IT

NAT/794

Digitalizzazione e sostenibilità – status quo e necessità di intervenire

dal punto di vista della società civile

PARERE

Comitato economico e sociale europeo

Digitalizzazione e sostenibilità – status quo e necessità di intervenire

dal punto di vista della società civile

(parere esplorativo)

Relatore: Peter SCHMIDT (DE-II)

Correlatore: István KOMORÓCZKI (HU-I)

Consultazione

Presidenza tedesca del Consiglio, 07/04/2020

Base giuridica

Art. 304 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea

Sezione competente

Agricoltura, sviluppo rurale, ambiente

Adozione in sezione

31/08/2020

Adozione in sessione plenaria

17/09/2020

Sessione plenaria n.

554

Esito della votazione (favorevoli/contrari/astenuti)

216/2/3



1.Conclusioni e raccomandazioni

1.1Il CESE chiede politiche che integrino ulteriormente un'economia digitale che faccia propri i nostri valori sociali. In tal modo, infatti, si garantirebbe un'economia digitale del benessere quanto più inclusiva possibile, che consenta ai lavoratori, ai consumatori, alle PMI, alle grandi imprese e agli attori economici senza scopo di lucro di trarne tutti beneficio, in particolare nelle zone rurali. Adottare politiche siffatte significherebbe, tra le altre cose:

·sviluppare una politica fiscale volta a far sì che le imprese digitali paghino la loro giusta quota di tasse;

·elaborare, sulla base del regolamento generale sulla protezione dei dati (RGPD), un'apposita legge in materia di protezione dei dati sul luogo di lavoro, sui social media e nel commercio elettronico;

·adeguare la legislazione vigente in materia di concorrenza e monopoli al fine di regolamentare i mercati delle piattaforme digitali;

·promuovere il software e le applicazioni liberi da licenza (open source);

·adottare un approccio basato sul principio "denaro pubblico – dati pubblici", in modo che i dati della ricerca finanziata con fondi pubblici siano resi disponibili al pubblico;

·sviluppare una politica strategica dell'UE in materia di governance dei dati, che preveda tra l'altro una nuova legislazione per i "trust di dati pubblici".

1.2Il CESE invita i governi nazionali e le amministrazioni locali a sostenere le piattaforme di condivisione cooperativa. Invoca inoltre catene di produzione TIC trasparenti, eque e rispettose dell'ambiente, norme ambiziose in materia di energia e un ampliamento della direttiva europea sulla progettazione ecocompatibile; e chiede alla Commissione europea di:

·adeguare la legislazione dell'UE per rendere gli acquisti online maggiormente sostenibili, e sviluppare politiche responsabili in materia di imballaggio, consegna e restituzione dei pacchi;

·proteggere i piccoli operatori sul mercato contro le piattaforme monopolistiche;

·elaborare una serie esaustiva di criteri e indicatori di prodotti software sostenibili e introdurre un "passaporto dei prodotti digitali";

·migliorare l'RGPD per quanto riguarda la sufficienza dei dati e il loro accoppiamento;

·imporre restrizioni alla pubblicità online per creare spazi liberi da pubblicità.

1.3La pandemia di Covid-19 ha provocato una diminuzione improvvisa quanto consistente dei trasporti, della produzione e dei consumi; il maggiore ricorso alle TIC ha consentito di ridurre l'impatto delle prassi lavorative e degli stili di vita a elevata intensità di energia. Il CESE chiede misure politiche appropriate che contribuiscano a consolidare questi aspetti positivi dopo la pandemia. Tutto ciò, naturalmente, suscita interrogativi più ampi in merito all'efficienza energetica del "cloud" e dei centri dati che ne costituiscono il supporto fisico. Ad esempio, si tratta di:

·stilare un inventario dei centri dati dell'UE (che ne rilevi l'efficienza energetica, il ciclo di vita, i materiali impiegati per la costruzione ecc.) e introdurre un sistema di riferimento per l'eccellenza ("top-runner") per fare in modo che i centri dati più efficienti sul piano energetico diventino la norma;

·imporre ai nuovi centri dati di funzionare al 100 % con energie rinnovabili;

·utilizzare l'intelligenza artificiale (IA) per sostenere la transizione climatica ed energetica;

·proporre misure per soluzioni di IA sostenibili.

1.4Il CESE riconosce l'importanza cruciale di uno sviluppo sostenibile di città intelligenti che includa anche approcci innovativi alla mobilità integrata, all'energia e al turismo.

2.Contesto e premesse fondamentali

2.1Il presente parere è stato richiesto dalla presidenza tedesca del Consiglio e si propone di analizzare le due megatendenze globali della digitalizzazione e della sostenibilità dal punto di vista della società civile organizzata europea. Il CESE accoglie con favore questo approccio, volto ad allineare le transizioni verde e digitale: tale allineamento, infatti, è essenziale per la prosperità e la resilienza future dell'Europa.

2.2L'UE si è pienamente impegnata a favore dell'Agenda 2030 delle Nazioni Unite 1 e dei suoi 17 obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS), nonché degli atti concordati nel quadro degli accordi internazionali in materia di clima come l'accordo di Parigi 2 . Al fine di garantire la corretta attuazione di tali strumenti, l'UE deve sviluppare e mettere a punto una strategia globale per lo sviluppo sostenibile.

2.3Il CESE accoglie con favore il Green (e Social) Deal europeo 3 e il suo Fondo per una transizione giusta, in quanto dovrebbero mobilitare gli investimenti su vasta scala necessari per una transizione giusta verso un'economia climaticamente neutra. Il CESE reputa che la piattaforma europea delle parti interessate per l'economia circolare 4 sia fondamentale per conseguire gli obiettivi del nuovo piano d'azione dell'UE per l'economia circolare 5 ed auspica di proseguire la relativa collaborazione. Il CESE sottolinea che l'UE deve fare in modo che la digitalizzazione contribuisca ad attuare il Green e Social Deal europeo.

