PARERE
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Comitato economico e sociale europeo
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Ricapitalizzare le imprese dell'UE -
Un percorso innovativo verso una ripresa duratura e inclusiva
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Ricapitalizzare le imprese dell'UE -
Un percorso innovativo verso una ripresa duratura e inclusiva
(parere d'iniziativa)
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ECO/582
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Relatore: Antonio GARCÍA DEL RIEGO
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Decisione dell'Assemblea plenaria
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20/01/2022
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Base giuridica
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Articolo 52, paragrafo 2, del Regolamento interno
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Parere d'iniziativa
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Sezione competente
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Unione economica e monetaria, coesione economica e sociale
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Adozione in sezione
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06/10/2022
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Adozione in sessione plenaria
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26/10/2022
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Sessione plenaria n.
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573
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Esito della votazione
(favorevoli/contrari/astenuti)
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186/0/2
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1.Conclusioni e raccomandazioni
1.1Secondo dati recenti si stima che la carenza di capitale proprio (equity) e di capitale ibrido sia compresa tra 450 e 600 miliardi di EUR. Ciò mette a rischio numerose imprese, soprattutto in considerazione del fatto che stanno emergendo nuove tensioni economiche e che le imprese dell'UE sono eccessivamente indebitate. Visto che le imprese dell'Unione si affidano principalmente al finanziamento bancario, sarebbe opportuno incoraggiare altre fonti di finanziamento. A tal fine è necessario coinvolgere attori quali i gestori di patrimoni, le compagnie di assicurazione e i fondi pensione.
1.2In questo contesto il CESE raccomanda di elaborare un quadro che rafforzi gli strumenti finanziari ibridi affinché siano di facile attuazione, rafforzino i bilanci delle imprese e consentano a queste ultime di mantenere il loro livello di investimenti senza accrescerne l'indebitamento. Ciò consentirebbe loro di rimanere competitive ed essere in grado di adattarsi al futuro promuovendo la loro trasformazione verde e digitale.
1.3Gli strumenti fortemente subordinati costituiscono la miglior alternativa possibile per diversi motivi:
I)esistono già e sono regolamentati in diversi paesi europei, il che li rende uno strumento sicuro per le micro, piccole e medie imprese (MPMI);
II)costituiscono una soluzione agile, a lungo termine e di facile attuazione per imprese di tutte le dimensioni, rispetto ad alternative più sofisticate come le obbligazioni o le azioni;
III)si tratta di un prodotto compatibile con le imprese familiari, che rappresentano il 60 % delle imprese dell'UE, dato che solitamente la famiglia del fondatore desidera mantenere il controllo della propria azienda.
1.4Per risultare efficaci, tali strumenti dovrebbero avere uno status di quasi-equity, in modo da non essere contabilizzati come debito nei bilanci delle imprese, e collocarsi subito prima dell'equity nei pagamenti a cascata in caso di liquidazione di un'impresa.
1.5Per avere un impatto significativo e raggiungere imprese di tutte le dimensioni, l'opzione migliore è un sistema basato sulla collaborazione tra gli istituti privati e quelli pubblici, tra cui le banche, i gestori di attivi, il settore pubblico e gli investitori istituzionali (assicurazioni e fondi pensione).
1.6La presente raccomandazione persegue un obiettivo a lungo termine proponendo una soluzione che può essere realizzata nel breve periodo, oltre a sostenere l'Unione dei mercati dei capitali (UMC). Un modello di strumento a livello dell'UE potrebbe trarre vantaggio dalla visibilità, dalla liquidità e dalla portata del mercato unico ed esercitare un'ampia attrattiva tra gli investitori istituzionali alla ricerca di profili di rischio di debito e di tipo ibrido, ma con rendimenti più elevati, rispondendo nel contempo alle esigenze delle piccole imprese. Con un'estensione sufficiente a livello dell'Unione, un quadro efficace potrebbe dare vita a una classe di attivi ben definita e in grado di promuovere gli investimenti e l'integrazione nell'UE.
