza più efficiente grazie a regole più chiare in materia di quotazione e a strumenti di indagine migliori sui casi di abuso di mercato;
·prospetti più standardizzati e, quindi, più semplici da analizzare per le autorità di vigilanza.
2.7Conformemente agli obiettivi strategici ambientali, sociali e di governance (Environmental, Social and Governance - ESG), la normativa sulle quotazioni mirerebbe a fare includere nella documentazione sulla quotazione delle società che emettono obbligazioni di tipo ESG informazioni pertinenti ai fini di tali obiettivi, in modo da rendere più agevole per gli investitori valutare l'effettiva rispondenza di tali obbligazioni agli ESG. Le società che emettono titoli di capitale potranno fare riferimento alle informazioni rilevanti per gli ESG già pubblicate, e dunque accessibili al pubblico, nella documentazione relativa alla quotazione.
3.
Osservazioni generali
Che cosa giustifica la proposta di migliorare l'accesso alla quotazione sui mercati pubblici europei?
3.1Il CESE ritiene che aumentare il finanziamento azionario delle imprese europee sia fondamentale per assicurare una ripresa post COVID-19 duratura e costruire un sistema economico dell'UE resiliente a fronte della guerra che la Russia attualmente conduce contro l'Ucraina. Per realizzare questi obiettivi, l'infrastruttura del mercato finanziario è essenziale per liberare i flussi di investimenti necessari alla ricapitalizzazione dell'economia.
3.2Un alto grado di sviluppo dei mercati pubblici è importante anche per la comunità degli investitori al dettaglio. Sui conti bancari dei cittadini europei vi è un valore totale di 11 000 miliardi di euro tra liquidità e depositi. La quota dei depositi sul totale degli attivi detenuti dalle famiglie europee è tre volte superiore a quella posseduta dalle famiglie negli Stati Uniti. Non attivando gli investitori finali per convogliare i loro fondi sui mercati europei dei capitali, l'UE non sfrutta appieno le sue riserve di capitale privato a vantaggio delle nostre imprese. I gestori di patrimoni dovrebbero acquisire una maggiore fiducia nelle prospettive del mercato azionario europeo, e gli investitori al dettaglio europei dovrebbero avere maggiori possibilità di scelta per quanto riguarda la costituzione dei loro portafogli. Perché questo accada, è necessario fare in modo che sui mercati pubblici europei sia quotata un'offerta diversificata di emittenti di alta qualità.
3.3Nei periodi di difficoltà finanziaria delle imprese, di imprevedibilità del quadro economico e, in particolare, di aumento dei costi del debito, il capitale azionario funge da fattore stabilizzante e da "cuscinetto" contro shock futuri.
3.4Inoltre, il Comitato osserva che il finanziamento azionario delle società europee da parte delle famiglie europee contribuisce a garantire l'autonomia strategica aperta dell'UE al livello più basilare, e cioè in termini di proprietà degli attivi e di esercizio del controllo societario. Il fatto che imprese europee di importanza critica siano oggi controllate da entità di paesi terzi, e in particolare che rientrino nella sfera di influenza di paesi con valori diversi da quelli europei, rappresenta un rischio notevole per la stabilità economica e politica dell'Unione europea. Non solo: ciò ostacola anche lo sviluppo, all'interno dell'UE, di un sistema finanziario basato nell'UE e orientato alle esigenze dell'UE. Ad esempio, nell'UE il settore della negoziazione finanziaria (trading) rimane dominato da banche di investimento di paesi terzi.
3.5Le imprese giovani e innovative, che sono in prima linea nel realizzare le transizioni verde e digitale, dovrebbero essere incoraggiate ad adoperarsi per quotarsi sui mercati azionari europei nonché ottenere i finanziamenti di cui hanno grande bisogno attraverso l'emissione di azioni quotate in borsa, dal momento che è questo il modo più sostenibile per aiutare queste società a sfruttare pienamente il loro potenziale creativo e a creare occupazione.
3.6Un forte rialzo dell'inflazione determina un aumento della propensione agli investimenti azionari, soprattutto tra gli investitori al dettaglio più esperti. I mercati azionari europei possono diventare la sede in cui tali flussi di investimenti sono destinati ai settori economici chiave, nei quali le imprese generano rendimenti sufficienti. Al tempo stesso, il Comitato ritiene fondamentale che l'UE riesca a dotarsi di regole sane e robuste in materia di negoziazione per realizzare appieno il potenziale dei suoi mercati dei capitali. La crisi finanziaria ci ha insegnato che l'UE deve proteggere i mercati con equità, integrità, resilienza e trasparenza, garantendo anche il massimo livello di tutela degli investitori.