2.4Il CESE accoglie con favore il pacchetto per la ripresa e la ricostruzione dell'UE "Next Generation EU" 6 , volto a sostenere coloro che sono stati maggiormente colpiti dal punto di vista economico dalla crisi della Covid-19.

2.5La pandemia di Covid-19 rappresenta un'opportunità per riflettere su come possiamo rimodellare e innovare la nostra economia per renderla più sostenibile dal punto di vista ambientale e sociale; la crisi, infatti, non dovrebbe distogliere l'UE dai suoi obiettivi in tema di ambiente e di sostenibilità.

2.6Il CESE ha già avuto occasione di invocare un'economia del benessere sostenibile e inclusiva 7 che operi sia per le persone che per il pianeta; e, per realizzare tale obiettivo, occorre anche utilizzare la digitalizzazione in modo appropriato.

2.7Il CESE considera un approccio sistematico dell'UE al consumo sostenibile 8 come uno degli elementi costitutivi fondamentali della propria visione strategica di un'economia del benessere sostenibile che non lasci nessuno indietro.

2.8Il CESE ha raccomandato un percorso europeo verso un futuro digitale 9 , basato sui valori sociali e i principi etici europei, che consenta di cogliere appieno le opportunità che il digitale offre all'economia, nel rispetto della vita privata e dell'autodeterminazione di ciascuno e dei limiti del nostro pianeta.

2.9Il recente Libro bianco della Commissione sull'IA 10 propone una strategia per garantire la diffusione dell'IA all'interno dell'UE, e il CESE appoggia le ambizioni della Commissione di fare dell'UE un leader internazionale nell'attività di ricerca e sviluppo nel campo dell'IA e di migliorare così la competitività globale dell'Europa 11 . Al tempo stesso, il CESE auspica una migliore integrazione della strategia per l'IA nelle attuali strategie di sostenibilità dell'UE.

2.10Il CESE invita tutte le parti interessate a prendere in considerazione gli effetti della digitalizzazione sui diversi settori e sui vari OSS, in termini di infrastrutture di base, capacità di rendersi autonomi e trasformazione.

3.Verso una digitalizzazione sana sul piano sociale, ambientale ed economico

3.1Alla luce delle riflessioni indotte dalla battuta d'arresto causata dalla Covid-19, risulta evidente che una rivoluzione digitale sostenibile comporta la considerazione parallela di una serie di fattori umani nonché il mantenimento di soluzioni non digitali ed esige un'attenta valutazione dei rischi connessi e un'attenzione specifica per la resilienza. Una priorità ben precisa consisterà nell'affrontare il divario digitale sia tra i singoli paesi che all'interno di essi, in tutto il mondo ma in particolare negli Stati membri e con un occhio all'allargamento dell'UE. La pandemia ha evidenziato sia le opportunità che gli svantaggi della comunicazione digitale, in particolare per coloro che vivono nelle zone rurali, e, per affrontare il divario digitale all'interno degli Stati membri, sono necessari investimenti pubblici e privati.

3.2Il presente parere verte in particolare sugli OSS 8 (lavoro dignitoso), 12 (consumo e produzione) e 13 (azione per il clima) 12 , mettendo quindi in stretta relazione tra loro i fattori di sostenibilità ambientale e sociale. Per realizzare una forma di digitalizzazione che funzioni per tutti noi, la considerazione contestuale di tali preoccupazioni assume un'importanza cruciale. Tra gli altri aspetti di particolare interesse figurano l'istruzione digitale (OSS 4), le città intelligenti (OSS 11) e la sanità elettronica (OSS 3), aspetti che andranno analizzati più in dettaglio in relazione alla società civile in futuri lavori del CESE.

3.3La pandemia ha trasformato molte delle nostre abitudini quotidiane in una sperimentazione sul campo, e su vasta scala, di applicazioni digitali: i governi hanno temporaneamente chiuso le scuole, chiedendo agli alunni, agli studenti e ai docenti di lavorare online, e i datori di lavoro hanno dovuto rapidamente ripensare il proprio approccio al lavoro a distanza. Ora che stiamo lentamente uscendo dal confinamento, dobbiamo riflettere sulla misura in cui la digitalizzazione sia auspicabile e adeguata e sul modo in cui sia possibile, in questo processo, mantenere l'equità intra- e intergenerazionale in linea con gli OSS.

Il CESE invita tutte le parti interessate a prendere in considerazione gli effetti di questo inatteso "passo avanti digitale" nel contesto delle seguenti tre dimensioni della digitalizzazione: infrastrutture di base, capacità di rendersi autonomi e trasformazione. Per illustrare tale concetto proponiamo l'esempio degli ambienti di istruzione e di lavoro, ma raccomandiamo di assumerlo come euristico in altri settori per cogliere queste tre dimensioni con i rispettivi benefici e con i relativi rischi.

3.3.1Le infrastrutture digitali di base

Pur dando per scontato che, in Europa, per molti di noi Internet fornisce un accesso quasi universale alla conoscenza, dobbiamo continuare a lavorare per migliorare la qualità, la sicurezza, l'affidabilità, l'inclusività e l'accessibilità dei servizi online. In questa transizione verso un'epoca sempre più dominata dall'intelligenza artificiale, è essenziale analizzare le esperienze scientifiche, socioculturali e pedagogiche e i risultati di questa situazione imprevista, anche alla luce della recente relazione dell'UNESCO sull'IA 13 . Siamo già consapevoli delle considerevoli disuguaglianze sociali esistenti in questo campo, in particolare sul piano della disponibilità di dispositivi elettronici, della formazione e della connettività.