2.Contesto
2.1Le piccole e medie imprese (PMI) costituiscono il fulcro dell'economia: nell'UE-27 esse rappresentano il 99,8 % di tutte le imprese, quasi due terzi (65 %) dei posti di lavoro e oltre la metà (53 %) del valore aggiunto generato dal settore non finanziario
. Esse costituiscono l'economia reale e il principale fattore di coesione sociale in molte regioni europee. Nel 2020 vi erano oltre 22,5 milioni di PMI. Attualmente, pur essendo poco meno di 200 000, le PMI di medie dimensioni rappresentano il 17,3 % del valore aggiunto e il 16 % dell'occupazione
.
2.2La pandemia di COVID-19 ha colpito duramente l'economia nel corso del 2020 e durante alcuni mesi del 2021, ma la tempestiva reazione dei governi che hanno adottato misure pubbliche temporanee ha impedito un'ampia ondata di fallimenti legati alla COVID-19; essi hanno fatto principalmente ricorso a soluzioni volte ad affrontare i problemi di liquidità e le questioni a breve termine che hanno determinato una situazione di indebitamento eccessivo tra le imprese dell'UE.
2.3La cessazione della maggior parte delle misure di sostegno pubblico concesse coincide con nuove tensioni che colpiscono l'economia su scala sia mondiale che europea, quali la crisi energetica, l'inflazione, la fine della politica monetaria accomodante adottata dalla BCE, l'aumento dei premi di rischio e del costo del finanziamento, i problemi nelle catene di approvvigionamento e l'invasione russa dell'Ucraina.
2.4Per affermare la posizione di leader dell'Europa nella transizione verde sarà indispensabile che gli operatori pubblici e privati effettuino ingenti investimenti. Visto il loro indebolimento, le PMI potrebbero incontrare difficoltà nell'adattarsi alle nuove norme e ritrovarsi indietro rispetto alle imprese di grandi e medie dimensioni di altre parti del mondo.
2.5Dato che una percentuale elevata di imprese è fortemente indebitata
e, al tempo stesso, ha bisogno di risorse a lungo termine per far fronte alle sfide future, sono necessarie nuove soluzioni che rafforzino il capitale delle MPMI e delle piccole imprese a media capitalizzazione. Le iniziative esistenti a livello europeo, come il programma ESCALAR (azione europea di sviluppo per il capitale di rischio) lanciato dalla BEI, sono solitamente destinate a società a forte crescita considerate imprese in espansione (scale-up), oppure alle società che si trovano nelle prime fasi della loro crescita e che sono finanziate da fondi di capitale di rischio. Le nuove soluzioni dovrebbero integrare quelle attuali e concentrarsi sulle MPMI e sulle piccole imprese a media capitalizzazione esistenti e consolidate, che rappresentano la maggioranza delle imprese europee.
2.6Alcuni paesi hanno varato misure selettive intese a rafforzare la capacità di investimento delle imprese, evitando nel contempo il rischio di "zombificazione". In Spagna e in Francia questi programmi rappresentano oltre 30 miliardi di EUR per 15 000 imprese
e utilizzano, come strumento principale, prestiti fortemente subordinati e, come criterio di selezione, le valutazioni del merito di credito (credit rating) al fine di garantire che i beneficiari siano imprese economicamente sostenibili.
3.Osservazioni generali
3.1L'eccessivo indebitamento delle imprese europee richiede uno strumento di ricapitalizzazione che consenta loro di mantenere o aumentare i loro sforzi di investimento. I mercati pubblici hanno finora sostenuto adeguatamente le società quotate esistenti, mentre quelli privati non sono dotati della profondità necessaria per sostenere le imprese più piccole. La carenza di capitale proprio e di capitale ibrido che l'Unione potrebbe trovarsi ad affrontare a causa della pandemia e della riduzione delle misure di sostegno statale è stimata a 450-600 miliardi di EUR
.
3.2In generale, le MPMI e le piccole imprese a media capitalizzazione sostengono di avere, rispetto alle grandi imprese, maggiori difficoltà di accesso ai finanziamenti, in particolare a quelli a lungo termine.
