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Comitato economico e sociale europeo

REX/505

Connessione Europa-Asia

PARERE

Comitato economico e sociale europeo


Comunicazione congiunta al Parlamento europeo, al Consiglio,

al Comitato economico e sociale europeo, al Comitato delle regioni

e alla Banca europea per gli investimenti

Connessione Europa-Asia - Elementi essenziali per una strategia dell'UE
[JOIN(2018) 31 final]

Relatore: Jonathan PEEL

Consultazione

Commissione europea, 14/12/2018

Base giuridica

Articolo 304 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea

Sezione competente

Relazioni esterne

Adozione in sezione

26/02/2019

Adozione in sessione plenaria

20/03/2019

Sessione plenaria n.

542

Esito della votazione
(favorevoli/contrari/astenuti)

133/2/1

1.Conclusioni e raccomandazioni

1.1Il Comitato economico e sociale europeo (CESE) accoglie con favore la comunicazione congiunta Connessione Europa-Asia – Elementi essenziali per una strategia dell'UE 1 , pubblicata dalla Commissione il 19 settembre 2018 in collaborazione con l'alta rappresentante dell'UE.

1.1.1L'iniziativa giunge al momento opportuno: l'ordine mondiale sta cambiando a un ritmo mai raggiunto da quasi trent'anni, l'ordine commerciale internazionale creatosi nel dopoguerra deve far fronte a notevoli sfide, l'equilibrio del potere economico mondiale si sta spostando verso est e il potere d'acquisto globale dell'Asia sta crescendo in modo esponenziale.

1.2Il CESE ritiene tuttavia che la comunicazione rappresenti un'opportunità nettamente mancata. Il CESE prende atto con profonda preoccupazione del numero di significative lacune strategiche. Non si è tenuto conto delle principali realtà economiche e geopolitiche. Si constatano un'ambizione limitata e una scarsa lungimiranza. Non è stata colta l'occasione per conferire una visione realmente approfondita al futuro sviluppo delle relazioni e della connettività dell'UE con l'Asia, la cui ampia diversità e complessità viene appena riconosciuta in modo aperto.

1.2.1Non esiste una tabella di marcia né alcuna indicazione chiara degli obiettivi strategici dell'UE, siano essi complementari o competitivi.

1.2.2Il CESE si chiede la ragione della scarsa, se non nulla, attenzione accordata a molti recenti sviluppi di importanza cruciale che interessano sia l'UE che l'Asia. Ad esempio:

·non è vi è alcun tentativo di individuare o di esaminare alcuna delle grandi sfide strategiche che l'Europa dovrà affrontare nelle sue future relazioni con l'Asia;

·non vi è alcun incoraggiamento o valutazione delle questioni di connettività o di investimenti avviate dall'Asia e dirette principalmente o in parte verso l'Europa;

·non vi sono riferimenti ai principali accordi in materia di scambi o di partenariato economico tra l'UE e i principali paesi asiatici, già in vigore o ancora in corso: la mancata menzione del recente accordo di partenariato economico tra l'UE e il Giappone, l'accordo più significativo nel suo genere (e ormai operativo), appare sorprendente;

·non viene fatta menzione, nel quadro della "connettività tra le persone" di alcuno dei dialoghi della società civile in corso tra l'UE e l'Asia, e in particolare dei principali organismi di monitoraggio della società civile istituiti nell'ambito di tali accordi commerciali;

·non viene fatto alcun tentativo di valutare il ruolo potenziale della società civile, nonostante questo ruolo di monitoraggio attivo, soprattutto in considerazione del fatto che in Asia non esiste una tradizione di questo genere;

·non c'è alcun tentativo di esaminare le questioni sociali, nonostante queste spesso siano un tema centrale per tali organismi, compresa l'attuazione delle convenzioni fondamentali dell'OIL, la promozione della parità di genere (obiettivo di sviluppo sostenibile 5), o addirittura i diritti umani;

·non viene menzionata l'iniziativa cinese Nuova via della seta (Belt and Road Initiative), malgrado il fatto che essa oltre a essere diretta verso l'Europa riguardi anche tutti gli altri paesi asiatici, e proponga un effettivo sostegno finanziario, del commercio e delle infrastrutture;

·non viene considerato il potenziale della Nuova via della seta di causare grandi indebitamenti senza creare molti nuovi posti di lavoro, né vengono esaminate le sue potenziali opportunità o sfide strategiche per l'Europa;

·non vi è alcun tentativo, se non en passant, di esaminare la strategia dell'UE per l'Asia centrale, né come questa risenta dei giochi di potere strategici nell'area, che coinvolgono la Cina, la Federazione russa e molti altri paesi, compresi l'Iran e l'India;

·non è presente alcun riferimento o valutazione dell'Unione economica eurasiatica, istituita dalla Russia e comprendente sia paesi europei che Stati dell'Asia centrale, con ambizioni di ulteriore espansione;

·non vi è alcun riferimento alla gestione della domanda di energia e agli interessi contrastanti in relazione alle vaste riserve di idrocarburi scoperte in Asia centrale, oltre al "sostenere la connettività energetica con i partner asiatici e tra questi ultimi";

·non vi è alcun riferimento alle attuali iniziative di connettività in materia di trasporti ed energia, quale la commissione intergovernativa per il corridoio di trasporto Europa-Caucaso-Asia (TRACECA) 2 .