In linea con il principio di precauzione, tra i potenziali fattori negativi potrebbero esservi l'aumento del tempo trascorso davanti a uno schermo, l'esposizione ai dispositivi in generale, le posture assunte, le radiazioni assorbite, i possibili effetti del 5G sulla salute, le notizie false, le frodi online, il cyberbullismo e i problemi legati alla sorveglianza – tutte questioni che impongono ulteriori studi approfonditi.

3.3.2La digitalizzazione come strumento di autonomia

Quanto agli aspetti positivi, vi è stato per tutti un chiaro richiamo del potenziale della digitalizzazione come strumento di autonomia nella vita di tutti i giorni. Ad esempio, le informazioni sono facilmente disponibili, e ciò consente un apprendimento indipendente lungo tutto l'arco della vita e flessibilità nell'ambito del lavoro. Lo strumentario digitale, ricco e versatile, comprende audio, video, testi, animazioni, ambienti di formazione virtuali, chat dal vivo, realtà aumentata e realtà virtuale su un'ampia gamma di argomenti su misura per i programmi e le esigenze degli utenti, siano essi alunni, studenti, lavoratori o semplicemente persone interessate ad acquisire nuove conoscenze o competenze.

Internet funge anche da catalizzatore per i movimenti della società civile e si è rivelato particolarmente efficace nel mobilitare le persone per iniziative politiche o ambientaliste: basti pensare ai Fridays for Future (Venerdì per il futuro) o all'esempio eclatante delle manifestazioni svoltesi in questi ultimi anni a Hong Kong.

Al tempo stesso, ci rendiamo conto che l'uso della digitalizzazione "ad alta tecnologia" non si traduce necessariamente in una maggiore sostenibilità: ad esempio, le comunità indigene o i gruppi di anziani con approcci "a bassa tecnologia" tendono ad adottare soluzioni non digitali più sostenibili.

3.3.3La digitalizzazione come strumento di trasformazione

Gli insegnamenti acquisiti da questa esperienza di "laboratorio globale" offrono una magnifica opportunità di trarre conclusioni sui modi in cui essa influenzerà i futuri sviluppi, ad esempio riguardo al mix ideale di apprendimento a distanza su misura e istruzione in loco. Le più prestigiose istituzioni mondiali stanno già proponendo, attraverso collaborazioni con piattaforme come Coursera, corsi online aperti e di massa (Massive Open Online Courses – MOOC), che offrono a chiunque la possibilità di conseguire un titolo rilasciato da un'università rinomata.

Le implicazioni per l'ambiente e la società sono rimarchevoli. Si effettuano molti meno viaggi di lavoro, con una conseguente riduzione dell'inquinamento atmosferico e ambientale in generale, una riduzione del rumore e una diminuzione dello stress umano, ed è probabile che alcuni di questi nuovi modelli continuino ad essere utilizzati anche dopo la ripresa. Molti adesso hanno la possibilità di trascorrere più tempo a casa e/o in famiglia e si rivolgono specialmente ai fornitori locali, come le rivendite delle aziende agricole, anche se è chiaro che, per alcuni, tutto ciò comporta gravi difficoltà.

Per quanto riguarda le infrastrutture, si presenta un'ottima opportunità di sollevare e analizzare le questioni degli investimenti a livello di comunità e dell'efficienza dei costi.

3.4L'OSS 8: lavoro dignitoso ed economia del benessere

La digitalizzazione racchiude uno straordinario potenziale per l'economia del benessere. I benefici, tuttavia, sono ripartiti in modo non uniforme, con il rischio che una quota crescente di capitali e di attivi si accumuli nelle mani di pochi operatori. La maggior parte delle piattaforme digitali e delle società di software si trova negli Stati Uniti e in Asia 14 . Le PMI europee dipendono dai servizi di tali imprese e se, ad esempio, fruiscono del servizio di logistica di Amazon, i propri ricavi risultano ridotti dalle relative commissioni. Per contrastare questa tendenza oligopolistica, in Europa dobbiamo creare un'economia del benessere inclusiva. Il CESE sostiene lo sviluppo di una politica fiscale volta a far sì che le imprese digitali paghino la loro giusta quota di tasse 15 .

3.4.1La digitalizzazione e i suoi effetti sull'occupazione

La digitalizzazione nell'ambiente di lavoro offre molte opportunità per una razionalizzazione auspicabile del lavoro 16 , ad esempio grazie all'impiego dei "cobot" 17 , ma comporta anche alcuni rischi, a meno di non integrarla saldamente nei nostri valori sociali e principi etici europei adottando un approccio basato sul "controllo umano" (human-in-command). In tale contesto si profila una serie di sfide specifiche:

-il mutamento del rapporto tra posti di lavoro e ricavi nei nuovi segmenti di attività, con imprese digitali che realizzano più vendite con meno addetti. La maggior parte degli studi scientifici parte dal presupposto che gli effetti netti della digitalizzazione sul mercato del lavoro comporteranno un aumento della disoccupazione 18 , 19 , 20 , 21 , 22 , 23 ;

-la precarizzazione dei posti di lavoro, in cui sono sempre meno le persone in grado di esercitare un'attività lavorativa gratificante e ben retribuita, mentre un numero crescente di persone può ridursi ad accettare condizioni di lavoro instabili nella cosiddetta "gig economy", caratterizzata da contratti di lavoro a tempo parziale, a breve termine o a zero ore 24 , 25 , 26 , 27 , 28 ;