3.7Da un'analisi condotta in 14 Stati membri dell'UE emerge che moltissime grandi società – addirittura fino a 17 000 – non intendono quotarsi in borsa pur avendo i requisiti per farlo. Il Comitato ravvisa il rischio che, se l'UE non incentiverà nuove quotazioni sui mercati azionari, i nostri mercati dei capitali possano registrare un calo delle negoziazioni, giacché gli investitori diversificano i loro portafogli su scala mondiale, se all'interno dell'UE non trovano un'offerta sufficiente di titoli in cui investire.
3.8Una nuova generazione di europei sta entrando nel mercato degli investimenti al dettaglio tenendo ben presenti criteri di sostenibilità (ossia i già citati obiettivi ESG). Allo stesso tempo, molti operatori economici si stanno orientando verso obiettivi verdi, incoraggiati dalle politiche del Green Deal europeo. Il CESE ritiene che questa combinazione di fattori possa costituire un forte elemento trainante per sfruttare appieno le possibilità offerte dalla tassonomia europea della finanza sostenibile e dal quadro in materia di comunicazione societaria di informazioni di carattere non finanziario. Le imprese, agendo sì volontariamente, ma anche per conformarsi alla futura legislazione dell'UE, dovranno porre maggiormente l'accento sui criteri ambientali, sociali e di governance (ESG) nelle loro attività, e la nuova generazione di investitori esigerà che i suoi investimenti, oltre a garantire un rendimento finanziario, rispettino anche i criteri ESG e abbiano un concreto e positivo impatto rigenerativo sul piano sociale e ambientale.
3.9Il CESE richiama inoltre l'attenzione su alcune ricerche secondo cui le economie con finanziamenti basati sul mercato convogliano gli investimenti verso settori meno inquinanti e a maggiore intensità tecnologica, mentre, al contrario, periodi di espansione ad alta intensità di credito tendono a essere seguiti da recessioni più profonde e da riprese più lente.
3.10Ci si dovrebbe porre come obiettivo ben preciso quello di passare, nel mercato azionario, dalla capitalizzazione attuale, pari a circa il 64 % del PIL dell'UE, ad una pari al 100 % del PIL. Il CESE ritiene che non si possa far altro che sostenere i mercati pubblici e migliorare il contesto delle offerte pubbliche iniziali.
Importanza per le PMI e le imprese a conduzione familiare
3.11A giudizio del CESE, le PMI non ricoprono ancora il ruolo che potrebbero svolgere nei mercati azionari. Ci si dovrebbe sforzare di apportare alle PMI la necessaria resilienza proprio attraverso il finanziamento azionario.
3.12Il Comitato osserva che in Europa si registra ormai da decenni una carenza di investimenti azionari, e che per le PMI la scarsità di capitale azionario rappresenta un grave problema. Le PMI non hanno la visibilità necessaria per attrarre capitali, e trasformarle in società quotate in borsa offrirebbe loro migliori opportunità nel lungo periodo. Il CESE sostiene con forza l'idea che le PMI quotate debbano trovare una collocazione adeguata nei portafogli dei singoli investitori (al dettaglio), dei fondi comuni e dei fondi pensione, oltre che delle compagnie di assicurazione.
3.13Un mercato delle offerte pubbliche iniziali (IPO) ben funzionante è importante anche nel contesto che precede l'IPO stessa, poiché incide sulla pianificazione delle strategie di uscita e, di conseguenza, sull'offerta di capitale di rischio da parte delle imprese d'investimento in tale capitale (società di venture capital).
3.14Occorrerebbe pertanto promuovere la ricerca in materia di investimenti azionari, in quanto strumento necessario per accrescere la visibilità delle PMI. Iniziative quali il miglioramento della copertura della ricerca in materia di investimenti azionari o il punto di accesso unico europeo (European Single Access Point - ESAP) contribuirebbero ad aumentare la visibilità di tali imprese presso gli investitori.
3.15Si deve procedere con una certa prudenza nell'incoraggiare le imprese controllate da famiglie a prendere in considerazione la possibilità di quotarsi in borsa. In Germania, ad esempio, il 90 % di tutte le società è controllato da famiglie e il 43 % delle imprese con vendite superiori a 50 milioni di EUR è costituito da aziende a conduzione familiare. La proprietà familiare ha certamente i suoi vantaggi, ma il potenziale di crescita di queste imprese potrebbe essere (almeno in parte) limitato se non riescono ad ottenere i finanziamenti necessari. Il CESE è fiducioso che l'ingresso di imprese a conduzione familiare sui mercati dei capitali consentirebbe di attingere a potenzialità inutilizzate, e che il sistema di azioni a voto plurimo aiuti le famiglie a mantenere il controllo delle loro società, rendendo per loro più interessante quotarle in borsa.
3.16La maggior parte delle piazze finanziarie di portata globale offre la possibilità di disporre di azioni a voto plurimo. L'Europa ha bisogno di un approccio armonizzato per tenere il passo con gli sviluppi globali, in modo da non vedersi sfuggire di mano le imprese che intendano espandersi.