3.2.1Infatti, secondo l'indagine sull'accesso delle imprese al finanziamento (SAFE), nel richiedere un prestito un numero maggiore di imprese sostiene di dover affrontare degli ostacoli (il 7 % delle PMI rispetto al 4 % delle grandi imprese), di avere tassi di riuscita inferiori (72 % a fronte dell'85 %) e un tasso di rifiuto più elevato (6 % rispetto al 2 %), nonché condizioni peggiori
.
3.2.2Le imprese familiari rappresentano oltre il 60 % di tutte le imprese europee (percentuale che in Spagna raggiunge l'85 % e in Italia, Francia e Germania il 75 %
). È meno probabile che, per i finanziamenti a lungo termine, queste imprese cerchino soluzioni alternative al capitale proprio che richiedano di rinunciare al controllo dell'impresa.
3.3Inoltre, le PMI tendono a disporre di un portafoglio di strumenti di finanziamento esterno meno diversificato, che spesso dipende dal settore bancario ed è orientato ad usi a breve termine.
I)Nella zona euro la dipendenza delle PMI dalle banche rimane elevata visto che il 70 % del finanziamento esterno dipende dalle banche, rispetto al 40 % rilevato negli Stati Uniti
.
II)Il 63 % delle grandi imprese dichiara di utilizzare fondi per gli investimenti fissi, rispetto al 38 % delle PMI e solo al 28 % delle microimprese
.
3.4Il presente parere d'iniziativa raccomanda pertanto di mettere a punto un quadro comune per gli strumenti fortemente subordinati che stimoli la ricapitalizzazione delle imprese dell'UE. Tale quadro dovrebbe garantire che questi strumenti siano considerati quasi-equity, in modo da non incidere sull'indice di indebitamento delle imprese e sul loro rating societario.
3.4.1Il parere invita l'Unione ad agire collettivamente per elaborare correttamente questo quadro comune, in linea con i principi di sussidiarietà e proporzionalità, autorizzando l'intervento dell'UE quando gli obiettivi di un'azione si possono conseguire più efficacemente a livello europeo in ragione della portata e degli effetti dell'azione proposta.
3.4.2Tale quadro per gli strumenti altamente subordinati dovrebbe:
I)colmare la suddetta carenza di finanziamenti a lungo termine per rafforzare i bilanci e sostenere gli investimenti;
II)fornire alle imprese familiari uno strumento atto a incentivare i loro investimenti a lungo termine senza che debbano rinunciare al controllo della loro impresa, dato che gli studi dimostrano che sono disposte a distribuire una quota degli utili e/o a emettere strumenti ibridi
;
III)essere compatibile con le pratiche dei principali fornitori di servizi finanziari (banche commerciali, gestori di patrimoni, settore pubblico) in modo da raggiungere una gran parte delle imprese;
IV)contribuire ad attrarre investitori istituzionali, come le compagnie di assicurazione e i fondi pensione, soggetti al regolamento sui prodotti d'investimento al dettaglio e assicurativi preassemblati (PRIIP), che gestiscono il risparmio e svolgono un ruolo cruciale nel convogliare maggiori attività nell'economia reale.