-la polarizzazione dei redditi, in quanto la quota di prodotto interno lordo (PIL) attribuita ai salari diminuisce mentre aumenta la percentuale dei redditi 29 da investimenti 30 , 31 , 32 , una polarizzazione che può deprimere il potere d'acquisto 33 , 34 , 35 ;

-una tendenza all'esternalizzazione del lavoro e del controllo del lavoro. Il guadagno in termini di autonomia percepito quando si lavora da casa non dovrebbe andare a discapito degli interessi dei lavoratori (ad esempio un luogo di lavoro sicuro, condizioni di lavoro stabili, il diritto alla disconnessione e la protezione dei dati sul luogo di lavoro). Il CESE invoca pertanto un'interpretazione rigorosa dell'RGPD dell'UE e suggerisce di introdurre una legge specifica in materia di protezione dei dati sul luogo di lavoro;

-un uso mirato dell'IA per migliorare il funzionamento del mercato del lavoro, ad esempio anticipando i fabbisogni di competenze o gli effetti sull'orario e sulle condizioni di lavoro, al fine di realizzare un'economia del benessere (il che significa, tra l'altro, studiare la possibilità di introdurre un reddito di base, di ridurre l'orario di lavoro a tempo pieno o di integrare il trattamento dei lavori poco remunerati).

3.4.2Il potere acquisito mediante l'accumulo di dati

L'ascesa dei "giganti digitali", con le tendenze mono- e oligopolistiche che essa porta con sé, ha falsato la concorrenza. Inoltre, la concentrazione di informazioni e conoscenze ha implicazioni per la sovranità politica e l'autodeterminazione personale, in quanto gran parte del traffico Internet (ad esempio dati personali e relativi al mercato, notizie e discorsi pubblici) è nelle mani di poche società informatiche di livello mondiale (non europee). Il CESE invita la Commissione ad adeguare l'attuale diritto in materia di concorrenza e monopoli al fine di regolamentare i mercati delle piattaforme digitali 36 . Inoltre, rileva l'importanza di tutelare i diritti dei cittadini nel contesto del regolamento generale sulla protezione dei dati e sottolinea la necessità di dibattere e di discutere apertamente in merito all'aspetto dello sfruttamento del capitalismo della sorveglianza.

Sempre più spesso, inoltre, piattaforme come Amazon, fungono da operatori diretti all'interno dei rispettivi mercati e al tempo stesso controllano le infrastrutture economiche (ossia la piattaforma commerciale, i canali di distribuzione e la pubblicità) in cui migliaia di venditori concorrenti offrono i loro prodotti. Amazon utilizza questi dati, provenienti da venditori terzi, per promuovere i propri prodotti, avvantaggiandosi così sui suoi concorrenti 37 . Un diritto dell'UE in materia di concorrenza riveduto sulla falsariga della normativa sugli investimenti esteri diretti adottata in India 38 potrebbe individuare e sanzionare tali pratiche abusive.

Assicurare la neutralità dei nuovi mercati delle piattaforme digitali 39 è di vitale importanza per garantire parità di condizioni di concorrenza per tutti i partecipanti ai mercati stessi. Il CESE propone di disciplinare i "monopoli naturali" dell'economia digitale per garantirne la governance da parte della società civile o delle autorità pubbliche 40 . Ciò significa, tra le altre cose, assicurare l'interoperabilità tra piattaforme concorrenti per garantire la concorrenza nel mercato digitale, ad esempio regolamentando le interfacce predefinite obbligatorie per lo scambio di informazioni.

3.4.3Governance dei dati: verso una politica strategica dell'UE in materia di governance dei dati

Il CESE invita la Commissione e gli Stati membri dell'UE a promuovere software e applicazioni liberi da licenza (open source) in quanto strumenti per incoraggiare modelli e applicazioni commerciali che consentano un accesso aperto e una giusta ripartizione dei benefici.

Inoltre, il CESE è favorevole a un approccio fondato sul principio "denaro pubblico – dati pubblici" in base al quale i dati dei progetti di ricerca e sviluppo finanziati con fondi pubblici debbano essere resi di dominio pubblico, ad esempio in virtù di licenze "creative commons" o licenze di copyright pubbliche.

Inoltre, il CESE propone di sviluppare una politica europea strategica in materia di governance dei dati che assicuri un equilibrio tra la massima apertura possibile dei dati e la garanzia, per gli operatori economici pubblici e le PMI, di non perdere la loro attività principale a beneficio delle grandi società di Internet e di dati. In passato, semplici dati aperti (open data) sono stati sfruttati a pressoché esclusivo vantaggio delle grandi società di Internet. Il CESE chiede di istituire "trust di dati pubblici" che fungano da intermediari tra gli attori che generano e/o intendono utilizzare i dati. In particolare si potrebbero istituire trust distinti per i dati relativi alla mobilità, quelli relativi ai servizi civici ecc. Inoltre, sarà necessaria una nuova normativa che conferisca a organizzazioni governative o della società civile un mandato pubblico ad ospitare tali trust, decidendo tra l'altro in merito all'accesso a, e alla ripartizione dei benefici di, prodotti e servizi. I dati relativi ai servizi pubblici dovrebbero conciliare le innovazioni imprenditoriali, la sovranità pubblica, i diritti di accesso universale e il benessere dei cittadini. Guardando al futuro, è di cruciale importanza sviluppare ulteriormente le tecnologie blockchain e garantire la trasparenza degli algoritmi.