·non vi è alcun tentativo di mettere in relazione i trasporti e la necessità di infrastrutture nella regione con, ad esempio, l'obiettivo di sviluppo sostenibile 9, che riguarda le infrastrutture;

·vi sono pochi riferimenti anche alle sfide che l'UE e l'Asia devono affrontare per raggiungere gli obiettivi derivanti dall'accordo di Parigi sul clima, in particolare riguardo all'inquinamento ambientale;

·non vi è alcun riferimento al pericolo crescente di conflitti armati, anche con l'uso della tecnologia spaziale e digitale, o alla necessità di un dialogo in questo campo con i paesi asiatici;

·manca un riferimento al modo migliore per collaborare con i paesi asiatici per rafforzare le organizzazioni internazionali, in particolare l'OMC;

·il riferimento all'India è solo marginale, malgrado le dimensioni e il potenziale economico del paese, e l'Iran, un soggetto sempre più cruciale nella regione, viene citato soltanto una volta.

1.3Il Comitato accoglie invece con favore il risalto dato alla connettività sostenibile, globale e basata su regole. La comunicazione pone giustamente l'accento sull'importanza di promuovere "un'economia circolare, basse emissioni di gas a effetto serra e un futuro resiliente dal punto di vista dei cambiamenti climatici, al fine di conseguire gli obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS) e gli obiettivi stabiliti nell'accordo di Parigi sul clima".

1.4Il CESE ritiene imprescindibile che l'UE dia una risposta formale alla Nuova via della seta (BRI).

1.4.1Molti si aspettavano che la comunicazione fosse una parte essenziale di tale risposta, ma non vi si fa menzione. Inizialmente, tale iniziativa era chiamata Silk Road Economic Belt (fascia economica della via della seta), poiché la via della seta era la rotta di collegamento storica fra l'Europa e l'Asia. L'UE ha già stretto un partenariato strategico con la Cina. La Nuova via della seta è volta a creare reali collegamenti tra Asia ed Europa: la comunicazione invece è molto più vaga.

1.4.2Il CESE richiama l'attenzione sulla specifica relazione individuata dalla commissione per gli Affari esteri del Parlamento europeo 3 tra la Nuova via della seta e lo "schema 16+1" tra la Cina e 16 paesi dell'Europa centrale e orientale (compresi 11 Stati membri). La relazione esprime il timore che l'impegno della Cina di investire 3 miliardi di USD in infrastrutture in tali paesi possa generare "un forte indebitamento" dei governi europei interessati "nei confronti delle banche di Stato cinesi [...] e creare solo un numero limitato di posti di lavoro in Europa". La comunicazione dà grande risalto alla sostenibilità di bilancio e ai finanziamenti innovativi, ma trascura tale preoccupazione.

1.4.3Il Comitato ritiene essenziale stabilire un collegamento formale tra la Nuova via della seta e gli obiettivi di sviluppo sostenibile. sui quali la comunicazione pone l'accento. La tavola rotonda UE-Cina, cui partecipano sia il CESE che il Consiglio economico e sociale cinese (CESC), ha espresso due volte il suo sostegno a tale collegamento negli ultimi incontri.

1.4.4La Nuova via della seta deve funzionare in entrambe le direzioni. Il CESE concorda con la camera di commercio dell'UE in Cina (EUCCC) nel ritenere che il suo futuro dipenda da un'equa bidirezionalità dei flussi commerciali e d'investimento. Ciò richiederà che la Cina apra i suoi mercati. Anche le imprese europee hanno sollevato preoccupazioni, chiedendo maggiori informazioni e trasparenza prima di poter prendere parte a progetti nel quadro di tale iniziativa. Queste preoccupazioni sono pertinenti anche in un contesto panasiatico.

1.5Il CESE raccomanda vivamente di destinare risorse molto maggiori alle relazioni dell'UE con l'Asia, dove, come sottolinea il SEAE, si trovano due terzi dei poveri di tutto il mondo. A paragone della percentuale di gran lunga superiore del bilancio di sviluppo dell'UE che viene diretto verso l'Africa e l'America latina, le risorse destinate a molti paesi asiatici più poveri sono inadeguate.

1.6Il Comitato ritiene che la Commissione europea dovrebbe estendere gli strumenti di politica estera economica, sostenendo le imprese europee e in particolare i consorzi, già esistenti per l'Africa sotto l'egida di InvestEU, al fine di coprire l'Asia e altre parti del mondo. Tale sostegno dovrà inoltre essere erogato nel rispetto dei diritti dei lavoratori nelle procedure di appalto anche nei paesi terzi che ricevono investimenti esteri.

1.7La sezione sull'energia è molto breve. Il CESE invita a ricorrere appieno alla grande competenza dell'UE nel promuovere la cooperazione per accrescere l'efficienza energetica e utilizzare fonti energetiche rinnovabili. Prende atto, inoltre, del fatto che non vi è alcun riferimento ai mutevoli interessi concorrenti in relazione alle vaste riserve di idrocarburi scoperte nell'Asia centrale, e constata con rammarico che non vi è alcuna menzione delle risorse idriche, un altro bene strategico estremamente importante, potenzialmente pericoloso e vitale.

1.8Il CESE accoglie con favore le osservazioni contenute nella comunicazione relative alla connettività digitale, in particolare il richiamo a "un ambiente TIC non violento, sicuro e aperto, affrontando nel contempo le minacce alla cibersicurezza e tutelando i diritti umani e le libertà online, inclusa la protezione dei dati personali". Osserva tuttavia con grande disappunto che non vi è alcun riferimento alla condotta da assumere nei confronti di paesi europei o asiatici che adottano approcci molto diversi a tali questioni.