Trasparenza e comunicazione delle informazioni
3.17Gli obblighi di trasparenza imposti alle società che si apprestano a quotarsi su mercati pubblici aumenteranno rispetto a quelli delle imprese private. A differenza di una società privata, una società quotata in borsa raccoglie denaro da azionisti esterni che non hanno lo stesso livello di informazione né lo stesso grado di influenza sulle decisioni dei proprietari di una società privata.
3.18Pertanto, nel caso di una società quotata è giustificato e necessario prevedere un livello significativamente più elevato di tutela degli investitori, ad esempio stabilendo obblighi di comunicazione delle informazioni (anche in relazione ad informazioni privilegiate) e norme rigorose in materia di segnalazione.
3.19Il Comitato ritiene che la comunicazione obbligatoria sia estremamente importante e anzi indispensabile per il corretto funzionamento dei mercati pubblici. Gli investitori devono ricevere una quantità adeguata di informazioni sulle proiezioni relative al valore dei titoli. Qualsiasi limitazione della necessaria comunicazione delle informazioni avrebbe un effetto dissuasivo sugli investimenti nell'emittente, il che, a sua volta, potrebbe ostacolare fortemente il pieno sfruttamento delle opportunità offerte dai mercati dei capitali.
3.20Tuttavia, inserire nei documenti di offerta una quantità eccessiva di informazioni al solo scopo di evitare controversie non è la soluzione preferibile né per l'emittente né per l'investitore. Al riguardo occorrerebbe pertanto trovare il giusto equilibrio.
4.Osservazioni particolari e raccomandazioni
4.1Alla luce delle considerazioni precedenti, il Comitato accoglie con grande favore la normativa sulle quotazioni proposta dalla Commissione, con alcune riserve di poco conto in merito a una serie di elementi.
4.2Il CESE ravvisa chiaramente la necessità di affrontare il problema della frammentazione delle norme in vigore nei diversi Stati membri in materia di sistemi di azioni a voto plurimo. Il Comitato si attende che l'armonizzazione minima di tali norme, volta ad attirare un maggior numero di imprese a conduzione familiare sui mercati dei capitali dell'UE, contribuisca alla creazione di un'autentica unione dei mercati dei capitali (UMC) paneuropea. A livello nazionale si dovrebbe definire un quadro dettagliato per l'adattamento all'ecosistema locale, pur promuovendo al tempo stesso un grado elevato di armonizzazione a livello UE.
4.3Il CESE osserva che il flottante non è l'unico fattore importante quando si tratta di garantire la liquidità. L'obbligo di un flottante minimo del 10 % dovrebbe valere solo al momento della quotazione in borsa. Soprattutto per gli Stati membri più piccoli la flessibilità è fondamentale, dato che i loro mercati possono funzionare correttamente con una percentuale di flottante più bassa, il che è essenziale per evitare brusche esclusioni dalla quotazione.
4.4Il CESE plaude all'iniziativa di semplificare e snellire il contenuto del prospetto informativo, il che ridurrebbe notevolmente i costi e gli oneri sostenuti dagli emittenti. Tuttavia, i colegislatori dovrebbero sforzarsi di garantire un equilibrio tra l'onere a carico degli emittenti e le esigenze di informazione degli investitori. Prospetti di 800 pagine dovrebbero appartenere ormai al passato, ma ciò non toglie che occorra comunque garantire la disponibilità delle informazioni approfondite necessarie, in particolare in relazione ai criteri ESG, tenendo conto del principio della doppia rilevanza. Sulla base delle rigorose disposizioni della direttiva relativa alla comunicazione societaria sulla sostenibilità, la comunicazione di tali informazioni darebbe un impulso ai finanziamenti del Green Deal.
4.5Oggi il contenuto del prospetto è frammentato, disomogeneo e non sempre disponibile in inglese ("la lingua comunemente utilizzata nel mondo della finanza internazionale", secondo la proposta in esame), fatta eccezione per la nota di sintesi. Inoltre, le informazioni sono presentate in formati non leggibili da un dispositivo automatico. Uno stesso processo di emissione può generare tutta una serie di documenti giuridici, suddivisi in più file o dossier (ad esempio: nota informativa sui titoli di sintesi del prospetto e documento di registrazione).
4.6Vanno quindi decisamente apprezzate l'armonizzazione e la semplificazione del prospetto per gli strumenti di capitale. In linea generale, il CESE concorda con la proposta della Commissione di dare agli emittenti la possibilità di redigere e pubblicare il prospetto soltanto in inglese, che è ormai da tempo la lingua comune adottata dagli investitori internazionali (tranne per la nota di sintesi, che dovrebbe essere disponibile nella lingua nazionale, per continuare ad attrarre gli investitori al dettaglio).