3.5L'OSS 12: consumo e produzione responsabili

Le applicazioni digitali offrono grandi potenzialità di promuovere il consumo sostenibile 41 , ragion per cui il CESE invita i governi nazionali e le amministrazioni locali a sostenere le piattaforme di condivisione cooperativa, come anche le piattaforme di commercio elettronico che offrono prodotti sostenibili 42 . Come recentemente suggerito dal CESE, un nuovo regime intelligente e sostenibile di etichettatura di sostenibilità dei prodotti alimentari fornirebbe informazioni complete sui prodotti 43 , incoraggiando così i consumatori a compiere scelte sostenibili e ad alimentarsi in modo più sano 44 .

Per aumentare la sostenibilità degli acquisti online, il CESE propone che la legislazione dell'UE promuova le buone pratiche volte a ridurre la restituzione dei pacchi (ad esempio limitando le restituzioni gratuite) 45 , a vietare la distruzione dei pacchi restituiti, ad aggregare gli ordini in un'unica spedizione e ad accrescere i tassi di utilizzo dei veicoli impiegati per la consegna.

Il 60 % di tutto il traffico dati è effettuato in streaming video. Come dimostrano le limitazioni volontarie durante la pandemia di Covid-19, le alternative a bassa risoluzione sono ampiamente accettate e più sostenibili, e dovrebbero pertanto essere incoraggiate.

3.5.1TIC sostenibili

Nella produzione di hardware per le TIC occorrerebbe applicare i principi dell'economia circolare. Tra i problemi da affrontare, quelli relativi all'estrazione di terre rare e altri materiali e alla produzione dei dispositivi, attività che in molti casi (ad esempio in Cina e in altri paesi del Sud del mondo) comportano condizioni di lavoro e ambientali inadeguate.

Il CESE chiede maggiore trasparenza nelle catene di produzione delle TIC. È necessario ampliare l'ambito di applicazione della direttiva europea sulla progettazione ecocompatibile 46 al fine di includervi norme di produzione esaustive, in particolare per quanto concerne: i) i materiali sostenibili (risorse riciclate e rinnovabili); ii) la progettazione di hardware (del quale occorre massimizzare la longevità: i dispositivi devono essere modulari e poter essere riparati); iii) gli aggiornamenti del software, che devono coprire l'intero ciclo di vita fisico del prodotto; iv) la durata delle garanzie, che deve essere prolungata; v) il riutilizzo di dispositivi funzionali e un maggiore riciclaggio dei materiali; vi) le norme in materia di uso di energia, che devono essere ambiziose e includere un sistema dinamico di riferimento per l'eccellenza ("top-runner"), in cui il prodotto più efficiente dal punto di vista energetico diventa lo standard minimo; e vii) le norme di sostenibilità in materia di sviluppo di programmi informatici e applicazioni mobili, che devono incentivare gli sviluppatori a progettare software che, in fase di esecuzione, comportino un traffico di dati e un utilizzo dell'hardware quanto più bassi possibili. Il CESE accoglie con favore il Manifesto di Karlskrona per la progettazione sostenibile, e invita la Commissione a elaborare criteri esaustivi per i prodotti software sostenibili 47 , 48 .

3.5.2Catene di prodotto trasparenti

La digitalizzazione deve far progredire la trasparenza e la responsabilità lungo le catene di prodotto. Il CESE accoglie con favore la proposta, contenuta nel Green Deal europeo e di recente rilanciata dal governo tedesco nella sua "Agenda di politica digitale per l'ambiente", di introdurre un "passaporto di prodotto digitale", con informazioni sui materiali impiegati e le norme applicate nel processo produttivo, per individuare le carenze in termini di produzione sostenibile, in linea con la strategia europea in tema di responsabilità sociale delle imprese 49 , anche per quanto riguarda le norme in materia di lavoro.

3.5.3Rafforzare le piattaforme cooperative

Il CESE invita la Commissione e gli Stati membri dell'UE a promuovere lo sviluppo di piattaforme Internet cooperative, che fungano da intermediari neutrali per ripartire meglio i benefici tra i produttori/fornitori di servizi e coinvolgere i cittadini/consumatori nella governance, nel processo decisionale e nella condivisione dei benefici.

Ad esempio, CoopCycle, una federazione gestita in maniera cooperativa, fornisce la piattaforma software per le cooperative di fattorini in bicicletta in nove città europee. La piattaforma di noleggio Fairbnb coinvolge le città e le regioni in quanto soggetti interessati. Donando il 50 % delle proprie entrate a progetti di comunità locali, essa promuove una nuova concezione del turismo europeo che reca benefici sia ai viaggiatori che agli ospitanti.

Il CESE invoca una politica di sostegno che aiuti tali piattaforme a espandersi in tutta Europa. Le normative in materia di appalti dovrebbero essere adattate in modo tale da consentire agli enti locali di accordare a queste piattaforme un trattamento preferenziale.

3.5.4Pubblicità online e consumi

Il CESE esprime preoccupazione per la crescente tendenza delle piattaforme di commercio elettronico a promuovere forme insostenibili di consumo. La tracciatura delle decisioni di acquisto online e la personalizzazione degli annunci pubblicitari favoriscono un consumo di massa insostenibile. Il CESE ritiene che la questione dell'utilizzo dei dati per finalità di terzi non sia risolta in maniera soddisfacente dall'RGPD, e invita la Commissione a rafforzare tale normativa in base ai principi di sufficienza (riduzione al minimo) e di accoppiamento dei dati.