1.9È stata una sorpresa per il CESE leggere soltanto che l'UE "dovrebbe adoperarsi per collegare la rete transeuropea di trasporto (TEN-T), già ben sviluppata, alle reti asiatiche": il Comitato ripete la propria raccomandazione, formulata per la prima volta nel 2011 4 , che i corridoi di trasporto proposti dalla Cina e dall'UE vengano allineati pienamente, in particolare le infrastrutture ferroviarie, ove possibile.

1.9.1Il CESE rinnova inoltre la propria raccomandazione del 2015 che l'UE si adoperi maggiormente per ottenere risultati dal TRACECA "al fine di accelerare lo sviluppo di una catena di infrastrutture sostenibile che garantisca il trasporto multimodale (in particolare le infrastrutture ferroviaria e stradale) collegando il corridoio Europa-Caucaso-Asia con le reti transeuropee di trasporto (TEN)".

2.Contesto: l'importanza dell'Asia per l'UE

2.1Il CESE si rallegra di essere uno dei destinatari indicati della comunicazione congiunta Connessione Europa-Asia – Elementi essenziali per una strategia dell'UE, pubblicata poco prima del 12° vertice ASEM 5 , tenutosi a Bruxelles nell'ottobre 2018.

2.2L'iniziativa volta a definire una strategia di connettività euroasiatica giunge al momento opportuno, poiché il mondo sta attraversando una fase di cambiamenti strutturali profondi. La forza economica e il potere d'acquisto dell'Est crescono a ritmi sempre più serrati; l'ordine commerciale mondiale è messo a dura prova come mai prima d'ora, a causa dell'imposizione di dazi unilaterali sulle importazioni da parte dell'amministrazione degli Stati Uniti e della sfida lanciata da quest'ultima all'OMC; l'UE è alle prese con problematiche interne senza precedenti e anche molti altri paesi stanno vivendo cambiamenti interni profondi, come il Regno Unito e la Turchia, o stanno riprendendo forza, come la Russia e l'Iran.

2.2.1La connettività tra Europa e Asia esiste da millenni. Prima della scoperta della rotta marittima nel 1497, avveniva principalmente attraverso le cosiddette vie della seta. I traffici andavano ben al di là degli scambi commerciali: comprendevano tutti i movimenti che interessavano beni, idee e persone, spaziando dall'interazione culturale, farmacologica e religiosa fino all'accesso a risorse essenziali e innovazioni tecnologiche. Dall'Asia, le rotte dirette a Ovest riguardavano anche l'accesso all'Africa, aspetto presente ancora oggi nella Nuova via della seta cinese.

2.3Quattro importanti paesi asiatici, la Cina, il Giappone, la Repubblica di Corea e l'India, figurano fra i primi dieci partner commerciali dell'UE, e altri sette paesi asiatici risultano fra i primi trenta. Con alcuni di questi paesi l'UE ha già negoziato importanti accordi di libero scambio (ALS) o di partenariato economico (APE): con la Repubblica di Corea (n. 8), entrato in vigore nel 2011, con il Giappone (n. 6), attualmente in vigore, e con Singapore (n. 14) e il Vietnam (n. 19), in attesa dell'approvazione da parte del Parlamento europeo. I negoziati relativi ad accordi di libero scambio con l'Indonesia (n. 29), la Malaysia (n. 21), la Thailandia (n. 24) e altri paesi membri dell'ASEAN sono in corso o in fase di stallo.

2.3.1Ciascuno degli ALS e degli APE sottoscritti comprende un consistente capitolo sul commercio e lo sviluppo sostenibile, che prevede un ruolo attivo di monitoraggio della società civile e in cui il CESE, a sua volta, è coinvolto in larga misura (tema ampiamente discusso in altri recenti pareri del CESE 6 ). Sono stati inoltre conclusi accordi distinti per la protezione degli investimenti, sia con Singapore che con il Vietnam, mentre un accordo con il Giappone è in fase di negoziazione.

2.3.2I negoziati con la Cina (n. 2) per un accordo d'investimento globale e a sé stante sono cominciati nel 2013 ma procedono a rilento; attualmente è in corso il 20° ciclo di negoziati. I negoziati per un accordo di libero scambio con l'India (n. 9), avviati nel 2007, sono invece interrotti dal 2013.

2.3.3Il CESE osserva con considerevole stupore che la comunicazione non menziona nessuno di tali accordi o negoziati.

2.4L'Asia rappresenta all'incirca il 60 % della popolazione mondiale, il 35 % delle esportazioni dell'UE e il 45 % delle sue importazioni. I paesi asiatici, oltre a essere partner industrializzati ad alto reddito ed economie emergenti dinamiche, ospitano due terzi dei poveri del mondo, come sottolineato dal SEAE nel suo sito web 7 . Vi si legge inoltre che la cooperazione allo sviluppo resta pertanto una priorità all'interno dell'agenda dell'UE con l'Asia, con una dotazione finanziaria superiore a 5 miliardi di EUR, e che si stanno mettendo a punto politiche congiunte per affrontare sfide comuni, quali i cambiamenti climatici, lo sviluppo sostenibile, la sicurezza e la stabilità, la governance e i diritti umani, nonché la prevenzione di calamità naturali e causate dall'uomo e la risposta a tali catastrofi. Tuttavia, gli importi stanziati per l'Africa e l'America latina sono relativamente molto maggiori.