4.7Tuttavia, il Comitato considera altrettanto importante l'uso delle lingue nazionali / dei singoli Stati membri, visto che l'inglese non è comunemente usato in tutti i paesi dell'UE. Secondo il CESE, la pubblicazione del testo integrale del documento (e non solo della nota di sintesi) nelle lingue dei singoli Stati membri oltre che in inglese renderebbe possibile una partecipazione più attiva degli investitori al dettaglio a livello nazionale. Gli emittenti e i loro consulenti devono tenere presente che utilizzare documenti di emissione "esclusivamente in lingua inglese" non solo ostacolerebbe lo sviluppo di una base di investimenti al dettaglio a livello nazionale, ma sarebbe anche controproducente per conseguire gli obiettivi previsti della strategia per gli investimenti al dettaglio dell'UE, che dovrebbe essere annunciata a breve. Il CESE osserva a questo proposito che si dovrebbero adottare misure per incoraggiare gli investitori al dettaglio a livello nazionale a partecipare ai mercati dei capitali pubblicizzando adeguatamente i documenti di emissione e rendendoli di più facile lettura.
4.8La ricerca in materia di investimenti azionari è un elemento fondamentale per lo sviluppo di un ecosistema sano per il finanziamento azionario delle PMI. Per integrare i canali di ricerca esistenti, è probabile che autorizzare l'aggregazione di servizi di ricerca per le PMI con altri servizi aumenterà la produzione e la distribuzione di rapporti di ricerca. Il CESE accoglie con favore la proposta di innalzare a 10 miliardi di EUR la soglia al di sotto della quale non si applicano le norme sulla disaggregazione, poiché ciò rimedierà alla minore copertura e visibilità delle PMI risultante dall'applicazione della direttiva MiFID II. Tuttavia, il CESE osserva che la maggior parte della produzione di ricerca in materia di investimenti azionari è concentrata nelle mani di grandi istituti finanziari. Per via delle loro dimensioni, i grandi o grandissimi intermediari possono permettersi assai meglio, rispetto agli intermediari di piccole o medie dimensioni, di fissare commissioni trascurabili e/o di ricorrere all'esecuzione delle negoziazioni per sovvenzionare in modo incrociato la loro produzione di ricerca. Inoltre, i grandi intermediari sono per lo più interessati a fornire servizi di ricerca sulle società maggiormente capitalizzate, mentre le PMI possono non ottenere un'attenzione adeguata. La grande maggioranza degli emittenti afferma che la direttiva MiFID II ha ridotto la copertura e la visibilità delle PMI. Il CESE ravvisa l'evidente necessità di adottare ulteriori misure per incentivare la ricerca indipendente, ispirandosi alle buone pratiche attuate in Europa.
4.9Nella fase successiva a un'IPO, le società quotate dovrebbero dar prova di una trasparenza esemplare, e la tutela degli interessi degli azionisti di minoranza dovrebbe essere la priorità assoluta. Se gli azionisti rischiano di subire un trattamento iniquo o di non essere adeguatamente tutelati quando la società si quota su mercati pubblici, questo non accrescerà la loro fiducia nei mercati dei capitali dell'UE. Il CESE valuta molto positivamente l'approccio della Commissione volto a ridurre l'incertezza giuridica in materia di obblighi di comunicazione delle informazioni attraverso una serie di modifiche mirate del regolamento sugli abusi di mercato.
4.10Il Comitato osserva che il quadro attuale, che prevede richieste ad hoc in caso di presunti abusi di mercato, sembra adeguato e sufficiente per conseguire una vigilanza efficace, pur prendendo atto del fatto che diverse autorità di vigilanza ritengono opportuno migliorare lo scambio dei dati del book di negoziazione attraverso il dispositivo di sorveglianza trasversale del mercato con riferimento al book di negoziazione (Cross-Market Order Book Supervision - CMOBS). L'ambito di applicazione della proposta sul CMOBS potrebbe comportare il rischio di creare condizioni di disparità, dal momento che le sedi di negoziazione bilaterale sarebbero escluse dal dispositivo.
4.11Il CESE incoraggia vivamente ad accelerare l'attuazione delle altre iniziative in corso per migliorare l'attrattiva dei mercati pubblici. Il Comitato ha pubblicato vari pareri su iniziative legislative pregresse, in atto o previste. Malgrado le attuali sfide geopolitiche, è opportuno continuare a conseguire rapidi progressi verso l'UMC; anzi, proprio i crescenti rischi di instabilità economica e sociale rendono oggi più che mai necessaria un'Unione dei mercati dei capitali forte.
Bruxelles, 2 marzo 2023
Stefano PALMIERI
Presidente della sezione Unione economica e monetaria, coesione economica e sociale
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