Il CESE chiede inoltre di imporre restrizioni alla pubblicità online. In molti Stati membri le pubblicità sono vietate negli spazi pubblici come le scuole. Il CESE sarebbe favorevole alla creazione di spazi esenti da pubblicità online, in particolare sui motori di ricerca e sui social media. Il CESE osserva che, nel mondo, circa la metà di tutte le entrate pubblicitarie online (oltre 300 miliardi di USD all'anno 50 ) è percepita da due società statunitensi: Google e Facebook.

Il CESE accoglie con favore iniziative come quella del Green Consumption Assistant (Assistente per il consumo verde), basata sull'IA e attualmente in fase di sviluppo presso l'Einstein Center Digital Future ed Ecosia.org, che è intesa a far progredire i motori di ricerca al fine di aiutare i consumatori nell'acquisto di prodotti e servizi più sostenibili.

3.6L'OSS 13: azione per il clima

3.6.1La digitalizzazione per la protezione dell'ambiente e la lotta contro i cambiamenti climatici

Il CESE accoglie con favore le soluzioni digitali che consentono la protezione dell'ambiente e la trasformazione verso la sostenibilità nei trasporti, nei sistemi energetici, nell'edilizia, nell'agricoltura e in altri settori. Ad esempio, secondo uno studio svizzero, le TIC consentirebbero di risparmiare fino a 6,99 milioni di tonnellate di CO2 equivalenti (CO2e) all'anno, a fronte di un'impronta di carbonio del settore pari a 2,69 milioni di tonnellate di CO2e all'anno 51 ; e, secondo altri studi, tale potenziale sarebbe ancora maggiore 52 . Tuttavia, il CESE osserva che la digitalizzazione generale dell'economia e della società non ha finora contribuito a ridurre la domanda di energia e le emissioni di carbonio 53 . Pertanto, lo sfruttamento delle potenzialità delle TIC di contribuire alla protezione del clima e dell'ambiente richiede politiche di sostegno, ad esempio per attenuare gli effetti di rimbalzo e di induzione.

3.6.2Il consumo energetico dei parchi di server

Il "cloud" consiste in una serie di centri dati fisici, che sono particolarmente dispendiosi in termini di risorse, nella realizzazione, e in termini di energia, nel funzionamento. Il CESE invita la Commissione a cooperare con gli Stati membri per stilare un inventario dei centri dati dell'UE che ne indichi l'efficienza energetica, il ciclo di vita e i materiali impiegati per la costruzione. Il CESE sarebbe favorevole a una normativa della Commissione sull'integrazione dei centri dati nelle abitazioni urbane o nelle zone commerciali per utilizzare al meglio il calore di scarto.

Il CESE raccomanda di introdurre un sistema di riferimento per l'eccellenza in cui i centri dati più efficienti sul piano energetico diventino la norma. Il CESE accoglierebbe con favore un accordo comune tra gli Stati membri per commissionare la costruzione di nuovi centri dati funzionanti al 100 % con energia rinnovabile.

Il CESE raccomanda di utilizzare l'IA per contribuire alla protezione pubblica del clima e alla transizione energetica.

·Come indicato nel Libro bianco sull'IA, la Commissione dovrebbe proporre agli Stati membri misure atte a promuovere soluzioni di IA sostenibili.

·I veicoli autonomi guidati dall'IA potrebbero ridurre le emissioni di gas a effetto serra dei trasporti urbani attraverso l'ottimizzazione del traffico/algoritmi di guida ecologica o servizi di condivisione del trasporto con flotte di veicoli autonomi interamente elettrici.

·L'IA può consentire di prevedere meglio la domanda e l'offerta di energie rinnovabili attraverso una rete di distribuzione o migliorare lo stoccaggio dell'energia, l'efficienza energetica e la gestione del carico.

3.7Città intelligenti ed altri esempi

Il CESE accoglie con favore le applicazioni tecnologiche basate sul cloud per le città intelligenti, che gestiscono i dati in tempo reale per consentire decisioni migliori, quali la razionalizzazione della raccolta dei rifiuti, la riduzione della congestione del traffico, una migliore qualità dell'aria e una migliore distribuzione dell'energia (100 % dell'energia prodotta da fonti rinnovabili, gestione della rete e delle oscillazioni della fornitura e della domanda di elettricità).

3.7.1Un ambito di cruciale importanza è quello della mobilità, in cui è stato sviluppato ad esempio il concetto di mobilità come servizio (Mobility-as-a-Service – MaaS), che, integrando i trasporti pubblici e quelli privati, favorisce un migliore utilizzo dello spazio, dei dati e delle infrastrutture pubblici al fine di ridurre le emissioni di carbonio. Il trasporto multimodale, comprendente la condivisione di biciclette e autovetture (bike sharing e car sharing), i trasporti pubblici, i taxi e altri modi di trasporto, può rendere il trasporto pubblico e condiviso molto più interessante e ridurre la dipendenza dall'automobile. Negli Stati membri, tre esempi all'avanguardia in questo campo sono costituiti da:

·Amsterdam, dove il comune condivide dati con i soggetti interessati al fine di consentire lo sviluppo di applicazioni mobili di mappatura integrate con i trasporti pubblici;

·Barcellona, dove la celebre linea 9 della metropolitana si estenderà per 47,8 km, con treni senza conducente che collegano l'aeroporto e le stazioni ferroviarie;

·Copenaghen, dove un sistema innovativo di "biciclette intelligenti" è utilizzato per monitorare e gestire la qualità dell'aria e la congestione del traffico.