2.5L'Asia è caratterizzata da una vastissima eterogeneità di popoli e culture: un'unica misura non può essere calzante per tutti. Non potrà mai imitare l'UE. I diritti umani e l'approccio alle questioni sociali variano enormemente in Asia. Oltre alle potenze economiche dell'Asia orientale e dell'India, dove gli sviluppi economici devono ancora soddisfare le aspettative, i paesi differiscono notevolmente tra loro, così come i membri dell'Associazione delle Nazioni del Sud-Est Asiatico (ASEAN) spaziano da Singapore ai tre paesi meno sviluppati, il Myanmar/Birmania, il Laos e la Cambogia.

2.6Il CESE, a sua volta, ha pubblicato di recente dei pareri riguardanti l'Asia, in particolare in merito ai negoziati commerciali e d'investimento dell'UE, nonché due pareri sull'Asia centrale 8 , il secondo dei quali nel 2015, su richiesta della presidenza lettone del Consiglio.

3.Osservazioni generali: elementi essenziali?

3.1Il CESE accoglie con favore il risalto che la comunicazione dà a una connettività sostenibile, globale e basata su regole, quantunque abbastanza generica. Ciò comprende la protezione dell'ambiente, la sicurezza e i diritti sociali e individuali, nonché la necessità di una concorrenza equa e trasparente. La comunicazione sottolinea l'importanza di promuovere "un'economia circolare, basse emissioni di gas a effetto serra e un futuro resiliente dal punto di vista dei cambiamenti climatici, al fine di conseguire gli obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS) e gli obiettivi stabiliti nell'accordo di Parigi sul clima".

3.2Se ciò non fosse stato esplicitato, il CESE sarebbe stato profondamente preoccupato, non da ultimo poiché questi temi centrali sono stati posti in evidenza e sviluppati fin dalla comunicazione della Commissione sul commercio del 2006, dal titolo Europa globale, tesa a garantire che i benefici della liberalizzazione degli scambi e i valori europei "arrivino sino ai cittadini. Siccome perseguiamo la giustizia sociale e la coesione all'interno dell'UE, dovremmo adoperarci anche per promuovere i nostri valori, compresi gli standard in materia sociale e ambientale e la diversità culturale, in tutto il mondo" 9 . Tali temi sono stati sviluppati dalla comunicazione Commercio per tutti 10 del 2015.

3.3Pertanto, il CESE appoggia fermamente la premessa alla base della comunicazione congiunta, che assume un tono esortativo. Ciononostante, la comunicazione sembra essere sconnessa da molti recenti sviluppi in Asia, in particolare quelli che nel tempo potrebbero rappresentare sfide strategiche per l'Europa stessa. Tali sviluppi vanno dalla Nuova via della seta all'Organizzazione di cooperazione di Shanghai, passando per la maggiore interconnettività tra la Russia, la Cina, l'Asia centrale, la Turchia, l'Iran e persino l'India, in particolare in materia di energia e trasporti.

3.3.1È molto deludente appurare che non è stata colta l'opportunità per fornire una prospettiva approfondita e concreta rispetto al futuro sviluppo della relazione e della connettività dell'UE con l'Asia. Non è previsto alcun esame di ciò che i paesi asiatici possano a loro volta volere dall'UE: investimenti? Mercati? Contributo allo sviluppo delle capacità? Il documento risulta più un elenco di elementi essenziali già esistenti, piuttosto che la definizione di un qualsivoglia livello di ambizione in merito a ciò che l'UE intende costruire, positivamente, per il futuro. Sembra essere poco orientato al futuro e alla novità, soprattutto in modo non convenzionale.

Forse non è mai stato questo l'obiettivo della comunicazione congiunta, ma il CESE ritiene che si siano perse numerose opportunità fondamentali, che sono state illustrate in dettaglio in precedenza.

4.Connettività

4.1Il tema centrale della comunicazione è la connettività, secondo la definizione datane nella riunione ministeriale ASEM del novembre 2017. Malgrado fosse un obiettivo del vertice del 2018, l'incontro ASEM non viene considerato. La connettività in questo contesto riguarda un ampio ventaglio di temi, suddivisi in sei aree specifiche, tra cui le infrastrutture ferroviarie, stradali, aeree e marittime, l'infrastruttura energetica (elettricità, gas), le TIC, l'intelligenza artificiale e le reti intelligenti, le relazioni commerciali e di investimento e l'importantissima dimensione interpersonale.

4.2Alla "connettività sostenibile" la comunicazione aggiunge la "sostenibilità di bilancio", ampliata in una sezione successiva a "partenariati internazionali in materia di finanziamenti" e esaminata nel dettaglio. Sebbene sia presente un riferimento alla Banca asiatica di investimento per le infrastrutture (AIIB), non molto cara agli Stati Uniti, non vi è alcuna menzione delle preoccupazioni 11 sollevate dal Parlamento europeo circa l'iniziativa cinese "16+1", che genera un forte indebitamento e un numero limitato di posti di lavoro in Europa, effetti che non potrebbero arrestarsi, né si arrestano, alle frontiere dell'UE. Ciò ha fatto seguito all'impegno, annunciato dalla Cina in occasione del vertice del 2017, di investire 3 miliardi di USD in infrastrutture nei 16 paesi europei interessati. Il Parlamento europeo sottolinea che tali progetti "non devono essere aggiudicati nel quadro di gare d'appalto non trasparenti".