3.5Esistono diversi strumenti fortemente subordinati che potrebbero essere utilizzati per rafforzare i bilanci delle PMI e delle imprese a media capitalizzazione, come le obbligazioni, le obbligazioni convertibili, le strutture azionarie a doppia classe (dual-share schemes) e i finanziamenti ibridi (come i prestiti partecipativi):
I)l'emissione di obbligazioni viene utilizzata principalmente dalle imprese ad alta capitalizzazione e per emissioni di dimensioni significative. Si tratta di una procedura complessa e costosa. A titolo di esempio, anche se il ricorso alle obbligazioni societarie è notevolmente aumentato negli ultimi anni, vi sono in totale solo 2 000 emittenti attivi, principalmente imprese di grandi dimensioni
;
II)il vantaggio principale delle obbligazioni convertibili private è quello di essere estremamente flessibili in termini di struttura, in quanto si tratta di un contratto privato. Tuttavia, questo implica anche un basso livello di sicurezza per le imprese più piccole, solitamente caratterizzate da un grado di alfabetizzazione finanziaria minore, e un costo di transazione elevato. Tali obbligazioni sono utilizzate principalmente da fornitori sofisticati di capitale di rischio;
III)le strutture azionarie a doppia classe prevedono l'emissione di due classi di azioni, una delle quali di norma non conferisce diritti di voto o solo diritti limitati, pur continuando a fornire capitale proprio. Questo strumento, pur essendo autorizzato in alcuni Stati membri
(paesi nordici, Polonia, Portogallo e Italia), non lo è in molti altri (Germania, Francia e Spagna), per cui una sua diffusione su vasta scala appare più difficile da realizzare, dal momento che richiederebbe un elevato grado di adattamento alla società che emette le azioni;
IV)i finanziamenti ibridi sono strumenti di debito fortemente subordinati e orientati verso il lungo termine (e solitamente comprendono periodi di grazia). Si tratta di uno strumento regolamentato in molte giurisdizioni, che offre maggiore sicurezza alle imprese e rende il processo più agile, dal momento che il prodotto non viene creato in ogni operazione. Inoltre, esso non penalizza le imprese in termini di indebitamento, in quanto occupa l'ultima posizione nella gerarchia di rimborso, prima del capitale proprio.
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Diffusione
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Fattibilità
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Casistica
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Protezione delle imprese
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Protezione degli investitori
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Obbligazioni
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Bassa
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Elevata
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Bassa
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Media
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Elevata
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Obbligazioni convertibili
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Media
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Media
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Bassa
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Bassa
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Elevata
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Azioni a doppia classe
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Bassa
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Media
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Media
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Elevata
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Media
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Finanziamenti ibridi
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Elevata
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Elevata
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Medio-alta
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Elevata
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Media
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Fonte: Inbonis Rating.
3.6Uno strumento di finanziamento ibrido costituisce l'alternativa migliore per diversi motivi:
I)rappresenta una soluzione a lungo termine che non solo è facile da attuare ma assicura anche una maggiore tutela alle imprese rispetto alle obbligazioni o alle azioni;
II)garantisce alle MPMI che non vi sia una diluizione o una perdita del controllo, pur presentando vantaggi sul piano dei costi, quali la deducibilità fiscale o minori costi di emissione;
III)offre ai prestatori un rendimento attraente, senza che sia necessario coinvolgere i detentori dei titoli emessi nelle decisioni dell'impresa;
IV)i prestiti partecipativi (che sono una forma di finanziamento ibrido) esistono già e sono regolamentati in molti paesi europei, tra cui la Spagna (préstamos participativos), la Francia (prêts participatifs), la Germania (Partiarisches Darlehen) o, più recentemente, il Portogallo (empréstimos participativos)
.
3.6.1I prestiti ibridi costituiscono lo strumento per il quale hanno optato diverse iniziative pubbliche e private allo scopo di affrontare la carenza di finanziamenti del capitale in tutta l'UE: almeno sei programmi in tre Stati membri, nonché alcuni programmi del Fondo europeo per gli investimenti, ricorrono al prestito partecipativo ibrido.
I)La Francia ha messo a punto il programma Relance, che è un programma di debito subordinato da 12,7 miliardi di EUR finanziato dal governo, destinato a 10 000 imprese - principalmente PMI - che si fonda sui prestiti partecipativi e sulle obbligazioni subordinate. I titoli emessi nel quadro del programma sono collocati dalle banche e acquistati da investitori istituzionali.
II)In Spagna è stato istituito un fondo da 1 miliardo di EUR per la ricapitalizzazione delle imprese colpite dalla pandemia di COVID-19, delle PMI e delle imprese a media capitalizzazione che hanno problemi di solvibilità ma sono economicamente sostenibili; tale fondo ricorre a prestiti partecipativi.
III)Sempre in Spagna è stato creato un Fondo di sostegno agli investimenti industriali produttivi di 9 miliardi di EUR a 15 anni (600 milioni di EUR all'anno), finanziato con fondi pubblici, che utilizza debito tradizionale, prestiti partecipativi e capitale proprio, ed è destinato a imprese con progetti di investimento industriale.