3.7.2Il CESE plaude alle politiche intelligenti e sostenibili attuate dalla città di Barcellona e ai progetti di città intelligenti che coinvolgono città dell'UE, quali:

·il progetto Remourban 54 , che sperimenterà una serie di innovazioni tecniche e modelli imprenditoriali per la rigenerazione urbana, al quale partecipano, nell'UE, i comuni di Valladolid (Spagna) e, potenzialmente, di Seraing (Belgio) e Miskolc (Ungheria);

·il progetto UE di città intelligenti MAtchUP 55 , di cui sono i "fari" città turistiche come Valencia (Spagna), Dresda (Germania) e Antalya (Turchia).

3.7.3Il turismo sostenibile è di cruciale importanza per la ripresa dopo la crisi della Covid-19. Dovremmo partire dalle conclusioni e raccomandazioni formulate dal CESE nei suoi recenti pareri in materia 56 , e in particolare promuovere mezzi di trasporto non inquinanti come le biciclette e i trasporti collettivi, sviluppare motori d'aviazione che impieghino i carburanti in modo sempre più efficiente e incoraggiare la ristrutturazione delle strutture ricettive introducendo una certificazione Ecolabel (marchio di qualità ecologica).

3.7.4Il CESE accoglie con favore gli approcci sostenibili alla digitalizzazione dell'agricoltura e rinvia al suo parere in corso di elaborazione sulla strategia della Commissione "Dal produttore al consumatore" 57 . L'ambizione del Comitato è fare in modo che anche le aziende agricole di piccole e medie dimensioni traggano beneficio dalle soluzioni digitali ai fini della necessaria transizione agroecologica, se lo desiderano, a condizione che tali soluzioni siano finanziariamente sostenibili e restino sotto il controllo degli agricoltori stessi. Man mano che la società si dirige verso una produzione alimentare più sostenibile, si rende disponibile un gran numero di applicazioni tecnologiche innovative, molte delle quali apportano chiaramente dei vantaggi (basti pensare ai droni per il monitoraggio delle colture e degli animali, ai robot per la semina, il diserbo, la raccolta o la mungitura, o ancora alla prospettiva di "aziende verticali" nelle città, che consumano meno acqua e approvvigionano una clientela locale). In quest'ottica, occorre incoraggiare la comproprietà, i sistemi di dati condivisi 58 e altri modelli innovativi.

Gestire la rivoluzione digitale in agricoltura significa affrontare sfide complesse, e va sottolineata l'importanza di iniziative come FAIRshare 59 volte a promuovere l'uso di strumenti digitali per ottimizzare l'attività agricola. In quest'ottica, è particolarmente importante sviluppare le competenze e la fiducia e affrontare nel contempo il divario digitale specifico all'ambito rurale.

3.7.5La sanità elettronica assume un rilievo essenziale ai fini di un processo decisionale informato, basato su elementi concreti, della trasparenza dei processi di assistenza sanitaria, della riduzione degli errori, di una maggiore accuratezza diagnostica e di una maggiore efficienza in termini di costi, nonché della riduzione dei tempi di attesa e degli sprechi. Le misure di distanziamento sociale e quarantena disposte per reagire alla pandemia hanno dato impulso a una consapevolezza assai più ampia del potenziale della sanità elettronica.