4.2.1Il Parlamento europeo ha invitato gli Stati membri a collaborare più strettamente per "fare in modo di non compromettere gli interessi nazionali ed europei a fronte di un sostegno finanziario a breve termine". Questa preoccupazione generale si riflette nella proposta dell'UE in merito al controllo degli investimenti esteri diretti nell'Unione europea 12 .

4.2.2Il Comitato osserva che, mentre per l'Africa esistono strumenti di sostegno dell'UE per le imprese e i consorzi europei, tali strumenti non esistono per i collegamenti tra Asia ed Europa. Non da ultimo poiché ciò pone le imprese in una posizione di svantaggio rispetto alle controparti cinesi sostenute dalla BRI, il CESE ritiene che la Commissione debba ora estendere questa politica in vigore per l'Africa, e che InvestEU vada esteso per coprire i rischi di investimento sia in Asia che in altre parti del mondo. Tale sostegno dovrà inoltre essere erogato nel rispetto dei diritti dei lavoratori nelle procedure di appalto anche nei paesi terzi che ricevono investimenti esteri.

4.3"Connettività globale" include a sua volta la connettività digitale, dei trasporti e dell'energia. Per quanto riguarda la connettività digitale, la sezione 3.2 della comunicazione fa riferimento a collegamenti di reti ad alta capacità, a un accesso a Internet su scala universale e a prezzi accessibili, e a "un ambiente TIC non violento, sicuro e aperto, affrontando nel contempo le minacce alla cibersicurezza e tutelando i diritti umani e le libertà online, inclusa la protezione dei dati personali". Tuttavia, non si fa alcun accenno alla condotta da assumere nei confronti dei paesi che adottano approcci molto diversi su tali temi.

4.4Riguardo ai trasporti, la comunicazione sottolinea che il 70 % degli scambi commerciali avviene per mare e il 25 % per via aerea, inevitabilmente date le distanze interessate. Il CESE osserva però che, per quanto riguarda le formalità doganali, l'accordo sull'agevolazione degli scambi dell'OMC, entrato in vigore nel febbraio 2017, non sembra essere stato tenuto in alcuna considerazione.

4.4.1La comunicazione riconosce che il potenziale di crescita nel settore dei trasporti è considerevole, sottolineando che "il trasporto su rotaia rimane relativamente marginale". Il trasporto marittimo è molto più adeguato per molti paesi asiatici e una nave può trasportare un carico di container anche 200 volte maggiore rispetto a un treno. Ma il trasporto marittimo è una questione globale e non asiatica. La comunicazione aggiunge inoltre che "il trasporto su strada ha di solito senso sulla media distanza [...] e come rete secondaria di trasporto in combinazione con altre modalità". Ma per quale ragione non vi è alcun riferimento alla commissione intergovernativa TRACECA 13 ?

4.4.2Una raccomandazione chiave del parere del CESE del 2015 sull'Asia centrale 14 era la necessità che l'UE si adoperasse maggiormente per ottenere risultati dal TRACECA, "al fine di accelerare lo sviluppo di una catena di infrastrutture sostenibile che garantisca il trasporto multimodale (in particolare le infrastrutture ferroviaria e stradale) collegando il corridoio Europa-Caucaso-Asia con le reti transeuropee di trasporto (TEN)".

4.4.3Il Comitato ha fatto presente che "per l'UE, TRACECA resta un'iniziativa importante. Si tratta di un programma internazionale volto a rafforzare le relazioni economiche, gli scambi commerciali e le comunicazioni tra il bacino del Mar Nero, il Caucaso meridionale e l'Asia centrale avvalendosi dei sistemi di trasporto esistenti e facendo leva sulla volontà politica e le aspirazioni comuni dei suoi 13 Stati membri". Se vi sono questioni di corruzione, esse devono essere affrontate direttamente.

4.4.4È con stupore che il CESE rileva la mera proposta che l'UE si adoperi "per collegare la rete transeuropea di trasporto (TEN-T), già ben sviluppata, alle reti asiatiche". Nel parere del 2015 si ripeteva "la raccomandazione già formulata nel 2011: occorre allineare completamente tra loro i corridoi di trasporto proposti dalla Cina e dall'UE, se possibile anche nel caso delle infrastrutture ferroviarie", Il CESE ribadisce ancora una volta questa posizione nel 2019.

4.4.5Il parere osservava inoltre che "la costruzione di un'infrastruttura stradale e ferroviaria strategica, moderna e interoperabile lungo tutta la via della seta costituisce un interesse vitale per la Cina, l'UE e la Russia. L'adeguata integrazione di questa regione grazie ad un'infrastruttura moderna e affidabile dovrebbe rappresentare un'importante opportunità non solo per una maggiore integrazione economica regionale ma anche per la promozione della mobilità dei cittadini e degli scambi multiculturali, e ciò, a sua volta, creerebbe un clima migliore per far progredire lo Stato di diritto e la democrazia". Al fine di conseguire l'OSS 9 (costruire un'infrastruttura resiliente e promuovere l'innovazione ed una industrializzazione equa, responsabile e sostenibile), ciò è ancora più urgente.