IV)A Valencia, l'Instituto Valenciano de Finanzas (la banca di sviluppo regionale) ha avviato diversi programmi di finanziamento che ricorrono ai prestiti partecipativi per sostenere le PMI e le imprese a media capitalizzazione strategiche con un progetto di investimento, per un totale di 400 milioni di EUR all'anno.
V)I Paesi Bassi hanno varato un programma di sostegno alle PMI fondato su prestiti subordinati per un importo di 400 milioni di EUR.
3.7Per garantire una diffusione efficace che raggiunga tutte le MPMI e abbia il massimo impatto, il regime operativo migliore è quello in cui vi sia una pluralità non solo di emittenti ma anche di soggetti - sia pubblici e privati - incaricati di collocare i titoli emessi, con i primi che possono anche non coincidere con i secondi. Tra gli emittenti figurano le banche, i gestori di attivi e il settore pubblico, mentre gli investitori possono essere le banche stesse, il settore pubblico e gli investitori istituzionali (assicuratori e fondi pensione). Questo quadro si riferisce alle operazioni nuove e non alla cartolarizzazione di quelle esistenti. Questo è, ad esempio, il percorso che è stato seguito in Francia per realizzare il programma Relance
.
3.8Attenuazione dei rischi potenzialmente percepiti di un piano di emissione di prestiti ibridi distribuiti su larga scala in tutta Europa:
Rischio percepito
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Soluzione
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Vigilanza sul sistema bancario ombra
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L'inclusione di strumenti per la gestione del rischio, come il credit rating, eliminerebbe il rischio del sistema bancario ombra.
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Esclusione delle banche
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Uno strumento di prestito ibrido ripristinerebbe la solvibilità delle imprese e le banche sarebbero pertanto disposte a continuare a emettere prestiti.
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Compatibilità con l'iniziativa DEBRA (Debt Equity Bias Reduction Allowance - indennità per la riduzione della distorsione a favore del debito rispetto al capitale proprio)
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Dato che il progetto intende anche evitare l'indebitamento eccessivo delle imprese, esso risulta compatibile con l'obiettivo principale dell'iniziativa DEBRA.
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Ripristinare la solvibilità delle imprese non economicamente sostenibili
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L'introduzione di norme di mercato come il credit rating impedirebbe alle imprese non economicamente sostenibili di accedere a tali strumenti. Molti dei programmi pubblici che ricorrono ai prestiti partecipativi prevedono questo requisito.
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4.Osservazioni particolari
4.1Il quadro proposto per i finanziamenti ibridi dovrebbe soddisfare determinati standard che lo rendono attraente a tutte le parti interessate: imprese, fornitori di servizi finanziari che agiscono in qualità di soggetti incaricati di collocare i titoli emessi e investitori istituzionali.
4.2È essenziale che il quadro consideri questo tipo di finanziamento ibrido come capitale proprio nelle seguenti fattispecie:
I)Ai fini del calcolo del rapporto debito/capitale, in modo da non incidere sull'indebitamento esistente o da non avere un impatto eccessivo sul rapporto debito/capitale. In Francia, ad esempio, l'articolo 313-14 del Code monétaire et financier (Codice monetario e finanziario) stabilisce che "ai fini della valutazione della situazione finanziaria delle società beneficiarie, i prestiti partecipativi sono considerati come capitale proprio".
II)Ai fini della riduzione del capitale. Questo è previsto, ad esempio, nel regolamento spagnolo, secondo cui i prestiti partecipativi sono inclusi nel calcolo del capitale proprio ai fini della riduzione del capitale e dello scioglimento delle società, e il rimborso anticipato dei prestiti partecipativi può avvenire solo se è seguito da un aumento di capitale dello stesso importo
.
III)In caso di insolvenza, questo finanziamento ibrido dovrebbe avere uno status subordinato, collocandosi dopo i crediti ordinari o i creditori comuni, e prima degli azionisti. Se la gerarchia dei titoli di debito non fosse strutturata in questo modo, è probabile che si comprometterebbe la capacità delle imprese di contrarre prestiti da fonti tradizionali. Uno degli obiettivi del piano d'azione della Commissione europea per l'Unione dei mercati dei capitali è conseguire una maggiore convergenza tra i diversi regimi di insolvenza vigenti negli Stati membri.