Bruxelles, 17 settembre 2020

Luca JAHIER

Presidente del Comitato economico e sociale europeo

(1)       https://www.un.org/sustainabledevelopment/development-agenda/ .
(2)       https://unfccc.int/process-and-meetings/the-paris-agreement/the-paris-agreement .
(3)       https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/HTML/?uri=CELEX:52019DC0640&from=IT .
(4)      ECESP, https://circulareconomy.europa.eu/platform/en .
(5)      CEAP, https://ec.europa.eu/environment/circular-economy/ .
(6)       https://ec.europa.eu/info/sites/info/files/factsheet_1_en.pdf .
(7)    Parere del CESE sul tema L'economia sostenibile di cui abbiamo bisogno, GU C 106 del 31.3.2020, pag. 1 .
(8)    Parere del CESE Verso una strategia dell'UE per un consumo sostenibile (cfr. pag. XX della presente GU).
(9)      Parere del CESE Plasmare il futuro digitale dell'Europa (non ancora pubblicato in GU).
(10)      Libro bianco sull'intelligenza artificiale – Un approccio europeo all'eccellenza e alla fiducia, https://ec.europa.eu/info/sites/info/files/commission-white-paper-artificial-intelligence-feb2020_it.pdf .
(11)      La competitività in questo contesto deve essere definita in termini non solo quantitativi ma anche qualitativi, tali da conciliare la prosperità economica, le considerazioni ambientali e l'inclusione sociale.
(12)      Ossia gli OSS ai quali si fa più spesso riferimento, secondo il 7° rapporto annuale (Annual review of corporate environmental, social and governance reporting and disclosure) del Consiglio mondiale delle imprese per lo sviluppo sostenibile (World Business Council for Sustainable Development), 2019.
(13)      UNESCO, Steering AI and advanced ICTs for knowledge societies: a Rights, Openness, Access, and Multi-stakeholder Perspective.
(14)      Come Google/Alphabet, Apple, Facebook, Amazon o Microsoft negli Stati Uniti e Alibaba o Tencent in Cina.
(15)      Come la tassa sui servizi digitali (web tax) introdotta in Francia, che tuttavia è stata percepita come discriminatoria nei confronti delle imprese di paesi terzi.
(16)      Razionalizzazione per effetto della robotizzazione, dell'automazione, dell'IA, dei miglioramenti dell'efficienza lavorativa e dei cambiamenti settoriali.
(17)      Un cobot è un "robot collaborativo" che può lavorare insieme con le persone svolgendo mansioni ripetitive, sgradite o pericolose e creando nuovi compiti più gratificanti.
(18)      Muro, Maxim e Whiton, Automation and Artificial Intelligence: How machines are affecting people and places, 2019.
(19)      Frey e Osborne, The future of employment: How susceptible are Jobs to Computerisation?, 2013. Gli autori non formulano una stima precisa riguardo alla rapidità di questo processo, parlando invece, piuttosto genericamente, di uno-due decenni.
(20)      Ziehran, Gregory e Arntz, The risk of automation for jobs in OECD countries: a comparative analysis, OECD Social, Employment and Migration, 2016.
(21)      International Federation of Robotics, The Impact of Robots on Productivity, Employment and Jobs, 2017.
(22)      Ziehran, Gregory e Arntz, Racing With or Against the Machine?, 2016.
(23)      World Economic Forum, Future of Jobs Report, 2018.
(24)      Muntaner, Digital Platforms, Gig Economy, Precarious Employment, and the Invisible Hand of Social Class, 2018.
(25)      Per una tipologia di piattaforme di lavoro collettivo (crowdworking) cfr. Howcroft, Bergvall e Kåreborn, A Typology of Crowdwork Platforms, 2019.
(26)      Uws et al., Crowd work in Europe: Preliminary results from a survey in the UK, Sweden, Germany, Austria and the Netherlands, 2016.
(27)      Berg, Income security in the on-demand economy: Findings and policy lessons from a survey of crowdworkers, 2015.
(28)      Bartmann, The Return of the Servant, 2016.
(29)      Compresi il valore per gli azionisti e i dividendi generati dalle piattaforme digitali, dalle imprese leader nel campo dell'IA, della robotizzazione ecc.
(30)      Stockhammer, Determinants of the Wage Share, 2017.
(31)      Hudson, The Road to Debt Deflation, Debt Peonage, and Neofeudalism, 2017.
(32)      Lange e Santarius, Smart Green World? Making Digitalisation Work for Sustainability, 2020.
(33)      Cfr. Staab, The consumption dilemma of digital capitalism, 2017.
(34)      Summers, Larry Summers at IMF Economic Forum, 2013.
(35)      Teulings e Baldwin, Secular Stagnation: Facts, Causes and Cures, 2014.
(36)      Ad esempio i motori di ricerca o l'Internet degli oggetti, il commercio elettronico e le piattaforme dei social media.
(37)      Feiner, Amazon admits to Congress that it uses 'aggregated' data from third-party sellers to come up with its own products, 2019.
(38)      In base alla disposizione 5.2.15.2.4 della legge indiana in materia, un soggetto giuridico che partecipa al capitale di un'impresa che gestisce una piattaforma di commercio elettronico non può vendere i propri prodotti su tale piattaforma.
(39)      Specialmente quelli operanti nel settore dei beni pubblici (sanità, mobilità, servizi civici).
(40)      Ad esempio un motore di ricerca pubblico, un server di cloud GAIA X o piattaforme di social media gestite dalla società civile.
(41)      Si pensi, ad esempio, alla condivisione degli acquisti (e delle esperienze) tra i consumatori, al baratto di prodotti di seconda mano, alle forme digitali di "prosumazione", alle piattaforme digitali locali che promuovono le imprese locali e, se del caso, le filiere corte.
(42)      È il caso, ad esempio, della piattaforma L'alveare che dice sì, presente in diversi paesi europei, che offre prodotti alimentari biologici e di stagione.
(43)      Per esempio informazioni sulla produzione, l'impatto ambientale, la composizione, l'impiego, la riparabilità e l'utilizzabilità di ogni singolo prodotto.
(44)      Parere del CESE sul tema Promuovere un'alimentazione sana e sostenibile nell'UE, GU C 190 del 5.6.2019, pag. 9 .
(45)      Si consideri che, in media, per ogni otto pacchi di prodotti acquistati online uno viene restituito. https://www.salecycle.com/blog/featured/ecommerce-returns-2018-stats-trends/ .
(46)      Direttiva 2009/125/CE.
(47)      Becker et al., Sustainability Design and Software: The Karlskrona Manifesto, in IEEE/ACM 37th IEEE International Conference on Software Engineering, 2015, pag. 467-476, DOI: 10.1109/ICSE.2015.179.
(48)      Cfr. anche Kern et al., Sustainable software products – Towards assessment criteria for resource and energy efficiency, Future Generation Computer Systems, 2018, vol. 86, pag. 199–210, DOI: 10.1016/j.future.2018.02.044.
(49)      Strategia rinnovata dell'UE per il periodo 2011-14 in materia di responsabilità sociale delle imprese (COM(2011) 0681).
(50)      Emarketer.com.
(51)      Hilty e Bieser, Opportunities and risks of digitalisation for climate protection in Switzerland, 2017.
(52)      Ad esempio GESI/Accenture, SMARTer2030. ICT Solutions for 21st Century Challenges, 2015.
(53)    Lange e Santarius (2020), Smart Green World? Making Digitalization Work for Sustainability; Lange, Pohl & Santarius (2020): Digitalization and Energy Consumption. Does ICT Reduce Energy Demand?
(54)       http://www.remourban.eu/ .
(55)       https://www.matchup-project.eu/ .
(56)      Pareri del CESE Commercio internazionale e turismo - Un’agenda globale per lo sviluppo sostenibile ( GU C 14 del 15.1.2020, pag. 40 ) e Turismo e trasporti nel 2020 e oltre (cfr. pag. XX della presente GU).
(57)      Parere del CESE sul tema Una strategia alimentare sostenibile "Dal produttore al consumatore", 2020 (cfr. pag. XX della presente GU).
(58)      Ad esempio JoinData, una piattaforma di dati indipendente per gli agricoltori (join-data.nl).
(59)       https://www.h2020fairshare.eu/ .