4.4.6Il CESE osserva con rammarico, inoltre, che non vi è alcun riferimento all'estensione dei collegamenti stradali e ferroviari verso l'India e il Sud-Est asiatico, malgrado la recente e considerevole opera di costruzione stradale sia nell'Asia centrale che in Iran. L'abbandono da parte degli Stati Uniti del piano d'azione congiunto globale 15 potrebbe essere un fattore chiave in questo contesto.

4.5La sezione sulla connettività nel settore dell'energia (3.3) è particolarmente breve. In precedenza il CESE ha raccomandato che "il mantenimento dei legami dell'UE con il grande potenziale dell'Asia centrale in termini di riserve energetiche [si basi] su considerazioni pratiche ed economiche. L'UE partecipa a ragione allo sviluppo del settore energetico in questi paesi, anche perché le loro risorse offrono all'Europa fonti di approvvigionamento aggiuntive e complementari (ma non alternative), sebbene sussistano complicazioni dovute a questioni di transito e trasporto. Sarà tuttavia importante evitare qualunque possibile incomprensione tra UE e Cina dato l'interesse di entrambe ad incrementare l'approvvigionamento energetico dall'Asia centrale".

4.5.1Il CESE ripete nuovamente la raccomandazione "di ricorrere alla grande esperienza maturata dall'UE nel promuovere la cooperazione per accrescere l'efficienza energetica e utilizzare fonti energetiche rinnovabili, in quanto la regione presenta un notevole potenziale ancora da sfruttare".

4.5.2Il Comitato osserva con sorpresa che non vi è alcuna menzione delle risorse idriche, sebbene siano un bene essenziale per gran parte dell'Asia e rappresentino un potenziale di conflitto reale. La gestione delle risorse idriche, come la sostenibilità ambientale, sono di importanza cruciale, in particolare per quanto riguarda l'efficienza idrica e gli sprechi.

4.5.3I cambiamenti climatici aggraveranno le carenze idriche. Esiste già un potenziale conflitto in Asia centrale tra i paesi che dispongono di acqua, ma non di vaste risorse di idrocarburi, e paesi che hanno petrolio e gas, ma non acqua. La possibile costruzione di dighe su grandi fiumi, come il Mekong, continua a essere una particolare fonte di preoccupazione, mentre anche lo scioglimento del "terzo polo", la calotta glaciale dell'Himalaya, può rappresentare una sfida particolare.

5.L'iniziativa della Nuova via della seta e considerazioni più generali su UE e Asia

5.1Il CESE non sarà il solo ad essere sorpreso dall'assenza di riferimenti alla Nuova via della seta all'interno della comunicazione, da molti attesa quale parte fondamentale della risposta dell'Europa a tale iniziativa.

5.1.1Quando il presidente Xi la avviò ad Astana nel 2013, l'iniziativa era chiamata Silk Road Economic Belt (fascia economica della via della seta): le vie della seta sono la storica rotta di collegamento tra l'Europa e l'Asia.

5.1.2L'iniziativa era sostenuta inizialmente da un fondo pari a 16,3 miliardi di USD, ad oggi molto più alto: tutto denaro effettivamente stanziato. Non soltanto era volta a creare legami più stretti con l'Europa, ma faceva anche parte di un progetto di più ampio respiro inteso ad ampliare la cooperazione regionale tra la Cina e altri paesi asiatici, nonché l'Africa, per migliorare la connettività regionale, approfondire le relazioni economiche e commerciali ed espandere i legami interpersonali. Ora mira a creare scambi commerciali e infrastrutture coinvolgendo oltre settanta paesi via mare e via terra, accrescendo gli investimenti, lo sviluppo, la connettività finanziaria e interpersonale. Si tratta di un segnale forte del desiderio della Cina di svolgere un ruolo maggiore a livello mondiale, malgrado molti (India e Giappone compresi) nutrano preoccupazioni riguardo alle condizioni poste a livello politico e finanziario.

5.1.3Il CESE considera imprescindibile che l'UE dia una risposta formale alla Nuova via della seta. Il partenariato strategico UE-Cina è importante ma, mentre la Nuova via della seta è volta a fornire reali collegamenti commerciali, di trasporto e infrastrutturali, ciò che offre la comunicazione è molto più vago. L'UE vuole che in futuro tutte le strade portino a Pechino, piuttosto che a Roma?

5.2La Nuova via della seta è un fattore chiave della connettività UE-Asia. Si è già fatto riferimento alle preoccupazioni espresse dal PE. La Camera di commercio dell'UE in Cina, a sua volta, ha sottolineato che la Nuova via della seta deve funzionare in entrambi i sensi, affermando che il suo futuro dipende da un'equa bidirezionalità dei flussi commerciali e d'investimento, il che richiederà un'apertura dei mercati da parte della Cina.

5.2.1Essa ritiene inoltre che il successo dell'iniziativa dipenderà in ampia misura dall'apertura dei mercati, dall'equilibrio degli scambi, dalla trasparenza e dalla reciprocità. Rileva la necessità, in Asia e altrove, di infrastrutture solide, notando che una migliore connettività può contribuire notevolmente alla crescita economica, pertanto un tale approccio è nell'interesse di tutti i partecipanti a questo ambizioso progetto. Chiede la messa a punto di procedure di gara trasparenti che permettano alle imprese europee e cinesi, in particolare quelle private, di competere a condizioni di parità, facendo sì che i progetti siano aggiudicati a chi presenta l'offerta migliore. In caso contrario, è probabile che ne derivino uno spreco di finanziamenti e il fallimento dei progetti 16 .