4.2.1Vi sono casi in cui i finanziamenti ibridi sono considerati capitale proprio ai sensi degli International Financial Reporting Standards (principi internazionali d'informativa finanziaria - IFRS) e di Basilea II. Ad esempio, un prestito ibrido senza scadenza predeterminata viene contabilizzato come capitale proprio ai sensi degli IFRS, in ragione del suo status fortemente subordinato
. In generale, gli strumenti ibridi possono essere considerati come capitale proprio se non sono garantiti, sono subordinati ed erogati integralmente, se non sono rimborsabili su iniziativa del loro detentore, se possono essere utilizzati per coprire le perdite e se l'obbligo di versare gli interessi può essere rinviato
.
4.2.2Il CESE raccomanda di modificare la direttiva contabile 2013/34/UE in modo da armonizzare la procedura contabile per i prestiti ibridi o altri tipi di debito con scadenza superiore a otto anni
, con un periodo di grazia di almeno tre anni e un tasso di interesse variabile, in parte vincolato al "successo" definito a discrezione (ad esempio, in relazione alla crescita, alla redditività, ecc.). Questa modifica faciliterà il computo dei prestiti ibridi come capitale proprio nel calcolo del patrimonio netto di una società ai fini del diritto commerciale e come capitale proprio o fondi propri a fini contabili.
4.3Al fine di evitare incertezze, lo strumento dovrebbe continuare ad essere considerato debito per altri fini (ad esempio, di tipo fiscale e giuridico), per cui l'emissione di uno strumento assimilabile a capitale proprio non dovrebbe comportare la perdita del diritto di voto per le imprese.
4.3.1Un altro punto importante sia per le imprese che per gli investitori è che gli interessi periodici pagati sullo strumento di debito subordinato non devono essere soggetti ad alcuna ritenuta d'imposta o ritenuta alla fonte, in modo da permettere al portafoglio di ricevere gli interessi su base lorda.
4.4Sul lato degli investimenti, uno strumento di quasi-equity come quello proposto sarebbe considerato uno strumento ammissibile per i fondi di investimento europei a lungo termine (European Long-term Investment Funds - ELTIF), conformemente all'articolo 10 del regolamento ELTIF, il che gli consentirebbe di entrare immediatamente a far parte dell'ecosistema finanziario.
4.4.1Gli ELTIF potrebbero essere successivamente commercializzati nell'UE mediante la pubblicazione di un prospetto o di un documento contenente le informazioni chiave (Key Information Document - KID) che soddisfi i requisiti, rispettivamente, del regolamento sul prospetto o del regolamento sui prodotti d'investimento al dettaglio e assicurativi preassemblati. Ciò contribuirebbe a integrare gli investitori al dettaglio nel debito privato e nell'economia reale, obiettivo che non è ancora stato realizzato con le iniziative di prestito collettivo (crowdlending).
4.4.2Idealmente, per rafforzare la base di investitori, lo strumento dovrebbe incorporare norme di mercato quali i credit rating emessi da agenzie di rating registrate presso l'Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati (ESMA) o le valutazioni degli indicatori della sostenibilità ambientale, sociale e di governance.
4.5Infine, questa iniziativa sosterrebbe l'Unione dei mercati dei capitali. Un approccio a livello dell'UE, un modello di strumento europeo comune, potrebbe trarre vantaggio dalla visibilità, dalla liquidità e dall'estensione del mercato unico ed esercitare un'ampia attrattiva tra gli investitori istituzionali alla ricerca di profili di rischio di debito e di tipo ibrido, ma con rendimenti migliori, rispondendo nel contempo alle esigenze delle piccole imprese. Con un'estensione sufficiente a livello dell'Unione, un quadro efficace potrebbe dare vita a una classe di attivi ben definita in grado di promuovere gli investimenti e l'integrazione nell'UE.
Bruxelles, 26 ottobre 2022
Christa SCHWENG
Presidente del Comitato economico e sociale europeo
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