5.2.2La comunicazione (sezione 5.3) parla inoltre di "condizioni di parità per le imprese". Le imprese europee hanno espresso preoccupazione, chiedendo a loro volta maggiore trasparenza e un coinvolgimento più profondo in una fase iniziale nei progetti della Nuova via della seta, al fine di consentire la dovuta diligenza e una valutazione della redditività commerciale e di garantire un'economia di mercato basata su norme e procedure di appalto pubblico non discriminatorie.

5.3La comunicazione pone l'accento sugli obiettivi di sviluppo sostenibile. Il CESE ritiene essenziale stabilire una relazione formale tra gli OSS e la Nuova via della seta. La dichiarazione congiunta della tavola rotonda UE-Cina del 2017 17 evidenzia che la realizzazione della Nuova via della seta dovrebbe contribuire al conseguimento dell'Agenda 2030 delle Nazioni Unite e dei relativi obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS), oltre che all'attuazione dell'accordo di Parigi sui cambiamenti climatici.

5.3.1La dichiarazione congiunta del 2018 18 afferma inoltre che, nell'ambito di importanti iniziative in materia di infrastrutture, l'UE e la Repubblica popolare cinese dovrebbero continuare, in qualità di partner commerciali e d'investimento significativi, ad allineare lo sviluppo e l'attuazione di iniziative di rilievo e ad approfondire la cooperazione a livello di scambi commerciali, facilitazione degli investimenti, commercio elettronico, connettività, infrastrutture, IT, energia, contatti interpersonali e altri ambiti. La dichiarazione prosegue affermando che le autorità di entrambe le parti dovrebbero garantire che tutte le iniziative e i progetti congiunti siano fisicamente ed ecologicamente sostenibili, contribuendo così al conseguimento degli OSS. Pone inoltre enfasi sul fatto che sia l'Agenda 2030 che l'accordo di Parigi evidenziano la perdurante necessità di infrastrutture globali, e rileva che tutti gli obiettivi di sviluppo sostenibile devono essere presi in considerazione nel contesto della Nuova via della seta e della strategia di connettività euroasiatica.

5.3.2La tavola rotonda ha concluso che, affinché i grandi progetti vadano a beneficio di entrambe le parti, questi devono produrre risultati che siano positivi per entrambe e devono essere trasparenti, interoperabili, reciproci e sostenibili, basati su consultazioni, contributi e benefici comuni.

5.4Passando a considerazioni più generali per quanto riguarda la connettività tra l'UE e l'Asia, è chiaro che molte delle questioni attinenti alla Nuova via della seta hanno un'applicazione ben più ampia. Ad esempio, la comunicazione pone l'accento sugli obiettivi di sviluppo sostenibile, ma questo non è espresso in maniera approfondita. Tra gli obiettivi di sviluppo sostenibile più pertinenti, non solo per la BRI, ma per la connettività panasiatica, figurano:

·obiettivo 6 (acqua pulita e servizi igienico-sanitari),

·obiettivo 7 (assicurare a tutti l'accesso a sistemi di energia economici, affidabili, sostenibili e moderni),

·obiettivo 9 (costruire un'infrastruttura resiliente e promuovere l'innovazione ed una industrializzazione sostenibile),

·obiettivo 8 (incentivare una crescita economica duratura, inclusiva e sostenibile, un'occupazione piena e produttiva ed un lavoro dignitoso per tutti) e

·obiettivo 14 (conservare e utilizzare in modo durevole gli oceani, i mari e le risorse marine).

5.4.1Occorre prendere in considerazione anche molti altri OSS, in particolare, l'obiettivo 5 (realizzare la parità di genere), l'obiettivo 11 (città e insediamenti umani sostenibili), l'obiettivo 12 (garantire modelli sostenibili di produzione e consumo) e l'obiettivo 15 (gestire sostenibilmente le foreste, contrastare la desertificazione, arrestare e far retrocedere il degrado del terreno, fermare la perdita di diversità biologica).

5.5La comunicazione, giustamente, pone grande enfasi sulla "connettività basata su regole". In tale contesto, l'OMC assume un ruolo significativo, ora minacciato dall'amministrazione Trump negli Stati Uniti. Un compito fondamentale dell'OMC è quello di promuovere la trasparenza negli scambi internazionali, segnatamente attraverso il suo sistema di valutazione inter pares, che sottopone a valutazioni periodiche le pratiche commerciali dei suoi membri. L'OMC è il consesso adatto per affrontare preoccupazioni come quelle sollevate dagli Stati Uniti riguardo alla Cina, compresi il dumping e i sussidi occulti.

5.5.1Per questa ragione, e per molte altre ragioni geopolitiche, alla luce della crescita esponenziale degli scambi con un gran numero di Stati asiatici, il sostegno positivo all'OMC sarà forte e l'UE troverà in Asia un ampio supporto per la sua difesa dell'OMC, del suo ruolo e delle sue attività fondamentali.

5.5.2L'obiettivo n. 17 (rilanciare il partenariato globale per lo sviluppo sostenibile) prevede, come traguardo specifico, di promuovere un sistema di scambi commerciali multilaterali universale, basato su norme, aperto, non discriminatorio ed equo, nel quadro dell'Organizzazione mondiale del commercio (OMC). La dichiarazione ministeriale di Nairobi 19 dell'OMC asserisce che il commercio internazionale può svolgere un ruolo importante nella realizzazione di una crescita sostenibile, solida ed equilibrata per tutti, e ribadisce che questo risultato sarebbe assai più difficile da raggiungere senza un meccanismo commerciale multilaterale efficace.

6.Rafforzamento della società civile

6.1Come già menzionato, in tutti gli ALS e APE sottoscritti dall'UE dal 2011 è presente un consistente capitolo sul commercio e lo sviluppo sostenibile, con un ruolo di monitoraggio attivo conferito alla società civile.

6.1.1Cionondimeno, il ruolo e il concetto di società civile presentano marcate differenze in Asia, in Europa e altrove. L'istituzione di un forum della società civile efficace nel quadro dell'accordo di libero scambio UE-Corea del Sud è stata un'iniziativa di successo, sebbene abbia richiesto tempo. Un meccanismo analogo viene attualmente costituito tra l'UE e il Giappone, frutto di un contatto approfondito e proficuo, che esiste da molto tempo. Tuttavia, né per Singapore né per il Vietnam esiste alcun meccanismo su cui basarsi in seguito alla ratifica. Probabilmente seguiranno altri paesi dell'ASEAN, in particolare l'Indonesia. Sebbene sia l'iniziativa faro per la connettività dell'UE con la società civile in Asia, la comunicazione non si pronuncia su tale aspetto.

6.2Il CESE accoglie con favore l'inclusione nella comunicazione del concetto di connettività tra le persone. Questa, in particolare, definisce la "connettività e la mobilità tra studenti, docenti universitari e ricercatori" (sezione 3.4) come "essenziali per la comprensione reciproca e la crescita economica", menzionando in particolare il programma Erasmus e "le azioni Marie Skłodowska Curie". La maggior parte dei collegamenti tra i popoli deriva dal commercio, dal turismo o dallo sport, sebbene l'UE abbia anche stabilito un'ampia gamma di iniziative di dialogo con la Cina, l'India e altri.

6.2.1Il coinvolgimento dei giovani, segnatamente tramite programmi formativi e di scambio, è di notevole importanza. Il programma ERASMUS +, rivisto e fortemente voluto, ha un ruolo essenziale. Contribuisce infatti a sviluppare legami formativi più profondi e la mobilità a livello terziario, il che dovrebbe essere seguito da una facilitazione del rilascio dei visti e da esenzioni dalle tasse per gli studenti più dotati. Questo è tuttavia un programma è globale e, data la diversità dell'Asia, non è facile, e forse nemmeno auspicabile, realizzare uno specifico contesto asiatico.

6.2.2Ma dev'essere un meccanismo che funziona in entrambe le direzioni: anche l'Asia ha competenze di alto livello da offrire. Molti paesi asiatici sono più interessati al riconoscimento reciproco delle qualifiche, a una maggiore mobilità del lavoro e ad un facile accesso ai visti, come è stato già dimostrato dall'impasse dei negoziati con l'India.

6.3Tuttavia, l'UE deve fare di più per conquistare i cuori e le menti in Asia. È deludente constatare che la comunicazione non dedica molto spazio ai diritti umani (forse a causa della diversità che caratterizza l'Asia), allo Stato di diritto, alla buona governance e alla democratizzazione. L'UE deve incoraggiare il rafforzamento della fiducia. L'Asia in generale deve far fronte a difficili sfide dovute alla dolorosa e diffusa transizione, in molti paesi, da modelli economici pianificati a economie nazionali maggiormente orientate al mercato, ostacolata quanto mai prima d'ora da periodi tumultuosi per problemi endemici di carattere etnico, ambientale ed economico, per non parlare della corruzione.

Bruxelles, 20 marzo 2019

Luca JAHIER

Presidente del Comitato economico e sociale europeo

(1)       JOIN(2018) 31 final .
(2)       www.traceca-org.org/en/traceca/
(3)     EP 2017/2274(INI) , 11 luglio 2018.
(4)      Pareri del CESE Il contributo della società civile alla revisione della strategia UE-Asia centrale, GU C 242 del 23.07.2015, pag. 1  , e Il ruolo dell'UE e le sue relazioni con l'Asia centrale, e il contributo della società civile, GU C 248 del 25.08.2011, pag. 49 .
(5)      Incontro Asia-Europa, che riunisce 30 paesi europei e 21 paesi asiatici.
(6)      Tra cui pareri su: i ) Il ruolo dei gruppi consultivi interni nel monitoraggio dell'attuazione degli accordi di libero scambio , ii) Commercio per tutti - Verso una politica commerciale e di investimento più responsabile, GU C 264 del 20.07.2016, pag. 123 , e iii) Capitoli sul commercio e lo sviluppo sostenibile negli accordi di libero scambio dell'UE GU C 227 del 28.06.2018, pag. 27 .
(7)       https://eeas.europa.eu/regions/asia/334/asia_en .
(8)      Cfr. la nota 4.
(9)       COM(2006) 567 final , sezione 3.1, punto iii).
(10)       COM(2015) 497 final .
(11)      Cfr. la nota 3.
(12)       COM(2017) 487 final .
(13)      Cfr. la nota 2.
(14)      Cfr. la nota 4.
(15)      Il piano d'azione congiunto globale sottoscritto con l'Iran nel 2015.
(16)      Come riaffermato il 27 maggio 2017.
(17)       15a tavola rotonda UE-Cina .
(18)       16a tavola rotonda UE-Cina .
(19)       Dichiarazione ministeriale di Nairobi .